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Storia della Evoluzione Urbanistica di Torino

Di Sandro DEGIANI

Torino, 2010-2013

La fondazione e l'Era Romana


Julia Augusta Taurinorum viene fondata nella seconda met del I secolo a.C. Sul luogo era gi presente un insediamento celtico dei Taurini, probabilmente si trattava della mitica Taurasia. I Taurini furono l'unica popolazione celtica che sbarr il passo ad Annibale nel 218 a.C. schierandosi con Roma e non con l'invasore e resistettero ben tre giorni a quell'enorme esercito prima di abbandonare la citta e riparare sui colli. La concessione nell'anno 89 a.C. dello Jus Latii alla trib (uno status di Cittadinanza Romana non a diritto pieno) fu' il probabile riconoscimento della fedelt dimostrata durante le Guerre Puniche e comport il passaggio della loro capitale allo status di colonia e giustific la rinominazione e la rifondazione della citt. La Torino romana (fig.1) una tipica citt presidio militare, a pianta rettangolare di circa 760 metri per 680 metri, quasi perfettamente quadrata con un solo angolo leggermente smussato in corrispondenza dell'angolo nord-est dove sorgono oggi i Giardini Reali e il Giardino dei Ripari, probabilmente a causa del dislivello ancor oggi esistente. La citt (fig.2) delimitata dalle attuali vie Giulio a nord, Consolata e corso Siccardi a ovest, Cernaia, Santa Teresa e Maria Vittoria a sud e Accademia delle Scienze, piazza Castello e i Giardini Reali a est. Il Decumano (coincidente con l'attuale via Garibaldi, ex via Dora Grossa) e il Cardo Maximus, coincidente con l'attuale via Porta Palatina, via SanTommaso e via Arsenale, si incontavano pressapoco all'altezza della attuale piazza del Corpus Domini retrostante piazza delle Erbe o piazza Palazzo di Citt. All'incontro del Cardo con il Decumano in quasi tutte le citt romane c'era il Foro (anche se sulla maggior parte delle mappe di Torino romana ricostruite dagli archeologi non se ne vede traccia) e quindi possiamo dire che a Torino il centro civico, se non quello monumentale, da sempre coinciso con il medesimo punto, anche se oggi questo non pi il baricentro della citt. L'orientamento degli assi stradali non esattamente coincidente con i punti cardinali, probabilmente per rispettare un orientamento dei lati parallelo ai due fiumi Po e Dora, quindi si discosta dalla tradizionale metodologia di tracciatura romana ma la differenza non molto sensibile e ancora oggi via Garibaldi vede il Sole sorgere dietro Palazzo Madama e tramontare verso Piazza Statuto come ci si aspetta che accada in un Decumano romano Le strade erano tracciate a scacchiera regolare e dividevano la citt in 72 insulae di circa 75 metri di lato. L'area era di 45 ettari ed ospitava circa 5000 residenti. Le mura avevano 30 torri poste all'altezza di ogni via e in esse erano aperte quatto porte, Porta Decumana (poi Porta Segusina o Porta Susina, rivolta verso Ovest e la Francia) all'incrocio di corso Siccardi con via Garibaldi, Porta Principalis Dextra (Poi Porta Nuova) rivolta verso sud all'altezza di Piazza S. Carlo, Porta Principalis Sinixtra (poi Porta Palatina), l'unica ancora esistente vicino a Porta Palazzo, rivolta verso nord e la via verso Milano e Porta Pretoria (oggi inglobata in Palazzo Madama) rivolta verso est e il Po.
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Fig. 1 - La vista aerea opera di Francesco Corni. E' riportato anche il Circo (quasi un piccolo Colosseo) fuori dalle mura verso Porta Nuova pi o meno all'altezza dell'attuale Piazza S.Carlo. E' ipotizzato anche un Foro all'incrocio del Decumano con il Cardo (all'incirca Piazza Corpus Domini) ed una piccola piazzetta all'altezza di via Barbaroux.

Fig. 2 - La pianta romana qui sopra sovrapposta alla attuale planimetria quella generalmente riportata nei testi, la presenza di una piazza del Foro all'incrocio del Decumano con il Cardo non riportata. La leggera discrepanza sul percorso delle vie dovuta al fatto che la mappa di Tuttocitt non rigorosamente ortogonale. 3

La base della torre dell'angolo nord-ovest tuttora visibile nelle fondamenta della chiesa della Consolata. Un piccolo teatro (oggi in parte riportato alla luce accanto al Duomo di San Giovanni nel parco del palazzo dell'Arcivescovado) era addossato alle mura nell'angolo nord-est.

La Torino Medievale fino al 1500


Dopo la caduta dell'impero romano ci f la parentesi Longobarda che dur dal 569 d.C. con Agilulfo, duca di Torino, fino al 773 d.C. quando Federico Barbarossa entr a Torino e pass la citt allo status di contea Franca. Nel 1035 Olderico Manfredi mor lasciando solamente tre figlie, la maggiore delle quali Adelaide divenne, di fatto, l'erede della marca torinese. Poco dopo la morte del padre, Adelaide spos Ermanno di Svevia, figliastro dell'imperatore Corrado il Salico. Ermanno per mor nel 1038 e nel 1042 Adelaide spos Enrico del Monferrato. Anche questo nuovo matrimonio dur poco in quanto Enrico mor probabilmente nel 1045. Nuovo consorte di Adelaide fu Oddone figlio cadetto del primo conte di Moriana Umberto detto Biancamano, di origini burgunde. Da questo matrimonio ebbe origine l'interesse e l'influenza della casa dei Savoia nei confronti di Torino. Torino divenne possesso di un ramo collaterale dei Savoia, quello del Piemonte, poi dei Savoia-Acaia e nel 1418 con la riunificazione di tutti i territori sabaudi attuata da Amedeo VIII, detto il Pacifico, pass al ramo principale, divenendo quasi subito la sede amministrativa dei domini subalpini del ducato, nonch il capoluogo dei suoi affari politici e diplomatici. Nel 1459 vi fu stabilito il supremo consiglio di giustizia divenendo in pratica da quel momento la capitale dello stato sabaudo.

Fig. 3 e 4 - La citt nel Trecento. La vista aerea di fig. 3 chiaramente tratta dalla mappa riportata in fig.4, anch'essa datata intorno al 1300, l'unica dove compare indicato l'anfiteatro gi ridotto a ruder

Fig. 5 e 6 - La citt nel 1400, prima della costruzione della Cittadella (fig. 5) e nel 1580 dopo la costruzione della Cittadella (fig.6), La citt era divisa in quattro quartieri delimitati dal Decumano (Via Garibaldi) e dal Cardo Massimo (Via Arsenale). I Quartieri prendevano il nome delle porte, Porta Doranea a nord-est,

Fig. 7 - Torino 1564 - Nella rozza pianta della citt si notano i due rivi che correvano lungo via Dora Grossa (attuale via Garibaldi) e via Bertola contribuendo alla pulizia delle strade. Sfruttavano la leggera pendenza della citt verso il Po con un dislivello di circa trenta metri tra il livello di Piazza Statuto e il fiume. 5

La citt intanto, aspettando i Savoia, non esce dalle sue mura romane per pi di 1500 anni, tant' che le mappe del 1400 riportano la medesima pianta ma con una relativa fusione di alcune insulae e la perdita in alcuni quartieri della regolarit geometrica della pianta romana. In queste mappe riportato un circo massimo (un piccolo Colosseo) gi ridotto a rudere poco oltre Porta Nuova, pi o meno all'altezza della attuale Piazza S. Carlo. Con il passare degli anni piccoli borghi sorgono nel tratto libero verso il Po e verso la Dora (l'attuale Balon ha gi il suo tipico tracciato irregolare e serpentiforme ), verso la Francia (essenzialmente conventi e residenze patrizie la prima ed unica piazza della citt, Piazza de Turino, l'attuale Piazza delle Erbe davanti all'attuale Municipio e sorge la Torre Ciivica all'angolo di via Garibaldi. Al posto dell'attuale Municipo c' il Palazzo Civico che ha gi il porticato attuale. La Torre Civica era un simbolo per i torinesi, con il suo toro in bronzo sul tetto che mugghiava quando tirava vento grazie ad ingegnose aperture nel suo corpo. Venne abbattuta da Napoleone Bonaparte e questo i torinesi non glielo perdonarono mai, una nota strega lanci al Corso una maledizione perpetua.. chiss se a Waterloo Bonaparte si ricord dell'evento? E' ancora presente e probabilmente funzionante l'acquedotto romano che arriva dal lato verso corso Francia, pi o meno all'altezza di Porta Susina, oggi piazza Arbarello. All'angolo nord-ovest sorge il campanile romanico della Consolata e la prima chiesa. Emanuele Filiberto cap l'importanza di rendere pi sicura la citt dal lato della pianura e tra il 1564 ed il 1566 fece costruire la Cittadella sull'angolo Sud-Ovest. La mappa di Hieronimus del 1583 mostra su tre angoli della cinta muraria bastioni a forma di punta di lancia. primo inzio
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Torino nel 1568

Fig. 8 - La famosa Mappa del Carracha del 1460. Si nota l'assenza del Palazzo Reale non ancora edificato, c' solo il Palazzo dell'Arcivescovado e "mezza" piazza Castello dato che Palazzo Madama ancora la porta di Po posta lungo le mura.

Fig. 9 - Mappa di Torino intorno al 1500. Molto nitida ed idealizzata la scacchiera romana delle strade che era probabilmente meno regolare dopo quindici secoli di interventi. Non c' il palazzo Reale e la Cittadella ancora una struttura pentagonale pulita priva di contraffori e spalti. Si nota l'ancora intatto acquedotto romano ad archi che correva parallelo all'attuale Corso Francia fino alla Porta Segusina. 7

di una cinta muraria moderna che sostituisce progressivamente quella romana oramai insufficente e la cittadella con la sua classica pianta pentagonale. La scelta del 1583 da Emanuele Filiberto di spostare la Corte da Chambery a Torino, fatta dopo il trattato di Chateau-Cambresis che gli ridava il possesso dei suoi domini e al termine della lunga guerra tra Francia e Spagna comporta per la citt l'inizio della sua lunga storia di Capitale Sabauda. Con l'arrivo della Corte la citt esce dal limbo in cui fino allora aveva vissuto e inzia a mostrare i primi segni di cambiamento. La sede della Corte che fino ad allora era stata Palazzo Madama si trasferisce nel palazzo dell'Arcivescovado affiancato al Duomo di San Giovanni e subito iniziano i lavori per erigere accanto un Palazzo Reale degno della casata dei Savoia.

Torino agli inizi del Seicento - Il primo ampliamento (1620)


Se Emanuele Filiberto pose le fondamenta di Torino capitale, fu suo figlio Carlo Emanuele I a dare il via alle prime trasformazioni urbanistiche. Sotto il suo regno fu infatti realizzato il primo ampliamento cittadino, verso sud, con la costruzione dell'attuale via Roma, che conduceva da piazza Castello alla Porta Nuova e la nascita della attuale piazza San Carlo, allora Piazza d'Armi. Il periodo di pace, dal 1601 al 1613, permise a Carlo Emanuele di trasformare prima di tutto il cuore della citt, diventato il luogo del potere assolutisticodinastico, con l'abbellimento del Palazzo Reale. Piazza Castello viene rettificata e regolarizzata e una Galleria viene costruita per collegare Palazzo Madama al Palazzo Reale da una parte e la Cancelleria dall'altra. Ma sopratutto si progetta con il contributo di Carlo di Castellamonte l'ampliamento della citt verso Sud, con la creazione della Citt Nuova.. Il volto di Torino diventa quello di una citt in pieno fervore costruttivo, ma assolutamente controllata dal suo duca. Infatti chiunque volesse costruire nel nuovo ampliamento doveva obbedire alle

Fig. 10 - La mappa del 1640 mostra il primo ampliamento meridonale, il Borgo Nuovo, ancora separato dalla citt quadrilatera dai resti degli spalti non ancora concellati. Pochi isolati risultano tracciati mentre le mura sono gi complete. Fig. 11 - Pianta dell'assedio di Torino del 1640. Incisione in rame di GIOVENALE BOETTO su disegno di MICHELE ANTONIO RAYNERO, 1643 La pianta riporta una maggiore urbanizzazione del Borgo Nuovo ma il quartiere meridionale risulta ancora separato dal resto della citt.

Fig. 12 - La bellissima vista acquerellata di TOMMASO BORGOGNO realizzata per il Theatrum Sabaudiae rappresenta la citta nel 1695. Il primo ampliamento di Borgo Nuovo gi edificato e quasi completo 9

indicazioni fornite da Carlo di Castellamonte, architetto di corte e autore delle splendide facciate di piazza S. Carlo. Nel nuovo ampliamento, a sottolineare la volont razionalizzatrice del duca, era stato mantenuto l'antico impianto ortogonale romano.

L'Esedra di Piazza Vittorio nel 1628 - Si vede l'Antica Porta di Po che fa fa' di chiusura alla confluenza di via Po e via Principe Amedeo.

Al programma di rinnovamento urbanistico della citt aveva gi dato inizio Ascanio Vitozzi, architetto ducale dal 1584, con la risistemazione di piazza Castello, il taglio della Contrada e della Porta Nuova. La portata innovativa consisteva nel fatto che la contrada di Dora Grossa (attuale via Garibaldi), l'antico decumanus maximus, perdeva il ruolo millenario di arteria principale che veniva assunto dalla Contrada Nuova (l'attuale via Roma), attestata sul nuovo palazzo ducale. Testimonia tale fase un disegno di Aureliano Monsa realizzato nel 1605 quando l'impianto del palazzo ducale non era ancora completato e stava per essere decretato il progetto per il reinquadramento di piazza Castello, che imponeva ai proprietari delle case di provvedere all'allineamento delle facciate che dovevano, per maggior decoro, essere a portici. L'ansia costruttiva di Carlo Emanuele si manifest anche nel territorio, con la realizzazione della splendida Mirafiori e di Regio Parco Nel 1620, in occasione dell'arrivo a Torino di Cristina di Francia, promessa sposa del principe Vittorio Amedeo, ebbe luogo l'inaugurazione della Citt Nuova. Numerosi documenti
Aureliano MonsaTorino 1605 Novo disegno del
sitto del novo Pallazzo di S.A.S. et Piazza castello con strada. Disegno a penna acquerellato con tratti in oro

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Fig. 13 - La pianta di FRANOIS-GRARD JOLLAIN sfrutta l'incisione di Tommaso Borgogno e rappresenta la citta nel 1695. Il primo ampliamento di Borgo Nuovo gi edificato e quasi completo

Fig. 14 - Torino 1673 - Secondo Ampliamento. Tavola di Francesco Corni. Nasce l'obliqua via di Po e Piazza Castello raddoppia la sua area pur risultando spartita in due piazze dalla Galleria.Le piazze sono tre con la Piazzetta Reale separata dalla Piazza Castello dalla galleria sopraelevata (scomparsa e sostituita dalla cancellata dei Dioscuri) 11

testimoniano lo svolgimento dei lavori per la costruzione della Porta Nuova, attestata sull'arteria principale del nuovo ampliamento, attraverso la quale la principessa avrebbe fatto il suo ingresso in Torino. Lo sviluppo di Torino conobbe una brusca frenata nel 1630 con la terribile peste che decim gli abitanti. Nel 1630 anche Carlo Emanuele moriva e gli succedeva il figlio Vittorio Amedeo I ritratto in una Fig. 15a - Vittorio Amedeo I sopraintende ai lavori di ampliamento incisione del Boetto del 1633 di Torino, accanto il Castellamonte porge i disegni del progetto. (fig. 15a) sovraintendere ai lavori di ampliamento della citt, gli accanto l'architetto Carlo di Castellamonte che tiene in mano un grande foglio, forse i disegni della cinta da edificare. Amedeo I moriva a sua volta nel 1637, la moglie Cristina di Francia (sorella di Luigi XIII) assumeva la reggenza per conto del figlio Carlo Emanule di soli nove anni che salir al trono nel 1648 come Carlo Emanuele II. Cristina f la prima "Madama Reale" e la sua Reggenza venne sempre contestata dai potenti cognati Maurizio e Tommaso di Savoia che erano appoggiati dalla Spagna; lei si appoggi per difenderla alla Francia. Il risultato del conflitto fu una larvata occupazione dell'esercito francese della citt e le interferenze della Francia accanto alla Madama Reale, e della Spagna accanto ai due fratelli Savoia, nella vita politica del ducato. Malgrado concessioni e sgravi fiscali i lavori di edificazione della Citt Nuova andavano a rilento. Ancora nel 1640, come si desume da un'altra incisione di Boetto (fig.11) il vallo della fortificazione preesistente separava ancora la citt Vecchia dalla Nuova e il collegamento era reso possibile grazie ad un ponticello. L'edificazione della piazza Reale (ora San Carlo) avveniva tra il 1640 e il 1650 sui terreni demaniali del vallo, punto di congiunzione tra le due parti della citt e fulcro del nuovo ingrandimento. Nel 1666 arriva in citt Guarino Guarini, l'architetto che con Filippo Juvarra avrebbe caratterizzato il centro cittadino. La prima opera firmata dal Guarini la Cappella della Sindone, negli anni seguenti avrebbe realizzato il Collegio dei Nobili (attuale sede del Museo Egizio), il Palazzo dei Savoia-Carignano (sede del primo Parlamento italiano) e la chiesa di S. Lorenzo con la sua splendida cupola.

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Fig. 15 - La pianta di Torino del 1704 qui sopra riporta lo spazio del terzo ampliamento progettato dal Juvarra per i nuovi quartieri militari gi incluso nella cinta muraria ma ancora libero da costruzioni. Sono ancora presenti i vecchi bastioni. In questa pianta Piazza Carlina mostra la progettata forma ottagonale che non venne mai realizzata. Porta Susa adesso interna

Fig. 16 - Particolare della Mappa di Chez P.Mortier datata 1706. Come la precedente ma adesso c' un ulteriore bastione in basso a destra a protezione del ponte sul Po verso Sud e un bastione a Nord esterno alle mura unisce la Dora e Il Po nell'area che oggi occupa il Parco della Colletta. Il terzo ampliamento non ancora costruito e ci sono ancora i bastioni precedenti oramai interni ai nuovi bastioni pi esterni. 13

Torino nella seconda met del Seicento - Il secondo ampliamento


Il 23 ottobre 1673 con una solenne cerimonia accuratamente registrata nei verbali del Consiglio Comunale, si inaugurava l'ampliamento della citt verso il Po decretato da Carlo Emanuele II che tra numerose ipotesi aveva accolto il parere di Sbastien La Preste marchese di Vauban, sovrintendente alle fortificazioni di Francia, optando per tener fuori dalla cinta difensiva il Po e la Dora. L'arteria principale della nuova sezione, detta Contrada di Po, era anomala, diagonale, fuori dallo

1682 Torino incisione di Joan Blaeu - Piazza Castello - Da notare che a separare la Piazzetta Reale dalla Piazza non c'era l'attuale cancellata dei Dioscuri ma una vera e propria galleria soppraelevata di comunicazione con una torre nel mezzo 14

Fig. 17 - La pianta datata 1700 ed eseguita da Matth-Seutte, acquerellata ed arricchita da una vista prospettica della citt con i suoi campanili e le torri tra cui spicca la Torre Civica. Piazza Carlina rettangolare e stranamente sono rappresentati gli edifici del terzo ampliamento (approvato proprio quell'anno) che saranno costruiti molto tempo dopo.

Fig. 18 - Torino nel 1715, La mappa poco indicativa della realt, ed piuttosto un vista ideale senza pretese di assomigliare alla forma reale della citt. Completamente sbagliata la posizione di Piazza San Carlo e Piazza Carlina. E' curiosa la scelta di raffigurare la citt vista dalla parte della Dora. 15

schema ortogonale della citt allo scopo di congiungere direttamente Palazzo Madama ora centro della citt e non pi Porta a ridosso delle mura alla Nuova Porta del Po, la via venne battezzata Via di Po. I confini della nuova area correvano da Via Accademia delle Scienze a Via San Francesco da Paola, quindi toccavano le attuali Piazza Cavour, via Maria Vittoria, Piazza Vittorio Veneto, congiungendosi infine con i Giardini Reali. La piazza principale della nuova estensione torinese venne Piazza Reale (oggi piazza San Carlo) nel 1682 - la piazza vista guardando verso Porta intitolata a Carlo Nuova, si vedono le chiesette gemelle di di Santa Cristina e di San Carlo e non Emanuele II.
(ovviamente) il celebre Caval dBruns

Il progetto dell'ampliamento orientale, messo a punto da Amedeo di Castellamonte, succeduto al padre Carlo nella carica di architetto ducale, si atteneva al criterio di uniformit delle facciate che aveva caratterizzato gi l'ampliamento meridionale. Nell'editto di Maria Giovanna Battista Savoia-Nemours del 16 dicembre 1675 si affermava infatti che le fabriche che saranno fatte, o si faranno da una parte e dall'altra della strada che v dalla piazza Castello alla Porta di P, e sopra detta Piazza, e la Carlina, dovranno essere tutte di un'altezza uniforme con li Portici, e ornamento, che saranno da Noi prescritti. Amedeo di Castellamonte aveva previsto in un primo tempo come polo principale del nuovo ingrandimento una piazza Carlina di forma ottagonale porticata, compresa tra i prolungamenti delle attuali via Giolitti e via Maria Vittoria. Motivazioni economiche indussero la reggente ad abbandonare ben presto il progetto, optando per l'idea formulata da Michelangelo Garove di una piazza di forma quadrata, collocata a nord rispetto alla soluzione precedente, attraversata dall'attuale via Maria Vittoria: la piazza perdeva cos il carattere magniloquente di spazio chiuso della place royale per cedere il passo agli interessi di economici.
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Fig. 19 - Torino nel 1790. La mappa realizzata da IGNAZIO AMEDEO GALLETTI una specie di catasto illustrato dove ogni casa ed ogni edificio ha un numero che lo associa al proprietario.

Fig. 20 - Torino nel 1710 - Malgrado l'area cittadina sia completamente edificata ci sono notevoli aree verdi nei cortili e negli spazi racchiusi dai palazzi nei due ampliamenti di Borgo Po e di Borgo Nuovo, segno della lungimiranza e sensibilit dei duchi di Savoia e dei loro architetti. solo il vecchio quadrilatero romano ne privo. La sensibilit al verde testimoniata anche dai giardini reali che mostrano uno schema tipicamente settecentesco. 17

Gli effetti sono immediatamente visibili: la bellissima vista a volo di uccello acquerellata della citt di Thomas Borgonius del 1682 (fig. 12) mostra una citt non pi una pianta quadrilatera romana ma moderna, a forma di mandorla, con il secondo ampliamento che si protende verso il Po ancora un po' arioso, occupato essenzialmente da da conventi ed orti, poi arriveranno Palazzo Carignano e piazza Carlina. Nel 1684 sal al trono Vittorio Amedeo II. La crisi economica e l'incertezza politica, dovuta ai conflitti sempre latenti tra Francia e Spagna, caratterizzarono i primi anni del suo regno. Nel 1700 dalla carta di Mattheus Seutte (fig.17) si evince che la trasformazione gi compiuta, sono scomparsi i conventi e nasce piazza Carlina con Palazzo Carignano e le Scuderie Reali sui due lati opposti. Sulla collina, oltre il Po in proseguimento di via Po compare la Villa della Madama Reale con la sua vigna ad anfiteatro.

Torino agli inizi del Settecento - Il terzo ampliamento e l'assedio del 1706
Il 14 novembre 1700 il Consiglio Generale della Citt riferiva la richiesta del duca di qualche soma per la spesa del novo ingrandimento della stessa Citt dalla parte di Porta Susina. Stremata dalle continue richieste di denaro la citt prendeva tempo, chiedeva che si formi un topo, o' sij figura di detti siti col disegno del nuovo ingrandimento. I lavori per l'allargamento delle fortificazioni nella zona occidentale iniziarono due anni dopo, sotto la direzione di Michelangelo Garove, e dalle piante dell'assedio del 1706 esse risultano ultimate, mentre la zona ancora priva di fabbricati e destinata alle manovre militari, separata dalla citt dalla presenza delle vecchie mura. Ma siamo oramai prossimi al fatidico 1706, Torino st per subire il drammatico
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Fig. 21 - La disposizione dei Palazzi del Potere Ducale e degli Uffici Governativi e Militari era particolarmente curata ed accentrata nella area di Piazza Castello e Via Po. Da notare che, grazie alle Gallerie sopraelevate di collegamento era praticamente possibile passare da un palazzo all'altro senza mai uscire all'aperto e quindi in massima segretezza e discrezione.

Fig. 22 - Torino nel 1782. Dal 1706 la citt non si espande pi e le mura vanno strette. Nonstante ci c' ancora spazio per giardini e spazi verdi sfruttando i cortili interni. Dolo le tre espansioni a Sud, Est ed Ovest solo il lato Nord ancora coincidente con l'antica traccia romana., 19

assedio delle truppe francesi. Le mappe della citt realizzate nel 1706 sono numerose, ovviamente per motivi militari e storici, Opere di fortificazione vengono aggiunte sia verso il Po arrivando ad inglobare anche il ponte sul Po e il Borgo Po (sede dell'Arsenale) che verso la Francia con baluardi aggiiuntivi a proteggere Porta Susina, ed anche verso il Nord, fortificando ma non inglobando il Borgo del Balon.

Torino dopo l'assedio e fino all'arrivo di Napoleone (1707-1798)


A guerra finita e vinta, edificata la Basilica di Superga come voto per la vittoria, la vita a Torino riprende il suo corso. Il Trattato di Utrecht nel 1713 trasform il Ducato in Regno e assegn ai nuovi re anche il dominio della Sicilia, pochi mesi dopo sostituita con la Sardegna: nasceva cos quel Regno di Sardegna che tanta parte avrebbe avuto nella storia d'Italia. La capitale del nuovo Regno fu trasformata dal nuovo ambizioso re sotto la sapiente regia di Filippo Juvarra, uno dei maestri del Barocco italiano. La progettazione dei Quartieri Militari di San Celso e San Daniele fu' la prima opera a cui si dedic Filippo Juvarra, architetto regio dal 1714, che defin negli anni del soggiorno torinese tutto l'ampliamento occidentale. L'ampliamento di Michelangelo Garove viene inglobato nella cinta muraria e riempito di edifici. L'intervento si fondeva con il pi vasto progetto di ristrutturazione che per tutto il Settecento coinvolse la citt vecchia, in particolare la rettifica della Contrada di Porta Palazzo (attuale via Milano), con la definizione di un pi dignitoso accesso alla citt da settentrione nel 1729. Nel 1719 la guerra finalmente finita, le mura e le opere militari di un decennio prima sono in gran parte inutili. Si inizia ad immaginare una citt diversa e nei progetti compaiono proposte che vedranno la luce solo un secolo dopo. Juvara un maestro e immagina un grande giardino che nasce sull'area di Porta Nuova, una nuova ed enorme Piazza d'Armi (sull'area che sar poi la Crocetta) e grandi viali alberati che corrono attorno alle mura tracciando i grandi corsi di Torino, corso Regina, corso San Maurizio, Una enorme piazza viene tracciata in corrispondenza delle Porte Palatine (la futura Porta Palazzo). Saranno i francesi quasi un secolo dopo a realizzare queste opere. L'unica a nascere davvero Piazza Savoia, ma le mura restano le stesse e scompaiono solo le fortificazioni di Borgo Po e del Balon. Anche se molti sogni e visioni future del Juvara rimasero sulla carta l'architetto siciliano firm alcuni dei capolavori dell'architettura torinese: la nuova facciata di Palazzo Madama, i Quartieri Militari, la Basilica di Superga, voluta dal Re per rispettare il voto fatto alla Vergine, le chiese di S. Filippo Neri e del Carmine, la splendida palazzina di caccia di Stupinigi, insuperato capolavoro del Barocco europeo. L'ampliamento juvarriano dei Quartieri Militari che aveva disegnato il proseguimento della Contrada
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Fig. 23 - Bernardo Bellotto (detto il Canaletto) - 1745 - Lavori sulle mura della citt dal lato Corso Regina

Fig. 24 - Torino nell'anno 1800 nella mappa di Stockdale. Il Borgo del Balon risulta difeso da bastioni come pure il ponte sul Po e il Borgo Po oltrefiume. E' la massima espansione della cinta muararia che di li a pochi anni sar abbattuta dai francesi consentendo alla citt di espandersi dopo oltre un secolo in cui le mura sono state il suo confine, la sua difesa ma anche il suo limite. 21

di Dora Grossa di larghezza maggiore rispetto al tratto dell'antico decumanus, con isolati uniformi, venne esteso come modello per il dirizzamento della contrada con "Editto di S.M. per il drizzamento della Contrada detta di Doragrossa della Metropoli di Torino" emesso dai Vittorio Amedeo II il l 27 giugno 1736

Torino nel 1770 - Via Dora Grossa rinnovata

Via Dora Grossa, l'antico Decumano romano, oggi Via Garibaldi, viene retttificata, allargata, abbellita e scompaiono le bottegucce, le baracche e gli ampliamenti abusivi eretti nei secoli e che l'avevano ridotta a un tortuoso, buio, maleodorante budello. L'editto modernissimo nel concetto, si vuole creare una via commerciale e mercantile bella e piacevole (quasi quasi si invidia la lungimiranza di allora, quando 400 anni dopo vollero trasformare via Garibaldi in isola pedonale ci fu una mobilitazione dei negozianti ed una mezza rivoluzione perch si temeva di perdere in affari). L'intervento si fondeva con il pi vasto progetto di ristrutturazione che per tutto il Settecento coinvolse la citt vecchia, in particolare la rettifica della Contrada di Porta Palazzo (attuale via Milano), con la definizione di un pi dignitoso accesso alla citt da settentrione nel 1729 per favore il passeggio e gli acquisti ci fu' quasi una rivoluzione. Ma vediamo le parole del Principe: "Se ad ogni Citt cosa sconvenevole assai, che si veggano anguste, e storte le principali contrade, ed ancor pi se fornite sieno di case in gran parte meschine, o vecchie, e rovinose; ci maggiormente disdice ad una Metropoli, massime quando coteste strade sono altres incommode al pubblico, ed al commerzio medesimo, quindi , che in un tale stato essendo purtroppo quella di questa nostra
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Fig. 25 - Torino Napoleonica - la Mappa riporta i nomi francesi dei luoghi. Piazza Castello diventata Place Imperial e Piazza San Carlo Place Napoleon. Nascono i viali alberati sui bastioni ma le mura sono ancora presenti

Fig. 26 - Torino nell'anno 9 della Repubblica (quindi il 1808). Le mura sono scomparse (forse persino troppo ottimisticamente dato che a Nord ricompaiono alcuni anni dopo, vedi fig. 27) Curiosi i nomi imposti ai luoghi noti, Piazza Carlina Place de la Libert, Piazza San Carlo Piazza d'Armi, Piazza Vittorio non ancora circondata dai palazzi ma solo tracciata Piazza dell'Eridano, Piazza Savoia Piazza di Francia, Piazza Duomo Piazza del Mercato, l'abbozzo di Porta Palazzo Piazza d'Italia e la Piazzetta Reale Piazza Nazionale. 23

Capitale, che chiamasi di Doragrossa, allorch l'altre eziandio men esposte, perch dal centro della citt pi remote, sono in cos bella architettura ordinate, si accresciuto in noi il desiderio, il qual ebbimo sempre, di vederla in un aspetto pi dicevole, ed in corrispondenza di quella, nella quale termina questa stessa contrada verso l'ingrandimento di porta Susina, non solamente per decoro ed ornamento, ma ancora per commodo pubblico, e di que' negozianti primarj, che ivi, come in miglior sito, si sono introdotti e stabiliti, mancando loro ormai quell'ampiezza proporzionata di fondachi, e di abitazioni, che all'esigenza de' loro traffichi sono opportuni, e necessarj. dalle parole del sovrano emerge chiaramente, oltre all'esigenza di decoro, la connotazione commerciale precisa della via destinata per li negozianti, e mercatanti pi riguardevoli, cio d'oro, d'argento, di seta, di panno, di tele, et altri di simile condizione. Le mura per servono ancora e nel 1761 la cinta muraria di nuovo fortificata, torna ad essere nuovamente protetto Borgo Po, oramai ben cinque ordini di bastioni e spalti circondano la citt che assume una forma stellata che manterr inalterata fino alla fine del secolo.

La parentesi Repubblicana (1798-1814)


L'8 dicembre 1798, dopo un conflitto durato alcuni anni, Carlo Emanuele IV di Savoia, alleato dell'impero asburgico, in contrapposizione alla Francia del Direttorio, sconfitto lasci Torino per ritirarsi in Sardegna dopo aver rinunciato ai suoi diritti sul Piemonte e la Savoia. In piazza Castello fu innalzato l'albero della libert, il consiglio decurionale fu sciolto e sostituito da una municipalit di tipo francese con a capo un maire. Nel 1802 il Piemonte fu annesso alla Francia e Torino divenne una delle 25 principali citt della Repubblica francese. L'annessione comport l'adozione dell'organizzazione politico-amministrativa francese e il riordino delle finanze pubbliche. La Torino francese vede cambiare i nomi delle sue piazze e vie: Piazza Castelllo diventa Place Imperiale, Piazza San Carlo battezzata Place Napoleon, e Piazza delle Erbe si trasforma in Place de l'Hotel de Ville. La parentesi napoleonica durata 14 anni fa' scomparire la secolare cinta muraria, sull'area sgomberata nascono fitti viali di ippocastani, boschetti e giardini. Nascono lungo la linea dei bastioni nord quelli che diventeranno in seguito corso Regina e corso San Maurizio. Napoleone visit pi volte la citt e nel dicembre del 1807 firm, durante una delle sue visite, il decreto che autorizz la municipalit ad erigere, a sue spese, un nuovo ponte sul Po in sostituzione di quello di legno. Come contributo all'opera la municipalit ebbe la possibilit di utilizzare i materiali ricavati dalla demolizione delle porte ed il lavoro di prigionieri di guerra spagnoli. Per ironia della sorte il nuovo
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Fig. 27 - Torino nel 1833. Le aree di Piazza Vittorio e di Borgo Vanchiglia sono delimitate ma non edificate. Piazza Carlo Filiberto (oggi Piazza della Repubblica) tracciata cosi come corso Regina Margherita e corso San Maurizio. A nord e a sud restano tracce dei bastioni come lungo l'attuale Via Andrea Doria e via Plana (sull'area dell'attuale aiuola Bailbo). Corso Vittorio Emanuele c' ma senza case e San Salvario previsto ma non esiste. A Porta Nuova c' il Giardino del Re e la Piazza d'Armi.

Fig. 28 - Mappa di Torino con gli ampliamenti previsti nel 1828 e nel 1840, compaiono le aree di Piazza Vittorio, Borgo Vanchiglia, le case lungo corso Vittorio Emanuele dal lato sinistro andando verso Po e il primo tratto di Corso Giulio Cesare dopo Porta Palazzo verso Milano. 25

ponte a cinque arcate, che esiste tuttora, venne inaugurato da Vittorio Emanuele I al suo rientro in citt nel 1814. La trasformazione urbanistica imposta dai Francesi comport l'abbattimento dell'antica galleria che, in piazza Castello, univa il Palazzo delle Segreterie a Palazzo Madama.

Ritornano i Savoia e nasce il Regno di Italia (1814-1864)


Il Congresso di Vienna nel 1814 restitu Torino e il Piemonte ai Savoia e con il ritorno di Vittorio Emanuele I la citt ritrov il suo status di capitale. Per salutare la Restaurazion dell'antico regime il re fece costruire la chiesa della Gran Madre di Dio, sull'altro lato del Po, di fronte all'odierna piazza Vittorio Veneto. Nella mappa del 1816 l'opera urbanistica dei francesi evidentissima, rimangono poche tracce dei bastioni, la sola Cittadella resistette alla opera rinnovatrice della Rivoluzione. Dal 1817 al 1865 la citta ritorna ad espandersi su tutti i lati, raggiungendo il Po e la Dora, e nasce l'attuale Corso Vittorio che termina con il ponte napoleonico che per la prima volta si affianca all'unico ponte fino ad allora esistente, quello di via Po che porta alla sponda est di Borgo Po e alla chiesa della Gran Madre di Dio. Nel 1828 viene progettata Piazza Vittorio e pianificata l'espansione di Borgo Vanchiglia, l'ampliamento da Porta Nuova verso il Po e l'espansione verso il fiume Dora, E' nata la grande piazza che sar Porta Palazzo, ora Piazza Emanuele Filiberto, e Porta Nuova ha una grande Piazza detta Piazza del Re e la via che partendo da questa piazza-giardino porta al Po su cui si inizia ad affacciare i primi palazzi (ma ci soino ancora molte aree libere) si chiama Strada del Re (oggi corso Vittorio Emanuele). Nella mappa del 1834 queste zone risultano gi edificate. Il volto di Torino inzia ad assomigliare alla citt che oggi vediamo, resta come ultimo segno dei tempi
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Fig. 29 - Torino nel 1836. La citta in piena espansione e le vecchie mura sono quasi scomparse Prende forma Borgo Vanchiglia e qualche palazzo sorge lungo Corso Vittorio Emanuele e a San Salvario.

Fig. 30 - Torino nel 1840 con segnate le zone di espansione a partire dal 1800. I bastioni Sud sono gi scomparsi mentre quelli Nord resistono. 27

passati la Cittadella, ma la mappa del 1857 ci mostra il primo attacco edilizio che ne erode la prima parte, con la nascita di quella che oggi via Cernaia. L'espansione vero il Po ha fatto nascere Borgo Nuovo ma nato anche un ulteriore Borgo alla destra della Strada del re, San Salvario. Intanto il Progresso ha portato in citt la ferrovia e sulla Piazza del Re ora Piazza Carlo Felice nasce e si affaccia la stazione ferroviaria di Porta Nuova.

Torino a cavallo del secolo fino alla Prima Guerra Mondiale (18641918)
La Cittadella scompare velocemente e senza ripensamenti. Nella mappa del 1867 di Rabino qui a fianco via Cernaia ha mangiato il lato nord. In quella dopo del 1869 sparito anche il lato Est. Nella terza qui a fianco riportata datata 1874 anche il lato Ovest se ne va . Resta il Mastio che ha resistito fino ad oggi. Nel 1884 l'Esposizione Generale, al Valentino, costitu l'occasione per far risvegliare la citt dal torpore in cui era caduta: fu costruito il Borgo Medioevale e fu risistemato il Parco del Valentino. Nel 1897, in seguito alla grave crisi economico-finanziaria dei governi Crispi, entrarono nel Consiglio comunale torinese i socialisti. Fu una novit importante: il Comune ebbe una parte di primo piano nella trasformazione dell'ex capitale in citt industriale. L'amministrazione locale di quegli anni fu impegnata nel miglioramento dei collegamenti ferroviari, dell'istruzione, dell'assistenza sociale. In quegli anni nasceva anche l'industria automobilistica: la FIAT sorgeva sulla tradizione del piccolo artigianato piemontese, ma con forti spinte innovative, grazie alle intuizioni di Giovanni Agnelli. Accanto alla FIAT nacquero anche la Lancia e l'Itala. La municipalizzazione dei trasporti urbani e la statalizzazione delle ferrovie contribuirono alla nascita di un'industria meccanica torinese. Con il 1888 e il secolo che sta per finire la citt oramai ha raggiunto un livello di espansione che l'ha portata oltre i naturali confini, nasce la Barriera di Milano oltre il fiume Dora, viene edificato il Cimitero Centrale
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1867

1869

1874

Fig. 31 - Torino nel 1842. Mappa di G.B. Maggi - Una delle ultime a riportare la Cittadella, nella mappa di figura 33 di quindici anni dopo la Cittadella scomparsa e al suo posto sorgono i quartieri militari e la Piazza d'Armi

Fig. 32 - Torino nel 1846. Praticamente identica alla precedente ma si nota in alto a sinistra, dopo il rond della Forca il complesso religioso di Maria Ausiliatrice. Intanto qualche casa sorge tra Piazza della Repubblica ed il Borgo del Balon 29

verso Regio Parco, nasce la Barriera di Nizza oltre il Valentino verso il Lingotto. L'ultimo "sfregio" alla antica pianta di Torino data in quegli anni, viene tracciata obliquamente via Pietro Micca che congiunge Piazza Castello con piazza Solferino abbattendo e tagliando ogni edificio lungo il suo percorso. I ponti sul Po ora sono cinque, non cambieranno pi. Torino divenne, al tramonto del secolo, il primo centro italiano in cui si svilupp la nuova arte: il cinema. Qui furono infatti prodotti i primi film italiani e, nei primi vent'anni del Novecento, il cinema fu una risorsa di grande importanza. Il cinema a Torino coincise infatti con il primo divismo (tra le star lanciate Lydia De Robertis, Maria Jacobini, Lydia Quaranta; tra i film prodotti quelli tratti da Gabriele D'Annunzio) e i primi film di grande successo nazionale e internazionale.

1923 - mappa dellIGM dellarea urbana Torinese da notare lo Stadio sullarea dellattuale Politecnico, lippodromo e lareoscalo doganale a Mirafiori , lenorme complesso dello scalo ferroviario e le Officne FIAT del Lingotto. La citt finiva allaltezza della Piazza dArmi, pi o meno in corrispondenza di Largo Orbassano.

La nuova citt industriale attraeva popolazione dalle campagne e, nei primi anni del secolo cresceva al

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Fig. 33 - Torino nel 1857. Mappa di Ronchi Editore. La Cittadella solo pi una linea ttatteggiata, Torino a nord si spinta oltre il fiume Dora con il Borgo Aurora. Nasce in alto a destra il Cimitero Monumentale con il parco e quattro campi.

Fig. 34 - Torino nel 1888. L'espansione continua a Sud con la Barriera di Nizza e si costruisce lungo corso Francia e Corso Regina Margherita. Nasce anche il borgo Oltre Po di corso Casale. 31

ritmo di 9.000 persone l'anno. Vennero realizzati quartieri operai, fu estesa la rete viaria, furono avviati corsi di formazione professionale. La prima guerra mondiale sorprese una Torino in pieno sviluppo e caus prima una depressione e quindi una ripresa economica. Ma gli unici settori che trovarono reale vantaggio alla fine della guerra furono il siderurgico e l'automobilistico.

Dal Fascismo alla Repubblica (1919-1945)


Siamo arrivati oramai alla storia recente. Gli anni che portarono al fascismo furono anche per Torino anni di crisi sociali: le agitazioni operaie erano seguite dalle repressioni. Nel 1919 furono fondati i Fasci torinesi, nel 1922 fu bruciata la sede di Ordine Nuovo la rivista diretta da Antonio Gramsci; poco dopo Mussolini prendeva il potere e a Torino, a dicembre del 1922, ci fu un ulteriore violento scontro tra fascisti e operai, che termin con una caccia all'uomo nei quartieri di Nizza e S. Paolo. Durante il fascismo Torino continu la sua espansione industriale e accolse immigrati veneti e meridionali. La politica coloniale del regime favor lo sviluppo della FIAT, che seppe cos superare la depressione causata dal crollo di Wall Street. Nacquero, in questi anni, la moda, dalla tradizione delle "sartine" torinesi, e, soprattutto, la radio italiana, che da Torino trasmetteva i suoi programmi. Allo scoppio della seconda guerra mondiale l'industria torinese si convert in industria bellica e scopr il lavoro femminile. I bombardamenti del 1942 causarono una drastica riduzione della produzione; la riduzione del potere d'acquisto degli operai caus, nel 1943, una rivolta. A settembre dello stesso anno ci fu l'occupazione tedesca. La crisi del regime e l'occupazione nazista spinsero molti giovani verso le montagne, per la Resistenza. Il 18 aprile 1945 un grande sciopero paralizz la citt, il 26 aprile i partigiani iniziarono la liberazione di Torino, conclusasi il 30. Il 3 maggio gli Alleati entravano in una citt gi liberata.

Dal Dopoguerra al Terzo Millennio (1946-2010)


I primi anni del dopoguerra furono drammatici: patrimonio edilizio e fabbriche erano duramente danneggiati. Il Comune divenne costruttore realizzando, primo in Italia, nuove case popolari. La FIAT divenne un vero e proprio centro di potere con cui la citt fu costretta a confrontarsi sin dai primi anni '50: la presenza del gigante dell'automobile aveva su Torino grandi ricadute di reddito e ricchezza, ma determin anche conflitti che solo negli anni seguenti avrebbero trovato soluzione. Negli anni '50, grazie al potente richiamo della FIAT si verific una nuova ondata di immigrazione, sia dalle altre regioni settentrionali (soprattutto Veneto) che dal Meridione. La presenza degli immigrati meridionali determin una serie di drammatici problemi, dall'abitazione ai servizi, a cui Torino era impreparata. Nel giro di un decennio Torino si trov ad essere la terza citt italiana meridionale, subito dopo Napoli e Palermo; l'arrivo disordinato e incontrollato dei nuovi residenti caus a lungo conflitti di mentalit e cultura, che la citt ha superato nei decenni successivi, solo con grande difficolt. Nel 1961, anno del centenario dell'unit, Torino era una citt irriconoscibile. L'antica capitale dei Savoia superava il milione di abitanti, era uno dei maggiori poli d'attrazione industriale d'Italia ed era una vera metropoli economica. Gli anni '60 non sarebbero per
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ig. 35, 36 e 37 - Evoluzione urbana di Torino dal 1865 fino al 1970. Ogni mappa riporta due diversi stadi di sviluppo. L'espansione relativamente regolare, fermata solo ad Est dalla collina, la citt comunque si allunga sullasse da Nord a Sud, meno lungo l'asse di Corso Francia.

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stati facili. Al boom economico seguirono infatti tensioni sociali che sfociarono nelle proteste sessantottine e nell'autunno caldo degli operai. All'inizio degli anni '70 i sindacati, che avevano ottenuto dopo l'autunno caldo importanti vittorie contrattuali, si trovavano ad avere posizioni di grande forza nelle fabbriche: nel 1972 l'occupazione di Mirafiori spinse la Confindustria ad accettare le richieste dei sindacati. Nel 1975 sal per la prima volta al potere una Giunta di sinistra, contemporaneamente la crisi petrolifera costrinse la FIAT alle prime cassa integrazioni. Gli anni di piombo costarono a Torino numerose vittime, tra queste, oltre a dirigenti e operai FIAT, Carlo Casalegno, vicedirettore de La Stampa. La crisi economica degli anni '70 ebbe il punto di svolta con la marcia dei 40.000 che chiedeva a gran voce la riapertura dei cancelli di Mirafiori, paralizzati da 35 giorni di sciopero. Gli anni '80 e '90, in cui si sono avvicendate giunte di sinistra, pentapartitiche e di centro-sinistra, sono stati anni di pacificazione sociale: ai conflitti degli anni '70 ha fatto seguito la ripresa della FIAT, arrivata negli anni '80 a utili record grazie anche al lancio di nuovi modelli. Il volto di Torino ulteriormente cambiato: i processi di ristrutturazione industriale hanno ridimensionato l'impiego nelle industrie a favore del terziario. Le dimensioni delle imprese sono diminuite, la ricerca, i servizi alle imprese, la finanza e la cultura sono i settori in cui Torino sta cercando nuove opportunit di crescita. La popolazione diminuita: il censimento del 1991 segnala che i torinesi sono oggi meno di un milione. Il fitto tessuto industriale urbano oramai scomparso, si sono liberate immense aree nella citt, gli Stabilimenti Venchi-Unica di corso Francia, le officine Grandi Motori FIAT di corso Vercelli, l'Iveco di Via Cigna, le Ferriere FIAT di corso Mortara, lo storico stabilimento del Lingotto, le Officine Grandi Riparazioni delle Ferrovie dello Stato, gli stabilimenti Lancia. Con le fabbriche sono scomparse anche le centinaia di piccole officine (le boite) che erano il loro indotto e la destinazione abitativa e la vita di interi quartieri che ruotava intorno alle grandi fabbriche vicine. Anche gli edifici pubblici come il Carcere Giudiziario delle Nuove e tanti edifici militari come le molte caserme sono scomparsi, lasciando o gusci vuoti e ruderi oppure nuovi spazi da inventare e organizzare. Intanto nel Terzo Millenio nasce finalmente la linea Metropolitana sotterranea, in centro viene chiuso al traffico, si ampliano le zone pedonali, la Stazione di Porta Nuova viene arretrata e resta solo come terminal regionale. Il volto di Torino del terzo Millennio sar caratterizzato dalla Spina, l'area che attraversa la citt sull'asse Nord Sud ottenuta dall'interramento del passante ferroviario. Da Largo Orbassano fino a corso Grosseto e l'autostrada per Caselle nasce una larghissima arteria di scorrimento a otto corsie. L'area delle stazioni di Porta Susa e Stazione Dora anch'esse interrate vedranno nascere zone commerciali nuove. Il primo grattacielo moderno sorger proprio accanto alla vecchia stazione di Porta Susa per il gruppo Bancario Intesa/San Paolo su progetto di Giorgio Piana e sar di pochi metri inferiore alla Mole Antonelliana solo per rispetto al simbolo cittadino.

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Fig. 38, 39 e 40 - Il Passante Ferroviario sta cambiando il volto di Torino. L'interramento della linea ferroviaria che attraversava la citt dividendola in due con le stazioni a livello sotterraneo crea in superfice una magnifica direrttrice di traffico da Nord a Sud, da Largo Orbassano fino all'imbocco della tangenziale nord e alla superstrada per l'aeroporto di Caselle,

Fig. 41 e 42 - Sull'area liberata dalla stazione di Porta Susa nascer il grattacielo del Gruppo Intesa/San Paolo disegnato da Giorgio Piana. Molte polemiche per questo moderno palazzo che sar di solo un metro inferiore alla Mole Antonelliana. Qui sotto un confronto tra la Mole e alcuni dei pi alti palazzi di Torino

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