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Bernstein und das Motiv des Seelenraubs Lambra e il rapimento dellanima

Die magisch-beschtzende Bedeutung von Bernstein fr die einheimischen Bewohner des vorrmischen Italiens (Pikener, Oinotrier, Peuketier, Daunier) wird bereits in der Auswahl der auf den Schmuckstcken dargestellten Themen zum Ausdruck gebracht. Eines der beliebtesten Motive der Bernsteinkunst vom 6. bis zum 4. Jahrhundert v. Chr., sowohl in der griechischen als auch in der etruskischen Produktion, ist sicherlich jenes der geflgelten Frauenfiguren. Harpyien, Sphingen, Sirenen, Striges (Vogelfrauen, die nach rmischem Volksglauben Kinder raubten) oder Lasae (geflgelte Nymphen der Etrusker) stellen Varianten desselben Themas dar: Eine geflgelte Gttin oder Vogelfrau, die in einen gttlichen Jngling verliebt ist. Diese ikonographischen Varianten erlaubten eine individuelle Anpassung eines mythologisch vielschichtigen Bildmotivs auf einem Amulett an die jeweiligen Auftraggeber. Da das Motiv auch auf anderen Bildtrgern (Vasen, Wandmalereien oder Skulpturen) aus dem Sepulkralbereich anzutreffen ist, liegt die Interpretation nahe, dass es sich dabei um Figuren handelt, welche in der Vorstellungswelt der italischen Vlker die Entfhrung der Sterblichen ins Jenseits symbolisieren. Das vom Bernstein eingefangene Licht begleitete so den Verstorbenen auf seiner Reise. Das Bild der geflgelten Frau (oder des geflgelten Kriegers, der ebenfalls als Mittler zwischen Menschen und Gttern wirkt) ist charakteristisch fr einige der bedeutendsten Bernsteinobjekte der Zeitspanne zwischen dem 6. und dem 4. Jahrhundert v. Chr. aus der mittleren und nrdlichen Basilikata. Presso le popolazioni indigene dellItalia preromana (Piceni, Enotri, Peuketiantes, Dauni) le valenze magico-protettive dellambra sono evidenziate dagli stessi soggetti raffigurati sui gioielli intagliati. Uno fra i motivi preferiti nella sculture in ambra del VIIV secolo a.C., di produzione sia greca che etrusca, sicuramente quello della donna alata. Arpie, Sfingi, Sirene, Striges (donne-uccello che rapivano i fanciulli, secondo le credenze popolari romane) o Lase (le Ninfe alate degli Etruschi) costituiscono variazioni sul tema della dea alata, o della donnauccello, innamorata del fanciullo divino: divagazioni iconografiche, che personalizzano per i committenti un talismano ricco di implicazioni mitologiche. Il fatto che il medesimo tema iconografico ritorni anche su altri monumenti di carattere funerario (vasi dipinti, pitture o sculture tombali) induce a ritenere che fossero personaggi, destinati a raffigurare, nellimmaginario delle genti italiche, il mondo dell Al di l che rapisce il mortale destinato alla vita beata ultraterrena. La luce sprigionata dallambra accompagnava dunque il defunto nel suo viaggio. Limmagine della donna alata (o del guerriero alato, anchesso in grado di collegare gli uomini con le divinit) caratterizza alcune delle pi importanti sculture in ambra di VIIV secolo a.C. della Basilicata centro-settentrionale. Oltre al pendente a forma di sfinge da Braida di Vaglio, si possono ricordare, dalle necropoli di Melfi, sculture in ambra, della fine del V secolo a.C., che raffigurano donne e guerrieri alati. Da Tricarico, infine, proviene un pendente in ambra, del IV secolo a.C, che raffigura il mito per eccellenza del rapimento dellanima: Eos, la dea dellAurora, dalle splendide ali, dalle dita di rosa e dal vestito color zafferano rapisce il giovane Kephalos.
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