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L'autostima dei bambini, le regole d'oro per coltivarla

Come rendere i propri figli sicuri di se e aiutarli a diventare adulti sereni e consapevoli del proprio valore. I consigli della psicologa Anna Maria Roncoroni, presidente Aistap (neonata associazione per lo sviluppo del talento e della plus-dotazione Sin dai primi anni di vita, i bambini cominciano a costruire una propria immagine di s, che viene alimentata soprattutto dallatteggiamento che i grandi hanno nei loro confronti. Ecco come possiamo accrescere la loro autostima e farli diventare adulti sereni e sicuri. I bambini non nascono con una percezione di s, ma la costruiscono a poco a poco osservando come gli altri reagiscono di fronte ai loro comportamenti premette Anna aria !oncoroni, psicologa e presidente Aistap "Associazione Italiana per lo sviluppo del talento e della plus# dotazione$. I bambini cercano lapprovazione negli occhi degli adulti % soprattutto dei genitori e delle persone con le &uali trascorrono pi' tempo # capiscono se sono contenti di &uel che fanno e &uesto li aiuta a costruire unimmagine di s armonica. (immagine di s infatti si pu) dividere in tre parti* c+ il s reale, che + &uel che il bambino crede di essere il s ideale, cio+ &uel che vorrebbe essere il s imperativo, &uel che sente di dover essere. ,el corso della crescita, pi' &uesti tre elementi sono in accordo tra di loro, pi' il bambino crescersereno e svilupper- autostima, pi' si crea uno scollamento, pi' il bambino non si sentir- adeguato e accettato dalle sue figure di riferimento e percepir- la discrepanza tra &uel che sente di essere e &uel che gli altri si aspettano da lui. !trettamente collegati al concetto di autostima sono il concetto di auto-efficacia, cio+ lidea che una persona ha di riuscire a superare gli ostacoli, e il concetto di auto-motivazione, cio+ sentirsi motivati a fare certe esperienze se ci si sente capaci di affrontarle* avere un elevato senso di autoefficacia e auto#motivazione consente di costruire unimmagine di s positiva, che migliorer- la propria autostima. .he cosa possiamo fare noi adulti per rendere il pi' possibile armonica la percezione che il bambino ha di s e migliorare &uindi la sua autostima/ "LI #$$# C#%!I"LI &'R L'A($#!$IMA 0. .on i bambini non bisogna fare discorsi troppo lunghi, ma fare riferimento solo allargomento di cui si vuol parlare, senza girarci troppo intorno, se no rischiano di entrare in confusione. 1oche cose, chiare, circoscritte e vere, altrimenti il messaggio che arriva + talmente generico che non solo non capiscono cosa ci aspettiamo da loro o cosa devono fare, ma non facendo nulla proveranno un senso di inadeguatezza. 2. I bambini hanno bisogno di sentirsi accettati e amati. ,on lesiniamo le dimostrazioni di affetto e facciamo capire loro che li amiamo. .ome/ .on il contatto fisico, che + per loro la pi' importante forma di comunicazione. Soprattutto se sono stati separati da noi per un certo tempo "ad esempio dopo la scuola$, non perdiamo loccasione per abbracciarli e coccolarli* 3. Se gli affidiamo un compito e lui cerca di svolgerlo al meglio delle sue possibilit-, elogiamo il suo sforzo. Sia a casa che a scuola bisogna cercare di premiare pi' gli sforzi che non il risultato, valorizzare pi' il miglioramento che non la perfezione.

4. 5a bene aiutare, accompagnare, sostenere il bambino, ma non ci sostituiamo a lui, perch deve avere la possibilit- di sperimentare e di sbagliare. 1rendiamo ad esempio i compiti* non bisogna farli al posto suo, ma + giusto lasciarlo anche libero di sbagliare. E se prende un voto brutto, pazienza* un voto tutto suo + sempre meglio di un voto preso in compropriet-. Altrimenti non diventer- mai autonomo e non ac&uisir- mai la consapevolezza di potercela fare da solo. 6. 7uando parliamo, facciamo attenzione non solo a &uel che diciamo, ma a come lo diciamo, ad esempio attraverso la mimica o la postura. 8 necessario che non ci sia contraddizione tra il canale verbale e il non verbale, perch pi' sono piccoli, pi' i bambini recepiscono prevalentemente il secondo aspetto. Ecco perch bisogna essere convinti di &uel che si dice, altrimenti si crea confusione e il bambino percepisce &uasi un inganno da parte nostra. 9. 8 fondamentale che il bambino impari a separare &uel che fa da &uel che +. Se commette &ualcosa di sbagliato, non + lui sbagliato. 1er &uesto se ad esempio rompe un bicchiere non bisogna dirgli* Sei un disastro: perch in tal modo si colpisce la sua persona. eglio dirgli* ;ai fatto un pasticcio: limitandosi a rimproverarlo per &uello che ha fatto. Allo stesso modo, + sbagliato dire* ,on sei capace di fare<, meglio* ,on hai ancora imparato a capire come si fa<. ,on bisogna punire il bambino, ma il suo errore. =. Se il genitore si rende conto che un rimprovero + stato eccessivo o che ha preso una svista, deve avere il coraggio di ammetterlo. A volte si ha paura di sembrare deboli o di perdere la propria credibilit-, ma chiedere scusa non + abbassare la guardia, + un atto di umilt-, che aiuta il bambino a capire che se si sbaglia si pu) rimediare % senza sentirsi sbagliati # ed anche noi grandi non siamo invulnerabili o perfetti. Se poi un giorno siamo nervosi per motivi nostri, meglio dirlo a priori, se no il bambino, che crede di essere sempre al centro del mondo, si colpevolizza, senza sapere che mamma e pap- possono avere tanti altri problemi. >. Se un comportamento non va bene bisogna dirglielo, certo, ma non + necessario rivangare il passato. Inutile ricordare al bambino che anche altre volte ha commesso &uel determinato errore* probabilmente non se lo ricorda, comincia a fare domande per capire a cosa ci riferiamo e nel frattempo si perde di vista il &ui e ora. Se dobbiamo rimproverarlo per situazioni presenti, non cerchiamo collegamenti con situazioni passate* + inutile se non controproducente.

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