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ovvero
la congiura dei sagrestani
Gabriele Prinelli
AVANTI E INDIETRO
ovvero
la congiura dei sagrestani
Loquendo Tracce
Loquendo Editrice
www.loquendoeditrice.it
Impaginazione: Grecale
Progetto grafico e copertina: Tina Alves
A Kisito.
Con lui la Storia al sicuro.
I personaggi
Quelli di Santa Maria
Cuniberto Piovera - sagrestano
Griselda - sua figlia
I neutrali
Plinio ed Eloisa - anziani tutori dei Crivelli
A.D. 1649
Sono Antonio di San Michele
e tutto va a gonfie vele.
Qui Aimone
ogni cosa procede secondo lintenzione.
Parla Ivo
non c in giro nessuno che sia vivo.
Risponde Bonaventura:
non si muove creatura.
Alla filastrocca che giungeva dalla parte destra della
strada rispose la poesia proveniente dal lato sinistro.
Da Santa Maria dice Dionigi:
in paese sono tutti bigi.
Conferma Eriberto:
qui sembra un deserto.
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Melchiorre
nulla vede dalla torre.
Infin Ezio:
dalla mia parte un gran silenzio.
Ultimo fu un tale che url da una via laterale:
Sono Toni
e ci avete rotto i coglioni.
Un flebile applauso si lev dalle case circostanti.
E che colpa ne abbiamo?
Con questa maledetta nebbia nulla vediamo
e il confine sorvegliare dobbiamo
rispose alla voce misteriosa un piccato Antonio.
Non fosse cos fitta, faremmo segnali con le lanterne. Cos, per, non so nemmeno da che parte sto guardando url Eriberto, irritato dallanonima canzonatura.
Siamo a posto, allora! Figuratevi com ben difesa
la frontiera... Smettetela di prendere umido e di rompere i maroni a noi poveracci che cerchiamo di dormire.
Tornatevene a casa!.
Il termine della breve arringa fu sottolineato dal tonfo
di una porta sbattuta con forza.
Agli otto guardiani della notte - quattro per ogni partito avverso - prudevano le mani.
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Magari avessero potuto avere tra le grinfie quel sovversivo che, celato dalla bruma, da giorni e giorni completava a quel modo i loro richiami: lo avrebbero certamente castigato a dovere.
Il furbacchione, nascosto dietro una voce falsettata
e un nome fittizio, profittava della visibilit scarsa per
compiere le sue scorrerie vocali, mentre loro, a stento,
sapevano dove si trovavano in quel momento.
Solo Melchiorre, in cima al torrione, aveva la consapevolezza di dove fosse esattamente, ma non era decisamente il pi sveglio della compagnia. Lavevano
posto, infatti, di guardia lass proprio perch, gi pi di
una volta, si era smarrito durante la ronda, varcando il
confine e rimanendo prigioniero della parte nemica per
alcune settimane.
Al suo signore, riportarlo in servizio, erano costati
non poca fatica e molti denari.
***
Dopo un autunno fin troppo mite erano arrivati giorni di pioggia torrenziale. Il diluvio aveva abbassato la
temperatura, impaludato per bene le campagne attorno
a Lomello e ingrossato lAgogna che si era distesa allagando prati e boschi prossimi alle sue rive.
Per fortuna il borgo sorgeva su unaltura, altrimenti
gli abitanti si sarebbero ritrovati con i piedi ammollati.
Quando finalmente le nubi si alzarono, a scendere,
al posto dellacqua, fu una fitta foschia. Essa appann
lorizzonte rendendo il mondo visibile assai pi piccolo
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Procedendo cos, si diceva in borgo, si sarebbero dimenticati i visi delle persone amiche ed era diventato
uso riconoscersi solo dalle ombre e dalle relative forme.
Era normale intravedersi solamente a pochi passi di
distanza e chiedersi: Tu, chi sei?. E, dallaltra parte,
sentirsi rispondere: Chi sei tu, piuttosto?. Ognuno
timoroso di avere di fronte un abitante della parte avversa e con il terrore di aver attraversato, involontariamente, il confine.
Quando ci accadeva, addio giornata.
Linterrogatorio proseguiva per ore e ore alla ricerca
di presunte spie: ci si ripeteva anche quando il fermato
era gi stato ospite, pi volte, della cella destinata agli
invasori ed era assai noto agli inquisitori.
Solo sul far della sera si veniva riaccompagnati al limite della propria porzione di paese e rispediti, malamente, ai propri affetti.
Persino i suoni e i rumori avevano cambiato tono.
Tutto giungeva alle orecchie ovattato, leggero, sussurrato come accade durante le fitte nevicate.
Le voci non parevano pi quelle consuete e le campane delle chiese, che di solito spaccavano i timpani e
non soltanto quelli, non riuscivano a spingere il loro
richiamo fino alla campagna circostante.
Cos capitava, a chi lavorava fuori dal borgo, non
avendo a disposizione una meridiana e non potendo
nemmeno ascoltare lAve Maria, di trovarsi a passare
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dalla grigia aria del giorno a quella tetra del tardo crepuscolo senza averne avuto sentore.
Orientarsi con il buio e con la nebbia non era cosa
semplice.
Ci si affidava allora alle proprie bestie che la via di
casa, o meglio della mangiatoia, la ritrovavano sempre.
Si saltava sullasino o sul biroccio e si lasciavano
andare le redini. Sempre sperando che lanimale, se
comprato di seconda mano, non ritornasse dal vecchio
padrone.
Tutto ci avveniva di giorno. Figuriamoci la notte.
***
Le filastrocche proseguirono fino a quando lorizzonte non cominci a tingersi di uno stanco colore lattiginoso.
Fu allora che due drappelli di tre uomini - uno per fazione - marciando compatti fino allestremo della piazza appartenente alla propria contrada, presero posto e a
turno annunciarono a gran voce:
E giunta lalba:
lora del cambio della guardia.
Il sole si avvicina,
tocca a noi della mattina.
Come risposta, da entrambe le parti, si ebbero dei sonori starnuti dai raffreddati guardiani.
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II
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III
Solito posto?.
Solito posto e, preso il rastrello in mano, cominci ad appianare il terreno.
Santificare la giornata, per Arduino, non significava
essere in chiesa a cantare le lodi o lora terza, il vespro o la compieta: voleva dire stare allosteria con
una bella ciotola di rosso innanzi e un mazzo di carte
tra le mani; e gi rosari e litanie quando la partita si
metteva male.
La locanda frequentata dal Cardana era quella denominata Il Sole pallido. Alle origini, in realt, era
chiamata Il Sole per via di un bellaffresco nella lunetta sopra la porta dingresso. Poi, un po perch da
l si usciva sempre con la vista annebbiata dal vino,
un po perch il trascorrere del tempo aveva sciupato i
colori della graziosa pittura, lastro raggiante dellinsegna si era spento ed era diventato scolorito. Da l
lepiteto che si era aggiunto al nome autentico.
In paese, bene o male, ci si conosceva tutti, nonostante la divisione in due regni. Del resto si era cresciuti insieme. Per cui la faccia di Cuniberto fu subito
riconosciuta non appena entr nella fmr del locale.
Il camino, infatti, tirava male e un denso fumo gravava nella stanza. Larrivo di un forestiero era sempre
oggetto di curiosit, ma, quando in sala entrava uno
dellabitato avverso, era un vero e proprio evento.
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nisti delle loro chiese - di suonare lorgano stesso durante le celebrazioni. Ci comportava pertanto che si chiamassero di volta in volta musicisti dai paesi limitrofi.
***
Senza un cenno di cortesia, i due si lasciarono. Arduino, invocando un paio di santi minori, torn a sedersi al
tavolo e Cuniberto, voltate le spalle a San Michele, fece
ritorno al proprio quartiere.
La risposta sarebbe arrivata in serata e sicuramente
non tramite il collega. Piuttosto che sobbarcarsi personalmente la trafila del varco del confine, Arduino avrebbe incaricato uno dei nove figli di recarsi a Santa Maria
per confermare lo spostamento dello strumento. Il messaggio sarebbe stato vocale, perch far penetrare un biglietto scritto tra le sentinelle avrebbe creato problemi
insormontabili.
Riconquistata la sua parte di piazza, lora del desinare
era gi passata. Rimaneva tuttavia da avvertire lorganista di Mede.
Lindecisione di Cuniberto, in quel momento, era duplice: egli infatti avrebbe potuto pulire gli arredi sacri
subendo il relativo sproloquio di don Albenzio, oppure
andare in cerca dellorganista Cesare Zucca, detto, con
poca fantasia, sca per via della testa sproporzionata rispetto al resto del corpo.
In questultimo caso, il fegato gli rodeva per via di quel
capestro decreto di cui era vittima.
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IV
Chi si vede....
Cuniberto scorse nellangolo pi buio della sala Eulogio,
uno dei cantori di Santa Maria. Il Bovolenta, questo il suo
cognome, non era un frequentatore delle bettole del paese,
tanto meno quelle fuori dal borgo.
Ci risiamo? chiese il sagrestano.
Luomo alz un sopracciglio.
Unaltra volta?.
Allarg le braccia.
Tremenda, come al solito?.
Il gesto della mano mulinante nellaria fece capire un
Peggio! Peggio!.
Dai, vieni qua. Offro io. Almeno stiamo in compagnia.
***
Il Bovolenta in questione era sposato da un ventennio
con Ancilla Ghirelli, una donna che, a dispetto del nome
angelico, foriero di dolci pensieri, era un vulcano eruttante
cattiveria a fiumi.
Non era sempre stata cos, sia beninteso.
Da giovane era graziosa, gentile, amorevole. Con let,
poi, era andata inacidendosi.
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Gli amici maritati da tempo avevano spiegato a Eulogio che era cosa normale in tutti i matrimoni, quindi
egli non si era preoccupato pi di tanto.
Cresciuto allombra del campanile di Santa Maria,
laveva conosciuta in un giorno di festa nel quartiere di
San Michele ai bei tempi del paese unito.
Lamore era sbocciato immediatamente nonostante la
tenera et.
I genitori di lei non avevano accolto benevolmente
quella simpatia della ragazza, essendo ella lunica erede della loro fortuna. Erano, infatti, unantica famiglia
di possidenti: tra campagne, bestie e risparmi, lAncilla
era decisamente un buon partito e i suoi speravano di
piazzarla a uno dei Crivelli signori del borgo. Il giovane
Carlo Antonio le lanciava certe occhiate...
Prim rob: qul l l d Snt Mria mariti e
buoi dei paesi tuoi l disiv sempr to nonu. Sicond:
m tl gurd ben? l par un sntntoni brt. Ters:
l un povr fi e ti t un siur fu il commento lapidario della madre.
Quando una cosa vien detta dai genitori, si sa per
che i figli fanno bene il contrario, salvo dire dopo qualche anno: Ah! Se ti avessi ascoltato, cara mamma.
I due continuarono a frequentare la propria chiesa
e i propri amici, senza mai mescolare le compagnie.
Cresciuti come due margherite solitarie in un campo di
viole, decisero di sposarsi.
Fu per necessario aspettare fino al tempo in cui lAn34
Tra le due corali correva, gi da tempo, una forte rivalit: a ogni uscita pubblica si cimentavano in pezzi assai
complessi e al di sopra delle loro capacit.
I risultati erano grandi stonature e molto buon umore
tra i fedeli presenti alle loro esibizioni.
Quando arriv la disposizione vescovile, quelli di
don Albenzio non persero occasione per schernire coloro che, a loro volta, si erano pavoneggiati.
In casa fu tempesta. Ancilla accus il marito e i suoi
compagni di essere in combutta con Cuniberto e di aver
messo in giro maldicenze; si chiuse, dopo lennesima
discussione, in un silenzio minaccioso e, una sera, rientrando dalle prove, Eulogio scopr che in casa sua si
erano raddoppiate le camere da letto e che a lui sarebbe
toccata la seconda.
La divisione del paese tra i fedeli di Luigi e di Carlo
Antonio scaten la tragedia.
Eulogio si schier decisamente dalla parte del primo
e Ancilla, per tutta risposta, divenne partigiana del secondo.
Carlo Antonio, ricordando i begli occhioni della
donna e non avendola dimenticata, laccolse a braccia
aperte nello stuolo degli intimi, facendo cos infuriare
il marito.
Il Bovolenta, per non sporcarsi le scarpe con la polvere del suolo dellaltra parte, decise addirittura di far
aprire nella loro abitazione una seconda porta che desse
direttamente sul territorio di Santa Maria. Breccia nel
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muro che ricevette gli anatemi della moglie che si rifiut, a quel punto, di avvicinarsi alla stanza del marito
per il timore di contaminarsi con del terriccio proveniente dalla fazione avversa.
I due vissero esiliati nella loro casa, ma mai avrebbero
minimamente pensato alla possibilit di dividersi: non
era lo scandalo a impedire la loro separazione, quanto
una questione di principio. Volevano infatti dimostrare
di essere entrambi dalla parte della ragione.
***
Ben conoscendo la storia, il Piovera azzard un:
Cosa pu essere successo di cos grave? non riuscendo a immaginare quale altra disgrazia potesse essere accaduta.
Ieri sera son tornato a casa dopo le prove... Cerco
la chiave che tengo in tasca... Dai, non farmici pensare....
Eh no, caro mio. Non vorrai mica piantarmi sul pi
bello. Bevi un sorso e racconta.
Ma non c niente da raccontare: apro la porta, faccio un passo e pum... picchio una nasata che ancora
adesso mi fa male.
Non ho capito. Contro cosa hai sbattuto il naso?.
Contro il muro.
Quale muro?.
Il muro che quella *** di Ancilla ha fatto costruire
dietro la porta.
Incredulo, Cuniberto non riusc nemmeno a ridere.
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Sul far della sera, quando anche quei deboli contorni visibili durante il giorno sbiadirono avvolti dalla
nebbia notturna, in paese risuonarono colpi di martello e di piccone.
Dionigi ed Eulogio erano intenti ad abbattere il
muro. Luno demoliva, laltro riempiva una carretta
con le macerie.
Due giorni con il camino spento. Sperando che
non mi abbia fatto chiudere anche quello bofonchi
il Bovolenta, entrando nella sua dimora e rabbrividendo di freddo. Sudato comera e con unumidit che
sembrava pi intensa in casa che fuori, rischiava di
buscarsi un accidente e gi sentiva un certo prurito al
naso.
Per fortuna, alla luce delle torce, la sala pareva in
ordine e il camino libero da ostacoli.
Quattro frasche belle secche, un colpo con la torcia,
due tronchetti di legno: una fiamma sfrigolante prese
vigore.
Ti offro da bere. Aspetta, vado a prendere un rosso
dalla credenza....
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Chi? Laerte?.
Proprio lui. Mi ha detto Non ci sono problemi, lo spostamento lo faremo venerd.
Griselda era la figlia maggiore del Piovera e la prima di
cinque sorelle.
Per alcuni anni, lui e Arduino avevano gareggiato anche
sul numero della prole. Alla nascita di un figlio delluno
rispondeva nel giro di poche settimane la nascita di una figlia dellaltro. Arrivati sul cinque a cinque - manco a farlo
apposta, tutti maschi per San Michele e tutte femmine per
Santa Maria -, la moglie di Cuniberto decise che era tempo
o di smettere di procreare o di praticare la castit assoluta.
Ehm... fu la risposta del sagrestano alla moglie quando
lei gli present la risoluzione; ma non volle aggiungere altro, timoroso di quali danni sarebbero potuti derivare da una
vibrante protesta.
Il Cardana, non sapendo di questo sciopero familiare, super il Piovera con il sesto pargolo - una femmina finalmente - e poi decise di mettere al sicuro il risultato con altri tre
figlioli, calcolando che a quota nove, per via dellet ormai
avanzata della Maria del Cuniberto, era ormai irraggiungibile.
Almeno in questo campo il trionfo era stato totale.
Dicevamo di Griselda. La fanciulla primeggiava per bellezza e intelligenza nel suo quartiere ed era ovviamente
molto corteggiata. Lei, per, non aveva mai dato peso ai
suoi pretendenti e, a uno a uno, li aveva respinti con buone
maniere, ma in modo categorico.
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VI
in uso, ma la fitta nebbia e la necessit di battere il confine avanti e indietro impedivano loro di tener docchio
e di raggiungere e girare per tempo il marchingegno.
Con i ceri, invece, si accendevano gli stoppini a inizio
servizio e anche da lontano, si fa per dire, si poteva
vedere pi o meno che ore fossero.
Ci siamo?
Tra poco andiamo.
Tre di guardia, come dusanza,
Ezio e Melchiorre con me pronti alla danza
decret Dionigi.
E mezzanotte e tutto va beneeeeeeee.
Anche di quiiiiiii.
Non c anima vivaaaaaaaaa gridarono quelli rimasti di guardia.
Quelli di San Michele risposero con:
Non passa nessunooooooo.
Tutto tranquilloooooooo.
Non succede nullaaaaaaa.
Quando i richiami si spensero, dopo aver attraversato
le vie silenti del borgo e svegliato quei poveracci con il
sonno leggero, arriv la protesta di Toni:
Oh! Che poca fantasia,
avete finito la poesia?
Dionigi non rima pi.
Forse finalmente fa etci?.
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laspetto del borgo, eliminando gli antichi punti di riferimento e disorientando il manipolo.
Questa la casa della vedova Farina.
Ma no! Non vedi? Siamo vicino a SantAgata!.
Non capite nulla... Quella l linsegna del Gallo
nero.
Per fortuna, nellaria riecheggi flebile - dovevano
essersi ben addentrati nel quartiere nemico - il richiamo
dei guardiani e, ultimo, quello offensivo del ricercato:
Stanotte non c proprio Dionigi,
sar a casa a fare i suffumigi? e la solita porta chiudersi violentemente.
Di l. E i tre, ritrovato laccordo sulla strada da
fare, si diressero verso il luogo da cui proveniva la
voce. Stavolta lavrebbero preso.
Stessa intenzione avevano avuto Antonio e i suoi. Gli
pareva, oltretutto, di aver sentito lo scalpiccio degli invasori.
E questa la casa, sono sicuro.
Niente pi offese in futuro.
Tu di qui
e tu di l.
Prendiamolo
e bastoniamolo.
In nome di Luigi Crivelli, fermi tutti. Chi va l?.
Scemo! Non gridare!.
Chi osa darmi dello scemo?.
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VII
Il sospetto gli era sorto qualche giorno prima, quando don Albenzio gli aveva ordinato di estirpare il fico
cresciuto a ridosso del muro della chiesa rivolto a occidente.
Era, forse, nato spontaneamente da un frutto trasportato e lasciato cadere in quel punto da un colombo maldestro. Lavevano guardato, dapprima, con curiosit,
poi, crescendo, ne avevano gustato il raccolto: ora per
che le radici minacciavano dintaccare la parete e il pavimento della chiesa, andava tolto.
Adesso? aveva chiesto Cuniberto, guardando fuori
dalla finestra e ascoltando lo scrosciare della pioggia.
Subito, in questo momento, no! Ma prima di Natale
deve sparire. Se gli lasciamo fare unaltra primavera,
quello capace di....
Vado a chiederlo al... cerc di tagliare corto il sagrestano, ben sapendo che quella pianta era gi citata
nella Bibbia e che, quindi, rischiava lennesimo pontificale.
Per carit, siamo senza soldi! Siamo nella stagione fredda e i contadini lavorano meno; le paghe sono
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Lasci fuori pala e piccone - nel caso non fosse riuscito a risalire, qualcuno, notando gli attrezzi, avrebbe
potuto cercarlo il giorno appresso - e, con il cuore in
gola, appoggi il piede sul primo gradino.
La scala risult essere scivolosissima, per cui la prudenza dovette essere raddoppiata.
In men che non si dica, spar dalla faccia della terra e
fu inghiottito dallo stretto passaggio segreto.
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VIII
Che c?.
E in casa Plinio?.
Sta riposando in camera.
C qualcun altro, oltre a lei?.
No! Siamo soli.
Ottimo! sussurr Dionigi ai suoi Salite, stando dalla parte destra della scala. Ricordate sempre: la sinistra
loro indicando con la testa i nemici.
Pigliatelo e scendete sempre tenendo la nostra mano.
Rivolgendosi, poi, a Eloisa: Saliamo un attimo.
Anche noi esclam Antonio.
Entrate pure rispose la donna, non immaginando
quanto stava per avvenire.
Nel buio dellandrone i due manipoli salirono spalla a
spalla, calcagno a calcagno e, nelloscurit, furono quindi scambiati colpi proibiti.
Per fortuna o sfortuna che fosse, Plinio dormiva nel
territorio di Santa Maria: cos quelli di San Michele,
dinanzi a unesterrefatta Eloisa, non poterono far altro
che guardare Dionigi e i suoi portare via il povero uomo,
sempre rasentando il muro di destra.
Si fosse addormentato sul pagliericcio, non gli sarebbe
accaduto niente.
Rimasta sola, sedette sbalordita con le mani appoggiate al tavolo, come se fosse assorta in preghiera; poi,
illuminata da unidea, prese la palandrana, la mise sulle
spalle e, con piglio deciso, discese le scale e si diresse al
palazzo di Luigi.
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IX
Nonostante il clima rigido, Cuniberto sudava abbondantemente: un po per paura, ed erano sudori freddi,
un po per il caldo allinterno del cunicolo, ed erano
sudori bollenti.
La lucerna illuminava le pareti di mattoni rossi, spoglie e macchiate di umido.
Lodore di muffa era insopportabile.
Un leggero venticello - proveniente dallapertura della botola - gli accarezzava la faccia e mescolava, al forte tanfo, correnti daria respirabile.
Alzata la luce verso il soffitto, non molto alto, gli parve di individuare la sua posizione rispetto alla superficie: si trovava sotto il pavimento della sua chiesa.
Dopo una cinquantina di passi, trov il cunicolo sbarrato da una porta di legno.
Pareva massiccia ed era fasciata con spranghe di metallo borchiato.
Indeciso sul da farsi e giusto per misurarne la resistenza, prov dapprima a tirare, poi a spingere con forza.
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E venerd!.
Quindi? Non siamo in Quaresima....
Lorgano, Cuniberto, lorgano.
E vero... disse il sagrestano, picchiandosi una pacca sulla fronte. E il giorno del trasporto... La nottata
insonne... Sto tempo infame mi mette addosso un malumore, certi pensieri... Ma lei lo sa....
Oh! Come siamo loquaci oggi, il mio Piovera disse
il prete, notando luomo pi propenso del solito alle
chiacchiere. Starei volentieri a fare due parole, ma
devo scappare a Tromello. Sar di ritorno per sera:
confido di vedere lo strumento al suo posto e pronto
per luso.
Sar fatto rispose Cuniberto.
Tir in cuor suo un sospiro di sollievo, vedendo don
Albenzio andare via. Quello era capace dintortarlo e
lui, parlando troppo, di tradire il suo segreto.
Una sorta di febbre si era impossessata di lui con il
trascorrere delle ore.
Doveva tornare gi nel cunicolo e il pi rapidamente
possibile. Voleva accertarsi di non avere avuto un miraggio. E se si fosse sbagliato? Magari, in quella stanza, erano contenute erbe che causavano visioni... Aveva
sentito certe storie sugli antichi e sulle loro abilit con
le droghe...
Durante il giorno non avrebbe potuto scendere, in
quanto lavrebbero scorto troppo facilmente.
Doveva aspettare le tenebre, ma quella sera arrivava
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Sono Carlo Antonio Crivelli, figlio di Amedeo feudatario e signore incontrastato di questa terra replic
il primo.
La risposta sconcert per un attimo il secondo che
avrebbe voluto dire altrettanto.
La cosa gli sembr alquanto stupida, ma lui, come
rango e discendenza, non era certamente e naturalmente da meno.
E io sono Luigi, nipote di quel grande signore Luigi,
padre del vostro e aggiunse sottovoce mio Amedeo, illustrissimo di Lomello. Ora, fatte le presentazioni, ditemi quale grave motivo vi sia per scomodare un
gentiluomo in una giornata cos infelice. I boccoli della
parrucca si appesantiscono e la cipria raggruma con cotesta bruma.
Sar presto detto: pretendo la libert immediata di
Plinio.
Bravo, Carlo Antonio si sent dire da una esile voce
proveniente, per, dalla parte di Luigi.
Era, infatti, Eloisa.
Non avendo trovato il suo antico protetto al castello,
aveva raggiunto la folla seguendo nella foschia le prime
battute che volavano nellaria.
Chi osa dare ragione a quel.... Lunica parola che
gli veniva in mente in quel momento era vile.
Se lavesse per pronunciata, sarebbe nata una grande rissa.
Si salv allultimo con: ... quel mio interlocutore.
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XI
Al Piovera quel pomeriggio pareva infinito. Nonostante tutto ci che era successo e malgrado le poche
ore di luce del giorno - era infatti pieno autunno - a lui
il tempo sembrava non passare mai. Oppure, se trascorreva, lo faceva in modo alquanto lento, come se la sua
clessidra, se mai ne avesse avuta una, facesse cadere un
singolo granello di sabbia alla volta.
Decise di tenersi impegnato e, per non dare nellocchio, prepar la chiesa proprio come se fosse imminente larrivo dellorgano, fingendo dignorare quanto
era accaduto. A tal proposito, sperava che il prete non
rientrasse troppo tardi dal suo viaggio a Tromello. Voleva scendere di sotto allorario di cena, e non dopo:
sarebbero occorse troppe spiegazioni in casa. Le sue
figliole non erano infatti propriamente riservate e tutto
ci che udivano tra le mura domestiche lo raccontavano
a destra e a sinistra.
Sistemata la chiesa, bisognava ora pensare a una scusa per saltare la cena. Fu presto trovata, non essendo
ancora rientrato il sacerdote al vespro: lui doveva atten81
Mentre don Albenzio saliva le scale verso lappartamento del nobile Crivelli, Ezio attraversava il ponte levatoio con il messaggio di Carlo Antonio. Lambasciatore
aveva avuto via libera da entrambi gli schieramenti, per
cui la missione si era svolta senza intoppi e abbastanza
velocemente.
... Come faremo con lorgano? Gli illustrissimi potrebbero averne a male....
Ecco, don Albenzio, il nostro nunzio. Sentiamo le
novit.
Non me ne voglia, signor conte, ma riferisco quanto
mi stato detto. Posso?.
Ambasciator non porta pena.
Ecco... Dunque....
Ezio andava cercando di ricordare le esatte parole: Mi
felicito per il ravvedimento, accetto le scuse nei Miei
confronti e anche quelle rivolte a Plinio ed Eloisa. Concedo il trasferimento dellorgano.
Quali scuse? Ezio, hai forse detto a quello l che mi
scusavo?.
No! signor conte.
Sar stata una sua invenzione per farsi bello con quella sua specie di corte. Comunque sia, abbiamo il nostro
organo. Il tempo stringe. Non ti han detto quando?.
Arduino si recher subito da Cuniberto, qualora Lei
faccia pervenire lordine di lasciarlo passare senza fare
troppe beghe al confine.
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Cos sia. Questa sera, assente Dionigi, sarai il comandante della pattuglia notturna. Gestisci come meglio credi la faccenda, purch sia cosa rapida. Entro
domani a mezzogiorno, voglio vedere quel benedetto
organo in chiesa. Don Albenzio... Tutto bene ci che
finisce bene. Detto ci, fu avvertito che la cena stava
per essere servita.
Reverendo, vuole farmi compagnia?.
Volentieri, signor conte rispose il prete, sentendo
lo stomaco vuoto ruggire.
Quando la volont cera, le informazioni volavano
da una parte allaltra del paese ancor pi celermente di
quando Lomello era unito e in pace. Cos, mentre al castello veniva servita una prima portata a base di cacciagione, per di pi cucinata secondo unantica tradizione
longobarda, il sagrestano di San Michele attraversava la
nebbia sacramentando: infatti, quando sarebbe tornato
a casa, la minestra sarebbe infatti stata fredda, sempre
che ne fosse avanzata.
Chi ? chiese Griselda, vedendo nellombra della
sera solo due sagome sbiadite.
Arduino e Laerte.
Scendo subito.
Mio padre non c. Ha detto che si sarebbe fermato
in chiesa ad aspettare don Albenzio.
Andr a cercarlo. Tu, Laerte, aspettami pure qui e
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XII
Cavalli, cavalieri e fanti, dirigendosi verso la fortezza, attraversarono speditamente lalbereto, facendo frusciare le foglie del sottobosco e liberando il passaggio,
a colpi di spatha, l dove i rami bassi impedivano loro
di muoversi agilmente.
I contadini, radunati gli animali, si diressero anchessi alla volta del borgo, rallentati dai pesanti carichi.
Le bestie selvatiche, atterrite dal gran movimento e
dal forte suono, fuggirono nel fitto della foresta, mentre
gli uccelli abbandonarono i rami pi alti spiccando un
volo disordinato.
Un colpo di vento improvviso pieg le cime degli alberi e strapp loro con forza le bronzee foglie. La stessa
folata daria, infilandosi tra i tronchi e le frasche, surclass il suono dei corni.
Tra le mura di Laumellum la tempesta cominci a
ululare passando nelle anguste vie. Per le strade si sollevavano suppellettili di ogni sorta; la paglia, avelta dai
tetti delle case, turbinava in mulinelli.
Le tende dellaccampamento non ressero allirruenza
delle folate e, a una a una, si piegarono sotto lo sferzare delle raffiche; ormai sfilacciate, ondeggiavano nella
bufera come vele strappate dagli alberi maestri di una
nave in balia delle onde.
Il cielo divent buio ben prima dellora stabilita dal
normale corso della natura.
Fulmini cadevano dalle alte nubi verso terra. Altri
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La pia regina, nel frattempo, avvertita di quanto era accaduto, si era raccolta in preghiera e invocava il soccorso
di Dio. Inginocchiata nella sua cappella, la si sent sospirare e ringraziare il Signore come se questi le avesse
parlato: Sia fatta la tua volont.
Mentre il Diavolo demoliva anche laltare, bestemmiando di fronte agli impotenti armati longobardi, una
luce abbagliante discese dal cielo.
Agilulfo e i suoi fedeli guerrieri dovettero coprirsi gli
occhi per non essere accecati e, quando poterono riaprirli, Satana era sparito.
Dobbiamo rimandare le nozze disse il duca, rientrato nella rocca, a Teodolinda.
No! rispose decisa la regina.
Ma la chiesa....
Il Signore provveder prima dellalba.
Incredulo, luomo si ritir nelle sue stanze stupito dalle
parole della sua promessa sposa.
Alla tempesta segu un tramonto radioso, un vero trionfo di luce. Le nubi nere si allontanavano verso oriente,
mentre un arcobaleno dai vividi colori disegnava un arco
perfetto, separando il cielo sereno dal temporale.
Mentre, in chiesa, si cercavano di rimuovere le macerie per estrarre coloro che giacevano feriti sotto di esse,
dal bosco uscivano contadini malridotti e animali colpiti
dalla grossa grandine.
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XIII
Arduino si mise a seguire il suo Virgilio, quando, improvvisamente, gli parve di capire.
Se questi non sono gli inferi, dove sono finito?.
Ecco luscita. Tornatene a casa e sparisci.
...E tu, cosa facevi l sotto?.
Cose che non ti riguardano.
Se la metti cos, chieder a don Albenzio o a Luigi
Crivelli. Ecco la mia lucerna! disse Arduino, sbucando con la testa in superficie. Era caduta qui. Ci rivediamo presto. Vado a cercare il tuo prete.
Fece per andarsene, ma una mano lo trattenne per un
braccio.
***
E ora di rientrare.
A presto, amore mio.
Il presto sar domani allimbrunire dai Pastorini.
Ci sar. Dammi ancora un bacio.
Arrivederci....
***
Stavo morendo di freddo. Si pu sapere doveri finito? Ma come sei conciato? Ti ha picchiato il Piovera?
domand Laerte, vedendo suo padre pieno di lividi e
con i vestiti sbrindellati qua e l.
Nulla, nulla... Sono inciampato per colpa di questa
maledetta nebbia. E tutto a posto. Andiamo! Domani
sar una giornata molto, molto, molto lunga. Lunghissima, direi.
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XIV
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XV
Cesare Zucca - lorganista, ti ricordi lettore? - part con loscurit. Voleva giungere in paese sul fare del
mattino per poter provare lorgano con tranquillit e
concordare con don Albenzio il programma da eseguire, considerando anche il fatto che, riguardo allo strumento di Lomello e alle disavventure capitate ai musicisti chiamati a suonarlo, ne aveva sentite di tutti i
colori: degli ultimi cinque incaricati di tale compito,
nessuno era giunto a destinazione. Per fortuna non erano accadute disgrazie irreparabili, ma nessuno si era
presentato allappuntamento per una serie di imprevedibili eventi.
Non fosse stato per la lauta paga, aumentata ogni
volta nella speranza che lo strumentista giungesse per
tempo, non avrebbe mai accettato, ma il gruzzoletto
promesso avrebbe ingolosito chiunque.
Non fosse stato capace di suonare, avrebbe imparato
per loccasione.
Nella sua parrocchia, la paga di don Albenzio, lui la
guadagnava in tre mesi.
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XVI
Maria Santissima.
Ges bambino.
Ma, s ingrassato ancora?.
Che gli avete fatto? Una gettata di piombo fuso?.
C dentro il cadavere dellorganista scomparso?.
Gli incaricati al trasbordo dellorgano sacramentavano a pi non posso contro lo strumento diventato pesantissimo.
Se, allandata, si erano dovuti sostituire i ciuchini con
due buoi, ora le due manze preposte al traino parevano addirittura impennate, talmente greve era il peso sul
carretto e sulle loro imbragature.
Don Albenzio, ma cosa successo a sto coso?.
Niente di niente, che io sappia e, con sguardo indagatore, scrut Cuniberto intento a dirigere le operazioni
di carico.
Basta lamentarsi intervenne il sagrestano, laltra
volta eravate zeppi di vino e tutto vi sembrava pi facile. E anche le bestie che avete agganciato qua sotto
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XVII
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tutto amore...
O sposo,
felice sposo,
noi fanciulle canteremo
questa notte,
il tuo amore e la tua sposa
profumata di viola,
canteremo questa notte... 2
In particolare pi un amore contrastato, pi si soffre: e
pi lanimo si tormenta, pi sgorgano parole dincoramento
verso linnamorato pi timoroso; e di amanti afflitti il paese
ne zeppo. In tanti vorrebbero uscire allo scoperto, ma il
giudizio della gente e dei propri cari potrebbe essere impietoso.
Dobbiamo *** mia vivere, amare,
le proteste dei vecchi tanto austeri
tutte, dobbiamo valutarle nulla.
Per noi quando la breve luce cade,
resta uneterna notte da dormire.
Baciami mille volte e ancora cento
poi nuovamente mille e ancora cento
e poi confonderemo le migliaia
tutte insieme per non saperle mai,
perch nessun maligno porti male
sapendo quanti sono i nostri baci3.
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Saffo, Nozze
Catullo, Mille baci e cento ancora
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XVIII
Coshai stasera?.
Nulla.
Non stai bene? Guarda che cerchi attorno agli occhi e
quella cera... pessima.
Non posso darti torto.
Ti tremano persino le mani.
Infatti.
Si pu sapere coshai?.
Se tu la smettessi di farmi domande, ti racconterei.
Ma non ora. Arrivano.
I due amanti, come concordato il giorno prima, si incontrarono sotto la casa dei Volpi-Pastorini.
Avevano atteso la sera per vedersi, quando il sole, si fa
per dire, aveva gi salutato il giorno, e la luna, ci fosse
mai stata, annunciava la notte.
Erano stati incaricati dai conti Luigi e Carlo Antonio
di recare conforto alla coppia dei loro anziani tutori dopo
lesecrabile episodio dellarresto, portando a essi anche
un contributo culinario proveniente dalle nobili cucine.
Ovviamente, un feudatario allinsaputa dellaltro: cos
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alla chiesa; volendo esagerare, dir che si vedevano i camini baciati dal sole.
Tutto, in compenso, era avvolto da un dito buono di brina.
La nebbia, sollevandosi, era condensata in una coltre
bianca appiccicatasi ovunque: il sole, a breve, lavrebbe
fusa, dando a tutto il paesaggio il solito aspetto brullo-umido autunnale.
Paradossalmente, fu proprio Dionigi il primo a essere colpito dalla lieta novella.
Il Crivelli di Santa Maria, infatti, impietositosi, lo aveva
fatto rinchiudere in una cella pi confortevole in cima alla
torre, nel punto pi alto di Lomello, e non pi nelle umide
segrete.
Attraverso la finestrella, sotto la merlatura, lastro diurno
lanci il suo primo dardo dopo tanti giorni.
Quando ud il sonetto offensivo, si avvent contro le sbarre e tent di guardare di sotto, nella speranza di individuare,
da quella posizione, l'abitazione di quel maledetto Toni.
Non vi riusc.
Il pertugio era troppo in alto.
Alquanto contrariato e meditando vendetta, si sdrai sul
pagliericcio godendosi quelle lame abbaglianti penetranti
nella celletta.
Eppure la filastrocca pareva arrivare proprio dalla casa di
Plinio.
Poteva essersi sbagliato ancora?
Osserv il quadrilatero di luce, attraversato dallombra della croce dellinferriata, mutare forma, posizione;
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XIX
cui avrebbe potuto goderseli nella cella. Sfortuna ribadita da quel dispettoso di Toni che non manc di gridare al vento:
Povero Dionigi
perseguitato dai nuvoloni grigi.
Della tua sventura per consolarci,
ci metteremo al sole a crogiolarci.
Non ti rimane altro da fare
che metterti ad ascoltare
il canto degli uccellini
e il frusciare delle cime dei pini.
Non ud la solita porta chiudersi: il rumore, forse, fu
portato via dalle folate, oppure il serramento era rimasto aperto per accogliere quellinatteso tepore.
Per la verit, a essere di pessimo umore non era solamente il capo delle guardie di Santa Maria. Si videro in
giro, infatti, diversi musi lunghi, nonostante la meravigliosa giornata.
Cuniberto, non posso farti vedere il nascondiglio
oggi. Con la visibilit che c, ci scoprirebbero fin dalla
Val Imagna.
Non so dove sia sto posto, ma mi fido sempre meno
di te.
Se vuoi, andiamo pure. Per, se ci beccano....
Lascia stare.
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XX
Riparato dagli alberi, veniva utilizzato solitamente come ghiacciaia: prima di spezzarne la superficie
portando via le lastre di ghiaccio per raffreddare le
cantine nella stagione calda, quel luogo era per usato
dai ragazzi per pattinare.
Prima si provava lo spessore della crosta e, se poi
reggeva al peso dei pi robusti, ci si destreggiava
in piroette - i pi esperti - o dolorosi capitomboli, i
principianti. Altri ancora si lanciavano, dalle alte rive
della valletta dellAgogna, con slittini improvvisati,
costruiti dai loro padri o fratelli pi grandi con quattro assi di legno inchiodate tra loro.
Una slitta ben pi imponente la stavano preparando
i due sagrestani.
Lesperienza dellanno precedente diceva che riportare a Santa Maria lorgano rinnovato, servendosi
di un carro a ruote, sarebbe stato impossibile con la
neve.
A maggior ragione ora.
Bisognava attrezzarsi: per cui si mise mano allo slittone, realizzato linverno passato, per ripararlo e rinforzarlo, adattandolo al nuovo peso dello strumento.
I due si ritrovarono presso la chiesa di Cuniberto
dove era conservata la troica.
Tutta sta fatica per niente disse uno, guardando
sconsolato lo stato del cielo.
Con tutto sto bianco in giro, si vedrebbe unombra uscire da Mede fece notare laltro.
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XXII
Il povero Bella rimase immobile, nella stessa posizione, fino a quando le due fazioni non stabilirono di parcheggiarlo momentaneamente in San Rocco, in attesa
del sopraggiungere dei signori e dei canonici.
In realt, i quattro notabili avevano gi deliberato
dove ospitarlo e glielo avrebbero comunicato al suo
arrivo, dimostrandogli che sapevano andare daccordo.
Linformazione, per, non era stata data ai subalterni.
Lo trovarono, infreddolito e tremante, chiuso in un
confessionale, nella speranza che, raccolto su se stesso, in un ambiente cos piccolo, riuscisse a mantenere
almeno un poco del suo calore. Non gli avevano procurato nemmeno una copertina, tanto erano impegnati a
contendersi la sua residenza.
I suoi servitori ebbero anche sorte peggiore. Non essendo di nessun valore e prestigio, li avevano dimenticati allaperto nella terra di nessuno.
Monsignore carissimo... cos finalmente il raffreddato messo vescovile fu accolto da clero e nobilt locale con tutti gli onori. Dopo i convenevoli di rito, lo
accompagnarono nella casa dove avrebbe trovato ospitalit: quella di Eulogio e Ancilla. Del resto, per non far
torto a nessuno, lo dovevano per forza alloggiare o dai
Volpi-Pastorini oppure dai Bovolenta-Ghirelli.
Disturbare Plinio ed Eloisa, dopo quanto accaduto,
non pareva il caso: per far posto al mediatore si decise
cos di sfrattare i due coniugi in eterna lotta fra loro.
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XXIII
Sul fatto che monsignor Bella fosse in grado di pacificare gli animi e, soprattutto, di riunire il paese, inculcando nelle teste dei due nobili un briciolo di granum
salis, erano tutti piuttosto scettici.
Se speranza ci fosse stata, questa non traspariva certo
dai commenti degli abitanti.
Si attendevano, tuttavia, le prediche dei due canonici,
la domenica mattina, per capire se linviato vescovile
fosse riuscito nellardua impresa di cavare un ragno
dalle teste bacate dei loro padroni.
Nobili che non persero tempo nel tentativo di rendersi pi simpatici agli occhi del messo vescovile.
Casa Crivelli lato Carlo Antonio.
Il conte di San Michele convoc tutto il suo stato
maggiore. Non disponeva di grandi menti, tuttavia nel
salone delle feste si ritrovarono una decina di persone
tra cui, elementi di spicco, Arduino e la temibile Ancilla Ghirelli. Il prete non fu invitato, essendo pi opportuno che non sapesse nulla di quellincontro. Qualora ci
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Se i signori mi consentono,
mentre le loro menti riflettono,
mi permetto di suggerire
unidea che un ardire.
Melchiorre non ha del tutto torto
quando dice che il nome ha porto
alla questione
una soluzione.
Gli sguardi meravigliati degli astanti fissarono Dionigi, rimatore in questa occasione assai oscuro. Quando rivel la sua trovata, nella sala entr la certezza del
trionfo.
I due sagrestani sincontrarono il sabato per le operazioni di trasbordo dello strumento.
Qui, si rischia grosso.
Lo temo anchio.
Per....
Per, cosa?.
Una cosa buona c: alla frontiera hanno avuto ordine di allentare i controlli per dare una parvenza....
Rimandiamo?.
Assolutamente no! Ora o mai pi!.
Quindi, luned?.
Prega perch la nebbia non si alzi.
E marted....
Marted facciamo il resto. Conviene anticipare.
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XXIV
O meglio, tent.
Non fece in tempo.
Domenica mattina ci fu una messa unitaria in Santa Maria. Fu un evento e, per molti, fu anche loccasione per finalmente rincontrarsi.
Figli di amici che si sapevano nati, ma non erano mai stati visti; coppie di sposi, di cui si era appreso il fidanzamento,
ma si ignorava se si fossero maritati. Ci si trov, insomma,
tutti molto invecchiati.
Persino la geografia era cambiata e il quartiere mutato:
case abbattute e ricostruite, nuove abitazioni, traslochi, alberi cresciuti a dismisura...
La speranza comune era che linviato si trattenesse almeno per una settimana: si poteva confidare di replicare la
domenica successiva a San Michele e cos vedere come era
cambiata laltra parte.
La nebbia esterna fu ricreata allinterno della chiesa. Per
solennizzare il momento, don Albenzio non lesin lincenso.
Dai turiboli uscivano volute di fumo intenso che rimembravano, dentro, lo stesso paesaggio di fuori. Cantare era
impossibile, veniva subito da tossire. Per fortuna, almeno
lorgano suonava magistralmente.
Per non correre il solito rischio, di comune accordo, si era
deciso di prelevare lorganista di Garlasco con la carrozza.
Lo strumento, finalmente, riempiva le volte con musiche
decorose.
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XXV
Gioved lultimo giorno della trattativa. Dovranno trovare necessariamente un accordo. Si vocifera, altrimenti, di
unimminente scomunica e della perdita dei diritti di possesso del feudo. Quindi, avremo tutta la giornata libera per...
Lascia questo in dono a don Barnaba. Appoggialo sullaltare senza farti vedere. Io far lo stesso nella chiesa di Santa
Maria. Dopo cena fuggiamo. La situazione ormai insostenibile. Tutto pronto. Le ruote sono state unte a dovere, il
silenzio comprato e il tesoro di Teodolinda al sicuro.
Come facciamo con tutta la roba?.
Possiamo arrangiarci alla grande. Ora, abbiamo immense risorse....
I due si scambiarono un bacio appassionato.
Dov quel buono a nulla di Laerte? Quando ho bisogno di lui, non c mai. Ah, eccoti! Si pu sapere doveri?
Domattina mi serve una mano per il trasporto, e marted ti
far finalmente felice. Ti marito con la figlia di quello l. Mi
costa, sappilo, ma un sacrificio indispensabile per il bene
del paese. Cos mi ha detto e convinto il nostro signore.
Il ragazzo sorrise.
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E pronta la galera
e una gogna vera.
fece eco Antonio.
Sempre per dare lidea di un paese poco diviso, se non
addirittura unito, pattugliavano ora due a due: uno da una
parte e un altro dallaltra. Dionigi e Antonio, i due rimatori
avversari, nonch capi delle loro delegazioni, erano stati
messi nella stessa squadra proprio per dare lesempio.
Il messo vescovile voglio ringraziare,
ora siamo in due a stornellare.
Uno solo troppo poco rompeva,
un raddoppio di rime ci voleva.
Ora che c anche Antonio,
mi par di aver le palle in un frantoio.
Rispondeva Toni, guarito dallafonia e tornato in splendida forma:
A tal punto i due ora si amano
che con sei versi per ciascuno rimano.
Per non far torto a Monsignore
speriamo non verseggino tutte le ore.
Il comandante di San Michele, che di solito rideva delle
risposte del malandrino, sentitosi per la prima volta tirato
in ballo, ci rimase assai male.
Tu hai idea di chi sia sto demente? chiese luomo di
Luigi.
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XXVI
Chi stato?.
Lavete riconosciuto?.
Gi preso?.
Fu chiaro, non appena nella sala torn la calma, che il
rapimento della fanciulla non era cosa certa: era piuttosto una supposizione.
Uscita infatti la sera prima - e noi sappiamo perch non era rientrata a casa.
Lamata madre era sicura che la sua figliola, tanto brava - qui si alz pi di un sopracciglio - non si sarebbe mai
allontanata di sua spontanea volont e senza avvertire.
La donna chiedeva laiuto dei due signori.
Le abilit dellAdalgisa erano ben conosciute presso
entrambi i palazzi nobiliari, perci, nel dubbio, i conti si accordarono immediatamente per una sospensione
dellassise, tanto non era mai cominciata, dando ordine
di battere le vie del paese e la campagna circostante alla
ricerca della scomparsa.
Si avvertisse, intanto, Monsignore dellinterruzione
delle trattative.
Annuncio urlato attraverso la porta della stanza del
prelato, ancora ermeticamente chiusa.
Un piccolo tonfo, proveniente dallinterno della camera, fu interpretato come un va bene.
Al tocco, uno degli uomini impegnati nella ricerca,
spintosi pi lontano da Lomello, torn con un messaggio rassicurante: la ragazza era stata vista in compagnia
di un cacciatore sulla strada per Mede.
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Insomma, una scappatella che le sarebbe stata perdonata rapidamente alla prima occasione.
I conti, rientrati a casa per rifocillarsi, si ritrovarono poi, nuovamente, nella sagrestia di San Rocco per
ascoltare, finalmente, le proposte di monsignor Bella.
Questultimo era stato avvertito dellinizio della
sessione pomeridiana, con la solita comunicazione attraverso luscio, essendo ancora occupato nella recita
dellora media.
Lassenso avvenne attraverso linterpretazione di una
serie di mugugni, frutto, senzaltro, delle orazioni.
Possibile sia nuovamente in ritardo?.
Si sar concesso un sonnellino?.
Pi di una testa ciondolava assonnata e, quando si
esaurirono anche i pensieri con cui si tentava di passare
il tempo, Carlo Antonio Crivelli prese la parola: Suvvia, lo si mandi a chiamare.
Signori, non risponde?.
Come?.
Noi bussiamo,
ma nulla sentiamo.
O dorme profondamente,
oppure, Monsignore, assente.
Che gli sia accaduto qualcosa?.
Si sfondi la porta.
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XXVII
Stesso risultato.
Lui, di l, doveva assolutamente andare.
Arduino possedeva il suo tesoro, e oltretutto in un
luogo a lui ignoto.
Avrebbe potuto fuggire indisturbato da un momento allaltro, lasciandolo con nemmeno una mosca in
mano.
***
Di monsignor Bella si persero le tracce, cos come
dellAdalgisa.
Del prelato, fu ritrovata soltanto la tonaca appesa
nellarmadio.
DellAdalgisa, proprio nulla.
La donna, contrariamente a quanto aveva affermato
la madre, era tornata a casa. Aveva raccolto tutti i suoi
averi e, senza farsi vedere, era sparita.
Il popolo - ignorante s! Ma non privo di raziocinio arriv, anche se un po pi tardi, alla stessa deduzione
del nobile Carlo Antonio.
I due erano fuggiti insieme.
Don Barnaba e don Albenzio stavano sulla graticola
come san Lorenzo: chi doveva dar lannunzio dello
scandalo al Vescovo? Quali conseguenze avrebbero
subito? Potevano in qualche modo giustificare la loro
mancata vigilanza?
Avevano bisogno di consultarsi, parlarsi, trovare
una via duscita comune, che salvasse almeno i ca186
XXVIII
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XXIX
andavano incontro ai figli per abbracciarli, gli altri capirono il motivo del mai del giorno innanzi e della
susseguente fuga: entrando nella chiesetta, infatti, Laerte risult essere legato a Eurosia e Griselda a Paolo.
Dunque, voi due vi parlavate per conto dei vostri
fratelli? chiese Luigi Crivelli.
Solo noi potevamo vederci per via dellorgano.
Quindi, quando ci incontravamo, ci scambiavamo messaggi e lettere per i nostri amati. Pensavamo di essere in
procinto di fidanzarci con i nostri rispettivi amori, ma,
quando invece abbiamo capito che volevate dividerci,
siamo scappati. Sarebbe stato impossibile sposare i fratelli dei nostri sogni damore.
Chiarita la faccenda, i padri convocarono in sagrestia
i figli maggiori.
Se volete accasarvi secondo i vostri desideri, tirate
fuori il tesoro.
Tesoro?.
Non fate i furbi. Abbiamo scoperto tutto.
I ragazzi si guardarono perplessi.
Esiste un tesoro? Qui a Lomello? chiesero a una
voce, come se si fossero accordati.
Spiegateci un po....
La richiesta spiazz i due sagrestani. Imbarazzati, entrambi farfugliarono qualche parola. Svelare o tacere?
Mentre ancora riflettevano sul da farsi, udirono movimento nella navata.
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Arduino e Cuniberto si fecero piccini piccini. Avessero potuto rendersi invisibili o sparire, lo avrebbero
fatto pi che volentieri. Per fortuna, in quel momento si
trovavano in un angolo buio della chiesa: cos si guardarono bene dalluscire da quel cono dombra dal quale
erano celati prima che anche lultimo dei convitati se
ne fosse andato.
Cos ci hanno fregati....
Tu e il tuo posto sicuro....
Non sapevo che lei avesse una finestra che guardava
sul giardino. Nella nebbia deve avermi visto, scambiandomi per lombra di Teodolinda.
Si vede che sculetti bene di notte....
Di Palmira e Goffredo, come di monsignor Bella e
dellAdalgisa, non si seppe pi nulla.
Il tesoro rimase sepolto nelle menti dei due sagrestani e le loro lingue rimasero pi sigillate di quanto lo
fossero state le tombe di Santa Maria e di San Michele.
I quattro fuggiaschi si sposarono con il consenso dei
padri, dietro la promessa di non fare pi parola circa la
beffa subita.
Una coppia si sistem sotto la protezione della Madonna, laltra sotto quella dellArcangelo.
Per il resto, la vita in paese non mut.
Il Vescovo rinunzi alla pacificazione, non poteva
permettersi altre defezioni tra i suoi prelati; il borgo
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Grazie
A Gemma per lidea e la paziente revisione.
A Ma per le solite correzioni.
A Giuseppe Pastorini per la versione lomellese del
mio dialetto milanese.
Grazie ai miei neuroni in costante movimento.
Con le loro collisioni nascono le idee qui sopra scritte.
Speriamo non si fermino mai.
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