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sappiamo che normalmente 'e il 21% , e poi dipende dalla quantit di anidride
carbonica che e' gi presente negli alveoli , normalmente nell'aria atmosferica
non c'e' anidride carbonica quindi dovrebbe giungere agli alveoli solo dell'aria
ricca di ossigeno , ma siccome l'aria gia presente negli alveoli ha partecipato
agli scambi gassosi , una quantit di co2 che veniva dai vasi e quindi dal
sangue rimane negli alveoli e quindi andr ad occupare un certo spazio negli
alveoli. Quindi l'ossigeno che viene inspirato , una quota si perde nello spazio
morto , una quota dovr lasciare spazio all'anidride carbonica presente negli
alveoli e cosi la pressione dell'ossigeno presente negli alveoli sar diversa da
quella atmosferica. Nell'atmosfera abbiamo 150 mmHg di ossigeno , mentre
nei nostri alveoli la pressione alveolare massima 100 mmHg.
Per quanto riguarda la perfusione , la quantit di sangue presente in circolo
deve passare dai polmoni per essere ossigenata , pero' dobbiamo sapere che la
pressione presente nel circolo polmonare e' molto piu' bassa della pressione del
circolo sistemico , quindi la pressione normalmente nel circolo sistemico
120/80 , mentre la pressione nel circolo polmonare mediamente 15-20 , cioe'
circa 10 volte inferiore rispetto alla pressione del circolo sistemico , questo
perch i vasi sono molto pi distensibili quindi succede che in condizioni di
riposo vengono perfuse le basi e altre aree, soprattutto gli apici , sono poco
perfuse; sottosforzo i vasi gia perfusi si VASODILATANO , mentre vengono
RECLUTATI quei vasi che non sono perfusi . Nonostante aumenti il flusso si
abbassano le resistenze. Bisogna mantere a valori bassi la pressione del circolo
polmonare , perch le sezioni destre del cuore hanno una struttura muscolare
che non e' in grado di sopportare le alte pressioni a differenza delle sezioni
sinistre, quindi qual'ora ci dovrebbero essere delle condizioni che fanno
aumentare la pressione nel circolo polmonare , si avrebbe una distensione
della sezione destra del cuore con conseguente insufficienza della valvola
TRICUSPIDE. Valutando attraverso l'ecocardio il rigurgito tricuspidalico
possiamo valutare in maniera indiretta la pressione del circolo polmonare.
L'alterazione della pressione del circolo polmonare puo' essere causata si da
alterazione dei vasi e quindi da una patologia respiratoria , oppure per una
patologia cardiaca delle sezioni sinistre del cuore. Per esempio abbiamo in caso
di enfisema una distruzione dei vasi , distruggendo i vasi aumentano le
resistenze e di conseguenza la pressione. Inoltre si ha una riduzione
dell'apporto di ossigeno e questa causa una vasocostrizione ipossica a livello
del circolo polmonare, e questa condizione puo' portare ad un
RIMODELLAMENTO dei vasi compromettendo il circolo polmonare.
Gli scambi gassosi avvengono a livello degli alveoli , e i gas devo attraversare
la barriera alveolo capillare che costituita da: PNEUMOCITI , MEMBRANA
BASALE ALVEOLARE , DALL'INTERSTIZIO SOTTILE , DALLA MEMBRANA BASALE
DELLE CELLULE ENDOTELIALI , E DALLE CELLULE ENDOTELIALI ; che si
fondono insieme per formare questa barriera. Ricordiamo che le basi sono pi
perfuse e meno ventilate e gli apici viceversa , si vanno a determinare le
cosiddette ZONE DI WEST ; distinguiamo gli apici cio la zona 1 che
rappresenta la zona meno vascolarizzata poi abbiamo la Zona 2 che e' in
condizioni intermedie e infine abbiamo le basi cioe' la zona 3 che e' quella
maggiormente vascolarizzata ; facendo una media tra il rapporto di
ventilazione e perfusione delle diverse zone avremmo un valore che si aggira
tra o,8 1.
Quando abbiamo delle Zone che sono piu' ventilate che perfuse si viene a
creare l'effetto SPAZIO MORTO ; quando si presentano delle zone NON
ventilate ma perfuse si ha l' EFFETTO SHUNT.
L'effetto shunt si riscontra nel caso delle Polmoniti o dell'edema polmonare , in
questi casi essudato infiammatorio della polmonite si viene a raccogliere negli
alveoli questo fa si che l'aria non entri negli alveoli e di conseguenza questi non
sono ventilati nonostante siano vascolarizzati, questo e' l'effetto shunt. In
entrambi i casi quando si ha un alterazione del rapporto ventilo perfusivo il
primo gas ad essere coinvolto e' l'ossigeno , la carenza di ossigeno determina
un iperventilazione e di conseguenza si pu avere inizialmente una Normo o
un ipocapmia , quando per a causa dell'iperventilazione si va in contro a fatica
polmonare allora verr compromessa la pompa ventilatoria e di conseguenza la
ventilazione dell'anidride carbonica e quindi si avr un ipercapmia. Quindi
quando ci sono delle patologie che coinvolgono il parenchima polmonare per
prima cosa viene coinvolta la diffusione dell'ossigeno e si ha un iperventilazione
di conseguenza , quando invece avremmo una riduzione della pompa
ventilatoria avremmo una riduzione dell'ossigeno associata ad un aumento
dell'anidride carbonica.
VENTRALE e sono proprio i centri del respiro da cui parte l'impulso. Il GRD e'
costituito solamente da neuroni INSPIRATORI , il GRV e' costituito da neuroni
INSPIRATORI ED ESPIRATORI. Il GRV si attiva solamente durante la
respirazione forzata. Il GRD e il GRV sono controllati da altri gruppi neuronali
presenti nel ponte. A livello del ponte nella zona caudale c'e' il CENTRO
APNEUSTICO , questo stimola costantemente il GRD a continuare la
inspirazione. Il centro apneustico pu essere doppiamente inibito , riceve infatti
afferenze inibitorie sia dal CENTRO PNEUMOTASSICO che si trova nella parte
rostrale del ponte , e poi arrivano afferenze inibitorie dalla periferia. Allora
abbiamo il GRD che determina l'inspirazione , il quale viene costantemente
attivato dal centro apneustico che pero' viene inibito dal centro pneumotassico
e da afferenze provenienti dalla periferia . Quindi il centro pneumotassico
inibendo ritmicamente il centro apneustico impedisce che vi sia un inspirazione
continua , in poche parole fa si che l'inspirazione cessi e si passi all'espirazione.
I centri bulbo pontini ricevono afferenze dalla periferia da parte dei
CHEMOCETTORI PERIFERICI E CENTRALI , e dai RECETTORI MECCANICI che
sono presenti a livello del parenchima polmonare o dei muscoli respiratori ,
quindi quando i muscoli sono piu' distesi o il parenchima e' disteso manda delle
informazioni ai centri del respiro per bloccare l'inspirazione e quindi procedere
con l'espirazione. Tutte queste afferenze fanno si che venga impostata la
ventilazione in base alle esigenze.
Per quanto riguarda i recettori meccanici abbiamo i recettori di stiramento a
lento adattamento che sono presenti a livello della muscolatura della parete
bronchiale , quando siamo nella fase di inspirazione massimale questi recettori
vengono attivati , perche' devono informare i centri del respiro che siamo nella
fase di massima inspirazione , viene quindi inibito il centro apneustico. I
RECETTORI DI IRRITAZIONE A RAPIDO ADATTAMENTO sono presenti a livello
della mucosa dei bronchi , sono attivati da corpi estrani , da batteri da
inalazioni di gas e stimolano la TOSSE che pu essere definita come una
modulazione della ventilazione. Questi recettori inviano delle afferenze vagali ai
centri del respiro , cio' determina un inspirazione massimale , si chiude la
glottide , e poi un ' espirazione massimale a glottide chiusa, si apre
improvvisamente la glottide con l'emissione di batteri o corpi estranei che
hanno stimolato la tosse.
Poi ci sono i RECETTORI IUXTACAPILLARI a livello del parenchima polmonare
in particolare nell'interstizio e sono stimolati quando c'e' un accumulo di liquido
nell'interstizio oppure quando c'e' una deposizione di fibre elastiche e collagene
nelle interstiziopatie e anche in questo caso si ha il riflesso della tosse.
Il controllo chimico della respirazione sostenuto dai CHEMOCETTORI che
rilevano la variazione di o2 , co2 e ph sono CENTRALI E PERIFERICI. Quelli
periferici sono localizzati a livello del GLOMO AORTICO E CAROTIDEO , i
recettori periferici sono maggiormente sensibili alle variazioni di ossigeno. I
chemocettori centrali si trovano vicino al bulbo e rilevano soprattutto le
variazioni di anidride carbonica , questo perch essendo nel bulbo la co2 e' piu
liposolubile e riesce ad attraversare la barriera ematoencefalica ed entrare nel
bulbo dove sar rilevata dai chemocettori centrali , questi quindi sono pi
sensibili alle variazioni di co2 e del ph. Se il pz ipoventila si accumula co2 , si
ha ipercapmia , la co2 attraversa la barriera emato encefalica e viene rilevata
dai chemocettori , la co2 si lega all'h2o formando l'acido carbonico e di