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Erosione consuma terra coltivabile,perso 30%in


40anni
Studio in vista della Giornata del Suolo, fenomeno in aumento
Redazione ANSA

03 dicembre 2015 22:00

di Pier David Malloni


Il mondo festegger dopodomani, il 5 dicembre, la giornata internazionale del
suolo, ma se si continuer con l'agricoltura intensiva come viene praticata adesso
prima o poi non ci sar pi nessun suolo coltivabile da festeggiare. La previsione
degli scienziati dell'universit di Sheffield, che hanno presentato al congresso sul
clima di Parigi un rapporto secondo cui negli ultimi 40 anni gi un terzo dei terreni
coltivabili stato perso per l'erosione, un fenomeno segnalato oltretutto in
aumento.
"Il tasso di erosione dei terreni arati 10-100 volte maggiore di quello di
formazione del suolo, e quasi il 33% della terra arabile del mondo stata persa
per questo fenomeno o per l'inquinamento negli ultimi 40 anni - spiega Duncan

Cameron, uno degli autori -. Questo catastrofico se si pensa che servono 500
anni per la formazione di appena 2,5 centimetri di suolo in condizioni normali".
Il continuo movimento a cui sottoposto il suolo la causa principale
dell'erosione, spiegano gli esperti. Il fenomeno dovuto principalmente al continuo
'disturbo' del suolo con l'aratura e la raccolta, perch se il terreno smosso in
continuazione pi esposto all'azione dell'ossigeno dell'aria, e rilascia le sue
sostanze organiche nell'atmosfera. La perdita di integrit che ne consegue ha un
impatto sulla capacit di trattenere l'acqua, rendendo pi difficile far crescere le
piante. Questo rende necessario un uso massiccio di fertilizzanti chimici, il cui
utilizzo da solo responsabile del 2% del consumo di energia del mondo, con tutte
le conseguenze negative conosciute, a partire dall'inquinamento delle acque. "Il
tasso di perdita del terreno in aumento - sottolinea Cameron -, stiamo creando
un suolo adatto solo a ospitare un fabbricato".
Le soluzioni proposte dal rapporto sono in parte 'antiche', come la rotazione delle
colture e il ritorno ad un uso intensivo di fertilizzanti 'naturali' come il letame, e in
parte moderne, con lo sviluppo di variet di piante che abbiano meno bisogno di
fertilizzanti. La rotazione al giorno d'oggi sembra unipotesi difficile, sottolineano gli
esperti, soprattutto visto che l produzione agricola dovrebbe aumentare del 50%
per sfamare i nove miliardi di persone che popoleranno la Terra nel 2050, ma
potrebbe essere ottenuta facendo entrare nel 'circolo virtuoso' anche quei terreni
che ora sono tenuti a pascolo, che costituiscono il 30% del totale di quelli
coltivabili. "Non siamo ancora vicini al punto di non ritorno - conclude il rapporto ma giunto il momento di fare qualcosa per invertire il declino".
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