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Amate lArchitettura al World Urban Forum 6 Amate lArchitettura

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Amate lArchitettura al World Urban Forum 6


Giorgio Mirabelli
17 settembre 2012
3 commenti
Dall1 al 7 Settembre si svolto a Napoli (alla Mostra dOltremare) il WORLD URBAN FORUM6 organizzato dal Ministero degli
Esteri e dallAgenzia delle Nazioni Unite UN-HABITAT. Levento giunto alla sua SESTA edizione ha avuto come tema centrale: LA
PROSPERITA DELLE CITTA: CONIUGARE ECOLOGIA, ECONOMIA ED EQUITA ed stato incentrato sulle tematiche
dello sviluppo urbano sostenibile.
Dalle prime stime non ancora ufficiali sembra che per partecipare al FORUM siano giunte a Napoli circa 15.000 persone provenienti da
tutto il mondo, tra rappresentanti di governi e autorit locali, rappresentanti della societ civile, della cooperazione internazionale, del
mondo accademico e del settore privato.
La precedente edizione tenutasi a Rio de Janeiro nel Marzo del 2010 aveva visto pi o meno la stessa partecipazione di persone
provenienti da 150 Paesi diversi. Lorganizzazione si avvalsa, naturalmente, anche del coinvolgimento attivo della Regione Campania e
del Comune di Napoli rappresentati dalla Fondazione Forum Universale delle Culture che ha sostenuto gli oneri finanziari.
Nel mese di Agosto, Amate lArchitettura ha avuto il piacere di essere direttamente invitata, dalla Segreteria di Presidenza di UNHABITAT, a partecipare presentando un documento allinterno del Workshop THE WEALTH OF NATIONS - THE WEALTH
OF CITIES (La ricchezza delle Nazioni - La ricchezza delle citt), che si tenuto il 6 7 di Settembre.
E stata unesperienza molto interessante e coinvolgente, ma soprattutto (parlo a titolo personale) stata unoccasione importante per
ripensare al ruolo dellarchitetto e dellarchitettura di fronte allenorme problematica che pone lo sviluppo futuro delle citt, sia quelle
consolidate, da recuperare e riqualificare, del mondo occidentale ed industrializzato o post industriale, sia quelle in fase di sviluppo e di
crescita urbana del cosiddetto terzo mondo. Come riflessione finale mi viene da dire che forse sarebbe ora di dedicare, soprattutto come
Movimento (e non solo dal punto di vista dialettico), un po pi del nostro tempo a queste tematiche ed occuparci un po meno di grandi
architetture e di Archistar in gran parte preoccupati solo di perpetuare la loro autoreferenzialit e la loro ricerca prettamente formale
senza porsi quasi mai, in una visione pi ampia, il problema del luogo e del suo ipotetico e potenziale sviluppo futuro.

RICCHEZZA E ANCHE LA QUALITA DEL PROGETTO


Per la prima volta nella storia del nostro mondo, a causa di un costante aumento del fenomeno dellinurbamento, pi della met della
popolazione mondiale oggi vive nelle aree urbane.
Di fronte a questo incontestabile dato di fatto trova unulteriore e pi che significativa giustificazione il titolo di questo Workshop:
La ricchezza delle Nazioni La ricchezza delle Citt
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Perch se le Citt sono diventate e saranno, come noi pensiamo, il motore preponderante per un futuro di crescita e di sviluppo,
allinterno delle Citt che bisogner impegnare e valorizzare quelle risorse (umane, culturali, sociali) e quelle capacit naturali (di
relazione, di creativit, artistiche) che esistono, per cercare di risolvere i problemi e le grandi contraddizioni di cui oggi sono afflitte.
Questo presuppone per che la Citt dei bisogni soddisfatti diventi anche la Citt dei Diritti e dei Beni Comuni dove la qualit
del suo sviluppo futuro e di una migliore qualit della vita deve necessariamente essere accompagnata dalla qualit delle Istituzioni che
devono essere di tutti e non solo di una parte privilegiata di cittadini.
Purtroppo oggi, anche per questi motivi, la logica che sottende a tutte le operazioni speculative legate alle rendite ed ai profitti ottenuti
con le trasformazioni urbanistiche dei territori la stessa, sia nelle citt con vaste aree portuali dismesse, vere porte dingresso per chi
arriva dal mare, che nelle citt metropolitane. Nelle prime si passa dalla dequalificazione delle strutture esistenti, alla delocalizzazione
delle attivit produttive, fino allabbandono delle infrastrutture con relativo impoverimento di tutto il territorio. Nelle seconde si baratta
limpossibilit di recupero e riqualificazione di quartieri e di intere periferie, adducendo costi eccessivi assolutamente non veri e del tutto
pretestuosi, con una completa demolizione e ricostruzione o con uno spostamento di costruzioni in un nuovo luogo da urbanizzare. Una
stessa logica per dare modo al complice potere politico di chiamare al capezzale del territorio ammalato i medici delle grandi
societ immobiliari e di costruzione.
Queste soluzioni non hanno pi nessuna ragion dessere di fronte ai disastri odierni compiuti dal potere economico-finanziario che si
immola al dogma neoliberista della crescita infinita.
Queste soluzioni non possono pi trovare giustificazioni dal punto di vista urbanistico ed architettonico perch nel nuovo modello di
sviluppo o nella nuova idea di citt non pi consentito disattendere le aspettative di qualit della vita delle persone che come tutti noi
hanno il Diritto di vivere degnamente i luoghi e gli spazi delle nostre citt.
Tutto ci si deve necessariamente tradurre nella realizzazione di progetti concreti e fattibili dove trovano casa principalmente concetti
divenuti oggi, a tutti gli effetti, DIRITTI:
ad uno Sviluppo Sostenibile,
ad una Crescita o Decrescita Programmata,
ad una Sostenibilit Ambientale,
ad un Risparmio Energetico con luso delle Energie Rinnovabili,
ad un impiego di Nuovi Materiali e Nuove Tecnologie Costruttive,
ad un Recupero e Riqualificazione di territori e strutture dismesse o abbandonate,
ad una Qualit Diffusa dellArchitettura e quindi
ad una Migliore Qualit della Vita.
Noi di amate larchitettura crediamo inoltre, forse anche un po ingenuamente, che questo grande processo di rinnovamento, prima
di tutto culturale, debba per forza di cose coinvolgere il Progettista (Architetto, Ingegnere o Urbanista, sia singolo che in gruppo) che
da sempre, con o senza complicit, ha avuto il compito di esaudire, attraverso la Progettazione, le volont del Potere di turno.
Del resto, come ci ha testimoniato la storia, se larchitettura stata la rappresentazione del potere dominante sia esso politico che
religioso, oggi, che le sorti di interi paesi (Grecia docet) dipendono dalle valutazioni delle Agenzie internazionali di Rating, dal PIL e
dallammontare del Debito pubblico, possiamo affermare che non c pi nessun aspetto (culturale, etico, sociale e men che meno
politico) in grado di contenere o condizionare, in qualche modo, il potere economico-finanziario. Lunico capace ancora, nonostante i
disastri e la crisi in cui ci ha fatto precipitare, di orientare scelte di natura architettonica ed urbanistica come, in verit, in parte ha sempre
fatto.
Ecco perch in una situazione come quella che oggi stiamo vivendo, diventa di estrema importanza e assolutamente necessario parlare
di Qualit della Progettazione per cercare di combattere lingiustizia distributiva che affligge le nostre citt.
Quindi, senza evocare impossibili virt taumaturgiche che nessuno possiede, ma facendo appello ad unimprescindibile assunzione di
responsabilit connaturata alla sua figura, il progettista, come ultimo baluardo, attraverso la bont e la qualit del progetto, deve
adoperarsi per porre un argine, quando occorra, a questo strapotere, ma anche per cercare di recuperare, allinterno di qualsiasi
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percorso progettuale, quel ruolo di protagonista che stato cancellato dalla Committenza Pubblica-politica-affaristica prima e da
quella Privata-economica-finanziaria adesso.
Arch. Giorgio Mirabelli
Arch. Lucilla Brignola
tag: citt sostenibili, ecologia, progettazione, qualit, world urban forum
pubblicato in: Articoli
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3 Commenti a Amate lArchitettura al World Urban Forum 6


1.

Giulio Paolo Calcaprina scrive:


17 settembre 2012 alle 21:19
Leggendo il vostro articolo, che apprezzo molto, mi balza agli occhi lassordante silenzio delle Universit, nella ricerca ma anche
nella didattica (credo) di fronte ai problemi reali derivanti dallinurbamento selvaggio, dal consumo di suolo, dallobsolescenza dei
dogmi del moderno, soprattutto in fatto di urbanistica: zonizzazione, citt a misura di auto, densificazione della citt esistente.
Mi piacerebbe che qualcuno tra i lettori di questo blog mi smentisse, ma ho timore che la composizione architettonica indaghi di
pi sulla morfologia che sulla funzionalit.
Dagli anni 70 in poi si smesso di ricercare e innovare sulla residenza, complice anche un completo disimpegno della pubblica
amministrazione nella costruzione di residenze popolari.
Speriamo che un segnale come lassegnazione del Leone dOro ad un edificio non finito e completato spontaneamente dagli
abitanti abusivi, sia un segnale di una inversione di tendenza di interesse verso questi temi e, soprattutto, di un cambio di mentalit

2.

Giulio Pascali scrive:


18 settembre 2012 alle 13:04
alla fine persino il governo sembra essersi reso conto che occorre invertire la tendenza
http://www.corriere.it/ambiente/12_settembre_14/mario-monti-consumo-ddl-consumo-suolo_18ff313a-fe68-11e1-82d37cd1971272b9.shtml
non si ha per la sensazione che la politica in generale stia seriamente pensando di abbandonare politiche speculative sul territorio
dopo il sacco di Rutelli e Veltroni, Alemanno utilizza il territorio come una cassaforte personale (praticamente ognuna delle sua
iniziative viene finanziata con epremi di cubatura)
Zingaretti non si mai schierato n maniera forte contro il potere dei costruttori, gli altri?
alla fine solo Renzi (e ho detto tutto) ha ipotizzato zero cubatura.

3.

emmanuelepilia scrive:
29 settembre 2012 alle 09:31
Innanzi tutto, davvero complimenti per essere stati invitati!
Sono daccordo con Giulio Calcaprina sul fatto che le universit tacciono riguardo i bisogni di cui parlate nel vostro documento.
Ma le universit sono fatte di persone, persone con un proprio retroterra e delle proprie conoscenze. Forse il problema delle
persone che formano luniversit, che non hanno un retroterra tale da poter garantire la trasmissione di questo o di quello.
Attenzione: io non dico che sia necessario assolutamente rincorrere gli obiettivi del manifesto (qualcuno potrebbe avere idee
differenti), il problema che nelle universit non si troveranno con facilit docenti in grado di indirizzare qui o l i ragazzi durante il
percorso di studio.
Su Renzi Io ho timore che restino solo parole: purtroppo il partito in cui si candida come premier ha molti costruttori al proprio

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