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Peste nera

Peste nera
Peste Nera

Trionfo della morte, gi a Palazzo Sclafani, Galleria regionale di Palazzo Abatellis, Palermo (1446), affresco staccato
Stato

{{Tutta l'Europa, l'Africa dall'Egitto verso destra, l'Asia e le isole del


Mediterraneo.}}

Data

XIV secolo

Tipo

Epidemia

Morti

100 milioni c.ca

Peste nera (o Grande morte o Morte nera) il termine con il quale ci si riferisce normalmente all'epidemia di
peste che impervers in tutta Europa tra il 1347 e il 1353 uccidendo almeno un terzo della popolazione del
continente. Epidemie identiche scoppiarono contemporaneamente in Asia e in Vicino Oriente, il che fa supporre che
l'epidemia europea fosse parte di una pi ampia pandemia.

Peste nera

Origine dell'espressione
Per peste nera si intende, in data odierna, la
grande pandemia che uccise tra un quarto e
un terzo della popolazione europea durante
il XIV secolo. Nel Medioevo non era
utilizzata questa denominazione, ma si
parlava della grande moria o della grande
pestilenza. Furono cronisti danesi e svedesi
a impiegare per primi il termine morte nera
(mors atra, che in realt deve essere intesa
come "morte atroce") riferendolo alla peste
del 1347-53, per sottolineare il terrore e le
devastazioni di tale epidemia.
Nel 1832 questa definizione venne ripresa
dal medico tedesco Justus Friedrich Karl
Hecker. Il suo articolo sull'epidemia di peste
del 1347-1353, intitolato La morte nera,
Cronologia della diffusione del morbo
ebbe grande risonanza, anche in quanto
venne pubblicato durante un'epidemia di colera. L'articolo fu tradotto in inglese nel 1833 e pubblicato numerose
volte. Da allora i termini Black death o Schwarzer tod ("Morte nera") vennero impiegati per indicare l'epidemia di
peste del XIV secolo.

Sintomi
La peste nera d diversi tipi di sintomi i quali sono il pi delle volte letali. I sintomi includono barcollamento,
catarro, convulsioni, diarrea emorragica, inappetenza (anoressia), muco schiumoso, occhi infiammati, paralisi,
tremore, prostrazione, respirazione difficoltosa, sete intensa, vomito, sangue dal naso, lividi e bubboni.

L'Europa alla vigilia della pandemia


(LA)
Tintinnabula non sano lacrim non clamans. Tan nos
did eram expectant mortem, qui modo insanum,
spectans in spatio aliquo shelling Rosarii, alii ad
ultimum relictis vitiis. Multi dicerent: Suus fine
mundi.

(IT)
Le campane non suonavano pi e nessuno piangeva. L'unica
cosa che si faceva era aspettare la morte, chi, ormai pazzo,
guardando fisso nel vuoto, chi sgranando il rosario, altri
abbandonandosi ai vizi peggiori. Molti dicevano: " la fine del
mondo!".

(Cronista svedese, annotazione locale)

Come sottolinea Norman F. Cantor nella sua opera In the Wake of the Plague, l'Europa del Medioevo doveva la
nascita di unit statali, gli efficienti sistemi giuridici e formativi, lo sviluppo delle citt e la crescita del commercio
anche al fatto che il periodo che va dall'Ottocento al Milletrecento fu caratterizzato da un clima particolarmente
favorevole, in un'area che andava dall'Islanda a Varsavia e da Oslo fino a Palermo, oltre che alla mancanza di grandi
epidemie.
Tra il 900 e il 1300 la popolazione europea duplic. Vastissimi territori vennero strappati a foreste e paludi e resi
coltivabili. Le zone maggiormente sviluppate erano l'Inghilterra meridionale, le valli della Senna e della Loira, oltre
alla zona attorno a Parigi in Francia, la valle del Reno e le citt anseatiche in Germania, oltre a Fiandre, Paesi Bassi e

Peste nera
Italia centro-settentrionale (dalla Pianura padana fino a Roma).
Questi territori erano popolati molto pi densamente del resto d'Europa, e vi si trovavano anche le citt pi popolose.
L'Europa del Trecento disponeva di eccellenti universit, costruiva stupefacenti cattedrali in stile gotico e stava
vivendo un'autentica fioritura artistica e letteraria. Tra il 1214 e il 1296 non intervenne alcun grande conflitto a
bloccare lo sviluppo della societ, e i confini europei non erano minacciati, n a sud dagli arabi, n a est dai
bizantini. Solo nel 1241 un'invasione mongola venne sventata, ma per cause indipendenti dalla potenza delle armate
europee (che furono, infatti, sconfitte nello scontro presso Liegnitz - Legnica, in Slesia, una regione meridionale
dell'attuale Polonia), in quanto le armate asiatiche furono richiamate in patria per motivi legati a problemi interni
dell'impero mongolo.
Nelle universit avevano grande importanza gli studi teologici e filosofici, mentre alle scienze naturali si dedicava
un'attenzione minore. Le poche conoscenze chimiche venivano impiegate nell'alchimia, e quello che si conosceva
dell'astronomia serviva per oroscopi e profezie. In particolare, poco sviluppate erano le scienze mediche. Non era
chiara l'origine delle malattie, n si aveva alcuna idea su come curarle. La societ medievale, come nota Norman
Cantor, disponeva di rimedi prevalentemente non sanitari per le devastanti conseguenze di una pandemia: preghiera,
penitenza, quarantena dei malati, sfollamento delle persone sane e ricerca di capri espiatori.
Gi prima della pandemia vi furono avvisaglie di crisi: a partire dal 1290, in molte parti d'Europa, vi furono lunghi
periodi di carestia, provocati principalmente dal raffreddamento del clima, la cosiddetta piccola era glaciale, che
perdur a fasi alterne fino alla prima met del XIX secolo. Delle ricerche sui prezzi dei cereali a Norfolk, in
Inghilterra, mostrano che tra il 1290 e il 1348 vi furono 19 anni di raccolti scarsi. Ricerche analoghe svolte in
Linguadoca segnalano 20 anni di produzione agricola insufficiente tra il 1302 e il 1348. Dal 1315 al 1317 la Grande
carestia infuri in tutta l'Europa settentrionale, e anche gli anni 1346 e 1347 furono anni di carestia nel sud
dell'Europa. Tra il 1325 ed il 1340 le estati furono molto fresche ed umide, comportando abbondanti piogge che
mandarono in rovina molti raccolti ed aumentarono l'estensione delle paludi esistenti.
Gi nel 1339 e nel 1340 vi furono epidemie nelle citt italiane, che provocarono un deciso aumento della mortalit.
Le fonti fanno supporre che si trattasse prevalentemente di infezioni intestinali. Tutte le citt europee di quel tempo
erano, a dir il vero, delle vere e proprie discariche a cielo aperto, con cumuli di rifiuti giacenti a marcire per strada.
Come se non bastasse, la tragica situazione igienica era aggravata dall'assenza di fognature, con rifiuti organici
versati direttamente in strada da finestre e balconi. questo il quadro nel quale, nell'ottobre 1347, la peste fa la sua
comparsa nei porti del Mar Mediterraneo, a Messina, a Costantinopoli (Istanbul) ed a Ragusa di Dalmazia
(Dubrovnik).
Si pensava anche che la peste venisse portata da gruppi marginali come le streghe e gli ebrei; questi ultimi erano da
sempre perseguitati perch accusati di deicidio o regicidio, cio dell'uccisione di Ges considerato rispettivamente in
quanto Dio e in quanto re mistico della societ cristiana. Il fatto che la societ ebraica e la societ cristiana fossero in
pratica reciprocamente separate facilitava le persecuzioni. Le streghe erano perseguitate poich accusate di
parteggiare per il demonio e di avere con questo rapporti carnali nel corso di rituali chiamati sabba durante i quali tra
l'altro avrebbero sacrificato bambini bevendo il loro sangue. C'erano anche altre ipotesi sul diffondersi della peste
come congiunzioni astrali sfavorevoli e punizioni divine. La medicina dell'epoca non aveva fatto grandi passi avanti
rispetto ai tempi dell'impero romano, cos i medici, basandosi sulle conoscenze di Ippocrate e Galeno, i due pi
importanti medici dell'antichit, pensavano di poter guarire dalla peste eliminando dal corpo l'humus negativo,
tagliando una vena al paziente e facendone uscire del sangue; in realt, per, anche questo contribuiva al diffondersi
del contagio e soprattutto all'indebolimento del paziente, facilitandone la morte.
Gli uomini di fede ritenevano che la peste fosse stata mandata da Dio come punizione, perci organizzarono
preghiere collettive, processioni, movimenti quali i flagellanti. Ci contribu ad alimentare l'epidemia: tali eventi
collettivi si rivelarono un'ottima occasione per veicolare l'agente patogeno per via respiratoria.

Peste nera

Scoppio della peste e diffusione in Europa


L'area di origine della pandemia sembra esser stata quella regione dell'Asia centrale a cavallo del Pamir, dell'Altaj e
del Tannu-Tuva. La causa scatenante parrebbe esser stata la moria di roditori, in quelle regioni, dovuta alla scarsit
di cibo conseguente all'irrigidimento delle condizioni climatiche. In assenza di roditori, le pulci, vettori del bacillo
della peste, affamate, attaccarono anche l'uomo e gli altri mammiferi. Il tutto venne aggravato dal fatto che i rifiuti,
abbondanti ed a cielo aperto nelle citt medioevali, attrassero i roditori affamati, sia selvatici che domestici. Infine,
l'efficiente sistema di comunicazioni dell'impero mongolo propag il contagio in poco tempo da un capo all'altro del
continente asiatico, fino all'Europa che - geograficamente - altro non che una propaggine dell'Asia.
Nel 1338 o 1339 raggiunse le comunit afferenti alle Chiese orientali cristiane assire presso il lago Issyk-Kul,
nell'odierno Kirghizistan. Le prime testimonianze scritte circa l'epidemia sono state rinvenute proprio presso questo
lago, che costituiva una tappa obbligata sul cammino della Via della Seta. Nel 1345 si segnalarono i primi casi a
Sarai sul Volga meridionale ed in Crimea. Nel 1346 la peste fece le prime vittime ad Astrakhan. L'anno successivo il
morbo raggiunse i confini dell'Europa di allora. L'Orda d'Oro, guidata da Gan Bek, assediava Caffa (l'attuale
Feodosija o ), ricca colonia e scalo sulla via dell'oriente della Repubblica di Genova, nella penisola di
Crimea. La peste raggiunse la citt al seguito dell'Orda d'Oro: le cronache dell'epoca riportano (come ha scritto
Michel Balard sulla scorta della cronaca[1] anonima, ma attribuita a un certo frate francescano, Michele da Piazza[2])
che gli assedianti gettavano con le catapulte i cadaveri degli appestati entro le mura della citt. Gli abitanti di Caffa
avrebbero immediatamente gettato in mare i corpi, ma la peste comunque entr in citt in questo modo.
Una volta a Caffa, la peste fu introdotta nella vasta rete commerciale dei Genovesi, che si estendeva su tutto il
Mediterraneo. A bordo delle navi commerciali che partivano da Caffa nell'autunno del 1347 la peste giunse a
Costantinopoli, prima citt europea contagiata, e in seguito arriv a Messina e nel corso dei successivi tre anni
contagi tutta l'Europa fino alla Scandinavia e alla Polonia. L'Egitto trasmise la peste alla Nubia (Sudan) ed
all'Africa centrale. Le prime regioni europee ad esser contagiata furono gli Urali, il Caucaso, la Crimea, e la Turchia.
Gli equipaggi infetti delle navi trasportarono il contagio da Genova a Marsiglia, da dove la peste risal la valle del
Rodano verso nord. Dopo poco tempo raggiunse la Linguadoca e Montpellier, nell'agosto 1348 anche
Carcassonne, Bordeaux, Aix-en-Provence e Avignone, dove nei primi tre giorni del contagio morirono 1800
persone. All'epoca Avignone era la sede papale, ed una delle principali citt europee. La peste aveva raggiunto in
marzo Tolosa e in maggio Parigi. Anche Spagna, Marocco, Tunisia e Portogallo vennero contagiate via mare
dalle galee genovesi. Nel contempo, da Costantinopoli, la peste si trasmise alla Grecia, alla Bulgaria, alla
Romania ed in tutti i Balcani.
L'Italia venne contagiata da tre direzioni: dalla Sicilia venne contagiata tutta l'Italia Meridionale ed il Lazio. Da
Genova venne contagiata tutta la Lombardia, il Piemonte, la Svizzera. Da Venezia venne contagiato il Veneto,
l'Emilia-Romagna, la Toscana, l'Istria e la Dalmazia.
Dall'Asia centrale, la peste invase l'India e la Persia. Dalla Persia si rivers in Mesopotamia, Siria, Israele ed
Arabia. I cronisti arabi scrivono che quegli anni rappresentavano "Il periodo della distruzione". Attraverso l'antica
Via delle Spezie tutta la Penisola Arabica prima, l'Eritrea assieme all'Etiopia ed alla Somalia poi vennero
contagiate entro il 1349.
Da Venezia la peste, passando per il Brennero, raggiunse l'Austria: la morte nera comparve prima in Carinzia,
quindi in Stiria, ed infine Vienna. Vienna fu l'unica citt in cui ogni moribondo ricevette l'estrema unzione.
Dalla Francia settentrionale le direttrici del contagio furono verso l'Inghilterra Meridionale e verso il Belgio e
l'Olanda.
Dall'Inghilterra il contagio si diresse verso la Scozia, l'Irlanda e la Scandinavia.
Dall'Olanda e dall'Austria il contagio attanagli le valli del Reno e del Danubio, coinvolgendo Germania, Polonia,
Ungheria, Boemia.

Peste nera

Dalla Germania venne contagiata la Danimarca e dalla Danimarca venne esportata la peste alle sue dipendenze
d'oltremare, Islanda e Groenlandia.
Dalla Polonia l'epidemia penetr nei Paesi Baltici, in Finlandia ed in Russia (gi in parte raggiunta dall'epidemia
della Mongolia e dell'Ucraina).
Per limitare i rischi di contagio, dopo il 1347 le navi, sulle quali si sospettava la presenza di peste, venivano messe in
isolamento per 40 giorni (quarantena, dal francese "une quarantaine de jours"). La quarantena poteva impedire che
gli equipaggi mettessero piede a terra, ma non impediva che lo facessero i ratti, contribuendo cos alla diffusione
della malattia.

Conseguenze politiche della peste nera


Della minuta gente, e forse in gran parte della mezzana, era il ragguardamento di molto maggior miseria pieno; per ci che
essi, il pi o da speranza o da povert ritenuti nelle lor case, nelle lor vicinanze standosi, a migliaia per giorno infermavano;
e non essendo n serviti n atati d'alcuna cosa, quasi senza alcuna redenzione, tutti morivano. E assai n'erano che nella strada
pubblica o di d o di notte finivano, e molti, ancora che nelle case finissero, prima col puzzo de lor corpi corrotti che
altramenti facevano a' vicini sentire s esser morti; e di questi e degli altri che per tutto morivano, tutto pieno.
Era il pi da' vicini una medesima maniera servata, mossi non meno da tema che la corruzione de' morti non gli offendesse,
che da carit la quale avessero a' trapassati. Essi, e per s medesimi e con l'aiuto d'alcuni portatori, quando aver ne potevano,
traevano dalle lor case li corpi de'gi passati, e quegli davanti alli loro usci ponevano, dove, la mattina spezialmente,
n'avrebbe potuti veder senza numero chi fosse attorno andato: e quindi fatte venir bare, (e tali furono, che, per difetto di
quelle, sopra alcuna tavole) ne portavano.
N fu una bara sola quella che due o tre ne port insiememente, n avvenne pure una volta, ma se ne sarieno assai potute
annoverare di quelle che la moglie e 'l marito, di due o tre fratelli, o il padre e il figliuolo, o cos fattamente ne contenieno.
(Giovanni Boccaccio, Decameron)

Si calcola che la Peste nera uccise tra i 20 e i 25 milioni di persone, un terzo della popolazione europea dell'epoca.
Per le vittime in Asia e Africa mancano fonti certe. Le cifre devono venir considerate con prudenza, perch le
testimonianze dei contemporanei riportano numeri probabilmente esagerati, per esprimere il terrore e la crudelt di
questa pandemia. Per esempio, ad Avignone i cronisti dell'epoca stimarono fino a 125.000 morti, quando Avignone,
a quei tempi, non contava pi di 50.000 abitanti.
Pi delle cifre sono i destini individuali
a dare un'idea concreta delle
devastazioni della peste: Agnolo di
Tura, cronista senese, lamentava di non
trovare pi nessuno che seppellisse i
morti, e di aver dovuto seppellire con
le proprie mani i suoi cinque figli. John
Clyn, l'ultimo monaco ancora in vita in
un convento irlandese a Kilkenny,
metteva sulla carta, poco prima di
morire egli stesso di peste, la sua
speranza
che
all'epidemia
sopravvivesse almeno un uomo, che
potesse continuare la cronaca della
peste che egli aveva cominciato.
Giovanni Villani, cronista fiorentino,

Rappresentazione della peste bubbonica nella Bibbia di Toggenburg (1411)

Peste nera
venne stroncato dalla peste in maniera tanto repentina che la sua cronaca si interrompe a met di una frase. A
Venezia morirono 20 medici su 24, ad Amburgo 16 membri del consiglio cittadino su 20. A Londra morirono tutti i
mastri della corporazione dei sarti e dei cappellai. Un terzo dei notai di Francia mor, cos come un terzo dei
cardinali riuniti ad Avignone.
La Peste nera non colp tutta Europa con la stessa intensit: alcune (rare) zone rimasero quasi immuni dal contagio
(come alcune regioni della Polonia, il Belgio e Praga), altre invece furono quasi spopolate. In Italia la peste risparmi
Milano, mentre a Firenze uccise quattro quinti degli abitanti. In Germania invece, mentre il meridione venne
prevalentemente risparmiato, Amburgo, Brema e Colonia vennero colpite in maniera massiccia dall'epidemia. Gli
effetti sulla popolazione furono senz'altro pi gravi in Francia e in Italia che in Germania. In Scandinavia ebbe un
effetto disastroso; specialmente in Norvegia, dove la pandemia colp cos tanto la popolazione da lasciarla senza
sovrani. Fu in quel momento che i tre regni nordici: Danimarca, Norvegia e Svezia si unirono sotto la guida della
regina Margherita I di Danimarca.
Furono necessari alcuni secoli perch la popolazione europea ritornasse alla densit precedente la pandemia. David
Herlihy nota che il numero degli abitanti dell'Europa cess di calare solo nei primi decenni del XV secolo, e che nei
cinquant'anni successivi rimase stabile, per poi riprendere lentamente ad aumentare attorno al 1460.

I medici e la loro reazione


I medici dell'epoca rimasero disorientati di fronte a questo
fenomeno, per loro incomprensibile. Allora la formazione del
medico prevedeva una solida preparazione astrologica, che
impegnava la maggior parte del loro studio. Le teorie mediche
risalivano all'antichit, a Ippocrate e Galeno, secondo i quali le
malattie nascevano da una cattiva miscela (discrasia) dei quattro
umori del corpo: sangue, flemma, bile gialla e bile nera. L'idea
stessa del contagio era sconosciuta alla medicina galenica, e del
tutto impensabile la trasmissione di malattie da animale a uomo.
Si pensava piuttosto che dei "soffi pestiferi" avessero trasportato
la malattia dall'Asia all'Europa, oppure che la malattia fosse
causata da miasmi provenienti dall'interno della terra.
I consigli o regimi contro la peste, opere mediche che
mostravano come difendersi dal contagio, divennero quasi un
Il medico della peste, acquaforte di Paulus Frst 1656
genere letterario. In particolare il pi importante fu il Regimen
(da J. Columbina). Durante l'epidemia di peste del 1656, a
Sanitatis Salernitanum, documento scritto in latino in cui erano
Roma, i medici ritenevano che questo abbigliamento
proteggesse dal contagio. Indossavano un mantello cerato,
contenute tutte le competenze mediche del tempo. Si consigliava
una sorta di occhiali protettivi e guanti. Nel becco si
di tener aperte solo le finestre rivolte a nord, perch i venti da
trovavano sostanze aromatiche.
sud - caldi e umidi - erano considerati dannosi. Il sonno durante
il giorno era bandito, cos come il lavoro pesante. Secondo molti
la peste colpiva di preferenza le donne giovani e belle. E, in effetti, la peste contagiava con maggior facilit pi le
donne degli uomini, e pi i giovani che gli anziani.
Il medico Gentile da Foligno elabor la teoria del soffio pestifero: una congiunzione sfavorevole dei pianeti avrebbe
risucchiato l'aria dalla terra, aria che sarebbe ritornata sulla terra in forma di "soffio pestifero". La facolt di medicina
dell'Universit di Parigi, incaricata da Filippo IV di Francia di redigere una relazione sulle cause dell'epidemia, fece
propria questa tesi, e cos questa spiegazione assunse grande autorevolezza e venne tradotta in numerose lingue
europee.

Peste nera
Molti medici, di fronte alla peste, fuggivano. Se fuggivano erano considerati dei vigliacchi. Se restavano, erano
considerati interessati solamente al denaro. Riferisce il cronista Marchionne di Coppo Stefani: "Medici non se ne
trovavano, perocch moriano come gli altri; e quelli che si trovavano, volevano smisurato prezzo innanzi che
intrassero nella casa." In caso di peste, l'unico dovere del medico era di invitare l'ammalato a confessarsi. Il rimedio
cui i medici pi frequentemente ricorrevano erano fumigazioni con erbe aromatiche. Papa Clemente VI, per tutta la
durata dell'epidemia ad Avignone, rimase rinchiuso nei suoi appartamenti, dove erano accesi grandi fal. probabile
che in questo modo riusc realmente a sfuggire al contagio: il calore allontana le pulci.
A lungo termine la peste fece s che la medicina si emancipasse dalla tradizione galenica. Papa Clemente consent
che si sezionassero cadaveri, pur di scoprire le cause dalla malattia. La ricerca diretta sul corpo umano per mezzo di
studi anatomici ebbe un maggior impulso dopo la peste, un primo passo in direzione della medicina moderna e della
scienza empirica. Ma dovevano trascorrere quasi 200 anni prima che Girolamo Fracastoro (1483-1533) si
confrontasse in maniera pi sistematica con l'idea di contagio.

La peste e la societ medievale


Molti ritennero che la Peste fosse una punizione divina, e cercarono conforto nella religione. Movimenti religiosi
nacquero spontaneamente in conseguenza della peste, o nel timore dell'epidemia, e molti di essi sfidavano il
monopolio ecclesiastico sulla sfera spirituale. La vita quotidiana era segnata da rogatorie e processioni. I flagellanti
percorrevano le strade delle citt. Il culto di San Rocco, patrono degli appestati, divenne particolarmente intenso, e i
pellegrinaggi divennero pi frequenti. In molti luoghi sorsero chiese votive e altri monumenti, come le cosiddette
"colonne della peste", per la paura degli uomini e per il loro desiderio di essere liberati dal flagello.
Nella generale disperazione, vi furono altri che decisero di gustare ogni minuto, almeno il pensiero di esso.[3]
L'economia non poteva reggere l'urto dell'epidemia. La manodopera moriva, fuggiva, o non riusciva pi a svolgere il
proprio compito. Per molti non aveva pi senso coltivare i campi, se comunque la morte ben presto doveva
raggiungerli.

La persecuzione degli ebrei


L'autorit della Chiesa e dello Stato croll molto rapidamente, anche per l'inefficacia delle misure messe in campo
contro il contagio. Boccaccio, nel Decameron, annota: E in tanta afflizione e miseria della nostra citt era la
reverenda autorit delle leggi, cos divine come umane, quasi caduta e dissoluta tutta per li ministri e esecutori di
quelle, li quali, s come gli altri uomini, erano tutti o morti o infermi o s di famigli rimasi stremi, che uficio alcuno
non potean fare; per la qual cosa era a ciascun licito quanto a grado gli era d'adoperare.[4]
A soffrire maggiormente di questa perdita di autorit fu chi si trovava ai margini della societ medievale. Soprattutto
in Germania l'epidemia fu accompagnata da una gravissima persecuzione degli ebrei, probabilmente la pi grave fino
alla Shoah.
I pogrom ebbero inizio quando la popolazione esasperata individu negli ebrei i colpevoli della catastrofe. Le
autorit tentarono di arginare le violenze. Gi nel 1348 papa Clemente VI definiva "inconcepibili" le accuse che gli
ebrei diffondessero la peste avvelenando i pozzi, perch l'epidemia infuriava anche dove non c'erano ebrei, e laddove
vi erano ebrei, anch'essi finivano vittime del contagio.
Il papa invitava il clero a porre gli ebrei sotto la sua protezione. Clemente VI viet di uccidere ebrei senza processo e
di saccheggiare le loro case. Le bolle papali ebbero effetto solo ad Avignone, mentre altrove contribuirono ben poco
alla salvezza degli ebrei. Lo stesso vale per la regina Giovanna I di Napoli che, nel maggio 1348, aveva diminuito i
tributi dovutile dagli ebrei che vivevano nei suoi possedimenti provenzali, per compensare le perdite dovute ai
saccheggi subiti. Nel giugno dello stesso anno i funzionari reali vennero cacciati dalle citt della Provenza, fatto che
illustra la debolezza della tutela degli ebrei causata dalla perdita di autorit dei monarchi.

Peste nera
L'accusa che gli ebrei avvelenassero fonti e pozzi cominci a circolare agli inizi del 1348: in Savoia alcuni ebrei,
inquisiti, sotto tortura avevano ovviamente ammesso questo reato. La loro confessione si diffuse rapidamente in tutta
Europa, e scaten un'ondata di violenze, soprattutto in Alsazia, in Svizzera e in Germania. Il 9 gennaio 1349, a
Basilea, venne uccisa una parte degli ebrei che vi abitavano. Il consiglio cittadino della citt aveva allontanato i pi
agitati tra quelli che istigavano alla violenza, ma la popolazione si rivolt, costringendo gli amministratori a togliere
il bando e a cacciare gli ebrei. Una parte di loro venne rinchiusa in un edificio su di un'isola sul Reno, cui poi venne
dato fuoco. Anche a Strasburgo il governo cittadino aveva tentato di proteggere gli ebrei, ma venne esautorato dalle
corporazioni. Il nuovo governo si mostr tollerante verso l'annunciato massacro, che ebbe luogo nel febbraio 1349,
quando la peste ancora non aveva raggiunto la citt. Vennero uccisi 900 ebrei, sui 1884 residenti a Strasburgo.
Si discute sul ruolo dei flagellanti nei pogrom. Si riteneva che, ancora prima dell'arrivo della peste, essi avessero
istigato la popolazione contro gli ebrei in citt come Friburgo, Colonia, Augusta, Norimberga, Knigsberg e
Ratisbona. La ricerca pi recente per del parere che i flagellanti siano stati una "comoda giustificazione"
(Haverkamp).
Nel marzo 1349, 400 ebrei di Worms preferirono appiccare il fuoco alle loro case e morirvi che finire nelle mani
della folla in rivolta. Lo stesso fecero in luglio agli ebrei di Francoforte. A Magonza gli ebrei si difesero, e uccisero
200 dei cittadini che li stavano attaccando. Ma alla fine anche a Magonza, che all'epoca era la pi grande comunit
ebraica d'Europa, gli ebrei si suicidarono incendiando le proprie case. I pogrom proseguirono sino alla fine del 1349.
Gli ultimi ebbero luogo ad Anversa e Bruxelles. Quando la peste cess, ben pochi ebrei erano rimasti in vita tra
Germania e Paesi Bassi.

Conseguenze a lungo termine della peste nera


La peste nera provoc un mutamento profondo nella societ dell'Europa medievale. Come ha dimostrato David
Herlihy, dopo il 1348 non fu pi possibile mantenere i modelli culturali del XIII secolo. Le gravissime perdite in vite
umane causarono una ristrutturazione della societ che, a lungo termine, avrebbe avuto effetti positivi. Herlihy
definisce la peste "l'ora degli uomini nuovi": il crollo demografico rese possibile ad una percentuale significativa
della popolazione la disponibilit di terreni agricoli e di posti di lavoro remunerativi. I terreni meno redditizi vennero
abbandonati, il che, in alcune zone, comport l'abbandono di interi villaggi. Le corporazioni ammisero nuovi
membri, cui prima si negava l'iscrizione. I fitti agricoli crollarono, mentre le retribuzioni nelle citt aumentarono
sensibilmente. Per questo un gran numero di persone godette, dopo la peste, di un benessere che in precedenza era
irraggiungibile.
L'aumento del costo della manodopera favor un'accentuata meccanizzazione del lavoro. Cos il tardo Medioevo
divenne un'epoca di notevoli innovazioni tecniche. David Herlihy cita l'esempio della stampa. Fino a quando i
compensi degli amanuensi erano rimasti bassi, la copia a mano era una soluzione soddisfacente per la riproduzione
delle opere. L'aumento del costo del lavoro diede il via a una serie di esperimenti che sfoci nell'invenzione della
stampa a caratteri mobili di Gutenberg. Sempre Herlihy ritiene che l'evoluzione della tecnica delle armi da fuoco sia
da ricondurre alla carenza di soldati.
La Chiesa, cui moltissime vittime dell'epidemia avevano lasciato in eredit i loro beni, usc dalla peste nera pi ricca,
ma anche meno popolare di prima. Non era riuscita a dare una risposta soddisfacente al perch Dio avesse messo alla
prova l'umanit in maniera tanto dura, n era riuscita ad essere vicina al proprio gregge, quando questo ne aveva
maggior bisogno. Il movimento dei flagellanti aveva messo in discussione l'autorit della Chiesa. Anche dopo che
questo movimento tramont, molti cercarono Dio in sette mistiche e in movimenti di riforma, che alla fine
distrussero l'unit spirituale dei cristiani.
Secondo alcuni storici della cultura, tra cui in particolare Egon Friedell, la peste nera caus la crisi delle concezioni
medievali di uomo e di universo, scuotendo le certezze della fede che avevano dominato fino ad allora, e vede un
rapporto causale diretto tra la catastrofe della peste nera e il Rinascimento.

Peste nera

Il ritorno della peste nei secoli successivi


Si ritiene che lo stesso agente patogeno del 1348 sia responsabile delle periodiche epidemie scoppiate in Europa, con
vari gradi di intensit e mortalit, ad ogni generazione fino al XVIII secolo. Tra queste, la peste del 1576-1577
(cosiddetta Peste di San Carlo) e soprattutto la terribile peste del 1630 abbattutasi nel Nord Italia ed immortalata da
Alessandro Manzoni ne I Promessi sposi. Da ricordare pure la grande peste di Londra del 1665-1666 e quella di
Vienna del 1679. La peste di Marsiglia del 1720-1722 invece considerata di origine vicino-orientale.
In una recente ricerca scientifica, che ha utilizzato nuove tecniche, gli scienziati Hendrik Poinar, Kirsti Bos e
Johannes Krause hanno provato che fu una variante della Yersinia pestis, ormai estinta, a causare la prima epidemia
tra il 1347 e il 1353.

Note
[1] Historia, quae fratris Michaelis de Placea siculi, ordinis sancti Francisci, nomine circumfertur. Cfr. Raffaele Starrabba, Scritti inediti o rari
di Antonino Amico, Palermo 1891, p. 307.
[2] Pubblicata per la prima volta da Rosario Gregorio nel 1791 con il titolo di Historia Sicula.
[3] Matteo Villani; Cronica di Matteo Villani, I, cap. 4
[4] Giovanni Boccaccio; Decameron.

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Voci correlate

Abito del medico della peste


Crisi del XIV secolo
Alexandre Yersin
Grande carestia del 1315-1317
Patologia
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