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Avrei voluto essere un Transformer

O Metatron
L’angelo a cui tendevi la pallida spirale dei sogni
Tentando di stiracchiare
La cruna dell’ago che non lascia passare
Perché troppo spesso per sorridere
Mi basta il sole
Mentre al buio, se non toccata
Mi muovo.

Ci sono immutabili graffi, tracciare il profilo


Con la punta delle dita concilia speranze
I consigli dei vecchi valgono come i denti rimasti
A masticare la fame di tutti i biscotti di ieri,
ci sono sussurri che restano
impigliati tra gli occhi e il tuo odore,
quello morbido e dolce.

Ma tutta questa gioia incubata


Indisturbata
Placide nuvole vanno verso il mare e tutta questa gioia
Incartata come le rosse scarpe delle ragazze per bene
O i compleanni
Imbarazzata come quando mi guardi
Chinata
E mi sfiori la pancia.

Regalami il bianco sporco delle uova appena raccolte


Dalla merda dei pollai
E spingimi verso
Le placide nuvole tagliano il vento
E i capelli stirati delle ragazze che mi fanno arrossire.

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