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In questa dolcissima canzone, che un vero e proprio inno alla maternit, "Maria diventa l'emblema di tutte le donne (di

i tutte le madri), che De Andr comprende e insieme compiange" (L. Nissim: in Fabrizio De Andr. Accordi eretici, EuresisEdizioni, Milano 1997, p. 126), perch - nota De Andr - la maternit continua dopo il parto e dura in fondo, seppur sotto forme diverse, per tutta la vita (femmine un giorno e poi madri per sempre). Vi qui una visione tutta umana e terrena della Vergine; ma tale riduzione pu essere anche letta al contrario: l'assimilazione di Maria agli umani equivale al loro innalzamento verso un senso e un valore che trascendono la pura dimensione terrena. Anche se De Andr, in molte delle sue canzoni, sembra (ed , in fondo) ancorato alla quotidianit, non bisogna dimenticare che una volta, parlando di suo padre durante un'intervista (trasmessa in replica il 16 gennaio 1999 su Rai Due), ebbe a dichiarare: "In questo momento siamo di nuovo al sogno, al desiderio irrealizzabile, all'utopia. Ma sicuramente, in qualsiasi luogo, in qualsiasi momento, [vorrei] reincontrare mio padre". In De Andr vi dunque un sentimento religioso, ma vissuto - se cos si pu dire - in modo anarchico, fuori dagli schemi di ogni religione positiva; un sentimento in cui umano e divino si compenetrano, senza per identificarsi (non per nulla, per le possibilit metafisiche, De Andr parla di "utopia").

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