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Avvenire 12/27/2011

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MARTED 27 DICEMBRE 2011

I SEMI DEL FUTURO


DAL NOSTRO INVIATO A LOM PAOLO M. ALFIERI

Le future mamme in attesa dellecografia nellospedale di Amadahome. Il centro si trova a venti chilometri da Lom Sopra, David, lultimo bambino nato nel centro di Amadahome (foto P.M.Al.)

punto di riferimento
Lospedale di Amadahome stata inaugurata a febbraio. gestita dalle suore di Notre Dame de la Trinit sostenute dal Gruppo Cariparma Crdit Agricole. Offre visite, vaccinazioni e test per lHiv

a un giorno di vita, il piccolo David, e ti fissa con gli occhi sgranati, ancora frastornato dalla sua venuta al mondo. Poi si attacca al seno di sua madre e, placido, si fa nutrire e cullare. Fosse nato appena otto mesi fa, David, non sarebbe l dove lo stiamo osservando. Il centro sanitario di Amadahome, a una ventina di minuti dal centro della capitale togolese Lom, ha aperto i battenti solo a febbraio. Dire che se ne sentisse il bisogno, in una zona in cui evidente la penuria di servizi sanitari di base, poco. Come facevano prima le donne incinte? Dovevano camminare per chilometri per raggiungere il centro pi vicino, oppure, nella stragrande maggioranza dei casi, partorivano in casa con metodi inadeguati, sottolineano i responsabili del centro. Da febbraio sono 144 i bambini nati qui. David, ultimo arrivato, il numero 145. Molte di pi, nellarco di questi primi mesi, sono state le visite pre-natali, le vaccinazioni per uomini e donne, i test per lHiv, le ecografie, assicurate da uno staff di dodici persone. A guidarlo, limpegno delle suore di Notre Dame de la Trinit, congregazione di cui fanno parte 66 religiose, sostenute dal Gruppo Cariparma Crdit Agricole, che ha provveduto ai fondi per la costruzione e lequipaggiamento del dispensario ed impegnato dal 2005 con progetti in campo educativo e sanitario. Perch qui in Togo lo Stato fa quel che pu (se pu e, soprattutto, se vuole) ma spesso il sostegno a una popolazione che per il 70% vive di agricoltura di sussistenza affidato a religiosi, Ong internazionali, donatori privati e poco altro. Non ha petrolio, il Togo, non sulle mappe delle grandi multinazionali. una lunga striscia di terra incastonata nel Golfo di Guinea che si affida a caff, cotone e cacao, prodotti ormai in balia dei mercati speculativi delle materie prime. Come in molte citt africane, lungo le strade di Lom tutto un accatastarsi di banchetti con merce di ogni tipo. C chi vende piccoli oggetti di artigianato, stoffe variopinte, scarpe, semi o anche solo delle arachidi in bottiglie di vetro. Chi non ha a disposizione un pezzo di terra da coltivare a questo piccolo commercio che deve affidare la speranza del suo pasto quotidiano. Le baracche fatiscenti ammassate luna sullaltra, i tegami con cui allesterno si cucina o si fa bollire lacqua, raccontano di una vita di estrema precariet. Le carreggiate sono il regno di centinaia di motorette smarmittate che fanno impazzire gli automobilisti e si fermano a far rifornimento da ragazzini che si improvvisano benzinai con qualche bottiglia di carburante trafugato al mercato nero. Lavoro, Libert, Patria il motto inciso sullo stemma togolese. E se il lavoro quel che , anche la libert non se la passa benissimo. Sia il partito al governo che lopposizione sono immobili e la stampa, senza grandi mezzi, non ha la possibilit di raccontare le cose come stanno lopinione di un funzionario locale che chiede lanonimato . Il popolo vive in una situazione di miseria estrema, ma ora sta nascendo una grande spinta verso il cambiamento. Per strada la presenza dei militari e delle forze di sicurezza abbastanza discreta, se si pensa che per il Togo gli osserva-

Togo, il centro sanitario che fa nascere la speranza


Assistenza e un parto sicuro per le mamme e i bambini
tori parlano di autoritarismo, pur dalle sembianze democratiche. Perch vero che Faure Gnassingb stato formalmente eletto nel maggio 2005 con una valanga di voti. Ma sia quelle elezioni che il golpe militare con il quale aveva preso il potere tre mesi prima, alla morte del padre Gnassingb Eyadma dominus del Togo per 38 anni sono tuttaltro che un modello di democrazia. Non mancarono, allepoca, manifestazioni popolari con-

Prima le donne mettevano al mondo i figli in condizioni precarie o facevano chilometri a piedi per trovare aiuto. Il Paese estremamente povero, afflitto da una democrazia di facciata La Chiesa in prima linea accanto alla popolazione. E la Messa una vera festa

tro la dinastia al potere, ma furono presto soffocate nel sangue. Meno tese le presidenziali rivinte da Faure nel 2010, ma tuttora listituto americano Freedom House cataloga il Togo come Paese solo parzialmente libero. Eppure la situazione dal punto di vista politico e della libert dei media sta migliorando lopinione di monsignor Philippe Kpodzro, arcivescovo emerito di Lom . Il totalitarismo di un tempo sta lasciando spazio a mag-

LA NAZIONE
Tra gli ultimi nella lista Onu: aspettativa di vita di 57 anni Il Togo, colonia francese fino al 1960, occupa il 162esimo posto nellIndice di sviluppo umano stilato dalle Nazioni Unite. Affacciato sul Golfo di Guinea, nellOvest del continente africano, conta poco pi di 6 milioni di abitanti (i cattolici sono circa il 30%). Laspettativa di vita di appena 57 anni, anche a causa di un tasso di mortalit infantile che sfiora il 10%. Le risorse allocate dal governo sono marginali sia nel settore della sanit che nelleducazione: ben il 40% della popolazione analfabeta. Sette togolesi su dieci vivono di agricoltura, spesso limitata alla sussistenza, tanto che la malnutrizione intorno al 30%. Le prospettive economiche del Paese restano scarse, anche a causa del declino della produzione di cotone e per i ridotti investimenti nel settore dei fosfati, principale risorsa mineraria del Paese. (P .M.Al.)
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Un mercato vicino ad Atakpame. Il Togo vive per il 70% di agricoltura di sussistenza (foto P .M.Al.)

giore libert. Cruciale la lotta allanalfabetismo, grazie alla quale il Paese pu prendere coscienza di s. Per questo la Chiesa ha voluto essere in prima linea in campo educativo. A Lom i politici locali li vedi alla Messa della domenica mattina nella chiesa di San Francesco. Alle 8, quando il coro gi intona il canto dingresso, arrivano gli ultimi alti dignitari dello Stato. Farsi vedere in chiesa, evidentemente, serve. E forse non un caso se il sacerdote durante lomelia esorta a rifuggire il culto della personalit e del denaro. La funzione, di per s, una vera e propria festa delleucaristia. Non c passaggio chiave che non sia sottolineato dalla musica, garantita da una piccola banda di ottoni accompagnata da tastiere e batteria. Loffertorio dura un quarto dora: a turni uomini e donne, vestiti nei loro abiti migliori, sono invitati davanti allaltare a depositare le offerte a seconda del giorno della settimana in cui sono nati. Quanto raccolto andr ai pi poveri tra i poveri e cos sono pochissimi quelli che restano al loro posto. Sono sanit e istruzione, oltre alla stessa sussistenza, i settori in cui c pi bisogno. Lo Stato dovrebbe farsi carico almeno delle cure durgenza sottolinea suor Stella Matutina dAlmeida, che dopo gli studi di Medicina in Italia ora lavora qui da chirurgo in un ospedale regionale . In chirurgia abbiamo moltissimi casi di ernia perch per la maggior parte i nostri pazienti sono contadini, nei bambini sono molti i casi di perforazioni intestinali da tifo. E per quanto riguarda listruzione, vero che le scuole elementari sono gratuite ma molti genitori fanno fatica a comprare i libri o i quaderni. Una povert immensa, dunque, ma a Natale i genitori fanno grandi sforzi per soddisfare almeno in questo giorno i desideri dei bambini. Qui i regali possibili sono un vestito nuovo realizzato a mano, un paio di scarpe e un pasto sufficiente per nutrirsi sottolinea ancora monsignor Kpodzro . Giocattoli i bambini non ne chiedono nemmeno, perch si guarda ai bisogni primari. In mezzo a tante necessit non si fatica a credere che strutture come il centro sanitario di Amadahome diventino subito punti di riferimento per migliaia di persone. La zona, peraltro, in piena espansione: Tra due o tre anni il bacino dutenza sar molto maggiore conferma suor Stella per cui le necessit aumenteranno. D speranza, per, lesistenza di un luogo sicuro al quale affidare la nascita del proprio figlio. Te lo conferma la lunga fila di donne che attendono, pazienti, per lecografia. Sono una ventina, in gran parte molto giovani e dai bei lineamenti. Poche settimane ancora e per le mamme sar tempo di partorire. Nuovi David sono pronti a venire al mondo per farsi cullare dal loro abbraccio.
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DAL NOSTRO INVIATO AD ATAKPAME (TOGO)

lincontro
lementare allultimo anno delle superiori. Per arrivarci abbiamo percorso oltre due ore di strada da Lom, immergendoci in una realt rurale che ha mantenuto sembianze da epoca precoloniale. I villaggi attraversati sono piccoli agglomerati di capanne o di costruzioni malandate tirate su con mattoni cotti al sole e il tetto di paglia. Ogni tanto un torrente dove donne e bambini seminudi riempiono dacqua grossi recipienti che poi trasportano in bilico sulla testa. lAfrica nera, lAfrica vera. Con le sue strade acciden-

l regalo pi bello per un giovane dargli la possibilit di studiare. Suor Christine Marie Franck, madre superiora della congregazione Notre Dame de la Trinit, non ha dubbi su quanto cruciale sia per i ragazzi affacciarsi alla vita con una formazione adeguata. Qui ad Atakpame, nel cuore di un Paese in cui buona parte dei bambini si ferma alla licenza elementare obbligatoria, c un istituto che da 50 anni offre concrete speranze di sviluppo. il complesso Notre Dame de Afrique, frequentato da 580 giovani divisi in classi che vanno dalla prima e-

Quella scuola modello fra villaggi di capanne


tate che bucano la vegetazione e quellasfalto che spesso si apre in grosse voragini, tanto che non raro vedere ai margini della carreggiata carcasse di auto e camion rovesciati e lasciate ad arrugginire. Notre Dame de Afrique un faro di opportunit affacciato su una realt di povert estrema. I giovani che lo frequentano vengono dallintero circondario e non mancano studenti originari dei Paesi vicini. Per 55 ragazze c anche la possibilit di un alloggio. Al mattino le lezioni iniziano alle 7, con il sole gi alto che punta verso i 30 gradi. I ragazzi indossano orgogliosi le loro uniformi, camicia bianca e gonna o pantaloni beige. Ci tengono a presentare il frutto del loro impegno e allora con gli insegnanti li seguiamo a cimentarsi in una sorta di saggio. C il laboratorio di scienze, dove uno di loro si mette al lavoro al microscopio mentre un altro si destreggia con acidi e soluzioni. C laula di informatica, con una ventina di pc, e non manca un campo sportivo per il calcio e il basket, tutte strutture realizzate grazie al Gruppo Cariparma.

Listituto Notre Dame de Afrique, con aule di informatica e scienze, accoglie 580 studenti Il nostro sogno? Iscriverci alluniversit
Le attivit didattiche sono coordinate dalla direttrice suor Fidelia Dotsey, esempio di infaticabile impegno e passione. Studiano tanto, pi che nelle scuole di citt e i loro buoni risultati ci danno gioia, sottolinea. Sono svegli, questi ragazzi, e lo vedi dalle ri-

sposte che danno, dagli interventi in classe, dal fatto di avere ben presente che ci di cui possono usufruire un miraggio per la maggioranza dei loro coetanei. Ma cosa vogliono, quali sono i loro desideri, cosa chiederebbero, se potessero, ai loro governanti? Infrastrutture, investimenti sulla formazione per avere spazi e strumenti adeguati, collegamenti a Internet per approfondire e confrontarsi con altri Paesi, sono le risposte pi ricorrenti. Quasi tutti, poi, vorrebbero frequentare luniversit una volta terminato il col-

legio, ma un privilegio che molti non potranno permettersi. Sono curiosi del mondo, futura classe dirigente di un Paese che ha bisogno della loro preparazione. Non un caso se addirittura quattro componenti dellattuale governo provengono dalla nostra scuola, sottolinea suor Fidelia. Siamo impegnati qui perch il Togo tra i Paesi di maggiore emergenza e tramite lAssociazione Mondo Nuovo avevamo la certezza che i fondi sarebbero andati a buon fine spiega Franco Duc, direttore della co-

municazione del Gruppo Cariparma Dal 2005 sosteniamo 160 bambini e ragazzi e a distanza di qualche anno possiamo vedere i frutti di questi sforzi. Alla sera il vociare delle studentesse che alloggiano qui si fa spazio nel mezzo della folta vegetazione che circonda listituto. Alcune ripassano una lezione per il giorno dopo, altre cantano in cerchio. Dopo aver trascorso il Natale a casa, con le loro famiglie, torneranno per un anno scolastico da finire. In quel tratto della vita in cui dubbi e aspettative, incertezze e speranze danzano insieme prima dellet adulta. Paolo M. Alfieri
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