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ACCELERARE il METABOLISMO

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ACCELERARE il METABOLISMO

Autori Redazione BenessereVillage.it

Editore Edizioni BenessereVillage.it

Sito internet
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ATTENZIONE: questo ebook contiene i dati criptati al fine di un riconoscimento in caso di pirateria. Tutti i diritti sono riservati a norma di legge. Nessuna parte di questo libro pu essere riprodotta con alcun mezzo senza lautorizzazione scritta dellAutore e dellEditore. espressamente vietato trasmettere ad altri il presente libro, n in formato cartaceo n elettronico, n per denaro n a titolo gratuito. Le strategie riportate in questo libro sono frutto di anni di studi e specializzazioni, quindi non garantito il raggiungimento dei medesimi risultati di crescita personale o professionale. Il lettore si assume piena responsabilit delle proprie scelte, consapevole dei rischi connessi a qualsiasi forma di esercizio. Il libro ha esclusivamente scopo formativo e non sostituisce alcun tipo di trattamento medico o psicologico. Se sospetti o sei a conoscenza di avere dei problemi o disturbi fisici o psicologici dovrai affidarti a un appropriato trattamento medico.

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Le 4 cause del sovrappeso
La leggenda delle calorie: perch cos facile prendere peso? DNA e cause genetiche: tra realt e aspirazioni scientifiche. Le condizioni e circostanze ambientali dannose per il girovita. Altre cause del sovrappeso e metabolismo lento.. I carboidrati che accelerano il metabolismo.

Le alterazioni insospettabili del metabolismo


Le intossicazioni croniche che zavorrano il metabolismo Come limitare le tossine nel carrello della spesa Perch lo stress blocca il metabolismo e fa crescere la pancia? La disbiosi e un intestino pigro, alleati nellostruire un buon metabolismo Le intolleranze alimentari che gonfiano e come riconoscerle

Le implicazioni del sovrappeso sulla salute


La rilevanza dei chili di troppo su cardiopatie e ictus. Diabesit, l'epidemia degli ultimi venti anni. Correlazione tra forma fisica e diversi tipi di tumori. Il grande male del sovrappeso: la depressione. Difficolt motorie e articolazioni appesantite dal troppo peso. La lenta e spietata spirale della sindrome metabolica.

Le buone usanze per dimagrire automaticamente


Una colazione da r: varia, immancabile e gustosa Prendersi il giusto tempo dopo cena prima di dormire Nessuna dieta: ben cinque pasti al giorno Piatti freschi e gustosi al posto di scatolette e precotti Pausa pranzo non solo a lavoro e non solo a pranzo Una vita piena, leggera, divertente non ha bisogno di nessuna dieta Se fai questi sport avrai un metabolismo da campione

La realt su calorie,esercizio fisico e metabolismo


Il mito delle calorie adattato e riutilizzato per il metabolismo Perch esistono calorie e calorie? e quali accelerano il metabolismo? Sport e divertimento per asciugarsi e bruciare il doppio.

Servirsi della dieta per accelerare il metabolismo


Piccola descrizione dei processi del metabolismo. La nutrigenomica e il vero ruolo dei geni su sovrappeso e metabolismo. Una alimentazione naturale per bilanciare geni e ormoni.

Diet review: quali di queste diete pro-metabolismo?


La Dieta Dukan - La Dieta a Zona - La Dieta Mediterranea - La Dieta dellIndice Glicemico - La Dieta Paleolitica - La Dieta Ormonale o Hormone Diet

Conclusioni
La bussola per accelerare il metabolismo http://www.BenessereVillage.it
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Le 4 cause del sovrappeso: La leggenda delle calorie: perch cos facile prendere peso?
Le statistiche sono impressionanti: nel 2008, secondo lOMS, 1,5 miliardi di individui nel mondo erano in sovrappeso, 200 milioni di uomini e 300 milioni di donne erano obese. Il fenomeno, negli anni, sta dilagando anche nei paesi a reddito medio e bassi, divenendo cos unepidemia mondiale. In particolare, suscita molta preoccupazione lobesit infantile: 43 milioni di bambini sotto i 5 anni, nel 2010, risultavano essere in sovrappeso. Lallarme per i bambini ancora pi elevato perch, come sappiamo, i bambini obesi diventano quasi sempre adulti obesi. In Italia la situazione non differente. Dal 2001 al 2009, sovrappeso e obesit tra gli italiani sono aumentati dal 33,9% al 36,1%. I problemi di peso sono pi diffusi tra gli uomini: 45,2%, che tra le donne: 27,7%. A livello territoriale si osserva che la condizione di sovrappeso e obesit pi diffusa nel Sud (50,9%), in particolare in Molise (51,6%), Campania (51,8%) e Calabria (51,4%). Essere in sovrappeso o obesi per lungo tempo comporta oltre a difficolt fisiche e psicologiche, anche la necessit di sostenere delle spese extra in diete e non solo. Con il passare degli anni, infatti, possono subentrare dei problemi di salute che comportano a loro volta ulteriori spese in esami e cure mediche. Le patologie pi diffuse legate allobesit sono: malattie cardiovascolari, diabete, sindrome metabolica, certi tipi di tumori, depressione, ictus e altre che vedremo meglio nel capitolo che segue.

Tabella 1: per verificare il tuo Indice di Massa Corporea unisci con un righello altezza e peso segnando il punto in cui il righello incontra l'asse centrale. Potrai cos osservare la tua fascia di appartenenza.

Il Ministero della Sanit a pi riprese ha lanciato lallarme obesit ed


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quotidianamente impegnato nel contrastare tale fenomeno. Da ultimo si pronunciato lex ministro Fazio che il 27 ottobre 2011 dichiarava: Il 38% dei nostri bambini passa pi di 3 ore davanti alla televisione o i videogiochi. Si registra il 35% tra obesit e sovrappeso (12% obesit, 23% di sovrappeso) nei bambini dai 5 ai 17 anni. molto. Noi dobbiamo contrastare questa tendenza con un'azione in gran parte fatta in collaborazione con il ministero della Pubblica Istruzione. Quindi, educazione nelle scuole, inserimento nei programmi scolastici dell'insegnamento di elementi di sana alimentazione, e l'aumento dell'attivit fisica. Dovremmo probabilmente prevedere anche infrastrutture migliori per le nostre scuole. Tutto questo oggetto non solo di attenzione, ma anche di attivit molto intense da parte dei due ministeri. Sono passati diversi mesi, c' un altro governo, e lallarme solamente diventato pi urgente poich i casi di sovrappeso e obesit stanno letteralmente lievitando. Certo, non esistono, allo stato attuale della medicina, delle soluzioni semplici e definitive, ma nuove strade sono state aperte con pi recenti ritrovati a disposizione di tutti. E altre novit stanno per uscire. Giornalmente la scienza sta lavorando, con attivit di ricerca, per determinare in maniera definitiva le ragioni di questa epidemia e allo stesso tempo dare delle risposte che riescano una volta per tutte ad arginare il dilagare del problema. Molte diete di moda in questi ultimissimi anni pongono al centro del problema ragioni genetiche, ormonali, contribuendo cos a spostare lattenzione dalla semplice alimentazione e dallo stile di vita sedentario, a cause pi complesse, sconosciute fino a pochi anni fa. In effetti proprio cos. Ed tutto vero. Come avremo modo di scoprire in seguito, esistono ricerche scientifiche che comprovano lesistenza di fattori genetici che predispongono a malattie metaboliche e quindi al sovrappeso. In ogni caso, se da un lato, oggi, dobbiamo inevitabilmente aggiungere anche questi fattori per mettere bene a fuoco il problema, unalimentazione non equilibrata e lassenza di attivit sportiva, o quanto meno la sedentariet, rimangono le cause principali che determinano un aumento considerevole delladiposit in un individuo. La presenza capillare sul mercato di cibi pronti e lavorati ad arte dalluomo, facilmente reperibili in un qualsiasi
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supermercato, pieni di grassi e che poco hanno a che fare con ingredienti naturali, rimane senza dubbio un cardine su cui si poggia l'ingrassamento corporeo. Lo stile di vita moderno rappresenta un altro ostacolo per avere e mantenere il giusto peso. Pranzare quasi ogni giorno della settimana fuori casa, uscire spesso a cena con amici, famiglia e parenti contribuisce a tenere vivi i rapporti sociali, non certo a salvaguardare il giro-vita! La scarsa attivit fisica che svolgiamo, sia in termini di sport o fitness, ma anche in termini di gesti quotidiani una causa ulteriore del sovrappeso. Basta pensare allabuso che facciamo di auto o moto, alluso per ore dei computer, che comportano lo stare seduti gran parte della giornata lavorativa, alle comodit che fino a pochi anni fa non esistevano (telecomando, telefono cellulare, elettrodomestici, spazzolino elettrico), per capire quante meno calorie consumiamo giornalmente rispetto ai nostri genitori. Esistono inoltre fattori "ambientali" che possono contribuire a determinare un eccesso di peso. Ci riferiamo allo stato sociale, alla citt, al paese o anche al quartiere in cui si abita. Statisticamente meno si benestanti e pi si in sovrappeso. I dati sono chiari, vedi la tabella 2 che segue. Al sud, la percentuale di individui in sovrappeso cresce esponenzialmente rispetto al nord dItalia.

Tabella 2: distribuzione geografica dellobesit. Fonte 65 Convegno nazionale della Federazione Italiana dei Medici di Famiglia 2009.

Anche linfluenza dei genitori sui propri bambini ricopre un ruolo fondamentale: statisticamente i figli di persone obese hanno maggiore probabilit di essere a loro volta obesi da grandi. Le amicizie e le frequentazioni giocano un ruolo primario, soprattutto in giovane et. Non possono poi non essere richiamate anche cause di tipo personale che a loro
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volta contribuiscono, e non poco, nel determinare il peso di un individuo. Ci riferiamo a un periodo di particolare stress dovuto per esempio a una separazione o alla perdita del proprio posto di lavoro. Un gap deficitario in termini di ore di sonno, se prolungato comporta delle alterazioni dellequilibrio ormonale che possono portare ad aumentare i propri chili. In parole semplici il peso di una persona determinato dallequazione tra le calorie assimilate con lalimentazione e quelle consumate impegnandosi nelle attivit di tutti i giorni e facendo sport. Per anni i nutrizionisti, i medici e i regimi dietetici reclamizzati ci hanno sempre e solo detto che se, tramite lalimentazione, creiamo un surplus calorico aumentiamo di peso. Mentre se, con una dieta equilibrata e ipocalorica accompagnata da attivit fisica, creiamo un deficit calorico, allora leffetto non pu essere che perdere peso. L'equazione oggi , in parte, superata come cercheremo di dimostrare in questo lavoro, esaminando i differenti punti di vista e le soluzioni delle diete pi seguite, quelle che stanno avendo maggior successo negli ultimi due anni. Sovente leconomia dimpresa spinge la societ che commercializza una dieta, e con loro anche i medici i cui nomi spesso si identificano con il nuovo regime dietetico, a dover manipolare in parte la verit per poter far clamore sul mercato e conquistare finalmente un numero enorme di clienti. Pertanto, nel cercare di far chiarezza, non ci fermeremo ad analizzare le soluzioni proposte dal mercato, ma andremo oltre fino ad esaminare ci che un numero di scienziati e medici hanno scoperto ultimamente nei loro rispettivi laboratori. Cercheremo quindi di confrontare lanima commerciale con quella scientifica. E proveremo a prospettare una visione pi cristallina delle cause e delle soluzioni al problema del sovrappeso e dellobesit avendo, ovviamente, un occhio di riguardo per il metabolismo. Lequazione delle calorie oggigiorno non pi sufficiente a spiegare il problema. Nuovi fattori, come i geni e lambiente, contribuiscono ad accrescere il problema influenzando direttamente il nostro peso. Il metabolismo stesso (inteso come la capacit di ossidare i grassi ingeriti con lalimentazione), cos come i cibi di cui ci si nutre, determinano, a loro volta, la nostra tendenza a mettere su chili di tessuto
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adiposo. Questi e tanti altri fattori, che esamineremo, interagiscono fra di loro dalla nascita di ciascuno di noi, anzi gi prima della nascita con lalimentazione della futura mamma. E continuano ad interagire per tutta la vita. Tutti insieme poi, determinano il peso corporeo di una persona. essenziale alla sopravvivenza. Secondo l'ideologia del genotipo risparmiatore quindi, luomo avrebbe elaborato meccanismi complessi di regolazione del proprio bilancio energetico deputandolo geneticamente, per scopi di sopravvivenza, al risparmio sotto forma di grasso. Da qui la facilit genetica di mettere su peso, che sarebbe diventata epidemica in et moderna, in concomitanza con labbondanza di cibo e parimenti la sedentariet dellindividuo. La teoria del genotipo risparmiatore si basa, per farla breve, su tre assunti che la supportano: 1. le carestie sono state comuni nella storia dellessere umano; 2. le carestie hanno causato problemi di deprivazione alimentare e conseguente aumento significativo della mortalit nella popolazione; 3. le persone che hanno accumulato tessuto adiposo hanno proporzionalmente maggiore possibilit di sopravvivere durante i periodi di carestia. A Speakman, ricercatore delluniversit di Aberdeen in Scozia, si deve principalmente la critica costruttiva a tale teoria del genotipo risparmiatore. Speakman identifica ben cinque punti
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DNA e cause genetiche: tra realt e aspirazioni scientifiche.


Per diversi anni si cercato di spiegare il fenomeno del sovrappeso con la teoria del genotipo risparmiatore proposta da Neel. Una tesi che per ora fa acqua da diverse parti, ma soprattutto risulta limitata nel voler spiegare universalmente le causa dellaumento di peso delluomo moderno, senza tener presente la specificit di ciascun organismo. Storicamente labbondanza sempre stata una delle aspirazioni pi alte delluomo. Basti pensare allantichit, epoca caratterizzata da carestie e malattie, nella quale troviamo, quasi in tutte le culture, diverse testimonianze sia in termini di buon cibo, banchetto copioso, sia in termini di forme estetiche femminili. Per gli uomini che, nel corso dei millenni si sono dovuti adattare a vivere in un ambiente povero di alimenti, la capacit di accumulare tessuto adiposo divenne un elemento

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deboli in tale concezione e a sua volta propone una sua teoria originale che ha chiamato, in maniera bizzarra, lipotesi della scomparsa dei predatori. I cinque argomenti fragili della teoria del genotipo risparmiatore sono: 1. La presenza di individui obesi nei periodi non di carestia troppo bassa per diventare un tratto geneticamente selezionato per levoluzione delluomo. Speakman analizzando i dati delle comunit tribali ancora oggi esistenti, come i boscimani, i kavango della Namibia, i pigmei, gli aborigeni dellAustralia, ha invece scoperto che il loro indice di massa corporea medio, fuori dai periodi di carestia, non supera 21.5. 2. Lampiezza della mortalit nelle carestie, cos pure la frequenza delle carestie, sono insufficienti ad agire come elemento dellevoluzione genetica umana. stato calcolato che, quando vengono segnati confini precisi sulle aree colpite dalla carestia e si sottrae alla mortalit osservata quella che si verifica nei periodi liberi dalla carestia (cio mortalit naturale), la mortalit totale per la maggior parte delle carestie generalmente al di sotto del 10%. Le carestie sono in realt un fenomeno raro nella storia delluomo e anche quando si presentano causano un aumento del tasso di mortalit relativamente basso. 3. La teoria incompatibile con la storia delluomo. Le carestie storicamente nascono con la dipendenza, nellapprovvigionamento alimentare delluomo, dallagricoltura. Mentre ampiamente accettato che nel periodo pre-neolitico luomo, spostandosi per seguire il cibo, non sarebbe stato cos soggetto a denutrizione. 4. Poche persone muoiono per cause dovute a carestie. Infatti le cause pi frequenti di decesso, legate a carestie, sono le patologie infettive e la diarrea. Entrambe dovute a una scarsa selezione alimentare che porta luomo a nutrirsi di alimenti di cui altrimenti non si nutrirebbe quali carogne, erbe dannose e in alcuni casi anche corpi umani. 5. La mortalit nei periodi di carestia colpisce individui posti al di fuori dellevoluzione della specie umana. Anche qui le persone che muoiono durante una carestia sono principalmente bambini sotto i cinque anni e anziani sopra i sessanta. La mortalit infantile potrebbe anche essere significativa, ma improbabile che abbia influenzato lo sviluppo genetico umano perch fino a pochi anni fa lobesit infantile era quasi sconosciuta.
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Speakman suggerisce invece che con il passare del tempo la distanza tra i punti superiori e inferiori dintervento sul peso si sarebbe modificata a caso. Laspetto chiave di questo scenario fluttuante che la predisposizione genetica allobesit non interpretata come una caratteristica favorita dal processo di selezione naturale (come proposto dalla teoria del genotipo risparmiatore), ma piuttosto sarebbe la conseguenza di unassenza di selezione. Cio, secondo tale principio luomo, cos come tuttora si osserva per alcuni animali selvatici, aveva un punto minimo di peso che poteva raggiungere e oltre il quale non riusciva a scendere, sempre per le gi citate questioni di sopravvivenza legate all'arrivo di periodi di carestia. Nello stesso tempo, secondo Speakman, esisteva unaltra ragione, ancora pi importante, per la sopravvivenza delluomo antico, tale da determinare il punto di massimo peso oltre il quale luomo non accumulava peso. Questa ragione si identificava nel fatto che, in un ambiente primitivo, dominato dai predatori, accumulare massa adiposa oltre un determinato limite, equivaleva a diventare lenti e quindi facile preda di animali pi veloci. Oltre alla "lentezza" bisogna tenere conto anche del fattore "appetibilit", essendo un animale grasso preferibile come preda rispetto a uno tutto pelle e ossa. Ecco, quindi che secondo Speakman, lobesit non era un problema per luomo nellet antica perch il suo peso era limitato sia verso il basso sia soprattutto verso lalto. Quello che successe durante levoluzione umana e che spiegherebbe, secondo quest'idea, lobesit dell'individuo moderno, sarebbe il venir meno del pericolo predatori per luomo. Lessere umano, infatti, con la scoperta del fuoco, lutilizzo degli arnesi, la creazione di armi per la caccia ma anche per la difesa, conquist il vertice della catena alimentare. Di conseguenza non sub pi il pericolo rappresentato in precedenza da altri animali. Tutto questo spiegherebbe il venir meno del limite superiore allaumento di peso nelle persone moderne e quindi lepidemia di obesit. Ma allo stesso tempo farebbe capire lesistenza, tuttora, di individui che non avrebbero sviluppato tale predisposizione ad aumentare la massa adiposa perch ancora regolati solo dal limite ancestrale inferiore e non da quello superiore. La critica di Speakman al postulato del genoma risparmiatore e la sua innovativa ipotesi della mancanza di predatori nella genesi dellobesit
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offrono importanti e originali implicazioni per comprendere le basi genetiche della pinguedine. Se lepidemia dellobesit predetta dal modello del punto fluttuante superiore dintervento sul peso, essa potr crescere solo fino a un certo punto per poi fermarsi. Dal momento, per, che non conosciamo ancora le basi della genetica molecolare del sistema, non possiamo sapere quando questo accadr. Negli ultimi anni diverse ricerche internazionali hanno identificato ben 127 geni differenti legati allobesit e al sovrappeso. Di questi circa 22 sono stati messi in rapporto diretto con almeno uno dei seguenti fattori: - metabolismo lento e bassa capacit di bruciare calorie; - tendenza a mangiare molto e scarso controllo dellappetito; - propensione alla sedentariet; - difficolt nel bruciare cellule adipose; - tendenza a sviluppare un gran numero di cellule adipose e ad immagazzinare molto grasso nellorganismo. Dal 2007 uno specifico gene, denominato FTO (Fat Mass and Obesity Associated Gene) ha ricevuto molta attenzione dai ricercatori poich sembra essere strettamente legato al sovrappeso e allobesit. In particolare si visto che le persone con due coppie di una variante genetica di FTO avevano in media 3Kg in pi rispetto a chi non possedeva nessuna coppia di tale variante. stato inoltre calcolato che, chi possiede tali coppie di geni ha unalta probabilit statistica di sviluppare obesit. Ancora non si conoscono con esattezza i meccanismi con cui agiscono le varianti del gene FTO. Tuttavia da risultanze statistiche il suo ruolo rimane soprattutto quello di alterare il comportamento alimentare di un individuo, cos come quello di causare una diminuzione del senso di saziet. Quindi, in definitiva, di apportare un maggiore introito calorico, assimilato attraverso lalimentazione. Questi dati portano inevitabilmente a chiederci: "Gli individui portatori delle varianti del FTO devono rassegnarsi allobesit?". La risposta a questa domanda : NO. Lo dimostra uno studio condotto su un gruppo di adolescenti europei, nel quale si visto che incrementando la durata dellattivit fisica settimanale, la predisposizione genetica associata ai geni del FTO sembra spegnersi.
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Quindi, almeno in questo caso i geni non sono pi un destino. E anche se i segnali della saziet sono alterati per questa mutazione genetica, la modificazione dello stile di vita, cos come una dieta equilibrata e sana, possono aiutare le persone geneticamente predisposte a prevenire lo sviluppo dellobesit. A tale conclusione arriva anche una nuova branca della scienza, la nutrigenetica, che punta proprio sulle caratteristiche individuali di ciascuno di noi e in particolar modo sulle caratteristiche genetiche. Nello specifico cerca di individuare le risposte diverse che, soprattutto con lalimentazione, pu dare ogni singolo organismo e da qui cerca di costruire delle soluzioni personalizzate alle differenti esigenze genetiche di ciascuno. La convinzione alla base della nutrigenetica che lambiente circostante, lo stile di vita, lassunzione o meno di determinate sostanze con la dieta, una volto noto uno specifico codice genetico, sono in grado di influenzare la predisposizione genetica di un individuo a determinate patologie. La correlazione tra geni e sovrappeso agisce e si sviluppa in maniera diversa per ogni individuo. In particolare se si hanno entrambi i genitori obesi, o comunque i parenti diretti sono tutti obesi, si ha una probabilit maggiore di esserlo. In ogni caso avere una predisposizione genetica solo uno degli aspetti che determinano il proprio peso corporeo. Come dicevamo: lattivit fisica, una dieta equilibrata e uno stile di vita attivo possono riuscire a controllare il peso di qualsiasi persona.

Le condizioni e circostanze ambientali dannose per il girovita.


I fattori genetici legati al sovrappeso rappresentano delle forze interne al nostro organismo tali da portarci, in alcuni casi, allaumento della massa adiposa. Le cause di cui parleremo, invece in questo paragrafo, sono quelle ambientali, indicabili come le forze esterne del sovrappeso. Possiamo definire come fattori ambientali, tutte quelle situazioni, che per un motivo o per un altro ci spingono alla sovra-alimentazione o alla sedentariet. Tali forze entrano in gioco, come provato di recente da diversi ricercatori, ancora prima della nascita. Una donna che continua a fumare durante la gravidanza, cos come una futura mamma con il diabete, danno alla luce un neonato che gi si trova con un metabolismo rallentato.
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Se non provveder con uno stile di vita particolare, tale individuo deputato con forte probabilit, ad essere in sovrappeso. Allo stesso modo i neonati che vengono allattati dalla mamma per pi di tre mesi, hanno statisticamente meno probabilit di diventare obesi. Poich le abitudini che si radicano in noi fin da bambini, tendono a permanere nellindividuo adulto, bisogna tenere presente che i bambini che si alimentano male, cos come coloro che si abituano a stare tante ore davanti alla televisione o ai videogames, come se riprogrammassero il loro organismo per una futura vita in sovrappeso. Non ci prolungheremo molto sugli aspetti ambientali legati al peso perch siamo convinti che sono quelli pi visibili agli occhi di tutti noi. Vita sedentaria, stress, abitudini non sane quali aperitivi ipercalorici, alcol, junk food, cenare spesso al ristorante, il passare molte ore seduti al computer: sono tutte abitudini che contribuiscono molto a farci aumentare di peso. 2000Kcal a una che consiste mediamente in pi di 2600Kcal al giorno. Messa in percentuale, significa che, in soli 30 anni circa, abbiamo aumentato le calorie assimilate con lalimentazione del 30%. Anche i motivi che sono alla base di questo trend risultano diversi e in particolare: - maggiore e pi facile capacit di approvvigionamento del cibo; - aumento spropositato delle porzioni alimentari; - innalzamento calorico degli alimenti di cui ci nutriamo oggi. Attualmente, in ogni momento della nostra giornata siamo in grado di poter acquistare qualcosa da mettere sotto i denti. Facciamo pause di lavoro al bar che spesso diventano occasioni per una brioche o per uno snack. Appena accusiamo anche solo la lontana sensazione di appetito, possiamo facilmente trovare ci che ci soddisfa. Senza dubbio, bisogna considerare che gli alimenti pronti, tipo snack, pizza o altro, reperiti sul mercato sono mediamente pi calorici di quelli cucinati in casa. Secondo le linee guida della Dieta Mediterranea, le calorie medie giornaliere per un uomo dovrebbero
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Altre cause del sovrappeso e metabolismo lento: il fattore dieta


Luomo moderno passato da una alimentazione giornaliera media calcolabile in circa poco pi di

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aggirarsi sulle 2500 Kcal, mentre per una donna dovrebbero essere sulle 2000 Kcal. La dieta quotidiana andrebbe ripartita tra carboidrati, grassi e proteine in ordine del 60% per i primi, del 25% per i secondi e solo del 15 % per quanto riguarda le proteine. Certo quelli appena indicati sono solo dei valori medi che non devono essere automaticamente imposti o essere considerati validi per ciascuno di noi. Tuttavia rendono bene lidea di come dovremmo mangiare. Questi stessi valori, poi, sono riferiti a chi fa una vita dinamica, con attivit fisica e lavorativa che comportano un buon dispendio calorico, non paragonabile a chi passa diverse ore seduto davanti al computer. Per capire ancora meglio quanto siamo, ormai, abituati a mangiare in modo diverso da come mangiavano i nostri genitori, basta dare uno sguardo alla tabella N. 3, di fianco, indicante la piramide attuale della Dieta Mediterranea. Le porzioni che ci vengono servite nei ristoranti sono praticamente raddoppiate dal dopoguerra a oggi. Lo sanno bene i ristoratori che spesso sono costretti a servire un piatto pieno di pasta se vogliono tenersi il cliente. Anche in questo caso la percentuale della popolazione attiva, o che almeno segue tali linee guida, risulta aggirarsi sul 40-50%, non di pi. Lo stesso dicasi per i bambini che sono sempre pi abituati a passare interi pomeriggi a
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Ovviamente la domanda che sorge spontaneamente : quanti italiani si nutrono, effettivamente, seguendo scrupolosamente le raccomandazioni della Dieta Mediterranea?

Il fattore sedentariet
Gli esperti, cos come le autorit sanitarie, raccomandano da qualche anno di fare almeno 2.5 - 3 ore di attivit fisica moderata alla settimana.

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giocare con videogiochi di ultima generazione, invece che inseguire un pallone come si faceva fino a pochi anni fa. Molti di noi prendono la macchina per recarsi in ufficio, stanno lintera giornata seduti alla scrivania e dopo aver passato molte ore al lavoro, non trovano il tempo per andare in palestra o per fare quel minimo di allenamento necessario per mantenere un buon stato di salute. Secondo lOrganizzazione Mondiale della Sanit (OMS) lo stile di vita sedentario favorisce non solo la comparsa di eccesso di peso ed obesit, ma anche di molte altre patologie croniche quali: il diabete, laterosclerosi, lipertensione arteriosa, losteoporosi ed alcune forme neoplastiche. Sempre lOMS riporta che pi del 60% della popolazione mondiale non pratica neppure quei 30 minuti al giorno di attivit fisica moderata-intensa. Mezz'ora considerato il minimo di attivit per mantenere lo stato di salute, riducendo cos il rischio della comparsa delle malattie cronico degenerative. Abbiamo detto in precedenza che lequazione calorie assimilate con lalimentazione e calorie spese muovendosi deve essere rivista. vero. Per non deve neanche essere persa di vista. Pensiamo, guardando la tabella che segue, a quante calorie e quindi quanto grasso si potrebbe risparmiare semplicemente muovendosi 30 minuti al giorno.

Tabella 4: consumo calorico per 1 min. di attivit.

Altre cause: Stress, sonno e stile di vita


Oltre ai fattori finora indicati, gli esperti sono ormai convinti dellesistenza di ulteriori cause, che insieme a quelle gi considerate sopra, concorrono nel determinare laumento
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di peso di un individuo. Fra queste cause, una sicuramente molto importante lo stress. Per stress bisogna comprendere tutto quello stato danimo che include: scarso tempo per se stessi, scadenze irrinunciabili a breve distanza una dallaltra, poche ore di sonno o disturbi del sonno, alimentazione veloce, sbrigativa e non sana, problemi psicologici legati al tipo di vita che si conduce, utilizzo di alcol a fine lavoro per scaricare la tensione, e altre forme di disturbo. Oggi, sempre pi spesso, entrambi i genitori devono lavorare per poter portare a casa due stipendi o anche solo per affermazione personale. Questa situazione fa s che sempre pi difficile che uno dei due reggenti la famiglia riesca a trovare il tempo per preparare un buon piatto con cui cenare. Il risultato un'alimentazione disordinata e spesso troppo grassa. Ma lo stress non solo mancanza di tempo per la miriade di impegni che dobbiamo affrontare tutti i giorni. Stress soprattutto correlato ad ansia e depressione. Entrambe queste due situazioni sono concause di quel fenomeno molto diffuso che ricade sotto il nome di Fame emotiva o Fame nervosa. Si tratta di quella fame che si sente, anche quando si mangiato da poco, o comunque quando non si dovrebbe sentire, e che soprattutto ci spinge a ingurgitare qualsiasi cosa ci capita sotto gli occhi, senza alcun tipo di controllo. Tutti noi abbiamo sperimentato, e continuiamo ogni tanto a sperimentare, situazione fuori controllo in cui mangiamo a dismisura. Per esempio in occasione delle feste come il Natale o in occasione di particolari eventi. Alcune persone, a causa dello stress, tendono a subire maggiormente, in numero e per quantit, questo fenomeno. Si arriva quindi a parlare di un vero e proprio disturbo compulsivo (incontrollabile) e di fame emotiva. La situazione opposta alla fame nervosa lortoressia, cio quel disturbo alimentare che si identifica nellavere troppo controllo su ci che si mangia fino a diventare ossessionati dal cibo. Lavoro, famiglia, scuola, e altri impegni ci spingono sempre di pi a mangiare un panino veloce al bar e a far passare troppo tempo tra un pasto e laltro. Infatti il problema, come vedremo bene quando parleremo degli effetti degli zuccheri sulla sensazione di fame avvertita dal cervello, non solo dato dalla qualit del cibo che sovente ci troviamo a mangiare o dalla velocit con cui siamo costretti a divorare il panino che abbiamo di
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fronte. Un altro problema, collegato allo stress della vita di tutti i giorni, dato dal tempo, spesso troppo lungo, che passa tra un pasto e laltro e dallaver cancellato quasi totalmente labitudine di fare uno spuntino a met mattina o nel mezzo del pomeriggio. Trascorrendo troppe ore tra un pasto e laltro, il risultato non pu essere che quello di arrivare eccessivamente affamati a cena e, di conseguenza, di trangugiare troppe calorie, affaticando oltremodo il nostro apparato digerente. In media, chi affronta lunghe giornate di lavoro pi soggetto allo stress e quindi ai problemi sopra descritti. Inoltre sembrerebbe che una alimentazione non regolare, in termini di orari, causi una minore sensazione di saziet e di soddisfazione nellipotalamo, la parte del nostro cervello che controlla lappetito. Un altro fattore, molto diffuso, che causa sovrappeso e obesit, identificabile nel nutrirsi troppo velocemente. In uno studio svolto nel 2008, venne dato da mangiare lo stesso piatto molto abbondante di pasta a trenta donne diverse dicendo di nutrirsi il pi velocemente possibile, fino a sentirsi soddisfatte e piene. In media le trenta donne assimilarono circa 646 KCal. Dopo qualche giorno, le stesse trenta donne, vennero richiamate per sottoporsi ad unaltra prova. Questa volta venne loro chiesto di mangiare sempre fino a sentirsi soddisfatte e piene, ma molto lentamente. Pertanto vennero obbligate a poggiare la forchetta sul tavolo tra un boccone e laltro e a finire di masticare prima di poter riprendere un nuovo boccone. Mediamente questa volta furono consumate 579 KCal, cio 67 Kcal in meno rispetto alla prima volta. Se mangiamo velocemente tendiamo ad assimilare un quantitativo maggiore di cibo perch i recettori che abbiamo nello stomaco, e che liberano i segnali di saziet che raggiungono il cervello, impiegano in media ben venti minuti a trasmettere tali segnali allipotalamo. Ingurgitando velocemente il cibo, tale meccanismo salta e a parit di tempo siamo in grado di rimpinzarci quantitativamente di pi. Questo spiega anche perch, normalmente, se mangiamo velocemente, dopo trenta o quaranta minuti, ci sentiamo molto pi pieni che se ci fossimo nutriti pi lentamente. Anche non dormire un numero sufficiente di ore ogni notte rappresenta unaltra causa di sovrappeso. In una situazione del genere, infatti, viene rilasciato un tipo specifico di ormone che aumenta lappetito, lo stress, e inoltre, sentendoci pi stanchi, tendiamo a saltare pi facilmente
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lattivit fisica. Le persone con cui trascorriamo maggiormente il nostro tempo sono, infine, una delle concause del peso che abbiamo. Esiste un pericolo di contagio sociale che fa s che chi frequenta persone in sovrappeso, tende ad acquisire le abitudini prevalenti nel gruppo e ad aumentare il proprio peso. Questo fenomeno si rileva innanzi tutto in famiglia. Abbiamo detto sopra come i figli di genitori obesi hanno molte pi probabilit di diventarlo da adulti. Ma anche allinterno di una coppia. Spesso si vedono donne che ingrassano dopo il matrimonio solo perch prendono le abitudini alimentari del marito. Anche gli amici, che un adolescente frequenta tutti i giorni, possono essere causa di una dieta non equilibrata o piena di grassi. metabolismo. Diversi psicofarmaci e antidepressivi hanno come effetto collaterale quello di indurre, per motivazioni varie, a un aumento di peso. Sono note anche delle patologie o comunque delle disfunzioni che causano un aumento del tessuto adiposo. Tra queste ricordiamo: disfunzioni della tiroide e la sindrome policistica ovarica. Inoltre alcune sindromi molto rare che riportiamo solo a titolo informativo: la sindrome di Prader-Will e quella di Bardet-Biedl. Per sono casi davvero rari e numericamente di piccolo impatto per poter giustificare la diffusione dellobesit. Tutte le cause che, velocemente, abbiamo visto fino ad ora agiscono, quanto pi, quanto meno, nel determinare il peso di una persona e quindi nel provocare un eccesso di peso. Cercheremo nel corso di questo lavoro di verificare se esiste una sola causa tra queste, o anche al di fuori di queste, in grado di spiegare lepidemia di obesit dei nostri giorni. Per riuscire nell'intento faremo un viaggio critico all'interno delle attuali soluzioni al sovrappeso che ci vengono proposte dalle diete commerciali o dalla medicina ufficiale. Al termine di tale viaggio, saremo in
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Altre cause del sovrappeso:


Sicuramente, oggi, le ragioni ambientali insieme con le cause genetiche, rappresentano il maggior numero di problemi di peso nel mondo. Esistono comunque diversi altri motivi che non sono legati a questi. In alcuni casi lassunzione necessaria di determinati farmaci pu portare al sovrappeso. Per esempio assumere estrogeni e progesterone pu incidere, aumentando il livello di appetito e facendo diminuire lattivit del

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grado di capire se: - le calorie sono importanti o no. - tutta colpa del metabolismo e delle malattie metaboliche? - sono i carboidrati che stanno creando questa epidemia? - scegliendo e nutrendoci di quasi solo proteine nobili, siamo in grado di far ripartire il nostro metabolismo e dimagrire? - tutto quello che ci dicono sulle malattie metaboliche vero o falso? - il fondamento delle malattie metaboliche vero, ma magari la soluzione proposta da chi vuole vendere che sbagliata. - oltre, al metabolismo, dobbiamo considerare anche altri fattori per dimagrire in salute? - giusto seguire regimi proibitivi, anche solo per uno o due mesi, o meglio lavorare sulle proprie abitudini senza sforzarsi troppo di non mangiare alcune pietanze? esempio: cardiopatie, ictus, diabete e certi tipi di tumori. Altri mali sono meno conosciuti e soprattutto sono messi meno in connessione diretta con il peso corporeo. Diverse ricerche scientifiche evidenziano dati davvero preoccupanti che ben mettono in risalto come il sovrappeso un problema di salute ancora prima di essere una preoccupazione puramente estetica. Lobesit aumenta del 20% il rischio di sviluppare diabete. Lo stesso vale per lipertensione. Esiste un rapporto diretto tra il BMI (body mass index o indice di massa corporea) e lo sviluppo di queste e altre patologie. Pi elevato il primo e maggiore lincidenza delle seconde.

Implicazioni del sovrappeso sulla salute


Le persone che sono in sovrappeso e, ancora di pi, quelle che sono obese, hanno statisticamente pi probabilit di sviluppare determinate patologie. Alcune di queste malattie sono comunemente diffuse e conosciute. E purtroppo sono tra i motivi principali di decesso nei paesi sviluppati. Per
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incessante del 65%.

La rilevanza dei chili di troppo su cardiopatie e ictus


Questo tipo di patologie sono fra le pi frequenti negli individui con problemi di sovrappeso. Si manifestano con eccessivi livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue ed elevata pressione sanguigna. Lipertensione tende a manifestarsi sei volte di pi negli individui obesi rispetto a chi ha un peso normale. Uno studio del 2007 condotto in America, su 300.000 persone, afferma che essere in sovrappeso aumenta lincidenza di cardiopatie di circa il 32%, mentre essere obesi di ben l81%. Inoltre avere anche solo qualche chilo in pi del normale, accresce il rischio di ictus del 22%. Percentuale che cresce fino a 64% per gli individui obesi.

Come vedremo meglio nei prossimi paragrafi, gli imputati numero uno di tale epidemia sono gli zuccheri e il loro livello elevato nel sangue. Infatti se non tenuti sotto controllo, gli zuccheri, portano alla sindrome metabolica, che a sua volta causa direttamente diversi problemi di salute. Il diabete rappresenta oggi la sesta causa di decesso in Europa.

Correlazione tra forma fisica e diversi tipi di tumori


Uno studio dell'American Cancer Society, condotto su ben 900.000 individui per oltre sedici anni, pone in relazione diretta lobesit con diversi tipi di tumori. Tra questi i pi importanti sono il tumore allesofago, al colon, al fegato e al pancreas.

Diabesit, l'epidemia degli ultimi venti anni


Sia il sovrappeso che lobesit sono strettamente legati allincidenza del diabete. Spesso gli esperti parlano di diabesit proprio per descrivere il fenomeno. Infatti si stima che ben il 90% delle persone con diabete mellito di tipo 2 (il pi comune) risultano superare il livello di peso considerato normale. Il numero di individui con diabete cresciuto drammaticamente dal 1996 ai giorni doggi, a un ritmo

Il grande male del sovrappeso: la depressione


Si mette su peso perch si depressi o si diventa depressi perch si in sovrappeso? Possiamo con tutta tranquillit affermare che entrambe gli scenari sono veri. Il rischio di cadere in depressione cresce del 55% nelle persone in forte sovrappeso. La causa sembra essere un'alterazione chimica nel cervello in risposta a situazioni di stress e ansia. Certamente, oltre a
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questi motivi, bisogna tenere conto di come normalmente considerato un individuo obeso nella societ moderna. I canoni attuali di bellezza fanno s che spesso essere obesi causi una profonda diminuzione della propria autostima che pu successivamente portare a depressione. Allo stesso tempo una persona che si trova in uno stato depressivo aumenta il proprio rischio di accumulare tessuto adiposo rapidamente. Il primo ad essere incriminato in questo caso il cortisolo, lormone dello stress, capace di eliminare il senso di soddisfazione e appagamento nellalimentazione e causare un accumulo alterato di grasso soprattutto nella zona addominale. Come abbiamo visto prima, anche diversi farmaci utilizzati per trattare la depressione, causano direttamente un aumento di peso. sedentariet di un individuo e di conseguenza accrescono il pericolo di insorgenza di patologie, come quelle gi descritte. ormai impossibile dubitare del fatto che chi obeso rischia, normalmente, di vivere un numero di anni inferiore rispetto a chi riesce a mantenere per la maggior parte della propria esistenza un peso vicino a quello forma. anche vero, per, che piccole diminuzioni nel peso sono in grado di aumentare di molto lo stato di benessere di una persona. Spesso si sente affermare, a ragione, che pu bastare una dimagrimento in ordine di grandezza del 10% del proprio peso, per godere di buoni effetti sulla propria salute. Statisticamente, per esempio, chi soffre di ipertensione con una perdita di peso intorno al 10% pu, in alcuni casi, evitare di continuare a prendere farmaci.

Difficolt motorie e articolazioni appesantite dal troppo peso


Pi si distanti, nel senso di accumulo di grasso, dal peso forma, e maggiormente si verificano problemi motori con il passare degli anni. Difficolt a fare attivit fisica, fino a problemi di artrosi, osteoporosi e altro. Le articolazioni vengono sottoposte a uno sforzo per le quali non sono state progettate. Tutti problemi che portano ad aumentare il grado di

La lenta e spietata spirale della sindrome metabolica


Con sindrome si intende, in medicina, un insieme di sintomi e segni clinici (quadro sintomatologico), che pu essere dovuto a pi malattie o a pi eziologie. Nel caso della sindrome metabolica, come vedremo, possiamo parlare di un
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numero elevato di patologie che hanno per un minimo comune denominatore: la resistenza allinsulina. Sono almeno ottanta anni che esiste il concetto di sindrome metabolica: venne proposto dallo svedese Kylin per poi essere ripreso da Vague. Allora venne descritta come un insieme di ipertensione, iperglicemia, gotta, adiposit, malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2. Non esiste ancora oggi una definizione ufficiale, accettata da tutti, della sindrome metabolica, ma la pi ricorrente la caratterizza come un insieme di intolleranza al glucosio, obesit, ipertensione e dislipidemia (elevate concentrazioni di lipidi nel sangue). La sindrome metabolica viene diagnosticata quando una persona presenta tre o pi dei seguenti sintomi: Circonferenza vita, uomo Circonferenza vita, donna Pressione arteriosa Trigliceridi Colesterolo HDL, uomo Colesterolo HDL, donna > 102 cm > 88 cm > o uguale a 130/85 mm/Hg > o uguali a 150 mg/dl < a 40 mg/dl < a 50 mg/dl Ma che cos l'insulino-resistenza? Linsulina un ormone proteico prodotto dalle cellule beta presenti nelle isole di Langerhans del pancreas. Viene secreta quando il livello di glucosio (zucchero) nel sangue troppo elevato. Il suo compito quello, attraverso alcuni procedimenti metabolici, di abbassare il livello di glucosio ematico. Si pu, metaforicamente sostenere, che linsulina rappresenta la chiave per aprire la porta delle cellule agli zuccheri. Infatti questi ultimi o vengono bruciati immediatamente per effetto di uno sforzo, oppure vengono immagazzinati come riserva, o tessuto adiposo, nelle cellule. I problemi per si presentano in occasione di un surplus di glucosio, protratto per molto tempo, nel sangue. Il meccanismo sopra descritto, infatti, in presenza di una cronica sovrabbondanza di zuccheri assimilati con lalimentazione, semplicemente smette di funzionare, prima a tratti, finch non smette per sempre. In questo caso, lindividuo ha sviluppato una resistenza allinsulina. La famosa chiave non pi in grado di aprire le porte delle cellule e, purtroppo, tale situazione ha come conseguenza una cascata di eventi patologici che possono causare una deriva per la salute dellindividuo stesso.
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* Parametri della sindrome metabolica

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Le conseguenze dirette sono iperglicemia e aumento del deposito di grasso viscerale (il pi pericoloso) e extraviscerale, ma anche aterosclerosi, aumento dei trigliceridi nel sangue, riduzione del colesterolo HDL (quello buono), aumento della densit del colesterolo LDL (quello cattivo), ipertensione arteriosa e cardiopatie. Ma la patologia direttamente collegata alla resistenza insulinica, e non per caso negli ultimi anni si parla di epidemia, il diabete di tipo 2. La sindrome metabolica oggi al centro di numerose ricette dietetiche, sviluppate da regimi che sono diventati di moda. Pi avanti ne analizzeremo i pi comuni. I principi, che sono alla base di tali regimi, identificano nellutilizzo eccessivo di carboidrati la causa principale dellepidemia di insulino-resistenza e quindi l'attuale dilagare dellobesit. La conseguenza, dato tale punto di partenza, labbattimento della percentuale di carboidrati nella dieta, da un 50% a un 10%, arrivando talvolta anche alla loro totale eliminazione. In questo modo, come vedremo, tali diete, normalmente definite come proteiche, intendono riattivare il metabolismo, vincere la resistenza allinsulina e quindi provocare un dimagrimento sano e soprattutto stabile nel tempo. Certamente questa prospettiva rappresenta una metodologia, oltre che innovativa, anche sensazionale per chi ha problemi di peso. Infatti sposta lattenzione dalle calorie e dai grassi nella dieta ai soli carboidrati. Non raro, quindi, vedere sul mercato slogan che propongono di dimagrire senza alcun tipo di limitazione nelle quantit, senza soffrire la fame, solo ed esclusivamente limitando i carboidrati. In poche parole, basterebbe eliminare i carboidrati, senza contare pi le calorie o i grassi, per poter dimagrire per sempre. Ma rimandiamo questa discussione ai paragrafi che seguono, dopo aver approfondito meglio quella che potremmo definire l'ideologia classica delle calorie. Una volta capito che cos il metabolismo e quali sono i suoi meccanismi, illustreremo anche quali sono le soluzioni proposte dalle diete proteiche.

La realt su calorie, esercizio fisico e metabolismo Il mito delle calorie adattato e riutilizzato per il metabolismo
Non , per forza di cose, necessario rivolgersi a un medico o a uno specialista, come un nutrizionista, per perdere peso. Daltronde ormai costume comune mettersi a dieta praticamente da soli.
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per vero che, se si provato a perdere peso diverse volte senza riuscirci, oppure si vuole essere sicuri di seguire una dieta sana ed equilibrata, consigliabile rivolgersi a uno specialista e seguire le indicazioni che questo d, senza fare, come spesso avviene, di testa propria. Rivolgersi a un medico, poi, dovrebbe essere assolutamente necessario per coloro che hanno sviluppato disturbi o patologie correlate al proprio sovrappeso. Il medico, e solo lui, potr esaminare il quadro clinico nella sua totalit e prendere le decisioni che il caso richiede. Normalmente il proprio medico comincer con il fare delle domande per conoscere la storia del paziente: da quanto tempo in sovrappeso, se era in questa situazione gi da piccolo, se ha accumulato peso solo negli ultimi anni. Cosa ha gi provato per dimagrire, le diete che ha seguito e se hanno prodotto risultati, se ha preso dei farmaci anche senza prescrizione. Se lunico in famiglia ad avere problemi di peso oppure se anche i genitori e gli eventuali fratelli o sorelle si trovano in una situazione simile. Se ha avuto delle patologie che necessitano di farmaci che possono causare un aumento di peso, se soffre di patologie correlate alla sua situazione fisica quali ipertensione, diabete o altro. ipertrigliceridemia,

Ascoltata la storia del paziente, il dottore pu decidere di prescrivere alcuni esami, per esempio quelli base del sangue, per verificare lesistenza o meno dei problemi considerati. Inoltre, normalmente, lo specialista pu procedere a una misurazione dello stato di sovrappeso o obesit del paziente che parte dal semplice calcolo del BMI fino alla rilevazione del grasso con altre tecniche, quali per esempio il plicometro, alla misurazione della pressione sanguigna, ecc.

Per approfondimenti:
- Calcolo online del BMI o IMC: http://www.benesserevillage.it/tools/in dice-di-massa-corporea.php - Calcolo del fabbisogno calorico giornaliero per obiettivo: http://www.benesserevillage.it/tools/cal colo-calorie-giornaliere.php - Consumo calorico per minuti di attivit fisica: http://www.benesserevillage.it/tools/co nsumo-calorico.php - Test del Metabolismo: http://www.benesserevillage.it/test/met abolismo/index.php - Test intestino e disbiosi intestinale: http://www.benesserevillage.it/test/inte stino-sano/index.php
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Dopo aver eseguito gli esami di routine, il dottore, procede prescrivendo i farmaci necessari, in caso di patologie o problematiche per la salute del paziente, oppure passa direttamente ad esaminare lalimentazione e lo stile di vita dello stesso. Fatti salvi dei casi particolari, che per lestrema urgenza di dover perdere peso comportano soluzioni drastiche, il dottore normalmente prescrive una dieta con delle linee specifiche da dover seguire, e allo stesso tempo sceglie insieme al paziente unattivit fisica da cominciare. Dimagrire, lo sappiamo benissimo tutti quanti, non un lavoro facile. Se bastasse mangiare meno e fare pi esercizio, sarebbe tutto molto pi semplice. Purtroppo per entrano in gioco un insieme di fattori, come in parte abbiamo visto, che rendono la sfida notevolmente pi difficile. Un primo passo, forse un po noioso, ma importante per conoscere come poter dimagrire, senzaltro dato dal capire che cosa si intende per equilibrio energetico. necessarie per mantenere il peso attuale. vero, come detto in precedenza, il solo calcolo delle calorie non basta pi, ma altrettanto vero che rimane il miglior punto di partenza per prendere consapevolezza sul tipo di alimentazione che bisogna seguire. Senza prolungarci in calcoli noiosi, consigliabile utilizzare dei calcolatori che sono presenti in rete e che fortunatamente, oggi, svolgono tutto il lavoro al posto nostro. Basta guardare la tabella alla pagina precedente e cliccare sul link riportato per determinare il proprio fabbisogno energetico attuale. Determinato lammontare di calorie che permettono di mantenere il peso attuale, il passo successivo semplicemente quello di sottrarre al numero cos ottenuto un valore che, normalmente, si aggira tra le 500 e le 1000 Kcal. consigliabile, infatti, una perdita di peso che si aggira tra i 0.5 kg e 1 Kg alla settimana. E, per ottenere tale effetto, diminuire di appena 500/600 Kcal al giorno il modo migliore per dimagrire. Inoltre c da considerare che, solo poche centinaia di calorie in meno, non danno una particolare sensazione di appetito e quindi permettono di seguire pi facilmente una dieta dimagrante.
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Quante calorie al giorno?


Per avere una guida sullalimentazione da tenere per raggiungere il peso forma, si deve per forza partire dal calcolo delle calorie che sono

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Certamente raggiungere lungo, ma educazione maggiori, modificare nutritive. il tempo necessario a il peso forma sar pi i benefici in termini di alimentare saranno e permetteranno di le proprie abitudini Lapproccio comunemente usato quello di calcolare le singole calorie per ogni alimento che si consuma. Questo possibile grazie alle informazioni contenute nelle etichette dei cibi che acquistiamo, come in diverse tabelle consultabili sia online sia su numerosi libri. Un altro approccio utilizzabile, se si odia fare il calcolo delle calorie, quello di mangiare pi spesso, facendo pasti con piccoli quantitativi di cibo. Sovente, infatti, i dati ci mostrano che pu bastare avere consapevolezza di ci di cui ci nutriamo e moltiplicare i pasti da due/tre a cinque, per perdere il peso superfluo, senza dover neppure contare le calorie. Come vedremo pi avanti mangiare meno e pi spesso, cominciando proprio dalla colazione, ha un effetto urto sul metabolismo e diminuisce, a parit di calorie assimilate, la quantit di energia che si accumula. Molte diete, di moda qualche anno fa, puntano il dito sui grassi. Secondo questo approccio basta tagliare la parte dei grassi e automaticamente si raggiungerebbe quel deficit calorico indicato sopra che ci porterebbe a perdere peso senza particolari sforzi. Lassunto alla base di queste soluzioni, che a parit di peso, i grassi rappresentano una fonte pi che doppia di calorie rispetto alle proteine e ai
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Laltra possibilit quella di tagliare drasticamente le calorie previste per ogni singolo giorno, stimolare enormemente la sensazione di fame e sottoporsi a un regime rigido che, anche se causer un dimagrimento pi repentino, risulter essere impossibile da seguire per tutta la vita. Le conseguenze di una dieta povera in calorie si vedono tutti i giorni. Moltissime persone riescono a perdere anche tanti chili e a raggiungere un aspetto migliore anche solo in due mesi, ma inesorabilmente, riguadagnano tutto il peso perso, e con gli interessi, e pi velocemente di quanto durata la dieta stessa. La raccomandazione, ormai accettata da tutti gli specialisti del settore, quella di non sottoporsi, in ogni caso, a un regime che prevede un quantitativo giornaliero di calorie inferiore alle 1200 Kcal. Ma come fare poi per riuscire a seguire la dieta? Come conteggiare il numero di calorie ingerite?

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carboidrati (9 Kcal/g per i grassi contro 4 Kcal/g per proteine e carboidrati). Bisogna sottolineare che spesso, diverse persone pensano, sbagliando, che basta acquistare e nutrirsi di alimenti poco grassi per diminuire le calorie giornaliere. Purtroppo, questo non sempre vero. Esistono degli alimenti che vengono venduti come light che per risultano, da una lettura accurata delle etichette, anche pi calorici degli alimenti grassi. C da dire inoltre che, negli ultimi anni, come gi abbiamo affermato in precedenza, lattenzione si focalizzata dai grassi ai carboidrati. Diverse diete, prima fra tutte la dieta a Zona, sostengono che il sovrappeso non dovuto a un surplus calorico. L'accusa che l'eccesso di carboidrati stimolerebbe troppo la produzione di insulina. Questo provoca uno sbilanciamento ormonale in alcuni casi, mentre in altri un danno metabolico, inducendo cos laumento di peso. Vedremo pi avanti, se effettivamente esiste un legame diretto tra carboidrati e metabolismo e quindi se giusto concentrare lattenzione su questi ultimi piuttosto che sui grassi. Sta di fatto che rimane difficile scardinare completamente la tesi delle calorie e che un'alimentazione bilanciata in quantitativo di grassi pur sempre un buon inizio per nutrirsi in modo pi salutare. Ecco quindi alcuni piccoli trucchetti, utili per tagliare calorie e grassi dai nostri pasti: - Prediligere le farine di tipo integrale rispetto a quelle pi lavorate. - Togliere i grassi dalla carne e scegliere carne bianca o comunque i tagli pi magri. - Ridurre al massimo i cibi fritti fino anche ad eliminarli del tutto. - Usare latte, formaggi e yogurt con pochi grassi. - Rinunciare a cotture grasse e preferire quelle che mantengono inalterate le qualit nutrizionali degli alimenti. - Fare attenzione agli aperitivi e in generale a tutte quelle calorie e grassi ingeriti, spesso inconsapevolmente, fuori dai pasti. - Evitare succhi di frutta pieni di zucchero e sostanze conservanti e privilegiare le versioni fresche o quelle pi naturali possibili. - Limitare il consumo di alcol a un bicchiere al giorno, prediligendo il vino rosso.
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Perch esistono calorie e calorie? e quali accelerano il metabolismo?
La maggior parte dei medici o dietologi di vecchia scuola sostiene che tutte le calorie sono uguali e aggiunge che un taglio calorico per dimagrire sufficiente. Negli ultimi anni, tuttavia, abbiamo imparato che gli alimenti non si comportano sempre allo stesso modo e ci dipende da come vengono abbinati: - Le calorie dei grassi fanno ingrassare pi velocemente poich l'eccesso viene immagazzinato pi rapidamente. - Le calorie dell'alcol, essendo vuote, vengono facilmente trasformate in grasso. - Ogni eccesso viene trasformato in grasso, ma le proteine richiedono un dispendio energetico maggiore ed un loro "surplus" innalza il metabolismo. - Un pasto di sole proteine o carboidrati complessi ingrassa meno di un normale pasto misto, a causa della secrezione insulinica. Per lo stesso motivo pasti con zuccheri "rapidi", "grassi" e "alcol" sono la strada pi sicura per l'obesit ed i problemi di salute. - La stessa quantit calorica ingrassa meno se suddivisa in 4-5 piccoli pasti al giorno. - Lo stesso cibo pu provocare un incremento lipidico o meno a seconda del momento della giornata in cui viene assunto. In uno studio, alcuni ricercatori tra cui Willet, hanno provato a stabilire se una dieta a basso contenuto di carboidrati fa dimagrire di pi rispetto a una dieta ad elevato apporto di carboidrati. I ricercatori divisero i pazienti in due gruppi e cominciarono, per dodici settimane consecutive, a nutrirli con due diete diverse in quantitativo di carboidrati. Il primo gruppo seguiva una dieta di stile mediterraneo, con un apporto medio di carboidrati pari al 55% delle calorie assimilate in ogni singolo pasto e povera di grassi: solo il 30%. Al secondo gruppo, invece, venne somministrata una dieta povera di carboidrati, circa il 5%, e ricca di proteine, ben il 30%, e grassi, circa il 65%. I risultati furono che chi aveva seguito una dieta povera di grassi, tipo la Dieta Mediterranea, aveva perso in media 10 Kg in dodici settimane contro i 7 Kg persi in media, di chi aveva seguito una dieta povera di carboidrati, il tutto a parit di calorie ingerite. Ben tre chili in meno in soli tre mesi! La conclusione di questo studio, e ne esistono anche degli altri a sostegno
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della tesi che segue, che il tipo di calorie assunte ha un impatto molto rilevante (tre chili di differenza) sul peso. Il motivo semplice: alimenti diversi vengono metabolizzati in modo differente dal nostro organismo. Ancora pi interessante il fatto che la tipologia di calorie ingerite influenza direttamente il nostro metabolismo, pi precisamente i messaggi che i nostri geni inviano al metabolismo. Ecco quindi che le calorie non rappresentano pi solo la quantit totale di energia che introduciamo nell'organismo, ma diventano fonte di informazioni e di istruzioni per il nostro metabolismo. La conseguenza, evidentemente, di portata storica per la lotta al sovrappeso e allobesit. Significa che il classico criterio delle calorie perde, anche se solo in parte, la propria validit a fronte di un nuovo orizzonte, quello rappresentato dalla dieta pro metabolismo. Lattenzione di chi vuole perdere peso non pu pi risolversi nel solo calcolo delle calorie assimilate, ma deve spostarsi anche verso la tipologia di calorie introdotte. Queste ultime, possiamo affermare, come se comunicassero con i nostri geni portando istruzioni sul livello di appetito, sullaumentare o meno la massa grassa e soprattutto sul velocizzare o rallentare i processi metabolici. Ecco quindi che, se il totale delle calorie rimane ancora un punto non tralasciabile nella lotta al sovrappeso, diventa importante riuscire a conoscere quali alimenti sono pro metabolismo e quali invece diminuiscono tale processo. La cosa fondamentale ridimensionare il concetto di "caloria" , non attribuendole un valore assoluto. Pertanto diventa indispensabile cercare di conoscere al massimo noi stessi per poter operare al meglio.

Sport e divertimento per asciugarsi e bruciare il doppio


Immaginiamo due persone diverse che vogliono perdere peso. Immaginiamo poi che la prima decida di perdere peso solo ed esclusivamente attraverso una dieta. Mentre la seconda opta per la strategia opposta, decidendo di dimagrire solo ed esclusivamente facendo molto sport, ma senza modificare in alcun modo la propria alimentazione. Possiamo tranquillamente sostenere che, per il primo individuo, sar pi facile dimagrire e che probabilmente avr dei risultati maggiori. Tale conclusione possibile semplicemente perch pi facile mangiare 500 Kcal di meno, piuttosto che bruciarne altrettante con una
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qualsiasi attivit sportiva. Per esempio, la seconda persona, dovrebbe correre, a ritmo lento, per almeno unora e mezza per poter bruciare 500 Kcal, anche se il calcolo preciso possibile solo conoscendo il peso corporeo. Daltra parte per, colui che ha scelto di non allenarsi, ha molte pi probabilit di riprendere nel tempo i chili che riuscito ad eliminare. La causa di questo fenomeno proprio il metabolismo. Il nostro organismo infatti reagisce al dimagrimento instaurando un meccanismo di starvazione. Nei fatti, la perdita di tessuto adiposo suggerisce al nostro organismo di diminuire il metabolismo per correre ai ripari e preservare la massa grassa. Il risultato conseguente al fenomeno di starvazione quello che spesso viene definito dagli esperti come plateau. Cio se si insiste con la sola dieta ipocalorica, succede che a un certo punto, non si perde pi peso. Laltra faccia del fenomeno di starvazione, consiste nel fatto che, se si riprendono le abitudini precedenti alla dieta, cio si ricomincia a mangiare abbondantemente, avendo limitato con la sola dieta il proprio metabolismo, si tender a riacquistare i chili persi molto rapidamente e pi facilmente. La soluzione a questo problema in parte gi stata prospettata. Si tratta di accompagnare alla sola dieta ipocalorica una necessaria attivit fisica. Questultima incide direttamente sul proprio metabolismo con tendenza ad accelerarlo. Non solo. Si bruciano calorie mentre ci si sta allenando. Leffetto, che spesso non si conosce che il metabolismo rimane alto anche nella fase successiva allattivit fisica. Inoltre linnalzamento del metabolismo tanto maggiore quanto ci si allena regolarmente: almeno tre volte a settimana. Ecco quindi, che per dimagrire, lelemento pi importante di tutti quello di allenarsi con costanza. Solo cos possiamo educare il nostro metabolismo istruendolo a rimanere a livelli sempre elevati. Certamente, a parit di sedute di allenamento, colui che riesce a sostenere delle performance maggiori, perder pi peso rispetto a colui che non riesce a raggiungere tali livelli. per vero che, colui che si allena tre volte alla settimana, regolarmente, e con intensit medio-normale, tender a perdere maggior peso di colui che si allena solo la domenica pur se con ritmi e intensit da agonista.
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La tipologia di allenamenti che incidono positivamente e di pi sul metabolismo include soprattutto gli sport aerobici tipo: ciclismo, camminata veloce o corsa. Anche un allenamento diretto al potenziamento della massa muscolare, tuttavia, non va tralasciato poich questa in grado, per sua natura, di bruciare molte pi calorie rispetto alla massa grassa. Un individuo muscoloso tender, solo per la sua composizione corporea, a bruciare pi calorie a parit di attivit svolta, rispetto a un altro individuo che ha meno massa muscolare sviluppata. Oltre a un allenamento vero e proprio, bisogna tenere conto anche dello stile di vita di una persona. Chi passa tutto il giorno seduto davanti al computer, se non bilancia la situazione con una quantit e regolarit di sport, avr un metabolismo pi lento rispetto a colui che fa un lavoro faticoso che lo porta a spostare pesi tutto il giorno. Un altro beneficio diretto, derivante dallallenarsi regolarmente, quello di diminuire il proprio appetito o meglio la propria soglia di soddisfazione data dal cibo. Poich, il nostro organismo, dopo essersi allenato, mantiene elevato il metabolismo, ecco che se subito dopo mangiamo, anche solo uno snack, questo verr assimilato molto velocemente e produrr con maggiore facilit la famosa sensazione di appagamento nel nostro cervello. Se infatti dopo un allenamento intenso, tendiamo ad avere maggior fame, anche vero che, normalmente, ci basta meno quantit di cibo per sentirci sazi. Come iniziare se da tanto tempo che non si pratica sport? Cominciare camminando, anche per brevi passeggiate, sicuramente un buon punto di partenza per dimagrire, rimettersi in forma e migliorare la propria salute. Potresti obiettare che camminare un esercizio troppo poco faticoso, che non ha nulla a che vedere con lo sport. O che non cos efficace e quindi, di conseguenza, non in grado di apportare particolari benefici in termine di dimagrimento e di salute. Uno dei punti di forza della camminata che questa attivit non richiede alcuna attrezzatura particolare. Anche se le scarpe possono davvero fare la differenza. In commercio sono disponibili molti tipi di scarpe fra cui scegliere: running, walking, crosstraining, solo per citarne alcune. Le scarpe da passeggio di solito hanno la suola e la punta modellate appositamente per ridurre l'impatto con il suolo ed incrementare l'energia durante la spinta. Resta quindi solo da
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decidere quale tipo di scarpa acquistare a seconda del piede e della falcata. Se sei un pronatore con piedi tendenti a essere piatti, evita le scarpe troppo morbide perch non danno una totale stabilit e non permettono il controllo del movimento. Prediligi quindi scarpe che tendono a stabilizzare il piede, caratteristiche che favoriscono il controllo della tendenza pronatrice. Se hai piedi arcuati, con la tendenza ad andare verso l'alto, scegli scarpe dotate di una suola morbida, che non limitino il movimento. Con i piedi arcuati, il tuo piede non assorbe bene gli urti e troppa stabilit e controllo della scarpa ridurranno ancora di pi tale assorbimento. Se i tuoi piedi, invece, sono normali, puoi scegliere qualsiasi tipo di scarpa che ti fa sentire a tuo agio. Quando il piede normale, la falcata efficiente con solette e suole che assorbono gli urti. Per coloro che iniziano e che nutrono preoccupazioni per la propria capacit di camminare a lungo, si consiglia di cominciare con una passeggiata di appena cinque minuti, quindi di girarsi e ritornare indietro camminando pi lentamente. Potresti anche iniziare con 10 minuti, dipende dal tuo stato di forma. Incrementa poi di due o tre minuti alla settimana e, cos facendo, riuscirai a raggiungere i 30 minuti di camminata in appena qualche settimana di tempo e di allenamento. Una volta raggiunti i 30 minuti di passeggiata, potrai incrementare la velocit, allenandoti ad intervalli. Per intervalli si intendono quei periodi in cui si lavora intensamente per 1 o 2 minuti per poi ritornare all'andatura normale per altri 2 o 3 minuti, recuperare, e quindi ripetere il ciclo. Con questo tipo di allenamento si riesce con pi facilit a migliorare le proprie prestazioni, aumentare il metabolismo e i benefici in termini di salute cardiorespiratoria. Ecco, di seguito, una sequenza esemplificativa su come effettuare tali intervalli. 1. Cammina a passo normale per tre minuti, al fine di riscaldarti. 2. Incrementa la velocit per un minuto, per dare quella sferzata in potenza di cui abbiamo parlato sopra. 3. Ritorna alla velocit normale per altri 3 minuti, cercando di recuperare al massimo. 4. Ripeti questo intervallo 1:3 per l'intero esercizio, cio per il tempo totale di allenamento che ti sei prefissato.
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5. Dopo qualche seduta di allenamento, incrementa il lavoro ad alta intensit e riduci il tempo di riposo attivo previsto, fino a farlo progressivamente sparire. Ti ritroverai ad aver raggiunto, con minore sforzo, e in maniera pi sana, lobiettivo che ti eri prefissato in partenza. Ecco un altro esempio per chi gi riesce a camminare per 30 minuti a 5,5 km/h: 1. Cammina per 10 minuti a 5.5 km/h. 2. Incrementa la velocit a 6 km/h per un minuto, come fatto in precedenza. 3. Cammina ancora tre minuti a 5.5 km/h, sempre per recuperare il pi velocemente possibile. 4. Cammina ancora a 6 km/h e continua fino a quando raggiungi i 30 minuti. 5. Incrementa la parte di lavoro ad alta intensit fino ad arrivare a un minuto e mezzo e riduci il riposo attivo a due minuti e mezzo dopo un paio di settimane. Camminare, in realt, una attivit di basso impatto, che ci permette di bruciare molte calorie. Un uomo di 68 chilogrammi, per esempio, brucia 100 calore ogni 1,5 km. Un uomo di circa 90 kg brucia 133 calorie ogni 1.5 km ed un uomo di 115 kg brucia 166 calorie ogni 1,5 km. Ma a che velocit bisogna camminare per utilizzare una passeggiata come metodo per dimagrire e accelerare il metabolismo? Una buona media da 5 a 6 km/h. Comunque dipende dalla lunghezza delle gambe e dalla velocit con cui si riesce a muoverle. Il tapis roulant e le passeggiate all'aria aperta apportano, infine, gli stessi benefici. Meglio impostare la pendenza del tapis roulant all'1% per riprodurre pi fedelmente la passeggiata in esterno.

Servirsi della dieta per accelerare il metabolismo Piccola descrizione dei processi del metabolismo
Abbiamo visto, allinizio di questo lavoro, come il problema del sovrappeso non pu pi essere risolto con la semplice somma delle calorie. Diverse altre variabili si sono aggiunte grazie allapporto di numerose nuove scoperte scientifiche. Pur non volendo svilire del tutto limportanza che le calorie hanno, tuttora, nel determinare il peso di un individuo nella lotta ai chili di troppo, non si pu prescindere da un esame del
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metabolismo della persona che intende perdere peso. Daltronde sotto gli occhi di tutti come decenni di semplice calcolo delle calorie totali ingerite, abbia avuto come risultato un aumento ponderale del peso medio in tutte le societ occidentali. E non solo. Tale situazione si verificata proprio perch, per troppo tempo, non si sono prese in considerazioni le altre variabili che possono determinare il sovrappeso e fra queste la prima il proprio metabolismo. Il termine metabolismo viene utilizzato per indicare, in modo molto generico, tutti quei procedimenti chimici, messi in atto dal nostro organismo per elaborare e successivamente ricavare lenergia racchiusa negli alimenti che ingeriamo, in modo poi di utilizzarla o immagazzinarla come scorta. Per comprendere pi in profondit cosa sia il metabolismo, per, bisogna partire dai due meccanismi che lo compongono: il processo anabolico e il processo catabolico. Il processo catabolico una reazione chimica che permettere di suddividere le sostanze complesse (proteine, grassi, carboidrati) in altre pi semplici, ed sempre associato alla liberazione di energia. Il processo anabolico, invece, mette in atto il meccanismo inverso: da sostanze semplici genera sostanze pi complesse, e per farlo consuma energia, che poi la stessa che viene utilizzata nel processo catabolico.

Tabella 5: processi anabolico e catabolico del metabolismo.

Ogni molecola che partecipa attivamente al metabolismo detta metabolita, e l'equilibrio dei due processi, anabolico e catabolico,
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permette all'organismo di ottenere l'energia e il nutrimento da utilizzare per il corretto funzionamento di tutti i suoi apparati. La quantit minima di energia necessaria perch questo avvenga senza intoppi, viene definita metabolismo basale. Paradossalmente, anche se restassimo immobili per 24 ore, il nostro corpo avrebbe comunque bisogno di una determinata quantit di energia per far funzionare gli organi e mantenere la temperatura interna. L'energia vitale viene fornita dal metabolismo basale, che rappresenta appunto la quantit minima di calorie necessaria per far funzionare il corpo in situazione di riposo. Il calcolo della quota calorica piuttosto semplice e fornisce risultati sorprendenti. Ecco un esempio. Una donna di 35 anni, che pesa 60 chili, ha un metabolismo basale pari a 1351 calorie. Ci significa che questo l'apporto strettamente necessario per tutte le funzioni del suo corpo. E tale quantit deve essere assicurata con qualsiasi dieta. Se vuoi conoscere anche tu il tuo metabolismo basale, ti baster applicare la formula che segue, utilizzando la tabella di riferimento. Moltiplica il tuo peso per il coefficiente che trovi nella colonna centrale della tabella, e aggiungi il numero fisso riportato nella casella destra. Come puoi vedere, risalire al nostro 1351 semplice: 60 (kg) x 8,7 (coefficiente femmine da 31 a 60 anni) + 829 (numero fisso). Et e Sesso Maschi da 18 a 30 anni Femmine da 18 a 30 anni Maschi da 31 a 60 anni Femmine da 31 a 60 anni Maschi oltre i 61 anni Femmine oltre i 61 anni Coefficient e 15,3 Numero fisso 679

14,7

496

11,6

879

8,7

829

13,5

487

10,5

596

* Fonte: comitato misto FAO/OMS/ONU calcolo del metabolismo basale http://www.BenessereVillage.it


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Accanto al metabolismo basale, ai fini di questa trattazione, necessario conoscere anche il metabolismo intermedio, che direttamente collegato all'alimentazione. Il suo meccanismo stato analizzato e decifrato dal biochimico statunitense George Watson, che dopo vent'anni di studi (1952 - 1972) e migliaia di casi esaminati, ha scoperto che ognuno di noi ha una propria tendenza ad assimilare in modo maggiore o minore certe sostanze rispetto ad altre. il nostro metabolismo intermedio, che viene influenzato dal tipo di alimenti ingeriti e dalla qualit e quantit delle varie secrezioni ormonali. Al momento della nascita, tutti siamo dotati (pi o meno) di un metabolismo neutro, cio ottimale per la crescita, in grado di assimilare al meglio tutte le sostanze nutritive ingerite con il cibo. Nel corso degli anni, per, il metabolismo si pu alterare, anche a causa di fattori ereditari, virando verso le tipologie descritte appresso. Secondo la teoria del metabolismo intermedio di George Watson, ormai accolta in tutto il mondo, non esiste un metabolismo unico e uguale per tutti, ma tre varianti con caratteristiche differenti che sono: lipossidatore, liperossidatore e il normossidatore.

Ipossidatore o con metababolismo lento: appartiene a una persona che non metabolizza bene i grassi, poco le proteine e meglio gli zuccheri. Questo si traduce in una naturale tendenza a ingrassare perch ogni caloria che non viene metabolizzata, cio bruciata dall'organismo per produrre energia, si accumula automaticamente come deposito di grasso. Il metabolismo lento, che riguarda circa il 65% delle donne, si riconosce anche per alcune caratteristiche fisiche che ne sono la conseguenza: intestino pigro, ipotensione (la classica pressione bassa), ipersensibilit al freddo, scarsa sudorazione, secchezza di pelle e capelli e tendenza all'affaticamento e alla depressione. Il metabolismo lento anche una delle principali concause del sovrappeso e delle difficolt di dimagrimento. Purtroppo, come per il colore degli occhi o dei capelli, se si nasce con un metabolismo di questo tipo bisogna accettarlo, ma questo non significa che non si possano mettere in atto delle strategie per migliorare la situazione. Pi avanti verranno riportate diverse informazioni utili al riguardo e tanti consigli pratici da provare subito. Per ora, in linea generale, bisogna ricordare che, per accelerare un metabolismo
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lento, devi prestare molta attenzione alla scelta dei cibi.

Normossidatore, o con metabolismo normale: l'individuo


che fa parte di questa tipologia non presenta squilibri metabolici particolari, metabolizza bene tutti i componenti nutrizionali, non ha particolari problemi fisici e ha un peso equilibrato. Se si tra i fortunati possessori di questo tipo di metabolismo, si appartiene a quella minoranza della popolazione (10-15%) che pu permettersi di mantenere il proprio peso affidandosi alla seguente semplice regola. Dal momento che metabolizza bene sia i grassi, sia gli zuccheri, sia le proteine, per il normossidatore sufficiente seguire un'alimentazione equilibrata, che permetta di assumere tutte e tre le categorie di macronutienti (carboidrati, grassi e proteine). Attenzione, per: mantenere questo equilibrio fondamentale, per evitare che il metabolismo neutro si sbilanci in favore di quello lento o di quello veloce. altrettanto vero che, se pur il normossidatore deve essere meno guardingo dei suoi colleghi, non pu di certo mangiare qualsiasi cosa e in qualsiasi quantit.

Dovr in ogni caso fare attenzione allammontare totale delle calorie ingerite, almeno nel lungo periodo. Infatti, anche se sar in grado con facilit di bruciare qualche pasto abbondante, se la sovralimentazione dovesse diventare una regola, non solo accumulerebbe comunque peso ma, alla lunga, potrebbe causare una resistenza del proprio organismo allinsulina e alterare completamente il suo equilibrio, spostandolo inesorabilmente verso il sovrappeso.

Iperossidatore o con metabolismo veloce: interessa solo


il 30% della popolazione, e rappresenta colui che metabolizza bene le proteine e in parte i grassi, ma non gli zuccheri. Si riconosce per problematiche fisiche come ansia, ipertensione, iperattivit, ipersudorazione, ipersensibilit al caldo, irritabilit nervosa, pelle e capelli grassi. Contrariamente a quanto si possa pensare, avere un metabolismo veloce non significa che si pu mangiare di tutto senza ingrassare. Anzi. Proprio perch, in quanto iperossidatore, si bruciano male gli zuccheri, se si sbaglia tipo di alimentazione e non si fa attivit fisica si rischia di aumentare, e di molto, il proprio peso. La differenza rispetto a chi possiede un metabolismo lento che poi, liperossidatore, non fa
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grossa fatica a perdere i chili accumulati. , per esempio, il classico tipo a cui basta un po di attivit fisica e dei pasti normali per asciugarsi nel giro di poco tempo. Ogni individuo, quindi, appartiene a una categoria precisa con delle caratteristiche metaboliche proprie. Cio con delle proprie capacit di metabolizzare i carboidrati, i grassi e le proteine. La conseguenza, intuibile, importantissima per chi intende perdere peso poich, riconoscendosi in uno dei diversi gruppi, sapr con maggiore precisione quale tipo di alimentazione corretta per ricavare il meglio dal cibo di cui si nutre. Si possono cos mettere a punto delle combinazioni di alimenti che verranno metabolizzati meglio secondo il proprio metabolismo. Gli studi condotti dal dottor Watson, divennero presto famosi, visto il loro impatto sulle teorie classiche, e trovarono subito applicazione in diverse branche della medicina. Lo stesso Watson, poi, dimostr come il modo in cui mangiamo influenza un po tutta la sfera personale, fino a determinare lo stato psicologico di un individuo. Ansia, depressione, aggressivit, astenia vennero messe in diretta correlazione anche con il tipo di alimentazione. Di conseguenza, il cibo divenne, in certi casi, la medicina giusta per curare questi stati psicologici. Test: Tu che metabolismo hai? Scoprilo subito con questo link: http://www.benesserevillage.it/test/met abolismo/index.php Inoltre, Watson, apr il campo a nuove frontiere nella scienza dellalimentazione, in particolare nella cura del sovrappeso e dellobesit, dimostrando come con lalimentazione si possa regolarizzare il metabolismo e causare un dimagrimento sorprendente e, quasi sempre, duraturo nel tempo. Purtroppo, per, queste scoperte sono state di frequente utilizzate per speculazioni commerciali da parte di persone che, solo a fini di lucro, hanno alterato tali implicazioni, estremizzandole in regimi dietetici spesso anche dannosi. Ma di questo ce ne occuperemo pi avanti.

La nutrigenomica e il vero ruolo dei geni su sovrappeso e metabolismo


Il vecchio detto di Feuerbach: Luomo ci che manga oggi ancora pi vero grazie ai progressi, ancora lenti ma molto interessanti, che sta facendo la nutrigenetica. Questa scienza studia le relazioni esistenti e possibili tra lalimentazione
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e la regolazione del genoma o patrimonio genetico. In pratica, la nutrigenomica sostiene che il cibo parla con i geni e viceversa, come abbiamo visto, scambiandosi informazioni e regolando i diversi processi dellorganismo. Il nostro DNA, lo sappiamo tutti, determina il colore degli occhi e dei capelli. una specie di dote pronta per essere trasmessa ai figli. Si sempre studiato il DNA come se fosse solo una entit statica. Oggi sappiamo che non cos. I nostri geni fanno molto di pi che tramandare solo ed esclusivamente le caratteristiche fisiche: gestiscono giornalmente e sotto ogni aspetto i processi biochimici e fisiologici di ciascuno di noi. La prospettiva completamente nuova, ma affascinante. Per quello che ci interessa e per lo scopo di questo lavoro, significa che lalimentazione influenza lo scambio di informazioni con il patrimonio genetico. Insomma, stimola una risposta o unaltra da parte del nostro stesso metabolismo. Il nostro DNA regola la produzione di ormoni, enzimi e neurotrasmettitori cerebrali e attraverso queste funzioni controlla il livello di colesterolo, la pressione sanguigna, lossidazione cellulare e quindi linvecchiamento. Ma altres lumore e ogni funzione dellorganismo fino a contribuire a determinare il peso corporeo. Il cibo contiene informazioni per i nostri geni quali: rallentare linvecchiamento, accelerare o rallentare il metabolismo, ridurre lappetito, ecc Se impariamo il modo in cui il cibo e i geni comunicano, possiamo sfruttare tale linguaggio a nostro favore, mangiando quegli alimenti che aiutano tutti i procedimenti di perdita di peso. Possiamo, oltre alle semplici calorie, sfruttare una dieta in grado di accelerare il nostro metabolismo e di produrre maggior senso di soddisfazione a parit di cibo assimilato. Purtroppo, per onore di cronaca, bisogna ammettere che allo stato dellarte, la nutrigenomica come un bambino in fasce. Di fatto, sebbene le sue scoperte rimangano fondamentali e molto affascinanti, vero che di pratico e attuabile c' ancora poco. Pertanto non bisogna cadere preda di false speranze. In rete e non, si vedono sempre pi spesso dei kit, anche molto costosi, che promettono di esaminare il genoma di un individuo e di ricavarne informazioni strabilianti. Cosa
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mangiare per non prendere peso, come non ammalarsi, la dieta per non invecchiare mai, predisposizione o meno alla glicemia, intolleranze, propensione allipertensione, colesterolo alto, osteoporosi e via discorrendo. Praticamente questi test promettono limmortalit. Ovviamente la cautela dobbligo, visto il grande fascino che test di tale genere possono suscitare su qualsiasi persona. Non tutto per da buttare. La prima regola della nutrigenomica da tenere presente che ciascuno di noi ha dei geni diversi e, di conseguenza, lo stesso cibo verr interpretato, secondo il proprio patrimonio genetico, in maniera distinta e personale. La conseguenza fondamentale: lo stesso tipo di alimentazione pu causare un aumento di peso e una diminuzione del metabolismo in un individuo e un effetto magari parzialmente opposto, o almeno attenuato, in un altro. Ogni singola persona deve ricercare e provare su se stesso diversi tipi di diete per comprendere se il suo organismo assimila meglio i carboidrati, le proteine o i grassi. Non esiste una dieta che pu essere seguita uniformemente e con successo da chiunque. Occorre trovare per ciascuno di noi ci che adatto e che funziona. Ma se rimane vero quanto appena detto, altrettanto vero, che i meccanismi fisiologici, pur in parte diversi da uomo a uomo, hanno comunque dei principi comuni a tutti. Il metabolismo c chi lo ha lento, chi ossida qualsiasi cosa ingerisce e chi, fortunato, nella normalit. Ci nonostante, i meccanismi di ossidazione sono in realt quelli, uguali anche se non identici per tutti. Dato questo assunto, possibile ricavare delle regole generali di stile di vita e di rapporto con il cibo, in grado di incidere in positivo sul metabolismo di ognuno di noi. La prima quella di seguire una dieta che sia il pi naturale possibile, intendendo per naturale una dieta composta da alimenti che esistono in natura e che non sono opera di manipolazione delluomo.

Una alimentazione naturale per bilanciare geni e ormoni


Abbiamo detto che bisogna mangiare secondo i geni. E poich il nostro patrimonio genetico si formato qualche secolo prima di pop-corn e patatine fritte, per migliorare al massimo le funzioni biochimiche del nostro organismo dobbiamo utilizzare il pi possibile quegli alimenti che si
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trovano da sempre in natura e che contengono le istruzioni facilmente decifrabili dai nostri geni. Questi alimenti sono pro metabolismo perch vengono facilmente bruciati e assimilati. Essendo freschi e naturali non lasciano tossine libere nel sangue che, come vedremo, sono in grado di recare danni al metabolismo. Dobbiamo, quindi, cercare di nutrirci il pi possibile con cibi freschi. Evitare conserve, cibi confezionati e tutti quegli alimenti arricchiti di grassi idrogenati o altre sostanze prodotte dall'industria alimentare moderna. Tuttavia, come sempre, quando si parla di nutrizione umana non bisogna esagerare e passare da un eccesso allaltro. Cos, come non si pu mangiare quasi solo pizza, perch non esiste in natura, non necessario neppure fare la spesa solo ed esclusivamente in negozi di alimentari biologici specializzati. Basta e avanza nutrirsi, nella maggior parte dei casi, con cibi naturali. Meglio i carboidrati integrali, meno lavorati, che quelli raffinati, cio sgrezzati dalluomo. Benissimo tutti i cibi che, gi in natura, si presentano ricchi di fibre: verdure, frutta e legumi. Ma incominciamo ad addentrarci nella dieta che in grado di accelerare il nostro metabolismo. Partiamo con una analisi dei diversi tipi di macronutrienti di cui si compongono i cibi che mangiamo.

I carboidrati che accelerano il metabolismo


Considerando che non tutte le calorie sono identiche, passando pi in dettaglio le singole macrocategorie dei nutrienti, lecito cercare una risposta al seguente quesito: "I carboidrati sono tutti uguali?". Riuscire a rispondere a questa domanda ha oggi un ruolo di grande interesse. Troppo spesso i carboidrati sono messi sul banco degli imputati. Sono accusati di provocare i pi nefandi mali al nostro organismo e soprattutto di essere la fonte di tutte le malattie metaboliche degli ultimi decenni. Quindi, di essere responsabili di una cos diffusa obesit. Purtroppo, le opinioni sopra citate sono figlie di alcuni slogan commerciali che spingono a evitare il consumo di carboidrati. Data questa situazione necessario sforzarsi il pi possibile, affinare i termini della ricerca per chiarire, quanto basta, una situazione a dir poco ingarbugliata e rispondere con chiarezza alla domanda che abbiamo or ora formulato. Il punto di partenza non pu che essere un'affermazione di basilare importanza:
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i carboidrati sono essenziali nella nostra vita, ne abbiamo bisogno per vivere in modo sano. Tanto vero che, anche le diete pi proteiche esistenti prevedono sempre, dopo una prima fase di esclusione dei glucidi, una seconda fase di lenta reintroduzione e una terza di consumo quotidiano e vario di carboidrati. Cosa significa? Al contrario di quanto si vuol far credere, non tutti i mali provengono dai carboidrati. O meglio, molti mali, provengono da un'abbondanza di carboidrati, ma questa una storia comune a tutte le situazioni di eccesso. Ma allora, quali carboidrati dobbiamo mangiare per accelerare il metabolismo, evitare sovrappeso e malattie? La risposta un corollario di quanto affermato sopra: dobbiamo nutrirci il pi possibile di carboidrati presenti in natura e limitare quelli invece raffinati dalluomo. In natura esistono glucidi in diverse forme. Pertanto bene sapere dove si possono trovare i carboidrati. Di solito chiunque pensa subito al pane, alla pasta, allo zucchero ma di carboidrati, per esempio, si deve parlare anche quando si sta mangiando la frutta, le verdure o i legumi. I carboidrati rappresentano, in realt, il gruppo alimentare pi esteso esistente in natura e si distinguono in carboidrati semplici e carboidrati complessi. I primi sono quelli che comunemente chiamiamo zuccheri, e cio glucosio, fruttosio, saccarosio, lattosio, maltosio, ecc I secondi invece li troviamo nei legumi, nella pasta, nel pane o nel riso. La differenza tra carboidrati semplici e carboidrati complessi importante perch attiene alla velocit di assimilazione da parte dellorganismo umano. I carboidrati semplici vengono smontati e digeriti, cio entrano in circolo nel sangue, in poco tempo o comunque molto pi velocemente rispetto ai carboidrati complessi che invece richiedono pi ore per essere scissi in molecole digerite. Di conseguenza, per diminuire limpatto dei glucidi sullinsulina, sono preferibili i carboidrati complessi a quelli semplici. Insomma, come gi accennato in precedenza, la regola principe da seguire per mantenere alto il metabolismo e in equilibrio tutte le funzioni dellorganismo quella di nutrirsi il pi possibile di carboidrati presenti in natura o il meno elaborati dalluomo.
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In pratica, utilizzare farine integrali pi che farine bianche. Meglio pasta e pane integrali piuttosto di quegli alimenti composti dalla normale farina di grano duro. Le farine integrali hanno un carico glicemico pi basso. Inoltre, essendo pi grezze e contenendo maggiori fibre, hanno bisogno di maggior tempo per essere digerite e, quindi, rilasciano glucosio pi lentamente. Le farine bianche invece, dopo la lavorazione da parte delluomo, perdono in sali minerali, vitamine e altri nutrimenti che aiutano il metabolismo e si presentano di conseguenza pi ricche di zuccheri a rapido assorbimento. Smettere di mangiare merendine o crackers e sostituirli con i carboidrati che si trovano in natura: un frutto per esempio. Mangiare pi legumi, pi verdure, pi semi, pi prodotti da agricoltura biologica. Questi alimenti infatti contengono un insieme di antiossidanti, sali minerali, fibre, vitamine che stimolano il metabolismo e combattono lobesit, rallentando lassorbimento degli zuccheri, il carico glicemico e quindi la glicemia. Per mantenere il corretto funzionamento del nostro metabolismo dobbiamo mangiare in prevalenza, non esclusivamente, cibi e alimenti, e anche carboidrati, che sono presenti in natura o che sono vicini il pi possibile al loro stato in natura. Una volta identificati di quali carboidrati nutrirsi, necessario determinare anche quanti carboidrati assimilare con lalimentazione. Normalmente, consigliabile far provenire dal 30% al 60% delle calorie giornaliere dai carboidrati. Partendo dal totale delle calorie necessarie per mantenere il peso in una situazione di buona forma fisica, ci saranno delle persone che possono tranquillamente mangiare il 60% delle calorie giornaliere sotto forma di carboidrati e altre, invece, che ne devono limitare il consumo al 30%. Lunico modo per scoprirlo quello di provare. Se un individuo, ferme restando le calorie totali, tende a mettere su peso dovr ridurre la quantit di carboidrati. Se, invece, nutrendosi di pochi carboidrati (40%), un essere umano mantiene il proprio peso, potr provare a inserire nella propria dieta un ammontare maggiore di carboidrati. Come abbiamo gi detto, tutti noi abbiamo un patrimonio genetico diverso. La conseguenza che il cibo verr interpretato in maniera diversa da ognuno di noi. Perci non rimane che fare degli esperimenti su se stessi
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fino a comprendere esattamente la specificit del proprio organismo. Bisogna scoprire come questo interpreta le informazioni provenienti dagli alimenti, come brucia i carboidrati, le proteine e come metabolizza i grassi. Una volta trovata la strategia giusta, bisogner adottarla come stile di vita per rimanere, sempre, in forma e non in sovrappeso. Ecco perch non ha pi molto valore parlare di percentuali di carboidrati (60% Dieta Mediterranea, 40% dieta a Zona, ecc). Semplicemente perch, a seconda del proprio metabolismo, un individuo riuscir a perdere peso meglio e pi facilmente consumando il 60% delle calorie giornaliere in carboidrati. Mentre un altro perder meglio il peso riducendo il consumo dei carboidrati al 30%. Dipende dal proprio organismo e dal tipo di metabolismo che abbiamo. La termogenesi il processo attraverso il quale il nostro organismo produce calore al fine di mantenere stabile la temperatura corporea. I mitocondri, contenuti nelle cellule, hanno un ruolo attivo nel procedimento. Nello specifico, i mitocondri utilizzano lenergia assunta attraverso lalimentazione per creare calore e mantenere la temperatura corporea. Il cibo che mangiamo produce un suo effetto termogenico definibile come la quantit di energia spesa per la digestione di un singolo alimento. In particolare si parla di termogenesi fissa se riferita alla spesa energetica per la digestione, che va distinta dalla termogenesi facoltativa che viene invece indotta dal sistema nervoso simpatico. La termogenesi fissa dipende molto dal tipo di alimentazione che si tiene. In particolare, ci che importante, che mentre i carboidrati producono un effetto termico del 7%, i grassi del 3%, le proteine possono arrivare a produrre anche il 35% di tale dispendio energetico. Leffetto termogenico delle proteine dovuto alla complessit degli aminoacidi, che richiedono molta pi energia per la loro digestione. Utilizzare le proteine per aumentare il metabolismo pu essere indicato, a
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Le proteine che accelerano il metabolismo


Oltre a quanto abbiamo gi visto per i carboidrati, cio la necessit di mangiare il pi possibile cibi esistenti in natura, per identificare le proteine che sono in grado di accelerare il metabolismo dobbiamo introdurre un ulteriore concetto che quello di termogenesi.

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patto di non superare certi limiti entro cui dover rimanere per evitare problemi di salute. Si parla in questo caso di termogenesi indotta dalla dieta o TID. Possiamo sfruttare questi meccanismi, attraverso una dieta un po pi sbilanciata verso le proteine, per accelerare il metabolismo e bruciare le calorie pi velocemente. Per esempio possiamo aumentare lintroito calorico proveniente dalle proteine in un certo periodo, se vogliamo dimagrire pi in fretta. Oppure utilizzare le proteine per porre rimedio a una giornata, o a un periodo, di sovralimentazione. Le raccomandazioni, nel caso delle proteine, vanno nella direzione di preferire quelle provenienti dal pesce, poi quelle da carni bianche e formaggi magri, senza trascurare le uova. Secondo alcuni studi recenti, le proteine e i peptidi (ormoni, ossitocina, bradichinine, neurotrasmettitori, citochine,ecc) provenienti dal pesce, sono in grado di produrre una serie di effetti benefici sul metabolismo e in generale per la salute. In particolare, una integrazione nella dieta con i peptidi del merluzzo, determina un abbassamento significativo del picco glicemico nel sangue. Questo comporta una riduzione della produzione di insulina e un abbassamento dei grassi in circolazione nel sangue (trigliceridi). Molto buone per le loro caratteristiche organolettiche sono le proteine provenienti dai vegetali. Soia, lenticchie, fagioli dovrebbero ritrovare un posto di primo piano sulla nostra tavola quotidiana e sostituire in parte la carne. Le proteine di origine vegetale aiutano molto nella prevenzione delle malattie cardiache, avendo un quantitativo inferiore di grassi saturi rispetto agli alimenti proteici di origine animale. Di quante proteine abbiamo bisogno giornalmente? La risposta a questa domanda tuttora alla base di un lungo dibattito ed quindi difficile riuscire a rispondere con precisione. Possiamo sostenere che le proteine devono rimanere tra il 10% e il 40% del fabbisogno calorico giornaliero. In questo modo abbiamo fissato i due paletti, limite inferiore e limite superiore, allinterno dei quali potersi muovere per sfruttare leffetto termogenico delle proteine. Ancora una volta, bisogna sperimentare sul proprio organismo le diverse quantit, per capire con precisione quante proteine mangiare per non accumulare peso.
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Le proteine si trovano dappertutto nel nostro organismo, basti pensare che costituiscono i muscoli, la pelle, i capelli, le ossa, le unghie. Seguire una dieta iper-proteica, oltre il 35% proveniente dalle proteine, per un periodo lungo, oltre le quattro settimane, pu causare problemi di affaticamento renale, edema, osteoporosi. Unaltra caratteristica molto utile delle proteine, per chi vuole perdere peso, il loro alto indice di saziet. Sentirsi pieni pu essere utilizzato per placare lappetito, a parit di carico calorico, e facilitare cos lautocontrollo nella dieta. Laumento del senso di saziet, come dimostrato in uno studio del 2010, si ha per lintervento sui livelli di grelina e del peptide YY, coinvolti nel controllo dellappetito. In particolare, questo studio, ha coinvolto 13 uomini di et tra i 51 e i 54 anni, con un indice di massa corporea pari a 31,3 0,8 kg/m2 che hanno consumato due tipi di diete ipocaloriche. Una, con un contenuto di proteine pari al 14% dellapporto energetico totale. L'altra, ad alto tenore proteico (25% dellapporto energetico totale). Le diete sono state assunte in modo randomizzato (cio attribuendo ad ogni possibile scelta lo stesso grado di probabilit) in tre o sei pasti al giorno. La dieta ricca di proteine ha indotto un aumento del senso di saziet e dei livelli di peptide YY e di grelina, indipendente dalla frequenza dei pasti. In particolare, la pi alta frequenza di assunzione dei pasti comportava un minor senso di saziet rispetto alla frequenza di consumo pi bassa, ma ridotti livelli di insulina e glucosio. Complessivamente lo studio conferma che nei soggetti obesi e sovrappeso pasti ad alto contenuto proteico aumentano il senso di saziet, indipendentemente dalla loro modalit di consumo.

I grassi che accelerano il metabolismo


Tutti i grassi sono uguali? No di certo!! Purtroppo negli ultimi anni abbiamo assistito a una repentina riabilitazione dei grassi. Per decenni le diete, intese come regimi dimagranti, ma anche come un corretto e salutare piano alimentare, hanno prescritto di stare il pi possibile alla larga dai cibi grassi. I nuovi regimi iperproteici, molto di moda ultimamente, sono riusciti a spostare lattenzione dai grassi ai carboidrati facendo diventare questi ultimi la fonte di tutti i guai. Addirittura, non raro sentire che occorre controllare i carboidrati mentre
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possibile mangiare quanti grassi si vogliono! Ovviamente le cose non stanno cos e il risultato di queste indicazioni, che non tengono in considerazione i grassi, non pu che essere quello di causare un aumento di peso, un peggioramento dei livelli di trigliceridi e del colesterolo nel sangue. Esistono dei grassi che fanno bene, altri che fanno male. Il problema, anche in questo caso, di scegliere, pur rimanendo allinterno di alcuni range-limite, i grassi che fanno bene al nostro organismo. Una famosissima dieta, diventata di dominio mondiale qualche anno fa, la dieta a Zona, recitava: per bruciare il grasso ci vuole altro grasso. Dobbiamo aggiungere che per bruciare il grasso ci vuole il grasso buono. Intanto definiamo quanti grassi, in assoluto, dobbiamo mangiare per non recare danni al metabolismo e riuscire a dimagrire. Lammontare totale di grassi che devono costituire la dieta quotidiana diretta conseguenza del rapporto, determinato come detto in precedenza, tra carboidrati e proteine. I grassi saranno la parte rimanente delle calorie giornaliere, messe a disposizione dalla dieta che si segue. Se consumiamo il 50% di calorie giornaliere in carboidrati e il 25% in proteine, ecco che la percentuale rimanente di grassi risulta essere il 25%. In generale i grassi hanno una densit energetica maggiore sia rispetto alle proteine sia rispetto ai carboidrati (9 Kcal per grammo rispetto ai 4 delle proteine e dei carboidrati). Ecco perch se mangiamo troppi grassi non possiamo che ingrassare. Come abbiamo visto, un alimento fa bene o fa male al nostro organismo e al metabolismo, se porta con s informazioni buone o cattive per i geni. I grassi si comportano, ovviamente, nella stessa maniera. In particolare le cellule adipose si legano a degli speciali recettori detti recettori attivati dai proliferatori dei perossisomi. Nello specifico a noi interessa il polimorfismo Pro12AIa. Alcuni studi supportano un ruolo benefico di questo recettore, che associato a una ridotta trascrizione del gene PPARgamma2. Tale polimorfismo, inoltre, abbinato a: una diminuzione del body mass index (BMI), alla riduzione dei livelli di insulina, all'aumento dei livelli di HDL e alla migliorata sensibilit allinsulina. Quindi, il polimorfismo Pro12Ala diminuisce il rischio di obesit e di diabete mellito di tipo 2.
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Diversi tipi di grassi, interagiscono in maniera differente con questi recettori, attivando alle volte i geni bruciagrassi, e altre volte disattivandoli. Ovviamente le implicazioni sul metabolismo risultano evidenti. Per esempio un acido grasso contenuto nel pesce, come quello chiamato eicosapentaenoico, favorisce lattivit bruciagrassi del metabolismo e aumenta la sensibilit allinsulina. Quali sono dunque i grassi che accelerano il metabolismo? Come per gli altri macronutrienti, i grassi di origine vegetale rimangono preferibili, insieme ai grassi contenuti nel pesce. Esistono due categorie di grassi buoni: profilo lipidico nel sangue, contribuendo ad abbassare anche i trigliceridi. I grassi polinsaturi si chiamano cos perch hanno due o pi legami nella loro catena carboniosa. Esistono due tipi principali di acidi grassi polinsaturi: gli Omega-3 gli Omega-6 (il numero si riferisce alla distanza tra la fine della catena di carbonio e il primo doppio legame). Entrambi i tipi offrono diversi benefici per la salute. Diversi studi hanno dimostrato che gli Omega-3 contenuti nel pesce, cos come gli integratori di olio di pesce, aiutano a prevenire e anche a curare malattie cardiache e ictus. Ci dovuto alla loro azione benefica sulla pressione sanguigna, sul colesterolo buono (HDL) e sui trigliceridi. Esistono, poi, tanti altri studi minori e, non sempre accolti unanimemente, che collegano questi grassi a dei benefici in caso di Alzheimer, artrite reumatoide e a un'infinit di altri disturbi o patologie. Gli Omega-3 provengono, principalmente, dal pesce ma si trovano anche nei semi di lino, nelle noci e in altri tipi di frutta secca. Pesci grassi come il salmone, sgombri e sardine, sono fonti abbondanti di omega-3. Gli Omega-6 apportano benefici anche maggiori degli Omega-3 nel prevenire
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I grassi polinsaturi: sono grassi


essenziali per il normale funzionamento dellorganismo umano, ma, allo stesso tempo, il nostro corpo non pu autoprodurli. Dobbiamo pertanto introdurli con lalimentazione. Aiutano a costruire le membrane cellulari, cio linvolucro esterno e le guaine dei nervi circostanti. Sono vitali per la coagulazione del sangue, la contrazione e il rilassamento muscolare, e svolgono un'azione antinfiammatoria. Riducono il colesterolo cattivo (LDL), pi di altri tipi di grassi, e quindi migliorano il

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o curare le malattie cardiache. Ma non bisogna esagerare nella loro dose. infatti raccomandabile mantenere una proporzione di 1:2 tra gli Omega-3 e gli Omega-6.

I grassi saturi: si chiamano cos


perch la loro catena si presenta satura di atomi di idrogeno. Esistono ben 24 tipi diversi di grassi saturi, e non tutti fanno cos male alla salute. Basti pensare per esempio al cioccolato che contiene in s un tipo di grasso saturo, che in realt si comporta pi come un grasso insaturo abbassando i livelli di LDL. In generale non possibile seguire una alimentazione priva di questo tipo di grassi che sono contenuti nel burro, nel latte, nei latticini e nei formaggi, nella carne bovina, nel pollo, ecc Lindicazione per quella di limitarli a favore dei grassi polinsaturi. Quali sono, poi, i grassi da evitare? Gli oli idrogenati e i grassi trans: questo tipo di grassi identificano in pieno la categoria dei grassi prodotti dalluomo e non presenti in natura. Vennero creati in laboratorio come alternativa pi economica del burro. Lo studio di Mensink e Katan del 1990 mostr che i grassi trans alzano il livello del colesterolo LDL diminuendo quello del colesterolo HDL, peggiorando il rapporto di rischio cardiovascolare. Almeno altri dodici studi significativi confermarono la ricerca del 1990.
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I grassi monoinsaturi: a differenza


dei polinsaturi, i monoinsaturi, sono dei grassi che hanno un solo legame nella catena carboniosa. Il risultato che hanno pi atomi di idrogeno dei polinsaturi ma sempre meno dei saturi. Buone fonti di monoinsaturi sono l'olio di oliva, l'olio di arachidi, lavocado e la maggior parte dei dadi da brodo. Questo tipo di grassi sono venuti alla ribalta grazie a uno studio congiunto di sette paesi tenuto nel 1960. Lo studio voleva identificare il motivo della bassa incidenza di malattie cardiache nelle regioni mediterranee, in particolare in Grecia, a fronte di una dieta mediamente ricca di grassi. Si scopr che le popolazioni affacciate sul Mare Mediterraneo, tra cui quella di noi italiani, sostituiscono spesso i grassi saturi di origine animale con lolio di oliva che invece un grasso monoinsaturo. Da qui tutta limportanza, la rivalutazione e il seguito di cui gode oggi la Dieta Mediterranea come stile di vita salutare. Quali sono, invece, i grassi che vanno limitati?

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In particolare, due studi di Sundram confrontarono i grassi trans con quelli saturi e conclusero che i primi sono decisamente pi influenti nel rischio cardiovascolare. Nel luglio 2002 la National Academy of Sciences ha confermato definitivamente la tesi che i grassi trans sono decisamente peggiori dei grassi saturi rispetto al rischio cardiovascolare. Un'altra ricerca di Sundram ha rivelato che le concentrazioni di lipoproteina (considerata un fattore di rischio cardiovascolare indipendente, poich in gran parte controllata geneticamente) aumentano in una dieta ricca di grassi trans. Restano stabili o addirittura diminuiscono, invece, in una dieta con grassi saturi. Una seguente ricerca di Sundram mostr che la concentrazione di lipoproteina diminuisce significativamente quando si sostituiscono i grassi trans con olio di palma. Anche studi epidemiologici hanno confermato la relazione fra rischio cardiovascolare e grassi trans. Sia la ricerca di Willett (del 1993), sia quella pi celebre di Ascherio (del 1994, che esaminava 239 soggetti) arrivarono alle stesse conclusioni. E cio che sono associabili a diete ricche di grassi trans: un aumento del rischio cardiovascolare del 27% e circa 30.000 morti (negli USA), ogni anno. Un'analisi successiva (Koletzko) ha confermato tale ultimo dato, stimando i decessi fra 25.000 e 30.000. Anche le indagini sul diabete sono significative. Un aumento del 2% di grassi trans in sostituzione di carboidrati aumenta il rischio diabetico di un fattore 1.39. Mentre, non c' praticamente variazione (0,97) nel caso di sostituzione con grassi saturi. Gli studi di Willett e di Ascherio riportano anche i danni riguardanti la "distruzione" degli acidi grassi essenziali da parte di quelli trans. Mary Enig un'autorit mondiale nel campo dei grassi trans. una ricercatrice del Maryland (ha lavorato per molti anni nel Lipids Research Group, Department of Chemistry and Biochemistry, University of Maryland), ed stata fra l'altro consulting editor per il Journal of the American College of Nutrition". Ha riassunto cos i problemi dei grassi trans: 1) Abbassano il colesterolo HDL e alzano quello LDL. 2) Aumentano la concentrazione della lipoproteina. 3) Diminuiscono il valore biologico del latte materno. 4) Causano uno scarso peso dei
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bambini alla nascita. 5) Innalzano i livelli di insulina in risposta a un carico glicemico. 6) Interferiscono con la risposta immunitaria, diminuendo l'efficienza della risposta delle cellule B e aumentando la proliferazione delle cellule T. 7) Riducono il livello di testosterone. 8) Inibiscono alcune reazioni enzimatiche fondamentali (come quella della d-6-desaturasi). 9) Modificano la permeabilit e la fluidit delle membrane cellulari. 10) Alterano la costituzione e il numero degli adipociti (cellule di deposito del grasso). 11) Interferiscono con il metabolismo degli acidi grassi essenziali omega-3. 12) Incrementano la produzione di radicali liberi. In natura, molti oli o grassi esistono con una forma molecolare chiamata cis. Quando questa molecola naturale di grasso cis viene processata aggiungendogli gas idrogeno a temperature elevate (saturandolo in parte o in toto), diventa un grasso parzialmente o totalmente idrogenato, che cambia la sua struttura chimica in trans. Infatti a causa della disposizione "trans", le molecole sono lineari e possono "impacchettarsi" efficientemente tra loro. La forma "cis", invece presenta un angolo (gli atomi di H sullo stesso lato provocano una distorsione della molecola) e le molecole non interagiscono tra loro altrettanto bene.

Tabella 6: processo di trasformazione industriale degli acidi grassi in acidi trans.

Questa differenza di forma della struttura di grande importanza. Quando vengono mangiati, i grassi e gli oli sono incorporati nella membrana e i grassi idrogenati alterano la configurazione di queste delicate strutture. Oltretutto, i grassi trans interagiscono con il normale metabolismo dei grassi, disturbandone la funzione in modo distruttivo.
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Quindi queste sostanze sidentificano pienamente con la definizione di veleno. I grassi trans interferiscono con importanti funzioni, inibendo enzimi necessari al corpo per il normale metabolismo dei grassi e lo continuano a fare per molto tempo. Quando mangiate un normale grasso cis, il vostro corpo ne metabolizza la met in 18 giorni. Quando mangiate grassi trans, il vostro corpo impiega 51 giorni per metabolizzarne ugualmente mezza parte. Questo significa che la met dei grassi trans che mangiate oggi continueranno ad inibire sistemi enzimatici essenziali nel vostro corpo per 51 giorni! lavoro e di pi tempo per essere assorbite dallintestino. Il risultato di una dieta ricca di fibre un pi lento e/o minore assorbimento di zuccheri, un minore carico glicemico per il sangue e un effetto benefico per il metabolismo. In media si consumano molte meno fibre di quelle raccomandate, circa 20/25gr al giorno. Uno studio di Ludwig ha confermato che un individuo, che consuma pi fibre, tende a dimagrire maggiormente e presenta un livello di insulina minore rispetto a chi, a parit di calorie giornaliere ingerite con lalimentazione, assimila meno fibre. Anche per questo motivo una dieta deve essere ricca di fibre, oltre che priva di carboidrati o di grassi.

Il benessere e l'effetto turbo delle fibre


Le fibre sono componenti fondamentali della nostra dieta e hanno diversi effetti benefici sul colesterolo, la glicemia, il diabete e anche alcune forme di tumore. In particolare hanno un ruolo molto importante nelle diete dimagranti perch aiutano la perdita di peso. Le fibre assorbono, per cos dire, i grassi e gli zuccheri che arrivano nellintestino, limitandone o addirittura impedendone lassorbimento. Queste sostanze necessitano di un maggiore

Le alterazioni insospettabili del metabolismo


Tra le diverse cause che portano a un'alterazione del metabolismo necessario prendere in considerazione le seguenti: intossicazioni croniche, disbiosi o alterazioni della flora batterica intestinale, stress, intolleranze alimentari.

Le intossicazioni croniche che zavorrano il metabolismo


Per intossicazione cronica non si intende quel tipo di avvelenamento causato, per esempio, da un cibo
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avariato o da una sostanza contenuta in uno specifico pasto. Ma quello stato cronico, dovuto a tossine, che influisce sul corretto funzionamento dellorganismo umano tra cui anche il metabolismo. Gli agenti che possono causare questo stato sono sia ambientali sia alimentari. il caso di tutte quelle situazioni di intolleranza alimentare che solo pochi anni fa non si presentavano cos copiose. Oppure del dilagare di tutte le patologie dismetaboliche. Il primo accusato in queste circostanze sempre linquinamento. E nonostante i diversi allarmi provenienti da tutte le organizzazioni istituzionali e non, sembra dover sempre continuare a crescere nel nome dello sviluppo. Il primo tipo di inquinamento da esaminare senza dubbio quello atmosferico, forse il pi dannoso per noi uomini. Qui i combustibili utilizzati per ricavare lenergia, sono i primi incolpati (carbon fossile, idrocarburi del petrolio, ecc...). Questi producono il famigerato monossido di carbonio, gli idrocarburi policiclicici, gli ossidi di azoto e polveri quali: carbonati, solfuri, ecc... Tutti questi inquinanti sono ben conosciuti da chi vive in zone urbane. E spesso, per le avverse situazioni metereologiche, si assiste a veri e propri stati di allerta diramati dagli enti comunali che, alle volte, si concludono con il blocco della circolazione. Ovviamente, essendo diffusi nellaria, questi inquinanti vengono respirati e danneggiano prima di tutto le mucose e successivamente, col trascorrere del tempo, possono portare allinsorgenza di diverse patologie. Non proprio secondario linquinamento idrico. In proposito, in questo ultimo anno, abbiamo vissuto in diversi comuni italiani lallarme arsenico. Oltre a queste situazioni specifiche, non si pu dimenticare lo sfruttamento delle acque da parte delle industrie e degli insediamenti abitativi nei pressi delle falde acquifere. Si usano diserbanti, concimi, fertilizzanti agenti chimici, antiparassitari, direttamente o indirettamente, scaricati nelle falde acquifere che rappresentano il serbatoio da cui bevono gli animali e le piante che poi, in definitiva, mangiamo noi. N ci si pu dimenticare di tutti i pesticidi e di altre sostanze inquinanti, impiegate nella produzione alimentare. Dai pesticidi, diserbanti e antiparassitari nellagricoltura; agli antibiotici e agli ormoni nellallevamento; fino ai conservanti,
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coloranti, emulsionanti, additivi e altro, usati dalle aziende alimentari per vendere di pi e spendere di meno. Quello che, per, pi ci interessa sottolineare che tutte queste sostanze sono in grado di causare un'intossicazione cronica nellorganismo umano che blocca i processi metabolici. Ancora una volta la raccomandazione di fare attenzione a ci che si mangia, scegliendo di preferenza alimenti non manipolati, ma naturali, di provenienza certa e coltivati biologicamente. geneticamente modificati, sempre pi diffusa. I moderni metodi di coltivazione e di produzione degli alimenti, ci hanno permesso di avere una maggiore quantit di cibo a disposizione, a prezzi pi convenienti. Questi metodi tuttavia, sono al centro di dibattiti in materia di sicurezza. Gli sforzi profusi per la massimizzazione dei raccolti hanno condotto a un utilizzo maggiore dei pesticidi sulle coltivazioni e all'uso di ormoni negli animali. Gli allevamenti animali sempre pi affollati e la natura su ampia scala dei mattatoi e delle aziende nelle quali si produce cibo hanno incrementato la diffusione di batteri nocivi negli alimenti. L'usuale aggiunta di antibiotici ai mangimi animali, da parte degli agricoltori, ha dato origine a batteri resistenti al trattamento con farmaci. A dire la verit, la nostra catena alimentare sicura. Ma potrebbe esserlo ancora di pi. Il governo sta lavorando con agricoltori e mattatoi per promuovere l'adozione di maggiori precauzioni contro la diffusione dei germi. L'agricoltura biologica e sostenibile ed altre strategie, rappresentano una via per ridurre la necessit di fertilizzanti sintetici e pesticidi tossici, con un
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Come limitare le tossine nel carrello della spesa


Oltre ad essere nutrienti, i cibi salutari devono essere anche sicuri e cio non contaminati da batteri, privi di quantit nocive di pesticidi ed altre impurit. Negli ultimi anni si assistito ad un incremento delle preoccupazioni relative alla sicurezza degli alimenti. Sempre pi di frequente i titoli dei giornali ci avvertono di contaminazioni riscontrate nella carne, nell'insalata ed in diverse variet di frutta e verdura, fino al clamoroso caso della mozzarella blu. La paura verso pesticidi tossici ed i potenziali pericoli derivanti da cibi

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incremento, per dei costi. Allo stesso tempo, ci sono degli accorgimenti che possiamo adottare per scegliere, gestire e immagazzinare il cibo, in modo da ridurre i problemi di sicurezza. La minaccia nella sicurezza alimentare che oscura tutte le altre paure rappresentata dalla contaminazione batterica, un problema che colpisce principalmente la carne, il pesce, i prodotti caseari ed alcuni prodotti freschi. I microbi che fino a qualche tempo fa erano pressoch sconosciuti, o considerati una fonte di preoccupazione minore, oggi causano milioni di casi di avvelenamento alimentare e migliaia di morti all'anno in tutto il mondo. La ragione fondamentale alla base della contaminazione alimentare il fatto che la produzione e il confezionamento su ampia scala riguardano ormai grandi lotti di alimenti. Cos, quando si verifica contaminazione, in ragione di alimenti destinati a diversi supermercati, ristoranti e mense scolastiche, essa interessa pi cibi di quanto accadesse in precedenza. Il diffuso utilizzo di antibiotici nei mangimi alimentari un altro fattore che concorre a tutto ci, poich promuove l'insorgenza di agenti patogeni resistenti agli antibiotici. Questi germi resistenti originano negli animali e vengono poi trasmessi agli essere umani attraverso la carne, le uova ed altri alimenti. I cibi maggiormente esposti alla contaminazione sono la carne, il pollame, le uova o alimenti a base di uova, crostacei, pesce cotto a freddo come il salmone affumicato, i formaggi molli e i germogli dei fagioli. possibile prevenire l'avvelenamento alimentare lavando la carne e cucinando attentamente i cibi prima di surgelarli. Questi accorgimenti, ci malgrado, non garantiscono la sicurezza perch la contaminazione pu diffondersi ad altri alimenti, che generalmente non ne sono soggetti, anche durante la consegna. Frutta, verdura e latte possono essere contaminati durante il trasporto insieme a carni o uova contaminate. I batteri principalmente responsabili di patologie correlate al consumo di alimenti sono: Escherichia coli (E. coli) nella carne macinata, e Salmonella in carne rossa e carne di pollo macinata. I consumatori possono svolgere il loro
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ruolo diventando consapevoli della natura dei problemi legati alla sicurezza in campo alimentare ed adottando accorgimenti che permettano loro di godere di tale sicurezza nella gestione e preparazione degli alimenti. Le fonti comuni di contaminazione includono quanto segue: E. coli. Una variante tossica di questo batterio, che si trova soprattutto nella carne macinata, provoca diversi casi di avvelenamento alimentare all'anno. Si tratta della causa pi comune di insufficienza renale improvvisa nei bambini e pu generare danno renale anche negli adulti. La contaminazione avviene durante la lavorazione della carne, quando il batterio presente nell'intestino dell'animale si mischia alla carne. Il danno dovuto a una tossina nota come shiga, comunemente riscontrata nel sottotipo O157:H7. Salmonella. Questo batterio riscontrabile specie in carne e uova, sebbene possa diffondersi successivamente in altri alimenti, come gelato e frutta, nel caso in cui questi vengano trasportati insieme a carne e uova contaminati. Uno studio pubblicato nel 2001 sul The New England Journal of Medicine ha evidenziato la preoccupante situazione: il 20% di 200 campioni di carne di pollo, manzo, tacchino e maiale macinata, contenevano Salmonella. Particolarmente preoccupante il fatto che l'84% dei campioni di Salmonella erano resistenti agli antibiotici e il 53% ad almeno tre antibiotici. Questo significa che oggigiorno, quando gli animali sono portatori di salmonella, e quando le persone contraggono la salmonella mediante avvelenamento alimentare, pi difficile trovare una cura, rispetto a quanto lo era in passato. Campylobacter. Questo batterio, di solito trasmesso dal pollame, il motivo pi comune di gastroenterite batterica, con migliaia di casi all'anno di diarrea, febbre, e crampi addominali. I ceppi resistenti agli antibiotici sono sempre pi frequenti in ragione del diffuso utilizzo di antibiotici nei mangimi per polli. Nel 2007, la CDC ha riportato una crescente resistenza alla ciprofloxacina, un fluorochinolone, il farmaco antimicrobico pi comune prescritto nei casi di infezione da Campylobacter nelle persone. La maggior parte dei casi di avvelenamento alimentare possono essere prevenuti mediante una adeguata preparazione e conservazione dei cibi. Tali
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accorgimenti aiutano ad uccidere i germi presenti nella carne e nelle uova che acquistiamo ed evitano l'introduzione di nuovi germi negli alimenti che abbiamo in casa. Il lavaggio degli alimenti permette di eliminare alcuni germi dalla carne, dal pollame e dal pesce, nonch di rimuovere pesticidi e residui dai prodotti. Sciacquare tutta la carne, il pollo e il pesce sotto acqua corrente prima di cucinarla buona norma. bene sciacquare anche tutta la frutta e la verdura sotto acqua corrente prima di cuocerla o di mangiarla. Un lavaggio frequente delle mani aiuta a prevenire il passaggio di germi da un alimento all'altro. Ogni volta che maneggi un alimento, lava le mani con acqua e sapone. Non pulirti le mani con uno strofinaccio senza aver prima lavato le mani. Non preparare carne e pesce sulla stessa superficie che utilizzi per altri alimenti, in questo modo eviti il rischio di contaminare questi alimenti con batteri della carne e del pesce. Utilizza un tagliere per carne e pesce ed uno differente per gli altri alimenti. Lava accuratamente il tagliere con acqua e sapone dopo ogni utilizzo. Utilizza coltelli differenti per ogni alimento in modo da evitare la contaminazione trasversale.

Cucina sempre tutta la carne, il pollo, le uova e il pesce di acqua dolce, evita di mangiarli crudi. Non basarti esclusivamente sul colore per assicurarti che la carne sia del tutto cotta. I diversi germi della carne richiedono temperature diverse per poter essere uccisi. Prima o dopo la cottura di qualsiasi alimento, assicurati di non lasciarlo a temperatura ambiente per pi di due ore (un'ora se la temperatura ambiente oltre i 30 gradi). Riponi l'alimento in un frigorifero o freezer. La temperatura all'interno del frigorifero dovrebbe essere di 4,5C o inferiore. Il freezer dovrebbe essere impostato a -17C. Se hai molti avanzi da conservare, dividili in porzioni pi piccole e riponile nel frigorifero o in freezer. In questo modo, la temperatura di ogni porzione raggiunger un livello di sicurezza in tempi pi brevi. Ricorda che il surgelamento non uccide necessariamente i batteri. Dopo aver scongelato carne e pesce crudi, lavali accuratamente e procedi secondo le stesse modalit previste per carne e pesce fresco. I residui di pesticidi utilizzati per uccidere gli insetti, le erbe selvatiche e i funghi in alcune coltivazioni, sono
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presenti su molta frutta e verdura venduta al mercato. I test effettuati hanno evidenziato che la met della frutta e della verdura messa in commercio contiene pesticidi. L'Agenzia per la Tutela Ambientale (EPA) afferma che molti di questi pesticidi sono noti o possibili cancerogeni. Le prove a disposizione suggeriscono inoltre che i pesticidi possono causare altri problemi alimentari, come un danneggiamento della funzione immunitaria o una riduzione della conta spermatica. Nessuno conosce con certezza la gravit della minaccia che questi pesticidi possono costituire per il consumatore. Le stime sono estrapolate dall'incidenza di patologie riscontrate fra lavoratori e ricerche condotte sugli animali. Ci nonostante, una relazione della National Academy of Sciences, effettuata nel 1993, ha concluso che i bambini e i neonati sono pi vulnerabili degli adulti ai pericoli dei pesticidi in quanto pi piccoli. Inoltre consumano maggiori quantit di frutta, come per esempio mele, all'interno dei succhi di frutta. La domanda che ne consegue : "Il cibo biologico migliore?". Per poter essere etichettati come "biologici", gli alimenti devono soddisfare alcune linee guida. In base a queste linee guida, nessuna sostanza chimica sintetica deve servire alla coltivazione dei prodotti e nemmeno essere usata per il trattamento degli alimenti dopo la raccolta. L'agricoltura biologica lascia meno residui di pesticidi rispetto all'agricoltura convenzionale: un dato sicuramente positivo per l'ambiente e per i consumatori finali. Bisogna ricordare, tuttavia, che anche gli alimenti biologici non sono del tutto privi di residui di pesticidi sintetici in quanto le sostanze chimiche possono persistere nel terreno per decenni. I cibi biologici sono quelli coltivati esclusivamente senza l'uso dei pesticidi pi comuni, fertilizzanti a base di petrolio o acque di scolo, ingegneria genetica o radiazioni. Gli agricoltori biologici possono utilizzare fertilizzanti a base di letame, se questi soddisfano specifiche regolamentazioni. Se vogliono definire biologici la carne, le uova e i prodotti caseari, gli agricoltori non possono somministrare antibiotici o ormoni della crescita agli animali. Il bestiame deve essere nutrito con mangimi biologici che non contengono parti di altri animali macellati, e deve essere allevato in esterno.
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Ma come possibile accertarsi di tutto ci nel momento in cui acquisti prodotti pi costosi etichettati come biologici? Dopo tutto, il cibo biologico, per lo pi, non ha un aspetto differente da quello tradizionale. Le etichette, poi, non rispondono ad un'altra importante domanda: "Quanto importante acquistare cibo biologico?". Gli esperti di nutrizione affermano che non vi sono prove certe sul fatto che il cibo biologico, in generale, sia pi salutare per gli esseri umani. Le carni di natura biologica, per, sicuramente possano prevenire la diffusione di patologie come l'encefalopatia spongiforme bovina, meglio conosciuta come morbo della mucca pazza. Il bestiame allevato tradizionalmente pu contrarre questa malattia attraverso il consumo di carne ed ossa di animali infetti. Gli animali allevati in modo cosiddetto "biologico", invece, non mangiando animali macellati, non sono esposti a questo tipo di patologia. Uno studio del 2002 ha evidenziato che i bambini che consumano frutta e verdura biologica presentano una quantit minore di pesticidi nelle urine rispetto a quelli che seguono un regime alimentare convenzionale. Ci significa che quando i bambini consumano alimenti coltivati in modo convenzionale, i pesticidi entrano in circolazione nel sangue e nell'organismo, per poi essere eliminati. Ci nonostante, n questo studio, n altri studi condotti fino ad oggi, provano che i cibi biologici siano pi salutari perch il livello di pesticidi riscontrati non stato definitivamente correlato ad alcun rischio sanitario. Fino a quando non vi sono prove conclusive, la decisione di acquistare alimenti biologici un problema di scelta personale: se vuoi mangiare cibi privi di sostanze chimiche o pesticidi, allora acquista vivande biologiche. In caso contrario, utile sapere che il consumo di frutta e verdura coltivata tradizionalmente comunque una scelta salutare. L'acquisto o meno di prodotti biologici, non deve servire a scoraggiarti dal mangiare molta frutta e verdura, malgrado le preoccupazioni relative all'uso dei pesticidi. La questione di fondo infatti che i benefici salutari derivanti dal consumo di molta frutta e verdura, superano abbondantemente i rischi dovuti all'ingestione di pesticidi adoperati per la coltivazione di tali prodotti. Ecco alcuni modi per l'esposizione ai pesticidi: ridurre
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acquista prodotti di stagione, coltivati localmente. I prodotti coltivati in loco in piccole fattorie hanno meno probabilit di essere trattati con cere e pesticidi. Questi ritrovati chimici sono utilizzati per inibire la crescita di funghi su prodotti trasportati in lunghe distanze. La frutta e la verdura coltivata localmente disponibile solo in stagione ed pi sana perch la produzione non stata forzata. Quella che viene da lontano, di solito, non completa in maniera naturale il suo processo di maturazione. Per non rischiare che marcisca, viene colta ancora acerba e finisce in celle frigorifere in attesa della commercializzazione. La mancata maturazione naturale comporta una minor presenza di sostanze nutritive. Lava accuratamente frutta e verdura e quando possibile rimuovi la buccia. Uno studio ha rilevato che lavare gli alimenti con una miscela di acqua e un detergente delicato, rimuovere la buccia e (per lattuga e cavoli) togliere le foglie esterne, elimina i residui di pesticidi nel 21% della frutta e della verdura. Il solo fatto di sbucciare alimenti come banane, carote e patate, permette di eliminare tutti i residui. Similmente, i cereali risultano essere privi di residui dopo essere stati sbucciati. Nei cibi lavorati esistono essenze aggiunte. Gli additivi comprendono una vasta gamma di sostanze: vitamine e minerali che fortificano un alimento, conservanti che prevengono il danneggiamento dell'alimento, zuccheri ed altri aromatizzanti (naturali o artificiali) e coloranti inseriti per rendere l'alimento pi appetibile. Forse ti starai interrogando sulla sicurezza di altri additivi, soprattutto quelli il cui nome sembra pi adatto ad un corso di chimica che agli alimenti da mangiare. Gran parte degli additivi devono dimostrarsi sicuri prima di poter essere inseriti negli alimenti. Le eccezioni sono rappresentate da quelli che sono usati da pi tempo e che non sembrano aver causato problemi. Questi additivi pi vecchi vanno dallo zucchero, al sale, al nitrato di potassio, conservanti presenti nelle mortadelle. Alcuni additivi destano in ogni caso preoccupazione. Il nitrato e il nitrito di sodio contenuti nelle mortadelle, nei wurstel e nei pesci affumicati, generano, durante la cottura, piccole quantit di sostanze chimiche, dette nitrosamine, che causano il cancro. Ricerche condotte sugli animali suggeriscono che anche altri additivi possono causare cancro.
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Fra questi vi sono sei coloranti artificiali per alimenti (blu #1 e #2, verde #3, rosso #3, e giallo #6), due dolcificanti artificiali (saccarina e acesulfame K, noto anche come acesulfame potassico) e il bromato di potassio in prodotti a base di farina bianca. Altri additivi possono causare reazioni allergiche o avverse. Il glutammato monosodico (MSG), un esaltatore di sapidit, contenuto soprattutto nei dadi per brodo e nelle minestre pronte, pu causare mal di testa, nausea e difficolt di respirazione in alcune persone. Carminio e cocciniglia, coloranti artificiali derivati da insetti polverizzati, sono responsabili di una serie di reazioni allergiche che vanno dall'orticaria allo shock anafilattico. Sebbene altri additivi sembrino apparentemente sicuri, la presenza di una lunga lista di additivi alimentari, negli ingredienti di un qualsiasi cibo confezionato, un segnale di avvertimento. sempre meglio optare per un cibo con il minor numero di additivi possibili al fine di ridurre i rischi sulla salute. Le modifiche dei metodi di coltivazione e di produzione degli alimenti, portano con s l'insorgenza di nuove problematiche di sicurezza alimentare. I moderni metodi di coltivazione, per esempio, sono ampiamente responsabili della diffusione del morbo della mucca pazza. Certi passi tecnologici in avanti hanno il potenziale per combattere la contaminazione alimentare e ridurre la nostra paura verso i pesticidi tossici. Alcuni osservatori, tuttavia, suggeriscono che queste innovazioni possono porre nuovi rischi per la salute e l'ambiente. Riportiamo qui di seguito le questioni di sicurezza alimentari pi pressanti. Cibi irradiati: numerose prove scientifiche hanno mostrato che l'irradiazione dei cibi un modo sicuro ed efficace per distruggere i batteri e i parassiti presenti nei cibi. Attualmente esistono diverse tecnologie di irradiazione dei cibi, sebbene esse utilizzino tutte un fascio di energia, di solito elettroni o raggi x, che possono penetrare la superficie dell'alimento e uccidere i germi che incontrano lungo il percorso. La macchina a fascio di elettroni simile ai macchinari che, negli ospedali, servono per sterilizzare le attrezzature mediche. Il macchinario a raggi-x una versione pi efficiente di quella usata negli studi dentistici. L'irradiazione pu aiutare ad eliminare l' E. coli, la Salmonella, il
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Campylobacter ed altre comuni cause di contaminazione alimentare. Studi dimostrano che i cibi irradiati sono sicuri: il cibo non diventa radioattivo, non sviluppa sostanze pericolose, e mantiene inalterate le propriet nutritive. La sicurezza di questa tecnologia supportata dall'Organizzazione Mondiale della Sanit e dal CDC. Gli alimenti esposti all'irradiazione devono essere identificati con un simbolo internazionale chiamato "Radura". In futuro, l'irradiazione degli alimenti potrebbe diventare di routine come nel caso della pastorizzazione. Proprio come il latte pastorizzato, i cibi irradiati devono comunque essere maneggiati e stoccati in modo sicuro. In caso contrario, possono contaminarsi prima di raggiungere la nostra tavola. Ingegneria genetica: i cibi geneticamente modificati (OGM) sono il risultato di un processo di spostamento dei geni attraverso i confini genetici da una pianta o un animale, verso un altro per conferire a quest'ultimo determinati tratti. Vi sono diversi modi per alterare i geni nella flora e nella fauna. I metodi di allevamento tradizionali, comunque, continuano a rimanere efficaci per promuovere il contenuto nutrizionale degli alimenti. La maggior parte dei cibi OGM presenti sul mercato sono stati manipolati sul piano agronomico, per resistere agli insetti o agli erbicida, e/o per ottenere benefici salutari. La National Academy of Sciences, nella propria relazione del 2004 intitolata Safety of Genetically Engineered Foods (Sicurezza dei cibi geneticamente modificati) ha concluso che sebbene la manipolazione genetica dei cibi non sia intrinsecamente pericolosa, essa pu produrre modificazioni inattese nella composizione degli alimenti. La relazione raccomanda che i cibi OGM siano valutati caso per caso e richiede il continuo monitoraggio della popolazione per identificare eventuali effetti avversi sulla salute. Detto questo, i cibi OGM offrono diversi vantaggi e sono gi molto diffusi. Alcune persone sono giustamente preoccupate del fatto che un allergene possa essere trasferito da un alimento all'altro durante il processo di manipolazione genetica. Ci gi accaduto nel caso di un allergene proveniente da noccioline brasiliane che stato inavvertitamente trasferito in piante di semi di soia. Questo il motivo per il quale il governo richiede ai produttori di testare i loro cibi
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OGM per allergeni. poter verificare gli malattia, che incurabile, non si diffonde facilmente. In Gran Bretagna su 1 milione di persone infettate ne sono morte meno di 200. Tre casi di una variante della malattia di Creutzfeldt-Jakob, sono stati riportati negli Stati Uniti. Quanto detto in questi paragrafi dovrebbe essere sufficiente per capire come linquinamento alimentare in grado di intossicare il nostro organismo fino a causare disturbi, disfunzioni ormonali, metaboliche e patologie.

Morbo della mucca pazza: l'encefalopatia spongiforme bovina, o morbo della mucca pazza, forse la patologia pi preoccupante e letale arrecata dal cibo. Si tratta di una patologia neurologica fatale che colpisce le mucche adulte. Le persone che consumano carne derivante da questi animali infetti, possono contrarre una patologia similare detta malattia di Creutzfeldt-Jakob, anch'essa mortale. La diffusione del morbo della mucca pazza fra le persone il risultato diretto di un allevamento insano, pi specificatamente della somministrazione di mangime animale composto da carne e ossa macinate. I tessuti infetti, presenti nel mangime possono passare l'infezione al bestiame. Questa patologia stata dapprima riportata nel Regno Unito nel 1986 e poi si diffusa rapidamente negli anni seguenti, colpendo circa 1.000 animali alla settimana. La causa specifica della malattia non un batterio e nemmeno un virus. Gli esperti ritengono che si tratti di un prione patogeno, una proteina presente naturalmente sulla superficie delle cellule cerebrali. La

Perch lo stress blocca il metabolismo e fa crescere la pancia?


Tutti noi oggi ci sentiamo spesso stressati. Ma sappiamo veramente cosa significa questa parola e quali possono esserne le conseguenze? La concezione pi famosa sullo stress, la si deve allinventore stesso del termine: H. Selye. Egli scopr che a causa di agenti esterni fra i pi svariati, si mettono in moto, nellorganismo umano, sempre gli stessi meccanismi di autodifesa. O per la morte di una persona cara, o per un incidente, oppure per il troppo lavoro, o ancora a causa dellinquinamento, i congegni di protezione propri delluomo sono sempre i medesimi.
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Selye scopr una cosa assai importante. Se lo stato di sovraccarico, inteso come qualcosa di esterno capace di alterare lequilibrio dellorganismo umano, si protrae a lungo nel tempo, i meccanismi di difesa "impazziscono" causando danni alle parti pi deboli del corpo stesso. Da qui linsorgenza di tutte le patologie che vengono fatte rientrare nella dicitura: malattie da stress. Selye, lavorando in una piccola azienda farmaceutica, apprese, quasi per sbaglio, che somministrando un farmaco a un gruppo di cavie e una soluzione fisiologica a un altro, in entrambi i gruppi di topolini, nei giorni successivi alloperazione, si notavano comportamenti individuali e sociali strani. Incuriosito da questa situazione, inizi a studiare il fenomeno e si accorse che la causa dei comportamenti differenti era insita nella stessa operazione meccanica delliniezione della sostanza e non nel tipo di sostanza iniettata. In pratica si trattava di una specie di effetto placebo, ma cera anche dell'altro. Selye not che il solo fatto di essere prelevati dalla gabbia, sottoposti a iniezione, se pur di una soluzione fisiologica, causava di per s un carico emotivo e psicologico nelle cavie, tale da giustificare i bizzarri comportamenti successivi. L'esperimento venne poi ripetuto, esponendo le cavie a temperature basse, piccole ferite, temperature elevate e altri agenti stressanti. Il risultato era sempre lo stesso: le cavie si stressavano e, di conseguenza, avevano comportamenti insoliti. Perci non lo stress che, di per s, nocivo, ma il suo protrarsi per lunghi periodi. Infatti pi risulta prolungato lo stato di stress e pi vi la possibilit di malattie. Il nostro organismo reagisce ad agenti stressanti con un meccanismo di difesa che mette in moto ormoni, attiva lipotalamo, lipofisi, il cortisone, le ghiandole surrenali, il sistema immunitario e gli organi immunocompetenti. Se questo sistema di difesa viene a sua volta posto sotto stress, con una stimolazione protratta nel tempo, come se implodesse in se stesso. Le conseguenze, poi, sono del tutto soggettive e dipendono da quelli che possiamo definire le parti deboli di ogni singolo organismo umano. Si potr parlare di cefalea, esagerato nervosismo, colite, dermatiti, asma, ma anche di malattie metaboliche ed eccessivo aumento di peso. Uno degli effetti immediati dello stress
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quello sul metabolismo. Il nostro sistema nervoso si attiva di fronte a ci che percepisce come una minaccia, un pericolo o una sfida impegnativa. Nei casi citati, alcuni ormoni come adrenalina e nor-adrenalina preparano lindividuo a lottare o fuggire perch liberano nel sangue il glucosio immagazzinato nel fegato e nelle fibre muscolari. una reazione del tutto appropriata di fronte a minacce acute, concrete e temporanee: un animale feroce, una trib ostile, un incendio. Se dovessimo trovarci a tu per tu con una bestia inferocita questo sistema ci permetterebbe di adoperare istantaneamente le migliori fonti energetiche disponibili: come una vettura bi-fuel che deve sfuggire ad un inseguimento noi passeremmo istantaneamente dal diesel (acidi grassi) alla benzina super (glucosio). Il sistema molto efficace, ma il problema un altro. Negli ultimi diecimila anni il nostro organismo rimasto identico, mentre il contesto in cui viviamo, e i pericoli che lo popolano, sono completamente mutati. Ecco che allora gran parte degli stressor che ci affliggono non sono pi concreti e transitori. Transitori in quanto il processo per il quale si sopravvive o si soccombe alla bestia inferocita dura comunque pochi istanti. Al contrario, le sfide odierne sono quasi sempre relazionali, permanenti ed immateriali: lesame, il professore, la suocera, la recessione, la paura verso il futuro. La gara sportiva, ben lo sanno gli atleti che soffrono di ansia pre-agonistica, il tipico esempio di questo genere di stressor. Lorganismo degli atleti reagisce alla prospettiva di dover competere come se la persona fosse costretta a calarsi nella gabbia di una tigre affamata. Ne consegue: insonnia, tachicardia, tensioni muscolari, frequente bisogno di evacuare, ma anche modifiche del metabolismo! Cos le preziose molecole di glucosio stoccate nellorganismo sotto forma di glicogeno con religiosa devozione grazie agli allenamenti, vengono consumate e bruciate ben prima che lo starter abbia dato il via. come se uno facesse improvvisamente dei fal quando fa ancora caldo con la legna accumulata per linverno. Con il risultato che quando la legna serve, finita (ovvero -fuor di metafora- il glicogeno termina molto ma mooolto prima). Reagire modificando il metabolismo in questo caso non solo inutile, ma anche controproducente. Il problema, per, che il nostro organismo non ha ancora imparato a
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distinguere le reazioni appropriate ai vari tipi di stress. E non lo far da solo presumibilmente per i prossimi duecentomila anni. Sta a noi fare questa distinzione. compito nostro governare questi processi. Lesame non la gabbia della tigre. E nemmeno lo la gara sportiva. Quindi il lavoro da fare in questo caso ridare a ogni problema il suo vero peso. Ci che rilevante, che le reazioni inappropriate hanno un prezzo: una persona stressata, che reagisce allo stress in modo sproporzionato fa s che ci che veniva prevista come una situazione eccezionale diventi la norma. Per limitarsi allargomento di questo lavoro, laspetto metabolico, accade che nel sangue di una persona stressata si trovino livelli di glucosio stabilmente pi alti del normale. La conseguenza patologica potrebbe essere la sindrome metabolica, anticamera del diabete e fattore di rischio per malattie cardiache, come abbiamo visto in precedenza. Luso inappropriato delle nostre difese naturali porta alla malattia. Quello della sindrome metabolica ovviamente solo un esempio delle tante conseguenze legate al fatto di reagire in maniera sbagliata allo stress. La sindrome metabolica caratterizzata da un quadro clinico che include: obesit addominale, dislipidemia aterogenica (cio valori anomali dei lipidi nel sangue), pressione sanguigna elevata, resistenza insulinica (con o senza intolleranza al glucosio), predisposizione alle trombosi e agli stati infiammatori. Lesito successivo lo sviluppo del diabete. Ci sono moltissimi studi che dimostrano come linsorgenza del diabete sia legato, oltre che ad abitudini alimentari inappropriate anche alla gestione inefficace dello stress (in particolare quello psicologico). Tra i pi significativi bisogna citare uno studio compiuto nel 2005 dal Dr. Peter Wiesli dellUniversity Hospital di Zurigo in cui stato dimostrato come un episodio di stress psicologico rallenti significativamente il metabolismo degli zuccheri nei pazienti diabetici. Inoltre esiste la dimostrazione della relazione tra abitudini alimentari inappropriate e bassa capacit di gestire lo stress. Non solo perch lo stress aumenta la produzione di nor-adrenalina, che a sua volta inibisce il CRH, lormone che tra i maggiori responsabili del senso di saziet. Ma anche perch il disagio da stress spinge a comportamenti nutrizionali inadeguati. Lo scopo di tali
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atteggiamenti sta nel ricercare un effimero e momentaneo benessere emozionale attraverso una vera e propria manipolazione biochimica del cervello. Si parla in queste situazioni di fame nervosa o emotiva. Non stiamo descrivendo comportamenti legati alla tossicomania o allabuso di psicofarmaci, bens cose molto pi consuete e quotidiane che tutti ben conosciamo, anche se non ne realizziamo a fondo le ricadute biochimiche. Anni fa, un celebre libro di William Dufty aveva lanciato lallarme sulle forme di dipendenza psico-fisica dagli alimenti basati sullo zucchero. Lassunzione massiccia di cibi molto zuccherati e il conseguente intervento dellinsulina favoriscono la produzione a livello cerebrale di serotonina e di beta-endorfine. Si tratta di mediatori cerebrali in grado di non farci sentire il dolore, e di donarci una sensazione di euforia e onnipotenza, compensativi delle frustrazioni e dello stress appena ricevuti. Quanto pi la persona debole, incapace di elaborare lo stress e vulnerabile, quanto maggiore sar la tentazione di innescare il meccanismo: + zucchero + alta glicemia + insulina + serotonina ed endorfine + senso di benessere. Ci porta ad un circolo vizioso dove il rischio quello di sviluppare modificazioni patologiche del metabolismo.

La disbiosi e un intestino pigro, alleati nell'ostruire il buon metabolismo


L'eccesso di grassi e proteine nella dieta pu determinare uno squilibrio a favore di specie batteriche che promuovono la putrefazione, con aumento di gas intestinali; cos come una dieta troppo ricca di zuccheri causa iperfermentazione intestinale con conseguente sviluppo di gas e di lieviti come la "Candida". Il ridotto contenuto di fibre della dieta attuale (che rende il colon flaccido, cio con pareti deboli) e il ristagno di materiali di rifiuto (che esercita una pressione contro la parete del colon) determinano la formazione di piccole sacche, i cosiddetti DIVERTICOLI, punti in cui il colon inizia a cedere. La presenza dei diverticoli che si chiama DIVERTICOLOSI una grave patologia per la salute dell'individuo. Infatti, il contenuto intestinale pu ristagnare in queste sacche a fondo cieco e, dato che la muscolatura del colon non riesce a svuotarle completamente, queste possono
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infettarsi causando dolore, febbre ed ostruzione intestinale. La presenza di adeguata quantit di fibra nella dieta quindi essenziale per prevenire tale patologia. Anche la stitichezza, che provoca il ristagno dei materiali di rifiuto nel colon, pu contribuire alla formazione dei diverticoli. In soggetti predisposti alla stitichezza, che non osservino una dieta adeguata, e in persone anziane, le feci che ristagnano nel colon possono formare per progressiva disidratazione i fecalomi, cio masse conglomerate che la normale peristalsi non riesce a far evacuare dallintestino. La pressione esercitata da un fecaloma rigido sulle pareti intestinali pu causare dolori lancinanti, e addirittura indurre unocclusione intestinale. Quasi sempre tale massa deve essere tolta meccanicamente o, in casi estremi, chirurgicamente. Tale ammasso di feci da prevenire con norme dietetiche ed igieniche adeguate. Ulteriori problemi possono insorgere se, per assunzione di antibiotici e/o consumo eccessivo di zuccheri, si ha un aumento dei lieviti come la Candida, comunemente presente, come saprofita, nel tratto digerente e sulle mucose delluomo. Il genere Candida include oltre 80 specie, tra le quali la pi importante nella patologia umana la CANDIDA ALBICANS. Quando avviene la colonizzazione del tratto digerente da parte della Candida, la forma di questo microrganismo varia da blastospora a micelio. Questultima caratterizzata da ife, specie di radici che possono infiltrarsi nella parete intestinale, creando degli spazi nella mucosa. La diffusione del lievito avviene tramite il suo passaggio nella circolazione sanguigna, per alterazione della mucosa stessa provocata da enzimi e tossine litiche, prodotte dal fungo stesso. Le infezioni da lieviti sono, nellambito della patologia umana, le micosi pi frequenti e talora gravi, in particolare per i soggetti leucemici e per quelli sottoposti a chemioterapia e radioterapia. Reckeweg, il padre dell'omotossicologia, ha definito come "Sindrome da aumentata permeabilit intestinale" la perdita della perfetta tenuta della mucosa, dovuta alla dilatazione dell'intestino provocata da gas intestinali, all'azione dei radicali liberi e alla candida. Tale sindrome permette il passaggio nel sangue di sostanze nocive, che entrano in circolo senza un'opportuna selezione da parte della mucosa intestinale, e scatenano nell'organismo reazioni immunitarie ed infiammatorie. Per molti naturopati colite,
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diverticolosi, allergia ed intolleranze dipendono da squilibri intestinali. Per riacquistare una buona salute bisogna quindi ripartire dall'intestino e dall'alimentazione quotidiana, inserendo preparati probiotici e alimenti prebiotici che forniscono il substrato nutritivo ai batteri benefici della flora intestinale. Il giusto equilibrio (EUBIOSI) tra i batteri presenti nell'intestino quindi alla base di una corretta funzione intestinale. Diete errate, assunzione di farmaci, stress, scarsa attivit fisica, cattiva respirazione alterano il rapporto tra le colonie batteriche che popolano il nostro intestino e causano DISBIOSI. Si pu diagnosticare la disbiosi con un semplice test sulle urine, in cui si rileva la presenza di "indacano" e "scatolo" prodotti che si formano dalla trasformazione del triptofano ad opera di batteri intestinali, e che non devono superare certi valori. Per quanto poi ci riguarda pi direttamente, una situazione di disbiosi, induce anche fenomeni dismetabolici che potrebbero essere trattati semplicemente con una giusta dieta. dellorganismo, di metabolizzare alcune sostanze provenienti e contenute nel cibo ingerito. Questa incapacit, da parte degli enzimi deputati a svolgere tale lavoro, spesso congenita ma pu anche svilupparsi nel tempo. Tale tipo di intolleranze alimentari sono, in realt, molto numerose e possono determinare un discreto numero di patologie del metabolismo causando il sovrappeso. Spesso sentiamo dire da unamica, che volendo perdere peso si recata da un nutrizionista, che riuscita a dimagrire semplicemente eliminando latte e yogurt, oppure pasta e pane. Alle volte, ma qui bisognerebbe conoscere la storia del singolo soggetto, il dimagrimento dovuto alla eliminazione del cibo a cui si intolleranti e al venir meno dei fenomeni di intossicazione, piuttosto che a una dieta ipocalorica. In questi casi, una dieta ben fatta che controlli i fenomeni di intolleranza alimentare e che abbia lo scopo specifico di annullare laspetto infiammatorio e il segnale di pericolo trasmesso allorganismo, ha come diretta conseguenza quella di inviare un segnale deciso di attivazione del metabolismo. Purtroppo, il fenomeno delle intolleranze alimentari e le dirette
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Le intolleranze alimentari che gonfiano e come riconoscerle


Le intolleranze alimentari si concretizzano nell'incapacit, da parte

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conseguenze, tuttoggi troppo sottovalutato o confuso. Basti pensare che si pu stimare che 3-4 persone su 10 hanno in atto una situazione infiammatoria da intolleranza alimentare senza saperlo. Le stesse definizioni e differenze tra allergia e intolleranze non sono state ancora ben decise e proposte dalla medicina. , per, importante dire che, in caso di allergia, la reazione si ha istantaneamente, come avviene nellorticaria quando per esempio si mangiano delle fragole. Mentre per quanto riguarda le intolleranze la reazione si pu manifestare fino a 72 ore dopo e soprattutto collegata a cibi di cui si fa uso abitualmente. Il primo corollario di quanto appena asserito che non si pu parlare di intolleranza se non rispetto a cibi di cui si fa un uso quotidiano o quasi. Per esempio non si pu sostenere di essere intolleranti alle ostriche, a patto che non si abbia la fortuna di poterle mangiare abitualmente tutti i giorni. Possiamo con certezza affermare di essere in presenza di un'intolleranza alimentare, nel caso in cui eliminando completamente un cibo dallalimentazione quotidiana, si verifica la scomparsa del sintomo o della malattia (compreso il sovrappeso). Ci si trova, invece, di fronte a una allergia quando, nel sangue, viene trovato un eccesso di immunoglobuline (IgE). Queste, in presenza dellallergene, sia esso latte piuttosto che polline, si agganciano ad alcuni globuli bianchi, provocando la liberazione di istamina e a sua volta linfiammazione o la patologia. Come succede nei casi di stress, anche per le intolleranze la sintomatologia cambia da persona a persona e probabilmente diretta conseguenza del proprio genoma. Cos alcuni individui avranno uno specifico organo pi debole che sar colpito dal fenomeno di intolleranza. Mentre altri verranno danneggiati in organi differenti. La prima domanda da porsi, in caso di sovrappeso che si suppone causato da una intolleranza, se i sintomi, eliminando gli alimenti sospetti, spariscono o almeno migliorano notevolmente. Se, seguendo la procedura in maniera corretta, la risposta a tale quesito affermativa, allora si con buona probabilit davanti a un fenomeno di intolleranza. Per guarire dalle intolleranze sufficiente eliminare il gruppo di cibi identificato correttamente per 4-6 settimane, far disintossicare lorganismo e poi reintrodurre gli alimenti incriminati. A questo punto,
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lorganismo disintossicato, dovrebbe essere in grado di metabolizzare le sostanze che precedentemente causavano l'intossicazione. Il vero problema in questi casi, individuare il corretto metodo diagnostico e non fermarsi ai soli esami classici per le allergie alimentari. In questa prospettiva, uno dei test che ha dato maggiore attendibilit, circa 8085%, il test citotossico che si svolge facilmente in laboratorio con un piccolissimo prelievo di sangue. Individuati gli alimenti incriminati, bisogna stare attenti a eliminare tutti i gruppi alimentari che contengono tale sostanza. Per esempio in presenza di una intolleranza al latte, necessario eliminare gli yogurt, i formaggi e tutti i derivati diretti, ma anche tutte le carni che fanno parte dello stesso gruppo alimentare, quindi manzo, vitello, agnello e ovviamente torte, gelati, biscotti, ecc Oltre il test citotossico si pu ricorrere anche alla dieta ad esclusione di Rinkell che prevede, come indica il nome, lesclusione dellalimento incriminato e di tutti quelli appartenenti a tale gruppo. Questo secondo metodo consigliabile quando si ha un alimento sospetto, altrimenti si brancola un po nel buio e i tempi rischiano di allungarsi di molto.

Le buone usanze per dimagrire automaticamente


La tua migliore amica mangia pizza tutto il giorno ed ha un fisico tale che tutti gli uomini si girano appena passa? Mentre tu stai sempre a dieta ma non scendi nemmeno di un etto? Bene, questa la classica situazione che descrive la vera differenza che esiste tra una persona che ha un metabolismo ben funzionante e una persona che invece se lo ritrova lento, per colpa dei genitori e per colpa delle sue abitudini. La buona notizia, come abbiamo visto, che la componente genetica del metabolismo solo una parte dellintera torta. Possiamo quindi agire con forza e determinazione sugli altri fattori che causano il tasso con cui il nostro metabolismo brucia le calorie assimilate con lalimentazione. In questa sezione ci occuperemo di analizzare le principali abitudini che si dice accelerino il metabolismo. Tralasceremo per il momento gli alimenti e ci occuperemo solo di abitudini tipo: fare colazione, allenarsi con i pesi, mangiare ogni quattro ore, ecc Identificare quei trucchi che permettono di mantenere elevato il metabolismo o di farlo ripartire, di
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fondamentale importanza, visto che tutti quanti prima o poi, con il passare dellet, ci troveremo ad avere a che fare con un metabolismo pi lento di prima. Gi, con l'avanzare dellet, il metabolismo rallenta. Comincia dal venticinquesimo anno, dove perde pi o meno il 5% e procede inesorabilmente con laumentare degli anni. Si pu stimare, in media, che un individuo, nel corso della sua vita, perde circa dal 20% al 40% della forza ossidante originale del suo metabolismo. giornata lavorativa, comunque attiva. di studio o

Una colazione da r: varia, immancabile e gustosa


Saltare la colazione una delle peggiori abitudini alimentari, che porta a lasciare a digiuno l'organismo fino a 16 ore (dalla cena al pranzo del giorno seguente). Purtroppo, molto spesso ci si lascia trarre in inganno dall'illusione di aver ridotto le calorie introdotte, pensando cos di poter perdere peso o mantenersi 'in linea'. Niente di pi sbagliato e falso. Partiresti con l'auto per un viaggio di un'intera giornata con il serbatoio di benzina vuoto o semivuoto? Insomma proprio al mattino che l'organismo necessita di assumere i nutrienti fondamentali per cominciare la nuova

Il caff bevuto frettolosamente al bar, magari con 3-4 bustine di zucchero e accompagnato dal cornetto, gustosissimo al palato ma non ottimale dal punto di vista nutrizionale, non bastano. O meglio non sono adatti a coprire questo fabbisogno, semplicemente perch offrono troppi carboidrati 'semplici' ad alto indice glicemico (zuccheri) ed una quota eccessiva di grassi, di cui una buona percentuale saturi, come viene indicato in tabella:

Tabella 7: valori nutrizionali di un cornetto semplice.

Naturalmente la tabella si riferisce al cornetto semplice 'vuoto'. Aggiungendo creme varie all'interno, aumenta vertiginosamente la quota di calorie,
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grassi e zuccheri. Inoltre, data l'estrema 'leggerezza' del cornetto, in termini reali di peso, circa 40g, sar molto difficile raggiungere anche un minimo senso di saziet. Cos facendo si costringe l'organismo ad un deficit calorico (bench ad un carico di grassi saturi) e a un calo del rendimento psico-fisico, salvo poi ritrovarsi a sgranocchiare qualche snack ipercalorico magari solo dopo un'ora! Ma qual allora la colazione ideale? Ce ne sono molteplici, da quella tipicamente salata 'americana' (non male se fatta con un certo criterio) a quella inglese, per giungere a quella italiana a cui siamo avvezzi fin da piccoli: latte e caff o cacao; biscotti o fette biscottate con marmellata. Quest'ultima potrebbe rappresentare proprio la colazione ideale per una persona comune. Tuttavia, la tipologia di colazione che consigliabile un po' diversa: 1. latte di mucca parzialmente scremato o yogurt (scremato o parzialmente scremato); 2. cereali integrali (tipo fiocchi di riso e frumento integrali); 3. caff o orzo; 4. un frutto o una spremuta di frutta. Il latte o lo yogurt, quest'ultimo indicato in caso di intolleranza al lattosio, sono alimenti basilari per qualsiasi regime alimentare. Infatti sono ottimamente bilanciati dal punto di vista nutrizionale sia come contenuto in carboidrati, proteine, grassi, vitamine e sali minerali importantissimi, quali il calcio, sia come apporto calorico (circa 46kcal per 100g). I cereali integrali, come frumento, riso, mais, avena, segale e orzo, sono fonti importanti di sostanze nutritive e fito-protettive, di cui l'alimentazione degli Europei piuttosto povera. Oltre alle fibre alimentari, di tipo solubile o insolubile, a seconda del cereale, essi contengono anche ottime quantit di sostanze che hanno effetti benefici sulla salute, come la vitamina E, diverse vitamine del gruppo B, numerosi minerali come ferro, magnesio, zinco, selenio e vari composti fitochimici protettivi. In pi, essendo 'integrali', aggiungono alla funzione di regolarizzare l'intestino, un maggior senso di saziet e vantano anche un indice glicemico piuttosto basso rispetto ai comuni biscotti o farinacei semplici. Quest'ultima propriet garantisce un rilascio pi lento degli zuccheri nel sangue, favorendo una quota di energia meglio distribuita nell'arco della mattinata. Caff o T: non comportano nessun apporto calorico. Ed il t, che contiene
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molti antiossidanti, favorisce la riduzione del rischio cardiovascolare. Entrambe le bevande hanno funzioni eccitanti, perci sono da consumare con moderazione. Frutta o spremuta: ricca di carboidrati a basso IG (fruttosio), fibre, vitamine varie (A, B, C..), sali minerali, antiossidanti ecc.. Naturalmente questo tipo di colazione difficilmente fattibile nel solito bar, dove la si consuma generalmente di fretta e magari in piedi. buona regola prepararsela a casa al mattino, sedersi comodamente per 10 minuti e consumarla con calma. A chi controbatte sostenendo di: "Non avere abbastanza tempo perch bisogna scappare al lavoro", bisognerebbe rispondere che non sarebbe in fondo un sacrificio impossibile mettere la sveglia 10 minuti prima del solito, impiegando tra l'altro lo stesso tempo speso al bar. Risparmiando quei 2,00 euro che non fanno male alle tasche, soprattutto si finirebbe col guadagnare in qualit, benessere ed energia. Il vecchio proverbio: A colazione mangia come un re, a pranzo come un principe, a cena come un povero ha un fondamento scientifico. Il nostro organismo, nonostante sia in modalit riposo, rimane attivo anche durante il sonno. Respiriamo, recuperiamo le forze e mettiamo in moto tutta una serie di meccanismi che hanno bisogno di energie. Al risveglio, quindi, abbiamo consumato calorie che vanno, in modo sano, reintrodotte. Mangiare subito dopo il risveglio aiuta a riportare la glicemia nel sangue a livelli ottimali, accelera il metabolismo e lo rende stabile per tutto il resto della giornata. Facendo colazione tutte le mattine, si rimane pi facilmente in forma e pieni di vitalit, oltre che pi in salute.

Prendersi il giusto tempo dopo cena prima di dormire


Che dormire sano e bene aiuti a dimagrire e a mantenere il proprio peso forma, un dato che la scienza ormai ha avvalorato. Si stima che chi ama il proprio corpo, o chi intenzionato ad accelerare il proprio metabolismo dovrebbe dormire dalle 6 alle 8 ore per notte: questo aiuter a diminuire i livelli di stress che quotidianamente, per un motivo o per un altro si accumulano, e dunque favorir i regimi alimentari dietetici ed il miglioramento dello status del proprio metabolismo. Il consiglio per gli iperattivi che proprio non riescono a dormire tanto a lungo per notte, quello di andare a letto prima del solito, cercando di vivere il sonno come un momento di
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benessere e di tranquillit. Cio come una coccola da regalarsi quotidianamente, evitando, durante la giornata le cause dello stress o ammorbidendolo con pratiche di meditazione o con lo yoga. per vero che per dare una scossa al proprio metabolismo, non sufficiente migliorare solo la qualit e la quantit del proprio sonno. Un errore, drammaticamente comune a molti che vorrebbero allenare il proprio metabolismo e migliorare la propria educazione alimentare, quello di consumare cene troppo abbondanti ed impegnative, concluse le quali ci si trasferisce immediatamente a letto. Il risultato sar facilmente immaginabile: sogni agitati, pesantezza e aumento di peso la mattina seguente, ansia, demotivazione e disagio. Il consiglio della scienza appunto quello di non andare mai a letto subito dopo i pasti. Specie se si tratta della cena. Tuttavia sarebbe bene mettere in pratica il suggerimento anche per il pranzo se si abituati a fare un pisolino pomeridiano. Pur rimanendo invariato il valore delle sostanze nutritive introdotte e dunque anche il loro apporto calorico, il livello di attivit cui sottoposto il fisico di chi si addormenta subito dopo i pasti, e di chi lascia trascorrere alcune ore prima di farlo, cambia in maniera rilevante. Il sonno influisce notevolmente sui processi digestivi, rallentandoli e rendendoli meno efficienti e il fisico risponder nel peggiore dei casi con degli indesiderati e fastidiosi gonfiori addominali. Una digestione rallentata inoltre richieder una quantit di ore superiore per essere portata a termine, e la quasi totale inattivit fisica non consentir di bruciare gli eventuali grassi ingeriti. Per aggirare il problema sufficiente seguire le semplici indicazioni elencate di seguito, dettate per lo pi dal buon senso. A) Non consumare la cena troppo tardi. Lideale cenare non oltre le 20,00 per lo meno se si soliti coricarsi non oltre le 22,30. B) Mai coricarsi immediatamente dopo i pasti. buona norma lasciar trascorrere almeno due ore. In quel lasso di tempo potranno attivarsi ed eventualmente concludersi le fasi salienti del processo digestivo. Il risultato sar una buona qualit del sonno, sogni tranquilli, e assenza dello sgradito gonfiore addominale il giorno seguente. scientificamente dimostrato che chi dorme poco e male, ha la
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fastidiosa tendenza ad ingrassare dato che i livelli di leptina, ormone proteico con unimportanza notevole in fatto di regolazione dellingestione e del consumo calorico, non sono sotto controllo. C) Praticare una leggera attivit fisica dopo i pasti. Nelle belle serate estive ci si potrebbe dedicare a una passeggiata rilassante. Ci semplificher e render pi rapido il processo digestivo e aiuter inoltre lo smaltimento di eventuali quantit di grassi ingeriti durante il pasto. D) Mantenere regolare il proprio bioritmo, semplicemente rispettando (quando possibile), orari e tempi dei pasti e del riposo, specie se si desidera dimagrire o educare il proprio metabolismo. Non una novit, ma ripeterlo non far certo male: vivere una vita sregolata e priva di orari mal si concilia con i regimi alimentari dietetici. E) Consumare delle cene leggere. Tutto questo facilmente realizzabile per chi abituato a nutrirsi, durante la giornata, di piccoli pasti: almeno 5 e fino ad un massimo di sei. Questo non solo sar daiuto al metabolismo imponendo anche allapparato digerente dessere sempre in azione, ma consentir anche di avere una riserva di energia sempre a disposizione. Inoltre, vantaggio non da poco, consentir di non arrivare alla cena con una fame da orchi, cosa che spesso capita a chi addirittura salta i pasti principali. Chi mangia molto, specie di sera, non potr che avere un effetto negativo poich non far altro che rallentare il proprio metabolismo. Si comprende facilmente perch, per essere realmente efficace, una dieta non solamente dovr proporre giorno per giorno i cibi da assumere, ma dovr anche sottolineare limportanza dei tempi e della regolarit dei pasti. Aiuta avere un menu settimanale pianificato, che di norma semplifica il raggiungimento degli obbiettivi imposti. Per chiudere largomento indispensabile dare ulteriori consigli in relazione alla tipologia di cena che meglio si adatta a regimi alimentari dietetici. - Bere uno o due bicchiere dacqua prima di cena. Questo regaler una sensazione di saziet e aiuter ad aggirare il pericolo abbuffata. - Prediligere i cibi ricchi di triptofano, aminoacido che aiuta il sonno. contenuto nella banana, nei latticini, nel riso integrale, ma anche nelle lenticchie, nel mais e nello zenzero. - Farinacei s, ma senza esagerare. I
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carboidrati non sono nemici del sonno e si assimilano rapidamente, hanno un effetto calmante e facilitano un riposo tranquillo. - Le proteine contenute nella carne, nel pesce e nelle uova sono meno consigliate perch hanno leffetto di aumentare il riscaldamento corporeo e dunque di stimolare il risveglio. - Latte caldo e miele, invece, hanno un effetto soporifero, dato che sono alimenti ricchissimi di triptofano e di zuccheri calmanti. - Credere che i dessert, indistintamente, appesantiscano sbagliato Se previsto dalla dieta ipocalorica che si segue, si potr optare per un cream caramel, per una banana o per un quadratino di cioccolato fondante e i bei sogni saranno assicurati. Sono alimenti ricchi di triptofano, che incentivano la produzione di serotonina, e quindi ben si adattano con i dolcissimi sonni. - Bere una tisana prima di dormire. Fra le pi consigliate quelle alla camomilla, alla melissa, al biancospino e alla malva, alla passiflora o al tiglio. Niente male anche un bel decotto di bucce di mele. Insomma una serie di pareri facili da seguire, che aiutano non solo il miglioramento del metabolismo, ma anche il dimagrimento e il benessere fisico e mentale. Basterebbero perci solo due ore tra il momento in cui si finito di consumare la cena e il momento in cui ci si sdraia sul letto, per avere dei rilevanti benefici in termini di consumo calorico e quindi di peso corporeo.

Nessuna dieta: ben cinque pasti al giorno!


Allenare il proprio metabolismo non certo unimpresa semplice. Tanto pi che di norma i tentativi sono sporadici e poco costanti, concentrati soprattutto nei periodi in cui si segue una dieta ipocalorica per il raggiungimento del peso forma. piuttosto la costanza larma vincente. La voglia di imparare a mangiare sano ogni giorno una necessit da non sottovalutare. Specie se si considera che esistono dei segnali che quotidianamente possiamo inviare al nostro metabolismo per accelerarlo e dunque per mantenerlo in un certo senso sveglio. La prima indicazione e forse anche la pi valida rappresentata, come gi accennato, dalla necessit di distribuire equamente i pasti (dai cinque ai sei) allinterno della giornata. Segue l'esigenza di praticare
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moderatamente, attivit fisica. ma costantemente Se si consuma un primo pasto completo, il corpo, consapevole della probabile abbondanza di cibo, attiver correttamente tutte le sue funzionalit. Pronto non solo a consumare senza alcun bisogno di risparmio le energie ingerite, ma soprattutto pronto a regalare efficienza sia a livello fisico sia a livello mentale. Diversa la situazione in cui, fin dalla prima colazione, lapporto di cibo scarso e insufficiente. In quel caso non solo il metabolismo, ma tutto il corpo diminuir nellefficienza e decider di attivare i sistemi urgenti, rallentando lattivit di quelli meno impellenti. Di certo verr garantito il funzionamento del sistema cerebrale e nervoso. Lo stesso per non si potr dire per il sistema immunitario ed emuntore che vengono intesi implicitamente come sistemi meno urgenti, le cui funzioni possono, nel breve periodo, essere rimandate. Ovviamente se labitudine ad una colazione poco abbondante e inadeguata costante, le conseguenze saranno drammatiche e spazieranno dalle intolleranze alle allergie, dallinvecchiamento alle malattie degenerative. Vien da s che se si intende evitare questi pericoli, la colazione dovr essere adeguata alle necessit dellindividuo, che dovr fornire attraverso lalimentazione, apporti calorici costantemente decrescenti
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di fondamentale importanza anche avere un controllo attivo sui picchi glicemici. Il che consentir una giusta produzione e modulazione di insulina. Infine sar necessario adeguare, tramite una dieta corretta, lapporto quotidiano di proteine. Sono tutte attenzioni semplici da seguire che in breve tempo possono regalare vantaggi evidenti a livello metabolico, fisico e perch no, anche mentale. I segnali che attraverso lalimentazione di ogni giorno lanciamo al nostro organismo devono essere chiari e tutti interpretabili nellimmediato dal nostro metabolismo. Conoscere il significato di questi messaggi consentir di dialogare coscientemente con il proprio corpo. Sottovalutata per mancanza di tempo o per sbagliate abitudini, la colazione una fase importantissima della giornata. Lo si ripete spesso, ma di rado se ne d una motivazione. Il fatto che fin dal risveglio e dal tipo di colazione che consumiamo, informiamo il nostro corpo sulla eventuale carenza o abbondanza di cibo giornaliera.

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durante il resto della giornata. Insomma il corpo di ciascuno di noi potrebbe essere interpretato come un'automobile. Una buona colazione permetter di iniziare la giornata con il serbatoio pieno e alla sera poco importer se ci si trover in riserva. Daltronde nessuno farebbe il pieno alla propria auto prima di metterla a riposo. Limitando lapporto di cibo durante le ore serali inoltre si avranno numerosi vantaggi: - qualit e quantit del sonno ottimali; - riduzione dello stress; - eliminazione di quell'accumulo di grassi che, non venendo utilizzati durante la fase del sonno, verrebbero incamerati. questo, in pratica, limportante gioco della distribuzione coerente dei pasti quotidiani. Mangiare bene e spesso, in piccole quantit, un toccasana per il metabolismo, che viene stuzzicato costantemente e non si addormenta. Desideriamo ribadire che, in linea di massima, il giusto numero di pasti giornalieri sono cinque - sei, da distribuirsi in maniera uniforme ed equa durante tutta la giornata. profondamente sbagliato, specie se si intende educare il proprio metabolismo, divorare immense porzioni di cibo a pranzo e a cena e non mangiare per il resto della giornata. Lo spuntino fondamentale, e diversamente da come si crede comunemente, proprio lui che aiuta il dimagrimento. Effettuare tra i cinque e i sei pasti al giorno inoltre offre almeno altri tre vantaggi: 1) aiuta ad evitare, per tutta la giornata la sensazione di fame. Ci si potr dunque sedere a tavola per i pasti principali, senza quell'eccessiva e pericolosa fame che la principale nemica delle diete ipocaloriche; 2) consente di disporre, per tutta la giornata, di energie sempre nuove; 3) mantiene attivo tutto il giorno lapparato digerente che ovviamente brucer pi calorie. Una buona ed equilibrata dieta dunque insegner il valore calorico e nutrizionale degli alimenti, ma sottolineer anche limportanza della frequenza dei pasti. Pertanto durante la giornata si dovranno effettuare tre pasti principali e due o tre spuntini in base alle necessit personali. Non potranno mancare per niente al mondo una colazione abbondante, un pranzo
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regolare e una cena leggera, ma anche uno spuntino mattutino, uno spuntino pomeridiano ed eventualmente uno spuntino serale. Altro discorso spesso ignorato da chi si avvicina al mondo delle diete quello della modulazione della glicemia. Linsulina ha la principale funzione di combattere leccessiva presenza di zucchero nel sangue. Quando il livello di questi troppo basso scatta lo stimolo incontrollabile della fame. Se il livello troppo alto, il pancreas secerne una certa quantit di insulina con la funzione di stabilizzare la situazione. bene comprendere che il corpo considera normale una situazione di zuccheri nel sangue stabile, e dunque i casi di compensazione devono essere eccezionali. Ovviamente un utilizzo costante ed improprio dellormone pu, nel lungo periodo, causare danni anche gravi. Uno per tutti il diabete con lallegata resistenza insulinica. In questo caso la capacit corporea di risolvere le condizioni straordinarie di picchi glicemici sar compromessa per sempre. Unalimentazione corretta, equilibrata e ben distribuita durante tutta la giornata, sar un aiuto reale e importante non solo per il metabolismo, ma naturalmente anche per il pancreas, che non sar chiamato, quotidianamente, a risolvere situazioni di crisi glicemiche. Tanto pi che la situazione rischia di diventare viziosa e ciclica. Quando il pancreas produce insulina, questa, una volta compiuta la propria missione e dunque limitati i livelli di glicemia nel sangue, regaler un nuovo stimolo di fame fasulla. Se si rispondesse allo stimolo, consumando del nuovo cibo, si precipiterebbe in una situazione a vicolo cieco che causerebbe linsorgenza di ben pi gravi problemi a livello di benessere fisico e mentale. Insomma una situazione da evitare a tutti i costi.

Piatti freschi e gustosi al posto di scatolette e precotti


La salute passa anche e soprattutto dalla tavola. E le buone abitudini alimentari, se equilibrate e soprattutto costanti, garantiscono una vita felice e lunga. la quotidianit, frenetica e stressante ad essere la prima nemica di una corretta alimentazione. Il poco tempo che ciascuno ha a disposizione influenza in negativo labitudine ad alimentarsi in maniera sana. I tempi sono cambiati e le donne che hanno la possibilit di passare lintera giornata a cucinare manicaretti freschi
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e gustosi diventano un ricordo. soprattutto per questo motivo che sempre pi di frequente si inciampa nellabitudine ai cibi conservati o a quelli low cost, consumati al volo nei fast food. Si tratta di metodi che nel breve periodo possono essere sopportati dal corpo, ma che alla lunga creano scompensi di una certa gravit. La battaglia che negli ultimi tempi ha spopolato, quella ben nota e agguerrita che vede contrapposti cibi freschi verso cibi conservati. Le opinioni in merito sono numerose. Tuttavia ben noto e scientificamente testato che il consumo quotidiano ed esagerato di cibi non freschi, che contengono conservanti e coloranti, possono provocare danni gravi per lorganismo. In linea di massima confermato che il consumo esagerato di cibi conservati causa laccumulo corporeo di sostanze acide e di scorie, un vero e proprio veleno per il buon funzionamento delle capacit metaboliche dellorganismo. In condizioni normali questi componenti tossici vengono smaltiti grazie agli organi emuntori, quelli che per intenderci sono chiamati in causa quando si tratta di eliminare i cataboliti, ossia gli scarti cellulari e i metabolici, per dirla facile, le tossine. Sono organi emuntori: - il fegato, che trasforma prima della sua eliminazione ogni tossina faccia ingresso nel nostro corpo; - il sistema linfatico una sorta di sofisticato ed efficientissimo sistema di scarico delle scorie messo a disposizione dal nostro corpo; - i reni, che eliminano le scorie del sangue attraverso le urine; - la pelle, che pure elimina le tossine in eccesso presenti nel nostro corpo. Quando queste sono presenti a livelli troppo alti si verificano pruriti, dermatiti o magari acne diffuso. Tutti questi organi di rilevanza capitale per la nostra sopravvivenza eliminano due tipi di tossine diverse: - esogene, e che dunque provengono dallesterno e che ingeriamo in forma di coloranti, conservanti alimentari, eccipienti o magari inquinamento atmosferico; - endogene, prodotte da batteri, funghi, tessuti, cellule e organi in genere. Quando la presenza di tossine, specie se esogene, causate dal consumo di cibi contenenti coloranti e conservanti, aumenta oltre la soglia consentita, compaiono malattie pi o meno gravi. Ma soprattutto il buon funzionamento di molti sistemi, quali per esempio quello metabolico, compromesso,
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rallentato e reso meno efficiente. Gli effetti negativi di una tale condizione possono degenerare in maniera rapida e pericolosa: ricerche scientifiche hanno dimostrato che una cattiva alimentazione, il sovrappeso e la vita sedentaria sono fattori che possono condurre direttamente allinsorgenza del cancro. Particolarmente rischiosa lesagerata assunzione di: - carni rosse e sostanze alcoliche. Il rischio di cancro aumenta notevolmente quando si assumono carni rosse conservate; - anche i cibi tenuti sotto sale, se consumati smodatamente ed in associazione con quelli contenenti grandi quantit di calcio, possono dimostrarsi dannosi; - cereali e legumi mal conservati, contaminati da muffe cancerogene possono causare patologie molto gravi e degenerative come per esempio il tumore al fegato; - lacqua in bottiglia, contaminata da arsenico, la principale responsabile dei tumori alla pelle e ai polmoni. La giusta ricetta, come spesso accade, figlia del buon senso. Ovviamente il consiglio quello di consumare con moderazione pietanze a lunga conservazione. Queste ultime contenendo meno enzimi e minerali rispetto ai cibi integrali e freschi. E ci contribuisce a sporcare lorganismo con scorie tossiche, frenando il metabolismo. Con questi alimenti, in ogni caso, occorre associare il consumo di nutrimenti freschi e ricchi di enzimi, che hanno il grande merito di depurare lorganismo e soprattutto di riattivare il metabolismo. Lideale sarebbe quello di assumere prima di ogni pasto un frutto fresco e di stagione o magari dei germogli, una bella insalata o della frutta secca. Daltronde gli alimenti amici del nostro organismo, del metabolismo e della purificazione sono davvero tantissimi e in buona parte provengono dal mondo naturale. Garantiscono una giornaliera assunzione di enzimi lo yogurt, lananas, la papaia, i fichi, il mango, il melone o la pera, i broccoli, le cipolle e le carote, i cetrioli ed i pomodori, tanto per fare qualche esempio. Per far ripartire il metabolismo per gli enzimi, da soli, non saranno sufficienti. Dovranno essere accompagnati dai coenzimi, che non sono altro che vitamine del gruppo A, B, C e K e i minerali quali il magnesio, il rame e lo zinco. Esauriamo largomento consigliando alcuni alimenti che proprio non
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possono mancare in una dieta tesa a depurare lorganismo e a riattivare il metabolismo: - a grande sorpresa compare il caff che, assunto nelle giuste dosi, aiuta la digestione e il consumo dei tanto odiati grassi; - la carota ha delle ottime propriet nutritive e si dimostra capace di accelerare il metabolismo, a patto che venga consumata cruda; - radicchio e cicoria aiutano la metabolizzazione dei grassi dato che stimolano la secrezione della bile. Meglio se consumate crude; - le alghe trasformazione energia; contribuiscono alla degli zuccheri in che agisce metabolismo; beneficamente sul

- la senape non da meno, basti pensare che studi recenti lhanno dichiarata capace di aumentare la velocit del metabolismo del 25%; - anche il ravanello un toccasana. Aiuta il fegato, rende pi veloce il metabolismo e aumenta il consumo, da parte dellorganismo, di calorie; - infine il t. Proprio come il caff ha unazione stimolante della quale, bene dirlo, non si deve abusare. Il t facilita la produzione di adrenalina che fra le altre cose aiuta la liberazione dei grassi da parte dei tessuti adiposi.

Pausa pranzo non solo a lavoro e non solo a pranzo


A lungo stata considerata una leggenda metropolitana. Oggi per anche la scienza la conferma: mangiare bene, e soprattutto lentamente, aiuta a non ingrassare e regala indubbi benefici al corpo e alla mente. Certo, questa non sar un buona notizia per chi ha brevi, brevissime pause pranzo e per non dilatare eccessivamente i tempi letteralmente ingurgita il cibo. Eppure i dati non mentono. Se si
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- le fragole hanno un influsso benefico su reni e fegato e favoriscono leliminazione di quelle tossine in eccesso che compromettono le funzionalit del metabolismo; - il peperoncino assunto nella giusta misura facilita il consumo di calorie da parte dellorganismo; - fra le spezie non possiamo dimenticare il rosmarino. Ha delle eccezionali capacit energizzanti e offre unazione tonica davvero preziosa

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in linea, consumare il pranzo o la cena con calma, seduti, meglio ancora se in famiglia, aiuta a mantenerla. Mentre se si segue un regime alimentare ipocalorico, la lentezza del pasto contribuir alla lotta al sovrappeso. una regola valida a qualsiasi et. Tanto vero che le ricerche scientifiche hanno messo in evidenza i benefici per giovani trentenni come pure per i settantenni. La calma e la tranquillit a tavola aiutano a non ingrassare, essendo nemiche dellobesit. Tuttaltro discorso da farsi per chi mangia in fretta, in maniera sregolata e magari in piedi. Cos facendo la tendenza ad ingrassare assicurata. In fondo, i risultati cui giunta la scienza dopo numerose ricerche pi o meno lunghe, sono gli stessi cui gi molto tempo fa era giunto il buonsenso. Mangiare lentamente, seduti a tavola, rilassati, masticando con calma gli alimenti, permette non solo di assaporare meglio i cibi e gustare a pieno il momento di break, ma d modo ai ricettori del cervello, di intuire che lo stomaco pieno. A questa percezione corrisponde un immediato invio del tanto ricercato segnale di saziet, che induce la persona a consumare meno cibo e infine ad interrompere il proprio pasto. Chi ingurgita il pranzo, la cena o gli spuntini non d invece modo al cervello di percepire immediatamente il riempimento dello stomaco e dunque rallenta linvio del segnale di appagamento. In quel lasso di tempo la persona continuer ancora a mangiare perch effettivamente percepir ancora un vago senso di fame. Il risultato alla conclusione di un pasto troppo veloce sar di disagio generale poich provocher i seguenti effetti: - riempimento stomaco; - vago senso svogliatezza; eccessivo di dello e

malessere

- pesantezza e poco sonnolenza, specie riprendere a lavorare;

gradita bisogna

- il verificarsi, nei casi peggiori, di fastidiose gastriti. Quindi, pur non dimenticando limportanza della quantit e della qualit del cibo, spesso si sottovalutano non solo i tempi di
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somministrazione dei pasti, ma peggio ancora i modi, tutti fattori che, manco a dirlo, fanno effettivamente la differenza. Insomma, quella dello slow eat dovrebbe diventare la nuova filosofia della tavola. A supporto di questa tesi c' da considerare che un pasto consumato con calma aiuta nel dimagrimento, offre anche un diffuso senso di benessere fisico e mentale ed unefficienza post pasto a cui i mangiatori fast non sono abituati. Pare certo che gi dopo un mese di pasti slow ciascuna persona possa intravedere i primi frutti, e dopo un anno si possano perdere diversi chili, (dai 3 ai 9 a seconda della conformazione fisica) senza aver mutato in nullaltro la propria alimentazione, semplicemente mangiando pi lentamente. Il pasto dunque dovrebbe durare almeno una mezz'ora. Si stima infatti che il cervello per percepire il riempimento dello stomaco e per trasmettere il senso di saziet, impieghi circa 20 minuti. Chi ha mangiato lentamente avr evitato di ingerire pi cibo di quel che abbisogna. Chi invece ha consumato troppo rapidamente il proprio pasto, manger pur non avendone pi necessit perch ancora non ha ricevuto il segnale di stop. Altri tre sono i motivi per i quali la scienza consiglia di consumare il cibo lentamente: - assaporarne il gusto e godere del momento di break; - migliorare la digestione; - diminuire gli stati di stress e di ansia. Quando si mangia di fretta, spesso capita di non riuscire a percepire, con precisione, il sapore del cibo. Lobiettivo del pasto diventa solo quello di riempire lo stomaco. Tutta unaltra cosa quando si mastica lentamente e ci si concentra sulla pietanza che si ha di fronte. In questo caso si potr riscoprire, in breve tempo, labitudine alla buona e sana cucina, da consumarsi nei giusti tempi. Inoltre sar possibile diminuire le dosi delle pietanze consumate. Percependo per davvero il gusto di una golosa torta al cioccolato, se ne potr mangiare di meno, e pur comunque essere soddisfatti del sapore che si ha in bocca.
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Daltronde questo il segreto del saper mangiare con gusto: assaporare lentamente ogni alimento. Mangiare lentamente significa inoltre masticare ripetutamente il boccone. Il che si traduce in un grosso favore per il nostro stomaco, che digerir il pasto con una maggiore semplicit. Ringrazier, regalando un senso di leggerezza e benessere al quale molti sono disabituati. Infine il mangiar lento, sebbene sembri strano, riesce a ridurre il livello dello stress accumulato, ma soprattutto lansia. Quando il pasto si consuma seduti, magari in compagnia di amici, questo verr inteso a tutti gli effetti come una pausa dagli stress di tutti i giorni. Si dimenticheranno gli impegni successivi, o i guai che si dovranno risolvere in seguito e ci si concentrer sul cibo e sulla compagnia. Il tutto si tradurr in una diminuzione dellansia e dello stress e implicitamente in un benessere mentale e fisico davvero impagabili. I benefici del lento buon mangiare sono davvero numerosi e i consigli da seguire per riuscire a mangiare slow davvero semplici. Se si lavora e si ha poco tempo per il pasto lideale potrebbe essere quello di mangiare in ufficio, magari in una stanza relax. Se invece si ha la possibilit, bene uscire dallufficio e prendere nuova aria. Imporsi, per il pranzo e per la cena, una pausa di almeno 25 minuti. Preparare il pranzo a casa se il bar ristorante dal quale ci si serve non offre pietanze sane. Masticare boccone. lentamente ogni

Allinizio ci si dovr concentrare, in seguito diventer una piacevole abitudine. Lasciar trascorrere qualche minuto fra una portata e laltra. Ricordarsi che quando si mangia il protagonista il cibo. Accantonare i problemi. Mangiare in compagnia, meglio se di amici con i quali si hanno interessi in comune. Mai mangiare in piedi. Comodamente seduti si mangia meglio e con pi calma.
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risultati. Una volta acquisita labitudine al mangiare buono e lento, difficilmente la si potr perdere, e i benefici per il proprio corpo, ma anche il benessere per la propria mente, saranno incontestabili. Peccato! Passare da una vita sedentaria ad una vita attiva, non poi cos difficile. Il primo passo da muovere per dare un taglio ai chili di troppo riguarda lalimentazione. Checch se ne dica, il modo migliore pi naturale per perdere peso quello di ingerire meno calorie di quelle che quotidianamente vengono consumate dal proprio corpo. Se il livello di calorie consumate pari a quello delle calorie ingerite il peso rimane immutato. Mentre se il livello di calorie che si ingeriscono sono superiori a quelle che si riescono a bruciare beh, va da s che si ingrassa. Detto questo, un modo per aiutare il proprio corpo a bruciare pi calorie di quante non faccia normalmente, oltre al mangiar meno, meglio e pi lentamente, quello di svolgere una qualche attivit fisica. Non necessario trasformarsi in fanatici della palestra e dello sport, si potr infatti svolgere attivit fisica quotidianamente anche senza mettere mai piede allinterno di un campo sportivo. Camminare almeno 30 minuti al giorno un buon modo per iniziare. Si
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Una vita piena, leggera, divertente non ha bisogno di nessuna dieta


Chi pi, chi meno lo sa: una vita attiva garantisce un benessere fisico e mentale a cinque stelle, mentre una vita da divano incentiva laccumulo di grassi, lobesit, e linsorgere di malattie degenerative. E allora perch in moltissimi scelgono la seconda opzione per quanto assolutamente pi rischiosa? Perch per quanto si sappia verso quali pericoli si stia correndo, opinione tanto diffusa quanto sbagliata, che vivere una vita attiva e dinamica sia estremamente stressante. Solo quando sollecitati dal proprio medico curante, o dagli allarmi di pericolo lanciati dalla propria bilancia, si decide di inaugurare una vita pi sana. Si sceglie di educare la propria alimentazione e di riaccendere il proprio metabolismo. Spesso si tratta comunque di fuochi di paglia, che si spengono dopo lottenimento dei primi

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potr andare al lavoro a piedi, quando possibile. Si potr evitare di prendere la macchina per andare a fare la spesa, o magari insistere per portare il proprio cane a passeggio. Lattivit fisica, anche basilare come una bella camminata lunga 30 minuti crea dipendenza. Ci si accorger presto dei benefici che anche il solo camminare regala, e non se ne potr pi fare a meno. Rinunciare alla piccole comodit unaltra bella idea, facile da seguire. - Si potr iniziare bandendo lascensore dalle proprie abitudini quotidiane. Dapprima sar difficile, ma se si intraprender il percorso come una sfida contro se stessi, o come un gioco, la perseveranza verr da s. Anche fare le scale il pi spesso possibile unidea. Le si possono fare per una miriade di necessit. Buttare limmondezza o controllare leventuale arrivo della posta sono le motivazioni pi comuni. Non appena si scoprir quante calorie si bruciano in salita (che aumentano pi aumenta il peso corporeo), davvero non si potr pi evitare le scale. Inoltre le scale hanno il grande vantaggio di stimolare la formazione della muscolatura dei glutei. In brevissimo tempo, quindi allutile si potr aggiungere anche il dilettevole. - Il parcheggio un altro momento che si potr sfruttare a proprio favore. Se proprio non si pu rinunciare a spostarsi in macchina, come spesso accade, si potr scegliere di parcheggiare non troppo vicino al luogo che si deve raggiungere. In questo caso si avr la possibilit di percorrere brevi tratti a piedi, di respirare aria fresca e di arrivare ad un appuntamento pi rilassati, perch camminare non far altro che diminuire i livelli di stress causati dal traffico. - Anche iscriversi a un corso di danza pu essere utile. Se piace ci si pu ripromettere di coinvolgere gli amici a frequentare una sala da ballo regolarmente. - Perch non ritrovarsi un giorno alla settimana a giocare a calcio con i conoscenti, o con i colleghi di lavoro, invece di limitarsi a vedere passivamente in TV le partite la domenica? - Perch non organizzare delle gite in bicicletta con chi ci piace? Insomma tutte le scuse dovrebbero essere buone per praticare un po' di moto. Corri incontro al buonumore Quando si pratica unattivit fisica in modo continuativo, il nostro corpo rilascia automaticamente sostanze benefiche, quali endorfine e altri ormoni del buonumore che aiutano a
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scacciare la depressione. La corsa lattivit in assoluto che fa sprigionare endorfine pi di qualsiasi altro esercizio fisico. Meno ansia Unattivit muscolare sostenuta aiuta ad alleviare ansie e preoccupazioni quotidiane. Dopo un certo allenamento, infatti, i muscoli riducono la loro attivit elettrica, diminuendo in modo naturale le tensioni nervose. Pi autostima Chi in sovrappeso spesso ha un'immagine di s negativa. Lattivit fisica aiuta il corpo, ma anche la mente. I muscoli si tonificano e la massa grassa diminuisce, dandoci un aspetto pi gradevole e salutare. Ci accresce la nostra autostima, perch ci si vede pi belli e ci si sente pi forti. Ridere fa bene alla salute. Non solo alleggerisce il peso dei problemi, ma si consumano una quantit notevole di calorie. Purtroppo gli adulti hanno perso labitudine alla risata. Si stima che un bambino riesca a ridere e sorridere un massimo di mille volte al giorno. Mentre un adulto, se va bene riesce a sorridere quindici volte. Il segreto quello di stimolare la risata. I modi sono tanti:

prendersi del tempo per s; leggere libri divertenti; circondarsi di persone divertenti; guardare show umoristici; prendere la vita con pi leggerezza.

Utilizzare piccoli pesi, sempre con l'intento di bruciare pi calorie, da indossare sotto gli abiti. Questi piccoli attrezzi sono venduti praticamente ovunque. Sono comodi e hanno la forma di piccole fasce che si possono stringere ai polsi o alle caviglie. Ovviamente ciascuno potr scegliere il peso che faccia al caso proprio, meglio se leggero all'inizio, per evitare un affaticamento eccessivo. Cos, tutte le azioni compiute quotidianamente come camminare, salire le scale, salutare, causeranno un dispendio superiore di energia. Naturalmente si liberi, in ogni momento, di togliere i pesi e di riporli in borsetta. Unico consiglio quello di non esagerare. Scoprire lacqua come alleata davvero importante. Non che aiuti a dimagrire o ad aumentare la velocit del proprio metabolismo. Tuttavia lacqua concretamente permette di sentire meno accentuato il senso di fame, dato che riempie nel breve termine lo stomaco. Ma soprattutto depura lorganismo, stimolando la diuresi. Il consiglio quello di
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consumarne almeno 2 litri al giorno. I benefici saranno immediatamente visibili. Tutte queste azioni, se messe in pratica con perseveranza e costanza, avranno il grande vantaggio di migliorare lo stile di vita, di incentivare la perdita di peso e di migliorare il metabolismo, che bene ricordarlo, potr essere stimolato in mille altri modi diversi. Si potr per esempio prendere labitudine di usare sostanze lievemente eccitanti come il caff, che agisce non solo sul sistema nervoso, ma d una scossa positiva anche al metabolismo. Manco a dirlo, labuso di caff causer effetti negativi. Inoltre, se proprio si intende far le cose per bene, sarebbe meglio assumere caffeina naturale, non trattata come avviene di solito per il caff che conosciamo. In ogni caso ginseng, guaran o energy drink potrebbero essere degli ottimi sostituti al tanto amato caff. Non ci stancheremo mai di ripetere che mangiare spesso e piccole quantit di cibo non solo regala per tutto il giorno il senso di saziet, ma tiene sveglio il metabolismo, incrementando la capacit del corpo di bruciare energia. Non meno efficace per un risveglio metabolico laumento della massa muscolare. I muscoli infatti, per mantenersi in forza consumano calorie, quindi sono degli ottimi alleati per chi intende perdere peso e vivere una vita sana.

Se fai questi sport avrai un metabolismo da campione


Grande amico delle persone in forma, e tremendo nemico di chi proprio la forma fisica non sa pi da tempo cosa sia, il metabolismo, per dirla in modo semplice, non altro che la velocit con la quale il corpo riesce a bruciare le calorie e le energie assimilate tramite lalimentazione, funzione fondamentale per il soddisfacimento di tutti i bisogni vitali. Concettualmente aumentare il metabolismo, risvegliarlo e riattivarlo alquanto semplice. sufficiente incrementare in maniera esponenziale i bisogni vitali e dunque il dispendio energetico giornaliero. Anche a livello pratico le cose non sono poi tanto gravose visto che per dare una botta di vita al metabolismo, si dovranno stimolare semplicemente 3 fattori:

il metabolismo basale; la termogenesi, da riattivare grazie ad unadeguata dieta; lattivit fisica.

appunto lattivit fisica lelemento


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sul quale vogliamo concentrarci, dato che dimostrato che laumento della massa magra associata al movimento ed allo sport, uneccellente stimolo metabolico. Sembrer assurdo, ma pi muscoli si possiedono, pi calorie si bruciano allinterno di una stessa giornata, e questo senza alcuna relazione con il tipo di attivit fisica che si svolge, con il tipo di lavoro che si pratica o con let che si possiede. Il maggior dispendio energetico dipende piuttosto dal fatto che il muscolo a tutti gli effetti un tessuto vivo, che dunque ha necessit, per la sua sopravvivenza e per il suo rinnovamento, di energia. Basti pensare che le richieste metaboliche di un tessuto muscolare sono allincirca dieci volte superiori rispetto a quelle presentate in un medesimo lasso di tempo da un tessuto adiposo. Quindi, per farla semplice, migliore sar il tono muscolare, maggiori saranno le calorie bruciate anche, ma non solo durante lattivit fisica. Se si conta inoltre che mentre si pratica dello sport il metabolismo di chiunque aumenta e rimane alto per diverse ore (dalle 4 alle 12 ore per gli allenamenti pi intensi), si comprender bene che sport, massa muscolare, linea e benessere fisico sono tutti elementi che vanno a braccetto. Esistono per degli sport maggiormente adatti a chi intende aumentare il proprio metabolismo in maniera rapida e notevole. Il consiglio in questo caso quello di svolgere unattivit mista, nella quale non manchi un lavoro muscolare intenso, tutto teso alla tonificazione corporea, tramite luso di pesi, macchinari o a corpo libero, in associazione con una buona attivit aerobica. Ecco perch la corsa, il ciclismo, ma anche il nuoto sono ottimi sport per stimolare il metabolismo. Lazione combinata delle due tipologie di attivit fisica sono infatti eccellenti perch lo sforzo muscolare intenso, grazie alla secrezione di ormoni anabolici aumenta la massa muscolare ed implicitamente migliora il funzionamento metabolico. Mentre le attivit aerobiche e di resistenza non solo risvegliano il metabolismo durante lattivit fisica, ma sono capaci di mantenerlo a livelli interessanti fino a 8 - 12 ore dopo la loro conclusione. Comprensibilmente non possono mancare alcuni consigli pratici, che aiuteranno chi interessato a migliorare il proprio benessere fisico e le proprie funzioni metaboliche:

ci si dovr allenare dalle due alle


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tre volte a settimana. Sar bene svolgere allenamenti misti che durino non meno di 40 minuti; lallenamento misto deve comprendere non solo esercizi di tonificazione, ma anche una buona dose di attivit aerobiche; in linea di massima il consiglio quello di iniziare con unattivit di potenziamento e tonificazione per terminare con la fase aerobica, che pure non dovr essere eccessivamente intesa, specie allinizio; importante cambiare spesso il programma di allenamento. In questo modo il metabolismo sar obbligato periodicamente a mutare per adattarsi alle nuove situazioni di stress; il ritmo dellesercizio fisico deve rimanere costante, specialmente durante le attivit aerobiche. In pratica, occorre evitare di fermarsi, e nel caso siano necessarie, le pause non dovranno essere troppo lunghe; buona abitudine allenarsi con una frequenza cardiaca alta per non meno di 30 minuti; gli allenamenti troppo lunghi, non sono consigliati specialmente agli inizi, quando non si possiedono le condizioni fisiche adeguate. inoltre una serie di allenamenti specifici che aiutano ad aumentare il ritmo del metabolismo: le serie a scalare; i super set.

Queste tipologie di allenamento creano entrambi unulteriore pressione muscolare che induce ad un maggiore e tanto gradito consumo calorico. Durante gli allenamenti si dovranno cambiare frequentemente i range delle ripetizioni, incrementando il carico e diminuendo la durata delle ripetizioni. O viceversa, diminuendo il carico e aumentando le ripetizioni. Anche cambiare lora nella quale si pratica sport importante. In questo modo non si abituer lorganismo allallenamento in determinato orario della giornata e il numero di calorie bruciate potr rimanere sempre alto. Ben noto dagli sportivi anche la tecnica di allenamento detta Interval Training, con sessioni cardio brevi, ma intense. Sar bene per non farsi prendere dalla frenesia sportiva. Il riposo fondamentale per incrementare e migliorare il metabolismo basale, visto che durante le giornate di relax il fisico riesce a recuperare gli sforzi e si ripara riproducendo le cellule muscolari che
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Esistono

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si sono rotte durante gli allenamenti. Il pericolo di attivit fisiche prive di pause reale. Il fisico dovr fare i conti con un sovrallenamento che potrebbe causare lesioni anche gravi al muscolo, al quale non stata data la possibilit di riprendersi. Quindi esagerare non far mai bene. Naturalmente lo sport svolto allinterno di una palestra non lunica soluzione per dare una scossa al metabolismo. Esistono dei trucchetti, pi o meno semplici, che tutti possono seguire per praticare ogni giorno un minimo di attivit fisica. Un aiuto potr essere rappresentato, come dicevamo sopra, dal parcheggiare la macchina distante da casa qualche centinaio di metri, dallabitudine a rifiutare le lusinghe dellascensore o dallusare anzich la comoda aspirapolvere la vecchia classica scopa, pi faticosa. Anche gli esercizi di tonificazione possono essere fai da te e svolti da casa o dallufficio. Comodamente seduti, al lavoro, si potranno contrarre i muscoli della pancia, si potranno muovere le gambe, risvegliare i quadricipiti e stringere i pugni. Sono solo piccole attenzioni che paiono di poco conto. Tuttavia possono influenzare in positivo la vita di tutti i giorni. Basta provare per credere!

Diet review: quale di queste diete pro metabolismo?


La Dieta Dukan Ti sei mai chiesta perch la maggior parte delle donne francesi sono cos disinvoltamente snelle ed eleganti a prescindere dalla loro et? La risposta potrebbe nascondersi nella loro dieta. Non merito dellolio di oliva e del vino rosso alla base della Dieta Mediterranea, ma di una straordinaria dieta che ha invaso il paese e non solo. Quando lillustre nutrizionista francese, il Dott. Pierre Dukan, ha presentato la propria Dieta Dukan circa dieci anni fa, il suo libro ha scalato subito le classifiche dei best-seller, dando vita a una rivoluzione alimentare che vanta oggi solo sul web pi di 200 siti internet, forum e blog dedicati. Politici, star cinematografiche, fra cui Gisele Bundchen e Jennifer Lopez, vivono seguendo lo stile di vita Dukan, tutti sedotti dalla promessa dellinarrivabile sogno: rimanere snelli per sempre, mangiando quello che si vuole. Il programma inizia con una
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significativa e rapida perdita di peso e prosegue con un regime alimentare strutturato ma semplice e di lungo termine, che promette di non far riacquistare mai pi il peso perso. Lelemento fondamentale che collega le quattro fasi della dieta Dukan, sono i giorni in cui si devono mangiano soltanto proteine. Sembrerebbero indicazioni simili ad altre diete proteiche, come la Atkins o la Zona, ma in realt il programma molto diverso. Il Dottor Dukan sostiene di aver scoperto i benefici di un regime a basso contenuto di grassi, fondato solo sullelemento proteico, quando un amico gli chiese un parere per dimagrire. Costui aggiunse che sarebbe stato disposto a fare qualsiasi cosa a condizione di non rinunciare alla carne. La risposta del Dottor Dukan fu di mangiare soltanto proteine e bere esclusivamente acqua per cinque giorni. Restarono entrambe impressionati, dopo cinque giorni, nel costatare che aveva perso ben 4,5 kg. Nei cinque giorni successivi perse altri 2,7 kg, per un totale di ben 8,2 kg in solo 10 giorni. Il Dott. Dukan rimase completamente stupefatto dai risultati ottenuti dal suo amico. Sia in termini di peso perso, ma anche in termini di miglioramento dello stato di salute. Decise cos di cambiare la propria specializzazione medica dalla neurologia alla nutrizione, trascorrendo i successivi 35 anni a effettuare ricerche e a perfezionare i vari elementi della sua dieta. Nel corso degli anni, ho capito che la conta delle calorie non funziona. Il cervello delle persone non agisce secondo le calorie. Contare le calorie stabilisce soglie, dosi e porzioni, ma trascura che chi segue una dieta fatto di carne e sangue, di emozioni e istinti. Certamente, le persone maggiormente motivate riescono a perdere peso, ma tutte o quasi, lo riacquisteranno. Queste sono solo alcune delle ormai numerose affermazioni del Dottor Dukan che sostiene tra l'altro che la maggior parte delle diete fanno dimagrire. Purtroppo per una volta raggiunto l'obiettivo piantano in asso i pazienti e li lasciano da soli. Il risultato? Riacquistano il peso perso con gli interessi! I medici credono di aver svolto il loro lavoro quando una persona perde peso, ma c qualcosa di sgradevole e di non etico nel dover affrontare
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nuovamente un paziente che sei mesi dopo, ha riacquistato il proprio peso. Il Dottor Dukan propone quindi una fase nuova della dieta che reintroduce gradualmente gli elementi basilari precedentemente limitati o eliminati. Seguendo il piano alla lettera, e stabilizzando il nuovo peso ottenuto, la Dieta Dukan aiuta a riprendere una vita normale, a mangiare liberamente. Ma con un avvertimento: per il resto della vita, un giorno la settimana bisogna necessariamente ed esclusivamente nutrirsi di proteine (Dukan suggerisce il gioved). Ecco il segreto della forma fisica dei francesi. I francesi mangiano e bevono con gusto senza preoccuparsi tanto, godendo di ogni boccone. Molti di loro poi corrono ai ripari con un piccolo sacrificio: mangiare solo proteine il gioved. Consumando soltanto proteine un giorno la settimana, potete perdere da 0.67 a 0,9 kg immediatamente e cos facendo, correggerete qualsiasi eccesso accumulato nel corso della settimana, afferma il Dott. Dukan. Lidea del gioved proteico ha cos preso piede in Francia che si dice che nei ristoranti il gioved si vedono spesso persone ordinare solo pesce o carne, senza alcuna verdura o insalata o altro. La Dieta Dukan inizia con una breve ma decisiva fase (attacco) aggressiva in cui si possono mangiare soltanto proteine: solo carne, pesce, uova e prodotti caseari non grassi. In questo modo si ottiene una significativa iniziale perdita di peso. Molte persone possono arrivare a perdere fino a 3 kg in soli cinque giorni. Di solito questa fase pu durare dal singolo giorno a un massimo di dieci giorni. Se il peso reale inferiore di 13/19 kg rispetto a quello attuale, cinque giorni sono in grado di produrre i risultati migliori. Se si vuole perdere sui 6,5 kg, due o tre giorni andranno benissimo. Se l'obiettivo quello di perdere solo 3 kg, un unico giorno di questa prima fase spesso pi che sufficiente. Un regime di breve termine, ricco di proteine come questo, ha lo scopo di depurare i tessuti dallacqua in eccesso, attenuare lappetito (i cibi a base di proteine sono potenti soppressori naturali dellappetito), mantenendo il tono muscolare e una pelle luminosa. Singolarmente i cibi proteici hanno un contenuto calorico medio piuttosto
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basso rispetto ai cibi grassi o a base di carboidrati. Inoltre, data la loro struttura complessa, implicano un grande lavoro e un notevole dispendio energetico da parte del corpo per poterli digerire e assimilare. Dopo massimo dieci giorni in cui la persona si sottoposta al regime della prima fase della dieta Dukan, si passa alla seconda fase. Questa caratterizzata da giorni esclusivamente a base di proteine, alternati a giorni in cui, alla carne, al pesce o ai prodotti caseari non grassi, si associano una serie di deliziose verdure. Vengono quindi gradualmente reintrodotti dei contorni a base di verdure da aggiungere alle sole proteine. Benvenuti antipasti come uninsalata o una zuppa, seguita da una porzione di carne o pesce accompagnato con verdure fresche e saporite. Il peso in questa fase caler al ritmo di circa 0,9 kg la settimana. Una volta raggiunto il peso ideale, si passa alla fase di mantenimento (consolidamento) che consiste nellallentare poco a poco i vincoli alimentari, reintroducendo frutta, pane, formaggio e i cibi a base di amido come la pasta. In questa fase sono permessi due pasti la settimana del tutto liberi e incontrollati (con alcol, burro, pane, cioccolato . qualsiasi cibo che si vuole). importante capire che non si tratta di una tolleranza concessa da un regime dietetico rigoroso, ma di una vera e propria raccomandazione della dieta Dukan. Si tratta di riuscire a far comprendere alle persone che tutto il cibo pu e deve essere gustato continuando a restare snelli. Nella fase di mantenimento, come dice la parola stessa, il fine non quello di perdere peso bens di non riacquistarne. corretto quindi non dimagrire nemmeno di un chilo. Il vero obiettivo quello di evitare che la persona riacquisti immediatamente le vecchie abitudini, cercando di stabilizzare definitivamente il nuovo rapporto di equilibrio con il cibo. Rispettando il piano per cinque giorni, il tuo corpo sar in grado di consolidare in modo corretto e permanente la perdita di peso che avrai conquistato nelle fasi precedenti per ogni mezzo chilo perso. Una volta assestata questa fase di mantenimento, e dopo che il nuovo peso rimasto fermo, si liberi di vivere il resto della vita mangiando e
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bevendo qualsiasi cosa senza provare sensi di colpa e senza restrizioni, ma rispettando lultima regola del Dottor Dukan: di gioved soltanto proteine, per sempre. Menu tipico del giorno a base di proteine Colazione: caff o t (con latte scremato e dolcificante se vuoi), due vasetti di jogurt non grasso o 225 grammi di formaggio fresco morbido non grasso, una fetta di tacchino, pollo o prosciutto a basso contenuto di grassi oppure un uovo sodo. Spuntino: un vasetto di jogurt o 115 grammi di formaggio fresco morbido, non grasso. Pranzo: bastoncini di granchio, coscia di pollo, filetti di salmone bollito o bistecca al pepe. Spuntino: uno jogurt non grasso e una fetta di tacchino. Cena: gamberetti trifolati alle erbe e scaloppine di pollo tandoori o cozze alla marinara e carne bollita. Pi un pancake davena. e Bill Lawren, co-autore. Secondo loro, il mantenimento della Zona la chiave per il benessere. Come altri famosi libri che riguardano le diete, La Dieta a Zona, offre un supporto che va oltre il semplice dimagrimento. Correggendo il metabolismo, con una dieta composta al 30% da proteine, 30% da grassi e 40% da carboidrati, la dieta a Zona afferma di poter combattere le cardiopatie, lipertensione ed il diabete. Uno dei benefici pi acclamati di questa dieta inoltre il miglioramento della prestazione fisica. Sears non pretende di affermare di aver trovato il rimedio per le cardiopatie, per le forme di diabete o la ricetta per vincere le competizioni sportive, ma fornisce una serie di storie e di casi concreti in cui i suoi pazienti sono migliorati notevolmente. Ci che la Dieta a Zona afferma con sicurezza, che la maggior parte delle attuali credenze riguardanti la buona nutrizione, una dieta ricca di carboidrati e a basso contenuto di proteine e grassi, completamente sbagliata. Inoltre, afferma Sears, questo tipo di alimentazione ci ha esposto al rischio di gravi pericoli, anche potenzialmente mortali, come le cardiopatie, il diabete ed il cancro. Il suo nuovo libro, The Anti-Inflammation Zone, analizza le patologie pi da
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La Dieta a Zona
Che cos la dieta a Zona? Oltre ad essere il titolo di un super best-seller, La Zona, il luogo in cui noi ci sentiamo attivi, carichi e pieni di energia. Questo quanto affermano lautore Barry Sears, ex ricercatore nel settore della bio-tecnologia, presso il Massachusetts Institute of Technology

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vicino e mostra il modo in cui la sua dieta combatte gli stadi infiammatori. Questi ultimi, secondo quanto egli afferma, sono i fattori alla base dello sviluppo di gravi patologie e dellaumento di peso. Detto con parole pi semplici, la dieta a Zona uno stato metabolico in cui il corpo lavora a picchi di efficienza e questa condizione pu essere creata rispettando un determinato rapporto tra carboidrati, proteine e grassi. La dieta a Zona non ti impone di assumere meno calorie di quelle che prendi attualmente, ma solo di assumerne di diverse. Sebbene il regime dietetico presenti una misurazione pi complessa e precisa di ci che si deve mangiare, il tutto pu essere semplificato come segue:

essere minore. il caso, per esempio, di riso, pasta, papaya, mango, banane, cereali secchi a colazione, pane, ciambelle, carote e tutti i succhi di frutta. I prodotti caseari non sono vietati ma la dieta a Zona concede poco spazio a questi alimenti in ragione della velocit con cui rilasciano glucosio. Sears preferisce gli albumi duovo ed i suoi sostituti come i formaggi e il latte a basso contenuto di grasso, o che ne sono del tutto privi, invece delle uova intere. La dieta a Zona riduce al minimo lassunzione di grassi saturi ma prevede il consumo di olive, canola (un olio ricavato da una specifica variet di colza), noci e avocado. Alcuni carboidrati sfavorevoli sono limitati perch rilasciano glucosio molto velocemente come: cereali, pane, pasta, riso ed altri amidi simili. Si tratta di una vera e propria deviazione rispetto alle convenzionali definizioni di buona dieta. In generale, la dieta pi ricca di proteine e grassi rispetto alle diete tradizionali, che invece prevedono lassunzione di carboidrati in proporzione pari a circa tre quarti delle calorie totali assunte. Sears abbastanza rigido in merito alle quantit di proteine/grassi/carboidrati che ciascuno di noi necessita. Pertanto conduce il lettore lungo un percorso
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Una piccola quantit di proteine ad ogni pasto (una quantit corrispondente circa al palmo della mano o un piccolo petto di pollo) e ad ogni spuntino (uno nel tardo pomeriggio ed uno nella tarda mattinata). Carboidrati buoni in quantit doppia rispetto alla porzione di proteine. Essi includono gran parte delle verdure, lenticchie, fagioli, cereali integrali e la maggior parte della frutta. Se si scelgono i carboidrati cattivi, invece, la quantit deve

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che lo aiuti a determinare le esigenze in termini di proteine a seconda della statura, dellet e del tipo di attivit svolta. Questi fattori a loro volta portano a identificare la quantit di grassi e carboidrati che dovremmo assumere. Fortunatamente, per tutti coloro i quali si sentono depressi gi solo al pensiero di rinunciare ai dolci per il resto della vita, Sears presenta una lista di cibi concessi, fra i quali vi per esempio il gelato ad alto contenuto di grassi. Perch ad alto contenuto? Perch secondo Sears il grasso ritarda lassorbimento dei carboidrati nellorganismo. Purtroppo per, la porzione raccomandata solo mezza tazza. Il piano alimentare della dieta a Zona consiste in una combinazione di piccole quantit di proteine a basso contenuto di grassi per ogni pasto. Grassi e carboidrati sotto forma di frutta e verdura, ricche di fibre. Sears afferma che il nostro corpo geneticamente programmato a nutrirsi in questo modo (figura 40-30-30). La dieta a Zona si fonda su 15 anni dedicati alla ricerca nel campo della bio-nutrizione. Sebbene il libro sia pieno di storie di successo, fra cui quelle di diversi atleti, le ricerche che convalidano le sue asserzioni non sono presentate. Ci non significa che le teorie di Sears siano sbagliate. Solo non ci sono prove scientifiche attestanti che il suo programma funzioni. Sears fonda la propria teoria sulluso della dieta come strumento per controllare la produzione dellormone insulina da parte del corpo. Fra i diversi ruoli svolti dallinsulina vi quello di contribuire allo stoccaggio dellenergia in eccesso sotto forma di grasso. Lobiettivo di creare un equilibrio fra linsulina che immagazzina grasso e lormone glucagone. Quest'ultimo ha una funzione opposta allinsulina e il suo compito di rilasciare il glucosio immagazzinato dal fegato, quando necessario. Il mantenimento del corretto equilibrio fra questi due elementi, si ottiene controllando la quantit e il contenuto specifico dei pasti che consumiamo. Sears suggerisce di non pensare al cibo come ad una fonte di calorie ma come ad un sistema di controllo degli ormoni. La dieta a Zona stata oggetto di varie revisioni da parte di esperti della nutrizione. I ricercatori reputano la dieta a Zona accettabile. Se ignoriamo la retorica scientifica, la dieta non male, affermano la maggior parte degli esperti. A titolo di avvertimento, spesso si sottolinea che questo regime limita i carboidrati pi del necessario. Ci che rimane apprezzabile il fatto
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che sia una dieta abbastanza facile da seguire. Essa minimizza gli altri fattori che determinano la nostra fame e la quantit di cibo che assumiamo, come le fibre e la densit calorica degli alimenti, spostando tutta lattenzione sullinsulina. Solo ed esclusivamente. Risultano, poi, contestabili alcune affermazioni della dieta a Zona, come il gelato ad alto contenuto di grassi. Sears dice che il gelato accettabile perch non aumenta precipitosamente i livelli di zuccheri nel sangue. Ma non va bene per altri motivi, come per esempio il fatto che la crema presente nel gelato costituita da grassi saturi, che non vanno a beneficio del colesterolo. negli ultimi 10 anni. Ci ha permesso di accumulare maggiori prove cliniche e basi scientifiche. I benefici per la salute sono molteplici. E le prove scientifiche evidenziano in primo luogo una protezione dalle patologie cardiovascolari e dal diabete. Questi benefici per non sono attribuiti esclusivamente alla dieta, ma allintero concetto di Dieta Mediterranea che si fonda sullo stile di vita tipico delle persone che vivono sulle coste del Mediterraneo. Oltre alla vasta gamma di cibi deliziosi e nutrienti, leffetto protettivo di una cena piacevole, del coinvolgimento familiare e dellattivit fisica, rendono la Dieta Mediterranea ancora pi efficace. Non esiste una sola ed unica Dieta Mediterranea. Di fatti, ogni regione in Europa, dalla Spagna al Medio-oriente, elabora una dieta base ad hoc per trarre il massimo vantaggio dalle disponibilit alimentari del territorio e dalle preferenze culturali locali. Detto questo, vi sono poi delle similitudini, come per esempio il ruolo di primo piano conferito a: verdura, frutta, fagioli, cereali integrali, noci, olive, olio di oliva e ad alcuni tipi di formaggi, jogurt, pesce, pollame, uova e vino. Tutti alimenti alla base della dieta, ricchi di migliaia di micronutrienti, antiossidanti, vitamine, minerali e fibre che lavorano in
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La Dieta Mediterranea
La Dieta Mediterranea da tempo considerata legittimamente una delle diete pi salutari al mondo. Sempre pi ricerche mostrano che il consumo di una dieta ricca di vegetali e grassi salutari positiva per il nostro organismo. Gli studi indicano che seguire la Dieta Mediterranea ci protegge da: sviluppo di cardiopatie, sindrome metabolica, alcune forme di cancro, obesit, diabete di tipo 2, demenza, morbo di Alzheimer e ci permette di vivere pi a lungo. Gli effetti salutari della Dieta Mediterranea sono stati studiati a fondo

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sinergia per proteggerci da patologie croniche. La maggior parte dei cibi contemplati dal regime alimentare, sono freschi e di stagione e non sono alimenti lavorati. I metodi di preparazione tendono ad essere semplici e raramente prevedono la frittura. In questa dieta rientrano solo piccole quantit di grassi saturi, sodio, dolci e carne. Lo stile di vita mediterraneo include anche cene piacevoli ed una regolare attivit fisica, che costituiscono una parte importante del regime. Lolio di oliva lelemento principalmente associato alla Dieta Mediterranea. Non si tratta di un olio di oliva qualsiasi, ma di quello extra vergine. Potrebbero non essere tanto i grassi monoinsaturi ad offrire i benefici salutari, quanto i fitochimici e i composti presenti nellolio extra vergine di oliva stesso. Da molto tempo, la Dieta Mediterranea associata a un minore rischio di cardiopatie. Studi rivelano che questa dieta svolge effetti positivi sui fattori di rischio di patologie cardiovascolari, incluso colesterolo totale, colesterolo LDL, colesterolo HDL, trigliceridi, pressione sanguigna e livelli di zuccheri nel sangue. Nel Marzo 2011, inoltre, lanalisi di 50 studi ha stabilito un legame fra la Dieta Mediterranea e la riduzione delle probabilit di sindrome metabolica, che rappresenta un insieme di fattori di rischio (ipertensione, elevati livelli di zuccheri nel sangue, livelli di colesterolo scorretti e grasso addominale) per le cardiopatie, il diabete e l'ictus. Altri studi indicano che, insieme al mantenimento di un salutare peso corporeo, una delle pi efficaci strategie per ridurre il rischio di diabete, consiste nel seguire la Dieta Mediterranea, tipicamente ricca di vegetali, ridurre il consumo di carne rossa e carne in genere, i prodotti caseari ad alto contenuto di grassi e grano tenero ed includere una quantit moderata di alcol (principalmente vino rosso). Oltre a tutti gli altri benefici salutari, vi un vantaggio in termini di peso. La ricerca chiara: essere fisicamente attivi e seguire una nutrizione corretta fatta principalmente di prodotti freschi che saziano e soddisfano il palato, pu aiutare le persone a dimagrire. Le famiglie che consumano i pasti insieme tendono ad essere pi serene, mangiano alimenti pi nutrienti ed insegnano ai figli a compiere scelte nutrizionali migliori. Uno studio pubblicato nellAppetite ha evidenziato che i giovani che passano alla Dieta Mediterranea manifestano
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miglioramenti in termini di efficienza, prontezza e felicit. Concentrarsi sui cibi salutari pi adatti per noi, e non solo nutrienti, il modo migliore per aiutare le famiglie a seguire diete pi sane, riducendo cos il rischio di patologie croniche. I bambini che imparano fin da piccoli a mangiare un'ampia gamma di alimenti, hanno pi probabilit di rispettare e seguire un regime alimentare salutare nel corso della loro vita. La vasta scelta infatti, permette di attenersi alla dieta con maggiore facilit, anche per i soggetti pi esigenti. Gli esperti di nutrizione riconoscono la Dieta Mediterranea come un piano alimentare di primordine. Il U.S. News and World Report posiziona la Dieta Mediterranea al secondo posto dopo la dieta DASH, individuata come migliore in assoluto. Le Dietary Guidelines 2010 utilizzano un modello di Dieta Mediterranea nella progettazione del My Plate Model del governo statunitense che incoraggia gli americani a consumare cibi pi nutrienti, in particolare vegetali e meno prodotti animali. In questo caso la Dieta Mediterranea vince su tutte le altre. Perci uno dei programmi alimentari da promuovere e favorire. Si tratta di un regime delizioso, assolutamente godibile, e rappresenta esattamente ci di cui il nostro corpo ha bisogno per restare in salute. La Dieta Mediterranea considerata un modello per una salute ideale. La ricerca tutt'oggi dimostra che questa dieta, che si basa su cibi salutari e attivit fisica, la ricetta per una vita sana e lunga. un piano alimentare eccellente e facile da seguire, flessibile e ottimale.

La Dieta dell'Indice Glicemico


La dieta fondata sull'Indice Glicemico, o dieta IG classifica i cibi, a base di carboidrati, in relazione allincremento dei livelli di zucchero che provocano nel sangue di ogni persona. In origine, sviluppato come uno strumento per aiutare i diabetici a controllare gli zuccheri nel sangue, l'indice glicemico si fatto strada anche nellambito del dimagrimento. L'indice glicemico costituisce il principio di molte diete famose, come la Dieta SouthBeach e la Dieta Montignac. Pi specificatamente, l'indice glicemico (IG) misura quanto una porzione di 50 grammi di carboidrati aumenta i livelli di zuccheri nel sangue di una persona. In teoria, tutti i carboidrati vengono trasformati in zucchero e causano un temporaneo innalzamento dei livelli di glucosio,
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cosa che comporta la cosiddetta risposta glicemica. Questa risposta influenzata da diversi fattori, fra cui la quantit di cibo, la quantit e il tipo di carboidrati, il metodo di cottura, il grado di lavorazione ed altro. Ad ogni alimento viene assegnato un numero da 1 a 100. E 100 il punteggio di riferimento per il glucosio puro. I cibi sono valutati nella graduatoria come elevati (se hanno pi di 70 punti), bassi (con meno di 55) o moderati (tra 56 e 69). La popolarit di questa dieta stata alimentata dallasserzione che i cibi a basso indice glicemico possono aiutare a controllare lappetito e il peso oltre a essere utili per le persone colpite da diabete. Lidea che i cibi a basso indice glicemico vengano assorbiti pi lentamente e diano un senso di saziet pi prolungato, evitando cos le abbuffate. Le persone che seguono la dieta, sono quindi incoraggiate a consumare carboidrati con basso indice glicemico, che tendono ad essere (ma non lo sono necessariamente) pi salutari, ricchi di nutrienti, meno lavorati e con pi fibre. Di contro, i cibi ad alto indice glicemico, scatenano un aumento degli zuccheri nel sangue, seguito da una serie di variazioni ormonali che mediamente fanno sentire la fame a distanza di poco tempo in quanto sono metabolizzati pi in fretta dei cibi a basso indice glicemico. Gli aumenti improvvisi degli zuccheri nel sangue degli alimenti ad alto indice glicemico sono problematici soprattutto per le persone affette da diabete. Il loro organismo, infatti, ha difficolt nel regolare gli zuccheri. La teoria principe di questa dieta e che ne ha favorito la diffusione, la seguente: se essa funziona nellaiutare a controllare il livello degli zuccheri nelle persone diabetiche, allora funziona anche per il controllo del peso. Poich la dieta strutturata sull'indice glicemico un approccio alla perdita di peso piuttosto che un piano specifico, le linee guida riguardanti i grassi, le proteine, lalcol, il mantenimento del peso e lattivit fisica, variano a seconda del piano. La maggior parte delle diete che contemplano la misurazione dell'indice glicemico, suggeriscono inoltre lo svolgimento di una regolare attivit fisica, nonch un consumo moderato di proteine magre e grassi salutari. Il mantra della dieta fondata sull'indice glicemico la qualit dei carboidrati, non la quantit. Il concetto base di saziarsi attraverso una moltitudine di carboidrati intelligenti a basso indice glicemico cereali integrali, frutta fresca, verdura e legumi insieme a proteine magre e grassi salutari.
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Occorre quindi evitare gli alimenti ad alto indice glicemico, che tendono ad essere fatti con farina bianca e/o sono molto lavorati. Detto questo, possibile cadere in confusione quando si valuta il punteggio di indice glicemico di alcuni cibi come carote, che vanno da 16 a 92, o nel caso dello zucchero o dei dolci che possono avere un punteggio inferiore alle patate! La verit che un basso punteggio di indice glicemico non una garanzia di cibo salutare. I cibi a basso indice glicemico includono barrette dolci e patatine fritte (IG 54). Il buon senso dovrebbe far comprendere alle persone a dieta che questi non sono componenti salutari per dimagrire. Allo stesso modo, vi sono cibi ad alto indice glicemico nutrienti, come il granoturco, patate al forno e succhi di frutta, che possono certamente rientrare in un programma alimentare sano. Le diete che fanno capo all'indice glicemico sono divenute un popolare mezzo per perdere peso, basato in parte sull'idea che i cibi ad alto indice glicemico incrementano il livello di zuccheri nel sangue. Questo processo genera un'eccessiva secrezione di insulina da parte del corpo, conducendo allimmagazzinamento dei grassi. Ci nonostante, tra i nutrizionisti in corso un vivace dibattito sul valore dell'indice glicemico nellambito del dimagrimento. Uno dei motivi per cui l'indice glicemico oggetto di controversie la variabilit di punteggio assegnato alla stessa tipologia di cibo, che pu risultare alterata da numerosi fattori che vanno dalla maturazione al metodo di cottura. Pi una banana matura e maggiore sar il suo punteggio. La pasta al dente ha un punteggio inferiore rispetto alla pasta cotta. Aggiungi grassi ai cibi e puoi ridurre lIG, oppure, se il prodotto fatto con fruttosio invece del saccarosio o zucchero da tavola, viene assorbito pi lentamente e quindi ottiene una valutazione IG inferiore. La risposta IG ad un dato cibo varia inoltre da persona a persona. Tale punteggio pu addirittura variare nella stessa persona, da un giorno allaltro. difficile definire con certezza l'indice glicemico di un certo alimento, dato che il riso, per esempio, pu andare da 55 ad oltre 100. Non vi sono differenze di classificazione per il riso bianco e quello integrale. O per il pane a base di frumento bianco o integrale, anche se chiaramente quello integrale pi salutare. L'indice glicemico non misura la velocit con cui aumentano i livelli di
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glucosio. Gli studi che confrontano le diete a basso IG con quelle ad alto IG mostrano che i picchi di glucosio avvengono circa negli stessi momenti. Il consumo di pasti a basso IG possono ridurre la fame. Hanno inoltre scoperto che le diete a basso IG sembrano essere pi efficienti nelle persone il cui corpo rilascia pi insulina. Questi soggetti tendono ad avere una forma a mela, ovvero accumulano grasso sul punto vita, rispetto a quelli con forma a pera, cio che presentano grasso nella parte inferiore del corpo. A prescindere dalla forma, una dieta a basso indice glicemico pu essere salutare per il cuore: riscontrando miglioramenti dei livelli di trigliceridi e del colesterolo HDL. Ludwig, fondatore dellOptimal Weight for Life program (OWL) presso il Children's Hospital di Boston, afferma che molti bambini e famiglie hanno tratto benefici dal suo piano a basso IG di 9 settimane per il dimagrimento. Molte altre persone hanno sperimentato con successo altri piani alimentari a basso IG. Spesso si critica questo regime alimentare sostenendo che la riduzione dellappetito, derivante da diete basate sull'indice glicemico, potrebbe scaturire dal fatto che molti cibi con basso punteggio di IG, sono anche ricchi di fibre che aiutano a saziare lappetito. Riuscire a calare di peso nel lungo periodo un concetto pi complesso della scelta di carboidrati a basso indice glicemico. Ci che in realt conta ai fini del dimagrimento la qualit di quello che mangiamo e lattivit fisica. Secondo alcuni esperti, l'indice glicemico solo un nuovo espediente pubblicitario. Ma se questi espedienti possono aiutare le persone ad approcciarsi ad una dieta pi salutare, allora ben vengano! La presa in considerazione dei punteggi IG pu aiutare alcune persone a controllare le calorie ingerite. E questo aspetto costituisce sicuramente lessenza per un piano dimagrante di successo. La dieta basata sull'indice glicemico ha connotazioni positive per quanto concerne la scelta di carboidrati salutari, ricchi di fibre, integrali, naturali, meno lavorati e che aiutano a sentirsi sazi riducendo le calorie. Quando si parla di controllo del peso, non c una risposta semplice e univoca e nessun approccio funziona per tutte le persone. La dieta giusta per ciascuno di noi quella che si riesce a seguire nel lungo periodo.
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Sebbene le ricerche relative all'indice glicemico siano molto numerose, i risultati sono eterogenei. Ulteriori studi sono necessari per ottenere un consenso sullefficacia dell'indice glicemico come riferimento per un programma di dimagrimento a lungo termine. I sostenitori di questa dieta, affermano che alimentarsi secondo questo regime significherebbe nutrirsi in modo biologicamente adatto al nostro organismo, con un corretto equilibrio di nutrienti, che promuoverebbe la salute e ridurrebbe lincidenza di patologie croniche. "Le sperimentazioni cliniche hanno mostrato che la dieta paleolitica ottimale per ridurre il rischio di patologie cardiovascolari, alterazioni della pressione sanguigna e di fenomeni infiammatori. Aiuta inoltre a dimagrire, a ridurre le imperfezioni della pelle, favorisce una salute ottimale e migliora la prestazione atletica." Queste, ed altre, sono le principali argomentazioni contenute in numerosi documenti e libri, nonch siti web, proposte dai sostenitori della Paleodieta. Tali fautori ritengono che lodierna dieta occidentale sia responsabile dei livelli epidemici di obesit, cardiopatie, diabete ed altre patologie. La dieta Paleolitica o Paleodieta, non comunque priva di controversie. Alcuni esperti nutrizionisti asseriscono che gli esseri umani si sarebbero adattati ad una dieta pi ampia che include cereali integrali, prodotti caseari e legumi. Altri invece, mettono in discussione la logica evolutiva della
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La Dieta Paleolitica
Quasi tutti i giorni la scienza nutrizionale compie nuove scoperte sulla nostra alimentazione. Per esempio alcuni esperti, in questi ultimi mesi, affermano che per stare bene ci basterebbe seguire il regime alimentare dei nostri antenati dellera paleolitica. La dieta paleolitica, nota anche come dieta dell'uomo delle caverne (o Paleodieta), consiste in un piano alimentare fondato sul consumo di vegetali e animali selvatici, similmente a quanto facevano presumibilmente gli uomini delle caverne circa 10.000 anni fa. Ma perch tornare indietro cos tanto nel tempo e mangiare in questo modo? Il concetto di fondo che il nostro organismo sarebbe geneticamente programmato per mangiare come i nostri antenati del paleolitico perch mal tollererebbe gli alimenti frutto dell'agricoltura o della lavorazione da parte dell'uomo.

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dieta stessa. Anche se cerali e prodotti caseari sembrano essere salutari, il nostro genoma non si davvero adeguato a questi alimenti, che possono essere causa di infiammazione a livello cellulare e favorire linsorgenza di patologie. La dieta si basa sui cibi che possono essere reperiti attraverso la caccia, la pesca e la raccolta nellera Paleolitica: carne, pesce, crostacei, uova, noci, vegetali, radici, frutta e bacche. Detto questo, non possibile evidentemente seguire alla lettera la dieta paleolitica, poich manca il contesto selvatico. Infatti la maggior parte dei vegetali oggi sono coltivati e non crescono spontaneamente, mentre le carni vengono allevate. Tutto quello che si pu fare, quindi, seguire una versione moderna della dieta originale, che priva di glutine e include carne magra, viscere, pesce, pollame, uova, verdura, frutta e noci. Si tratta quindi di una vasta gamma di cibi. In questo contesto dietetico non si usano prodotti caseari, cereali, zucchero, legumi, patate, oli lavorati e qualsiasi altro cibo apparso solo dopo gli inizi dellagricoltura. La Paleodieta non prevede sale e bevande differenti dallacqua. Per soddisfare il palato si pu, invece, ricorrere al miele grezzo o allo zucchero della palma della noce di cocco, ma solo in quantit limitate. Alcune versioni pi rigide di questo piano alimentare incoraggiano il digiuno, il consumo di cibi grezzi e leliminazione di alcune verdure come pomodori e melanzane. Altre versioni permettono una certa flessibilit, come laggiunta di oli lavorati quali l'olio di oliva e l'olio di semi di lino. Sono raccomandati il consumo di vegetali organici, pesce e carni selvatiche, in quanto pi simili alla qualit nutrizionale dei cibi dei nostri antenati. Riassumendo, coloro che sostengono la Paleodieta affermano che le persone sono geneticamente programmate per mangiare come facevano gli uomini delle caverne prima dellavvento dellagricoltura. Ritengono inoltre, che questa alimentazione sia un modo efficace per ridurre la vertiginosa crescita dei casi di obesit, diabete, cardiopatie ed altre condizioni croniche che affliggono oggi la popolazione occidentale. Tutto questo perch una dieta ricca di
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proteine magre e vegetali, apporta fibre, proteine e nutrienti che lavorano in sinergia per controllare il livello di zuccheri nel sangue, prevenendo il diabete di tipo 2 ed il sovrappeso. Non necessario seguire sempre questo canone. Mangiare come i nostri antenati l80% delle volte, offrirebbe gi benefici salutari. Il programma incoraggia, inoltre, le persone a condurre regolarmente uno stile di vita dinamico. I nostri antenati, infatti, dovendo procacciarsi cibo, acqua e riparo, conducevano obbligatoriamente una vita molto attiva. Gli esperti nutrizionisti sostengono da anni la necessit di rispettare una dieta semplice, basata su cibi integrali, carni magre, frutta, verdura, meno zuccheri, minor quantit di sodio e di cibi lavorati. Di solito per, prevedono anche il consumo di prodotti caseari a basso contenuto di grassi, legumi e cereali integrali. Ci in ragione soprattutto delle evidenze scientifiche che sottolineano limportante ruolo svolto da questi alimenti nellambito di una dieta ben equilibrata. Le persone che seguono diete ricche di cereali integrali, fagioli e prodotti caseari a basso contenuto di grassi, tendono ad essere pi in forma perch questi cibi sono molto nutrienti. E le ricerche scientifiche sui benefici salutari delle diete che non escludono tali alimenti sono numerose, concordano gli esperti. La American Dietetic Association afferma: La dieta ha molti aspetti interessanti. Ma alcuni limiti la rendono una di quelle diete che le persone iniziano ma non riescono a mantenere e rispettare nel tempo. Questa cosa determinata da una serie di ragioni, fra cui la mancanza di variet dei cibi, il costo, e le potenziali inadeguatezze nutrizionali, dovute alleliminazione di alcuni gruppi di alimenti. Una dieta fondata su cibi freschi e non lavorati il principio base della maggior parte delle raccomandazioni per una dieta salutare. Gli stessi suggerimenti per, contemplano anche cereali integrali, prodotti caseari a basso contenuto di grassi e legumi. Linserimento di questi gruppi di alimenti nella dieta aiuta a soddisfare le necessit nutritive e contribuisce a formare un programma alimentare ben equilibrato. I requisiti alimentari possono essere appagati anche senza questi cibi, ma ci richiede un'integrazione e un'attenta pianificazione.
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In generale, raccomandabile una integrazione con calcio e vitamina D, se si decidesse di seguire questo indirizzo. Leliminazione dei cereali, dei prodotti caseari, dei cibi lavorati, dello zucchero e di altri alimenti, molto probabilmente far dimagrire, ma ripromettersi questo piano nel lungo periodo, data la sua severit, potrebbe essere davvero difficile.

La Dieta Macrobiotica
La dieta macrobiotica non semplicemente un programma di dimagrimento. La dieta macrobiotica uno stile di vita. Se lidea di mangiare cibi naturali, biologici, prevalentemente vegetariani (con un po di pesce) ti attrae e nella vita quotidiana e nella scelta dei cibi, abbracci la filosofia Zen, la dieta macrobiotica allora pu fare al caso tuo. Originaria del Giappone, la base della dieta macrobiotica comprende dogmi di Buddhismo Zen integrati con una dieta vegetariana di stile occidentale. Lungi dallessere una mera lista di cibi raccomandati, essa si fonda sulla spiritualit che trascende lo stile di vita, le attitudini e le pratiche in fatto di diete. Il termine macrobiotico deriva dal greco e sostanzialmente significa lunga vita o grande vita.

Il regime dietetico macrobiotico sostiene la filosofia orientale dellequilibrio dei cibi al fine di ottenere un'armonia tra yin e yang. Per raggiungere questo equilibrio, i cibi sono accostati sulla base delle loro caratteristiche in termini di acidit, asprezza, salinit, dolcezza e amarezza. I cibi yin sono freschi, dolci e delicati, mentre i cibi yang sono caldi, salati e dal gusto deciso. Alcuni alimenti sono proibiti in quanto contengono tossine o si collocano ai margini dello spettro, rendendo complesso il raggiungimento ed il rispetto dellequilibrio Zen. Le versioni pi recenti della dieta macrobiotica includono diverse fasi che diventano sempre pi restrittive e culminano in un'alimentazione a base di riso marrone ed acqua, considerata il massimo dell'armonia tra yin e yang. Oggi, la versione americanizzata consiste in un piano vegetariano modificato. Sebbene non scientificamente provata, la dieta macrobiotica a base di cibi integrali e nutrienti, pu proteggere da alcune forme di cancro e da alcune patologie croniche. I fedeli della dieta macrobiotica prediligono alimenti naturali, coltivati localmente, preparati e consumati in modo tradizionale, come per esempio in forno, al vapore o bolliti. Molti cereali, verdure, fagioli, soia fermentata e zuppe integrati con
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piccole quantit di pesce, noci, semi e frutta costituiscono la base del menu macrobiotico. Altri prodotti naturali, tuttavia, possono essere integrati per soddisfare le necessit individuali o durante un periodo di transizione dietetico. Essenzialmente si tratta di un piano flexitariano, ovvero di una dieta prevalentemente vegetariana che per, occasionalmente, ammette il consumo di carne o pesce. Un programma dotato per di norme che disciplinano il consumo, la cottura e gli stili di vita, come per esempio il rispetto di un pasto mangiato lentamente e una corretta ed attenta masticazione dei cibi. Gli alimenti dovrebbero essere per lo pi consumati rispettando il loro stato naturale e quindi i cibi lavorati non sono raccomandati. Fra i cibi che non possono rientrare in questo regime ricordiamo le carni grasse, gran parte dei prodotti caseari, gli zuccheri, il caff, il t provvisto di teina, le bevande stimolanti, l'alcol, il cioccolato, le farine raffinate, le spezie piccanti, le sostanze chimiche e conservanti, il pollame, le patate e le zucchine. La dieta permette invece di consumare alcune qualit di frutta e verdura come pomodori, melanzane e peperoni in quantit limitate. I cibi banditi sono quelli considerati estremi, sovrastimolanti o troppo concentrati e quindi non in grado di permettere raggiungimento dellequilibrio. il

Gli integratori vitaminici e minerali non sono ben visti, sebbene fondamentali per il raggiungimento dellequilibrio nutrizionale. quindi consigliabile, se si desidera optare per questo regime nutritivo, consultare un dietologo professionista che aiuti a raggiungere lequilibrio yin-yang senza compromettere la qualit nutrizionale del programma alimentare. In caso contrario infatti, ci si potrebbe imbattere in carenze nutrizionali. Ecco i cibi, con le relative dosi in percentuale, indicati da questo stile di vita:

Cereali integrali, soprattutto riso marrone: 50%-60%. Verdure e alghe: 25%-30% Fagioli: 5%-10%. Pesce, noci, semi, frutta e zuppa di miso: 5%-20%. Zuppa, fatta con gli ingredienti di cui sopra, in dosi da 1 o 2 tazze al giorno.

Coloro che praticano la dieta macrobiotica credono che il cibo e la qualit del cibo, abbiano un impatto sulla salute, sulla felicit e sul benessere. Il consumo di cibi naturali pi vicini alla terra e quindi meno lavorati, positivo per il corpo e la mente. Uno degli obiettivi quello di
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diventare pi sensibili nei confronti del cibo che si ingerisce e nel modo in cui esso influenza la nostra vita. Pertanto questa consapevolezza stimoler la nostra vita e la nostra salute. Quello che mangi pu essere modificato dai seguenti fattori: Stagione Clima Attivit Et Sesso Salute e altri fattori personali alimentare, infatti, rischiamo di causare carenze determinanti per la nostra salute. La dieta macrobiotica si concentra sui cibi tipicamente mancanti nella maggior parte delle diete. Il maggiore consumo di pi cibi naturali, cereali integrali, verdura e fagioli pu essere un fattore positivo per gran parte delle persone. L'elezione di questo regime, tuttavia, pu rivelarsi pi complesso di quanto sembri, perch richiede modifiche allo stile di vita. Se ti interessa provare la dieta macrobiotica, inizia gradualmente. In primo luogo prova a integrare alcuni concetti di base, come il consumo di alimenti meno lavorati, poi continua aggiungendo i cereali integrali e cos via. Ladozione della dieta macrobiotica richiede forte dedizione e impegno verso uno stile di vita molto pi grande del tuo programma alimentare abituale.

Una dieta macrobiotica ben gestita pu essere sana dal punto di vista nutrizionale. La dieta macrobiotica un regime a basso contenuto di grassi e ricco di fibre. In ragione di tutti i prodotti a base di soia che essa prevede, questa dieta anche ricca di fitoestrogeni, che possono ridurre il rischio di forme di cancro correlate agli estrogeni, come per esempio il cancro al seno. I nutrizionisti apprezzano laccento posto sui cibi salutari a basso contenuto di grassi e ricchi di fibre, ma ne riconoscono anche le potenziali lacune nutrizionali. I nutrienti che suscitano preoccupazione, sono in particolare la Vitamina D e la vitamina B12, il ferro, le proteine e il calcio. Sono sostanze che possono essere carenti se non si presta attenzione. Ogni volta che eliminiamo un gruppo

La Dieta Ormonale
Oggi tutti parlano di ormoni ma non sempre in relazione al dimagrimento, almeno finora. La Dieta Ormonale consiste in un programma in 3 fasi progettato per equilibrare gli ormoni, migliorare la salute e le abitudini alimentari. In sostanza generare un dimagrimento sia per le donne sia per gli uomini.
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Il bilanciamento dei livelli di ormoni il segreto per dimagrire, per dormire, per sentirsi pi attivi, privi di stress e pi sereni. Il programma di sei settimane in tre fasi della Dieta Ormonale, inizia con una fase di due settimane di detossificazione in cui vengono eliminati i cibi maggiormente in grado di scatenare allergie, reazioni allergiche o emicrania. Nelle prime due settimane puoi aspettarti di perdere da 1,8 a 5,5 kg circa. Ci include la perdita di fluidi. Nelle settimane seguenti, la perdita di peso sar di circa 0,9 kg a settimana, in ottemperanza con le linee guida per il corretto dimagrimento. La fase due raccomanda di reintegrare lentamente i cibi ed osservare i segni di tolleranza. Infine, nella fase 3, si prevedono esercizi di yoga, di attivit cardiovascolare e di sforzo al fine di ottenere forza, vigore e un equilibrio emotivo. Uno studio pubblicato a novembre sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism mostra che i livelli di ormoni che stimolano lappetito prima della dieta possono presagire un riacquisto di peso dopo la dieta. Ci malgrado, la Dieta Ormonale va ben oltre lappetito, la fame e gli ormoni che stimolano lappetito, e suggerisce che lintero sistema endocrino influenza il nostro peso.

Secondo Natasha Turner, fondatrice della Dieta Ormonale, la perdita di peso direttamente associata a tutti gli ormoni del nostro corpo. Gli ormoni governano ogni aspetto del dimagrimento, dagli attacchi di fame al modo in cui bruciamo le calorie e immagazziniamo i grassi, eppure l80%-90% degli adulti soffre di squilibri ormonali, enuncia Turner. Altri nutrizionisti sostengono che questa non assolutamente una dichiarazione credibile e non nemmeno scientificamente comprovabile poich gli ormoni sono sempre in uno stato di flusso dinamico. Il fatto poi di affermare che il peso correlato agli ormoni e che la maggior parte degli adulti soffre di squilibri ormonali privo di significato. La dieta ormonale promuove una dieta naturale, preferibilmente biologica, che si basa su cibi privi di conservanti e non lavorati. I cibi ammessi nella fase detossificante sono i cereali privi di glutine, le verdure, ad eccezione del mais. La frutta accettata, compresa quella in scatola o essiccata, ad eccezione degli agrumi. Promossi anche semi, noci, pesce, carne, feta o formaggio di capra, olive, avocado, semi di lino e olio di canola, uova, latte vegetale e prodotti a base di soia. Questo tutto.
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Turner raccomanda anche luso di integratori, fra cui gli integratori probiotici, formule detergenti a base di erbe, formule per la pulizia dellintestino con fibre e oli di pesce omega 3 durante la fase detossificante. Dopo la fase detossificante, si procede con la fase due, ovvero lapproccio glyci-med che consiste nel mangiare i cibi giusti, al momento giusto e nellevitare una serie di alimenti che ostacolano gli ormoni, che la Turner identifica nelle noccioline, sciroppo di mais ad elevato contenuto di fruttosio, grandi pesci ricchi di mercurio, salmone di allevamento, uve, datteri, carni non biologiche e caff non biologico. I cibi vietati nella fase due includono gli zuccheri raffinati, i cereali raffinati, i grassi trans, le carni lavorate, i grassi eccessivamente saturi, cibi con nitriti e la maggior parte dei dolcificanti artificiali. Il programma richiede lintegrazione con compresse come: integratori multivitaminici, vitamina D, antiossidanti di base, calcio e magnesio e un isolato proteico del siero di latte. Si raccomanda inoltre di bere molta acqua, almeno otto bicchieri al giorno. Le regole sono semplici: se mangi i cibi giusti al momento giusto (circa ogni 3-4 ore) ed eviti i cibi che ostacolano gli ormoni, riuscirai a bilanciare i livelli ormonali e a dimagrire. Un test di autovalutazione pu esserti utile per "scoprire" gli ormoni i cui livelli non sono corretti e il modo attraverso il quale puoi ripristinarli attraverso modificazioni della dieta, integratori, riduzione dello stress, sonno ed altri comportamenti quotidiani. Gli esperti di nutrizione hanno dibattuto diversi aspetti della Dieta Ormonale. I lati positivi di questo regime sono lattenzione riposta nei confronti del sonno, della riduzione dello stress, dellattivit e della sana alimentazione. Il primo cartellino rosso per viene dato alla grande quantit di integratori riportati nel libro che potrebbe essere pericolosa e per di pi senza linserimento di linee guida che permettano di monitorare le interazioni con le medicine. La detossificazione un approccio dietetico molto conosciuto. Ci malgrado, gli esperti sottolineano che se si ha un fegato sano, la detossificazione non necessaria. Tutte le persone che svolgono un'adeguata attivit fisica potrebbero rilevare che l'insieme prevede troppi pochi carboidrati dai quali poter ricavare energia. In sintesi e per concludere: troppo complessa e piena di forzature.
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nello sfornare novit presentandole spesso, e a torto, come panacea per tutti i mali. Il primo passo, quindi, rimane quello di partire dal determinare quante calorie necessario assumere giornalmente a seconda degli obiettivi che si vogliono raggiungere. Dopo, e solo dopo, bene sperimentare il proprio organismo e valutare di volta in volta come questo risponde a un regime mediterraneo (60% di carboidrati). Se effettivamente non si vedono grandi risultati, allora il caso di dare una sferzata al proprio metabolismo riducendo le quantit di carboidrati e, ovviamente, aumentando le proteine. Giocando in questa maniera, si giunge a quello specifico equilibrio personalizzato tra carboidrati, grassi e proteine che in grado di assicurare il corretto bilanciamento ormonale e un dimagrimento facile, senza rinunce, naturale e in perfetta salute.

Conclusioni
Sebbene il vincolo calorico sia fondamentale per la riuscita di un qualsiasi programma dietetico, non deve trasformarsi nell'aspetto alimentare pi importante. Cos come sembra essere limitante porre lattenzione sui carboidrati, come vorrebbero la maggior parte delle ultimissime diete. La restrizione calorica solo una caratteristica della dieta. Di fatto, un regime alimentare sano ed equilibrato deve tener conto di molti altri parametri, ben pi rilevanti del semplice controllo delle calorie. E questo vale anche per l'assoluta ed eccessiva importanza assegnata in talune occasioni alle proteine o nel caso venga prescritto di eliminare completamente i carboidrati. Tutti aspetti, di volta in volta, presi come unica bandiera da seguire indicati nei nuovi regimi dietetici per fini commerciali. Insomma, quello che conta, per ottenere dei risultati che vadano anche in direzione della salute, considerare un insieme di fattori che partano dalla situazione del singolo caso. Di contro, la necessit dell'industria quella di vendere. Non per niente si ingegna

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