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DI GANGI G., c.s.

/e, Decorazioni in stucco della Calabria normanna, in Alle radici della civilt mediterranea ed europea: i Normanni nello Stretto, a cura di G. Bacci, catalogo della mostra, Lipari settembre-ottobre 2002, Messina GIORGIO DI GANGI (UNIVERSIT DI TORINO) *

DECORAZIONI IN STUCCO DELLA CALABRIA NORMANNA

Senza dubbio, uno dei ritrovamenti pi sorprendenti concernenti l'et normanna quello relativo a circa 200 frammenti di stucco, datati tra la fine dell'XI e la prima met del XII secolo, rinvenuti scavi stratigrafici effettuati a Gerace, sia nell'edificio chiesastico di S.ta Maria del Mastro - dove erano stati reimpiegati come materiale di recupero o di alleggerimento per i voltini degli ossari quattrocenteschi che avevano obliterato la chiesa fondata nel 1083-10841 - sia nella chiesa dell'Annunziatella, a ridosso della base di un ciborio in fase con un'iconostasi in gesso, datati anchessi al periodo normanno2. A questi reperti possibile associare gli elementi in stucco rinvenuti a Terreti, presso l abbazia di S. Maria, databili intorno alla met del XII secolo. La produzioni in stucco stata variamente trattata nella storiografia3, considerando anche che l'impiego di questo materiale nella decorazione architettonica della Calabria normanna "..non fu tanto una scelta alternativa e sostitutiva di pi nobili materiali marmorei, bens una scelta elettiva..."4, alla luce anche di un possibile apporto di artigiani arabi che avrebbero partecipato alle opere di costruzione e di decorazione architettonica, come ad esempio attestato per la Sicilia, in virt del noto atteggiamento normanno di utilizzare appieno le polivalenze artistiche, considerando tale azione come utile strumento di governo. Essenziale, nello sviluppo della ricerca recente, quindi l'approccio integrato di queste tematiche, al fine di meglio comprendere come le appropriazioni di determinati temi artistici si siano realizzate nel contesto della Calabria normanna: appropriazioni che, aldil del problema della loro committenza specifica, affondano le loro radici nel contesto storico, nell'irradiazione di vari temi iconografici tramite i commerci di stoffe ed oggetti, nell'utilizzo di determinate tecniche e forme decorative introdotte probabilmente da manodopera non locale o perlomeno di tnia non indigena: causalit realizzatesi anche in seguito al crearsi di particolari situazioni storico-politiche - quali ad esempio un'economia maggiormente indirizzata alla Sicilia o la presenza attiva della corte normanna in alcuni centri calabresi - e quindi sintomatiche di determinati processi creativi; stimolate, anche, da quel "..mercato dell'arte del Mediterraneo.."5 che a vario titolo contribuiva alla diffusione di temi e motivi ornamentali. Sono molti gli schemi decorativi riconosciuti, dei quali si ampiamente riferito: essi hanno fornito lo spunto per un pi ampio studio di sintesi relativo alle problematiche storiche, insediative ed artistiche dell'et normanna in Calabria.
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* Desidero rigraziare la dott.ssa E. Lattanzi ed il dott. C. Sabbione, della Soprintendenza Archeologica della Calabria, per aver sempre sostenuto la mia ricerca sui materiali calabresi. A Di Gangi-Lebole-Sabbione 1993, pp. 453-498. Lebole 1998, pp. 555-572 3 Vd. diffusamente Di Gangi 1995, p. 98, nota 3; Di Gangi 2001/a. In generale, sugli stucchi in oggetto, vd. anche DI GANGI 1991; DI GANGI 1994; DI GANGI 1998/a; DI GANGI 2001/b; DI GANGI c.s../a; DI GANGI-LEBOLE 1999; DI GANGI-LEBOLE 2002 4 Barsanti 1989, p. 351 5 Scerrato 1994, p. 346.
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In specifico, lo studio degli stucchi rinvenuti a Gerace ed a Terreti apre nuove prospettive di ricerca sulla cultura figurativa medievale calabrese, alla luce anche di una prospettiva di indagine che integri il pi possibile i differenti aspetti ad essa correlati (archeologici, storici, economici, artistici). Tra il cospicuo numero di frammenti rinvenuti, emblematico quello geracese che presenta una decorazione composta da due volatili affrontati e retrospicienti: nel fregio, i racemi formano pelte nella quali si trovano alternatamente un motivo zoomorfo (due volatili affrontati retrospicienti con le teste che si sfiorano e le code che si uniscono a formare un unico disegno) ed uno fitomorfo (pine-cone le cui estremit inferiori presentano una caratterizzazione a mezza voluta) che si susseguono senza soluzione di continuit. L' elemento a forma di pigna rovesciata, presente tra i becchi dei volatili, simboleggia l'albero della vita. Il frammento, analogamente alla maggior parte degli altri, stato lavorato a stampo con matrice (lo stucco veniva colato su un'armatura di cannucce); anch'esso fa supporre la presenza di strutture quali iconostasi, ciborii, cancelli. Il motivo dei volatili affrontati e retrospicienti richiama in generale numerosi esempi inerenti al mondo vicino orientale e maghrebino, sempre compresi tra XI e XII sec. d.C., secondo un'iconografia comune nel mondo bizantino ed islamico, dall'Asia centrale all'area mediterranea: nello specifico, per, trova precisi riferimenti all'arte fatimide o ad essa ispirata, relativamente a cassette eburnee, pannelli lignei e piatti ceramici. A proposito di questi ultimi, si pu evidenziare il confronto con un esemplare che presenta una elegante decorazione centrale costituita da due volatili, attualmente conservato al Museo di S. Matteo a Pisa e datato alla fine del XII secolo6. Interessanti sono anche due analogie iconografiche leggermente pi tarde (seconda met del XII secolo), relative la prima all'elemento del portale dell'abbazia di S. Maria e dei Dodici Apostoli di Bagnara Calabra, poi reimpiegato come stelo d'acquasantiera, la seconda a quello erratico probabilmente proveniente dall'abbazia di S. Salvatore a Calanna, non dimenticando di rilevare il ristretto ambito geografico in cui si collocano i centri qui citati e la comune, testimoniata esistenza di interventi normanni. Anche a proposito della figura del leone, che si ritrova in alcuni frammenti rinvenuti sia a Gerace sia a Terreti, possibile fare alcune considerazioni: la sua rappresentazione assume uno specifico significato alla luce della complessa simbologia che compenetra valori ed ideologie politicoculturali dei sovrani Normanni che tale immagine richiama7: penso, ad esempio, alla valenza che esso assume sul manto di re Ruggero, oltre alla presenza dei leoni ornamentali del Parco Reale di Palermo, che ricordano quelli notissimi dell'Alhambra nonch la decorazione dell'abside principale della Cappella Palatina e le figure leonine inserite nei tondi presenti nel Trono Regio a Palermo. In particolare, pensando al motivo presente negli stucchi di Terreti, ricordo quelle inserite nei tondi della decorazione musiva di S. Maria del Patir a Rossano8, che non a caso, secondo la Di Dario Guida, "..denuncia forti accenti di provincia siciliana.." nell'ambito della quale spicca "..una cultura direttamente influenzata dalla corte palermitana.."9: uno stimolante intreccio culturale, ulteriormente sottolineato dalla decorazione in lettere cufiche che affianca la scritta dedicatoria, relativa allabate Blasius10. Possiamo infatti affermare che determinati temi artistici sono profondamente collegati - nell'ambito del loro contesto storico - all'irradiazione di specifici temi decorativi diffusi tramite il commercio di
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Berti 1997, p. 31 Di Gangi -Lebole 1998 ed ibidem bibliografia 8 Di Gangi 1998/b; Di Dario Guida 1984, pp. 76-82, con bibliografia precedente; Zinzi 1988, tav. 96a 9 Di Dario Guida 1984, pp. 76-77. Alla medesima orbita culturale si collega anche la produzione di alcuni frammenti in stucco rinvenuti, sempre a Rossano, alla chiesa della Panaghia. 10 Di Gangi 2001/a e ibidem bibliografia

stoffe e di numerosi altri oggetti; scambi certamente facilitati dai contatti della Calabria con la Sicilia, e quindi, sensu lato, con l'Ifriqiya e con quegli ambienti omayyadi e fatimidi che avevano sviluppato secondo il gusto islamico l'originario e comune prototipo artistico sasanide. Gli esiti determinati dall'incrocio di differenti valenze ed apporti culturali contribuiscono alla crescita di un'Italia meridionale sempre pi profondamente integrata in quella che possiamo definire, in generale, cultura di area mediterranea.

CATALOGO degli IMPASTI


- impasto 1: Colore Munsell: 8/3 7.5 YR Descrizione: impasto di consistenza assai dura composto da sabbia di tipo calcareo e probabilmente da calce. Presenza di microfauna marina ed abbondanti inclusi tra cui carboncini, pietrine di varie dim. (da 1 a 20 mm); parecchi vacui e chamotte. La composizione dell'impasto, cos diferente dagli altri due, sar meglio determinabile solo tramite analisi chimico-fisiche. I frammenti di questo gruppo sono privi dell'intelaiatura di sostegno in canne su cui veniva poi colato lo stucco. La superficie lavorata meno liscia, nonostante le tracce di levigatura. I decori consistono in scene figurate - purtroppo molto abrase - in cui si leggono figure di animali inserite tra racemi. Tali scene sono inquadrate da cornici contenenti elementi fitomorfi; i frammenti sono generalmente pertinenti a formelle rettangolari. -impasto 2: Colore Munsell: 8/2 7.5 pinkish white Descrizione: impasto di tipo tenero, leggermente rosato, con bassa presenza di inclusi, apparente- mente poco "sabbioso". Pochi vacui, chamotte. Possibile presenza di gesso, determinabile con certezza solo con analisi chimico-fisiche. In tutti i frammenti di questo gruppo sono presenti armature in canne. Le superfici, lisciate e dipinte, risultano pi accurate di quelle del gruppo precedente. Al gruppo appartengono tutti i fregi con decori zoomorfi inseriti in tondi o pelte e lavorati a rilievo poco aggettante, e quelli con uccelli affrontati e retrospicienti inseriti tra racemi intrecciantisi di gusto islamico, lavorati con rilievo leggermente pi profondo. -impasto 3: Colore Munsell: non esistente (si tratta di un bianco assai puro) Impasto fine, tenero, puro e bianco, con scarsi vacui e pochissimi inclusi. Assenza di chamotte. Molto probabile una forte presenza di gesso, determinabile solo con analisi chimico-fisiche.

Giorgio Di Gangi
CATALOGO dei FRAMMENTI (per numerare le figure, attendo di sapere dal dott. Sabbione cosa verr inviato da Reggio!)
US 34, N. Inv. 55776, (fig. ); Gerace, S.Maria del Mastro; la 16,1; h 19,0; >< 8,3; profondit stampo 1,45 cm; impasto 2; destin. funzionale: prob. pilastrino - La decorazione di questo frammento costituita da un motivo geometrico di segmenti con scanalatura centrale che intrecciandosi tra loro creano delle losanghe. Tra di esse sono inserite serie di palmette la cui foglietta centrale direttamente realizzata con l'innesto della losanga. Le palmette sono disposte secondo un disegno ripetitivo: ad una palmetta centrale corrispondono, distanziate dal motivo geometrico, due mezze palmette laterali. La parte di cornice fortemente abrasa mentre vi sono segni di giunzione con un elemento arcuato. Visibili tracce di armatura in canne. Fine XI-prima met del XII secolo. Per i numerosi confronti, cfr. la bibliografia in Di Gangi 1995 e Di Gangi 2001/a US 25, N. Inv. 55679, (fig. ); Gerace, S.Maria del Mastro; la 13,0; h 24,0;>< 5,2; profondit stampo 0,60 cm; impasto 2; destin. funzionale: fregio decorativo - I frammenti appartenenti a questa tipologia decorativa sono tra i pi significativi. Nella decorazione racemi intrecciantisi formano delle 'pelte'; i racemi sono scanalati al centro, e tra una pelta e l'altra si intersecano creando un intreccio composto da una V dritta ed una rovesciata - all'interno della V dritta - in prossimit del vertice di quest'ultima;

entrambe hanno spigoli arrotondati. Nelle 'pelte' si trovano alternatamente un motivo zoomorfo ed uno fitomorfo, che si susseguono senza soluzione di continuit; negli spazi di risulta tra una pelta e l'altra, incorniciati da porzioni di racemo formanti piccole volute, vi sono rispettivamente: nelle porzioni superiori motivi composti da elementi cuoriformi lievemente lanceolati, internamente decorati, in quelle inferiori palmettine stilizzate con stelo corto e sottile; infine nel punto centrale inferiore della pelta, dove i racemi congiungendosi si uniscono al punto iniziale delle code dei due volatili, si crea un piccolo spazio di risulta, occupato da una minuta fogliettina cuoriforme, lievemente appuntita. -Motivo zoomorfo: si tratta di due volatili retrospicienti con le teste affrontate che si sfiorano e le code che si uniscono a formare un unico disegno; gli occhi sono appena accennati, mentre i becchi, simili a quelli dei pavoni, sono ben marcati. Nelle ali alcune stilature sinuose sottolineano il piumaggio, cos come nelle zampe in corrispondenza dell'attacco del corpo. Tra i becchi vi un elemento a forma di pigna rovesciata (stilizzazione dell'albero della vita) con leggere linee graffite che formano in negativo i contorni della squamatura. -Motivo fitomorfo principale: elemento cuoriforme rovesciato con bordi frastagliati le cui estremit inferiori presentano una caratterizzazione a mezza voluta venata da alcune stilature. L'elemento si imposta su uno spesso stelo centrale che si stringe leggermente in corrispondenza di una barretta rettangolare orizzontale che sembra 'annodare' lo stelo stesso. I bordi dell'elemento vegetale sono festonati ed in rilievo; al suo interno lo stesso motivo ripetuto parallelamente al bordo crea un effetto chiaroscurale che sembra riprodurre la superficie di una pigna. Fine XI-prima met del XII secolo. Per i numerosi confronti, cfr. la bibliografia in Di Gangi 1995 e Di Gangi 2001/a US 48, N. Inv. 55810, (fig. ); Gerace, S.Maria del Mastro; la 9,1; h 26,6;>< 4,5; profondit stampo 0,6 cm; impasto 2; destin. funzionale: formella o parte di pannello decorativo - Si legge il corpo di un animale sollevato sulle zampe posteriori e proteso col muso e la zampa anteriore destra verso qualcosa non riconoscibile (cibo, una preda, un altro animale in lotta ?); distinguibili l'orecchio piccolo e leggermente ovoidale, l'occhio, forse la bocca aperta (ma la zona abrasa). Appena evidenziate le stilature che denotano l'innesto della testa e della zampa anteriore sul corpo. Intorno racemi variamente intrecciati. Fine XI-prima met del XII secolo. Per i numerosi confronti, cfr. la bibliografia in Di Gangi 1995 e Di Gangi 2001/a US 30-31, N. Inv. 62280, (fig. ); Gerace, S.Maria del Mastro; la 21,4; h 12,8; >< 0,5; profondit stampo 0,5 cm; impasto 2; destin. funzionale: fregio decorativo - La decorazione realizzata su fasce di piccole dimensioni delimitate da modanature orizzontali: quella superiore con andamento piano, quella inferiore con intagli leggermente irregolari realizzanti una successione di archetti. Essa composta da racemi con sottile scanalatura centrale che si intrecciano formando orbicoli in cui sono inserite figure zoomorfe. Tra un orbicolo e l'altro il racemo crea un intreccio dal cui esito si generano - sia nella parte superiore sia in quella inferiore della fascia - elementi vegetali stilizzati che si ripetono uguali tra i vari orbicoli. Questi elementi, purtroppo di non chiara lettura, sono composti da due foglie laterali larghe con un motivo centrale (fiore stilizzato?); non chiaramente comprensibile se in qualche caso l'andamento pi frastagliato delle foglie della zona superiore sia dovuto all'abrasione del frammento o sia intenzionale. Negli orbicoli le figure zoomorfe si alternano secondo uno schema fisso relativo alla successione di: leone con zampa sinistra anteriore rampante- volatile con capo chinato - probabile grifo -volatile con capo eretto - probabile grifo - volatile con capo chinato leone con zampa sinistra anteriore rampante etc. Fine XI-prima met del XII secolo. Per i numerosi confronti, cfr. la bibliografia in Di Gangi 1995; Di Gangi-Lebole 1998/b; Di Gangi 2001/a. US 43, N. Inv. 55707 (faccia A) (fig. ); Gerace, Annunziatella; la 18,0; h 15,0;>< 18,5; profondit stampo 1 cm ; impasto 2; destin. funzionale: capitello relativo ad una colonnina di ciborio o iconostasi Fine XI-prima met del XII secolo. Per i numerosi confronti, cfr. la bibliografia in Di Gangi 1995 e Di Gangi 2001/a US 43, N. Inv. 55707 (faccia B) (fig. ); Gerace, Annunziatella; la 17,9; h 14,8; >< 18,4; poi come precedente - Si tratta di un capitello a tronco di piramide con basi quadrate, decorato sulle quattro facce con motivi simili ma non eguali, realizzato con stecca e spatola; stato utilizzato anche un piccolo trapano. Si presentano qui le facce A e B: nella A, ai lati del trapezio vi sono elementi ad S tra loro contrapposti ( rovesciata quella di sinistra), formati da una doppia fascia dai contorni pieni ed arrotondati, terminanti con volute a foro centrale marcato; queste nella parte inferiore sono praticamente unite. Inquadrata nello spazio centrale di risulta vi una foglia a mandorla con solco centrale netto e profondo, intagliato obliquamente. Al fianco, stilature decorative, arcuate, molto nette. La faccia B, maggiormente abrasa, presenta una simile decorazione; differente la foglia centrale, maggiormente lanceolata e con solco centrale pi sottile. Fine XI-prima met del XII secolo. Per i numerosi confronti, cfr. la bibliografia in Di Gangi 1995 e Di Gangi 2001/a N. Inv. 11802, (fig. ); Terreti, S. Maria; la 21; h 54,4; >< 10,2 Il frammento di cornice decorato con racemi al cui interno sono comprese raffigurazioni di rapaci, grifi e leoni che attaccano una lepre; vi sono altres animali in posizione addossata ed affrontata. Le peculiarit stilistiche e le aderenze artistiche sono affini ai frammenti di Gerace sinora descritti. Prima met del XII secolo. A proposito di ulteriore bibliografia, cfr. in Di Gangi 1994 e Di Gangi 2001/a

Giorgio Di Gangi

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI E BIBLIOGRAFIA GENERALE BARSANTI C., 1989, Appunti per una ricerca sugli stucchi di ambito siciliano e calabrese in epoca normanna, in Atti del Congresso Internazionale su S. Nilo di Rossano, 28-9/1-10 1986, Rossano-Grottaferrata, pp. 351-364 BERTI G., 1997, Le ceramiche medievali e post-medievali del Museo Nazionale di S. Matteo a Pisa, Firenze DI DARIO GUIDA M.P., 1984, La Stauroteca di Cosenza e la cultura artistica dell'estremo sud nell'et normanno-sveva, Cava dei Tirreni DI GANGI G., 1991, Gli stucchi, in Di Gangi G., Lebole C.M., Sabbione C., Scavi medievali in Calabria: Gerace 1. Rapporto preliminare, <<Archeologia Medievale>>, XVIII, pp. 587-642, pp. 618-624 DI GANGI G., 1994, Due frammenti decorativi di Gerace; Due frammenti decorativi di Terreti, in I Normanni popolo d'Europa, ed. M. D'Onofrio, catalogo della mostra, Roma 1/4 1994, Venezia, pp. 508-510 DI GANGI G., 1995, Alcuni frammenti di stucco di et normanna provenienti dagli scavi medievali di Gerace (RC), <<Arte medievale>>, II s., anno IX, 1995/1, pp. 85-103 DI GANGI G., 1998/a, Qualche considerazione su materiali medievali d'ambito culturale "islamico" provenienti da scavi archeologici calabresi, in Classical and Medieval, ed. M. Pearce, M. Tosi, Papers from the European Archaeologists Association Third Annual Meeting at Ravenna 24-28 settembre 1997, vol. II, <<British Archaeological Reports, International Series>>, 718, pp. 173-176 DI GANGI G., 1998/b, Interventi archeologici a S. Maria del Mastro e nei pressi di Loc. Parrere (Gerace): nuovi dati su scavi e materiali, in Civilt bizantina nei territori di Gerace e Stilo, Atti dell' XI Incontro di Studi Bizantini, Locri-Stilo-Gerace, 6-9 maggio 1993, Soveria Mannelli, pp. 573-610 DI GANGI G., 2001/a, Aspetti storiografici e problematiche della scultura normanna in Calabria, in La scultura di et normanna tra Inghilterra e Terrasanta. Questioni storiografiche, ed. M. D'Onofrio, Atti del Congresso Internazionale di Studi Storico-Artistici, Centro Europeo di Studi Normanni, Ariano Irpino 17-18 settembre 1998, pp. 169-198 DI GANGI G., 2001/b, Larchitettura religiosa di et normanna in Calabria, in I Normanni in finibus Calabriae, ed. F.A.Cuteri, Soveria Mannelli, pp. 65-80, c.s. DI GANGI G., c.s./a, voce Normanni (5), in Il mondo dell archeologia, (Istituto della Enciclopedia

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