You are on page 1of 6

F.A.C.S. IL PASSEPARTOUT DELLE EMOZIONI Il Facial Action Coding System (FACS) il sistema elaborato da Paul Ekman e Wallace V.

. Fiesen attraverso il quale registrare, classificare ed interpretare qualsiasi espressione facciale sulla base di una combinazione delle unit di movimenti facciali (cosiddette unit d'azione). Il F.A.C.S infatti permette sia di identificare in maniera sistematica tutte le espressioni facciali attraverso le singole azioni dei muscoli del viso (cosiddetta codifica in unit d'azione), sia di associare alcune espressioni facciali alle dimensioni emotive primarie o di base: felicit, rabbia, disgusto, sorpresa, paura, tristezza (cosiddetta decodifica).

Esistono poi le emozioni secondarie (delusione, disprezzo, ecc.); le emozioni legate agli altri: amore, odio, gelosia piet, invidia; quelle legate alla valutazione di s: vergogna, orgoglio, senso di colpa, soddisfazione; le emozioni legate agli stimoli sensoriali: dolore, piacere, disgusto, orrore. Lutilit delle emozioni consiste nel permetterci di valutare nellimmediato se uno stimolo ci sorprende, ci piace oppure no, se pu esserci utile o dannoso ed infine, se siamo in grado di affrontarlo o meglio allontanarsi da esso. Perch il F.A.C.S. Prende in esame proprio il volto nello studio delle emozioni? Il viso la nostra parte pi loquace. Il volto infatti sicuramente la parte pi esposta allo sguardo dell'altro nella relazione tra individui. Inoltre il controllo che abbiamo di noi stessi si abbassa dalla testa arrivando ai piedi. Siamo generalmente poco coscienti di quello che avviene dalla cintura in gi.

Macroespressioni, Microespressioni ed Espressioni sottili. Paul Ekman distingue tre categorie di comportamento emozionale del volto: Macroespressioni, Microespressioni ed Espressioni sottili. Le prime due categorie Macro e Microespressioni si differenziano luna dallaltra in relazione alla durata; la terza categoria espressioni sottili si contraddistingue, invece, per le sue caratteristiche nelle dimensioni dellintensit e/o dellestensione sul volto. Macroespressioni: Ciascuna delle emozioni di base si esprime nel volto attraverso una specifica combinazione di azioni muscolari pi o meno simultanee - che d forma a dei prototipi espressivi nellaspetto del volto che, normalmente, ciascuno di noi in grado di riconoscere nei suoi interlocutori e di ricondurre ad uno specifico stato di attivazione emozionale, con una valenza positiva o negativa (es. gioia, rabbia) ed una data intensit. Le macroespressioni, pertanto, altro non sono che i cambiamenti universali nellaspetto del volto legati alla manifestazione delle diverse emozioni. Infatti la parte pi rilevante dello studio di Ekman delle emozioni consiste nellaver dimostrato che le espressioni del viso che esprimono gioia, paura, rabbia, disgusto, tristezza, sorpresa, sono le stesse a prescindere dal luogo di nascita. Che si tratti di New York o della profonda foresta amazzonica, esprimiamo le stesse identiche emozioni negli stessi identici modi.

Microespressioni Con il termine microespressioni si fa riferimento a manifestazioni mimiche complete, con unattivit che pu interessare lintero volto e unintensit che pu essere alta, ma con una durata molto breve. Le microespressioni rimangono sul volto per un tempo inferiore al mezzo secondo (da 40 a 500 ms). Pertanto, la breve durata lunica caratteristica che distingue le microespressioni dalle macroespressioni. Queste espressioni brevissime possono presentarsi per due ragioni diverse, anche se fra loro collegate: per uno sforzo consapevole di dissimulazione, oppure come prodotto di una rimozione, quando il soggetto non consapevole dellemozione che sta vivendo In ogni caso, non ho rilevato alcuna differenza nella fenomenologia delle microespressioni, siano esse dovute a rimozione o allattivo sforzo di reprimere le manifestazioni mimiche di unemozione. [Paul Ekman, 2011, I volti della Menzogna].

Pensiamo ad esempio quando ci fanno una domanda imbarazzante, inconsciamente proveremo vergogna e sul nostro volto potrebbe apparire una espressione di brevissima durata che serve a manipolare l'emozione, cercando di dissimularla agli occhi di chi abbiamo di fronte. Espressioni sottili Sono espressioni minime che si manifestano solo in parte del viso, oppure coinvolgono lintero viso ma in maniera molto attenuata. Le ragioni possono essere varie: unemozione poco intensa, unemozione incipiente allora anche la mimica si accentuer quando lemozione prende piede oppure unemozione intensa che viene attivamente repressa, lasciando sfuggire solo un frammento rivelatore.[Paul Ekman, 2011, I volti della Menzogna]. Microespressioni ed espressioni sottili, generalmente, sfuggono alla percezione. sufficiente un battito di palpebre, per lasciarsele sfuggire. Pertanto non vengono prese in considerazione normalmente nei rapporti interpersonali. Noi stessi le abbiamo scoperte per la prima volta esaminando al rallentatore il video del colloquio con Mary, la paziente psichiatrica che mentiva per nascondere il proprio tormento, in modo da ottenere una licenza per il fine settimana, cos da poter mettere in atto i suoi propositi suicidi. Osservando il colloquio a velocit normale non si vedeva nulla di preoccupante: a tradirla erano solo le microespressioni osservabili al rallentatore. [P. Ekman, 2011]. Fin qui sembrerebbe che riconoscere macro e micro espressioni ed espressioni sottili possa portare l'indubbio vantaggio di riconoscere chi mente, ovvero chi, esprimendosi verbalmente, entra in contraddizione con ci che il suo volto esprime. Paul Ekman, nella prefazione del suo libro Te lo leggo in faccia dice : Il mio obiettivo era aiutare le persone a migliorare quattro abilit essenziali (). Queste abilit sono: imparare ad essere pi consapevoli di quando le emozioni prendono il sopravvento, anche prima di parlare o di agire; scegliere come comportarsi quando si in preda alle emozioni, in modo da raggiungere i propri obiettivi senza nuocere agli altri; diventare pi sensibili allo stato danimo altrui; usare con cura le informazioni che acquisiamo sullo stato danimo altrui. Esiste un livello di percezione inconscia che si attiva al di l della nostra consapevolezza. Per esempio un datore di lavoro pu rendere particolarmente pesante l'atmosfera in ufficio senza fare nulla di particolarmente disdicevole, ad esempio pu ascoltare sorridendo le opinioni dei collaboratori, ma stringendo le labbra fino a farle diventare livide e tremanti. Alcuni elementi di un'espressione sincera -asimmetria dell'espressione nei due lati del volto. Sulle due met del volto appaiono le stesse azioni, ma sono pi intense da un lato. Questo perch l'emisfero cerebrale destro pi specializzato del sinistro nell'elaborazione delle emozioni, dato che l'emisfero destro controlla gran parte dei muscoli della parte sinistra del viso e il sinistro quelli della met destra, le emozioni appaiono con maggiore intensit sulla parte mancina del volto. Se al contrario, il lato destro a mostrare un certo atteggiamento pi marcato, possiamo presumere che l'emozione non sia sentita davvero. -scelta sbagliata dei tempi di innesco e disinnesco della mimica facciale Le espressioni tirate (che durano pi di 10 secondi) sono probabilmente false: la mimica che esprime emozioni autentiche non resta sul viso pi di qualche secondo o frazione di esso. Se la sorpresa genuina ad esempio dura meno di un secondo. -errata collocazione dell'espressione nel discorso Nella rabbia se i segni di collera nell'espressione facciale vengono dopo le parole di minaccia, la persona non poi cos adirata come vorrebbe far credere. La regola in questo caso che le

espressioni del viso non sincronizzate con i movimenti del corpo costituiscono probabili indizi di falso. Alcuni elementi del sorriso vero e sorriso falso Una delle azioni che compiamo pi facilmente quando vogliamo mascherare un sentimento il sorriso falso.

Il sorriso vero o Duchenne (immagine B) un sorriso che coinvolge oltre ai muscoli della bocca anche quelli degli occhi. Infatti il sorriso sincero contraddistinto da una contrazione del muscolo zigomatico maggiore che solleva gli angoli della bocca, inclinandoli verso gli zigomi. Al contempo avviene una contrazione spontanea di un muscolo dell'occhio , quello che produce le zampe di gallina. Infatti si suol dire che si sorride con gli occhi. Quando si produce un sorriso forzato (immagine A), il lieve abbassamento delle sopracciglia e le zampe di gallina non sono presenti. Inoltre il sorriso falso risulta asimmetrico proprio perch forzatamente difficile controllare entrambe le parti del volto, con un tempo di stacco anomalo, per cui pu scomparire all'improvviso o a singhiozzo. Alcune ipotesi di indizio negli occhi Uno dei pi intuibili e conosciuti lo sguardo sfuggente, tipico di chi, temendo di venir scoperto difficilmente riesce a sostenere lo sguardo del proprio interlocutore. Esistono per altri segnali che richiedono maggiore attenzione. Infatti uno stato di agitazione e nervosismo, tipico di chi mente, provoca una dilatazione delle pupille, specie su domande dirette.

Un altro segnale l'aumento dell'ammiccamento delle palpebre. Infatti stato osservato che di fronte a prove che non intendiamo confermare, in un primo tempo le

riconosciamo e lo riveliamo battendo le ciglia pi lentamente, ma in un momento successivo quando stiamo dicendo il falso, la tensione che si sviluppa nel mantenere la menzogna provoca un aumento dell'ammiccamento palpebrale. La mimica del volto fa parte di un argomento pi vasto che quello della comunicazione non verbale, ma come detto, il viso la parte pi loquace del nostro corpo, nonch quella pi visibile. Riconoscimento delle emozioni e Intelligenza emotiva C unimportante relazione positiva tra labilit di riconoscere e decodificare il contenuto emozionale della mimica facciale e la competenza emotiva, la cosiddetta intelligenza emotiva. Il termine Intelligenza Emotiva stato coniato da Peter Salovey e Jack Mayer che lhanno definita come una capacit distinta di discernimento che ci permette di riconoscere le nostre emozioni e quelle degli altri in modo da poter organizzare di conseguenza le nostre vite e le nostre relazioni [Salovey et al. 2004]. Salovey e Mayer hanno individuato 4 campi o serie di competenze facenti parte dellIntelligenza emotiva: Percepire lemozione Utilizzare le emozioni per facilitare il pensiero Comprendere le emozioni Gestire le emozioni Percepire lemozione Comprende: La capacit di identificare unemozione in se stessi La capacit di identificare unemozione negli altri La capacit di esprimere correttamente le proprie emozioni e i propri bisogni emotivi La capacit di esprimere la differenza tra emozioni genuine e meno genuine Utilizzare le emozioni per facilitare il pensiero Comprende: La capacit di dirigere il pensiero sulla base delle emozioni La capacit di immaginare le emozioni per ricordare e dare giudizi La capacit di servirsi dello stato danimo per valutare punti di vista diversi La capacit di utilizzare le emozioni per favorire la creativit e il problem solvine Comprendere le emozioni Comprende: La capacit di capire come unemozione si pu collegare agli altri La capacit di conoscere antecedenti e conseguenze delle emozioni La capacita di riconoscere le miscele di emozioni La capacit di comprendere le trasformazioni di unemozione in unaltra Gestire le emozioni Comprende: La capacit di aprirsi alle emozioni, sia piacevoli che spiacevoli La capacit di seguire il corso delle proprie emozioni e di riflettere su di esse La capacit di coinvolgersi in uno stato emotivo, prolungarlo o distaccarsene La capacit di governare le proprie emozioni La capacit di far fronte alle emozioni altrui

Ovviamente imparare a riconoscere le emozioni un passepartout per molteplici situazioni: in ambito familiare, sentimentale, medico (nella relazione di aiuto al paziente), investigativo, aziendale (nella gestione delle dinamiche aziendali) e cos via.

Probabilmente luso pi importante delle microespressioni e delle espressioni sottili di servire a stabilire un buon rapporto a livello di colloquio, ottenendo la collaborazione dellaltro. Sono convinto che ognuno abbia una storia che desidera raccontare, se pensa che linterlocutore ha mente aperta e desiderio di capire. La via per ottenere questa fiducia consiste almeno in parte nellessere sensibile alle emozioni dellaltro, in particolare a quelle di cui non consapevole o che ha paura di rivelare. [P.Ekman, 2011]. Rita G. Cautela [fonti: Microespressioni e Intelligenza Emotiva articolo di Paolo Negri, www.au6e12e.org, sezione Biblioteca, Te lo leggo in faccia e I volti della menzogna- Paul Ekmann 2011]

You might also like