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INQUIETUDINI NELLA MODERNITA 13-16 Dicembre 2012 - VI edizione Meeting Internazionale Transdisciplinare ARTE E SCIENZA ESTETICA E VERITA DELLA

MATERIA SOTTO LALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Sessione 1 NURTURE AND FUTURE IN VISUAL ART AND MUSIC Venerd 14 Dicembre Universit di Firenze Aula Magna di Palazzo Marucelli Fenzi via San Gallo 10 Firenze ___________________________________________

REFLECTIONS ON ART, NATURE AND TECHNOLOGY Alfonso Belfiore


Composer, Contact the Department of Music and New Technologies, Coordinator of the Multimedia Centre / Sec. Productions Florence Conservatory

Abstract Today we can assume that every process of knowledge takes place in the our neural patterns, has the shape of thoughts, they are nothing more then the activity of our brain's cells and particles; knowledge, science, each religion, is at the end neurons'activity, electrical impulses that flow in the axons and dendrites. Therefore, any investigation on the world, every contemplation of the universe is an investigation of inner worlds, of mind, tha comes to neural pathways and sensations that can have place in no other place can happen... in fact "reality" for us is in our minds, can only exist in our brain. The reality, all that we know or reach is in our psyche and is the only world we can possibly experience. What does not belong to our psyche is completely invisible to us, is unattainable, we might even say non-existent. It is not surprising that we often desire to link emotions, aesthetics and poetics to mathematics or even to electronic and digital technologies because they are part of the same psychic universe, they all belong to our consciousness. Art can broaden its horizons through technology, it can open up its reality towards different directions that were not imaginable. Art can use technology to grow, to expand, to discover new identities and possibilities, to conduct an investigation in those places, on the edge of casuality and irrationality. This is an analysis of our psyche, of our inner world and any discovery is about humanity. Technology and its evolution is an expression of the effort (sometimes of illumination) of humanity, is an example of the intent to achieve something that at that time still doen't have, is an expression of the ability to dream and imagine so, step by step, the metamorphosis of knowledge might take place.

RIFLESSIONI SU ARTE, NATURA E TECNOLOGIA Alfonso Belfiore


Compositore, Referente del Dipartimento di Musica e Nuove Tecnologie, Coordinatore del Centro Multimediale/Sez. Produzioni Conservatorio di Firenze

Realt e mondo interiore La natura sempre stata fonte di ispirazione, di contemplazione, di stupore.. c unenergia magica, fantastica in ci che possiamo percepire soltanto aprendo gli occhi... una visione che non pu non turbare la nostra mente, la nostra coscienza, la stessa percezione di noi cos si crea questo speciale feedback dentro-fuori o meglio ancora, questa congiunzione, questa continuit fra il mondo esterno e il nostro mondo interiore.

Nellesperienza comune: il mondo esterno spesso vissuto come reale, concreto, solido, fisico, perfino vero... il mondo interiore, al contrario, vissuto spesso come immaginario, etereo, fatto di pensiero, di sostanza mentale, perfino non vero in questa scissione risiede forse lopposizione concettuale tra oggettivo e soggettivo, gli altri ed io. La nostra conoscenza, la nostra scienza, sono in sostanza lo studio, lanalisi, la comprensione e la descrizione del mondo esterno oggettivo separandolo dal mondo interiore soggettivo. La fisica, lo studio delluniverso, della materia, delle relazioni e dei processi che la animano sono una prassi esistenziale che ha caratterizzato la specie umana almeno negli ultimi millenni... la scoperta di altri mondi, lo studio dei corpi celesti, dei loro movimenti e delle loro relazioni ha sedotto e ispirato, talvolta perfino guidato, la mente umana... ma questa conoscenza dove si attua? dove si concretizza? dove prende forma? dove diviene sostanza? Oggi possiamo supporre che alla fine, ogni processo di conoscenza, si svolge nelle configurazioni neurali della nostra mente, si concretizza in pensieri che altro non sono che attivit di cellule e particelle di materia del nostro cervello, cos ogni sapere, ogni conoscenza, ogni scienza, ogni religione, alla fine unattivit mentale, attivit di scariche neurali, impulsi elettrici che scorrono negli assoni e nei dendriti dei nostri neuroni. L, in quei luoghi nascosti della nostra mente, del nostro cervello, si annidano, si svelano e si attuano i moti di Saturno, le fasi della Luna, lantimateria, le macchie solari, la velocit della luce, le orbite degli elettroni in un atomo, la gravitazione cosmica, lamore, il dolore, la lealt, linganno ed ogni altro pensiero che colleghi e sviluppi queste ed altre verit. Le immagini reali che noi abbiamo del mondo, lalbero davanti casa, lombra sul marciapiede, lo spigolo acuminato del cancello, la solidit di un tavolo, sono anchesse, alla fine, espressione di questa attivit mentale. Dunque, ogni indagine sul mondo, ogni contemplazione delluniverso altro non pu essere che unindagine nel proprio mondo interiore, nella propria mente, dando vita a percorsi neurali e a sensazioni reali che in nessun altro luogo per noi possono formarsi, in nessun altro luogo per noi possono accadere... di fatto, ogni realt per noi non pu che vivere nella nostra mente, non pu che attuarsi l. Larte come mimesi della natura, non pu che essere espressione della nostra realt interiore, della nostra condizione di esseri pensanti, portatori ciascuno del proprio mondo, di un proprio universo da cui non possiamo fuggire, a cui non possiamo sottrarci, a cui ispiriamo, e da cui traiamo, ogni nostro gesto, ogni nostro istante di coscienza, ogni nostro senso.

Il ruolo della tecnologia Ogni opera darte, oltre la propria dimensione estetica e lesperienza di un incontro con un atto creativo del suo autore, porta al centro dellattenzione anche una questione di focale importanza nella prassi generativa: il peso e il senso della tecnologia investita nella sua realizzazione, tecnologia che talvolta ne strumento, talvolta perfino ne costituisce la sostanza, lessenza. Spesso, davanti ad opere in cui assistiamo ad un investimento tecnologico significativo, pu essere difficile cogliere quel respiro profondo e sommesso capace di rivelare la vita che potrebbe scorrervi.

Vorrei pertanto dirigere lo sguardo in profondit e riuscire cos ad osservare e ad afferrare quel filo sottile che unisce questa dimensione ad un gesto di poesia, ad una vibrazione interiore capace di cogliere una verit nascosta nelle pieghe dellaccadere stesso della realt. Non ci tragga in inganno laccostamento abbastanza diffuso tra ci che sa di tecnologico con ci che attiene ad un mondo freddo privo di passione e di calore umano, un mondo lontano dallo spirito e quindi dalla poesia, dalla musica, dallarte e dallemozione. Il legame profondo che unisce queste dimensioni proprio nella sostanza della psiche che poi lhumus comune in cui, tutte quelle umane energie, trovano la loro origine, la loro espressione, la loro realt. cos che il pensiero matematico, la mente logica, la mente tecnologica, coincidono con ci che attiene alla sfera umana delle emozioni, dei sentimenti, dello stupore: coincidono perch sono tutti elementi della stessa sostanza. Tutto ci che noi possiamo sapere o raggiungere del mondo, della realt, vive nella nostra psiche, l il nostro mondo, lunico mondo possibile. Ci che non appartiene alla nostra psiche per noi del tutto invisibile, irraggiungibile, potremmo perfino dire inesistente. Ci appare cos immanente la straordinaria coincidenza fra tutto ci che esiste e la nostra coscienza, la nostra psiche, il nostro pensiero. Luniverso, cos come lo conosciamo, totalmente espressione del nostro pensiero, del nostro stesso essere. in questa dimensione che si esprime il legame profondo tra emozione, arte, pensiero matematico, tecnologia. Il filosofo e matematico Douglas Hofstadter, a questo proposito, riferendosi alla sua opera pi importante, dice: Mi resi conto che per me Gdel, Escher e Bach, erano solo ombre proiettate in diverse direzioni da una qualche solida essenza centrale. Ho tentato di ricostruire l'oggetto centrale e ne uscito questo libro. Lopera appunto il ponderoso e straordinario lavoro dindagine che affronta la complessit di questi rapporti: Gdel, Escher, Bach: un'eterna ghirlanda brillante (1979). C dunque unemozione profonda nella nostra mente che risuona, che si sveglia talvolta davanti a qualcosa di cui possiamo avere coscienza, di cui possiamo percepire lesistenza. Quando lesistenza stessa di questa realt si fa perno che solleva nella nostra psiche una parte di essa, una parte fino a quel momento dormiente o addirittura mai nata, allora, una sorta di rivelazione, qualcosa di insinuante che si fa strada nella nostra mente, una sorta di epifania, che, attivando aspetti sconosciuti del nostro pensiero, del nostro stesso essere, si colloca in una dimensione perfino mistica, divina. Cos, Pierpaolo Pasolini, nel suo film Medea fa dire al Centauro Chirone mentre racconta a Giasone, ancora bambino, la vicenda del Vello doro: Tutto santo! Tutto santo! Tutto santo! Non c' niente di naturale nella natura, ragazzo mio, tienilo bene in mente. Quando la natura ti sembrer naturale tutto sar finito e comincer qualcos'altro, addio cielo, addio mare... Guardati alle spalle, che cosa vedi? Ha forse qualcosa di naturale? No, un'apparizione quella che tu vedi alle tue spalle, con le nuvole che si specchiano nell'acqua ferma e pesante delle tre del pomeriggio. Guarda laggi, quella striscia nera sul mare lucido e rosa come l'olio. Quelle ombre di alberi e quei canneti. In ogni punto in cui i tuoi occhi guardano nascosto un dio e se per caso non c', ha lasciato l i segni della sua presenza sacra, o silenzio, o odore di erba, o fresco di acque dolci..." Ecco, linizio di ogni cosa qui! Qui, il sentire della mente diviene condizione immanente nella vita di ogni giorno, come ogni altra funzione vitale, scoprendo in essa la reale ed unica possibilit di conoscenza.

Questo lo stupore profondo, la poesia che si intreccia nelle trame del caos e dellirrazionale. Nel caos si annidano le leggi misteriose che legano ogni cosa esistente ad ogni altra, in un flusso immenso e sfuggente, intrattenibile e ammaliante, capace con la sua forza inesorabile di sedurre e di attrarre la nostra mente, capace perfino di giustificarla. Non ci sorprenda, dunque, il desiderio di avvicinare lemozione, la dimensione estetica e poetica, a formule matematiche o perfino a tecnologie elettroniche e digitali, perch anche queste respirano lo stesso profumo delluniverso psichico a cui appartiene la nostra coscienza. Ci nonostante, nellatto creativo, vorrei sottolineare una differenza, a parer mio significativa, tra luso di tecnologie di qualunque natura e luso di processi algoritmici.

La generazione algoritmica C qualcosa di frustrante, in senso psichico, nel concetto di algoritmo che pu perfino inquietare: la sua finitezza. Nel suo flusso di operazioni logico-matematiche, qualunque sia il suo scopo, la sua mission, un algoritmo contiene tutte le condizioni per conoscere il suo esito, la sua essenza, il suo lavoro, il suo valore, la sua identit. Un algoritmo, qualunque esso sia, non ha bisogno del tempo per definirsi, per esprimersi, per rivelarsi, per conoscersi e farsi conoscere. Possiede al suo interno, nella sua struttura stessa, tutto ci che lo definisce completamente. un sistema completamente definito e finito che pu lavorare esclusivamente in un mondo, un computer, che a sua volta un altro sistema finito. Ogni volta che un particolare algoritmo sar eseguito sar sempre inesorabilmente uguale a s stesso perch il numero dei suoi stati possibili finito. Un algoritmo logico-matematico in sostanza ben diverso da un essere vivente, da ci che vive, che, solo nello scorrere del tempo, nel rapporto con lambiente, nellaccadere di cose e di eventi, nel continuo collasso quantistico del proprio sistema, istante dopo istante, rivela il suo essere, la sua natura, la sua identit, mai statica, sempre mutevole e in divenire. Questo contrasto crea una relazione forte tra ci che vive e larte, in quanto larte ha sostanzialmente bisogno del tempo per esprimersi. Larte ha una dimensione temporale, se non per altro, perch il fine dellarte luomo vivente il quale vive quantisticamente nel tempo. Larte, per la psiche umana qualcosa di vivente, una sorta di creatura misteriosa e imprevedibile come solo una creatura vivente pu esserlo, ci perch la psiche umana si specchia nellarte catturando, attraverso essa, una visione di s. Larte, attraverso la tecnologia, pu allargare i propri orizzonti, pu aprirsi a realt e percorsi diversi prima non immaginabili. Larte pu servirsi della tecnologia esattamente come pu farlo luomo di cui espressione, per crescere, per espandersi, per scoprire nuove identit, nuove possibilit, per condurre unindagine in quei luoghi lontani, ai confini con il caso e lirrazionale, dove caso e irrazionale si confondono con lordine ed , questa, a tutti gli effetti, unindagine condotta nella nostra psiche, nel nostro mondo interiore e le eventuali scoperte sono dunque scoperte della cosa umana. In sostanza, qualunque forma di tecnologia, pu costituire unoccasione di crescita della conoscenza.

Contrariamente, un processo algoritmico, proprio per la sua natura finita, laddove non sia un mezzo ma divenga la sostanza di unopera, ne costituir di fatto il suo limite, trasferendo allopera stessa la sua prevedibilit e in sostanza il suo carattere finito e concluso, difficilmente utilizzabile dalla psiche umana per specchiarsi, dunque difficilmente percepibile come qualcosa di vivente. Psiche, immaginazione e desiderio nellesperienza estetica Anche se talvolta appare lungo e complesso il cammino che ci separa dallappagamento della comprensione, permane il senso del bello, la meraviglia e il senso di stupore e di scoperta davanti ad ogni manifestazione della psiche, quandanche si tratti di una formula matematica, di uno sviluppo numerico, di unevoluzione tecnologica. E la tecnologia, con la sua evoluzione, espressione dello sforzo (qualche volta di unilluminazione) per lintento umano, di raggiungere qualcosa che in quel momento ancora non gli appartiene, espressione della capacit di sognare e di immaginare... cos forse, giorno dopo giorno, si attua la metamorfosi della conoscenza. E qui non possono non venire in mente il processo di individuazione di Jung ed il pensiero di Nietzsche espresso da Zarathustra: "L'uomo una corda, tesa tra l'animale e il Superuomo, una corda sopra un precipizio: un pericoloso oltrepassare, un pericoloso andamento, un pericoloso volgersi indietro, un pericoloso trasalire ed arrestarsi. Ci che grande nell'uomo, che egli un ponte e non una mta: ci che pu venire amato, che egli un transito e una catastrofe. Ci sono desideri che appartengono alla nostra storia, alla storia umana, che forse non potremo esaudire mai ma non per questo, quei desideri, saranno meno importanti per noi. Essi assolveranno, in ogni caso, ad un compito fondamentale, il compito di nutrire le nostre risorse personali, le energie della nostra mente a cui tracceranno la rotta. Se, noi umani, corriamo per tentare di spiccare il volo finch esausti non ci arrendiamo, certo non potremo sottrarci ad un senso di frustrazione, ma, al tempo stesso, non potremo non riconoscere la vitale bellezza e la forza intrinseca di questo desiderio.

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