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ACCA software S.p.A.

presenta gli atti dei convegni sul tema:

Calcolo Strutturale
e nuova normativa

svoltisi in:
Avellino, 10 marzo 2005

Bologna, 18 marzo 2005

Bari, 30 marzo 2005

Roma, 14 aprile 2005

Napoli, 28 aprile 2005

Milano, 16 maggio 2005

Torino, 23 maggio 2005

Messina, 9 giugno 2005

Prima edizione - ottobre 2005

ACCA software S.p.A.


Via Michelangelo Cianciulli
83048 MONTELLA (AV) - Italy
Tel. (+39) 0827/69504 - Fax (+39) 0827/ 601235
E-mail: info@acca.it - Internet: www.acca.it

ACCA software e i Relatori non si assumono alcuna responsabilit per danni diretti o indiretti eventualmente causati dalluso delle informazioni contenute nella presente pubblicazione.
Questa pubblicazione, o parte di essa, non pu essere riprodotta in nessuna forma, in alcun modo e per nessuno scopo, senza lautorizzazione scritta di ACCA
software S.p.A. e dei Relatori.

Relatori

Relatori
Ing. Antimo Bencivenga
Ricerca e sviluppo C.S.I. s.r.l.
Prof. Ing. Alberto Castellani
Ordinario di Costruzioni in Zona Sismica, Dipartimento di
Ingegneria Strutturale, Politecnico di Milano
Ing. Antonio Cianciulli
ACCA software S.p.A
Prof. Ing. Alessandro De Stefano
Ordinario di Costruzioni in Zona Sismica, Dipartimento di
Ingegneria Strutturale e Geotecnica, Politecnico di Torino
Prof. Ing. Ciro Faella
Ordinario di Tecnica delle Costruzioni, Facolt di Ingegneria,
Universit di Salerno
Prof. Ing. Aurelio Ghersi
Ordinario di Tecnica delle Costruzioni, Facolt di Ingegneria,
Universit di Catania
Ing. Gerardo Masciandaro
Amministratore C.S.I. s.r.l.
Prof. Ing. Roberto Ramasco
Ordinario di Costruzioni in Zona Sismica, Facolt di Ingegneria,
Universit di Napoli

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Presentazione

Presentazione
Il 20 marzo 2003, stata firmata dal Presidente del Consiglio
lOrdinanza 3274 che, su indicazione della Protezione Civile, ha profondamente modificato le Norme Tecniche per le costruzioni in zona sismica ed introdotto una nuova Classificazione Sismica dellintero territorio nazionale.
Numerose e molto importanti le novit introdotte dal documento:

abbandono definitivo del Metodo delle tensioni ammissibili ed adozione del solo Metodo agli stati limite;

introduzione di una disciplina specifica per ponti e opere geotecniche;

considerazione degli effetti locali nella valutazione della sollecitazione sismica;

nuova classificazione sismica dei comuni italiani in attesa che le Regioni provvedano, sulla base dei criteri generali definiti allAllegato
1, allindividuazione, formazione ed aggiornamento, dellelenco delle
zone sismiche;

introduzione dellobbligo di verifiche per alcune categorie di edifici


ed opere infrastrutturali, da effettuarsi secondo le nuove norme, entro
cinque anni dalla pubblicazione dellordinanza.

Gli elementi innovativi dellOrdinanza sono numerosi ed introdotti in


maniera cos repentina da non poter non lasciare disorientati tutti i tecnici e gli addetti ai lavori.
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Calcolo Strutturale e nuova normativa

ACCA software, da sempre vicina ai professionisti e sensibile alle loro


esigenze ha organizzato, tra i mesi di marzo e giugno del 2005, un ciclo
di giornate di studio dal titolo Calcolo strutturale e nuova normativa: i
punti pi controversi.
Questi incontri, pensati per consentire ai professionisti di mantenersi
costantemente aggiornati rispetto alle continue evoluzioni normative e
tecniche tuttora in corso, avevano lobiettivo di porsi come naturale
momento di approfondimento dei corsi gi tenuti dagli ordini professionali italiani dopo lemanazione dellOrdinanza 3274.
Nel corso dei seminari sono stati affrontati i punti maggiormente rilevanti e controversi delle nuove norme tecniche, tra cui i principi generali relativi allanalisi sismica, allanalisi dinamica, alle problematiche
concernenti la gerarchia delle resistenze.
Ai seminari hanno preso parte relatori di assoluta competenza e professionalit, tra i quali eminenti docenti universitari e professionisti esperti
di progettazione e realizzazione di software per il calcolo strutturale.
ACCA ha voluto raccogliere in questo volume gli interventi degli autorevoli relatori, certa di rendere un utile servizio non solo alle migliaia di
tecnici che hanno partecipato agli incontri tenutisi in tutta Italia ma anche ai professionisti che non erano in quelle sedi presenti.
Questa raccolta degli atti intende fornire al lettore una preziosa testimonianza del dibattito sviluppatosi nelle varie giornate e dellattenta disamina condotta dagli stimati relatori sulla normativa per le costruzioni in zona sismica. Essa comprende gli interventi fatti nei vari incontri tenuti in
varie citt italiane nel corso del 2005. Nel testo si troveranno pertanto interventi che trattano problematiche analoghe affrontate da diversi relatori.
Ing. Antonio Cianciulli
ACCA software S.p.A.

Introduzione - Levoluzione della normativa tecnica per le costruzioni

Introduzione
Levoluzione della normativa tecnica per le costruzioni
Ing. Antonio Cianciulli
ACCA software S.p.A.
Avellino, 10 marzo 2005
Nel nostro paese la progettazione e la realizzazione di opere di ingegneria civile sono regolamentate da un corpus normativo costituito da un rilevante numero di provvedimenti (Leggi e Decreti) la cui applicazione
obbligatoria.
Le leggi di riferimento per la progettazione, la direzione dei lavori ed il
collaudo di opere strutturali sono:

Legge n. 1086 del 5 novembre 1971 (Gazzetta Ufficiale del 21 dicembre 1971 n. 321): Norme per la disciplina delle opere in conglomerato cementizio armato, normale e precompresso, ed a struttura
metallica

Legge n. 64 del 2 febbraio 1974 (Gazzetta Ufficiale del 21 marzo


1974 n. 76): Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Tali leggi prevedono che le norme di carattere strettamente tecnico siano emanate dal Ministero dei LL.PP. (attualmente Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) di concerto con il Ministero dellInterno con
appositi decreti.
Esse prevedono, inoltre, che le norme tecniche siano specifiche per i diversi materiali e sistemi costruttivi e che siano oggetto di frequenti aggiornamenti, ad opera dello stesso Ministero.
In particolare previsto (art. 21 L. 1086/1971) un aggiornamento biennale e, nel caso delle norme antisismiche, < ogni qual volta occorra in
relazione al progredire delle conoscenze del fenomeno sismico>.
Il Legislatore, in sostanza, ha previsto lemanazione di norme tecniche
attraverso provvedimenti di rango secondario (D.M.) che richiedono
tempi certamente pi ridotti e procedure certamente pi snelle rispetto
alle Leggi (che devono essere approvate in parlamento), anche e soprattutto in considerazione dellesigenza di aggiornamento frequente della
normativa tecnica legata allevoluzione delle conoscenze, delle tecniche
e delle metodologie costruttive.
Nonostante ci la frequenza degli aggiornamenti prevista dalle L.
1086/71 e 64/74 non stata rispettata; gli ultimi Decreti emanati in materia dal Ministero dei Lavori Pubblici risalgono, infatti, al gennaio del
1996 e sono:

D.M. 16.1.1996 Norme tecniche per le Costruzioni in zona sismica


(Gazzetta Ufficiale del 5 febbraio 1996, n. 29 - Suppl. Ord.)

D.M. 9.1.1996 Norme tecniche per il calcolo, lesecuzione ed il collaudo delle strutture in cemento armato, normale e precompresso e
per le strutture metalliche (Gazzetta Ufficiale del 5 febbraio 1996, n.
29 - Suppl. Ord.)

D.M. 16.1.1996 Norme tecniche relative ai "Criteri generali per la


verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi"
(Gazzetta Ufficiale del 5 febbraio 1996, n. 29 - Suppl. Ord.).

Introduzione - Levoluzione della normativa tecnica per le costruzioni

Tali provvedimenti ancora oggi regolano, di fatto, la progettazione.


Come ben noto agli addetti ai lavori il primo dei tre citati decreti prevede tre metodi di calcolo: le tensioni ammissibili, gli stati limite in
versione nazionale e gli stati limite in versione europea.
Per le tensioni ammissibili il Decreto fa semplice riferimento a quello
precedente del 1992, senza riprodurne il testo. Tale metodologia, infatti,
seppur ancora largamente applicata nella pratica (per lunga consolidata
abitudine), non di fatto aggiornabile in quanto estranea, da lungo tempo, ad ogni filone di ricerca.
Dal gennaio del 1996, quindi, il complesso delle norme tecniche rimane
sostanzialmente invariato fino al marzo del 2003, quando si verifica una
reale (e inattesa), rivoluzione normativa.
In seguito allonda emotiva seguita ai tristemente noti episodi di S.
Giuliano di Puglia (che in realt ben poco hanno a che vedere con il
mancato aggiornamento della normativa tecnica), viene emanata, in
tempi brevissimi, una nuova normativa per le costruzioni in zona sismica, che coglie di sorpresa tecnici, categorie professionali e parte
delle istituzioni.
Lo stupore e le perplessit degli addetti ai lavori si devono a due diverse
motivazioni: modalit di emanazione delle norme e contenuti delle
norme stesse.
Le nuove norme non sono infatti contenute in un provvedimento del
Ministero delle Infrastrutture, come previsto dalle L. 1086/1971 e L.
64/1974, ma emanate attraverso unOrdinanza della Presidenza del
Consiglio dei Ministri su indicazione del Dipartimento della Protezione Civile.
Il crollo della scuola di San Giuliano, che ha suscitato comunque
nellopinione pubblica la sensazione di inadeguatezza della vigente
normativa sismica nazionale, ha giustificato uniniziativa di intervento drastica e straordinaria di un soggetto di norma non preposto a
tale compito.
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Calcolo Strutturale e nuova normativa

Il provvedimento emanato, lormai celeberrima Ordinanza n.


3274/2003, corredato da quattro voluminosi allegati attraverso i quali
viene sostanzialmente riscritta, in un sol colpo, tutta la normativa per le
Costruzioni in zona sismica (in tutti gli aspetti) e viene adottata una
nuova classificazione sismica di tutto il territorio nazionale.
Essa introduce numerosissimi elementi di novit tra i quali ricordiamo:

classificazione dellintero territorio nazionale come zona sismica;

definitivo abbandono del metodo delle tensioni ammissibili, ritenuto


obsoleto;

verifiche degli spostamenti della struttura per effetto del sisma


(S.L.D.);

introduzione del concetto di progettazione in alta e bassa duttilit;

considerazione degli effetti locali nella valutazione della sollecitazione sismica.

LOrdinanza 3274 prevede, inizialmente, un periodo transitorio, cio


un periodo di coesistenza con la precedente normativa, di 18 mesi a
partire dalla data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale avvenuta l8
maggio 2003.
Ci tuttavia non sufficiente ad evitare le perplessit ed i timori di numerosi professionisti davanti ad una mole tanto consistente quanto inattesa di novit.
I tempi cos ristretti, inoltre, non hanno evidentemente consentito il
coinvolgimento e la consultazione delle categorie professionali interessate e delle istituzioni (le Regioni) suscitando malumori e malcontento.
LOrdinanza 3274 motivo di acceso contrasto tra il Dipartimento della
Protezione Civile che ha redatto il provvedimento ed il Ministero
delle Infrastrutture, cio il soggetto di norma preposto allemanazione
ed allaggiornamento della normativa tecnica, che mostra di non gradire
linvasione di campo.

Introduzione - Levoluzione della normativa tecnica per le costruzioni

Il Ministro Lunardi nomina una commissione allo scopo di elaborare un


testo organico che provveda ad aggiornare e coordinare tutte le norme
tecniche per le costruzioni, quindi di ambito ben pi ampio delle disposizioni contenute nellOrdinanza, ma con il dichiarato intento di giungere allemanazione prima dellentrata in vigore in via esclusiva
dellOrdinanza 3274 e, quindi, di vanificarne di fatto gli effetti.
Paradossalmente, dopo un decennio di stagnazione, dunque, due diversi
organi dello Stato procedono alla revisione della normativa ignorando
ciascuno il lavoro dellaltro: il Dipartimento della Protezione Civile revisionando gli allegati tecnici allOrdinanza 3274 (anche sulla base delle indicazioni ricevute dalle Regioni) e il Ministero lavorando, con un
riserbo assoluto, alla stesura di un testo totalmente nuovo.
Il poco edificante conflitto istituzionale viene risolto soltanto con
lemanazione Decreto Legge 28 maggio 2004, n. 136 che stabilisce che
il Ministero delle Infrastrutture deve provvedere allemanazione di
nuove norme tecniche per le costruzioni di concerto con il Dipartimento della Protezione Civile.
Ad oggi, i lavori della Commissione incaricata dal Ministro delle Infrastrutture sono conclusi ed il testo delle Norme Tecniche per le Costruzioni sottoposto al vaglio delle Regioni e del Dipartimento della Protezione Civile.
Tale documento presumibilmente verr pubblicato in Gazzetta Ufficiale
entro il prossimo autunno; per la sua entrata in vigore si prevede un ulteriore periodo transitorio della durata di 18 mesi nel quale sar possibile continuare ad operare anche con la precedente normativa (1996) emanata dal Ministero dei Lavori Pubblici. La pubblicazione Norme
Tecniche per le Costruzioni, non segner comunque, anche dopo il
termine della prevista fase transitoria, la fine dellOrdinanza 3274/2003.
La normativa di prossima pubblicazione prevede (al Punto 5.7.1.1), infatti, la possibilit di continuare ad operare con le norme predisposte dal
Dipartimento della Protezione Civile.
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Calcolo Strutturale e nuova normativa

Queste ultime, dopo un processo di revisione ed aggiornamento durato


quasi 2 anni, hanno superato la quasi totalit delle imprecisioni e delle
perplessit che avevano accompagnato la prima versione pubblicata.
Infatti, senza scendere in particolari, la prima versione dellOrdinanza
3274 ed i relativi allegati contenevano (inevitabilmente, considerati i
tempi ristrettissimi impiegati per la stesura) un considerevole numero di
imprecisioni e talvolta errori che hanno richiesto diverse rettifiche ed
aggiornamenti (si veda, a tal proposito, la Tabella seguente).
AllOrdinanza va riconosciuto certamente il merito di aver smosso la
normativa italiana da un immobilismo nel quale versava da diversi anni
e di aver recepito i criteri fondamentali codificati dai principali paesi
soggetti ad eventi sismici.
Essa, che pu essere considerata la sintesi applicativa delle pi recenti
conoscenze tecniche e scientifiche dellingegneria sismica, ha fornito
unimportantissima occasione di rinnovamento della pratica progettuale
(si pensi che oltre 25.000 ingegneri hanno frequentato i corsi di aggiornamento sulla 3274) ed certamente una significativa tappa di avvicinamento a quegli Eurocodici che dovranno diventare (Direttiva CEE
89/106) la base dellOrdinamento ufficiale italiano.

Introduzione - Levoluzione della normativa tecnica per le costruzioni

Cronologia dei provvedimenti emanati da marzo 2003 ad agosto 2005


Normativa

Titolo

Data
Pubblicazione/
Approvazione

Note

Primi elementi in materia di


Ordinanza del Presiden- criteri generali per la classi- Gazzetta Ufficiale
te del Consiglio dei Mi- ficazione sismica del territo- n. 105 del 8.5.2003
nistri n. 3274 del 20 rio nazionale e di normative - Supplemento
marzo 2003
tecniche per le costruzioni in Ordinario n. 72
zona sismica
Ritirata in seguito alla emaNota esplicativa dellOrdinanza
Nota esplicativa del
del Presidente del Consiglio Risulta NON pub- nazione dellOrdinanza del
Servizio Sismico Naziodei Ministri n. 3274 del 20 blicata in Gazzetta P.C.D.M. n. 3316 del
nale del 4 giugno 2003
marzo 2003
2.10.2003
1 Nota (1 Errata Corrige)

Gazzetta Ufficiale
n. 157 del 9 luglio
2003

2 Nota (2 Errata Corrige) Comunicato del


Ministero di Giustizia

Gazzetta Ufficiale
Annulla la precedente rettifin. 160 del 12 luglio
ca
2003

Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3316 del 2 ottobre 2003

Gazzetta Ufficiale Rettifica numerose formule


n. 236 del 10 otto- contenute
nel
testo
bre 2003
dellOrdinanza 3274.

Decreto della Presidenza del Consiglio dei


Ministri - Dipartimento
della Protezione Civile
21 ottobre 2003

Sono definite le tipologie degli


edifici e delle opere infrastrutturali per le quali obbligatorio
Gazzetta Ufficiale
procedere, ai sensi dellart. 2
n. 252 del 29 ottodellOrdinanza 3274, alla veribre 2003
fica entro il 20 marzo 2008, e
sono fornite le indicazioni per
tali verifiche tecniche.

Disposizioni attuative dell'art. 2, commi 2, 3 e 4, dell'ordinanza del Presidente


del Consiglio dei Ministri n.
3274 del 20 marzo 2003

Ordinanza del Presidente


Gazzetta Ufficiale
del Consiglio dei Ministri Disposizioni urgenti di pron. 26 del 2 febbraio
(Ordinanza 23 gennaio tezione civile.
2004
2004, n. 3333)
Decreto Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti n. 113/AG/30/15
del 28 gennaio 2004
Decreto del Capo di
Dipartimento della Protezione Civile n. 123 del
22 gennaio 2004

Nomina di una commissione


destinata alla redazione del
T.U. norme tecniche

Nomina di un Gruppo di
lavoro destinato ad aggiornare le tematiche contenute
nellOrd. 3274

prosegue alla pagina successiva


9

Calcolo Strutturale e nuova normativa

continua dalla pagina precedente


Normativa

Titolo

Elementi informativi sulla


Ordinanza del Presidente del
Consiglio dei Ministri n. 3274
del 20 marzo 2003, recante
Nota esplicativa del
Primi elementi in materia di
Dipartimento della Procriteri generali per la classifitezione Civile del 29
cazione sismica del territorio
marzo 2004
nazionale e di normative
tecniche per le costruzioni in
zona sismica (Gazzetta Ufficiale n. 105 del 8.5.2003)

Data
Pubblicazione/
Approvazione

Note

Decreto Legge 28 maggio 2004, n. 136


Disposizioni urgenti per
garantire la funzionalit di
taluni settori della pubblica amministrazione.

Art. 5 - Normative tecniche


in materia di costruzioni (Le
Disposizioni urgenti per
Gazzetta Ufficiale norme tecniche per le cogarantire la funzionalit di
n. 124 del 28 mag- struzioni devono essere
taluni settori della pubblica
approvate di concerto tra
gio 2004
amministrazione.
Dipartimento della Protezione Civile e C.S.LL.PP. )

L. 27 luglio 2004 , n. 186

Gazzetta Ufficiale
Conversione in Legge del
n. 175 del 27 luglio
D.L. 28 maggio 2004 , n. 136
2004

Ordinanza del Presidente Differimento all8 maggio 2005 Gazzetta Ufficiale


del Consiglio dei Ministri dellentrata in vigore esclusiva n. 269 del 16 no(Ordinanza n. 3379)
dellOrdinanza 3274
vembre 2004
Ordinanza del Presidente Differimento all8 agosto 2005 Gazzetta Ufficiale
del Consiglio dei Ministri della entrata in vigore esclu- n. 107 del 10 mag(Ordinanza n. 3431)
siva dellOrdinanza 3274
gio 2005
Ordinanza del Presidente Differimento all8 ottobre 2005 Gazzetta Ufficiale
del Consiglio dei Ministri della entrata in vigore esclusi- n. 181 del 5 agosto
(Ordinanza n. 3452)
va dellOrdinanza 3274
2005
Art. 14 undevicies - Modifica
dellart. 5 della L. 186 con
Conversione in Legge, con Gazzetta Ufficiale
lintroduzione di un regime
L. 17 agosto 2005, n. 168 modificazioni,
del
D.L. n. 194 del 22 agotransitorio di 18 mesi per le
115/2005
sto 2005
Norme Tecniche per le
Costruzioni.

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Approfondimenti di calcolo

Approfondimenti di calcolo
Principi di base dellanalisi modale: spettri di risposta e fattore di
struttura - Calcolo di sollecitazioni e spostamenti con gli stati limite
Ing. Antimo Bencivenga
Ricerca e Sviluppo C.S.I. s.r.l.
Bari, 30 marzo 2005
Il motivo di questa breve digressione teorica nasce dallaver riscontrato,
nella nostra esperienza di sviluppatori di software, che alcuni concetti e
teorie che lOrdinanza da per scontati, non sempre fanno parte del bagaglio culturale di tutti i tecnici.
Molti di noi, infatti, si sono laureati da molto tempo, altri si sono specializzati in altre branche della professione, ecc..
Abbiamo ritenuto utili questi brevi cenni per dare a tutti la possibilit di
seguire meglio il prosieguo del convegno.
I concetti esposti sono basilari per la comprensione della Nuova Normativa Sismica, sia che entri in vigore lOrdinanza, il Testo Unico o quello
che sar, perch, in ogni caso, dovremo fare lanalisi dinamica, le verifiche
agli Stati Limite e via dicendo.

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Calcolo Strutturale e nuova normativa

Equilibrio dinamico
F=M*A
1) M * A(t) + K * x(t) = F(t)
Am

2) M * (At(t) + Am(t)) + K * x(t) = 0


K

3) M * Am(t) + K * x(t) = - M * At(t)

At

Fig. 1

Partiamo dallAnalisi dinamica. La prima legge da cui si parte il


famoso 2 Principio della Meccanica, che sicuramente conosciamo tutti:
F=m*a
Esso ci dice che se abbiamo una massa m completamente sospesa e ad
essa applichiamo una forza F, la massa accelerer di una accelerazione
a e le quantit F ed il prodotto m * a saranno uguali tra loro.
Facciamo un successivo passo e vediamo cosa accade alla prima struttura
in Fig. 1. La massa m ora non pi sospesa in aria ma sta alla sommit
di unasta dotata, a sua volta, di una rigidezza che indicheremo con K.
Se applichiamo alla massa una forza F, avverr che non solo la massa
accelera ma si sposter anche lasta, cui essa solidale, di una certa
quantit x. Quindi stavolta la forza esterna F che prima era uguale ad m
* a adesso sar uguale a:
m*a+K*x=F
La relazione 1) di Fig. 1 dice che ci deve essere equilibrio tra la forza
che noi applichiamo e le altre due forze che nascono, una di tipo inerziale m * a laltra di tipo elastico k * x e, poich questo vero al variare del tempo t, possiamo scrivere che:
m * a(t) + K * x(t) = F(t)

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Approfondimenti di calcolo

Consideriamo ora la seconda struttura di Fig. 1 in cui stata tolta la forza F e si suppone che si muova il terreno alla base. Se la forza non c,
il secondo membro diventa uguale a 0 e, poich se si muove il terreno
alla base, il movimento si trasmette anche alla massa m, possiamo dire
che laccelerazione totale che subisce la massa data dalla somma di
due accelerazioni: quella del terreno at(t) e quella della massa rispetto
alla base am(t), ottenendo la relazione n. 2). Modifichiamo la 2) portando at(t) (laccelerazione del terreno) al secondo membro ottenendo la relazione 3), che confrontata con la 1) fornisce:
F = - m * at(t)
, quindi, come se volessimo studiare la nostra struttura soggetta a una
forza F pari alla massa per laccelerazione del terreno.
Questequazione molto semplice, ricavata su una struttura altrettanto
semplice, ci d lidea di quelle che sono le forze in gioco, anche se non
possiamo utilizzarla per le strutture reali.

Analisi dinamica modale


Analizziamo il sistema in assenza di azioni esterne:
M * A(t) + K * x(t) = 0

Poniamo: =

K /M

Al tempo 0 spostamento X0 e velocit V0; integrando:


1) X(t) = V0 sin(t)/ + X0 cos(t)
Periodo =

2 / = 2 M / K

Dipende da K e da M

Frequenza = inverso del periodo


Lequazione 1 rappresenta una oscillazione libera (in assenza cio di forze del
sistema) e viene detta anche Modo naturale di Vibrazione.

Fig. 2

Facciamo un piccolo passo teorico in avanti, togliendo sia la forza esterna che laccelerazione del terreno e lasciando solo le forze inerziali
ed elastiche, la cui somma viene posta = 0. Questa unequazione differenziale di secondo grado perch laccelerazione la derivata seconda
dello spostamento. Se in questa equazione differenziale fissiamo i valori iniziali della velocit e dello spostamento ad un tempo 0 ed integriamo, otterremo la formula n. 1) in Fig. 2.
13

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Tale formula descrive la legge dello spostamento della struttura nel


momento in cui, ad un tempo iniziale 0, diamo uno spostamento X0
ed una velocit V0, laddove si posto = K M e cio la radice quadrata della rigidezza diviso la massa.
Lequazione 1), rappresentata in un piano cartesiano xy, semplicemente un moto armonico che, poich stiamo trascurando tutti gli effetti
dello smorzamento, prosegue indefinitamente.
Questo moto armonico caratterizzato da alcune cose: la prima il
periodo. Basta immaginare per un attimo la mensola che si muove avanti e indietro: il periodo il tempo che intercorre tra due posizioni
uguali successive; in questa formula il periodo 2 e cio
2 M K

Da essa si nota che il periodo dipende in modo diretto (anche se sotto


radice quadrata) dalla massa e in modo inverso dalla rigidezza; ci ha
una grande importanza, come preciseremo meglio tra poco. Resta il
concetto-base che una struttura molto rigida avr un periodo proprio di
vibrazione basso mentre una struttura con una grande massa avr un periodo elevato, cose del resto abbastanza intuitive.
Ragionando in termini di frequenza, che linverso del periodo, ossia il
numero di oscillazioni compiute nellunit di tempo. Si ha che una
struttura molto rigida compie numerose oscillazioni al secondo, mentre
una pesante ne compie poche. Questo moto, oltre che dal periodo,
caratterizzato dallampiezza, cio dagli spostamenti massimi.
Lequazione 1) descrive quello che si chiama modo naturale di vibrazione del sistema. Abbiamo certamente sentito parlare di modo di vibrazione e mi auguro che il concetto risulti chiaro. Tuttavia un richiamo pu essere ugualmente utile.
Quello descritto il modo naturale di vibrazione del sistema, cio un sistema in assenza di forze e per una struttura molto semplice. Ma cosa
accade quando le strutture cominciano a diventare pi complesse? Il discorso si complica ma non eccessivamente.
Supponiamo che per un attimo la nostra mensola, oltre alla massa in sommit, ne abbia unaltra anche in mezzeria. Dando limpulso alla massa in al14

Approfondimenti di calcolo

to avremo un certo modo di vibrazione ma, se lo diamo alla massa al centro


della mensola, il modo di vibrare sar certamente diverso dal semplice pendolo che oscilla, e quindi nato un secondo modo naturale di vibrazione.
Possiamo riassumere che in una struttura contenuta in un piano, con un
solo tipo di movimento, abbiamo tanti modi naturali di vibrazione per
quante sono le masse che si possono muovere.
Questo discorso dei modi naturali di vibrazione importantissimo e, anche se tralascio completamente i passaggi matematici, deve restare il seguente concetto: quando ci si trova in presenza del sisma andremo a conoscere i singoli modi di vibrazione della nostra struttura reale che, opportunamente combinati tra loro, ci diranno cosa accade in essa struttura.

Modi di vibrazione
Per un modo di vibrazione consideriamo solo leffetto massimo (che si ripete
ciclicamente in funzione del periodo T1). Supponiamo ad esempio che tale
effetto sia il taglio alla base, chiamato F1.
Una struttura reale ha molte masse, per ognuna delle quali possibile ripetere il ragionamento precedente e, quindi, avremo tanti modi di vibrazione, ognuno caratterizzato da un periodo Ti e da un effetto massimo Fi.
Levento sismico ha leffetto di eccitare tali modi di vibrazione con il risultato
di trasformare il moto armonico teorico in un moto irregolare, ma comunque
caratterizzato, ad un certo istante, diverso per ogni modo di vibrazione, dal
raggiungimento del massimo.

Fig. 3

Ritornando un attimo alle strutture reali, quando si ha unaccelerazione


del terreno, ovvio che tutte le masse comincino contemporaneamente
a vibrare, ma quello che accade nella struttura comunque una combinazione di quello che accade nei singoli modi di vibrazione. Pertanto
conoscendo i singoli modi di vibrazione si riesce (e vedremo poi in che
modo) a conoscere il comportamento dellintera struttura. Ancora un
paio di osservazioni sui modi di vibrazione prima di passare al discorso
sulle loro combinazioni.
I modi di vibrazione non sono tutti uguali tra loro, nel senso che per la
posizione che hanno le masse allinterno della struttura ed altri motivi
simili, ce ne sono alcuni che sono pi importanti ed alcuni meno.
15

Calcolo Strutturale e nuova normativa

intuitivo che se applico un impulso ad una massa che sta in alto, mi si


mobilita tutta la massa della struttura mentre, se ho una massa molto vicina allincastro, limpulso dato ad essa probabilmente non si ripercuote
sulle altre masse. Ogni modo di vibrazione caratterizzato, quindi,
dallavere la sua, chiamiamola cos, importanza.
Il secondo aspetto da prendere in considerazione che ogni modo di
vibrazione un movimento continuo e, in ogni istante, caratterizzato
dal suo effetto, nel senso che in ogni istante varia, ad esempio, il taglio alla base. Ai fini del calcolo non ci interessa seguire tali variazioni
istantanee, ma ci sufficiente poter conoscere leffetto massimo.
Inoltre, poich ogni modo di vibrazione ha un periodo diverso, tale effetto massimo non si verificher contemporaneamente per ogni modo.
Quale allora il valore, ad esempio, del taglio alla base rappresentativo
dellevento sismico che prenderemo in considerazione per effettuare i
nostri dimensionamenti?
Il discorso strettamente statistico: considerando ogni modo come un evento indipendente, il valore pi probabile di una serie di valori indipendenti
tra loro la radice quadrata della somma dei quadrati dei singoli valori.

Combinazione dei modi di vibrazione a)


Evento sismico: cosa succede?
Simultaneit modi vibrazione
Simultaneit modi vibrazione
NON simultaneit massimi
Ragionamento di tipo probabilistico (valori sempre positivi):
1) Radice quadrata della somma dei quadrati (SRSS)
2) Combinazione quadratica completa (CQC)
Si sceglie in funzione dei periodi dei modi di vibrazione:
a) Periodi ben differenziati
va bene la SRSS
b) Periodi vicini (< 10%) obbligatoria la CQC
La CQC fornisce valori pi alti della SRSS

Fig. 4

Se, ad esempio, una struttura con tre modi di vibrazione comincia a oscillare per effetto del sisma, avr che il primo modo fornisce una sollecitazione
di 5000, il secondo di 3000 ed il terzo di 1000, ma non nascer, per questo,
16

Approfondimenti di calcolo

una sollecitazione con valore di 9000 totale perch, avendo i tre modi di vibrazione periodi differenti, i valori massimi nascono in istanti diversi.
Come possiamo calcolare, ad esempio, il valore del taglio alla base con
cui andremo a dimensionare la nostra struttura?
Considerando i modi di vibrazione come una serie di eventi indipendenti (molto diversi luno dallaltro), faremo un ragionamento di tipo probabilistico. Se facciamo la radice quadrata della somma dei quadrati otterremo, come valore pi probabile, circa 6000 e non 9000.
Si sono supposti eventi indipendenti, ma lOrdinanza introduce una importante puntualizzazione: se i modi di vibrazione sono vicini tra loro,
non si possono pi definire totalmente indipendenti. Quindi la combinazione SRSS (Square Root of Square Sum - radice quadrata della
somma dei quadrati) non va pi bene e bisogna usare la combinazione
CQC (Combinazione Quadratica Completa).
I valori ottenuti con la combinazione CQC sono sempre maggiori di quelli
ottenuti con la combinazione SRSS. Di quanto sono maggiori i valori calcolati con la SRSS dipende da quanto sono vicini i periodi (vedi Fig. 4).
Riassumendo, per periodi ben differenziati fra loro, va bene la SRSS
(radice quadrata della somma dei quadrati), altrimenti bisogna usare necessariamente la CQC (Combinazione Quadratica Completa).

Scelta dei modi di vibrazione


Ogni modo di vibrazione caratterizzato da un Coefficiente di Partecipazione che una misura di quanto eccitabile quel modo rispetto alla totalit
dei modi, in relazione alla direzione del sisma.
Un modo di vibrazione tanto pi importante quanto maggiore la massa
partecipante, in rapporto alla massa totale.
Per essere sicuri di eccitare il 100% della massa totale dovremmo estrarre
tutti i modi di vibrazione
La Normativa italiana impone di eccitare almeno l85% della massa.
I modi pi importanti in genere sono i primi, col periodo pi alto.
Pertanto basta scegliere un numero relativamente basso di modi di vibrazione da estrarre per arrivare all85%.

Fig. 5

Abbiamo detto che i modi non sono tutti egualmente importanti, ma o17

Calcolo Strutturale e nuova normativa

gnuno caratterizzato da un coefficiente, detto coefficiente di partecipazione. In un certo senso siamo fortunati perch i modi di vibrazione vengono estratti in ordine di importanza e i primi sono sempre i pi importanti.
Perch dico che siamo fortunati? Prima ho detto che se abbiamo tre masse che si possono muovere in una direzione abbiamo tre modi di vibrazione indipendenti. Poich, normalmente, schematizziamo le strutture con
le masse concentrate nei nodi, per una struttura con 500 nodi (niente di
eccezionale) abbiamo gi 500 masse. Considerando il sisma in direzione
X ed in direzione Y ci sono 1000 modi di vibrazione da estrarre.
La procedura di estrazione dei modi di vibrazione molto onerosa dal
punto di vista computazionale per cui, se fossimo costretti ad estrarre
tutti i 1000 modi di vibrazione, avremmo grossi problemi. Ci viene in
aiuto il fatto che i modi con periodi pi alti (i primi) sono i pi importanti e, poich la normativa italiana consente di fermarci quando sono
state eccitate l85% delle masse, avremo un significativo risparmio di
tempo e di lavoro.
Nellesempio precedente, se il modo pi importante fosse quello relativo alla massa vicino allincastro ed avessimo calcolato soltanto quello,
avremmo ottenuto una sollecitazione alla base di 5000 (veramente bassa) e, quindi, non avremmo ben dimensionato la struttura. Pertanto il
concetto finale : raggiungere almeno l 85% delle masse eccitate. Per
raggiungere questo obiettivo importante fare una piccola differenziazione a livello di schematizzazione.

Combinazione dei modi di vibrazione b)


In una struttura con molti modi di vibrazione, quanti ne devo usare?
Pochi modi, calcolo breve, ma rischio di sottostimare leffetto.
Molti modi (al limite tutti), calcolo lungo
Struttura schematizzate con impalcati infinitamente rigidi:
Modi totali = piani * 3 (possibile il calcolo di TUTTI i modi)
Struttura schematizzata con impalcati deformabili:
Modi totali = numero masse * 3
Se con 40, 50 modi non si arriva all85%, c qualche problema.
Masse a quota 0, masse su parti rigide etc

Fig. 6
18

Approfondimenti di calcolo

Quando la struttura ha impalcati piani con determinate caratteristiche


noi normalmente li schematizziamo, in fase sismica, come infinitamente rigidi nel loro piano. Ci vuol dire che tutte le masse dei nodi a quel
piano in realt le portiamo in un solo nodo, magari fittizio, che il baricentro delle masse al piano stesso.
Naturalmente dobbiamo aggiungere i momenti di trasporto di queste
masse perch le posizioniamo tutte in questo unico nodo.
Cos schematizzata, la struttura ha soltanto tre modi di vibrazione: traslazionale nelle due direzioni X ed Y e rotazionale intorno a Z. Quindi, per
una struttura di 5 piani schematizzata ad impalcati infinitamente rigidi,
abbiamo 15 modi di vibrazione in totale. Essendo pochi, possiamo considerarli tutti essendo cos sicuri di estrarre il 100% della massa eccitata.
Se, invece, la stessa struttura schematizzata con impalcati deformabili,
ogni nodo ha la sua massa e, poich ogni nodo ha due modi di vibrazione (uno in X e laltro in Y), avendo 500 nodi, i modi possibili di vibrazione saranno 1000.
Come anticipato, per, i modi pi importanti sono i primi e, se la struttura abbastanza regolare, un numero relativamente basso di modi di
vibrazione dovrebbe metterci gi in grado di raggiungere l85% di massa eccitata.
Quantificare la frase relativamente basso sempre cosa complessa.
Giusto per dare un ordine di grandezza, un numero compreso tra i 20 e i
50 modi di vibrazione dovrebbe essere sufficiente per eccitare sempre
l85% delle masse.
Se questo non avviene probabilmente c qualche problema di schematizzazione, nel senso che i modi successivi ai primi 50 evidentemente
sono relativi a masse in vicinanza di parti vincolate della struttura.
Se si vanno a prendere masse in prossimit dei vincoli di fondazione,
ovvio che non si riescono ad eccitare le masse pi in alto e, quindi, il
contributo di quel modo praticamente nullo.

19

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Gli spettri di risposta


Lo spettro di risposta traduce laccelerazione al suolo nellaccelerazione della
massa strutturale.
Dati sperimentali

Interpolazione

Formule Normativa

T
S e (T ) = a g S 1 +
( 2,5 1)
T

Fig. 7

Linquadramento generale dellanalisi dinamica pu essere sintetizzato


con quanto esposto sinora. Vediamo ora come, nella normativa italiana,
viene prescritto di portare in conto lanalisi dinamica.
Il concetto fondamentale che bisogna conoscere quello relativo allo
Spettro di Risposta. Lo Spettro di Risposta , in sostanza, una funzione
con cui la normativa, noto che sia il periodo di vibrazione della struttura, ci consente di conoscere laccelerazione delle masse in elevazione.
Aggiungo che questa la modalit pi diffusa di rappresentazione dello
spettro, ma non lunica.

Spettri elastici e di progetto


S(t) = F(Terreno) * F(Smorzamento) * Ag
Accelerazione al suolo Ag = rapporto diretto con lo spettro
Terreno soffice
valori pi alti e forma pi allungata
Smorzamento elevato = valori pi bassi
Gli spettri definiti dalla Normativa sono:
Spettro di risposta elastico, orizzontale e verticale
Spettro di risposta di progetto allo SLU, orizzontale e verticale
Spettro di risposta di progetto allo SLD, orizzontale e verticale

Fig. 8
20

Approfondimenti di calcolo

Gli spettri di risposta vengono costruiti in modo sperimentale osservando molti accelerogrammi registrati durante gli eventi sismici che vengono poi interpolati con una funzione matematica che quella riportata
nella normativa.
La risposta della struttura dipende sostanzialmente da 3 fattori: innanzitutto laccelerazione del suolo (quanto pi il suolo si muove tanto maggiori saranno le forze che nascono), la zona a cui esso si riferisce ed, infine, il grado di consolidamento del terreno.

Spettro elastico
Lo spettro fornisce le accelerazioni massime registrabili.
Valori elevati: non utilizzato direttamente, ma per ricavare quelli di progetto allo
SLU e allo SLD.
Spettri di risposta per sisma orizzontale:

0 T < TB Se (T ) = ag S 1+ ( 2,5 1)
T

TB T < TC

Se (T) = ag S 2,5

TC T < TD Se (T) = ag S 2,5 TC


T

TD T

T T
Se (T) = ag S 2.5 C 2 D
T

= 10/(5 + ) 0,55

Smorzamento viscoso equivalente in %

=1 per =5%

Fig. 9

Se osserviamo in Fig. 9 landamento qualitativo degli spettri, in corrispondenza dei massimi c, infatti, un tratto piano, detto plateau. Ci
vuol dire che c un certo intervallo di periodi per i quali la risposta della struttura massima. Di conseguenza anche le accelerazioni che nascono e, quindi, le forze sono massime. Un terreno soffice non solo amplifica le accelerazioni subite dalle masse, ma amplifica anche il tratto
ad andamento costante dello spettro.
Gli spettri sono costruiti con quattro tratti, separati da valori-limite del
periodo Tb,Tc e Td riportati in Ordinanza e visibili in Fig. 9. Il tratto
21

Calcolo Strutturale e nuova normativa

compreso tra Tb e Tc quello ad andamento costante e, passando da un


terreno molto consistente (ad es. il calcare fratturato) ad uno meno consistente, il coefficiente S passa da 1 a 1,35 e lintervallo Tc-Tb aumenta.
LOrdinanza definisce tre diversi tipi di spettro: lo Spettro Elastico,
quello allo Stato Limite Ultimo e quello allo Stato Limite di Danno.
Esaminiamo lo Spettro Elastico. Esso fornisce le forze che nascono se
la struttura rimane in campo elastico.
Tali forze risultano molto elevate. Per un terreno consistente, infatti, il
valore pi basso si aggira intorno a 0.6 g; in tal caso la struttura, in
campo elastico, risulta soggetta ad azioni orizzontali pari addirittura al
60% delle forze verticali. , quindi, evidente che lo spettro elastico non
pu essere adottato come spettro di progetto.

Spettro di progetto allo SLU


(Spettro elastico con smorzamento 5) / Q = Spettro di progetto allo SLU
Q alto
Forze basse
Q = Fattore di struttura: dipende da:
Materiale
Per il C.A. valgono le seguenti considerazioni:
Tipologia strutturale (Q telai > Q setti/pareti > Q nuclei)
Regolarit strutturale (Q Regolare > Q Irregolare)
Classe di duttilit scelta (Q Classe Alta > Q Classe Bassa)
Per una stessa struttura Q pu variare moltissimo:
Telaio + piani + campate regolare in altezza in CDA

Q = 5 .8 5

Telaio + piani + campate NON regolare in altezza CDB

Q = 3. 28

Fig. 10

Vediamo come, in realt, si impiegano i valori forniti da tale spettro.


Dobbiamo tenere conto di un aspetto fondamentale: la duttilit globale.
Sottoponendo la nostra struttura a forze via via crescenti, quando la
prima sezione di unasta raggiunge il suo momento ultimo, la struttura
non collassa, essendo molte volte iperstatica. Possiamo continuare a incrementare le forze, raggiungendo il momento ultimo in altre sezioni,
fino a quando si genera una labilit che porta la struttura al collasso.
Ad esempio, se una struttura in grado di resistere in campo elastico
(immediatamente prima che si formi alcuna cerniera plastica) per una
22

Approfondimenti di calcolo

forza pari a 1000, questa sar in grado di non collassare fino ad una forza molto maggiore (ad es. di 5000), pur essendo ormai abbondantemente in campo plastico. Di questo effetto occorre tenere conto.
La capacit di resistenza della struttura dopo il superamento della soglia
elastica detta Duttilit. Questa definizione, non del tutto rigorosa,
consente di introdurre il significato del fattore di struttura, che una
misura della duttilit strutturale; pi alto il fattore di struttura, pi la
struttura duttile.
importante sottolineare che non esiste un metodo diretto di calcolo
del fattore di struttura, ma esso di derivazione empirica ed funzione
delle tipologie strutturali. In realt si procede proprio in questo modo: le
forze calcolate applicando lo spettro elastico vengono applicate alla
struttura previa riduzione del Fattore di Struttura.
Il Fattore di Struttura non un numero univoco ma dipende dalla duttilit della struttura che, a sua volta, dipende dalla sua tipologia (a telai, a
parete, in calcestruzzo o in c.a. o in muratura), dallintroduzione di accorgimenti costruttivi particolari, dallapplicazione del criterio della gerarchia delle resistenze e cos via.
La normativa premia le strutture molto duttili consentendo di adottare
un fattore di struttura (generalmente indicato col simbolo q) pi alto e,
di conseguenza, forze pi basse.
Se non si vogliono perseguire queste caratteristiche di duttilit si dovranno adottare Fattori di Struttura pi bassi e, quindi, si progetteranno
le strutture con forze pi alte.
Vediamo di dare degli ordini di grandezza qualitativi: il fattore q per una
struttura a telai maggiore di una struttura a pareti, che a sua volta
maggiore di una struttura a nuclei. Inoltre q pi alto se la struttura regolare e/o se si progetta in Classe di Duttilit Alta (con il rispetto di regole onerose) anzich in Classe di Duttilit Bassa (con regole meno onerose).
Volendo dare, invece, degli ordini di grandezza quantitativi, per una
struttura a telai, a pi piani, a pi campate, regolare in altezza e progettata in CDA si ha un valore di q = 5.85 mentre, per una struttura a pi
piani, a campate non regolari in altezza e progettata in CDB si ha q =
3.28 (le forze quasi raddoppiano).
23

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Spettro di progetto allo SLD


Esclusivamente per effettuare la verifica degli spostamenti (4.11.2)
Pari allo spettro elastico / 2.5
Con gli spostamenti calcolati allo SLD si effettuano le verifiche:
a) per edifici con tamponamenti collegati rigidamente alla struttura che interferiscono con la deformabilit della stessa dr < 0.005 h
b) per edifici con tamponamenti progettati in modo da non subire danni a
seguito di spostamenti di interpiano drp , per effetto della loro deformabilit intrinseca ovvero dei collegamenti alla struttura dr < drp < 0.01 h
In funzione delle caratteristiche della struttura, la verifica allo SLD pu essere
pi penalizzante di quelle allo SLU e viceversa.

Fig. 11

Laltro spettro di progetto che viene introdotto quello allo Stato Limite di Danno. Per ottenere lo Spettro allo Stato Limite di Danno
lOrdinanza indica di dividere per 2,5 i valori dello Spettro Elastico.
Con i valori cos ottenuti si effettua la verifica allo Stato Limite di Danno, mirata al contenimento degli spostamenti per un sisma di intensit
pi bassa e che, quindi, ha una probabilit di accadimento pi alta.
Di tale verifica e delle problematiche connesse parler diffusamente il
prof. Ramasco.
Qui voglio sottolineare solo che le verifiche allo Stato Limite Ultimo ed
allo Stato Limite di Danno richieste dallOrdinanza hanno pari importanza, dal momento che non detto necessariamente che lo SLU sia pi
penalizzante dello SLD.
Gli spostamenti calcolati allo SLD potrebbero, infatti, essere maggiori
di quelli consentiti sebbene la struttura risulti verificata allo SLD.
In altre parole, esistono strutture che vanno dimensionate ai fini del
contenimento delle deformazioni; ci, ad esempio, era quanto accadeva
con un calcolo alle Tensioni Ammissibili per una struttura in acciaio.
Aggiungo, infine, che, a ben vedere, la verifica allo SLD era gi presente, sia pure in forma leggermente diversa, nel D.M.96.

24

Approfondimenti di calcolo

Combinazioni allo Stato Limite


Verifiche allo SLU
Per sollecitazioni flettenti (N, N-Mx, N-Mx-My)
Per sollecitazioni taglianti
Per sollecitazioni torcenti
Per elementi snelli
Verifiche allo SLE
Stato limite di fessurazione
Stato limite di decompressione
Stato limite di formazione delle fessure
Stato limite di apertura delle fessure
Stato limite delle tensioni di esercizio
Stato limite per tensioni di compressione nel C.A.
Stato limite per tensioni di trazione nellacciaio
Stato limite di deformazione

Fig. 12

Un altro aspetto meritevole di attenzione quello, non nuovo, delle


combinazioni di carico agli stati limite.
Poich siamo ancora abituati a ragionare in termini di tensioni ammissibili, pu essere utile fare qualche puntualizzazione sul concetto di
combinazioni di carico probabilistiche.
Finora, nel calcolo di una struttura sottoposta a carichi, abbiamo sempre
considerato i cosiddetti valori caratteristici. Un valore caratteristico ,
ad esempio, quello di 200 Kg/mq, indicato dalla normativa per il sovraccarico accidentale per civile abitazione.
In un calcolo alle tensioni ammissibili di una trave appoggiata noi prendiamo il momento massimo e, con esso, verifichiamo la nostra sezione.
In altre parole prendiamo il valore caratteristico.
Agli Stati Limite il ragionamento che si fa differente. Si amplifica la
sollecitazione con dei coefficienti di sicurezza (sollecitazione di progetto), si riducono le resistenze dividendole per altri coefficienti (maggiori
di 1) per tenere conto delle varie incertezze, si semiprogettano le armature della sezione in c.a. in maniera che il suo momento ultimo sia maggiore o uguale della sollecitazione di progetto, ottenendo, quindi, un
coefficiente di sicurezza maggiore o uguale dellunit.
25

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Il discorso si complica se, sulla stessa struttura, sono presenti contemporaneamente pi tipologie di carico di diversa natura; cosa che avviene
praticamente sempre: carichi permanenti, carichi accidentali per civile
abitazione, neve, vento, ecc..
Anzich sommare gli effetti (come nei calcoli alle Tensioni Ammissibili) per tenere conto della contemporaneit della loro presenza, essendo
poco probabile che questi risultino presenti col valore caratteristico, si
usano dei coefficienti riduttivi per quelle azioni che non sono considerate di base (vedi Fig. 13). Vale la pena scendere pi nel dettaglio.
In queste combinazioni le sollecitazioni derivanti dalle varie azioni
vengono moltiplicate per un coefficiente di sicurezza , in genere amplificativo (ma non sempre), e per un coefficiente riduttivo, che tiene
conto, in caso di coesistenza di carichi accidentali di diversa natura, della scarsa probabilit che essi risultino tutti presenti nella loro interezza.

Le sollecitazioni agli stati limite


La struttura viene calcolata con le azioni caratteristiche

Le sollecitazioni risultanti vengono incrementate moltiplicandole per un


coefficiente di sicurezza dipendente dalla natura del carico.

In caso di coesistenza di pi azioni si applica a ogni sollecitazione derivante da un carico accidentale un coefficiente riduttivo per tener conto della
ridotta probabilit di contemporaneit delle azioni.

Tutte le possibili combinazioni, allo SLU, devono essere ricavate da:


i=n

Fd = g Gk + p Pk + q Q1k + ( 0i Qik )
i=2

Fig. 13

Esaminiamo il coefficiente facendo riferimento al D.M. 96. La formula di Fig. 13 quella che ci dice come calcolare le sollecitazioni allo
stato limite. In essa vengono indicati con Gk i carichi permanenti, con
Pk gli eventuali carichi dovuti a precompressioni e con Qk i carichi accidentali.
Il significato di questa formula : prendiamo una tipologia di carico accidentale alla volta fra quelli presenti (civile abitazione, vento, neve)
26

Approfondimenti di calcolo

e facciamolo diventare il carico di base Q1k, moltiplichiamo gli altri


carichi accidentali per i coefficienti riduttivi e sommiamoli.
Tale somma va, a sua volta, moltiplicata per il coefficiente di sicurezza
q che pu assumere i valori 1,5 oppure 0 (fra poco vedremo perch) e
sommiamo, infine, il tutto alla sollecitazione dovuta ai carichi permanenti moltiplicata per g, che pu assumere i valori 1 oppure 1,4. Per
semplicit abbiamo tralasciato la precompressione.
Per quale motivo g e q possono assume valori diversi? Ricordiamo
che g e q sono coefficienti di sicurezza. Se, ad esempio, vogliamo verificare la sezione di mezzeria di una trave per il momento che tende le
fibre superiori, poich il carico permanente mi da un momento che tende le fibre inferiori, sarebbe illogico incrementare questo effetto migliorativo per 1,4. Ci si deve, pertanto, limitare a moltiplicarlo per g=1.
Stesso concetto per linsieme dei carichi accidentali (quello racchiuso
fra le parentesi quadre) i quali potranno essere affetti dal coefficiente q
che pu assumere un valore pari ad 1,5 oppure 0 se leffetto dovesse essere peggiorativo per la verifica che si sta conducendo in quel momento.
Quanto detto sufficiente per farci capire che costruire tali combinazioni un tantino complesso. Se aggiungiamo anche il fatto che ciascun
carico accidentale dovr, a rotazione, indossare i panni di carico di base, intuiamo che il numero di combinazioni spesso elevatissimo.

Ricerca minimi e massimi


Dati: sollecitazioni caratteristiche per ogni condizione di carico
Ricerca massimo valore positivo:
1) Scelta di una condizione di carico accidentale: se il valore della sollecitazione > 0, moltiplicarla x 1.5, altrimenti x 0.
2) Tutte le sollecitazioni derivanti da carichi permanenti saranno moltiplicate x
1.4 se positive, per 1 se negative.
3) Tutte le sollecitazioni dovute a carichi accidentali (diverse dalla prima) saranno moltiplicate x 1.5 e per il coefficiente riduttivo se positive, altrimenti x 0.
4) Ripetizione dei passi 1), 2) e 3) per tutte le altre condizioni di carico accidentale.
Il ragionamento speculare per cercare il minimo valore negativo.

Fig. 14
27

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Sollecitazioni allo SL > Tensioni ammissibili


S1 (per carichi permanenti) = 2500 Nm
S2 (per carichi accidentali) = 1000 Nm
S3 (per effetto del vento)

= +/-2000 Nm

Alle tensioni ammissibili:


Sollecitazione massima positiva = 5500 Nm
Sollecitazioni minima negativa = inesistente
Agli Stati Limite:
Sollecitazione massima positiva = 7550 Nm
Sollecitazioni minima negativa = -500 Nm
In ogni caso con i valori massimi e minimi si verifica lelemento.

Fig. 15

Per dare il solito ordine di grandezza, vediamo cosa accadrebbe per una
medesima condizione di carico fra stati limite e tensioni ammissibili.
Supponiamo di avere, in una sezione di mezzeria di una trave, tre valori
delle sollecitazioni: 2500 per carichi permanenti, 1000 per carichi accidentali, +/- 2000 per effetto del vento (il vento pu essere una sollecitazione alternata in segno).
Combinando alle tensioni ammissibili avremo una sollecitazione massima di +5500 [scartando, ovviamente, il valore (2500 + 1000 - 2000) =
1500], per cui semiprogetteremo la nostra sezione.
Combiniamo agli stati limite una volta facendo diventare una volta il
carico accidentale di base, una volta il vento col segno e col pi segno
meno, ottenendo stavolta che la sollecitazione massima positiva 7550
e la sollecitazione minima negativa 500.
Combiniamo agli stati limite assumendo, come carico di base, una volta il carico accidentale, una volta il vento col segno pi ed una volta il
vento col segno meno, ottenendo, questa volta, 7550 come sollecitazione
massima positiva di 7550 e 500 come sollecitazione minima negativa.
Agli stati limite addirittura comparsa una sollecitazione negativa che
tende le fibre superiori; cosa che nelle tensioni ammissibili non compariva.

28

Approfondimenti di calcolo

Le sollecitazioni composte
Per sollecitazioni composte discorso analogo; per ogni sollecitazione elementare ricerca massimi e minimi, quindi verifica con tutte le possibili combinazioni delle sollecitazioni elementari.
Tra tutte le possibili coppie o terne, quale la pi gravosa? Non possibile
saperlo a priori e quindi bisogna verificarle tutte.
Pressoflessione retta:

+Nmax + Mc
+Nmin + Mc
-Nmax + Mc
-Nmin + Mc
+Mmax + Nc
-Mmax + Nc

Combinazioni che facilmente diventano molte nel caso di pressoflessione deviata.

Fig. 16

Finora abbiamo parlato di sollecitazioni semplici, ma il ragionamento, dal


punto di vista matematico, non cambia nel caso di sollecitazioni composte (ad esempio pressoflessione retta/deviata e taglio), nel senso che, ovviamente, ogni coppia o terna va ricavata con un ragionamento analogo.
La complicazione che, ad esempio, in pressoflessione retta non posso
sapere in anticipo quale sia quella pi gravosa.
Devo, quindi, cercare lo sforzo normale N massimo ed il momento M
correlato, poi cercher lN minimo di compressione con il momento
correlato, per poi devo andare a considerare se c sforzo di trazione e
poi fare linverso coi momenti massimi e minimi.
Queste combinazioni possono diventare ancora di pi nel caso della
pressoflessione deviata, per aumentare ulteriormente nel caso di presenza del sisma.
In questultimo caso entra in gioco un altro fattore, in quanto leffetto
massimo del sisma deriva, in analisi dinamica, da una radice quadrata,
quindi senza segno.
Pertanto, si costretti a tenerne conto nelle terne N, Mx ed My una volta con il segno pi ed una volta con il segno meno in tutte le possibili
combinazioni: N + Mx + My; N Mx My e poi occorre cambiare
di segno ad N e ricominciare daccapo e cos via.
29

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Il tutto continua a complicarsi grazie alla presenza delleccentricit accidentale, che deve cambiare anchessa di segno ecc., dando luogo ad
un numero ingente di combinazioni. Questi concetti sono stati riportati
nelle Figg. 17 e 18.

Le combinazioni in presenza di sisma


In presenza di sisma la formula di riferimento la seguente:

I E + G K + P K + i 2iQ Ki

Concettualmente simile a quella vista per il D.M. 96 allo SLU


Notiamo il Fattore di importanza I
I coefficienti probabilistici sono diversi da quelli del D.M. 96
Il calcolo di E viene effettuato con valori ridotti dei carichi.
La sollecitazione sismica, nel caso di analisi dinamica, senza segno.
Ci comporta molte complicazioni nel ricavare le combinazioni con cui verificare lelemento; i valori cio di N, Mx e My non sono pi legati tra loro, ma
sono valori statistici che devono essere presi con tutti i possibili segni.

Fig. 17

La sollecitazione sismica a)
Per sisma X:
Nmax, Nmin
Mxmax

Per sisma Y:
Nmax, Nmin
Mxmax

P e r si sm a Z :
Nmax, Nmin
Mxmax

Mxmin

Mxmin

Mxmin

Mymax

Mymax

Mymax

M y mi n

M y mi n

M y mi n

Le possibili terne per sisma in X sono le seguenti:


Nmax + Mxmax - Mymax
Nmax + Mxmax + Mymax
Nmax - Mxmax + Mymax

Nmax - Mxmax - Mymax

-Nmax + Mxmax + Mymax

-Nmax + Mxmax - Mymax

-Nmax - Mxmax + Mymax

-Nmax - Mxmax - Mymax

Ripetiamo tutto per Nmin


Solo per Sisma X abbiamo 16 terne di valori N, Mx, My

Fig. 18
30

Approfondimenti di calcolo

La sollecitazione sismica b)
Per ogni direzione orizzontale bisogna considerare anche gli effetti
delleccentricit accidentale; ci comporta che si aggiungono altri valori da
considerare nelle combinazioni precedenti.
Tutti questi valori alla fine saranno sommati a quelli dovuti ai carichi verticali, a
loro volta ridotti.
Per una struttura in zona sismica allora:
1)

Calcolo Combinazioni allo SLU secondo il D.M. 96

2)

Calcolo Combinazioni in presenza di sisma

3)

Dimensionamento dellelemento allo SLU

4)

Verifica agli SLE di esercizio in assenza di sisma

Fig. 19

Non occorre dimenticare che lOrdinanza, in ogni caso, coesiste col


D.M. 9/1/1996, per cui le nostre strutture saranno verificate secondo
questo percorso:

Calcolo delle combinazioni allo stato limite ultimo secondo il D.M.


del 96, quindi, in assenza di sisma, con quella formula che abbiamo
visto allinizio.

Calcolo di nuove combinazioni stavolta in presenza di sisma con la


formula riportata al punto 3.3 dellOrdinanza; avremo cos un insieme
di sollecitazioni con cui andare a semi progettare allo stato limite ultimo i nostri elementi quali travi, pilastri, ecc.

Dimensionamento degli elementi strutturali.

Infine essendo sempre valido il D.M. 9/1/1996 agli stati limite di esercizio effettueremo il calcolo delle combinazioni secondo le formule riportate agli stati limite di esercizio.

31

Calcolo Strutturale e nuova normativa

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Eurocodice 8 - Capitolo 5: Costruzioni in calcestruzzo armato

Eurocodice 8 - Capitolo 5: Costruzioni in calcestruzzo armato


Duttilit di una sezione e prescrizioni di dettaglio strutturale
Prof. Ing. Alberto Castellani
Dipartimento di Ingegneria Strutturale del Politecnico di Milano
Milano, 16 maggio 2005

Fig. 1: diagramma elasto-plastico della struttura

Consideriamo un sistema ad un grado di libert, figura 1, sottoposto ad


una forza esterna F.
Il diagramma F-x sia ad esempio di tipo elasto-perfettamente plastico,
con limite del campo elastico nel punto di coordinate Fo xo.
Sia xu lo spostamento al raggiungimento del quale si ha una degrado riconoscibile della struttura.
Il rapporto: = xu / xo definito duttilit della struttura.
La duttilit rappresenta quindi la capacit di resistenza della struttura
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Calcolo Strutturale e nuova normativa

oltre i limiti elastici. Se la struttura non ha un comportamento riconducibile allo schema elasto-perfettamente plastico, e se la forza F una
forza di natura alternata, variabile nel tempo, il comportamento pu essere pi complesso.
Tuttavia ancora si potr individuare un valore dello spostamento xu oltre il quale si ha un degrado limite, ed ancora si definisce duttilit il
rapporto tra xu e lo spostamento al limite elastico xo.

Fig. 2: diagramma momento-curvatura, per una trave inflessa, debolmente armata

LEurocodice stabilisce una gerarchia di schemi strutturali, premiando


gli schemi che meglio riescono a sfruttare la duttilit dei singoli elementi costruttivi, e prescrive il rispetto di alcuni dettagli costruttivi volti
ad assicurare un comportamento duttile per il singolo elemento.
possibile definire la duttilit in termini di curvature. Con riferimento
alla figura 2, ci proponiamo appunto di calcolare la duttilit come rapporto u/o.
Per le strutture in calcestruzzo armato, tutte le prescrizioni di dettaglio
possono essere fatte risalire al comportamento di una trave soggetta a
curvature crescenti.
Richiamiamo che la curvatura ultima prossima alla curvatura alla quale corrisponde Mu, ma non coincide con essa. legata al raggiungimento delle deformazioni limiti del calcestruzzo e dellacciaio che ci accingiamo a richiamare.
Consideriamo una prova di compressione di un cilindro standard, (un cilindro con altezza pari a due volte il diametro), formato da calcestruzzo
non armato, e sprovvisto di armatura trasversale, ovvero non confinato.
La prova di carico sia a controllo di spostamento, in modo da consentire
la rilevazione del ramo discendente del diagramma sforzi-deformazioni.
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Al raggiungimento dello sforzo massimo fc, il cilindro ha un danneggiamento contenuto.


Si pu ritenere che, dopo lo scarico, un successivo ciclo di carico ritrovi
il cilindro pressoch nelle stesse condizioni iniziali.
Viceversa, se si supera la condizione di carico caratterizzata dallo sforzo massimo, e si incrementano ulteriormente le deformazioni, poco oltre c si raggiunge la frantumazione del calcestruzzo.
La deformazione cu, corrispondente al valore di sforzo 0.85 fc, convenzionalmente considerata la deformazione alla quale corrisponde un
danneggiamento irreversibile.
Passando dal cilindro standard ad un elemento strutturale, ancora convenzionalmente si ritiene che sia raggiunta la resistenza ultima
dellelemento qualora la deformazione superi il valore cu.
Se il calcestruzzo confinato, ovvero impedito di deformarsi lateralmente, (per effetto Poisson), il diagramma sforzi-deformazioni ha
landamento qualitativamente indicato nella figura 3, del quale si discuter pi oltre.
Ancora, convenzionalmente, la resistenza ultima dellelemento definita dal raggiungimento della deformazione ccu corrispondente allo sforzo 0.85 fc, ove fc la resistenza a compressione del calcestruzzo non
confinato. Quindi, per quanto riguarda il calcestruzzo u definito dal
raggiungimento di cu o ccu.

fcc = fc (1. + 2.5 w) per w < 0.1/


fc (1.125 + 1.25 w) per w 0.1/
ccu = cu + 0.1 w

Fig. 3: Diagramma sforzi deformazioni per calcestruzzo confinato e non confinato

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Fig. 4: Tipico diagramma sforzi-deformazione di una barra di armatura, in una


prova a trazione

Per quanto riguarda lacciaio di armatura, la figura 4 ricorda il tipico risultato di una prova a trazione con carico crescente monotonamente.
Per un acciaio Fe 440 le deformazioni individuate valgono y 0.2 %;
h 10 y; su 100 y. Il valore su dipende dalla lunghezza del campione in prova.
Attorno alla sezione di rottura il provino presenta deformazioni longitudinali e trasversali molto marcate per un tratto di provino delle dimensioni di qualche diametro, che delimitano la tipica zona di strizione.
Se il carico di natura ciclica alternata, come pu verificarsi in condizioni sismiche, pochi cicli oltre il limite h producono una rottura che
non manifesta strizione.
A parit di lunghezza del campione in prova, la deformazione media alla
rottura << su. Pertanto, per quanto riguarda la armatura, si ritiene che il
limite del comportamento duttile debba essere fissato come s < h. Con
queste premesse si calcoler la duttilit flessionale della trave, facendo riferimento alle usuali ipotesi di calcolo di una trave in calcestruzzo armato.
Consideriamo una sezione di forma rettangolare. I risultati sono validi
anche per sezioni a T se lasse neutro cade nella soletta, poich trascuriamo come di consueto il contributo della resistenza a trazione del calcestruzzo. Per altri casi il calcolo pu essere eseguito in modo analogo.
Indichiamo con u la curvatura ultima e con su la deformazione dellacciaio quando = u.
Ci interesser effettuare il calcolo entro i vincoli alla percentuale di armatura che consentono di mantenere la deformazione su entro dati limiti:
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y < su < h

(12)

Il limite inferiore assicura che al raggiungimento della resistenza ultima


della sezione lacciaio sia gi snervato (condizione che assicura u >> o).
Il limite superiore assicura che non sia ancora cominciato il fenomeno
di incrudimento. In tali condizioni la curvatura al suo limite u perch
il calcestruzzo ha raggiunto la deformazione massima ammissibile cu.
Come di consueto, supponiamo che le deformazioni abbiano una distribuzione lineare lungo laltezza della sezione e sia fsu=fy la sollecitazione
nellacciaio, fcu la sollecitazione media nel blocco di calcestruzzo compresso. Dalla fig. 5 si ha:
Ku =

cu
( su + cu )

(13)

f cu b K u d = As f
Ku =

As f

b d f cu

= p

y
y

f cu

(14)
(15)

avendo indicato con p = As/bd la percentuale di armatura.


Dalle (13), (14) e (15) si ottiene:
fy
cu
cu
< p
<
( h + cu )
f cu ( y + cu )

(16)

La (16) in sostanza una limitazione sulla percentuale di armatura p.


Essa discende dallipotesi (12): se su < y (sezioni fortemente armate),
non si sfrutta la duttilit dellacciaio e quindi si ottiene una minore duttilit globale della sezione, aumentando inutilmente il costo.
Se, daltra parte, su > h (sezioni debolmente armate), pochi cicli di carico producono una rottura dellacciaio fragile, ovvero senza strizione
della sezione.
Per una sezione che rispetta i limiti della (16) il legame tra il momento flettente M e la curvatura ha landamento indicato qualitativamente in fig. 2.
La condizione (16) definisce pertanto i limiti pi opportuni per la percentuale di armatura p. Essa costituisce la base teorica per le limitazioni
allarmatura riportate nellEurocodice 8, o nella Circolare Ministeriale.
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Calcolo Strutturale e nuova normativa

Secondo EC8
p max = p '+

0.0018 f cd
( yd f yd )

Ad es., con fc = 280 kg/cm2; fcu = 200 kg/cm2; cu = 0.003; y = 0.0022;


fy =4400 kg/cm2;
risulta pmax = 0.004 + p
pmin = 0.5 fctm / fyk = 0.00375

Fig. 5: distribuzione di sforzi nelle due condizioni = o e = u.

La figura 5 rappresenta le due distribuzioni di sforzo nelle condizioni = o


e = u. La curvatura o viene raggiunta quando lo sforzo dellacciaio
pari a fy , mentre il calcestruzzo ancora lontano dal suo limite cu . Si
pu dunque calcolare o applicando la teoria lineare e ponendo fs = fy.
Con riferimento alla fig. 5, si ottiene:
As f y =

1
f bkd
2 c

y 1 K
=
K
c

(17)
(18)

Detti ora Es ed Ec i moduli elastici dellacciaio e del calcestruzzo si ha:


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f c = Ec c

f y = Es y ;

(19)

Posto infine Es/Ec = n per le (18) e (19) la (17) diventa:


n p (1 K ) =

1
K2
2

(20)

da cui:
K = ( pn)2 + 2 pn pn

Si ha inoltre:
o =

(21)

d (1 K )

mentre dalla fig. 5 si ricava:


u =

cu
Ku d

(22)

Dalle (20), (21) e (22) si ottiene:


u cu 1 K
=

o y Ku

ed in virt della (15):


=

u cu f cu 1 K
=

p
o y f y

(23)

La equazione cos trovata mostra che la duttilit flessionale cresce con


il crescere di due parametri del calcestruzzo cu ed fcu,. Ci indica che,
al migliorare della qualit del calcestruzzo, cresce la duttilit. Viceversa
la duttilit inversamente proporzionale a tre parametri riferiti
allacciaio: y e fy (i quali sono peraltro definiti dai prodotti in commercio) e p, percentuale di armatura.
Ad esempio, per calcestruzzi normali si pu assumere cu = 0.003 e
fcu = 0.7fc.
Quanto al momento massimo Mu, se si suppone che la risultante delle
compressioni si trovi alla distanza 0.4 Kud dal lembo compresso, si ottiene:
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Calcolo Strutturale e nuova normativa

M u = As f y d (1 0.4 K u )

(24)

ove Ku fornita dalla (16).


Esempio:
p = 1%;
fc = 280 kg/cm2;
fcu = 200 kg/cm2;
cu = 0.003;

y = 0.0022;
fy =4400 kg/cm2;

K= 0.358
u /o = 4

Figura 6

Qualora esista una staffa chiusa, pari a un 10 ogni 10 cm, in grado di fornire quindi una percentuale meccanica di armatura pari a = 0.009Es/Ec =
= 0.09, si pu assumere ccu = 0.0075; fcc = 1.1125 fc. La duttilit flessionale della sezione diviene pari a 11.
Ove esista anche una armatura a compressione, con percentuale p e distanza d dalla fibra pi compressa, si ottiene:
= cu
y

0,7 f 'c (1 K )

f y ( p p' )

(25)

ove:
K = n 2 ( p + p ')2 + 2n ( p + p'd ' / d ) n ( p + p ' )

(26)

Nellesempio precedente, assumendo d = 25 cm; d= 5 cm; p= 0.005,


si ottiene K=0.322 e conseguentemente = u / o = 8.4.
Le equazioni precedenti costituiscono la base teorica per le prescrizioni
che lEurocodice elenca per assicurare duttilit alle sezioni in c.a..
Lequazione mostra che:

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cresce con il crescere di cu, spiegando il motivo delle prescrizioni


sulla percentuale minima di staffe.
cresce con il crescere di fcu, spiegando il motivo delle prescrizioni
sulle resistenze minime richieste per il calcestruzzo.

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cresce con il diminuire di p, spiegando il motivo delle prescrizioni


sul quantitativo massimo di armatura.

cresce con il diminuire di p-p, ovvero con laumentare di p.


LEurocodice prescrive che il valore minimo di p sia pari a p.

Effetto della azione assiale


Consideriamo il caso nel quale esiste solo la armatura tesa.
Calcolo di o. Il procedimento prevede di definire la distribuzione delle
deformazioni, a partire dalla deformazione y dellacciaio teso, scegliendo una curvatura arbitraria, e quindi un K arbitrario. Risulter:

o =

y
(1 K ) d

Lequilibrio alla traslazione conduce alla equazione:


p f y bd + f c K bd / 2 = P

Lequazione di equilibrio ad M consente di calcolare K.

Figura 7

Calcolo di u. Il procedimento prevede di definire la distribuzione delle deformazioni, a partire dalla deformazione cu del calcestruzzo compresso,
scegliendo una curvatura arbitraria, e quindi un Ku arbitrario. Risulter:

u =

cu
(K u d )

Prefissato P, lequilibrio alla traslazione consente di definire Ku.


41

Calcolo Strutturale e nuova normativa

p f y b d + f cu K u b d = P

dalla quale:
Ku =

(P + f y p b d )
( f cu b d )

f y p
fc

P
Po

e quindi:

cu f cu (1 K )
[( P / b d + f y p) y ]

cu (1 k )
( f y p / f c + P / P o) y

Essa mostra che la duttilit flessionale decresce con P/Po. Ritenendo


fyp/fc 0.1, risulta che la duttilit dimezza quando P/Po = 0.1. A parit
di altri parametri, la dipendenza della duttilit da P del tipo in figura:

Fig. 8: diagramma momento-curvatura, per una trave inflessa, debolmente


armata, per diversi valori di P

Mettendo in conto armatura a compressione ed azione assiale, la formula finale vale:


=

cu f cu (1 K )
{[ P / b d + f y ( p p ' )] y}

Questa formula mostra che unazione di compressione P fa diminuire la


duttilit. A parit di dimensioni, una trave soggetta a soli momenti flettenti, avr un comportamento pi duttile di una colonna soggetta a momenti
e ad azione assiale. Ci consente di comprendere il requisito strong column weak beam, alla base della progettazione delle strutture in c.a.
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Eurocodice 8 - Capitolo 5: Costruzioni in calcestruzzo armato

Sezione di forma qualsiasi


Prefissiamo un valore della azione assiale P.
Nel caso generale, con armature su pi livelli, ed una sezione di forma
qualsiasi, occorre suddividere la sezione in rettangoli, con strisce parallele alla direzione presunta dellasse neutro. Prefissata una curvatura
della sezione, e quindi un diagramma delle deformazioni, la condizione
di equilibrio consente di definire la posizione dellasse neutro
Le ipotesi sono quelle di carattere generale per il calcestruzzo armato:

le sezioni ruotino restando piane

il calcestruzzo non reagisca a trazione

il diagramma sforzi deformazioni del calcestruzzo sia il seguente:

fcc = 1 + 2.5w se w < 0.1 /


= 1.125 +w se w 0.1 /
ccu = cu + 0.1 w
Figura 9

fcc = 1 + 2.5w se w < 0.1 /


= 1.125 +w se w 0.1 /

ccu = cu + 0.1 w
Figura 9

Figura 10

La funzione in figura 9 ha la seguente espressione analitica:


43

Calcolo Strutturale e nuova normativa

f = Ec + [

( f cc E c cc1)
2
cc1

] 2

f = ( f cc + k 2 cc1) k 2

ove k 2 =

per < cc1


per > cc1

(0.85 f c f cc )
( ccu cc1)

La compressione al picco cc1 non rappresenta la deformazione ultima al


collasso del calcestruzzo, utilizzabile per il calcolo della duttilit della
sezione in termini di curvatura.
Questultima convenzionalmente reputata pari alla deformazione corrispondente al 0.85 fc, con fc resistenza a compressione del calcestruzzo
non confinato. Una formula per tale valutazione data nella figura 1. Il
simbolo usato ccu.
Utilizzando questa od altra funzione f = f(), dalla equazione di equilibrio alla traslazione si determina la posizione dellasse neutro, kd(n).
Lequilibrio alla traslazione si esprime:
kd

b ( x) dx + i A(i ) f s P =0

Una procedura possibile quella di fissare un valore k di tentativo, fino


a quando lequazione risulta soddisfatta.
Se la sezione rettangolare il termine b non dipende da x, e rappresenta
la larghezza della sezione. Se la sezione di forma generica, b = b(x).
Data la distanza dellasse neutro, kd, la curvatura :
o =

y
d (n) kd (n)

avendo assunto che nella armatura pi tesa, alla distanza d(n), sia = y.
Lo sforzo nel livello iesimo di armatura si calcola in base alla deformazione:
i = o (d (i ) kd (n))

fi = i Es se i < y
f i = fy
44

se i > y.

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Analogamente il calcolo di u si riferisce alla configurazione seguente.

Figura 11

u =

cu
kd (n)

avendo assunto che nella fibra pi compressa sia c = cu.


La posizione dellasse neutro si determina ancora con la equazione di
equilibrio:
kd

b ( x) dx + i A(i ) f s P = 0

Esempio per una parete di taglio lunga 3 m, larga 20 cm, con calcestruzzo fc= 300 kg/cm2, e cu = 0.0035.
P -t0
100
200
300

My
207
311
409
500

Mu
354
465
565
651

0.87 10-5
0.96 10-5
1.04 10-5
1.12 10-5

1.23 10-4
0.907 10-4
0.713 10-4
0.587 10-4

Duttilit
14.16
9.37
6.81
5.24

Tabella 1: duttilit con armatura distribuita, figura 12 b

P -t0
100
200
300

My
341
459
569
671

Mu
379
513
639
750

0.87 10-5
0.968 10-5
1.04 10-5
1.12 10-5

3.47 10-4
2.18 10-4
1.3 10-4
0.871 10-4

Duttilit
36.00
22.58
12.48
7.77

Tabella 2: duttilit con armatura concentrata agli estremi, figura 12 a


45

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Le due pareti hanno lo stesso quantitativo totale di acciaio e le stesse


dimensioni geometriche. La staffatura definita da = 0.1 w = 0.05.
Ne risultano fcc = 303, e ccu =0.004.

Figura 12 a: armatura concentrata alle due estremit

Figura 12 b: armatura distribuita

Figura 13. Esempio di calcolo del diagramma M-


46

Eurocodice 8 - Capitolo 5: Costruzioni in calcestruzzo armato

azione assiale 10 t

momenti tm

20
15
10
5
0
0

0,05

0,1

0,15

curvatura 1/m

Figura 14: Sezione nella figura 13. Duttilit flessionale 11.76

azione assiale 40 t

momenti tm

20
15
10
5
0
0

0,01

0,02

0,03

0,04

0,05

0,06

curvatura 1/m

Figura 15: Sezione nella figura 13. Duttilit flessionale 8.09

47

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Prescrizioni Eurocode 8
Si fa riferimento alla formula:
=

cu (1 K )
[ f y ( p p ' ) / f c + P / P o] y

In essa trovano spiegazione la pi parte delle prescrizioni EC8.

Valori minimi di
Leurocodice prescrive: of these regions (defined as the ratio of the
post-ultimate strength curvature at 85% of the moment of resistance, to
the curvature at yield, provided that the limiting strains of concrete and
steel cu and su,k are not exceeded) is at least equal to the following:
= 2qo 1 if T1 TC
= 1+2(qo 1)TC/T1 if T1 < TC
Esempio: edificio qo = 5, T1 = 0.6 s, terreno tipo B , TC = 0.5 s, = 9.

Values of the parameters describing the recommended Type I elastic response spectra

Ground type

TB(s)

TC(s)

TD(s)

A
B

1,0
1,2

0,15
0,15

0,4
0,5

2,0
2,0

C
D
E

48

1,15
1,35
1,4

0,20
0,20
0,15

0,6
0,8
0,5

2,0
2,0
2,0

Eurocodice 8 - Capitolo 5: Costruzioni in calcestruzzo armato

1/(p-p) Duttilit in funzione della armatura a trazione, p, e di


quella a compressione p
Leurocodice prescrive: The reinforcement ratio of the tension zone
does not exceed a value max equal to:
= '+

0.0018 f cd

syd f

yd

with the reinforcement ratios of the tension zone and compression zone,
and , both normalised to bd, where b is the width of the compression flange of the beam. If the tension zone includes a slab, the amount
of slab reinforcement parallel to the beam within the effective flange
width defined in 5.4.3.1.1(3) is included in .

/(p-p) Armatura delle colonne


Leurocodice prescrive:
Columns
(1)P The total longitudinal reinforcement ratio l shall be not less than
0,01 and not more than 0,04. In symmetrical cross-sections symmetrical reinforcement should be simmetrical.
(2)P At least one intermediate bar shall be provided between corner
bars along each

cu Duttilit in funzione della percentuale di staffe


Leurocodice prescrive: The diameter d bw of the hoops (in millimetres)
shall be not less than 6.
b) The spacing, s, of hoops (in millimetres) shall not exceed:
s = min{hw/4; 24d bw; 225; 8dbL} (5.13)
where
dbL is the minimum longitudinal bar diameter (in millimetres); and
hw the beam depth (in millimetres).
49

Calcolo Strutturale e nuova normativa

c) The first hoop shall be placed not more than 50 mm from the beam
end section (see Fig. 5.6)

1/ [+P/Po] Effetto della azione assiale P e prescrizione


strong column/weak beam
Da questa relazione nascono due regole:
1) La grandezza P/Po deve essere limitata a 0.55.
2) La relazione tra e P tale che comunque una colonna ha una dutti-

lit inferiore a quella di una trave, a parit di altre condizioni. Questa


relazione alla base della regola strong column, weak beam.
Questultima regola trova peraltro giustificazione anche nel fatto che
comunque preferibile che non ci siano cerniere plastiche lungo la
linea di trasmissione dei carichi gravitazionali.

Figure 5.6: Transverse reinforcement in critical regions of beams

50

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

I principi della nuova normativa sul calcolo strutturale


Principi generali - Analisi sismica: statica lineare/non lineare, dinamica
lineare/non lineare - Spettri di risposta e fattore di struttura
Prof. Ing. Alessandro De Stefano
Ordinario di Costruzioni in zona sismica, dipartimento di Ingegneria
Strutturale e Geotecnica, Politecnico di Torino

Torino, 23 maggio 2005


In questa occasione prima di tutto voglio ringraziare per lospitalit la
societ ACCA. Senza entrare nel merito specifico del software, mi interessa proporre allattenzione alcuni punti fondamentali.
Il primo che la nuova normativa (per nuova normativa intendo
lordinanza OPCM 3274 aggiornata con OPCM 3316, perch il testo
unico ha una procedura ancora da rispettare prima di diventare norma
ufficiale) ha certamente aspetti controversi ma non c dubbio che abbia
carattere di consistenza e coerenza. I suoi contenuti hanno una ragione
riconoscibile e una base concettuale ragionevole anche se possono essere discussi talvolta per le difficolt applicative.
Il secondo punto importante la convergenza verso il corpo normativo
europeo. Questo un aspetto fondamentale perch, nel quadro della progressiva integrazione europea, deve essere sempre pi agevole linter51

Calcolo Strutturale e nuova normativa

scambio in termini di progettazione e di attivit di impresa. Una qualsiasi


normativa che non si ponga su una linea di convergenza comunitaria ha il
fiato corto e rischia di porci ai margini del contesto europeo.
Leccesso di complessit di una normativa pu comportare rischi di errori progettuali, legati a difficolt interpretative o di comprensione. Talvolta si tratta di errori a sfavore di sicurezza, come studi del passato
hanno evidenziato. Leccesso di complessit pu essere, talora, corretto
senza snaturare la norma e senza attenuarne significativamente il rigore,
ma non sempre ci possibile.
La complessit una sfida perch obbliga a recuperare quella competenza tecnica che normative pi semplici, come quelle a cui siamo abituati, ci hanno fatto perdere. Ci pu rendere pi complicata la vita
dellingegnere civile non specialista, attivo su un ampio spettro di domini tecnici e progettuali diversi. Si porr, prevedibilmente, in modo
pi generalizzato, lesigenza di una maggiore specializzazione delle figure professionali e di una professione intesa come integrazione tra esperti in ambiti disciplinari diversi.
Prima di tutto vediamo la situazione piemontese; noi siamo in una regione di sismicit alquanto bassa; anche la zona attualmente classificata
in categoria 2 in corso di revisione per declassarla alla categoria 3. Le
zone sismiche piemontesi di categoria superiore a 4 sono concentrate in
tre aree: unarea si trova al confine con la Francia e comprende parte
della provincia di Torino e parte della provincia di Cuneo; unaltra area
situata al nord del Piemonte, nel novarese; la terza area si trova
nellalessandrino sud-orientale. Nella gestione piemontese del rischio
sismico si inserisce un delicato equilibrio di competenze tra ARPA e
Protezione Civile regionale che non trova corrispondenza nella generalit delle amministrazioni regionali italiane. LARPA, ente che pu
svolgere ruolo consultivo ma non impositivo, diventa braccio tecnico
dellamministrazione regionale, che opera, provvede e legifera tenendo
conto delle indicazioni tecniche formulate dallArpa. Anche i controlli
sui progetti di costruzioni in zone sismiche avvengono con procedure che
tengono conto della differenza e dualit di ruoli tra le due istituzioni.
52

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Veniamo ora allesame dei contenuti tecnici della normativa.


LOrdinanza della Protezione Civile presenta un aspetto di relativa
ambiguit; nasce con consistenti riferimenti allEurocodice 8, ma non
del tutto chiaro se va intesa come norma prestazionale, al pari
dellEurocodice, o come norma prescrittiva, sul solco della tradizione
di tutte le norme tecniche nazionali precedenti. Quando si parla di
norma prestazionale si prefigura una struttura normativa che contiene, in forma ben distinta e riconoscibile, i Principi e le Regole.
Il primo e pi importante dei principi che la struttura non deve collassare sotto sisma. Le Regole suggeriscono come si pu progettare una
struttura che non collassa. Losservanza delle Regole, formulate in modo esplicito nel codice, garantisce implicitamente il rispetto dei Principi. Tuttavia losservanza delle Regole non obbligatoria ed facolt
del progettista dimostrare di poter ottenere il rispetto dei Principi, con
sicurezza almeno uguale, con scelte e criteri differenti. NellOrdinanza
questa sorta di libero arbitrio non riconoscibile con certezza ed il
carattere di norma prescrittiva sembra prevalere.

Il terremoto
Il terremoto spesso lazione prevalente nel determinare lo stato di
danno o di collasso che il progettista deve saper evitare.

Lazione sismica
Azione sismica scuotimento multidirezionale del suolo.
Azione sismica azione dinamica (le forze inerziali non sono trascurabili
rispetto a quelle statiche).

Rappresentare lazione sismica con un sistema di forze statiche equivalenti non


ha riscontro fisico, ma un espediente per semplificare lanalisi strutturale.
Il terremoto si misura con lintensit (scala Mercalli) o la magnitudo (scala
Richter).

Il terremoto un evento di breve durata (la durata << del tempo che
intercorre tra eventi successivi.
Gli intervalli tra eventi successivi e la probabilit di un evento futuro sono
descrivibili come PROCESSO ALEATORIO DISCRETO.

53

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Lazione sismica uno scuotimento multidirezionale del suolo;


unazione dinamica, ossia le forze inerziali, massa per accelerazione,
non sono trascurabili rispetto alle altre forze in gioco. Rappresentare
lazione sismica con un sistema di forze statiche equivalenti non ha un
vero riscontro fisico, ma un espediente per semplificare lanalisi strutturale, che non tiene conto della rapida variabilit delle forze inerziali.
Il terremoto si misura con lintensit nel sito, che si riferisce alla valutazione soggettiva degli effetti osservabili (scala Mercalli e sue modificazioni) o alla elaborazione di misure di grandezze fisiche oggettive (intensit di Arias e altre simili), o con la magnitudo (scala Richter). La
magnitudo una scala che nasce da osservazioni strumentali sul suolo
ma diventa una stima dellenergia del terremoto nella sua origine; quindi non una misura di intensit nel sito.

Il terremoto come processo aleatorio


Domanda: qual la probabilit che in n anni si verifichi almeno un terremoto di
intensit superiore o uguale ad un valore assegnato?
Se si assume che:
il terremoto sia descritto da un processo stocastico senza memoria;
che i parametri del processo non mutino nel tempo;
la risposta alla domanda viene dalla distribuzione esponenziale:

P[ I I 0 in n anni] = 1 - e t
ove :
1
;
=
TR
TR (Tempo di Ritorno) = intervallo medio tra due sismi con I I 0

Il terremoto un evento di breve durata. La durata molto minore del


tempo che intercorre tra eventi successivi. Gli intervalli tra eventi successivi e la probabilit di un evento futuro sono generalmente descrivibili tramite un processo aleatorio discreto. Ci poniamo una domanda:
quale la probabilit che in N anni si verifichi almeno un terremoto di
intensit superiore o uguale ad un valore assegnato?
Innanzitutto si ammette che il processo stocastico sia senza memoria;
ci vuol dire che levento futuro atteso con una probabilit che non
influenzata dalla storia degli eventi precedenti. Una tale assunzione non
54

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

vera come non vero che i parametri del processo non mutino nel
tempo, ma tali assunzioni sono accettate almeno per la pratica corrente,
nonostante la loro infondatezza, perch gli errori che possono essere
commessi nelle stime di rischio sono considerati ammissibili a fronte di
una maggiore facilit e semplicit di analisi.
La probabilit che, in N anni, si verifichi, almeno una volta, un terremoto pi intenso o uguale ad un valore di soglia prefissato espresso dalla
formula esponenziale sopra indicata, ove il numero medio degli eventi rilevanti nellunit di tempo e t il tempo; non altro che
linverso del tempo di ritorno, definito come il tempo medio che intercorre tra luno e laltro degli eventi rilevanti.

Il problema inverso
Domanda: Qual il Tempo di Ritorno di un terremoto che ha il 10% di probabilit di verificarsi almeno una volta in n anni?

1 1
1
1
= ln
;
ln
n 1 P[I I 0 ] n 1 0,1


n = 1 0 a nni

TR =

n = 50 anni n = 100 anni n = 200 anni

TR
(P[I I0] = 10%)

95

475

95 0

1900

TR
(P[I I0] = 2%)

495

247 5

4 950

1 0000

Accettando per buona la distribuzione esponenziale, questa tabella mi


dice che se si sta studiando un terremoto che ha la probabilit del 10%
di essere superato almeno una volta in 10 anni, quel terremoto ha un
tempo di ritorno di 95 anni. Se, invece, ha la stessa probabilit del 10%
di essere superato almeno una volta in 50 anni il tempo di ritorno, cio
il tempo medio che intercorre tra due eventi di quel tipo, di quasi 500
anni. La probabilit del 10% che un terremoto si verifichi almeno una
volta in 50 anni definisce il terremoto di progetto per le costruzioni ordinarie nuove ai fini della verifica allo stato limite ultimo.
Si pu assumere, in altri termini, che la vita utile di una struttura ordinaria
nuova sia di 50 anni e che si debba progettare quella struttura in modo ta55

Calcolo Strutturale e nuova normativa

le che resista senza crollare a un terremoto che abbia il 10% di probabilit


di essere superato almeno una volta in 50 anni nel sito in cui essa sorge.
Occorrerebbe stabilire che significato abbia in Italia il concetto di vita
utile, posto che in Italia non sussiste un regime di noleggio dei suoli e
le costruzioni durano spesso molto pi a lungo. Una delle accezioni pi
comuni di tipo economico: in 50 anni si suppone che la costruzione
possa essere dimessa senza danno finanziario, delegando ad altri lonere
e la responsabilit di garantirne la sicurezza e la manutenzione, secondo
i nuovi criteri che nel frattempo siano maturati. I costi vivi di costruzione e della gestione dellopera siano stati e hanno gia prodotto utili.
Per verificare lo stato limite di collasso di una costruzione esistente, invece,
a causa della incertezza molto pi alta con cui la struttura conosciuta, il
terremoto di progetto viene definito con maggior prudenza: quello la cui
intensit nel sito ha probabilit del 2% di essere superata almeno una volta
in 50 anni, sempre con riferimento al tipo di processo stocastico semplice
senza memoria e invariante nel tempo, descritto gi in precedenza.
PGA/PGA(475 anni)- qualitativo
1,6

1,4

PGA relativa

1,2

PGA/PGA(475 anni)

0,8

0,6

0,4

0,2

0
0

200

400

600

TR - Tempo di ritorno

800

1000

1200

Il diagramma mostra, qualitativamente, il legame tra TR e PGA. In questo caso:


Se il TR passa da 500 a 100 anni la PGA si riduce di 2,5 volte.
Se il TR passa da 500 a 1000 anni la PGA cresce di 1,4 volte.

56

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

La PGA (Peak Ground Acceleration, ossia Accelerazione di Picco al


suolo) un parametro che si usa frequentemente per definire lintensit
del terremoto di progetto.
Il diagramma della figura precedente, che ha valore puramente indicativo
ed esemplificativo, illustra la possibile dipendenza della PGA dal tempo
di ritorno. Il tempo di ritorno riportato in ascissa, mentre in ordinate vi
una scala relativa PGAR=PGA/PGA0, ove PGA0 rappresenta il valore della PGA del terremoto di riferimento che ha tempo di ritorno di 500 anni.
Lordinata di PGAR vale, quindi, 1 in corrispondenza del valore 500
anni del tempo di ritorno.
Terremoto di progetto (SLU) per le costruzioni ordinarie
Durata della vita attesa di una costruzione 50 anni
Il terremoto di progetto per una costruzione ordinaria ai fini delle verifiche a
SLU ha:
probabilit di occorrenza o superamento del 10% in 50 anni;
tempo di ritorno (TR) di 475 anni

Se vogliamo effettuare la verifica allo stato limite di danno, la normativa tecnica dellOrdinanza della Protezione Civile ci suggerisce di dividere lampiezza massima di accelerazione di riferimento per 2,5.
Il valore di PGAR scende a 1/2,5=0.4 che corrisponde ad un tempo di
ritorno di circa 100 anni. Ci significa assumere che lo stato limite di
danno sia verificato con un terremoto 5 volte pi frequente ma anche
pi debole, rispetto al quale si impone che non avvengano danni non riparabili. Allo stesso modo, aumentare di 1,4 volte lampiezza della risposta mediante il fattore di importanza I, in caso di verifica allo SLU
di una struttura di rilevanza strategica, implica che il terremoto di progetto pi intenso e meno frequente di quello di cui si tiene conto per la
verifica a SLU delle costruzioni ordinarie e che il tempo di ritorno
sensibilmente pi lungo.

57

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Conseguenze della
natura dellazione
sismica

1. Il sisma uno scuotimento multi-direzionale del


suolo
Terremoto di Chi-chi,
Taiwan, 1999

Accelerazione massima: 0.8531g


Velocit massima: 83.40339 cm/sec
Spostamento massimo: 34.74684 cm

Figg. 1 e 2: accelerogrammi in due


direzioni ortogonali

Figg. 3 e 4: velocit e spostamento


nella seconda direzione

Il terremoto uno scuotimento del suolo. Si vedano, per esempio, le registrazioni al suolo (dal sito web Seismosoft, EUCENTRE, Pavia) di un
terremoto che stato molto distruttivo e molto violento, il terremoto di
Chi-chi, Taiwan, 1999.

Azione e risposta
Nel caso statico le forze esterne sono equilibrate dalle forze di richiamo elastico;
Nel caso sismico lequilibrio si stabilisce
tra tre sistemi di forze:
Forze di richiamo elastico;
Forze inerziali;
Forze dissipative;
In una vibrazione forzata la risposta della
struttura pu essere sensibilmente pi
ampia della eccitazione, come si sperimenta facilmente con un semplice pendolo;
Lamplificazione della risposta dipende
essenzialmente dalla natura del suolo e
dalle propriet dinamiche della struttura.

58

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

La struttura che subisce il terremoto un sistema elastico che pu amplificare sensibilmente le ampiezze di spostamento, velocit e/o accelerazione rispetto al proprio supporto. Come si pu vedere dallimmagine,
se teniamo un pendolo con le dita e lo facciamo oscillare con un piccolo
movimento della mano possiamo osservare oscillazioni anche molto
ampie della massa del pendolo.

Lazione sismica: Spettro di risposta


Si definisce spettro ogni diagramma che ha in ascisse frequenze o periodi
Lo SPETTRO DI RISPOSTA riporta in ordinate le risposte massime in accelerazione, velocit o spostamento di un oscillatore semplice in funzione del
suo PERIODO PROPRIO ( T = 2 m k )
m = massa delloscillatore
k = rigidezza elastica

Lo spettro di risposta riporta in ordinate le risposte massime in accelerazione, velocit o spostamento di un oscillatore semplice in funzione del suo
periodo proprio. Loscillatore semplice (SDOF, Single Degree Of Freedom) una struttura costituita da una massa, una molla ed uno smorzatore
viscoso che ha un solo grado di libert. Loscillatore SDOF pu essere rigidamente vincolato al suolo oppure istallato su un carrello mobile che permette di simulare lo spostamento altermo del suolo durante il terremoto.

Sistema elastico ad un grado di libert (SDOF)

59

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Lequilibrio dinamico delloscillatore SDOF definito dallequilibrio di


un sistema di quattro forze: la forza di massa o inerziale, che non trascurabile in ambito dinamico, la forza di rigidezza del richiamo elastico, la
forza dissipativa dello smorzatore, che in realt non somiglia alla forza di
uno smorzatore viscoso e, infine, la forza eccitante applicata dallesterno.

Sistema elastico ad un grado di libert (SDOF)


soggetto ad azione forzante F(t)
La generica struttura soggetta ad
eccitazione dinamica sottoposta a
quattro diverse forze:
Forza eccitatrice
Forza di massa (conservativa)
Forza di attrito viscoso (dissipativa)
Forza di richiamo elastico (conservativa)
Ad ogni istante la risultante delle tre forze deve risultare in equilibrio con la
sollecitazione esterna e deve quindi soddisfare la seconda legge di Newton
per sistemi dinamici.

Costruzione dello spettro di risposta


Risolvendo l'equazione del moto per un assegnato valore di T si pu valutare il
massimo valore (umax) dello spostamento relativo u:
tale quantit prende il nome di spostamento spettrale e viene
usualmente indicato con il simbolo SD.

Ripetendo questa operazione per diversi valori di T si ottengono diversi valori di


SD che possono essere riportati in un diagramma in funzione del periodo T.
Ogni curva corrisponde ad un valore del fattore di smorzamento
relativo .

Lequazione di equilibrio dinamico delloscillatore SDOF, che si scrive


imponendo lequilibrio delle quattro forze in gioco, si presenta come
unequazione differenziale lineare del secondo ordine, la cui soluzione
ben nota. Risolta questa equazione (non si entra nel merito), si pu facilmente calcolare la risposta massima in spostamento ottenuta durante un
terremoto e la si riporta in un diagramma che ha in ascisse i periodi propri
60

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

di tutti i possibili oscillatori SDOF con eguale smorzamento. Essa vi definisce un punto in corrispondenza del periodo proprio del particolare oscillatore oggetto dellanalisi.
Variando il rapporto rigidezza/massa si ottengono i periodi propri di
tutti i possibili oscillatori di interesse. Ripetendo il calcolo della risposta
massima per ciascuno di essi, si riportano i risultati sotto forma di altrettanti punti sul diagramma sopra definito.
Linsieme dei punti costituisce un diagramma noto come Spettro di Risposta in Spostamento (SD). Dallo Spettro di Spostamento non difficile ricavare lo Spettro di Accelerazione (Sa).
Ogni curva spettrale associata con un valore di smorzamento viscoso
relativo; allaumentare del valore dello smorzamento le ordinate spettrali decrescono, come mostrato nellesempio della figura seguente:

Campano Lucano 23.11.1980 18:34 - -direzione x x


Campano Lucano 23.11.1980 18:34 direzione
1.4
1.4

smorz. 2%
smorz. 2%
smorz. 5%
smorz. 5%
smorz.10%
smorz.10%
smorz.20%
smorz.20%

1.2
1.2

Sa (g)
Sa (g)

1
1
0.8
0.8
0.6
0.6
0.4
0.4
0.2
0.2
0
00
0

0.5
0.5

1
1

T (s)

1.5
1.5

2
2

2.5
2.5

Non interessa tanto lo spettro di un singolo terremoto ai fini progettuali, ma interessa una elaborazione statistica di pi spettri sismici che
consenta una valutazione revisionale. Se sovrappongo spettri sismici
estratti da terremoti diversi mi accorgo che difficile confrontarli,
61

Calcolo Strutturale e nuova normativa

perch differiscono sia per forma che per il valore delle ordinate. Occorre rimuovere la seconda causa di differenza mediante un processo
di normalizzazione.
Il pi comune metodo di normalizzazione consiste nel dividere le ordinate di ciascuno degli spettri per il valore della PGA del terremoto cui
lo spettro si riferisce. Poich lestremit sinistra del diagramma spettrale rappresenta la risposta massima di oscillatori molto rigidi, che si
muovono in modo solidale col suolo (si immagini un sasso ben conficcato nel terreno), si pu dire che lordinata spettrale corrispondente a
T=0 no altro che la PGA.
Gli spettri normalizzati, essendo divisi per la PGA, iniziano tutti da 1.

Oscillazione forzata casuale:


Spettro elastico normalizzato

Sa normalizzata
Sa normalizzata

Campano Lucano 23.11.1980 18:34 - -direzione x x


Campano Lucano 23.11.1980 18:34 direzione
5.5
5.5
5
5
4.5
4.5
4
4
3.5
3.5
3
3
2.5
2.5
2
2
1.5
1.5
1
1
0.5
0.50
0

smorz. 2%
smorz. 2%
smorz. 5%
smorz. 5%
smorz.10%
smorz.10%
smorz.20%
smorz.20%

0.5
0.5

1
1

T (s)

1.5
1.5

2
2

2.5
2.5

Se si sovrappongono spettri normalizzati provenienti da unarea che


considero sismicamente omogenea, essi risultano diversi come forma
ma comparabili come ampiezza.
62

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Oscillazione forzata casuale:


Sovrapposizione spettri elastici normalizzati

Sovrapposizione degli spettri normalizzati


Sovrapposizione degli spettri normalizzati
4.5
4
4.5

Campano Lucano x
Campano Lucano y
Campano Lucano x
Campano Lucano y
Friuli x
Friuli y
Friuli x
Friuli y
Medio
Medio

Sa normalizzata
Sa normalizzata

4
4
3.5
4
3.5
3.5
3.5
3
3
3
2.5
2.5
2.5
2.5
2
2
2
2
1.5
1.5
1.5
1.5
1
1
1
1
0.5
0.5
0.5
0
00
0

0.5
0.5

1
1

T (s)

1.5
1.5

2
2

2.5
2.5

Si in grado, a questo punto, di trattare statisticamente gli spettri normalizzati, interpolandoli con una curva media o con una curva caratterizzata da una prefissata probabilit di superamento.
La curva spettrale cos ottenuta molto pi regolare rispetto alle singole
curve spettrali da cui stata ottenuta per elaborazione statistica. Si presta per essere interpolata con una rappresentazione schematica semplificata, consistente in una successione di segmenti rettilinei e iperbolici,
come quella che proposta nelle normative tecniche. necessario, per
le verifiche progettuali; moltiplicare la curva normalizzata per il valore
stimato della PGA che varia a seconda della zona sismica e, secondo
lOrdinanza, vale 0.35g nella zona 1, 0.25 g nella zona 2, 0.15 g nella
zona 3, 0.05 g nella zona 4.
Lo spettro destinato ad uso progettuale, infine deve tener conto della
morfologia e delle propriet meccaniche del suolo; ne risultano influenzate la forma dello spettro e lampiezza delle ordinate.
63

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Costruzione dello spettro di risposta


Si traccia SD
Sv = SD

velocit spettrale

Sa = 2 SD = Sv

accelerazione spettrale

Gli spettri di spostamento di velocit e di accelerazione sono tra loro


legati da una relazione molto semplice.

Il concetto di duttilit
Fino a questo punto si ragionato in termini di spettro elastico; abbiamo considerato uno spettro applicabile ad una struttura che si comporta
elasticamente. Le strutture reali, soggette ad un terremoto intenso, superano spesso il limite del comportamento elastico.
Esse possono manifestare un comportamento duttile o fragile, con riferimento al tipo di meccanismo che ne governa il collasso.

Collasso fragile
a1

Accelerazione

a0

Suolo

Comportamento duttile
Max. escursione al
limite del collasso

d1

Spostamento
rel. ultimo
Spostamento

d0

d0
d1

Il collasso fragile avviene quando Fi


supera la resistenza

64

Nel comportamento duttile lo


spostamento relativo al suolo che
governa lo stato limite ultimo

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Se la struttura fragile il collasso viene controllato dallaccelerazione;


quando la forza inerziale supera un certo valore limite, essa provoca la
rottura. Se invece la struttura duttile, ci che controlla veramente il meccanismo di collasso lo spostamento. Dunque, per descrivere il meccanismo di collasso, ragioniamo in termini di spostamento, se la struttura duttile mentre ragioniamo in termini di forza massima se la struttura fragile.

La duttilit
Immaginiamo che un cameriere porti un bicchiere pieno su un vassoio a
forma di disco piano.

La duttilit

Un cameriere porta un boccale di


birra su un vassoio circolare piano

Scommette di poter scuotere orizzontalmente il vassoio senza far


cadere il bicchiere o versare la birra

Scommette di poter scuotere orizzontalmente il vassoio senza far cadere


il bicchiere o versare la birra; scuote il vassoio, il bicchiere non cade.
Non cade perch quando viene spinto in una direzione la forza inerziale
che agisce sul bicchiere lo muove, rispetto al vassoio, in verso opposto
rispetto a quello in cui si muove il vassoio.

Il bicchiere non cade perch


il vassoio sufficientemente
largo ....

65

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Prima che il bicchiere cada, per, il moto del vassoio si inverte e il bicchiere torna indietro.

.... il cameriere vince la


scommessa anche se un
po di schiuma si versata.

Un po di schiuma si versata, c stato un danno, ma il bicchiere si


salvato. Se il cameriere avesse avuto un vassoio pi piccolo non ce
lavrebbe fatta a vincere la scommessa, perch il bicchiere non sarebbe
tornato indietro prima di arrivare al confine della zona sicura. La struttura duttile come un bicchiere su un vassoio grande.
Una struttura duttile come il
bicchiere sul vassoio grande (azzurro).
Una struttura duttile capace di
elevate deformazioni plastiche senza collassare prima che lazione del
terremoto inverta il suo verso.
una struttura fragile come il bicchiere sul vassoio piccolo (verde).
Collassa prima che lazione del sisma si sia invertita.

Una struttura duttile capace di elevate deformazioni plastiche senza


collassare prima che lazione del terremoto inverta il suo verso.

Una struttura fragile come il bicchiere sul vassoio piccolo (verde):


collassa prima che lazione del sisma si sia invertita.

Ma possiamo anche ragionare introducendo un altro concetto: duttilit


richiesta e duttilit disponibile.

66

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Duttilit richiesta e duttilit disponibile


La duttilit richiesta la duttilit minima necessaria per sopravvivere al terremoto
La duttilit disponibile la duttilit che la struttura pu effettivamente mettere in gioco prima raggiungere lo S.L.U.

La duttilit richiesta la duttilit minima necessaria per sopravvivere al


terremoto. Tornando allesempio precedente, essa la dimensione minima del vassoio perch con lo scuotimento imposto il bicchiere non
cada; la duttilit disponibile leffettiva dimensione del vassoio. Se dispongo di un vassoio molto pi grande di quello che mi serve, il bicchiere gode di un buon margine di sicurezza. Perch una struttura sia
duttile, occorre che tutta la sua concezione sia congegnata in modo particolare, attraverso quel criterio che si chiama gerarchia delle resistenze.

Gerarchia delle resistenze:

?
Componenti strutturali o
meccanismi di rottura fragili

Componenti strutturali o
meccanismi di rottura duttili

La resistenza sufficiente a
trasferire sempre la rottura a
componenti o meccanismi duttili

Verificati se la resistenza supera


le sollecitazioni imposte dallo
scenario della combinazione
delle azioni esterne

La gerarchia delle resistenze fondata su unidea molto semplice: in una


struttura posso avere elementi o comportamenti caratterizzati da meccanismi di rottura fragile oppure da meccanismi di rottura duttile. necessario fare in modo che, in caso di rottura, questa avvenga dove c duttilit
e, dunque, gli elementi fragili devono essere dimensionati in modo tale da
non essere sede della rottura. Si ricorre spesso allesempio della catena:
una catena fatta di anelli fragili e resistenti si romper in modo improvviso
e fragile. Se uno degli anelli meno resistente ma duttile, la rottura avverr
sicuramente in quellanello, ma avr il carattere di una rottura duttile.
67

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Coefficiente di duttilit, coefficiente di comportamento, spettro


di progetto
Consideriamo un oscillatore SDOF, vincolato al suolo e con i montanti
caratterizzati da un comportamento duttile. Se immaginiamo di spingerlo lateralmente con una forza statica di intensit progressivamente crescente, vedremo che, superato il limite del dominio elastico, la risposta
della struttura sar determinata da meccanismi plastici.
Supponiamo di poter schematizzare la risposta con una semplice legge
forza-spostamento di tipo elastico-perfettamente plastico. Dopo il primo
tratto lineare, in cui forza e spostamento sono proporzionali, superato il
limite elastico, rappresentato dallo spostamento e, la traversa
delloscillatore si sposter lateralmente fino a raggiungere lo spostamento di collasso o ultimo u, senza che a quello spostamento corrisponda un aumento della forza. La forza rester costante, pari a Fu, con
un valore che corrisponde al massimo valore che essa pu raggiungere. Il
rapporto = u/e, che ha stretta parentela con il coefficiente di comportamento o di struttura q della normativa, noto come coefficiente di
duttilit o, pi precisamente, come coefficiente di duttilit disponibile.

= u / e q
Se alla struttura si applica un metodo di analisi lineare, come avviene in genere, il modello elasto-plastico deve essere sostituito da un modello elastico
lineare equivalente che deve obbedire ad alcune regole fondamentali:
1. la parte elastica del diagramma forza-spostamento non deve cambiare
pendenza, perch da quella pendenza, che rappresenta la rigidezza elastica dei montanti, dipende la pulsazione della vibrazione libera;
68

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

2. quella stessa pendenza caratterizza per intero il modello lineare equivalente per tutto il dominio di esistenza della legge costitutiva;
3. la scelta del limite del dominio di esistenza del modello elastico equivalente dipende dal riconoscimento del tipo di meccanismo che
governa il collasso della struttura.
Si gi evidenziato in precedenza che il collasso di una struttura duttile
principalmente regolato dallo spostamento massimo. Si assume, perci,
che il modello elastico equivalente possa essere esteso fino a raggiungere
lo spostamento definito dallo spettro di risposta in spostamento SD, fino
al limite massimo dato da u. Il modello elastico equivalente, nella sua
massima estensione, rappresentato, in figura, dalle linee grigie.
Il modello elastico equivalente un modello lineare in cui la forza in
ordinata pu crescere proporzionalmente allo spostamento fino al valore massimo virtuale Fel = ku.
Fu = ke = ku / = Fel /

SD u
SD e
Sa = 2SD = (k / m)SD
Sa = kSD / m k e / m
Sa = kSD / m Fu / m
Fu mSa /

ke = Fu

Fu E; Sa Se; q

E = m Se / q = m Sd

Condizione di sopravvivenza di una struttura che ha un


comportamento duttile
Lo spettro di spostamento, cio lo spostamento massimo richiesto dal
terremoto, minore o uguale dello spostamento disponibile ultimo della
struttura: Duttilit richiesta minore o uguale della duttilit disponibile.
69

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Ma u = e; lo spettro di accelerazione, che lo spettro usato nella


norma tecnica, 2 volte SD. Sappiamo che 2 vale k/m.
Lo spettro di accelerazione dato da kSD/m.
Poich la condizione di sopravvivenza della struttura :
SD u ove u = e
sussiste la condizione:
Sa = kSD / m ku / m
Sa ke / m
Sa ke / m
Sa Fu / m
Fu mSa /
La forza ultima deve essere maggiore o uguale della massa per
laccelerazione massima imposta dal terremoto ad un oscillatore elastico, ossia laccelerazione spettrale elastica, divisa per il coefficiente
di duttilit.
Per verificare un oscillatore SDOF duttile non uso lo spettro elastico
di accelerazione ma uso lo spettro elastico diviso per il coefficiente di
duttilit.
Un simile risultato concettuale si pu estendere alle strutture reali, a
molti gradi di libert. Senza entrare nel dettaglio del come nasce un fattore di struttura o di comportamento, la logica un po simile a quella
precedentemente illustrata, sostituendo il fattore di duttilit disponibile
con il fattore di comportamento q.
Non uso lo spettro di accelerazione elastico ma posso usare lo spettro di
accelerazione elastico diviso per un coefficiente che rappresenta la duttilit della struttura; duttilit che dipende dalla tipologia strutturale, dalla regolarit, dalla sovraresistenza determinata dalla ridondanza dei vincoli interni.
Nella figura seguente sono rappresentati diversi spettri di accelerazione,
tutti riferiti allo stesso tipo di suolo ed ottenuti a partire da quello elasti70

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

co, dividendolo per un fattore di struttura q via via crescente (1 - 2 - 3 4 - 5) e, per confronto, una ipotesi come potrebbe essere lo spettro della
vecchia normativa 96 applicata alla verifica allo SLU.
Spettro di progetto SLU, orizzontale, suolo B, Categoria I

Accelerazione [g]

1,20
1,00

q=1

0,80

q=2
q=3

0,60

q=4

0,40

q=5

0,20

DM '96, SLU

0,00
0

0,5

1
1,5
Pe riodo [s]

2,5

Dunque, il fatto che divido lo spettro per q significa che abbatto le ordinate dello spettro che uso per il progetto strutturale. Lo abbatto tanto
pi ampiamente quanto pi consistente la duttilit disponibile.
Ma quando si applica il fattore q? Si applica solo se sto eseguendo
unanalisi lineare.
In altri termini, quando io eseguo lanalisi di una struttura che duttile,
e quindi ha un comportamento non-lineare, ma voglio usare metodi pi
semplici che attengono al dominio dei metodi lineari, io butto fuori la
non-linearit dalla porta ma, attraverso il fattore di struttura, la nonlinearit rientra dalla finestra sotto forma di riduzione delle forze in
gioco. un trucco che permette di conciliare metodi semplici di analisi
con lesigenza di non rinunciare a tenere a conto del vantaggio che da il
fatto di disporre di una struttura duttile.
Ma, attenzione! La struttura duttile se nel progetto si rispetta il criterio
di gerarchie delle resistenze. Se non viene rispettato il criterio delle gerarchie delle resistenze il collasso strutturale pu essere causato dalla
rottura di elementi e componenti fragili, per cui posso utilizzare solo
valori piuttosto bassi di q.
71

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Introduciamo il concetto di modo di vibrare


A seguito di un urto o di una distorsione rilasciata una struttura elastica MDOF
con N gradi di libert si pone in vibrazione. Esistono solo N combinazioni di frequenza e forma (modi di vibrare) con cui la vibrazione pu manifestarsi. I modi
di vibrare rappresentano le N trappole di frequenza e forma entro cui rimane
vincolata lenergia inizialmente presente in un sistema MDOF in moto vibratorio.
I modi di vibrare rappresentano le N condizioni di risonanza di un sistema
MDOF a N gradi di libert.

Esempio numerico di struttura con orizzontamenti rigidi

1.5171 0.6350 0.0650


[k ] = 108 0.6350 0.6783 0.23
0.0650 0.2290 0.1789

0
0
40000
[M ] = 0
40000
0
0
0
20000

0
0
39.17
0
205.38
0
0
0
468.84

[ ] =

0.48 0.73
0.36
0.63
0.77 0.80 0.27

0.31

[ ] = 0.55

[k] = matrice di rigidezza della struttura


[M] = matrice delle masse della struttura
Immaginiamo di avere una struttura come quella della figura, molto semplice, fatta di tre piani rigidi non deformabili a flessione; avr una certa distribuzione di rigidezze e di masse. Sar descrivibile in termini meccanici.
Il moto sismico della struttura, sotto lazione di una vibrazione orizzontale del suolo, analizzato nel dominio elastico lineare, descritto dalla
risoluzione del seguente sistema di equazioni differenziali lineari del
secondo ordine:
[M]{}+[k]{u} = [M]{1}g
72

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

{1}=matrice colonna di 1
{}= matrice colonna delle accelerazioni orizzontali dei piani
u

{u}= u1 = matrice colonna degli spostamenti orizzontali dei piani


2
u 3

g = accelerazione orizzontale del suolo


Il vettore, o matrice colonna, degli spostamenti di piano {u} sar descrivibile in ogni istante come combinazione lineare di tre deformate
fisse ed invariabili nel tempo, {1}, {2} e {3}: le deformate modali.
Ciascuna di esse moltiplicata, in ogni istante, per un coefficiente di
ponderazione qi(t) dipendente solo dal tempo.
Ognuna delle tre deformate modali rappresenta la forma con cui la
struttura si pone in vibrazione di risonanza. Ciascuna di esse associata
con una ben precisa frequenza angolare (in radianti/secondo).
[] = matrice diagonale che contiene le frequenze angolari dei modi al
quadrato;
[] = matrice le cui colonne sono le deformate modali i.

4
2

3
1

3
1

-3

-2

-1

-1

-0,5

0,5

1,5

2,5

3,5

-1

-1,5

0,5

1,5

2,5

-2

-1

-1
4

-0,8

-0,6

-0,4

0,2

-0,2

0,4

0,6

0,8

2
3

-0,5

1 3

Composizione delle forme modali

Forme modali u (t1 ) = i qi (t1 ) u (t2 ) = i qi (t2 ) u (t3 ) = i qi (t3 ) u (t4 ) = i qi (t4 )
i =1
i =1
i =1
i =1
normalizzate,
q1(t2) = 1
q1(t3) = 3
q1(t4) = -1
q1(t1) = 1.9
Indipendenti
q2(t2) = -2
q2(t3) = -1
q2(t4) = 3
q2(t1) = 2.2
dal tempo
q3(t2) = -1
q3(t3) = 0,5
q3(t4) = -4
q3(t1) = 2.5
Le forme modali sono sempre le stesse, ma ognuna moltiplicate per un fattore di scala di ampiezza qi(t) che uguale ad ogni piano ma varia nel tempo. La
combinazione lineare con pesi variabili nel tempo permette di ottenere qualsiasi
configurazione deformata istante per istante.

{u (t )} = {1} q1 (t ) + { 2 } q2 (t ) + { 3 } q3 (t )

73

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Ebbene, cosa vuol dire fare unanalisi modale? Significa trovare i tre modi di vibrare, le tre trappole dellenergia che dicevo prima, ciascuna delle
quali caratterizzata da una frequenza e da una forma. Qualunque condizione di moto della struttura in un qualunque istante, pu essere descritto
come combinazione lineare di queste tre forme. Nellimmagine si mostrano le fotografie della configurazione deformata istantanea della
struttura in istanti diversi. Le configurazioni sono molto diverse, ma le
immagini mostrano come ciascuna di esse possa essere ricavata sommando tra loro le tre forme modali, ciascuna moltiplicata per un fattore di
ponderazione q(t) variabile nel tempo. Se poi il coefficiente che moltiplica
la forma modale fondamentale (quella che non passa mai per lo zero salvo
che nel punto di base) dominante rispetto alle altre, ossia ha un coefficiente di combinazione pi alto delle altre, allora si pu osservare che i punti
della deformata della struttura in ogni istante rimangono quasi allineati.
Ma quali sono le condizioni che consentono la prevalenza del primo modo? Si pu verificare che ci accade quando una struttura regolare in altezza. La regolarit in altezza la condizione imposta dalla norma per
limpiego di metodi di analisi semplificati che trascurano il contributo dei
modi superiori al primo.

Composizione delle forme modali


con primo modo prevalente (edifici regolari)
(1) (3)(2)

Forme modali
normalizzate,
Indipendenti
dal tempo

{u (t1 )} = { i }qi (t1 ) {u (t 2 )} = { i }qi (t 2 ) {u (t3 )} = { i }qi (t3 ) {u (t 4 )} = { i }qi (t 4 )


3

i =1

i =1

i =1

i =1

q1(t1) = 2
q2(t1) = 0.2
q3(t1) = 0.2

q1(t2) = 1
q2(t2) = -0.2
q3(t2) = -0.1

q1(t3) = 3
q2(t3) = -0.1
q3(t3) = 0,05

q1(t4) = -1
q2(t4) = 0.03
q3(t4) = -0.04

Se il primo modo dominante, come nel caso di edifici regolari, linviluppo delle
deformate che si evolvono nel tempo non dissimile da una semiretta. Ci giustifica la forma triangolare della distribuzione delle forze sismiche nellanalisi statica.

74

-0,9

-0,8

-0,7

-0,6

-0,5

-0,4

-0,3

-0,2

-0,1

0,1

1
0

-0,5

0,5

1,5

2,5

1
0

-0,2

0,2

0,4

0,6

0,8

1,2

-0,4

0,2

-0,2

0,4

0,6

0,8

1,2

1,4

-1

1,6

1,8

-0,8

-0,6

-0,4

0,2

-0,2

0,4

0,6

0,8

11
1

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Metodi di analisi
Possiamo classificare i metodi di analisi in base al fatto che siano in dominio lineare o non-lineare, oppure al fatto che siano statici o dinamici.
Distinguiamo, allora, unanalisi statica lineare, unanalisi statica non lineare, una dinamica lineare e una dinamica non lineare.

LINEARE
STATICA
DINAMICA

NON-LINARE

Solo strutture regolari in altezza (primo modo prevalente)

Solo strutture regolari in altezza (primo modo prevalente)

Analisi modale
(non ha limitazioni)

Analisi con integrazione diretta


al passo (non ha limitazioni)

Le analisi statiche sono praticabili, cos come sono presentate dalla


norma, solo in condizioni di regolarit in altezza, cio quando il primo
modo prevalente rispetto agli altri; invece lanalisi lineare dinamica,
ossia quella modale, e lanalisi con integrazione diretta al passo, in cui
risolto il sistema delle equazioni del moto mediante tecniche numeriche
di discretizzazione, non soffrono di limitazioni di applicabilit.
In realt anche lanalisi statica non lineare, potrebbe superare la limitazione dellapplicabilit a sole strutture regolari, per occorre un procedimento di analisi un po pi complesso di quello previsto nella norma
tecnica, che consenta laggiornamento progressivo della distribuzione
delle forze orizzontali al variare della configurazione deformata della
struttura.

75

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Verifica
Questo il capitolo che chiude la presentazione. La verifica deve essere
condotta agli stati limite, in armonia con la tendenza in atto nelle normative tecniche in tutto il mondo.

Considerazioni preliminari
Verifiche alle tensioni ammissibili:
Ipotesi di comportamento elastico-lineare.
Vale il principio di sovrapposizione cause-effetti.
Posso calcolare le risposte (tensioni) a singole azioni e poi sommarle.

Verifiche agli stati limite


Nessuna ipotesi necessaria di comportamento elastico-lineare.
Non vale in generale il principio di sovrapposizione cause-effetti.
Non posso calcolare le risposte (tensioni) a singole azioni e poi sommarle.

Le verifiche agli stati limite prescindono dalle ipotesi di linearit. Anche se molto spesso lanalisi viene compiuta in condizione di linearit,
non si tratta di una condizione necessaria.
Allora se non vale la linearit non vale neppure il principio di sovrapposizione di cause ed effetti.
Dunque, come si risolve il problema della indisponibilit di uno strumento concettuale tanto comodo? Si risolve attraverso scenari di azioni
combinate.
Ogni scenario raffigura lo stato della struttura; tale stato deve rimanere
confinato in un dominio di sicurezza o di limitazione del danno, al cui
contorno si trova lo stato limite che non deve essere oltrepassato.
76

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Quali sono le alternative al principio di


sovrapposizione cause-effetti?
Scenari di azioni combinate
Ogni scenario configura uno stato della Struttura. Tale stato deve
rimanere confinato in un dominio di sicurezza o di limitazione del danno,
al cui contorno si trova lo stato limite che non deve essere oltrepassato.
Nel caso sismico:
stato
Sistema di sollecitazioni;
Sistema di spostamenti;
Rapporti spostamento relativo/altezza
di interpiano

Nel caso sismico gli stati possono essere sistemi di sollecitazione, sistemi di spostamenti, rapporti di spostamento relativo altezza di interpiano come nel caso dello stato limite di danno.

Gli scenari di azioni combinate


SLU,

SLCO,
SLDS

S L D,

SLDL

I
E
G k , Pk
Qi
0i , 2i

Fd = I E + Gk + Pk + (2iQki )
i =1

Fd = I E + Gk + Pk + (0iQki )
i =1

Fattore di importanza
Azione sismica di progetto
Valore caratteristico di carichi permanenti e precompressione.
Azione accidentale i.ma
Coefficienti di combinazione risp. rara e semipermanente

Lazione del terremoto prevalente. moltiplicata per un coefficiente


I di importanza, tanto pi alto quanto pi strategicamente importante
la struttura o pericoloso il suo danneggiamento.

77

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Le altre azioni accidentali vengono un po attenuate perch si ritiene


che non sia probabile che assumano un valore elevato in concomitanza
con lazione sismica di progetto.
Come si vede, nelle combinazioni per la verifica allo stato limite di danno
il coefficiente di peso delle azioni non sismiche pi elevato.
Ci dipende dal fatto che lazione sismica che entra in combinazione
pi debole ma anche pi frequente.
Per questa ragione maggiore la probabilit che insieme ad essa sussistano azioni non sismiche di maggiore entit.

Tabella dei coefficienti di combinazione


per i carichi accidentali
Destinazione duso

0i

2i

Abitazioni, Uffici

0,70

0,30

Uffici aperti al pubblico, Scuole,


Negozi, Autorimesse

0,70

0,60

Tetti e coperture con neve

0,70

0,20

Magazzini, Archivi, Scale

1,00

0,80

Vento

0,00

0,00

Alcune osservazioni importanti


Non noto a priori lo scenario pi sfavorevole; occorre considerarne pi
duno.
Gli scenari di combinazione sismici NON SOSTITUISCONO quelli per
verifiche statiche, ma si aggiungono ad essi.
I valori di calcolo sismico dei carichi permanenti, della precompressione e
dei carichi accidentali che partecipano alla combinazione si ottengono dai
valori caratteristici (pedice k, frattile del 95%) SENZA MOLTIPLICARLI
PER COEFFICIENTI DI SICUREZZA PARZIALI f , come si usa, invece, nel
caso statico. Ci tipico degli scenari in cui lazione prevalente un
evento eccezionale o molto raro rispetto alla vita prevista della
costruzione.

78

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Un po di nomenclatura
Costruzioni nuove
SLU: stato limite ultimo
stato sistema di sollecitazioni;
Condizione di s.l. collasso

SLD: stato limite di danno


stato sistema di spostamenti;
Condizione di s.l. drift interpiano

Costruzioni esistenti
SLC: stato limite di collasso
stato sistema di sollecitazioni o
spostamenti;
Condizione di s.l. collasso
SLDS: stato limite di danno severo
stato sollecitazioni o spostamenti;
Condizione di s.l. danno grave.
SLDL: stato limite di danno lieve
stato sollecitazioni o spostamenti;
condizione di s.l. danno riparabile.

Per le nuove costruzioni esistono lo stato limite ultimo e lo stato limite


di danno, mentre, per le costruzioni esistenti, lo stato limite di collasso,
che pi severo dello stato limite ultimo per costruzioni nuove, riferendosi ad un terremoto di progetto pi forte e pi raro, e lo stato limite di
danno severo che comparabile con lo stato limite ultimo per le costruzioni nuove. Lo stato limite di danno lieve comparabile con lo stato
limite di danno delle costruzioni nuove.

1- Stato Limite Ultimo


Le sollecitazioni Sd(Fd) imposte alle membrature strutturali dalle azioni Fd
vengono confrontate con le resistenze Rd delle membrature stesse. Deve
essere Sd(Fd) Rd
Le Sd(Fd) sono valutate a partire da basi di conoscenza, con criteri probabilistici. Le resistenze Rd delle membrature dipendono dalle resistenze dei
materiali costituenti, anchesse valutate su base statistica.
N.B.: Nelle verifiche a S.L.U. dietro alla verifica basata sul confronto tra sollecitazione e resistenza si cela la ricerca della configurazione deformata ultima.

Lo stato limite ultimo per le costruzioni nuove


Secondo la normativa tecnica le sollecitazioni di calcolo vanno confrontate con le resistenze di calcolo. Entrambe sono ricavate statisticamente da
basi di conoscenza. In realt, nelle verifiche di stato di limite ultimo, die79

Calcolo Strutturale e nuova normativa

tro alla verifica basata sul confronto tra sollecitazioni e resistenze, si cela
la ricerca della configurazione deformata ultima. Un aiuto a comprendere
levoluzione concettuale dalle verifiche alle tensioni ammissibili a quelle
agli stati limite viene dallesame della storia evolutiva recente della sperimentazione dei materiali da costruzione e della loro caratterizzazione.
Partiamo dal confronto tra vecchie e nuove macchine per le prove distruttive in laboratorio.

1.1 - La valutazione della resistenza


Modalit antica

Macchine in controllo di forza


Sperimentazione
distruttiva
sui materiali

Modalit moderna

Macchine in controllo di
spostamento o deformazione

Mentre le macchine di tipo tradizionale, ormai superate, operavano in controllo di forza, le macchine moderne controllano direttamente lo spostamento e/o la deformazione. Ecco lo schema delle macchine tradizionali:

1.1.1 - Macchine a controllo di forza


olio

Contrappeso
a pendolo
provino

C un circuito di olio aperto ed un pistone che fa sollevare un pendolo di


un determinato peso. Lo spostamento del pendolo genera un momento, perfettamente noto, che fa aumentare la pressione dellolio. La stessa pressione
viene applicata ad un pistone che agisce come attuatore sul saggio in prova.
80

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

1.1.2 - Macchine a controllo di spostamento o deformazione


Segnale
Computer
Attuatore reversibile

Comando di attuazione
Circuito dolio in alta pressione

Servo-valvola
pompa

Sensore di spostamento o deformazione

Nelle macchine di nuovo tipo, invece, c un circuito chiuso in cui inserita una servo-valvola che controlla la corsa del pistone dellattuatore.
Il tutto gestito da un computer che riceve informazioni da un sensore,
generalmente di spostamento o di deformazione, e che agisce comandando la servo-valvola.
Il circuito chiuso dellolio sempre ad alta pressione, la servo-valvola
genera una differenza di pressione tra le due facce di un pistone agendo
in tempi rapidissimi. In questo modo si pu regolare il comando meccanico dellattuatore in modo molto veloce, con molte correzioni nel giro di frazioni di secondo.

Provino di
calcestruzzo

TENSIONE = FORZA / Area

1.2.1 Prova in controllo di forza


(Questa la
grandezza che
viene controllata
dalla macchina)

La forza applicata dalla macchina cresce, fino al valore


massimo. Superato il massimo, il controllo della prova
diviene instabile; il provino si
rompe apparentemente in
modo fragile.

Deformazione = accorciamento
del provino / lunghezza iniziale

81

Calcolo Strutturale e nuova normativa

In questo modo si rendono attuabili programmi di carico complessi in


cui la grandezza fisica controllata direttamente lo spostamento.
C una stretta analogia tra evoluzione delle modalit di prova ed evoluzione dei criteri di verifica strutturale.
Quando si esegue una prova in controllo di forza si vede solo la parte ascendente della curva di prova deformazioni-tensioni. Controllando la
forza o la tensione, la funzione che rappresenta deformazione o spostamento una funzione a due valori. Il ramo discendente rappresenta un comportamento instabile, che non si riesce a realizzare nel corso della prova.
La prova in controllo di forza permetter di seguire solo la prima parte
ascendente della curva. chiaro che, se si in grado di percepire solo
la prima parte della curva fino al massimo della forza o della tensione,
che assumer il significato di condizione di rottura, la sicurezza consiste
nel mantenere il livello di forza o tensione in servizio ragionevolmente
al di sotto di tale valore massimo imponendo un coefficiente di sicurezza sufficientemente cautelativo. Questa la logica del metodo di verifica alle tensioni ammissibili.

TENSIONE = FORZA / Area

1.2.2 - Prova in controllo di deformazione

Deformazione = accorciamento del provino / lunghezza iniziale


(Questa la grandezza che viene controllata dalla macchina)

Se, invece, si opera in controllo di spostamento, cio se la grandezza controllata direttamente dalla macchina lo spostamento o la deformazione
rappresentabile sullasse orizzontale, allora la funzione di risposta in forza o tensione visibile come una curva ad un solo valore. Per ogni valore
82

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

di deformazione vedo sempre un solo valore di tensione e, dunque, riesco


anche a seguire quello che succede dopo il raggiungimento del massimo.

tensione

Nella prova a controllo di forza (tensione) la risposta in deformazione una funzione a due valori: il ramo ascendente stabile, il ramo discendente instabile.
Quando la macchina ha raggiunto la massima forza (tensione) cerca di mantenerla,
ma al crescere della deformazione la resistenza
diminuisce, non sussiste
pi equilibrio tra sollecitazione e resistenza, la
macchina continua a
pompare olio per cercare di riportare la forza al
valore massimo, il provino viene rotto con
grande rapidit in modo
deformazione apparentemente fragile.

Allo stesso modo, quando si ragiona in termini di verifica allo SLU, avendo reso visibile la parte discendente della curva caratteristica del materiale si pu definire come condizione ultima non il massimo del diagramma ma un punto spostato pi a destra. Definisco quindi lo stato limite ultimo non come massima forza raggiunta ma come massima deformazione o massimo spostamento raggiungibile prima del collasso strutturale.
Nella prova a controllo di spostamento la macchina fa crescere gradualmente la
deformazione. Ad ogni valore di deformazione corrisponde uno ed un solo
valore di tensione. La prova stabile anche nella parte discendente. La prova a
controllo di deformazione permette di seguire la parte non-lineare (postelastica) del comportamento del provino.

resistenza

Condizione ultima

deformazione

83

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Tensione ultima

resistenza

La resistenza il valore massimo della tensione. Il provino, per, pu raggiungere


deformazioni pi ampie senza essere rotto. Occorre un criterio per definire rotto il
provino. La corrispondente deformazione detta deformazione ultima.

Deformazione ultima

deformazione

1.4 - Modelli semplificati


Il comportamento dei materiali spesso rappresentato con modelli semplificati

1.4.1 Calcestruzzo

Tensione

Resistenza fc

Deformazione

= 0,002

(2 mm/m)
(limite per forza
normale pura)

u = deformazione ultima = 0,0035 (3,5 mm/m)

(limite per flessione e presso-flessione)

1.4.2 Acciaio
Resistenza

fy

Tensione

(snervamento)

y= 2 mm/m
84

Deformazione

u= 75 mm/m

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Lacciaio nella verifica allo stato limite ultimo statico arriva fino a 10
mm per metro di deformazione limite. Nelle verifiche sotto azione sismica la norma impone che lacciaio si deformi senza rotture fino a
75mm/m. Assume questo valore come limite di deformazione ultima
dellacciaio, quasi sempre la condizione ultima per le sezioni in calcestruzzo armato determinata dal raggiungimento della deformazione
ultima di compressione del calcestruzzo (3.5mm/m).

Criteri di verifica di sicurezza negli edifici esistenti


Fragili: Forze

Elementi
strutturali

resistenze

Duttili: deformazioni

deformabilit

SL di CO (collasso); SLU con maggiorazione di m

Stati
limite

SL di DS (danno severo);
corrisponde a SLU per le costruzioni nuove
SL di DL (danno lieve);
corrisponde a SLD per le costruzioni nuove

Meccanismi di collasso
Passando dalle verifiche locali allosservazione del comportamento
complessivo delle strutture sotto sisma intenso, le immagine di edifici
collassati, disponibili in grande quantit nella letteratura e su internet,
mostrano che il meccanismo di piano debole uno dei meccanismi pi
ricorrenti nelle costruzioni intelaiate. Tutta lenergia assorbita nella risposta post-elastica si concentra in un solo interpiano.
Si tratta di un meccanismo globalmente fragile perch coinvolge la duttilit di un numero troppo limitato di membrature. La contromisura la
realizzazione di una elevata regolarit.
Quando si parla di regolarit non si parla soltanto di regolarit geometrica, ma anche regolarit di distribuzione della rigidezza e della resi85

Calcolo Strutturale e nuova normativa

stenza. Una struttura che ha i pilastri tutti uguali dalle fondazioni fino al
tetto, non detto che sia regolare, perch quello che importa il rapporto tra la resistenza e il taglio.
Il taglio cresce dal tetto verso le fondazioni; questa la ragione per cui
le verifiche di regolarit, richieste dalla normativa come condizione per
lutilizzazione dei metodi statici di verifica, in particolare sugli edifici
esistenti, spesso risultano onerose e complesse.
Le immagini fotografiche mostrano esempi di perdita di un piano intero; in alcuni casi il collasso diventa totale, per rottura a flessione o a taglio delle estremit dei pilastri su tutta laltezza delledificio.
La perdita di tenuta di tutti i piani delledificio pu avvenire per effetto
dinamico dovuto al collasso di un piano, altrove per insufficienza di
materiali costruttivi, o per ribaltamento delledificio evidenziando un
problema di stato limite di stabilit globale. anche ricorrente lurto distruttivo tra edifici attigui a causa di giunti non correttamente realizzati.
Molto importante la cura dei dettagli; in una immagine si vedono staffe chiuse piegate allestremit a 90 gradi e ancorate totalmente nel copriferro; quando il copriferro viene distrutto dalle intense sollecitazioni
sismiche le estremit delle staffe non sono pi ancorate e le staffe si aprono, rendendo il pilastro vulnerabile a taglio. Le estremit delle staffe
vanno piegate a 135 ed ancorate saldamente allinterno del copriferro.

86

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa


sismica
Edifici esistenti in c.a. - Gerarchia delle resistenze - Criteri di scelta delle
metodologie di progettazione: alta/bassa duttilit, analisi lineare/non
lineare - Cenni sugli edifici in muratura
Prof. Ing. Ciro Faella
Ordinario di Tecnica delle Costruzioni, facolt dIngegneria, Universit
di Salerno
Roma, 14 aprile 2005

1) Introduzione
Da alcuni decenni sappiamo che lo spostamento massimo raggiunto da
un oscillatore elastoplastico sottoposto ad un evento sismico di una determinata intensit di entit paragonabile a quello di un corrispondente oscillatore semplice indefinitamente elastico avente lo stesso periodo
proprio di oscillazione.
Anzi, per un intervallo di periodi di notevole interesse strutturale, i due
spostamenti possono ritenersi praticamente uguali; negli intervalli adiacenti possono stabilirsi relazioni semplici tra gli spostamenti dei due
oscillatori campione.
Questa osservazione apre la strada a unimportante alternativa progettuale:
87

Calcolo Strutturale e nuova normativa

progettare le strutture in modo che siano in grado di sostenere le azioni che derivano dal sisma in modo che esse rimangano in campo
elastico e quindi senza significativi danni strutturali;

progettare le strutture in modo tale che lo spostamento complessivo


massimo della struttura sia compatibile con le risorse della stessa struttura, comprendendo in esse sia quelle elastiche che quelle plastiche.

La seconda alternativa, accettando implicitamente deformazioni plastiche e quindi un danneggiamento strutturale, sembra apparentemente
poco conveniente, ma in pratica la strategia che viene, pi o meno
consapevolmente, attuata correntemente nel progetto delle strutture.
Infatti, le accelerazioni ondulatorie massime prevedibili sulle strutture,
con periodi di ritorno dellordine di 500 -1000 anni, sono assai elevate,
prossime alla accelerazione di gravit in zone di I categoria.
Sarebbe pertanto antieconomico dimensionare le strutture in modo da
renderle capaci di sostenere azioni cos elevate senza danno in presenza
di una probabilit che lazione si determini relativamente bassa rispetto
alla vita economica di progetto che assunta oggi variabile nellintervallo
di 50-100 anni.
Tuttavia altrettanto inconcepibile dimensionare le strutture con una
probabilit meno che trascurabile che esse possano crollare in presenza
del sisma.
Nasce negli ultimi decenni una strategia di progetto mista che assume
una doppia soglia di verifica. Una prima soglia serve a garantire che le
strutture sopportino in campo elastico (senza danno) eventi sismici di
elevata frequenza o alta probabilit con riferimento alla durata economica della struttura.
Una seconda soglia serve a garantire che la struttura non crolli in presenza di eventi sismici distruttivi, aventi un periodo di ritorno largamente superiore a quello della vita di progetto della stessa.
Lapproccio normativo a tale problematica ha seguito in Italia inizialmente la strada di definire le azioni corrispondenti alla sola prima soglia,
quella elastica, fidando in una implicita capacit plastica delle strutture.
Tale approccio, che consente una grande semplificazione degli oneri
88

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

computazionali ed esecutivi, ha per linconveniente di non evidenziare


in maniera adeguata limportanza del comportamento plastico delle
strutture, che nasce dalla concezione strutturale, dalla scelta delle tipologie, da un adeguato studio dei particolari costruttivi.
Seguendo invece lapproccio di codici pi moderni, come lEurocodice
8 (EC8) di cui la Ord. P.C.M. 3274 rappresenta una Versione Italiana
e di altre normative internazionali, si parte dalla definizione delle azioni
effettivamente prevedibili e, dividendo le stesse per un appropriato fattore dipendente dalla tipologia strutturale (fattore di struttura), si ottengono le azioni di progetto da impiegare nella verifica elastica allo s.l.u..
Semplificando, si pu ritenere che la differenza principale nel far dipendere o meno in forma esplicita il rapporto tra azioni massime prevedibili ed azioni per le quali si richiede una risposta elastica dalle effettive caratteristiche della struttura.
La naturale evoluzione di tale impostazione rappresentata dal pi moderno criterio del Performance based design, introdotto in alcune moderne normative americane, che incrementa il numero delle soglie di
verifica fissando, in rapporto alla rilevanza sociale ed economica della
struttura, una serie di performance e di azioni corrispondenti in presenza delle quali le stesse performance devono essere assicurate.
Passando dalloscillatore semplice, in cui relativamente facile definire
la capacit plastica come spostamento plastico assoluto o duttilit, intesa come rapporto tra spostamento massimo e spostamento elastico, ad
una struttura pi complessa ed articolata, diventa pi problematico definire le propriet post-elastiche.
Infatti, immaginando la struttura sottoposta ad un evento sismico modellato in maniera semplificata, come un sistema di forze statiche orizzontali crescenti proporzionalmente ad un unico parametro legato alla
intensit del sisma di progetto (fig. 1), il raggiungimento della soglia
plastica della sezione pi sollecitata non coincide con il raggiungimento
della massima capacit portante per azioni orizzontali dellintera struttura; in assenza di effetti del II ordine rilevanti, questultimo si verifica
quando viene raggiunta la condizione di meccanismo con una diffusa
distribuzione delle cosiddette cerniere plastiche.
89

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Fig. 1

Sia lincrudimento dei materiali, sia la numerosit pi o meno grande


delle sezioni che devono andare in campo plastico per consentire la
formazione del meccanismo, determinano una importante differenza tra
il livello delle azioni corrispondenti alla prima plasticizzazione, e quello
corrispondente alla capacit portante massima.
Questa sovraresistenza un parametro nuovo rispetto alloscillatore
semplice elastoplastico ideale e contribuisce, insieme alle capacit plastiche propriamente dette, a definire il comportamento post-elastico delle strutture reali.
In sintesi questi due distinti fattori (sovraresistenza e capacit plastica),
entrano nella definizione del fattore di struttura che dipende dalla tipologia strutturale (struttura intelaiata, con pareti di controvento, miste,
con nuclei di irrigidimento, per fermarsi al c.a.), dalla duttilit locale
che la struttura possiede, dal tipo di meccanismo (fig. 2).
Mentre la duttilit dipende da tutta una serie di fattori e comunque dalla
tipologia strutturale in senso stretto, la sovraresistenza dipende dalla
maggiore o minore complessit della struttura.
90

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Relazione forza-spostamento per


sistemi ad 1 grado di libert
q =
qs =
q=

Fo
Fy
Fy
Fd

Fo Fo F y
=

= q qs
Fd F y Fd

Fig. 2

Quindi, pi una struttura articolata e complessa (ad esempio a pi piani e pi campate), pi possiamo attenderci elevati margini di sovraresistenza in presenza di una duttilit locale non trascurabile.
Questi discorsi si ritrovano nella definizione normativa del fattore di
struttura ottenuta, come vedremo, come prodotto di due parametri legati
alla sovraresistenza ed alla duttilit vera e propria (fig. 3).

I fattori (q e qs ) da cui dipende


il fattore di struttura q
Il fattore di duttilit q dipende dal tipo di struttura e dalla duttilit locale delle sezioni e delle membrature (duttilit locale) oltre che dal tipo
di meccanismo di collasso che si attiva, pi o meno capace di coinvolgere
linsieme della struttura (duttilit globale).
Il fattore di sovraresistenza qs deriva dalla distribuzione delle sollecit a z i o n i e d e l l e re s i s t e n z e i nt e r ne , d a l l a s o v ra r e si s t e n z a d e i m a t er i a l i r i s p e t t o a q u e l l a d i p r o g et t o , d a l l i n c r ud i m e nt o n e i m a t e r i a l i m et a l l i c i , d a l
s o v r a d i m e n s i o n am e n t o d e l l e m em b ra t ur e r i s p et t o a l p r o g e t t o , d a g l i e l e m e n t i n o n st r ut t ur a l i .

Fig. 3

Un modo appropriato per analizzare la risposta elasto-plastica di una


struttura a sviluppo verticale, valutando la sua efficienza in campo sismi91

Calcolo Strutturale e nuova normativa

co, consiste nel rappresentare la curva di risposta della stessa struttura


sottoposta ad azioni orizzontali statiche (cio una curva azione sismicaspostamento), nello stesso piano in cui sono rappresentati gli spettri elastici
dellazione sismica in termini di accelerazione e spostamento (fig. 4).

Gli spettri ADRS


Livelli di azione sismica per i vari stati limite

SL

SL

DL

0 .4 0

DS

1 .0 0

CO

1 .5 0

Fig. 4

Tali spettri sono alternativi a quelli classici accelerazione-periodo, ma


ottenibili dai precedenti per i legami che sussistono nelloscillatore
semplice tra periodo e spostamento, ed hanno un analogo significato in
rapporto allinsieme degli eventi sismici prevedibili.
Essi pongono in relazione lo spostamento massimo di un oscillatore
semplice con laccelerazione (pseudo-accelerazione) corrispondente.
Nel piano pseudo-accelerazione/spostamento una retta passante per
lorigine rappresenta il luogo dei punti rappresentativi del comportamento dinamico di un oscillatore semplice di assegnato periodo.
Lutilit di tale rappresentazione collegata al fatto che in questo piano
possiamo rappresentare la curva di risposta della struttura leggendo in
maniera intuitivamente efficace il grado di adeguatezza della struttura
stessa (fig. 5).
92

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Applicazione del Metodo Semplificato (N2)


Il cosiddetto N2-Method (Fajfar&Gaspersic) un utile strumento. Esso si
basa sugli spettri lineari elastici in termini di spostamento-accelerazione, o
ADRS (Acceleration-Displacement Response Spectra) in cui il comportamento
della struttura resta definito da una retta passante dallorigine la cui pendenza
funzione del periodo.

Fig. 5

Infatti se il legame elasto-plastico della struttura ha uno spostamento


massimo pi grande di quello delloscillatore elastico corrispondente,
allora la struttura in campo elasto-plastico in grado di sostenere
lazione spettrale e, quindi, di progetto in campo elastico.
Se invece lo spostamento massimo della struttura inferiore a quello
del corrispondente oscillatore elastico a causa della sua limitata capacit
plastica, allora la struttura non sicura in campo sismico e necessita di
un adeguamento. Questo modo di procedere di particolare interesse
nella progettazione degli interventi sulle strutture esistenti.
Riassumendo queste brevi note introduttive, mi sembra che si possa dire, con qualche semplificazione, che, mentre la normativa vigente riconduce la verifica sismica alla definizione di azioni ridotte rispetto a
quelle prevedibili, al fine di eseguire un controllo di resistenza in campo elastico senza preoccuparsi troppo della effettiva capacit plastica
della struttura, limpianto del nuovo approccio normativo (Eurocodice 8
93

Calcolo Strutturale e nuova normativa

- Ord. 3274), comune daltra parte a molte normative americane e giapponesi, richiede una molteplicit di livelli di verifiche (Stato limite di
Danno, Stato limite ultimo).
Le verifiche di resistenza rimangono sostanzialmente equivalenti a
quelle della attuale normativa, tranne lobbligatoriet delle verifiche allo s.l.u., ma anche viene richiesto nelle nuove normative un progetto rivolto allottenimento di unadeguata duttilit locale (particolari costruttivi) ed anche di un comportamento duttile globale della struttura non
necessariamente riconducibile alla duttilit locale (fig. 6).

Principali aspetti
Stato limite di danno Stato limite ultimo
Verifiche di Resistenza
modalit di analisi: rigidezza delle membrature composte, larghezza collaborante delle solette, ecc.
Duttilit locale
criteri di dimensionamento di elementi e collegamenti per ottenere una adeguata duttilit locale
Duttilit globale
criteri di dimensionamento per ottenere una adeguata duttilit globale

Fig. 6

La differenza che, mentre nellapproccio tradizionale le capacit plastiche erano assunte come un dato certo ma non ben definito da un punto di
vista quantitativo, lapproccio delle nuove normative quello di misurare
questa duttilit locale o quantomeno di garantirla a livelli sufficienti.
Si fatto cenno alla duttilit locale, riconducibile alla capacit rotazionale
dei nodi, ed alla duttilit globale che attiene alla capacit di spostamento
della struttura (generalmente si assume lo spostamento dellultimo piano).
Questi due parametri sono connessi ma non sovrapponibili.
Al riguardo un altro aspetto importante su cui la nuova normativa impone una riflessione che se la duttilit locale fondamentale, il suo ottenimento non garantisce necessariamente un comportamento duttile
dellintera struttura, ovvero una adeguata duttilit globale. Infatti pos94

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

siamo avere unalta duttilit locale, ma una concezione strutturale insufficiente a garantire unalta duttilit globale della struttura, che poi
quella che interessa di pi.
In fig. 7 si evidenzia la differenza tra questi due concetti (duttilit locale
e duttilit globale). Nella parte alta rappresentato un telaio che giunge
a collasso per la formazione di un meccanismo di piano; ovvero si formano delle cerniere sui pilastri del secondo piano; allora lo spostamento
plastico dellultimo piano della struttura, da cui discende la duttilit
globale della struttura, pari al prodotto tra rotazione plastica dei nodi
pilastro-trave per laltezza di piano.

Principali aspetti
Criterio di gerarchia nel progetto per assicurare una alta duttilit globale (Capacity design)
DUTTILIT
LOCALE: p
GLOBALE: p
MECCANISMO DI PIANO
p = p h
= p / y

MECCANISMO
GLOBALE
p = p H

PER EVITARE MECCANISMI DI PIANO:


CRITERIO DI GERARCHIA: Mpc Mpb

Fig. 7

Se il meccanismo di tipo globale come quello rappresentato in basso, che impegna un maggior numero di cerniere plastiche, si ottiene
una massimizzazione dello spostamento a parit di rotazione plastica.
95

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Allora otteniamo uno spostamento complessivo della struttura nettamente pi grande a parit di capacit plastica e di rotazione plastica
delle colonne.
Nel primo caso moltiplicavamo la rotazione plastica per laltezza di interpiano, in questo altro caso moltiplichiamo la stessa rotazione plastica
per laltezza dellintera struttura. Si comprende che per passare da
unalta duttilit locale ad unalta duttilit globale necessario prestare
attenzione ai criteri di progettazione.
Di fatto questo si traduce, per strutture intelaiate, nel progettare pilastri
pi resistenti delle travi, in modo tale che il superamento della soglia
plastica avvenga nelle travi e non nelle colonne. Si configura allora una
strategia di progettazione che, per massimizzare la duttilit globale, si
orienta ad ottenere due risultati preliminari:

il primo che non si formino cerniere plastiche sulle colonne ma sulle travi, questo lo abbiamo gi detto,

il secondo che non si creino meccanismi di rottura per taglio prima


dei corrispondenti meccanismi di rottura per flessione.

Infatti mentre la rottura per flessione, se i nodi sono adeguatamente


staffati, duttile, la rottura per taglio sempre fragile.
Questi due aspetti influenzano i criteri di progettazione proposti dalla
nuova normativa in quanto riassumono i requisiti principali che la struttura deve possedere per garantire unalta duttilit.
Le immagini che seguono, tratte da eventi sismici recenti, evidenziano
limportanza delle osservazioni fatte in precedenza. In particolare il verificarsi di meccanismi di piano con crolli parziali quando limitati ad un
solo piano o globali quando estesi allintero edificio.
Questa immagine ricavata dal terremoto di Kobe del 1995 (fig. 9), viene
frequentemente citata come emblematica della formazione di un meccanismo di piano. Osserviamo due solai consecutivi poggiati luno
sullaltro con la distruzione del piano intermedio, mentre tutti gli altri
piani appaiono integri. Questo caso rappresenta la riproduzione al vero
dello schema con meccanismo di piano visto in precedenza.
96

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Fig. 9 - Kobe 1995

In fig. 10 (terremoto del Montenegro del 1998) rappresentato un caso


ancora pi grave in cui il meccanismo di collasso di piano si propagato a tutti i piani portando al collasso dellintero edificio.

Fig. 10 Montenegro 1979: collasso per soft-storey di tutti i piani. Ledificio


presentava anche significativi effetti torsionali.

In fig. 11 (terremoto di Northridge 1994) si vede ancora la formazione di


97

Calcolo Strutturale e nuova normativa

un meccanismo di piano al secondo piano dove, trattandosi di edificio a


destinazione pubblica, era presente un interpiano di maggiore altezza.
Quindi, la minore resistenza al secondo piano, ha determinato il piano
soffice di cui abbiamo sentito parlare nei primi interventi di oggi.

Fig. 11 Northridge 1994: soft-storey al secondo piano

Le altre immagini che lascio scorrere rapidamente (figg. 12, 13, 14, 15,
16, 17 e 18) sono tratte dagli stessi terremoti. Si evidenziano altri aspetti come quello del ruolo della duttilit locale.

Fig. 12 Citt del Messico 1985: soft-storey ai primi piani


98

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Fig. 13 Citt del Messico 1985: soft-storey ai primi piani

Fig. 14 Citt del Messico 1985: conseguenze tragiche di soft-storey ai primi


piani
99

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Fig. 15 Meccanismo di piano. Totale perdita del primo piano (a sinistra) al 5


piano di un edificio a 12 piani (a destra)

Fig. 16 - Kobe 1995


100

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Fig. 17 - Kobe 1995

Fig. 18 - Kobe 1995

Naturalmente in edifici monopiano (figg. 19, 20 e 21) la duttilit locale


e la duttilit globale sono praticamente coincidenti e questa la ragione
per cui il rapporto tra moltiplicatore ultimo e moltiplicatore al limite elastico delle azioni sismiche tende ad 1 nelle strutture isostatiche a mensola. Chiaramente in questo caso non c una possibilit di ridistribu101

Calcolo Strutturale e nuova normativa

zione degli sforzi e quindi di trovare un assetto equilibrato della distribuzione delle sollecitazioni una volta che stata superata la soglia di
collasso nella sezione pi sollecitata.

Fig. 19 Montenegro 1979: collasso di una pensilina. Le strutture isostatiche


sono particolarmente vulnerabili.

Fig. 20 - Kobe 1995


102

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Fig. 21 - Kobe 1995

2) Le prescrizioni dellOrd. 3274


Se passiamo ad esaminare pi da vicino il testo dellOrd. 3274, cui sono
prevalentemente dedicate le presentazioni di oggi, vediamo che nel capitolo 5 (fig. 22) viene trattato il problema della progettazione delle
strutture in cemento armato, riproponendo i concetti che sono stati brevemente esaminati ed in parte commentati in precedenza.

5) Edifici con struttura in cemento armato


5.1 Generalit
5.2 Caratteristiche dei materiali
5.3 Tipologie strutturali e fattori di struttura
5.4 Dimensionamento e verifica degli elementi strutturali
5.5 Particolari costruttivi

Fig. 22

Nel paragrafo denominato Generalit vengono riassunti gli aspetti


concettuali illustrati in precedenza; infatti leggiamo:

necessario che gli edifici posseggano unadeguata capacit di


dissipare energia in campo inelastico per azioni cicliche ripetute,
senza che ci comporti una riduzione significativa della resistenza
nei confronti delle azioni orizzontali e verticali;
103

Calcolo Strutturale e nuova normativa

quindi viene rimarcata lattenzione sulla capacit di dissipare lenergia",


ma questo naturalmente ha delle conseguenze nelle prescrizioni sulle armature nodali delle travi e delle colonne. Poi viene anche sottolineato:

Per un buon comportamento dissipativo dinsieme, le deformazioni


inelastiche devono essere distribuite nel maggior numero possibile di
elementi duttili, (ad esempio nelle travi), evitando che esse si manifestino negli elementi meno duttili, (ad esempio i pilastri), e nei meccanismi resistenti fragili.

Due sono i punti richiamati: la opportunit di concepire la struttura in


modo da favorire linsorgere di meccanismi dissipativi di tipo globale
anzich locale e di ricercare un buon livello di duttilit locale facendo
attenzione a condizioni che riducono drasticamente la duttilit stessa.
Infatti quando un elemento sottoposto a pressoflessione la sua duttilit
si riduce in maniera importante al crescere della rilevanza dello sforzo
assiale, ed inoltre se la rottura per taglio precede quella a flessione o
pressoflessione, la duttilit si riduce ancora pi drasticamente.
Nella Ord. 3274 vengono codificate due filosofie di progettazione alternative che si differenziano sulla base dellimportanza che si d alla duttilit. Negli Eurocodici si elencano addirittura tre filosofie alternative
basate sullo stesso concetto: alta duttilit, media duttilit, bassa duttilit.
Tornando alla Ord. 3274, in essa si parla soltanto di due metodi (fig.
23), quindi progettazione ad alta e progettazione a bassa duttilit.

5.1 Generalit

Classi previste distinte per livello di capacit dissipativa


Classe di alta duttilit: CD A
Per gli edifici di classe A si prevede che la struttura si trasformi in un meccanismo dissipativo ad elevate capacit.
Classe di bassa duttilit: CD B
Per gli edifici di classe B si richiede che tutti gli elementi a funzionamento
flessionale (travi, pilastri e pareti) abbiano una soglia minima di duttilit.

Fig. 23

Le differenze tra le due filosofie si esplicita sia in termini di modalit e tipo


di verifica degli elementi sia nel livello delle azioni da considerare (fig. 24).
104

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

5.1 Generalit
Principali aspetti progettuali
influenzati dalla classe di duttilit
In funzione del livello di duttilit variano sia le modalit di applicazione del criterio di gerarchia delle resistenze (che nel livello B di
fatto presente solo in modo implicito), sia lentit dellazione sismica
di progetto, regolata dal valore del fattore di struttura q

Fig. 24

Per il primo aspetto la differenza tra le due strade alternative consiste nel
fatto che nellalta duttilit ci sono delle prescrizioni aggiuntive alle normali procedure di verifica degli elementi che tendono a garantire la duttilit globale. Esse riguardano larmatura nei pilastri nelle zone nodali, al
fine di evitare la formazione delle cerniere plastiche nelle colonne.
Riguardano ancora larmatura a taglio nelle travi e nei pilastri affinch questi abbiano una resistenza a taglio tale che la rottura avvenga
per flessione, cio il meccanismo di rottura a flessione preceda il
meccanismo di rottura per taglio.
Per quanto riguarda il secondo aspetto, ovvero il livello delle azioni da
considerare, in funzione del livello di duttilit prescelto (alta o bassa duttilit) varia il Coefficiente di Struttura q che, come si visto, determina
lentit delle azioni che devono essere sostenute in campo elastico.
Nelle fig. 25 e 26 vengono riassunti i criteri per la determinazione del
Coefficiente di Struttura q in funzione della classe di duttilit, della regolarit e della tipologia strutturale.

5.3 Tipologie strutturali e fattori di struttura


Il fattore di struttura per ciascuna direzione della azione sismica
dato dalla seguente espressione:
q = KD KR qo
KD dipendente dalla classe di duttilit
KR dipendente dalla regolarit strutturale
Qo dipendente dalla tipologia strutturale

Fig. 25
105

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Valori di qo, KD, KR (q = qo KD KR)


Valori di qo
Strutture a telaio:
Strutture a pareti:
Strutture miste telai-pareti:
Strutture a nucleo:

qo = 4.5u/1
qo = 4.0u/1
qo = 4.0u/1
qo =
3.0

Valori di KD
CDA (alta duttilit):
CDB (bassa duttilit):

KD= 1.0
KD= 0.7

Valori di KR
Edifici regolari in altezza:
Edifici non regolari in altezza:

KR= 1.0
KR= 0.8

Fig. 26

Il paragrafo 5.4 (fig. 27) contiene i criteri per il dimensionamento e la verifica dei principali elementi strutturali seguendo la filosofia enunciata.

5.4 Dimensionamento e verifica


degli elementi strutturali:
Gli elementi strutturali esaminati sono i seguenti:
Travi
Pilastri
Nodi trave-pilastro
Diaframmi orizzontali
P a r et i
Travi di collegamento

Fig. 27

Nelle immagini seguenti saranno evidenziate in verde le prescrizioni


che riguardano la progettazione in Bassa duttilit.
Vedremo che se si progetta in Bassa duttilit, le prescrizioni da seguire
ricalcano le procedure classiche di verifica delle membrature.
Anche in assenza dellattuale normativa faremo pi o meno le stesse
operazioni, salvo una diversa definizione delle azioni. In una struttura
progettata secondo le regole della bassa duttilit, nel caso delle travi
106

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

(fig. 28), gli sforzi di taglio da utilizzare per il dimensionamento e la


verifica si ottengono sommando il contributo dovuto ai carichi gravitazionali agenti sulla trave al taglio prodotto dai momenti flettenti di calcolo delle sezioni di estremit, cio il taglio che viene prodotto dalla
analisi strutturale classica, naturalmente tenuto conto che per il calcolo
sismico avremo 32 condizioni di carico.

5.4 Dimensionamento e verifica


degli elementi strutturali
5.4.1 Travi: Sollecitazioni di calcolo:
I momenti flettenti di calcolo, da utilizzare per il dimensionamento o verifica delle travi, sono quelli ottenuti dallanalisi globale della struttura per le
combinazioni di carico sismiche (punto 3.3 della norma):

I E + G k + P k + i ( 2,0),i Q k ,i

Per le strutture a bassa duttilit (CDB) gli sforzi di taglio da utilizzare per
il dimensionamento e verifica delle travi, si ottengono sommando il contributo dovuto ai carichi gravitazionali agenti sulla trave allo sforzo di taglio prodotto dai momenti flettenti di calcolo delle sezioni di estremit.
Per le strutture ad alta duttilit (CDA), al fine di escludere la formazione
di meccanismi inelastici dovuti al taglio, gli sforzi di taglio di calcolo si ottengono sommando il contributo dovuto ai carichi gravitazionali agenti allo
sforzo di taglio prodotto dai momenti resistenti delle sezioni di estremit,
amplificati del fattore: RD = 1.2.

Fig. 28

In ogni caso, tenuto conto della molteplicit delle condizioni di carico,


alla fine avremo un taglio che direttamente legato ad una analisi elastica della struttura.
Nella progettazione in Alta duttilit, invece, c una notevole differenza
imposta dalla volont di escludere la formazione di meccanismi inelastici dovuti al taglio.
Gli sforzi di taglio di calcolo si ottengono sommando il contributo dovuto ai carichi gravitazionali, non pi ai tagli dovuti ai momenti flettenti derivanti dalla analisi sotto azioni sismiche della struttura, ma ad uno
sforzo di taglio che il massimo possibile in relazione alla resistenza
flessionale delle travi.
107

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Infatti quello che si produce nella trave quando entrambe le estremit


della stessa hanno raggiunto il momento plastico (fig. 29) ovvero i momenti resistenti massimi.

Schema per il calcolo del taglio di progetto

q jk L j
2

2 M pbjk

q jk L j

Lj

2 M pbjk
Lj

Fig. 29

Nella valutazione dei momenti massimi delle sezioni di estremit si tiene conto con un apposito coefficiente dellamplificazione dovuta
allincrudimento.
In pratica per calcolare la generica trave non si devono pi guardare i
momenti che vengono fuori dallanalisi delle molteplici condizioni di
carico previste dalla normativa, ma si devono considerare i momenti resistenti che derivano dalle armature predisposte per la flessione.
La somma di questi due momenti resistenti(uno con fibre tese superiori
ed uno con fibre tese inferiori) divisa per la luce fornisce il taglio aggiuntivo da sommare a quello dovuto ai carichi gravitazionali.
NellAlta duttilit questo il taglio che si deve considerare, per impedire che si determini una rottura per taglio anticipata rispetto a quella di
flessione.
Per quanto riguarda invece le verifiche di resistenza, per la flessione
non c differenza tra alta e bassa duttilit (fig. 30).
108

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

5.4 Dimensionamento e verifica


degli elementi strutturali
5.4.1 Travi: Verifiche di resistenza
A) Flessione
In ogni sezione, il momento resistente, calcolato con gli stessi coefficienti
parziali di sicurezza m applicabili per le situazioni non sismiche, deve risultare superiore o uguale al momento flettente di calcolo, determinato
come indicato nel punto precedente.

Fig. 30

Nel taglio c invece una ulteriore differenza (fig. 31). Infatti una volta
calcolato il taglio sollecitante, nel caso di Bassa duttilit si va a considerare il taglio resistente secondo le classiche modalit della verifica agli
Stati Limite; cio il taglio resistente si ottiene come somma di due contributi, uno legato allarmatura, laltro legato al calcestruzzo; il primo
deriva dal traliccio di Morsch, laltro deriva dalla considerazione di
meccanismi ausiliari che sono riconducibili alleffetto spinotto, allingranamento o comunque al fatto che il traliccio di Morsch una
semplificazione isostatica di una realt pi complessa.

5.4.1 Travi: Verifiche di resistenza


B) Taglio
Per le strutture a bassa duttilit (CDB), le verifiche a taglio ed il calcolo
delle armature si eseguono come per le situazioni non sismiche:
VSd [VRd=Vc+Vs]
Per le strutture ad alta duttilit (CDA), si opera come indicato di seguito:
- il contributo del calcestruzzo alla resistenza a taglio viene considerato
nullo e si considera esclusivamente il contributo dellacciaio;
VSd [VRd=Vs]

Fig. 31

NellAlta duttilit la procedura differisce dal caso precedente per due ragioni: una legata al fatto che, secondo quanto gi visto, il taglio sollecitante da utilizzare nella verifica diverso da quello che proviene dalla analisi
strutturale elastica, in quanto non deriva dai momenti sollecitanti, ma dai
momenti resistenti allestremit della trave; la seconda ragione che come
109

Calcolo Strutturale e nuova normativa

taglio resistente non si assume la somma dei due contributi sopra descritti,
ma solamente quello derivante dallarmatura e cio dal traliccio di Morsch.
La ragione di questa differenza nel fatto che sotto carichi ciclici, il contributo del calcestruzzo viene progressivamente a mancare, e questo non
pu essere trascurato nella progettazione in alta duttilit, caratterizzata da
una soglia elastica pi piccola (il coefficiente di struttura maggiore) con
maggiori entit di energia dissipata in campo plastico ovvero con maggiore ampiezza delle escursioni cicliche in campo plastico.
Se passiamo dalle travi ai pilastri abbiamo come per le travi delle prescrizioni particolari che caratterizzano essenzialmente il caso di progettazione in Alta duttilit. Infatti per la bassa duttilit non ci sono prescrizioni particolari. Nelle verifiche e/o dimensionamento delle armature,
come ovvio, le resistenze delle sezioni devono essere pi grandi delle
sollecitazioni corrispondenti.
NellAlta duttilit, invece, abbiamo la necessit di amplificare i momenti sollecitanti, e quindi i resistenti, di un fattore che dipende dal
rapporto tra la somma delle resistenze flessionali delle travi e la somma
delle sollecitazioni flessionali massime di calcolo nelle colonne confluenti nello stesso nodo (fig. 32).

5.4 Dimensionamento e verifica


degli elementi strutturali
5.4.2 Pilastri - Sollecitazioni di calcolo:
Per le strutture a bassa duttilit (CDB) le sollecitazioni di calcolo da utilizzare per il dimensionamento o verifica dei pilastri, sia a presso-flessione che
a taglio, sono date dalla pi sfavorevole situazione ottenuta dallanalisi globale della struttura per le combinazioni di carico gi definite.
Per le strutture ad alta duttilit (CDA), i momenti flettenti di calcolo si ottengono moltiplicando i momenti derivanti dallanalisi strutturale per il coefficiente
appresso definito con lo scopo di proteggere i pilastri dalla plasticizzazione:

Rd = 1.2

= Rd |Mrt| / | Mp| in cui:

Mrt la somma dei momenti resistenti delle travi, in verso concorde, negli
estremi convergenti nel nodo;

Mp la somma dei momenti nei pilastri convergenti nel nodo ottenuti dal
calcolo.

Fig. 32
110

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Quindi pi alto il momento resistente delle travi, maggiore deve essere la resistenza delle colonne al fine di evitare che si formino meccanismi plastici nelle colonne stesse.
Tale condizione posta dalla normativa con lintroduzione del fattore amplificativo non garantisce in maniera assoluta che si verifichino solo meccanismi di collasso globali, per rende poco probabile la formazione di
meccanismi di piano. Si formano cio meccanismi globali, oppure molto
vicini a quelli globali che interessano cio un numero elevato di piani.
Anche per la verificare a taglio dei pilastri, si segue una logica analoga
a quella che stata descritta per le travi (fig. 33).

5.4 Dimensionamento e verifica


degli elementi strutturali
5.4.2 Pilastri - Sollecitazioni di calcolo:
Al valore del momento di calcolo ottenuto applicando la procedura suddetta deve essere associato il pi sfavorevole valore dello sforzo normale
ottenuto dallanalisi, per ciascun verso dellazione sismica.
Per le strutture ad alta duttilit (CDA), al fine di escludere la formazione
di meccanismi inelastici dovuti al taglio, gli sforzi di taglio nei pilastri da
utilizzare per le verifiche ed il dimensionamento delle armature si ottengono dalla condizione di equilibrio del pilastro soggetto allazione dei momenti resistenti nelle sezioni di estremit superiore (MsRp) ed inferiore
(MiRp) secondo lespressione:

V = Rp M s + M iRp l p
Rp
nella quale Rp = 1.2 , lp la lunghezza del pilastro.

Fig. 33

Tralasciando il caso di Bassa duttilit che non ha particolari prescrizioni


in quanto si considerano le sollecitazioni che provengono dalle condizioni
di carico considerate, nel caso di Alta duttilit nelle colonne si va a dimensionare il taglio non sulla base dei momenti sollecitanti, ma sulla base
di momenti resistenti che si possono determinare agli estremi, immaginando che siano dello stesso segno, tutti e due orari o tutti e due antiorari.
Il taglio che si determina nel pilastro risulta essere la somma dei due
momenti diviso laltezza del pilastro stesso (fig. 34).
111

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Schema per il
calcolo del taglio
di progetto

Capacity design shear force in columns

Fig. 34

Tale procedura trova giustificazione nella logica di impedire la formazione di meccanismi di collasso fragili, come quelli a taglio, che naturalmente non sono coerenti con la filosofia dellAlta duttilit. Per il resto le verifiche a flessione e taglio si svolgono come per le situazioni
non sismiche (fig. 35).

5.4 Dimensionamento e verifica


degli elementi strutturali
5.4.2 Pilastri - Verifiche di resistenza:
La resistenza delle sezioni dei pilastri a presso-flessione e taglio, da confrontare con le rispettive azioni esterne determinate come indicato in precedenza,
si valuta secondo espressioni applicabili alle situazioni non sismiche

Fig. 35

I nodi rappresentano un punto delicato delle strutture. In particolare il


nodo trave-pilastro richiede una particolare cura al fine di evitare che il
collasso si inneschi allinterno del nodo stesso.
112

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Anche in questo caso il collasso che si innesca allinterno del nodo un


collasso di tipo fragile e quindi va necessariamente evitato. pertanto
necessaria una cura di dettaglio del nodo ponendo particolare attenzione
nei confronti dei nodi non confinati (fig. 36). il caso, ad esempio, dei
nodi di perimetro e dangolo degli edifici, o anche interni ma comunque
non adeguatamente confinati da travi di larghezza prossima a quella dei
pilastri e di altezza non diversa tra travi contrapposte.

5.4 Dimensionamento e verifica


degli elementi strutturali
5.4.3 Nodi trave-pilastro Definizioni:
Si definisce nodo la zona del pilastro che si incrocia con le travi ad esso concorrenti.
Si distinguono due tipi di nodo:
Nodi interamente confinati, cos definiti quando in ognuno delle quattro
facce verticali si innesta una trave. Il confinamento si considera realizzato
quando su ogni faccia la sezione della trave si sovrappone per almeno i
della larghezza del pilastro, e su entrambe le coppie di facce opposte
del nodo le sezioni delle travi si ricoprono per almeno i dellaltezza;
Nodi non interamente confinati, tutti i nodi non appartenenti alla categoria precedente.

Fig. 36

Nei nodi non confinati occorre predisporre una armatura trasversale che
lOrd. 3274 esprime con la relazione riportata in figura (fig. 37).

5.4 Dimensionamento e verifica


degli elementi strutturali
5.4.3 Nodi trave-pilastro - Verifiche di resistenza:
La verifica di resistenza del nodo si assume automaticamente soddisfatta
nel caso che esso sia interamente confinato.
Per nodi non confinati, appartenenti a strutture ad alta o bassa duttilit,
deve essere verificata la seguente condizione:

n st A st i b 0.05 R ck f

nella quale nst il numero di braccia delle staffe orizzontali presenti lungo
laltezza del nodo, Ast larea di ciascuna barra, i linterasse delle staffe
e b la larghezza utile del nodo.

Fig. 37
113

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Anche per le pareti di controvento abbiamo delle differenziazioni tra


Alta e Bassa duttilit.
Le strutture in Bassa duttilit si verificano secondo le modalit ordinarie;
nellalta duttilit necessario ampliare il diagramma del momento di progetto. In pratica si parte dal diagramma del momento, lo si linearizza e si
effettua una traslazione del diagramma cos ottenuto (fig. 38 e 39).

5.4 Dimensionamento e verifica


degli elementi strutturali
5.4.5 Pareti - Sollecitazioni di calcolo(/1)
Per le strutture a bassa duttilit (DCB), la distribuzione dei momenti flettenti e degli sforzi di taglio lungo laltezza delle pareti quella derivante
dallanalisi delledificio per le combinazioni di carico sismico previste.
Per le pareti semplici delle strutture ad alta duttilit (DCA), vale quanto segue:
Il diagramma dei momenti di calcolo si ottiene linearizzando dapprima il
diagramma dei momenti ottenuto dallanalisi (congiungendo i punti estremi), e poi traslando verticalmente il diagramma linearizzato per una distanza pari ad hcr (altezza della zona inelastica di base).
Laltezza hcr data dal pi grande dei seguenti valori:
- laltezza della sezione di base della parete (l)
- 1/6 dellaltezza delledificio H
- laltezza del piano terra.

Fig. 38

Diagramma del momento convenzionale di progetto


Legend:
a = moment diagram
from analysis;
b = design envelope;
a1= tension shift
Design envelope for bending moments in slender walls
(left: wall systems; right: dual systems)

Fig. 39
114

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Lentit della traslazione definita dalla norma in relazione allaltezza


del piano terra, allaltezza della sezione di base, alla altezza complessiva della parete.
Tale ampliamento del diagramma del momento sollecitante costringe ad
un parallelo ampliamento del momento resistente. Esso una misura
cautelativa nei confronti di possibili variazioni delle sollecitazioni sismiche a valle di estese plasticizzazioni degli elementi di controvento.
Una ulteriore prescrizione nella progettazione in Alta duttilit di sistemi di
pareti controvento, richiede che si debba maggiorare la resistenza a taglio in
presenza di un sovradimensionamento delle armature a flessione (fig. 40).

5.4 Dimensionamento e verifica


degli elementi strutturali
5.4.5 Pareti - Sollecitazioni di calcolo per edifici ad alta
duttilit (DCA)(/2):
Il diagramma degli sforzi di taglio si ottiene moltiplicando quello ottenuto
dallanalisi per il fattore dato da:

= Rd M Rd M Sd

nella quale Rd vale 1.2, mentre MRd ed MSd sono rispettivamente il momento
resistente della sezione di base della parete, calcolato considerando le armature
effettivamente disposte, ed il corrispondente momento ottenuto dallanalisi.

Fig. 40

Questo implica che se, per qualche ragione, si sovradimensiona larmatura a flessione, allontanando la possibilit che si possa formare una
cerniera plastica nel piede della parete, allora la stessa parete dovr
essere messa in grado di resistere a tagli maggiori. Questo vale anche
per le travi e le colonne in Alta duttilit.
Per le travi un incremento di armatura flessionale, incrementando la resistenza flessionale nelle sezioni di estremit comporta un parallelo incremento dellarmatura a taglio.
Parallelamente nei pilastri, per effetto dellincremento dellarmatura nei
nodi per garantire la gerarchia delle resistenze, ovvero che le cerniere
plastiche si formino nelle travi e non nei pilastri, si tenuti nellAlta
duttilit a sovradimensionare anche le armature a taglio nelle colonne.
115

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Si pu concludere che nel caso di un progetto duttile, i sovradimensionamenti sono in generale sconsigliati, a meno che non si vadano a considerare tutte le conseguenze che si leggono essenzialmente a livello di
meccanismo.
Se si realizzano travi con resistenza flessionale superiore a quella di
progetto, si favoriscono meccanismi di collasso non duttili in quanto le
cerniere plastiche tenderanno a formarsi nei pilastri con meccanismi di
piano e non nelle travi; inoltre tale incremento di resistenza flessionale
potr favorire rotture fragili se non si interverr incrementando anche la
resistenza a taglio.
Conseguenze simili al sovradimensionamento delle armature si osservano
in presenza di una non controllata sovraresistenza dellacciaio di armatura. Per questa ragione la norma pone dei limiti di resistenza dei materiali
non solamente inferiori ma anche superiori. Infatti se lacciaio molto
pi resistente di quello che in sede di progetto si considerato, e questo
casualmente privilegia le travi e non i pilastri, si pu ottenere una alterazione del meccanismo di collasso che da globale pu diventare di piano.
Tornando alle pareti ed in particolare alle pareti accoppiate (fig. 41),
quando la sollecitazione di progetto a taglio rilevante, allora si deve
ricorrere a questo classico schema di armatura a croce che consente una
buona duttilit anche sotto azioni cicliche con escursioni plastiche rilevanti.
Travi di accoppiamento tra pareti con armature diagonali

Coupling beams with diagonal reinforcement

Fig. 41
116

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Il paragrafo 5.5 dellOrd. 3274 dedicato ai particolari costruttivi ed alle prescrizioni relative.
Pi che analizzare le prescrizioni in dettaglio, fatto che potrebbe ricondursi ad un arida sequenza di formule, mi sembra rilevante analizzare
alcune immagini che mostrano le conseguenze negative del mancato rispetto di criteri adeguati nel progetto delle membrature ed in particolare
delle zone nodali.
Nelle fig. 42, 43, 44, 45, 46, sono mostrati fenomeni di collasso sotto
azione sismica di zone nodali realizzate con criteri costruttivi che si
commentano da soli.
Queste immagini evidenziando la necessit e limportanza di intervenire con staffature molto efficaci nelle zone nodali, e come questo sia tanto pi vero quanto maggiore larmatura a flessione, indice indiretto di
elevate sollecitazioni taglianti in campo plastico.
La zona nodale in presenza di elevata armatura a flessione, si comporta
come una zona esplosiva, nel senso che quando le armature sono sollecitate in campo plastico, queste si instabilizzano molto facilmente, a
meno che non vengano trattenute con tiranti molto frequenti.
Questo fa capire come le prescrizioni dettate per i nodi, che talora il
progettista e soprattutto il direttore dei lavori guardano con fastidio,
perch impongono una molteplicit di controlli e richiedono il superamento di non piccole difficolt esecutive, sono per molto importanti
come le conseguenze del mancato rispetto evidenziano.
Daltra parte si deve osservare che con un onere esecutivo sostenibile,
si riesce a migliorare in maniera consistente il comportamento della
struttura evitando comportamenti inaccettabili come quelli esaminati.

117

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Fig. 42 Montenegro 1979: collasso dellestremit superiore di un pilastro.


Calcestruzzo di cattiva qualit. Staffe inadeguate.

Fig. 43 Montenegro 1979: collasso dellestremit superiore di un pilastro.


Calcestruzzo di cattiva qualit. Staffe inadeguate.
118

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Fig. 44 Kobe 1995: staffe di resistenza insufficiente non hanno potuto impedire
il collasso della colonna.

Fig. 45 Montenegro 1979: collasso dellestremit inferiore di un pilastro.


Calcestruzzo di cattiva qualit. Staffe inadeguate.
119

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Fig. 46 Northridge 1994: pila fortemente danneggiata a causa dellinsufficienza


delle staffe.

Le immagini successive (figg. 47, 48 e 49) ci consentono unaltra considerazione. Esse si riferiscono ad un edificio che non ha avuto una
buona performance. Non sembra che si possa dire che sia rimasto in
piedi.
Per le immagini fanno vedere una cosa importante: se la struttura adeguatamente armata si possono ottenere capacit deformative di tutto
rispetto.
Il pilastro della struttura in figura ha subito una rotazione relativa tra la
sezione di testa e quella di piede che potrebbe valutarsi intorno ai 30,
che pone il cemento armato in competizione con materiali ritenuti tradizionalmente duttili come lacciaio.
120

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Fig. 47 - Northridge 1994

Fig. 48 - Northridge 1994

121

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Fig. 49 Northridge 1994: anche il cemento armato, se ben eseguito, pu esibire


una notevole duttilit.

Infine, le immagini delle figg. 50, 51, 52 e 53, rappresentano classiche


rotture a taglio.
La presenza di queste rotture diagonali evidenzia che la sorgente di
questo fenomeno essenzialmente di tipo tagliante.
Il dettaglio dellimmagine fig. 54, evidenzia come le staffature sono del
tutto esigue anche a confronto con una cospicua armatura di tipo flettente.
Si evidenzia anche la traslazione relativa tra le due parti della membratura caratteristica della rottura per taglio.

122

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Fig. 50 Kobe 1995: collasso a taglio della pila di un viadotto ferroviario. La


vista ravvicinata rivela la frattura delle staffe di piccola sezione rispetto
alla barre longitudinali.

Fig. 51 Kobe 1995: collasso a taglio delle pile del viadotto Hanshin-Nishinomiya.
Le barre longitudinali deformate a taglio mostrano il collasso tipico di
una colonna corta.
123

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Fig. 52 Kobe 1995: collasso a taglio delle pile di un viadotto. Una pila collassa
alla base, laltra in sommit.

Fig. 53 Montenegro 1979: collasso dellestremit superiore di un pilastro. Si


noti la mancanza delle staffe.
124

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

3) Applicazioni e Confronti
Il grado di diversit significativo tra la nuova norma e quella esistente
pone il problema della comparazione tra le stesse sia dal punto di vista
delleffettivo miglioramento del comportamento strutturale sotto sisma,
sia sul piano dellincremento di costo in termini di materiali e di mano
dopera necessari.
Per rispondere ad alcune di queste domande, vi riporto i risultati di una
analisi condotta alcuni anni or sono con riferimento allEurocodice 8
nella formulazione dellepoca (fig. 54) Non si tratta di una indagine esaustiva ma tuttavia fornisce alcune indicazioni interessanti.

CONFRONTO TRA:
EC8 / Normativa esistente (D.M. 16/1/96) /
Normativa esistente + circ min. n.65/97
Definizione delle azioni sismiche e
dimensionamento degli elementi strutturali
Lesempio si riferisce, ad un telaio in cemento armato, progettato adoperando
sia le indicazioni della normative italiana, sia quelle degli Eurocodice 8, simile
alla nuova norma nazionale.
Il progetto dei telai stato eseguito utilizzando, per le resistenze dei materiali,
i valori di calcolo proposti nelle rispettive normative. Per il calcestruzzo si assume una classe C20/25, cui corrisponde un valore caratteristico della resistenza cilindrica pari a fck=20 N/mm2, mentre per lacciaio si assunta una
resistenza caratteristica allo snervamento pari a fyk=440 N/mm2. I corrispon-

denti valori forniti dalla normativa italiana sono rispettivamente Rck=25


N/mm2 e fck=20,75 N/mm2 per il calcestruzzo ed fyk=440 N/mm2 (FeB44k).
I valori dei carichi permanenti Gk e dei carichi accidentali Qk agenti sulle travi,
sono stati assunti rispettivamente pari a 25 N/mm e 15 N/mm.

Le sezioni delle travi sono state predimensionate per soli carichi verticali.
Il progetto delle armature stato effettuato eseguendo una analisi dinamica
per le azioni sismiche e rispettando le indicazioni delle varie normative.

Fig. 54
125

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Come si diceva i termini del confronto sono la progettazione secondo


lEC8 in Alta e Bassa duttilit, e la normativa ministeriale del 16/01/96,
tuttora vigente. Entrambe le normative sono state applicate nel dimensionamento delle armature di un telaio di 6 piani e due campate con dimensioni delle membrature invarianti (fig. 55). Nella applicazione della
normativa vigente in Italia stata anche applicata la circolare ministeriale n. 65/97, che aggiunge una serie di prescrizioni che riguardano le
zone nodali ed i minimi di armatura.

Il caso esaminato

Telaio a sei
piani e tre
campate

Fig. 55

Le condizioni di carico considerate (figg. 56 e 57) sono quelle per carichi verticali amplificati da fattori parziali di sicurezza, 1.35 per i carichi
fissi ed 1,5 per i carichi variabili secondo lEC8, in pi c da considerare la condizione di carico sismica caratterizzata da carichi gravitazionali non amplificati.

126

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Criteri di dimensionamento secondo lEurocodice 8


Dallo spettro elastico di risposta fornito dallEC8 con P.G.A.=0.35g e per
suolo di tipo B, si sono ricavati gli spettri di progetto dividendo le ordinate
del primo per i valori del coefficiente di struttura q al variare della classe di
duttilit scelta.
Il calcolo delle caratteristiche della sollecitazione stato effettuato riferendosi alla pi sfavorevole condizione di carico tra le seguenti:
a) condizione di carico in assenza di azioni sismiche (solo carichi verticali):
b) condizione di carico in presenza di azioni sismiche:

1,35 Gk + 1,5 Qk

Gk + Qk E

Essendo:
Ed il valore di progetto dellazione sismica i cui effetti sono stati calcolati
considerando la presenza dei carichi gravitazionali.
il fattore di combinazione per combinazione quasi permanente da applicare ai carichi variabili, dipendente dalla destinazione duso
delledificio (= 0,3 per civili abitazioni); il coefficiente di riduzione
dei carichi gravitazionali stato posto pari a 0,5 per tutti i piani ad eccezione dellultimo per il quale stato assunto un valore unitario.

Fig. 56

Criteri di dimensionamento secondo


la normativa italiana vigente
Nel caso della normativa italiana, il calcolo delle caratteristiche della sollecitazione stato effettuato riferendosi alla pi sfavorevole condizione di carico tra le seguenti:

1,4 Gk + 1,5 Qk

(1,4 G k + 1,5 Qk ) 1,5 E

dove gli effetti del sisma E sono stati valutati considerando la presenza di
carichi gravitazionali assumendo il coefficiente s di riduzione dei sovraccarichi (s=0.33 per locali dabitazione).

Fig. 57

Invece la normativa italiana prevede una condizione per carichi verticali


poco diversa dalla precedente, per ladozione di coefficienti parziali di
sicurezza pari rispettivamente ad 1.4 per i carichi gravitazionali, invece
dell1.35 dellEC8.

127

Calcolo Strutturale e nuova normativa

La differenza maggiore nelle condizioni di carico riguarda la condizione


di carico sismica che nella norma italiana prevede una amplificazione anche per i carichi gravitazionali che invece non sono amplificati nel EC8.
Questa una delle differenze maggiori imposta nella norma italiana
dalla volont di conservare in parallelo la verifica alle tensione ammissibili e quella agli stati limite ottenendo risultati il pi possibile simili.
Daltra parte evidente che limpostazione dellEC8, e quindi della
Ord. 3274, preferibile in quanto lincremento dei carichi verticali gioca un ruolo illogicamente positivo nella verifica dei pilastri. Si deve tuttavia ricordare che la scelta dellEC8 amplifica le condizioni di carico
che tuttavia sono gi assai numerose.
In fig. 58 sono riportati gli spettri utilizzati: il pi alto relativo alla
Bassa duttilit, lintermedio alla media duttilit, il pi basso alla alta
duttilit. A tratto pieno invece riportato lo spettro di progetto corrispondente del D.M. 96.

Spettri di progetto in zona sismica di I categoria


secondo la norma italiana e secondo lEC8
per bassa ed alta duttilit

Fig. 58

In termini operativi sono stati determinati i pesi delle armature a metro


cubo, nel caso dellAlta duttilit, nel caso della Bassa duttilit, nel caso
del DM ed infine del DM considerando le prescrizioni della circolare
ministeriale relativa.
128

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Guardando i risultati in termini di valore medio del peso delle armature


(figg. 59, 60 e 61), si osserva che le armature longitudinali crescono
passando dallalta duttilit alla bassa duttilit, coerentemente con il fatto che il coefficiente di struttura nella Bassa duttilit pi piccolo e le
azioni sismiche da considerare sono pi grandi, i momenti sollecitanti
sono pi grandi e quindi le armature sono maggiori.
Viceversa, se confrontiamo le armature trasversali, vediamo che
nellAlta duttilit raggiungono i 55,94 kg a metro cubo, contro il 28,94
a metro cubo della Bassa duttilit.
Quindi c un andamento inverso. Larmatura longitudinale cresce,
mentre larmatura trasversale decresce passando dallAlta duttilit alla
Bassa duttilit.
Spettri di progetto in zona sismica di I categoria secondo la
norma italiana e secondo lEC8 per bassa ed alta duttilit
Pesi armature al metro cubo [kg/mc]
Eurocodice 8

Travi
Pilastri
Totali

Normativa italiana 1a categoria


DCH
DCL
D.M. 16/01/1996 Circolare 10/04/1997
Longitud. Trasvers. Longitud. Trasvers. Longitud. Trasvers. Longitud. Trasvers.
7 9 .5 5
59.66
114.88
25.78
9 0 .6 3
4 4 .0 2
1 2 1 .9 9
64.38
124.93
50.25
138.34
33.73
8 7 .0 3
2 5 .4 8
1 0 4 .8 6
60.91
9 7 .4 9
55.94
124.15
28.94
8 9 .2 1
3 5 .5 0
1 1 5 .2 2
63.00

Il quantitativo di armatura longitudinale valutato per i telai progettati con il D.M.


96 si colloca sempre in una posizione intermedia tra quelli valutati per le classi
DCH e DCL: ci legato al fatto che avendo le strutture analizzate periodi che superano i tratti costanti degli spettri, lo spettro italiano presenta unordinata maggiore di quella dellalta duttilit e minore di quella della bassa duttilit.
Nonostante si utilizzino, nella combinazione sismica, carichi verticali amplificati
non si riesce ad ottenere unarmatura pari a quella della classe DCL.
Una considerazione importante legata al fatto che i quantitativi di armatura
longitudinale dei pilastri risultano diversi, anche se non di molto, per le classi
DCH e DCL per la prevalenza, per alcune sezioni, dei minimi regolamentari
sullarmatura che scaturisce direttamente dal calcolo.

Fig. 59

129

Calcolo Strutturale e nuova normativa

P e r i p i l a s t r i p r og et t a t i s ec o nd o il D . M . s i h a u n a s i t u a z i o n e d i f f e r e n t e r i s p e t t o a l l e t r a v i : i n f a t t i , l a r m a t ur a r i s u l t a e s s e r e s e m p r e m i n o r e d e l l e a l tre avendo principalmente dei minimi regolamentari molto meno restrittivi ed un valore delle azioni verticali e quindi dello sforzo assiale sempre
amplificato con conseguente effetto sul comportamento della sezione,
d o v e v i e n e s f r ut t a t o d i p i i l c a l c es t r u z z o .
D a l l e t a b e l l e p r ec e d e n t i , n e l c a so d e l l e t ra v i , s i e v i n c e c h i ar a m e n t e c h e
l a r m at u r a t r a s v e r s a l e d e l l a c l as s e D CH m o l t o p i g r a nd e , a c a u s a
d e l l i n f l u e n z a c he h a n n o s u d i e s s a i m i n i m i d i n o r m at i v a s o p r a t t ut t o i n
t e r m i n i d i p a s s o d e l l e s t a f f e ( c h e d e v o n o g a r a nt i r e a n c h e u n b u on c o n f i n a m e nt o d e l l e e s t r e m it d e l l e t r a v i ) , n o n c h i l c r it e r i o d i p r o g et t o c h e
p r e v ed e u n a a m p l i f i c a z i o n e d el t a g l i o d i p r og et t o p e r u n v a l o r e p a r i a
R d a f f i n c h l a r o t t ur a a f l e s s i o n e p r e c ed a q ue l l a p e r t a g l i o . P er la c la s s e
D C L i m ini m i so n o m o lt o m e no vin c o la nt i, p er cui p r e va lg o no i risu lt a t i d i
c a lc o l o . N e l D .M . 9 6 l a r m a t u r a t r a s v e r s a l e r i s u l t a n t e h a u n v a l o r e i n t e r m e d i o t r a D C H e D C L : r i s p e t t o a l c a s o D C L , i n fa t t i , h a n n o e f f e t t o s i a i
m i n i m i r e g o l a m en t a r i p i r e st r i t t iv i c h e l a c o nd i z io n e d i p r og e t t o p i g r a v o s a (c a r ic h i v e r t i c a l i a m p l i f ic a t i ).

Fig. 60

P e r i p i l a s t r i l E C 8 r i c h i e d e u n a st a f f a t u r a p i f i t t a p e r a s s i c u r a r e u n a d e g u a t o c o n f i n a m en t o e u na s u f f i c ie n t e d u t t i l it a i f i n i d e l c o m p o r t a m e nt o
s t r o n g c o l u m n -w e a k b e a m c o n p r e v a l e n z a d e i m i n i m i r e g o l a m e n t a r i ; i l
D . M . , n o n p o n en d o s i l o b i e t t i v o d i d o v e r c o n f e r ir e a l l a s t r ut t u r a u n t a l e
t i p o d i c o m p o rt a m e n t o , h a d e i m i n i m i m e n o r e s t ri t t i v i , p er c u i p r ev a l g o n o i v a l o r i d i c a lc o l o e i n d e f i n it iv a i q ua nt i t a t i v i d i a r m a t u r a s o no n e t t a m en t e in fe r ior i.
N e l c a s o e s a m i n a t o s i p u c o nc l u d e r e d ic e nd o c h e , p r o g e t t a nd o l e a r m a t u r e i n b a s e a l D . M . , i p i l a st r i r is u l t a n o m e n o r es i s t e n t i e m e n o d u t t i l i ,
m e n t r e l e t ra v i , p r e s e nt a n o u na r e s i s t e n z a e d u na d ut t i l i t i n t e r m e d i a t r a
q u e l l a r e l a t i v a a i p r o g et t i E C8 i n a l t a e b a s s a d ut t i l i t .

Fig. 61

Se, invece, confrontiamo i risultati ottenuti con lEC8 con la normativa


italiana (figg. 62 e 63), senza tener conto della circolare, si osserva che
complessivamente il DM richiede meno armatura; se pensiamo al DM
integrato con la circolare, vediamo che larmatura richiesta addirittura
superiore a quella richiesta sia della Bassa che della Alta duttilit.

130

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Rapporti tra i pesi di armatura EC8/D.M.


Rapporti tra i pesi delle armature
DCH/DCL
DCH/D.M.
DCL/D.M.
longitudin. trasvers. totali longitudin. trasvers. totali longitudin. trasvers.
Travi
0 .6 9
2.31
0.99
0.87
1.42
1.05
1 .2 7
0.61
Pilastri
0 .9 0
1.49
1.02
1.44
1.97
1.56
1 .5 9
1.32
Totali
0 .7 8
1.93
1.00
1.09
1.57
1.23
1 .3 9
0.81

totali
1 .0 6
1 .5 3
1 .2 3

Nel primo caso (DCH/DCL) si osserva che le prescrizioni dellEC2-8 conducono a strutture caratterizzate da quantitativi globali di armatura pressoch uguali, ma con una maggiore percentuale di armatura trasversale per i telai ad
alta duttilit, che compensa una maggiore percentuale di armatura longitudinale per i telai a bassa duttilit.
Infatti lapplicazione del criterio della gerarchia delle resistenze, nel caso
DCH, richiede che la rottura per flessione preceda quella per taglio, determinando un incremento di staffe.
Il confronto tra il dimensionamento secondo lEC8 ed quello secondo il D.M.,
nel quale non vengono considerate le classi di duttilit e non vengono introdotte sovraresistenze o incrementi delle forze di taglio per il rispetto della gerarchia delle resistenze, evidenzia che le quantit di armatura trasversale si
collocano in una situazione intermedia tra i valori delle classi L ed H, mentre
per larmatura longitudinale il progetto con il D.M. fornisce il quantitativo pi
piccolo rispetto agli altri casi.

Fig. 62

Rapporti tra i pesi di armatura D.M.+Circ.Min /EC8


Rapporti tra i pesi delle armature
Circolare/DCH

Circolare/DCL

Circolare/D.M.

longitudin. trasvers. totali longitudin. trasvers. totali longitudin. trasvers. totali


Travi
Pilastri
Totali

1.53
0.84
1.18

1 .0 8
1 .2 1
1 .1 2

1.34
0.94
1.16

1.06
0.75
0.92

2 .3 1
1 .8 0
2 .1 7

1.32
0.96
1.16

1.34
1.20
1.29

1 .4 6
2 .3 9
1 .7 7

1.38
1.52
1.42

L a r m a t ur a d e l l e t r a v i p r o g et t a t e s e c o n d o l a C i r c o la r e M i n i s t e r i a l e c i t a t a , p er i l
p r e v a l e r e d e i m i n i m i r eg o l a m e nt a r i s u l l a r ma t u r a d i c a lc o l o , r i s u l t a s e m p r e
m a g g i o r e r i sp e t t o a q u e l l a p r o g e t t at a c o n l E C 8, m e n t re i p i l a st r i r i s u l t a n o
m e n o a r m at i .

Fig. 63

131

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Se infine facciamo confronti in termini di rapporto, osserviamo che il


rapporto tra le armature richieste in Bassa ed Alta duttilit pari
allunit. In pratica, cio, si ha una compensazione tra la riduzione delle
armature delle staffe e lincremento dellarmatura nelle barre longitudinali; quindi le due progettazioni sono quasi equivalenti dal punto di vista del peso dei materiali impiegati.
Viceversa se confrontiamo lAlta duttilit con il DM abbiamo una maggiorazione del 23%, mentre invece se consideriamo la Bassa duttilit
con il DM abbiamo anche in questo caso il 23%.
Se invece consideriamo il DM integrato dalla Circolare, rapportato
allAlta duttilit, scopriamo, come dicevamo prima, che c una maggiorazione che rimane identica se assumiamo come termine di confronto la Bassa duttilit.
Il rispetto delle prescrizioni della circolare comporta un incremento dei
pesi di armatura rispetto al solo al DM di oltre il 40%.
Questi sono i dati sui pesi delle armature, ma se andiamo a vedere i
comportamenti di queste strutture in condizioni post elastiche, osserviamo anche un altro aspetto importante (figg. 64, 65, 66 e 67).
Nel telaio progettato secondo il D.M., seguendo o meno le prescrizioni
della circolare, al crescere delle forze orizzontali in una analisi statica
non lineare (Push-Over) si forma un meccanismo locale al quarto piano.
Non si riesce pertanto ad impedire un meccanismo di piano poco duttile. Se invece guardiamo il telaio progettato secondo lEC8, in condizioni di Bassa duttilit ed allo stesso livello di azioni, non si evidenziano
meccanismi di collasso completamente sviluppati.
Infine se consideriamo lo stesso telaio con armature progettate in Alta
duttilit, si osserva la formazione di un meccanismo globale.

132

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Situazione dei nodi applicando il sisma


di STURNO amplificato del 25%

Telaio progettato
con D.M 16/01/96
Formazione del
meccanismo di piano
al 4 piano

Fig. 64

Situazione dei nodi applicando il sisma


di STURNO amplificato del 25%

Telaio progettato
secondo la
Circolare
Formazione del
meccanismo di
piano al 4 piano

Fig. 65

133

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Situazione dei nodi applicando il sisma


di STURNO amplificato del 25%

Telaio progettato
con lEC8
bassa duttilit
Plasticizzazioni
sulle travi o
isolate sui pilastri

Fig. 66

Situazione dei nodi applicando il sisma


di STURNO amplificato del 25%
Telaio progettato
con lEC8
alta duttilit
Plasticizzazioni
sulle travi.
Nei pilastri solo
alla base del
primo piano ed
alla testa
dellultimo piano.
(+ due cerniere
interne isolate)

Fig. 67

In conclusione (fig. 68), si pu ritenere che le nuove norme non comportano incrementi significativi nellimpiego di armatura, rispetto per
134

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

esempio alla normativa attuale integrata con la circolare ministeriale.


Integrazione che daltra parte allo stato attuale delle conoscenze una
cosa eticamente se non legalmente obbligatoria, per la necessit di
massimizzare lefficienza delle zone nodali e la duttilit locale quantomeno. Daltra parte ci non comporta un incremento significativo di peso
delle armature, favorendo un miglioramento rilevante delle prestazioni.

Conclusioni
Nonostante una sostanziale equivalenza dei costi strutturali (per i materiali)
si osserva che la progettazione secondo lEC8 (ovvero Ord. 3274) in alta o
bassa duttilit consente generalmente risultati migliori nei confronti della
progettazione secondo la attuale normativa (anche seguendo la Circ. Min.)
in termini di capacit (resistenza ultima + duttilit complessiva).

Fig. 68

4) Gli edifici esistenti


Lultima parte di questa presentazione dedicata alladeguamento sismico degli edifici esistenti, problema molto delicato ed insieme di rilevante intereresse. Infatti per gli edifici esistenti a stretto rigore non conosciamo la resistenza dei materiali, non conosciamo le armature, non
conosciamo i particolari costruttivi.
Molto spesso questa la situazione, ma la mancanza di dati pu essere
superata facendo opportune indagini. Ci che comunque difficile ritrovare una buona capacit plastica dei nodi, e meno ancora una buona capacit duttile della struttura nel suo complesso e, pertanto, sono
modesti i margini di comportamento post-elastico che invece in una
struttura nuova consentono di ampliare la capacit portante in campo sismico ben oltre il limite elastico.
Daltra parte la problematica delladeguamento degli edifici esistenti ha
una grande rilevanza pratica in quanto il patrimonio edilizio edificato
prima degli anni 80 (fig. 69) costituisce una parte preponderante del
patrimonio edilizio globale ed stato realizzato in misura preponderante in assenza di normativa sismica.
135

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Introduzione: il contesto
Gran parte delle moderne
costruzioni in c.a. sono state realizzate negli anni 60
e 70 prima della classificazione sismica che negli anni 80 e pi recentemente
nel 2003 ha interessato
larga parte del territorio
nazionale.

Fig. 69

Inoltre la recente riclassificazione sismica (2003) ha registrato un generale incremento della pericolosit sismica del territorio nazionale (fig. 70).

Introduzione: il contesto
La dimensione del problema delladeguamento sismico delle strutture esistenti
in Italia legato ai seguenti aspetti:
Data di realizzazione antecedente alla classificazione sismica dellarea;
Modifica del livello di pericolost sismica a seguito di riclassificazione.

Classificazione 1998

1998

I
II
III
N.C.
Totale

1
368
348
0
0
716

Classificazione 2003

Source SSN
2003
2
3
0
0
2150
0
88
11
85
1621
2323
16 32

Fig. 70
136

0
0
0
3429
3 429

Totale
368
2498
99
5132
8100

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Pertanto, una parte non trascurabile dellattivit ingegneristica dei prossimi anni sar dedicata al fine delladeguamento sismico delle strutture
esistenti considerando da una parte la dimensione delledificato realizzato prima della classificazione sismica del territorio, ovvero assumendo una pericolosit sismica inferiore, e dallaltra la forte volont sociale
e politica di procedere ad un adeguamento quantomeno degli edifici di
interesse pubblico.
In sintesi due sono gli aspetti caratteristici del problema che differenziano il caso delle strutture esistenti da quello delle strutture nuove
(fig. 71):

Basso livello di conoscenza delle strutture esistenti (geometria, armatura, dettagli costruttivi, livello di degrado tipo e qualit dei materiali
impiegati);

Bassa capacit plastica disponibile, essendo generalmente bassa la


duttilit locale e prevalenti i meccanismi di collasso di tipo locale,
poco dissipativi.

Gli interventi sugli edifici esistenti


hanno due aspetti caratteristici:
Basso livello di conoscenza delle strutture esistenti (geometria, armatura,
dettagli costruttivi, livello di degrado tipo e qualit dei materiali impiegati);
Bassa capacit plastica disponibile, essendo generalmente bassa la duttilit
locale e prevalenti i meccanismi di collasso di tipo locale, poco dissipativi.
Non sono pertanto applicabili le metodologie proposte per le strutture nuove
in cui si fa affidamento in forma esplicita alla capacit plastica delle strutture.

Fig. 71

Il capitolo 11 della Ord. 3274 nel par. 11.1 riassume nelle generalit
questo doppio livello di difficolt riguardanti lincertezza sui dati geometrici e meccanici (fig. 72) e le scarse capacit plastiche (fig. 73).

137

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Ordinanza 3274: Cap. 11 - Edifici Esistenti


Par. 11.1 GENERALITA
Stato Limite di Collasso (SL di CO)
Gli edifici esistenti si distinguono da quelli di nuova costruzione a causa di incertezze inerenti la progettazione, lesecuzione, lo stato di conservazione e le
patologie eventualmente presenti:

Il progetto riflette lo stato delle conoscenze al tempo della costruzione.


Il progetto poteva contenere difetti di impostazione concettuale e di realizzazione
non immediatamente visibili (il progetto poteva anche non esistere affatto !).
Tali edifici possono essere stati soggetti a terremoti passati o ad altre azioni
accidentali, i cui effetti non sono manifesti.
Possono essere presenti difetti di esecuzione, di confezionamento dei materiali strutturali, nonch stati di degrado dei materiali.
Pertanto: La valutazione della sicurezza strutturale, i metodi di analisi e di verifica, i valori dei coefficienti di sicurezza parziali devono essere correlati al
livello di conoscenza delle strutture della costruzione.

Fig. 72

Ci sono anche delle certezze inerenti la scarsa capacit


di resistenza in campo sismico delle strutture esistenti
Assenza di criteri antisismici nelle Normative del passato per zone non sismiche che si traduce pi in dettaglio in:

Carenze in termini di resistenza: dimensione elementi strutturali, quantit


di armature longitudinali, armatura trasversale non idonea nelle travi con
possibili crisi a taglio,
Carenze in termini di duttilit locale: dimensioni elementi strutturali non
adeguate (asse neutro di progetto non controllato), modesta azione di
confinamento delle staffe nel calcestruzzo compresso dei pilastri con instabilit delle armature in compressione; dettagli costruttivi inadeguati
per ancoraggi non sufficienti delle armature in colonne e travi; tipo e numero di staffe inadeguato nei nodi trave-colonna.
Carenze in termini di duttilit globale: prevalente concezione strutturale
con pilastri progettati esclusivamente a sforzo normale (pilastri piccoli)
con conseguenti meccanismi di collasso locali o di piano.

Fig. 73

I paragrafi successivi (11.2 e 11.3) sono poi dedicati alla valutazione della
sicurezza (fig. 74) ed allo specifico trattamento degli edifici in c.a. (fig. 75).
138

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Ordinanza 3274
Procedura di verifica di una costruzione esistente
Par. 11.2 VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA
11.2.1 - Requisiti di sicurezza: definizione stati limite
11.2.2 - Criteri di verifica
11.2.3 - Dati necessari per la valutazione: livelli di conoscenza
11.2.4 - Fattori di confidenza
11.2.5 - Valutazione della sicurezza
11.2.6 - Verifiche di sicurezza
11.2.7 - Criteri per la scelta dellintervento
11.2.8 - Progetto dellintervento

Par. 11.3 EDIFICI IN CEMENTO ARMATO


11.3.1 - Identificazione della geometria, dei dettagli costruttivi e dei materiali
11.3.2 - Modelli di capacit per la valutazione
11.3.3 - Modelli di capacit per il rinforzo

Fig. 74

11.2.1 - Requisiti di Sicurezza


Per la valutazione della sicurezza di edifici esistenti, tenendo conto del fatto
che essi non soddisfano n i principi di gerarchia delle resistenze, n posseggono adeguata duttilit. previsto uno stato limite aggiuntivo.

Stato Limite di Collasso (SL di CO)


La struttura fortemente danneggiata
La maggior parte degli elementi non strutturali sono distrutti
Ledificio non pu subire ulteriori accelerazioni al suolo, anche modeste

Stato Limite di Danno Severo (SL di DS)


La struttura presenta danni importanti
Gli elementi non strutturali sono danneggiati, ma senza crolli
La riparazione delledificio risulta in genere economicamente non conveniente

Stato Limite di Danno Limitato (SL di DL)


I danni alla struttura sono di modesta entit
Gli elementi non strutturali presentano danni diffusi ma contenuti
possibile la riparazione delledificio con modesto impegno economico

Fig. 75
139

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Un aspetto innovativo nel trattamento delle strutture esistenti rispetto a


quelle nuove consiste nel fatto che per le prime si definisce uno stato
limite ulteriore che facoltativamente pu essere considerato in sostituzione dello stato limite di danno severo o aggiunto ad esso: lo stato limite di collasso (near collapse nellEC8).
Tale stato limite individua una condizione di danneggiamento elevata,
molto prossima a quella di collasso effettiva, tanto che la struttura resta in piedi anche se non ha pi capacit di resistere ad azioni orizzontali (fig. 76).

Stato Limite di Collasso (SL di CO)


Q u e s t o st a t o l im i t e n o n p r e s e n t e p er l e
c o str uz ion i p r o ge tt a t e e x -n o v o.
L e d i f i c i o e s t r e m a m e nt e d a n n eg g i a t o
L a r i g id e z z a e la r e s i s t e n z a r e s id u e s o n o
a p p e n a i n g r a d o d i f r o n t e g g i ar e l e a z i o n i v e rt i c a l i
Gli elementi non strutturali sono distrutti
p r e s e nt e u n e l e v a t o f u o r i p i o m b o
No n i n g r a d o d i s o p p o rt a r e a z i o n i o r i z z o n t a l i , a nc h e l i m i t at e
Lazione sismica amplificata del 50%
r i s p et t o a l l a c o nd i z i o n e d i p r o g et t o d e g l i
e d if ic i d i n uo va co st ru z io ne

Fig. 75

Passando in concreto al problema della valutazione della capacit


portante in campo sismico di una struttura esistente, sia nelle condizioni originarie che dopo un ipotetico intervento di adeguamento sismico, non potendosi catalogare la stessa nellambito di tipologie
note e quindi adottare affidabili coefficienti di struttura a priori, si
possono seguire le seguenti strade alternative richiamate dallOrd.
3274 (fig. 77):

140

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

11.2.2 - Criteri di Verifica


A) Spettro elastico (q=1):
controlli di omogeneit di comportamento ed inoltre:
- elementi duttili: verifiche basate sul confronto degli effetti delle azioni sismiche in termini di deformazioni con i rispettivi limiti di deformabilit.
- elementi fragili: verifiche basate sul confronto degli effetti delle azioni sismiche in termini di sollecitazioni con le rispettive resistenze.
B) Spettro elastico ridotto (q=1.53): controlli di resistenza.
C) Struttura adeguata con pareti, controventi metallici o altre strutture nuove
che sostengano la (quasi) globalit delle azioni sismiche: prevista
ladozione del coefficiente di struttura q delle nuove strutture di controvento, verificando la compatibilit plastica delle deformazioni sulle strutture esistenti (controllo delle rotazioni plastiche).

Fig. 77

A) Verifica della struttura adeguata adottando lo spettro elastico (q=1)


insieme a:

controlli di omogeneit di comportamento ed inoltre:


- per elementi duttili: verifiche basate sul confronto degli effetti
delle azioni sismiche in termini di deformazioni con i rispettivi
limiti di deformabilit;
- per elementi fragili: verifiche basate sul confronto degli effetti
delle azioni sismiche in termini di sollecitazioni con le rispettive
resistenze.

B) Verifica della struttura adottando lo spettro elastico ridotto (q=1.53)


ed eseguendo solo controlli di resistenza allo s.l.u..
C) Adeguamento della struttura con pareti, controventi metallici o altre
strutture nuove che sostengano la (quasi) globalit delle azioni sismiche: prevista in tal caso ladozione del coefficiente di struttura
q tipico delle nuove strutture di controvento, verificando la compatibilit plastica delle deformazioni sulle strutture esistenti (controllo
delle rotazioni plastiche).
Ma prima di progettare ladeguamento di una struttura esistente necessario procedere ad una analisi conoscitiva della stessa (fig. 78) che si
pu eseguire con diversi livelli di approfondimento.
141

Calcolo Strutturale e nuova normativa

11.2.3 - Dati Necessari per la Valutazione


Nella verifica di sicurezza di una struttura esistente esistono a priori una serie di
incertezze, che non sono presenti nella progettazione di una nuova struttura:
Qualit e caratteristiche meccaniche dei materiali
Degrado ed ammaloramento dei materiali strutturali (corrosione armature,
carbonatazione calcestruzzo, )
Schema strutturale e dimensioni degli elementi strutturali
Disposizione e quantit delle armature, dettagli costruttivi
Sistema di fondazione (tipo, dimensioni, profondit piano di posa, )
Eventuali modifiche strutturali apportate nel corso della vita di un edificio
(sopraelevazioni, ampliamenti, )
Caratteristiche meccaniche del terreno di fondazione.
La disponibilit della documentazione progettuale e/o estese indagini in situ
(rilievo delle strutture e prove su materiali e strutture) possono colmare le lacune portando a livelli di conoscenza sufficienti, tali da giustificare anche
ladozione di coefficienti di sicurezza ridotti.

Fig. 78

La norma definisce in particolare tre livelli di conoscenza (limitata, adeguata, accurata) (figg. 79 e 80) connessi allapprofondimento del rilievo ed alla numerosit dei riscontri oggettivi sulle caratteristiche meccaniche dei materiali impiegati (fig. 81).

Livelli di Conoscenza
La quantit e la qualit dei dati acquisiti determina il metodo di analisi ed i
valori dei coefficienti parziali di sicurezza,
ovvero: MAGGIORE CONOSCENZA SIGNIFICA MAGGIORE SICUREZZA
TRE LIVELLI DI CONOSCENZA:
Livello di Conoscenza Limitata (LC1)
Livello di Conoscenza Adeguata (LC2)
Livello di Conoscenza Accurata (LC3)
ASPETTI CHE DEFINISCONO IL LIVELLO DI CONOSCENZA:
Geometria (caratteristiche geometriche elementi strutturali)
Dettagli strutturali (quantit e disposizione delle armature, collegamenti tra
elementi strutturali, consistenza degli elementi non strutturali collaboranti, )
Materiali (propriet meccaniche dei materiali)

Fig. 79
142

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Definizione Livelli di Conoscenza


e Fattori di Confidenza
Tabella 11.1 Livelli di conoscenza in funzione dellinformazione disponibile e
conseguenti metodi di analisi ammessi e coefficienti parziali di
sicurezza dei materiali
Livello di
Geometria
conoscenza (carpenterie)
LC1

LC2

LC3

Metodi di
F.C
analisi
Valori usuali per la pratica Analisi
lineare
costruttiva dellepoca
statica o 1.35
e
limitate prove in-situ dinamica
Dalle specifiche originali
di progetto
+
Tutti
1.20
limitate prove in-situ
oppure
estese prove in-situ
Dai certificati di prova
originali
+
Tutti
1.00
limitate prove in-situ
oppure
esaustive prove in-situ

Dettagli strutturali

Propriet dei materiali

Progetto simulato in accordo alle norme dellepoca


e
limitate verifiche in-situ
Da disegni di
Disegni costruttivi
carpenteria
incompleti
originali con
+
rilievo visivo a limitate verifiche in-situ
campione
oppure
oppure
estese verifiche in-situ
rilievo ex-novo
Disegni costruttivi
completo
completi
+
limitate verifiche in-situ
oppure
esaustive verifiche in-situ

Fig. 80

Livelli di Rilievo e Prove Edifici in C.A.


Per ogni tipo di elemento primario (trave, pilastro, )
Verifiche

Rilievo dettagli costruttivi

Limitate

Quantit e disposizione delle


armature verificate per almeno
il 15% degli elementi

Prove sui materiali


1 provino di calcestruzzo per 300
mq di piano
1 campione di armatura per piano

Estese

Quantit e disposizione delle


armature verificate per almeno
il 35% degli elementi

2 provini di calcestruzzo per 300


mq di piano
2 campioni di armatura per piano

Quantit e disposizione delle


Esaustive armature verificate per almeno
il 50% degli elementi

3 provini di calcestruzzo per 300


mq di piano
3 campioni di armatura per piano

Fig. 81

A questi diversi livelli di conoscenza sono poi legati i fattori di confidenza sulla base dei quali si definiscono le resistenze dei materiali da
impiegare nelle verifiche (fig. 82).
143

Calcolo Strutturale e nuova normativa

11.2.4 - Fattori di Confidenza


Variazione coefficienti parziali di sicurezza sui materiali in funzione del livello
di conoscenza:
Definizione sollecitazioni
Livello di
Fattori di Verifiche di resistenza in
trasmesse dagli elementi
Conoscenza confidenza elementi duttili e fragili
duttili ai fragili
LC1Limitata
1 .3 5
fm/1.35/
fm*1.35/
LC2Adeguata
1 .2 5
fm/1.25/
fm*1.25/
LC3Accurata
1 .0 0
fm/1.00/
fm*1.00/
c = 1.60

s = 1.15

Fig. 82

Ovviamente quanto maggiore il livello di conoscenza, tanto pi i valori della resistenza dei materiali da impiegare nelle verifiche possono
essere vicini ai valori medi riscontrati.
Per la verifica delle strutture si assumono come detto tre stati limite
(Danno Lieve, Danno Severo, Collasso) lo spettro per le verifiche di
D.L. si ottiene da quello elastico riducendolo mediante il fattore 2.5 gi
utilizzato per le strutture nuove, lo spettro per le verifiche di Danno Severo lo stesso impiegato per le strutture nuove, per le verifiche a Collasso si assume uno spettro di ampiezza maggiore ottenuto da quello di
Danno Severo amplificato del fattore 1.5 (fig. 83).

Azioni Sismiche - Spettri di Risposta

Gli stati limite di DS e di DL corrispondono agli stati limite SLU e SLD degli
edifici di nuova costruzione.
Lo stato limite di CO corrisponde ad una azione di progetto pi elevata, caratterizzata da una pi bassa probabilit di superamento.

Fig. 83
144

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

I metodi di analisi strutturale contemplati dalla Ord. 3274 per le strutture esistenti sono i classici quattro metodi gi definiti per le strutture
nuove, ma assumono limitazioni e caratteristiche proprie (fig. 84).

Metodi di Analisi Strutturale


Analisi statica lineare (LC1,LC2,LC3)
Ip. A) Spettro di risposta elastico (q=1 per SL di DS) con particolari condizioni
di applicabilit (max/min 2.5; mecc. Fragili CiDi)
Ip. B) Spettro di risposta ridotto (q=1.5 3 per SL di DS)
Verifiche di sicurezza di elementi duttili ed elementi fragili
Analisi statica non lineare (LC2,LC3)
Applicazione come per gli edifici di nuova costruzione
Analisi dinamica lineare (LC1,LC2,LC3) (con spettro di risposta elastico)
Analisi dinamica non lineare (LC2,LC3)

Fig. 84

Ad esempio lapplicabilit dellanalisi lineare (fig. 85) limitata alle


strutture regolari e con periodo di oscillazione inferiore a 2 secondi.

Analisi Statica Lineare


Condizioni di applicabilit
Regolarit in pianta a condizione che il primo periodo della struttura Tc
T1 2 sec con:
H = altezza edificio
C1 = 0.085 struttura intelaiata acciaio
T1 = C1 H3/4
0.075 struttura intelaiata in c.a.
0.050 altri
i = Di/Ci il rapporto tra il momento flettente Di, fornito
indicando con
dallanalisi della struttura soggetta alla combinazione di carico sismica, e il
corrispondente momento resistente Ci dell i-esimo elemento primario della
struttura, deve verificarsi che:

max
2.5
min
la capacit Ci degli elementi fragili deve essere maggiore della corrispondente domanda Di, questa ultima calcolata sulla base della resistenza degli
elementi duttili adiacenti oppure sulla base dei risultati dellanalisi;

Fig. 85
145

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Le azioni si determinano nel modo classico facendo riferimento al primo modo di oscillazione (fig. 86), ma tali azioni non sono ridotte dai
coefficienti di struttura q adottati per le strutture nuove, ma secondo le
indicazioni gi esaminate in fig. 77.

Analisi Statica Lineare


Esecuzione dellanalisi
Lanalisi consiste nellapplicare un sistema di forze distribuite lungo laltezza,
nel baricentro degli impalcati, assumendo una distribuzione lineare e proporzionale ai pesi:

Fi = Fh

( zi W i)

W zi
=
W i S d (T 1)
g
( z j W j) ( z j W j)

Sd(T1) ordinata dello spettro di risposta di progetto, calcolato per i tre SL;
W
il peso complessivo della costruzione (varia a seconda degli SL);

un coefficiente pari a 0,85 se ledificio ha almeno tre piani e se


T1<2Tc; pari a 1,0 in tutti gli altri casi;
g
laccelerazione di gravit;
Wi e Wj sono i pesi delle masse ai piani i e j rispettivamente;
zi e zj sono le altezze dei piani i e j rispetto alle fondazioni.

Fig. 86

Le verifiche delle membrature seguono due strade diverse se sono duttili o fragili. Nel primo caso si esegue una verifica di capacit plastica
sugli spostamenti, nel secondo caso una verifica di resistenza con sollecitazioni eventualmente ridotte rispetto a quelle ottenute dalla analisi
elastica per il fatto che la struttura ha parti duttili (figg. 87 e 88).

11.2.6 - Verifiche di Sicurezza


Analisi Lineare
La verifica assume connotati diversi per gli elementi duttili e per gli elementi
fragili.
Per gli elementi duttili si controlla che la domanda in termini di deformazione
non superi la capacit corrispondente.
Per gli elementi fragili si controlla che la domanda in termini di resistenza non
superi la capacit corrispondente.

Fig. 87
146

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

11.2.6 - Verifiche di Sicurezza


Analisi Lineare

Elementi duttili

Gli elementi duttili si intendono verificati se soddisfano la condizione:


Ci Di (Capacit maggiore della Domanda in termini di spostamento: generalmente drift di piano nei pilastri)

Elementi fragili
Le sollecitazioni di verifica degli elementi fragili possono ottenersi:
dalle analisi, se tali elementi sono collegati ad elementi duttili la cui resistenza Ci maggiore della domanda Di (i < 1);
dallequilibrio delle resistenze Ci degli elementi duttili circostanti moltiplicate
per un fattore RD, se questi presentano una resistenza Ci minore della
domanda Di (i >1).

Fig. 88

Tipicamente il taglio da verificare in una membratura non pu superare


quello imposto dai momenti plastici negli estremi della stessa, ed ancora
in un nodo trave-colonna (una trave con una colonna) la sollecitazione
flettente in questultima, assunta fragile, non dovr essere superiore a
quella plastica della trave assunta per ipotesi duttile. Per comprendere il
comportamento sotto azioni orizzontali di una struttura, anche al fine di
evidenziare i punti critici e derivare una strategia di intervento, lanalisi
statica non lineare si presenta come uno strumento molto utile (fig. 89).

Analisi Statica Non Lineare

Fig. 89

147

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Come anticipato allinizio di questa presentazione, facendo crescere le azioni orizzontali proporzionalmente ad un parametro possiamo seguire
levoluzione della formazione delle cerniere plastiche nei i vari nodi. Per
fare questo dobbiamo definire dei legami che vengono in parte suggeriti
dalle norme. Ad esempio la Ord. 3274 definisce la rotazione al limite elastico di una membratura y , la rotazione ultima u che invece definisce il
massimo valore di rotazione tollerabile dalla membratura (fig. 90).

Analisi Statica Non Lineare

Diagrammi Momento-Rotazione
Rotazione allo snervamento:
y =y

LV + 0.0013 1 + 1.5 h

3
LV

db f y

+ 0.13 y

fc

Rotazione ultima:
u =

0.5 L pl
1

y + u y L pl 1

el
LV

Lunghezza della cerniera plastica:


L pl = 0.10 LV + 0.17 h + 0.24

d bL f

fc

Ordinanza n. 3274 (riedizione 2005)


Stato Limite di Danno Limitato DL
Stato Limite di Danno Severo DS
Stato Limite di Collasso
CO

Fig. 90

Anche per lanalisi non lineare sono posti dallOrdinanza limiti di applicabilit (fig. 91) riconducibili fondamentalmente alla regolarit strutturale.

Analisi Statica Non Lineare


Consiste nellapplicare alledificio i carichi gravitazionali e un sistema di forze orizzontali crescenti in maniera monotona fino al raggiungimento delle condizioni ultime.
Condizioni di applicabilit
Edifici che soddisfano le condizioni di regolarit in pianta ed in altezza
Il metodo pu essere esteso ad edifici non regolari, purch si tenga conto
dellevoluzione della rigidezza e delle forme di vibrazione conseguenti allo
sviluppo delle deformazioni inelastiche (metodi evolutivi)

Fig. 91

148

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Al fine di trarre dalla analisi statica non lineare indicazioni sulla sicurezza ed accettabilit strutturale viene indicato dalla Ord. 3274 il metodo N2 (fig. 92) che, partendo dalla curva non lineare ottenuta sulla
struttura reale, prevede la trasformazione della curva statica non lineare
iniziale (MDOF) in una corrispondente bilineare riferita ad un oscillatore ad un solo grado di libert (SDOF) avente periodo uguale a quello
del I modo di vibrare della struttura reale. In tale trasformazione si esegue anche una linearizzazione, secondo un criterio di equivalenza di tipo energetico.

Analisi Statica Non Lineare


Metodo N2

Struttura

Curva Pushover MDOF

mi i
mi i2

SDOF
Equivalente
Curva Pushover SDOF Eq.

Fig. 92

Riportando la curva bilineare delloscillatore semplice elastoplastico


corrispondente a quello della struttura reale nel piano spettrale ADRS
(Pseudo accelerazione spostamento) possibile confrontare capacit
plastica e domanda plastica in termini di spostamento, nellipotesi di
equivalenza degli spostamenti massimi tra oscillatore elastico ed oscillatore elasto-plastico di pari periodo. Nellesempio di fig. 93 si vede che
149

Calcolo Strutturale e nuova normativa

la struttura non adeguata, in quanto per essere adeguata dovrebbe avere una capacit di deformazione plastica tale da evolvere fino allo spostamento definita dalla intersezione della retta delloscillatore elastico
con la curva spettrale corrispondente per lo Stato Limite di riferimento.

Analisi Statica Non Lineare


Metodo N2

Struttura

Curva Pushover MDOF

SDOF
Equival.

mi i
mi i2

(N.I.)

Curva Pushover SDOF Equiv.

Le tre regioni dello Spettro elastico


proposte da Newmark-Hall

Fig. 93

Volendo mettere a confronto la efficacia dei due metodi di analisi statica fin qui esaminati nel trattamento della problematica degli edifici esistenti, si pu dire (fig. 94) che:

150

lanalisi statica non lineare si presenta come uno strumento utile alla
comprensione del ruolo dei principali parametri che influenzano il
comportamento delle strutture esistenti ed alla attuazione di appropriate strategie di intervento.
lanalisi statica lineare rimane tuttavia uno strumento adeguato per le
analisi correnti finalizzate alla valutazione della idoneit sismica di
una struttura ed alla verifica degli interventi per ladeguamento.

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

LAnalisi Statica Lineare / Non Lineare


Lanalisi statica non lineare si presenta come uno strumento utile alla comprensione del ruolo dei principali parametri che influenzano il comportamento
delle strutture esistenti ed alla attuazione di appropriate strategie di intervento.
Lanalisi statica lineare rimane tuttavia uno strumento adeguato per le analisi correnti finalizzate alla valutazione della idoneit sismica di una struttura ed alla verifica degli interventi per ladeguamento.

Fig. 94

Passando alle tecniche di intervento si deve sottolineare che sono molteplici


e talora la scelta influenzata da problematiche e/o caratteristiche peculiari
dei singoli casi. LOrd. 3274 fornisce un lungo elenco di possibili interventi
che in casi specifici possono trovare applicazione (figg. 95 e 96).

11.2.7 - Criteri di Scelta dellIntervento


Tipo di intervento
Lintervento pu appartenere a una delle seguenti categorie generali o a particolari combinazioni di esse:
Rinforzo o ricostruzione di tutti o parte degli elementi.
Modifica dellorganismo strutturale: aggiunta di nuovi elementi resistenti
come, ad esempio, pareti in c.a..
Modifica dellorganismo strutturale: saldatura tra corpi di fabbrica, ampliamento dei giunti, eliminazione di elementi particolarmente vulnerabili, eliminazione di eventuali piani deboli
Introduzione di un sistema strutturale aggiuntivo in grado di resistere per
intero allazione sismica di progetto.

Fig. 95

11.2.7 - Criteri Di Scelta dellIntervento


Tipo di intervento
Lintervento pu appartenere a una delle seguenti categorie generali o a particolari combinazioni di esse:
Eventuale trasformazione di elementi non strutturali in elementi strutturali,
ad esempio con incamiciatura in c.a. di pareti in laterizio.
Introduzione di una protezione passiva mediante strutture di controventamento dissipative e/o isolamento alla base.
Riduzione delle masse.
Limitazione o cambiamento della destinazione duso delledificio.
Demolizione parziale o totale.

Fig. 96

151

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Alcune tra le pi frequenti tecniche sono riassunte in questa immagine


(fig. 97), dove sono contemplati interventi finalizzati ad incrementare
localmente resistenza e duttilit, ovvero incremento di sezioni con armature, confinamento con profilati metallici; abbiamo poi altre tecniche
finalizzate alla riduzione delle azioni sulla parte esistente della struttura,
con isolamento della struttura alla base e parallelo incremento del periodo di oscillazione della struttura.

Tecniche di Adeguamento Sismico


Tecniche di intervento locale
Incremento di sezione ed armature

Tecniche di intervento globale


Inserimento di controventi metallici

Confinamento con profilati metallici

Avvolgimento con FRP

Inserimento di pareti sismoresistenti


Tecniche di protezione sismica:
Isolamento alla base

Dissipazione supple
mentare dellenergia

Fig. 97

Il principio di funzionamento, ben conosciuto, nel fatto che la struttura


esistente acquista un periodo pi alto di oscillazione ed quindi sollecitata da una eccitazione nettamente pi contenuta. Altra tecnica possibile
linserimento di dissipatori la cui azione consente una parallela riduzione
dello spettro elastico di riferimento (quello di normativa convenzionalmente definito ad una dissipazione del 5%). Infine i metodi pi semplici e
pi tradizionali per ladeguamento di strutture esistenti, come
linserimento di pareti di calcestruzzo o di controventi metallici.
152

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Questi interventi hanno finalit diverse ma i pi frequentemente adottati


possono essere inquadrati in un discorso unitario facendo riferimento al
metodo N2 gi descritto ed alloscillatore semplice equivalente alla
struttura reale.
In sostanza, assunto che la curva di risposta semplificata bilineare di
una struttura (curva di push-over delloscillatore semplice equivalente)
resta definita da due punti:

il limite elastico definito dalle coordinate (Ro/ko,Ro,) del gomito della


bilineare,

lo spostamento massimo o capacit, definito dallo spostamento Do.

Lo spostamento massimo richiesto nellipotesi di comportamento elastico


indefinito ha coordinate (DE,RE), definito dalla intersezione del prolungamento della curva elastica con la curva dello spettro di riferimento (fig. 98).
Pu definirsi la duttilit strutturale come il rapporto tra spostamento massimo (Capacit) e spostamento limite elastico o=Do/(Ro/ko).

Definizione delle Grandezze di Interesse


per un Approccio Razionale
Ro resistenza iniziale
Ko rigidezza iniziale
Do capacit di spostamento
allo stato di fatto
DE spoystamento richiesto
(spostamento obiettivo)

o =
Il rapporto tra la capacit di spostamento Do e
lo spostamento al limite elastico (valutabile
come Ro/Ko) definisce la duttilit o:

Do
Ro K o

R
Ko

= DE

Fig. 98

La condizione di verifica sismica si pu porre pertanto nella forma


R/ko = D dove D rappresenta lo spostamento spettrale dipendente dal
periodo ovvero dalla massa e dalla rigidezza.
153

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Questa condizione pu essere rappresentata nel piano resistenzaduttilit (,R) come una iperbole (fig. 99), mentre il punto di coordinate
(o,Ro) rappresenta la condizione della struttura non adeguata.

Relazione tra Duttilit e Resistenza


Se si impone che la capacit di spostamento sia uguale
alla relativa domanda D(W,Ko) (funzione della massa e
della rigidezza Ko) si ha il seguente legame iperbolico
tra duttilit e resistenza:

R
Ko

= DT (W , K o )

Nello stesso piano m-R si posiziona il punto rappresentativo della struttura


esistente che, nel caso di
struttura non adeguata, si
trova al di sotto della suddetta iperbole.
Si possono ipotizzare le
seguenti strategie di adeguamento sismico:
1. Aumento di duttilit
2. Aumento di resistenza
3. Aumento di duttilit e
resistenza

Fig. 99

Per ladeguamento necessario allora incrementare la resistenza, o la


duttilit, o entrambe. Abbiamo quindi varie possibilit; Per aumentare
la duttilit ad esempio necessario intervenire su tutti i nodi o la maggior parte di essi, ovvero su tutti i pilastri in modo da migliorare il loro
comportamento duttile. Oppure per aumentare la resistenza necessario
aggiungere armature in senso longitudinale oltre che trasversale come
confinamento, oppure inserire pareti o altri sistemi di controvento. Pu
essere opportuno usare entrambi i tipi di intervento incrementando sia
la resistenza che la duttilit.
Nella scelta di queste strategie diventa importante laspetto economico
connesso non solo al costo di intervento, ma al costo globale di intervento che dipende anche dal tempo di esecuzione ovvero di inutilizzabilit delledificio da adeguare: non infatti lo stesso se i lavori durano
tre anni o tre mesi. Quindi chiaro che una serie di condizioni al contorno vanno ad incidere sulla scelta progettuale.
154

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

La maggior parte degli interventi comunemente usati sono classificabili


in termini di incremento di resistenza, duttilit o misti (fig. 100).
Strategie Di Adeguamento Sismico
Strutture
di contrasto
esterne
Incremento
di
resistenza
Incremento
di resistenza
e duttilit
Incremento
di
Duttilit

Riempimento Controventi metallici


Pareti di
maglie
nelle maglie dei telai controvento
telai
esistenti

Confinamento
di nodi e
membrature

Fig. 100

Accanto alle strategie descritte (fig. 101), pu essere interessante una


strategia alternativa in linea di principio molto semplice. Infatti ammesso che la verifica sismica soddisfatta se la Domanda di spostamento
rimane minore della Capacit di spostamento, basta incrementare la rigidezza del sistema in modo da ridurre la Domanda di spostamento nei
limiti della Capacit posseduta.

Confronto tra Diverse Strategie di


Adeguamento Sismico di Edifici Esistenti
Strategia n. 1: Aumento della duttilit e della resistenza locale degli elementi
Strategia n. 2: Inserimento di strutture integrative: pareti in c.a., controventi
metallici
Strategia n. 3: Interventi combinati delle due precedenti tipologie
Strategia alternativa basata sulla rigidezza

Fig. 101

Questa strategia, riassunta in fig. 102, non richiede interventi logicamente diversi da quelli che si usano per lincremento di resistenza in
quanto lincremento di resistenza implicitamente comporta anche un incremento di rigidezza.
155

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Criterio di Progetto Alternativo


Criterio di progetto:
individuato tar sulla
curva di capacit;
determinazione
d el
punto sullo spettro
elastico in forza della
ipotesi di uguaglianza
degli spostamenti;
valutazione della rigidezza della struttura con controvento;
dimensionamento del controvento al fine di avere una rigidezza risultante pari a quella ottenuta dallequazione di progetto:

K min =

*
Fe
F
F * m S ADRS ( * )
tar
= e
= *e =
*
tar tar tar
tar

possibile ottenere una espressione analoga (anche se pi complessa) nel


caso di strutture il cui spostamento ultimo ricada nellintervallo di pseudoaccelerazioni costanti.
In un approccio di progetto Performance-Based la rigidezza della struttura
pu essere valutata sulla base del valore massimo che si ottiene dalla relazione di progetto con riferimento ai tre livelli di performance:

DL
DS
k min = max K min , K min , K CO
min

Fig. 102

Al contrario di questultimo, per, lincremento di rigidezza assume


come parametro di controllo proprio la rigidezza e non la resistenza. Inoltre, considerando la molteplicit di stati limite considerati dalla normativa, ogni stato limite definisce un valore diverso della rigidezza minima necessaria per il suo superamento, ed allora la rigidezza di progetto sar la maggiore tra quelle derivate dal controllo di ognuno degli stati
limite considerati.
I vantaggi di questa tecnica sono riassumibili nei seguenti punti (fig. 103):

riduzione al minimo degli interventi sulle strutture esistenti.

156

chiara definizione delle modalit di progetto dellintervento di adeguamento;


assenza di un processo iterativo nella progettazione delladeguamento.

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Vantaggi:
Chiara definizione delle modalit di progetto dellintervento di adeguamento;
Riduzione al minimo degli interventi sulle strutture esistenti.
Assenza di un processo iterativo nella progettazione delladeguamento.

Fig. 103

Il secondo dei punti elencati mi sembra di interesse in tutti quei casi in


cui si vuole limitare al minimo lintervento sulle strutture esistenti per
minimizzare costi o tempi di intervento. Infatti un incremento di rigidezza si pu ottenere con strutture esterne o comunque con una bassa
interferenza con la struttura esistente.
Nelle immagini che seguono riassunta la progettazione, intervenendo sulla rigidezza, di un ipotetico intervento di adeguamento sismico
con tecniche di irrigidimento con pareti in c.a. o con controventi metallici (fig. 104). Nel seguito per brevit si far riferimento solo al
primo (pareti in c.a.).

Applicazione della
Strategia di Adeguamento Sismico con:
Aumento della capacit con strutture integrative +
Controllo della domanda sismica (spostamento) sulla struttura esistente
Inserimento di setti in c.a.

Inserimento di controventi metallici

Fig. 104
157

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Lintervento illustrato in forma succinta riguarda una scuola reale sulla


quale sono state sviluppate analisi conoscitive al fine di valutare la vulnerabilit sismica.
Si tratta di una scuola elementare di Avellino, denominata Borgo Ferrovia (fig. 105).
Indagini Conoscitive per la Valutazione della Vulnerabilit
Sismica dellEdificio Scolastico S.E. Borgo Ferrovia

Carpenteria piano tipo

Fig. 105

Su questa scuola sono state eseguite una serie articolata di indagini (fig.
106) con prelievi dei campioni di calcestruzzo, prove ultrasoniche, di
carbonatazione, prelievi di campioni di armatura, rilievi sulla avanzamento dei fenomeni corrosivi, in sostanza tutte le indagini necessarie
per la identificazione della struttura.
Tra laltro in questo caso come in molti casi simili non esistono pi i
progetti originali oppure non sono pi reperibili e quindi necessario
fare questa analisi a ritroso per ricostruire la struttura.
Le prove ultrasoniche sono molto importanti per poter verificare
lomogeneit dei materiali, anche se non si possono ritenere sostitutive
di quelle semidistruttive con prelievo di campioni.

158

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Indagini conoscitive e prove su materiali e strutture


L a v a l u t a z i o n e d e l l i d o n e it st a t i c a e s i s m i c a d i u n a s t r u t t u r a es i s t e n t e r i c h i e d e u n a f a s e p r e l i m i n a r e d i a c c e r t a m e nt o d e l l e c a r a t t e r i s t ic h e m e c c a n i c h e , d e l r i l i e v o d a l l a m ag l i a s t ru t t ur a l e , d e l l e a r m at u r e e d e i d e t t ag l i c o s t r ut t i v i .
L e t i p o l o g i e d i p ro v a s o n o r i a s s u m i b i l i c o m e s e g ue :
P r e l i e v o d i c a m p i o n i d i c a lc e s t r u z z o e r e l a t iv e p r o v e d i r ot t ur a a
c o mp r e ssio ne ;
P r o v e u lt r a s o n i c h e e s e g u it e n e i s i t i s e d e d i c a r o t a g g i o e d i n a lt r i s i t i d e l l a
s t r ut t ur a ;
P r o v e d i p u l l - o u t s u l c a lc e st r u z z o;
P r o v e d i c a rb o n at a z i o n e s u l l e c ar o t e p re l e v a t e ;
P r e l i e v o d i c a m p i o n i d i a r m at u r a e r e l at i v e p r o v e d i t ra z i o n e ;
D e t e r m i n a z io n e d e l g r a d o d i c o r r o s i o n e s u i c a m p i o n i d i a r m a t u r a p r e le va t i ;
M i s u r e p a c o m et r i c h e e s a g g i d i r e t t i p e r la i nd i v i d u a z i o n e d e i f e r r i d i a r m a t ur a n eg l i e l em e n t i s t r u t t u ra l i ;
P r o v e d i c a r ic o su i s o l a i ;
Indagini per il rilievo delle fondazioni esistenti, costituite da scavi e/o
p r ov e g eorad a r ;
C a r a t t e r i z z a z i o n e g e o t e c n ic a d e i t e r r e n i .

Fig. 106

A valle di tali analisi, si definita la geometria della struttura (fig. 107),


la resistenza media e/o caratteristica e le armature e poi si passati alla
modellazione strutturale (fig. 108) per una analisi non lineare (pushover) al fine di valutare un parametro di vulnerabilit sismica, capace di
esprimere il grado di inadeguatezza sismica della struttura in esame con
riferimento agli stati limite fissati dalla Ord. 3274 (Danno Limitato,
Danno severo, Collasso) (fig. 109).
Il coefficiente di vulnerabilit assunto in tale analisi pari al rapporto
tra Domanda e Capacit in termini di spostamento.

159

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Indagini Conoscitive per la Valutazione della Vulnerabilit


Sismica dellEdificio Scolastico S.E. Borgo Ferrovia

Assonometria

Fig. 107

Modellazione strutturale
Diagrammi Momento-Rotazione
Rotazione allo snervamento:

y =y

0.25 y d b f
LV
+ 0.0025 + sl
3
(d d ') f c

Rotazione ultima:

u = y + u y L pl 1

05 L pl

LV

Lunghezza della cerniera plastica:


1
L pl = 0.08 LV + sl d b f y
60
Stato Limite di Danno Limitato DL
Stato Limite di Danno Severo DS
Stato Limite di Collasso
CO

Fig. 108
160

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Rappresentazione del punto di Performance


S ta t o
Limite
DL

S ta t o
Limite
DS

S ta t o
Limite
CO

Direzione y

Direzione x

Fig. 109

Da tale analisi emerge che questa struttura vulnerabile in entrambe le


direzioni (fig. 110).
In un solo caso (Danno lieve e direzione y) il coefficiente di vulnerabilit minore di uno.
Il grado massimo di inadeguatezza riguarda lo stato limite di collasso
nel quale si evidenzia in entrambe le direzioni (x ed y) una Domanda di
spostamento circa tre volte superiore alla Capacit posseduta dalla struttura esistente.

161

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Valutazione della Vulnerabilit Sismica


Vdsp , SL =

d , SL
c , SL

Vdsp = max{ dsp , DL ;Vdsp , DS ;Vdsp ,CO }


V

Vulnerabilit in termini di
spostamento direzione x
1 .3 3 6

1.975

Vulnerabilit in termini di
spostamento direzione y

2 .8 4 1

0 .9 5 6

1 .9 3 9

2 .7 7 6

Fig. 110

interessante osservare come questa struttura, progettata prevedendo


essenzialmente azioni gravitazionali, prima delle definizione di sismicit dellarea, ha una risposta per terremoti frequenti non cattiva. Tale
stato anche il comportamento reale di questa e di altre scuole nel terremoto dellIrpinia del nov. 80. Si pu concludere al riguardo che frequentemente per terremoti che hanno una frequenza relativamente alta
ed una bassa intensit, le strutture esistenti sono abbastanza valide, per
terremoti pi violenti il discorso diverso.
Ladeguamento stato progettato utilizzando il criterio della rigidezza.
Nel caso in esame la condizione pi vincolante era quella derivante dallo Stato Limite di Collasso cui corrispondeva il valore massimo della
vulnerabilit.
Una volta dimensionata la rigidezza del sistema di controvento, costituito da pareti aggiuntive in c.a., la loro resistenza stata determinata
assumendo per le stesse il coefficiente di struttura fissato dalla Ord.
3274. Le membrature della struttura esistente sono implicitamente verificate in termini di spostamento per effetto del criterio adottato nel dimensionamento delle pareti aggiuntive (fig. 111).
162

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

Applicazione del criterio di progetto al caso in studio:


Setti in c.a.
Rigidezza

K SettoC . A. = K min K Struttura


Dimensioni: b,h
Resistenza
Analisi Statica Equivalente: Sd (T) = Se(T)/q
dove: q = qo KD Kr = 3.36
qo= 4u/1 strutture miste telaioparete con u/c =1.2
KD = 0.7 per bassa duttilit
Kr = 1 edifici regolari in altezza
(O.P.C.M. 3274/03)

Fig. 111

Nellimmagine successiva (fig. 112) si vede come listogramma relativo


alla vulnerabilit della struttura adeguata presenta i rettangoli relativi
tutti al di sotto dellunit.

Confronto delle Curve di Capacit

Rappresentazione del punto di Performance


per lo Stato Limite CO

Parametro di vulnerabilit in termini di


spostamento per i tre Stati Limite previsti
dallOrdinanza 3274/03

Vulnerabilit struttura adeguata


0.373
0.717
0.990
DL
DS
CO
cm
cm
cm
3.352
7.950
8.497
4.479
15.697
24.086
Struttura non adeguata

Capacity
Demand

DL
DS
CO
cm
cm
cm
4.382
10.302
10.873
1.635
7.391
10.768
Struttura adeguata

Capacity
Demand

Fig. 112
163

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Progettando delle pareti di irrigidimento e rinforzo con il criterio indicato, che implicitamente contiene un controllo di capacit plastica sulla
struttura esistente, si soddisfano con sicurezza i controlli imposti dalla
norma in termini di spostamento.
Infatti lo spostamento massimo che la parete deve tollerare (Capacit
della parete) minore o uguale a quello della struttura esistente (Capacit della struttura esistente), che pertanto non viene pi sollecitata oltre
tali limiti.
Un commento finale pu essere cos riassunto (fig. 113):

Commento finale
La nuova impostazione normativa, coerente con il livello di conoscenza
oggi raggiunto, richiede anche nuove strategie di progetto specialmente
n e l c a mp o d e l l ad e g ua m e nt o s i s m i c o d e l l e st r ut t u r e e s i st e n t i .
I l p a r a m et r o d i r e s i s t e n z a a l l e a z i o n i o r i z z o n t a l i , o b i e t t i v o c e n t r al e d e g l i
i n t e r v e nt i c la s s i c i d i a d e g u a m e n t o s i s m i c o , d ev e e s s e r e s o s t i t u i t o d a
un pi complesso sistema di controlli riguardanti la danneggiabilit sotto
a z i o n i s i s m i c h e f r e q u e nt i , l i mp eg n o p l a s t ic o r i c h i e s t o s o t t o s i sm i p i o
m e n o v i o l e n t i , i l t i p o d i m e c c a n i sm o d i c o l l a s s o l o c a l e o g l ob a l e .
L e c o nd i z i o n i a l c o n t or n o c h e c on d i z i o n a n o l e s c e l t e p r og et t ua l i , c o s c o m e a r t ic o l a t e d a l n u o v o a s s e t t o n o r m a t i v o , d e r i v a n o i n m i s u r a c r e s c e nt e
s i a d a l l i n s i e m e d e l l e p er f o r ma n c e r ic h i e s t e s i a d a l l e i m p l i c a z i o ni s u i c o s t i d i i n t e r v e n t o , f o r t e m e n t e c o n d i z i o n a t i d a l l a t i p o l o g i a d i i n t e r ve n t o .

Fig. 113

164

La nuova impostazione normativa, coerente con il livello di conoscenza oggi raggiunto, richiede anche nuove strategie di progetto
specialmente nel campo delladeguamento sismico delle strutture
esistenti.
Il parametro di resistenza alle azioni orizzontali, obiettivo centrale
degli interventi classici di adeguamento sismico, deve essere sostituito da un pi complesso sistema di controlli riguardanti la danneggiabilit sotto azioni sismiche frequenti, limpegno plastico richiesto

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica

sotto sismi pi o meno violenti, il tipo di meccanismo di collasso locale o globale.

Le condizioni al contorno che condizionano le scelte progettuali, cos


come articolate dal nuovo assetto normativo, derivano in misura crescente sia dallinsieme delle performance richieste sia dalle implicazioni sui costi di intervento, fortemente condizionati dalla tipologia
di intervento.

Questa immagine conclusiva (fig. 114) tratta dai Dialoghi dei massimi
sistemi di Galileo, allusiva al percorso compiuto dagli ingegneri
negli ultimi secoli sul sentiero della comprensione del comportamento
strutturale e sulle strategie da adottare per garantire una adeguata sicurezza alle costruzioni.

Fig. 114

Tale immagine riassumeva alcuni risultati cui era giunto Galileo che nel
1638 definiva la resistenza di unasse inflessa, in legno in quel caso,
come proporzionale al quadrato dellaltezza della sezione resistente
moltiplicato per la larghezza.
165

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Sappiamo certamente di pi sulle strutture di quanto Galileo, iniziatore


della moderna Scienza delle Costruzioni, sapeva. Ma il rilevante incremento delle conoscenze in campo strutturale e la corrispondente evoluzione delle normative ci ricordano che probabilmente abbiamo ancora
molto da imparare sia nel garantire la sicurezza strutturale delle costruzioni che nel migliorare le loro prestazioni.

166

La nuova normativa sul calcolo strutturale

La nuova normativa sul calcolo strutturale


Evoluzione della normativa sismica: differenze tra tensioni ammissibili
e stati limite e nuova impostazione delle azioni sismiche - Spettri di
risposta e fattore di struttura - Metodi di analisi: analisi statica-modale,
analisi lineare-non lineare
Prof. Ing. Aurelio Ghersi
Ordinario di Tecnica delle Costruzioni, facolt dIngegneria, Universit
di Catania

Messina, 16 giugno 2005


Nota: tra parentesi quadra indicato il numero della diapositiva di cui
sto parlando.
Questa presentazione divisa in tre parti. Nella prima commento levoluzione della normativa tecnica, ed in particolare sismica, mentre nella seconda e terza analizzo pi in dettaglio alcuni aspetti della nuova normativa sismica, come gli spettri di risposta e di progetto ed i metodi di analisi.
La presentazione disponibile, come pdf., nel mio sito universitario:
www.dica.unict.it/users/aghersi/index.htm

Diapositiva 1

[1] La presentazione, nonch tutto il materiale che ho preparato per


altri corsi di aggiornamento che ho svolto in passato, disponibile nel
mio sito, allindirizzo www.dica.unict.it/users/aghersi/index.htm (pres167

Calcolo Strutturale e nuova normativa

so lUniversit di Catania), o nel sito dellassociazione culturale Strutturisti.it, allindirizzo www.strutturisti.it.

1. Evoluzione della normativa sismica


Evoluzione della normativa (sismica)
A partire dal R.D. 10/1/1907:
verifica in termini tensionali (metodo T.A.)
Con la legge 1089/71 e il D.M. 30/5/72:
consentita anche la verifica agli stati limite (S.L.), ma non in zona sismica
Con il D.M. 16/1/96:
consentito luso di S.L. anche in zona sismica
Con lordinanza 3274 del 20/3/2003:
in zona sismica obbligatorio luso di S.L.

Diapositiva 2

[2] Sappiamo bene che si iniziato a parlare di normativa fin da un secolo fa, nel 1907, con verifiche basate sullo stato tensionale delle sezioni. Dal 1971/72 in poi stata consentita anche la verifica col metodo
degli stati limite, che per era limitata solamente alle zone non sismiche. Dal 1996 possibile utilizzare il metodo degli stati limite anche
nelle zone sismiche; oggi, con lordinanza 3274 del 2003, luso degli
stati limite diventa obbligatorio anche in zona sismica.

2 00 5

Testo Unico
Norme tecniche per le costruzioni

Impostazione generale agli stati limite


Consente verifica in termini tensionali solo in casi limitati
In particolare, obbligatorio luso di S.L. per
Tutte le costruzioni in zona sismica 1 e 2
Costruzioni di classe 2, per qualunque zona sismica
Per costruzioni di classe 1 in zona sismica 3 e 4 discutibile se e come
applicare il metodo T.A.

Diapositiva 3

[3] Sta per uscire anche una nuova normativa generale, provvisoriamente denominata Testo Unico. Norme tecniche per le costruzioni, in
breve TU, e ci contribuisce ad aumentare la confusione e rende difficile
seguire levoluzione normativa. In questo nuovo testo si ribadisce che
168

La nuova normativa sul calcolo strutturale

limpostazione generale deve essere agli stati limite; c ancora un riferimento alla verifica in termini di tensioni, ma solo in casi limitati. In particolare obbligatorio luso degli stati limite per tutte le costruzioni in zona
sismica 1 e 2 e per tutte le costruzioni di classe 2 (il concetto di classe
nuovo, introdotto per la prima volta dal TU) per qualunque zona sismica.

20 05

Testo Unico
Norme tecnicheVeeiriceecalle rensionii
p r f l h ost t uzi on

C t n i entit
Impostazione generale agli staoi lsmite e per
o na l e o c a s c a 1
Consente verifica in termini tensioperi sdilo lin se si limitati
oppure
In particolare, obbligatorio luso di S.L. per
opere in materiali con modesto
i omc o t me
Tutte le costruzioni in zona scsmipa r1ae 2 nto plastico
Costruzioni di classe 2, percqualunque zona sismica
on
r a si i m c l 3 a e da c oni l
Per costruzioni di classe 1 in zonelazsonieaineer4 tra isziutibiee se e cosollecitazioni (punti 2.8, 5.1.2.3)
me applicare il metodo T.A.

Diapositiva 4

[4] Rimane il dubbio se ci siano casi in cui si possa ancora applicare il


metodo delle tensioni ammissibili, perch il TU dice che le verifiche alle tensioni sono consentite per opere di classe 1, purch ci sia una relazione lineare tra azioni e sollecitazioni. Il caso del sisma non rientra in
questo requisito, perch per lazione sismica noi ipotizziamo che il
comportamento vada oltre il campo lineare. Questa possibilit sembrerebbe quindi inserita giusto per non dire di aver cancellato del tutto il
metodo delle tensioni ammissibili.

20 05

Classi di importanza delle costruzioni

Classe 1 Costruzioni il cui uso prevede normale affollamento, senza


contenuti pericolosi o funzioni pubbliche essenziali
vita utile 50 anni
periodo di ritorno sisma 500 anni

Classe 2 Costruzioni il cui uso prevede affollamenti significativi, oppure con contenuti pericolosi o funzioni pubbliche essenziali
vita utile 100 anni
periodo di ritorno sisma 1000 anni

Diapositiva 5

[5] Per richiamare brevemente questi nuovi concetti, preciso che sono di
classe 1 le costruzioni in cui si crea un normale affollamento, come gli
169

Calcolo Strutturale e nuova normativa

edifici per abitazione; per questi si ipotizza un vita utile di 50 anni e


quindi si prendono in considerazione nel calcolo eventi con un periodo di
ritorno di 500 anni (quindi il sisma con questo periodo di ritorno). La
classe 2 include invece tutte le costruzioni con maggiore affollamento, o
che possono essere pericolose come contenuti per la salute pubblica, oppure che racchiudono funzioni pubbliche essenziali. In questo caso si pensa ad una vita utile di 100 anni e ad un periodo di ritorno del sisma di 1000
anni. In fondo questa distinzione tra classe 1 e classe 2 richiama il concetto
di coefficiente di importanza: le costruzioni della classe 2 sono infatti quelle
che erano classificate dal punto di vista sismico con il coefficiente di importanza 1,2 e 1,4. Preciso che questa classificazione nel TU ha una validit
generale, per cui per esempio anche per i valori delle azioni dovute al vento
ed alla neve esistono leggere differenze tra queste due classi.

Progettazione strutturale in zona sismica


Prima del 1996
Tensioni Ammissibili

D al 200 5
Stati Limite

Cosa cambia ?

Diapositiva 6

[6] Tornando allevoluzione normativa, troviamo questa variazione sostanziale: prima del 1996 in zona sismica eravamo obbligati a parlare di
tensioni ammissibili, ora a distanza di 10 anni siamo obbligati a parlare
di stati limite. Una delle domande alla quale vorrei rispondere, o sulla
quale riflettere, quindi: che cosa cambia in questo passaggio?

Differenze
Concettuali

S.L. T.A.

Diverso uso dei coefficienti di sicurezza


Non linearit del legame costitutivo del materiale
Sono quelle che pi spaventano molti professionisti

Sostanziali
Diverso peso relativo di carichi verticali ed azioni orizzontali
Considerazione della duttilit strutturale
Sono quelle che principalmente incidono sul costo strutturale

Diapositiva 7
170

La nuova normativa sul calcolo strutturale

[7] Le differenze sono di due tipi. Innanzitutto differenze concettuali,


perch il metodo delle tensioni ammissibili e il metodo degli stati limite
appaiono profondamente diversi per come considerano i coefficienti di
sicurezza e perch il secondo introduce una non linearit del legame costitutivo del materiale. Queste differenze, per quel che ho sentito parlando un po con la gente, sono quelle che pi spaventano molti professionisti. Anche se ormai il calcolo strutturale basato sulluso di programmi di calcolo, noi progettisti assumiamo una responsabilit con la
firma in calce al progetto. Ma per assumerci questa responsabilit dobbiamo capire che sta succedendo e cosa sta facendo il programma. Ciascuno di noi abituato a lavorare in un certo modo ed ha semplici formulette che utilizza per controllare quello che esce dal software e verificare se coerente con la propria esperienza. Cambiare metodo di verifica fa perdere questi riferimenti, e penso sia proprio questo che spaventa molti progettisti. Ci sono poi differenze che io ritengo pi sostanziali,
che sono quelle del diverso peso che viene dato dalle nuove normative
ai carichi verticali e alle azioni orizzontali, nonch dellimportanza data
alla duttilit delle strutture. Queste differenze sono quelle che maggiormente incidono sul costo strutturale.

Stati limite e tensioni ammissibili


Stati limite e tensioni ammissibili
Due mondi completamente diversi?
Due approcci diversi, ma con molte analogie
Da esaminare in maniera unitaria
In modo da evidenziare:
che non cambia sostanzialmente il modo di procedere, n le formule da utilizzare
quali risultati cambiano (e perch) e quali restano invece inalterati

Diapositiva 8

[8] Ma, occorre chiedersi: stati limite e tensioni ammissibili sono due
mondi completamente diversi? Secondo me no, sono soltanto due ap171

Calcolo Strutturale e nuova normativa

procci diversi ma con molte analogie. Se si riesce ad affrontarli in maniera unitaria ci si rende conto che il modo di procedere non cambia sostanzialmente, non cambiano quasi le formule da utilizzare, mentre i risultati cambiano solo in alcuni casi. Dobbiamo quindi chiederci cosa
cambia e perch cambia e in quali casi i risultati rimangono inalterati.

Quali sono gli obiettivi


della progettazione strutturale?
Una struttura deve essere progettata e costruita in modo che:

Con accettabile probabilit rimanga adatta alluso per il quale prevista, tenendo nel dovuto conto la sua vita presupposta e il suo costo

Con adeguati livelli di accettabilit sia in grado di sopportare tutte


le azioni o influenze, cui possa essere sottoposta durante la sua realizzazione e il suo esercizio, e abbia adeguata durabilit in relazione ai costi di manutenzione
Eurocodice 2, punto 2.1

Diapositiva 9

[9] Ricordo, come evidenziato dagli Eurocodici, che il fine della progettazione strutturale garantire che la struttura rimanga adatta alluso e che
sia in grado di sopportare tutte le azioni che la solleciteranno.

Valutazione della sicurezza


La norma parla di accettabile probabilit, adeguato livello di accettabilit.
P er c h ?
Perch sia la resistenza del materiale che le azioni sulla struttura non
sono definite con certezza, quindi dovrebbero essere analizzate in
maniera probabilistica.

Diapositiva 10

[10] In particolare, le norme europee parlano di accettabile probabilit e


adeguato livello di accettabilit per sottolineare che il problema che
noi affrontiamo legato alle incertezze sulla resistenza del materiale e
sulle azioni e quindi dovrebbe essere affrontato in maniera probabilistica.
172

La nuova normativa sul calcolo strutturale

Incertezza sulla resistenza


provino
1
2
3
4
5
6
7

49

99
100

fy [MPa]
3 8 7 .9
3 9 5 .2
4 0 3 .9
4 2 1 .8
4 2 9 .1
4 3 0 .1
4 3 0 .4

4 4 7 .2

4 6 0 .2
4 6 9 .5

Portando a rottura
100 provini si ottengono
risultati fortemente diversi
A quale fare riferimento?
430 MPa fyk
Valore caratteristico
frattile 5% = valore al di
sotto del quale ricade il 5%
dei dati sperimentali

Diapositiva 11

[11] Per esempio, sappiamo bene che se sottoponiamo ad una prova di


trazione delle barrette in acciaio, pur essendo lacciaio un materiale industriale, otteniamo una gamma di risultati abbastanza ampia. Dobbiamo scegliere a quale far riferimento, e lo facciamo prendendo il valore
caratteristico che corrisponde al frattile 5%, cio un valore al di sotto
del quale ricade il 5% dei campioni; abbiamo in tal modo una discreta
sicurezza, perch quasi sempre la resistenza del materiale sar maggiore
del valore che stiamo considerando.

Incertezza sui carichi


solaio
1
2

49

94
95
96
97
98
99
100

q [kN/m2]
0 .4 4
0 .5 9

1 .1 2

1 .9 2
1 .9 7
2 .0 8
2 .1 9
2 .3 5
2 .5 1
2 .9 4

Esaminando il sovraccarico
massimo in 100 solai per
abitazione si trovano valori
fortemente diversi
A quale fare riferimento?
2.0 kN/m2 qk
Valore caratteristico
frattile 95% = valore al di
sotto del quale ricade il
95% dei dati sperimentali

Diapositiva 12
173

Calcolo Strutturale e nuova normativa

[12] Analogamente, per quanto riguarda i carichi, se abbiamo un solaio e consideriamo il valore massimo del sovraccarico che tanti solai
sopporteranno durante la loro vita, troviamo valori fortemente diversi.
Anche in questo caso il riferimento deve essere un valore tale da garantirci sufficientemente; si considera quindi il frattile 95%, cio un
valore che ci garantisce che solo nel 5% dei casi un edificio lo superer nel corso della sua vita. Notate che per quando riguarda la resistenza il termine caratteristico gi entrato pienamente nel nostro modo
di dire, perch gi oggi parliamo di resistenza caratteristica del calcestruzzo Rck. Per quanto riguarda i carichi invece noi prendiamo, ad
esempio, 2 kN (200 kg) per metro quadro come sovraccarico dei solai
per abitazione, e questo un valore caratteristico anche se non lo
chiamiamo esplicitamente cos.

possibile fare il calcolo utilizzando i valori


caratteristici della resistenza e delle azioni ?
No, perch la possibilit di avere resistenza
inferiore o azioni superiori porta ad un rischio
di crollo non sufficientemente basso
necessario applicare coefficienti di sicurezza
In che modo ?

Diapositiva 13

[13] Ovviamente far riferimento soltanto ai valori caratteristici non


garantisce una sufficiente sicurezza, perch se nel 5% dei casi la resistenza pu essere minore, e nel 5% dei casi il carico pu essere maggiore, c una certa possibilit di avere una struttura non adeguata. Di
conseguenza dobbiamo applicare i coefficienti di sicurezza. E, in fondo, la vera differenza di partenza tra i diversi metodi di verifica il
modo con cui i coefficienti di sicurezza vengono utilizzati.

174

La nuova normativa sul calcolo strutturale

Prima possibilit:
applicare un coefficiente di sicurezza alla resistenza
Diagrammi sperimentali

Si considerano ammissibili valori delle tensioni molto ridotti


rispetto a quelli di rottura

c c =

f ck

s s =

yk

Diapositiva 14

[14] La possibilit che si seguita da sempre quella di applicare i coefficienti di sicurezza alla resistenza. Se partiamo dai diagrammi sperimentali - dei materiali, applicando il coefficiente di sicurezza alla resistenza possiamo definire come ammissibile una tensione con un valore adeguatamente basso rispetto al massimo valore che pu portare il
materiale. La tensione ammissibile si ottiene quindi dividendo il valore
caratteristico della resistenza per un coefficiente di sicurezza.

Prima possibilit:
applicare un coefficiente di sicurezza alla resistenza
Diagrammi sperimentali

Per valori delle tensioni inferiori a quelli ammissibili il legame tensionideformazioni lineare
possibile quindi applicare tutte le formule della teoria di elasticit lineare, il principio di sovrapposizione degli effetti, ecc.

Diapositiva 15
175

Calcolo Strutturale e nuova normativa

[15] Questa scelta comporta automaticamente anche un vantaggio:


nellambito delle tensioni considerate ammissibili il comportamento del
materiale pu essere assunto come lineare e quindi si possono utilizzare
tutte le formule della teoria dellelasticit, il principio di sovrapposizione degli effetti, e cos via, con tutte le semplificazioni che ne derivano.

Prima possibilit:
applicare un coefficiente di sicurezza alla resistenza
Metodo delle tensioni ammissibili
La verifica consiste nel calcolare la tensione massima (prodotta dalle azioni,
prese col valore caratteristico)

e controllare che sia inferiore a quella ammissibile

ma x
Diapositiva 16

[16] La verifica consiste quindi nellapplicare una forza con il valore caratteristico, calcolare le caratteristiche di sollecitazione, ad esempio il momento flettente, determinare lo stato tensionale conseguente e controllare che
questo valore sia minore rispetto al valore ammissibile. Questo quello che
abbiamo sempre fatto con il nome di metodo delle tensioni ammissibili.

Seconda possibilit:
applicare un coefficiente di sicurezza ai carichi
Diagrammi sperimentali

Usando i legami costitutivi sperimentali, si valuta il carico che porta a collasso la struttura

Diapositiva 17

176

La nuova normativa sul calcolo strutturale

[17] Unaltra possibilit, che in verit ha avuto poco sviluppo, quella


di applicare il coefficiente di sicurezza ai carichi. Ci vuol dire che partendo dal diagramma sperimentale reale del materiale, con riferimento
ai valori caratteristici, si pu determinare il valore del carico di collasso,
per esempio il valore della forza che porta a rottura la struttura.

Seconda possibilit:
applicare un coefficiente di sicurezza ai carichi
Diagrammi sperimentali

Si considera accettabile un carico ridotto


rispetto a quello di collasso
Fk Fu/ ovvero Fk Fu

Diapositiva 18

[18] Bisogna applicare a questo punto il coefficiente di sicurezza al


carico, cio considerare accettabile un carico ridotto rispetto a questo
valore. Questa impostazione, detta calcolo a rottura, non ha avuto una
grossa ricaduta a livello normativo se non per il calcolo che noi facciamo per le fondazioni (dal punto di vista geotecnico). Infatti quando
dimensioniamo le fondazioni calcoliamo il carico limite della fondazione, cio il carico che porterebbe al collasso il terreno, ed applichiamo un coefficiente di sicurezza, considerando accettabile un carico ridotto rispetto a quello che porterebbe al collasso il terreno.

Terza possibilit: applicare coefficienti di


sicurezza sia alla resistenza che ai carichi
Si parte da considerazioni probabilistiche
Si dimostra che per avere una bassa probabilit di collasso occorre
fare riferimento a valori di carichi e resistenza corrispondenti a
differenti probabilit di occorrenza

Diapositiva 19

177

Calcolo Strutturale e nuova normativa

[19] La terza possibilit quella di applicare i coefficienti di sicurezza


sia alle resistenze che ai carichi. Ragionando in termini probabilistici, si
pu constatare che il modo pi semplice per avere una bassa probabilit
di collasso quello di utilizzare come riferimento, anzich il valore caratteristico dei carichi e delle resistenze, dei valori che abbiano una
probabilit di occorrenza diversa.

Terza possibilit: applicare coefficienti


di sicurezza sia alla resistenza che ai carichi
provino

fy [MPa]

1
2
3
4
5
6
7

49

99
1 00

3 8 7 .9
3 9 5 .2
4 0 3 .9
4 2 1 .8
4 2 9 .1
4 3 0 .1
4 3 0 .4

4 4 7 .2

4 6 0 .2
4 6 9 .5

fyd

Si usa come valore di


calcolo un frattile pi
basso (0.5%)

430 MPa fyk


frattile 5%

f yd=

fyk

Si passa dal valore


caratteristico al valore di
calcolo applicando un opportuno
coefficiente di sicurezza

Diapositiva 20

[20] Questo vuol dire che, per le resistenze, anzich prendere a riferimento il valore che corrisponde al frattile 5%, prendiamo un valore che
corrisponde al frattile 0,5% in modo che soltanto in 5 casi su 1000 la resistenza non sia adeguata. Utilizzando quindi un valore, che chiameremo valore di calcolo, pi piccolo rispetto a quello caratteristico. Si passa dal valore caratteristico a quello di calcolo, semplicemente applicando un coefficiente di sicurezza.

178

La nuova normativa sul calcolo strutturale

Terza possibilit: applicare coefficienti


di sicurezza sia alla resistenza che ai carichi
solaio
1
2

49

94
95
96
97
98
99
100

q [kN/m2]
0 .4 4
0 .5 9

1 .1 2

1 .9 2
1 .9 7
2 .0 8
2 .1 9
2 .3 5
2 .5 1
2 .9 4

Si passa dal valore caratteristico


al valore di calcolo applicando
un opportuno coefficiente di sicurezza
qd =

q qk

2 .0 k N/ m 2 q k
frattile 95%

qd

Si usa come valore di calcolo


un frattile pi alto (99.5%)

Diapositiva 21

[21] In maniera perfettamente analoga, quando parliamo di sovraccarico


su un solaio, anzich prendere il valore di carico che viene superato solo nel 5% dei casi, prenderemo un valore che viene superato nel 5 per
mille dei casi. Utilizziamo quindi un valore di calcolo pi alto, che si
ottiene applicando un coefficiente di sicurezza di incremento.

Terza possibilit: applicare coefficienti


di sicurezza sia alla resistenza che ai carichi
Verifica
La verifica consiste nel calcolare le caratteristiche di sollecitazione,
prodotta da azioni maggiorate (rispetto a quelle caratteristiche)

e controllare che siano inferiore a quelle resistenti, determinate con


una resistenza ridotta (rispetto a quella ultima)
MSd M Rd

Diapositiva 22

[22] La verifica consiste pertanto nellapplicare un carico pi grande,


ottenendo quindi dei momenti maggiori, e nel controllare che le caratte179

Calcolo Strutturale e nuova normativa

ristiche di sollecitazione cos prodotte siano inferiori a quelle resistenti,


determinate con tensioni minori di quelle caratteristiche.
Terza possibilit: applicare coefficienti
di sicurezza sia alla resistenza che ai carichi
Verifica allo stato limite ultimo
Le caratteristiche di sollecitazione prodotte dai carichi possono essere M
Sd
valutate con analisi non lineare, ma pi comunemente si usa unanalisi lineare
Le caratteristiche di sollecitazione che la sezione pu sopportare devono M
Rd
essere valutate tenendo conto della non linearit del legame costitutivo

Diapositiva 23

[23] Questa quella che viene detta verifica allo stato limite ultimo. Nel
farla, in genere continueremo ad usare una analisi strutturale lineare, anche se possiamo (e sarebbe concettualmente pi corretto) utilizzare una
analisi non lineare. Per quanto riguarda le verifiche dobbiamo invece sempre tener conto della non linearit del diagramma tensioni-deformazioni.
Questa una novit alla quale devono abituarsi i professionisti, che trovandosi dinanzi a diagrammi - non pi lineari e perdendo i riferimenti
della teoria dellelasticit rischiano di restare un po sconcertati.
Terza possibilit: applicare coefficienti
di sicurezza sia alla resistenza che ai carichi
Verifica allo stato limite ultimo
Rispetto alle tensioni ammissibili:
Le caratteristiche di sollecitazione prodotte dai carichi possono essere M

Sd

valutate con analisi non lineare, maIpcarichunemente si usa unanalisi lineare


i com i
Le caratteristiche di sollecitazione csono increonentaui sopportare devono M
he la sezi m e p t
Rd
essere valutate tenendo conto della non linearit idverlticalme elo40%tio o 0%
c ch el ega i, d c stitu v 5
Le resistenze
sono incrementate
d al 3 0% al 5 0 %
Non si pu dire a priori cosa sia pi gravoso

Diapositiva 24

180

La nuova normativa sul calcolo strutturale

[24] Si pu notare che, rispetto a quello che facevamo con le tensioni


ammissibili, i carichi sono aumentati, per esempio quelli verticali sono
aumentati del 40-50%. Ma contemporaneamente anche le resistenze sono aumentate, perch il coefficiente di sicurezza applicato ad esse pi
basso. Non si pu quindi dire a priori che il metodo delle tensioni ammissibili o il metodo degli stati limite danno risultati diversi, n si pu
dire quale sia pi o meno gravoso semplicemente basandosi sullentit
di carichi e resistenze.

Tornando agli obiettivi


Metodo degli stati limite
Sopportare tutte le azioni ...

cio evitare il collasso ...


Verifica allo stato limite ultimo (SLU)
Rimanere adatta alluso ...
ovvero limitare:
deformazioni, fessurazione (per c.a.)
Verifica allo stato limite di esercizio (SLE)
danneggiamento (in caso di sisma)
Verifica allo stato limite di danno (SLD)

Diapositiva 25

[25] Tornando agli obiettivi della progettazione strutturale, abbiamo


detto che occorre evitare il collasso, e questo quello che facciamo
nelle verifiche allo stato limite ultimo. Per un altro obiettivo garantire che la struttura rimanga adatta alluso per cui stata progettata.
Questo vuol dire limitare le deformazioni, la fessurazione nel calcestruzzo, e cos via, ed quanto si fa nelle verifiche allo stato limite di
esercizio. In particolare, per quanto riguarda il sisma un problema da
evitare che un terremoto di bassa entit provochi danni troppo rilevanti, che comportino costi di riparazione eccessivi. Questa viene
specificamente detta verifica allo stato limite di danno, ma sostanzialmente una verifica allo stato limite di esercizio. Si noti che la
normativa parla di stati limite, al plurale, e non di stato limite, al singolare, perch racchiude verifiche allo stato limite ultimo e verifiche
agli stati limite di esercizio o di danno.
181

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Confronto
tensioni ammissibili stato limite ultimo
Stati limite e tensioni ammissibili:
alcuni esempi
(indipendentemente dal sisma)

Diapositiva 26

[26] Facciamo ora un brevissimo confronto tra quello che si ottiene con
le verifiche agli stati limite ed alle tensioni ammissibili, giusto per capire, indipendentemente dal sisma, cosa pu cambiare con questi due metodi diversi di verifica.

Momento flettente
Progetto tensioni ammissibili
c

x
n

c
x
=
d c + s / n

s / n

c
As
b

1 - Si assegna il diagramma di tensioni che si vuole avere nella sezione

Diapositiva 27

[27] Con riferimento a sezioni soggette a momento flettente, quando


operiamo col metodo delle tensioni ammissibili partiamo sostanzialmente dallobiettivo di ottenere un certo diagramma di tensioni, che
porti al raggiungimento della ammissibile del calcestruzzo compresso
e della ammissibile dellacciaio. Questo vuol dire fissare la posizione
dellasse neutro.

182

La nuova normativa sul calcolo strutturale

Momento flettente
Progetto tensioni ammissibili
c

Nc = b x c

= 0.5
= 0.333

s / n

As

Ns

2 - Si impone lequilibrio alla rotazione rispetto


allarmatura

braccio della
coppia interna

M = b d c (d d )

M = Nc z

z = d x

Diapositiva 28

[28] Di conseguenza, si fissano le azioni per il calcestruzzo e per


larmatura.

Momento flettente
Progetto tensioni ammissibili
c

Si ottiene:

b d2
M = 2
r

d =r
s / n

con:

As
b

2 - Si impone lequilibrio alla rotazione rispetto


allarmatura

M = Nc z

M
b

r=

(1 ) c

M = b d c (d d )

Diapositiva 29

[29] Imponendo lequilibrio alla rotazione rispetto allarmatura si ottiene la formula ben nota per il dimensionamento delle sezioni inflesse.
183

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Momento flettente
Progetto tensioni ammissibili
c

Nc

d
s / n

c
As
b

3 - Si impone lequilibrio alla rotazione rispetto


alla risultante Nc

M = As s z

M = Ns z

Ns = As s

z = d x
As =

M
0.9 d s

Diapositiva 30

[30] Imponendo lequilibrio rispetto alla risultante di compressione si


ottiene invece unaltra formula, anchessa ben nota, che consente di
progettare larmatura necessaria.

Momento flettente
Progetto tensioni ammissibili
As = u As
c

c
s / n

's x c
=
s d x

c
x
=
d c +s / n

d
s / n

d = r'

As
b

Analogamente per sezione a doppia armatura


r dipende da u (e da c/d)

As =

M
b

M
0 .9 d s

Diapositiva 31

[31] Analogamente si procede nel caso di sezioni a doppia armatura.


184

La nuova normativa sul calcolo strutturale

Momento flettente
Progetto stato limite ultimo
As = u A s
c

cu

fcd

n
h

d
s= su

As
b

1 - Si assegna il diagramma di deformazioni che si


vuole avere nella sezione

cu
x
=
d cu + su

Il valore scelto per s


condiziona la duttilit
della sezione
Buona duttilit con
su = 10 x 10-3

Diapositiva 32

[32] Passando allo stato limite ultimo, confesso che sfogliando libri
autorevoli ho trovato pagine e pagine di formule e calcoli per la verifica, ma scarsi riferimenti a formule di progetto. Invece si pu fare lo
stesso ragionamento visto in precedenza. Ovviamente in questo caso il
legame tensioni-deformazioni non lineare ed i limiti devono essere
posti in termini di deformazione e non in termini di tensione. Si pu
ipotizzare che il calcestruzzo abbia raggiunto il limite massimo;
lacciaio potrebbe avere deformazioni estremamente alte, quindi il limite per esso stabilito pu essere convenzionale, in funzione della
duttilit che si vuole ottenere dalla sezione. Una volta assegnato il
diagramma delle deformazioni, si conosce anche lo stato tensionale
della sezione e dallo stato tensionale le risultanti delle tensioni di
compressione e trazione.

185

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Momento flettente
Progetto stato limite ultimo
cu

fcd

Nc

n
h

d
s= su

Ns

As

b
2 - Dallequilibrio alla rotazione rispetto allarmatura si ottiene

con r =

d =r

M
b

(1 ) f cd
Diapositiva 33

[33] Imponendo lequilibrio alla rotazione rispetto allarmatura si pu


ricavare, nella stessa maniera delle tensioni ammissibili, una formula di
dimensionamento, formalmente identica. Cambia solo il valore del coefficiente r.

Momento flettente
Progetto stato limite ultimo
As = u A s
c

cu

fcd

Nc

n
h

Ns

d
s= su

Ns

As
b

ovvero, in presenza di doppia armatura

d = r'

M
b

Diapositiva 34

[34] Analogamente si procede nel caso di sezioni a doppia armatura.


186

La nuova normativa sul calcolo strutturale

Momento flettente
Progetto stato limite ultimo
As = u A s
c

cu

fcd

Nc

n
h

Ns

d
s= su

Ns

As
b

3 - Dallequilibrio alla rotazione rispetto alla


risultante di compressione si ottiene

As =

M
0.9 d f yd

Diapositiva 35

[35] Imponendo lequilibrio alla rotazione rispetto alla risultante di


compressione si trova ancora una volta la formula che consente il progetto dellarmatura.

Momento flettente
Progetto - confronto
TA

d = r'

M
b

As =

M
0 .9 d s

Formule perfettamente corrispondenti


Cambia solo il valore di r
SLU

d = r'

M Sd
b

As =

M Sd
0.9 d f yd

Diapositiva 36

[36] Se si confrontano le due espressioni, delle tensioni ammissibili e


degli stati limite, si nota che esse sono formalmente identiche, e questo
abbastanza tranquillizzante.

187

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Momento flettente
Progetto confronto
Si ipotizza che MSd (SLU) = 1.45 M (TA)
TA

d = r'

M
b

0. 028
Per sezione a semplice armatura non cambia quasi niente (5% in meno allo SLU)
0. 022
SLU

d = r'

M Sd
b

Calcestruzzo di classe Rck = 25 Mpa

M
0.9 d s

As =

0.028 M 0.022 1.45 M


As =

M Sd
0.9 d f yd

Acciaio Fe B 44 k

Diapositiva 37

[37] Per capire che differenze ci sono nei risultati, occorre ricordare che
(in assenza di sisma) i carichi crescono del 40-50%, quindi il momento
nello stato limite ultimo potrebbe essere circa 1,45 volte il momento
delle tensioni ammissibili. Se si confronta il valore del coefficiente r
che si utilizza con le tensioni ammissibili e quello degli stati limite, si
vede che laltezza della sezione cambia di poco, con differenze minori
del 5%, valore che per gli ingegneri trascurabile, perch rientra nelle
approssimazioni che si fanno in qualunque calcolo.

Momento flettente
Progetto confronto
Si ipotizza che MSd (SLU) = 1.45 M (TA)
TA

d = r'

M
b

0 .0 2 6 5
Per sezione con armatura compressa si pu
ridurre un po laltezza
0. 019
SLU

d = r'

M Sd
b

Calcestruzzo di classe Rck = 25 Mpa

Diapositiva 38
188

As =

M
0.9 d s

14% in meno allo SLU


p e r u = 0 .2 5

As =

M Sd
0.9 d f yd

Acciaio Fe B 44 k

La nuova normativa sul calcolo strutturale

[38] Un po maggiore la differenza che si presenta nei casi di armatura compressa: se abbiamo il 25% di armatura compressa i coefficienti
sono tali da ridurre laltezza della sezione del 14%.

Momento flettente
Progetto confronto
Si ipotizza che MSd (SLU) = 1.45 M (TA)
TA

d = r'

M
b

0 .0 2 5
Per sezione con armatura compressa si
pu ridurre un po laltezza
0. 0155
SLU

d = r'

M Sd
b

Calcestruzzo di classe Rck = 25 Mpa

M
0.9 d s

As =

25% in meno allo SLU


per u=0. 50

As =

M Sd
0.9 d f yd

Acciaio Fe B 44 k

Diapositiva 39

[39] Se abbiamo il 50% di armatura compressa la differenza del 25%.


Questo si spiega col fatto che nello stato limite ultimo larmatura compressa sollecitata al massimo, mentre nel caso delle tensioni ammissibili, dovendo essere legata la tensione dellacciaio a quella del calcestruzzo, essa non pu mai lavorare al massimo.

Momento flettente
Progetto confronto
Si ipotizza che MSd (SLU) = 1.45 M (TA)
TA

d = r'

M
b

As =

Larmatura tesa rimane la stessa

SLU

d = r'

M Sd
b

Calcestruzzo di classe Rck = 25 Mpa

M
0.9 d s

s
As =

1.45 M
f yd

M Sd
0.9 d f yd

Acciaio Fe B 44 k

Diapositiva 40
189

Calcolo Strutturale e nuova normativa

[40] Analogamente, per quanto riguarda le armature, il vecchio rapporto


tra momento e tensione ammissibile dellacciaio ed il nuovo rapporto
tra momento maggiorato del 45% e fyd sono quasi uguali e le armature
rimangono quindi sostanzialmente le stesse.

Taglio
Verifica tensioni ammissibili
Per decidere se:
non calcolare larmatura a taglio
non disporre armatura a taglio (solai)

max =

V
c0
0 .9 b d

V 0.9 c0 b d
Diapositiva 41

[41] Passando al taglio, un primo problema decidere se non calcolare


larmatura a taglio, ovvero nel caso di un solaio se non disporre proprio
una armatura a taglio. Per far ci, col metodo delle tensioni ammissibili
calcoliamo la massima e la confrontiamo con la c0 e quindi abbiamo
un certo valore del taglio al di sotto del quale la sezione non richiede un
calcolo o se solaio non richiede armatura.

Taglio
Verifica stato limite ultimo
Per decidere se:
non calcolare larmatura a taglio
non disporre armatura a taglio (solai)
(modello a pettine)

VSd k (1.2 + 40 l ) Rd b d
Diapositiva 42

[42] Allo stato limite ultimo c un apposito modello che fornisce


lespressione da utilizzare per lo stesso scopo.
190

La nuova normativa sul calcolo strutturale

TA

Taglio
Verifica confronto
V 0.9 c0 b d
Formule sostanzialmente analoghe
Cambiano i coefficienti

SLU

VSd k (1.2 + 40 l ) Rd b d
Diapositiva 43

[43] Se la si confronta con quella delle tensioni ammissibili, allo stato limite ultimo lespressione un po pi complicata, ma sempre costituita
da prodotto di b d (base e altezza della sezione) per un coefficiente.

Taglio
Verifica confronto
Si ipotizza che VSd (SLU) = 1.45 V (TA)
TA

V 0.9 c0 b d
0. 48

Allo stato limite ultimo pu essere necessaria


armatura per un taglio minore

Problemi per i solai

0.3 0.7
TA

VSd k (1.2 + 40 l ) Rd b d

Calcestruzzo di classe Rck = 25 Mpa

Acciaio Fe B 44 k

Diapositiva 44

[44] Andando a fare un confronto numerico, determinando i valori dei


coefficienti si ottiene in questo caso 0,48 per le tensioni ammissibili ed
un numero che va da 0,3 a 0,7 per lo stato limite ultimo. Ricordando
che il taglio allo stato limite ultimo pi grande di quello alle tensioni
ammissibili, questo vuol dire che saranno maggiori i casi in cui nello
stato limite ultimo dobbiamo calcolare larmatura o disporre larmatura
a taglio. Forse questo lunico caso in cui le tensioni ammissibili danno
un risultato pi conveniente economicamente rispetto agli stati limite.
191

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Taglio
Progetto armatura tensioni ammissibili
Se larmatura costituita da staffe:
(traliccio di Mrsch)

Ast =

Vs
nb z s

Diapositiva 45

[45] Per quanto riguarda larmatura a taglio, nel metodo delle tensioni
ammissibili il tradizionale modello di traliccio di Mrsch fornisce la
quantit di staffe necessaria in funzione del taglio.

Taglio
Progetto armatura stato limite ultimo
Se larmatura costituita da staffe:
(traliccio di Mrsch, con inclinazione variabile)

Ast =

Vs
nb z f yd cot

1 cot 2

Diapositiva 46

[46] Allo stato limite ultimo si utilizza una evoluzione del modello di
Mrsch, nel quale linclinazione del puntone variabile. Nella nuova
espressione compare quindi cot , che vale 1 nella impostazione tradizionale, con puntone compresso inclinato a 45, ma pu crescere fino
ad un valore pari a 2.

Taglio
Progetto armatura - confronto
TA

Ast =

V s
nb z s

Stesse formule
La differenza data da cot
TA

Ast =

V s
nb z f yd cot

Diapositiva 47
192

La nuova normativa sul calcolo strutturale

[47] Le due formule differiscono quindi solo per la presenza del termine
cot (a parte il riferimento a valori diversi della tensione, che compensa il fatto che anche il taglio diverso nei due casi).

Taglio
Progetto armatura confronto
Si ipotizza che VSd (SLU) = 1.45 V (TA)
TA

Ast =

Allo stato limite ultimo larmatura


pu essere dimezzata
TA

Ast =

V s
nb z s
V

1.45 V
f yd

1 cot 2

VSd s
nb z f yd cot

Calcestruzzo di classe Rck = 25 Mpa

Acciaio Fe B 44 k

Diapositiva 48

[48] Progettando allo stato limite ultimo larmatura a taglio si pu anche dimezzare, rispetto a quella prevista per le tensioni ammissibili. Ma
questa non una novit, perch sappiamo bene che le formule che venivano utilizzate nelle tensioni ammissibili erano molto cautelative ed
in disaccordo con levidenza sperimentale.

Quindi
Con un po di studio ed un minimo di applicazioni ci si pu abituare ad
usare il metodo degli stati limite e si possono ricreare gli ordini di
grandezza che occorre avere anche per accettare i risultati forniti da
programmi di calcolo
Bibliografia:
Aurelio Ghersi. Il cemento armato. Dalle tensioni ammissibili agli stati
limite: un approccio unitario. Flaccovio, 2005

Diapositiva 49

[49] In conclusione, quello che per molti pu sembrare un problema tragico, il passaggio dalle tensioni ammissibili agli stati limite, in realt
non lo . Con un minimo sforzo, si possono ritrovare formule molto si193

Calcolo Strutturale e nuova normativa

mili, o addirittura coincidenti, con quelle sempre usate e ci si pu ricostruire quegli ordini di grandezza che per i professionisti sono importanti per riuscire a padroneggiare tranquillamente la progettazione. Chi
volesse approfondire questi problemi pu fare riferimento al mio libro:
Aurelio Ghersi. Il cemento armato. Dalle tensioni ammissibili agli stati
limite: un approccio unitario. Flaccovio, 2005.

Carichi verticali ed azioni orizzontali


La nuova normativa sul calcolo strutturale

Carichi verticali ed azioni orizzontali


Diapositiva 50

[50] Laltro punto, che risulta essere sostanziale, il diverso peso che viene
dato dalla normativa sismica ai carichi verticali ed alle azioni orizzontali.

Prima del 1996


Verifiche

con T.A.

Carichi verticali:

gk + qk

Forze orizzontali:
Masse W
Forze per zone
ad alta sismicit

gk + s qk
0.10 x W

Si noti che il calcolo sismico g + q F racchiude anche il


calcolo per soli carichi verticali

Diapositiva 51

[51] Fino al 1996, operando col metodo delle tensioni ammissibili, si


faceva riferimento ai valori caratteristici dei carichi verticali, permanenti e variabili. Per calcolare le masse si applicava un coefficiente di riduzione ai carichi variabili, per tener conto della ridotta probabilit di avere contemporaneamente sisma e massimi carichi variabili. Le forze orizzontali venivano calcolate moltiplicando le masse per un coefficien194

La nuova normativa sul calcolo strutturale

te, che dipendeva dalle zona sismica. Ovviamente in questo caso il calcolo veniva effettuato considerando i carichi verticale contemporaneamente alle forze orizzontali, questultime prese con il segno pi o meno
(per tener conto dellinversione di segno del moto).

Norma sismica del 1996 (D.M. 16/1/96)


Verifiche

con T.A.
gk + qk

Carichi verticali:
Forze orizzontali:
Masse W
Forze per zone
ad alta sismicit

con S.L.U.
1.4 gk + 1.5 qk

gk + s qk

gk + s qk

0.10 x W

1.5 x 0.10 x W

Il passaggio a S.L.U. si basato sullidea che:


Verifiche TA Verifiche SLU con car. soll. x 1.5

Diapositiva 52

[52] La normativa del 1996 ha consentito per la prima volta di applicare


gli stati limite in zona sismica. In questo caso la norma imponeva di applicare carichi verticali amplificati, di calcolare le masse allo stesso modo
di come si faceva prima e di utilizzare quindi forze maggiorate del 50%.

Norma sismica del 1996 (D.M. 16/1/96)


Questo abbastanza vero per le travi:
Mmax,TA 1.5 MRd,SLU
Non vero per i pilastri:
per N assegnato,

Mmax,TA 1.5 < MRd,SLU

Il passaggio a S.L.U. si basato sullidea che:


Verifiche TA Verifiche SLU con car. soll. x 1.5

Diapositiva 53

[53] La norma era stata probabilmente concepita con lidea che cambiare metodo aumentando tutto del 50% portasse a risultati analoghi. Ci
vale abbastanza per le sezioni soggette a flessione semplice, cio per le
travi, come si visto in precedenza. Ma molto diverso invece il risul195

Calcolo Strutturale e nuova normativa

tato che si ottiene per quanto riguarda i pilastri, perch se noi incrementiamo M ed N del 50%, e verifichiamo allo stato limite ultimo, la sezione
sta in genere molto meglio di quanto non stesse col metodo delle tensioni
ammissibili. Ricordo la mia esperienza proprio nel 96, quando avevo il
corso di Progetto di strutture a Catania. Fino ad un anno prima facevo
fare agli studenti il progetto alle tensioni ammissibili; uscita la nuova
normativa ho fatto adottare il metodo degli stati limite. Ebbene, mentre
lanno prima dimensionavo i pilastri e poi mettevo un sacco di armatura,
quellanno di colpo i pilastri stavano miracolosamente bene, cio mantenendo le stesse dimensioni bastavano poi delle armature minime.

Nuova norma italiana (Ordinanza 3274)


solo carichi
verticali

Carichi verticali:
Forze orizzontali:
Masse W
Forze per zona sismica 1,
bassa duttilit, suolo B

carichi verticali
pi sisma

1.4 gk + 1.5 qk

Verifiche con S.L.U.

gk + 2 qk

gk + 2 qk

0.267 x W

Si noti che il calcolo sismico g + q F


non racchiude il calcolo per soli carichi verticali
Ordinanze 3274 - 3431, punto 3.3

Diapositiva 54

[54] Con la 3274 cambia completamente il rapporto tra carichi verticali


ed azioni orizzontali. Nel fare il calcolo con sisma e carichi verticali, si
utilizzano i carichi permanenti col loro valore caratteristico e quelli variabili ridotti rispetto al caratteristico mediante il coefficiente 2; si calcolano le masse corrispondenti e si determinano le forze moltiplicando
le masse per un coefficiente, maggiore rispetto a quanto previsto dalla
norma precedente. Inoltre, bisogna fare anche il calcolo con soli carichi
verticali incrementati del 40-50% (senza forze orizzontali). Infatti il
calcolo per soli carichi verticali non pi incluso nel calcolo con forze
orizzontali. I carichi verticali sono maggiorati quando sono da soli,
mentre quando consideriamo il sisma i carichi verticali sono ridotti.
196

La nuova normativa sul calcolo strutturale

Confronto (carichi verticali pi sisma)


D.M. 16/1/96

Carichi verticali:
Forze orizzontali:
Masse W
Forze per zona sismica 1,
bassa duttilit, suolo B
Notare:
Carichi verticali
minori

Ordinanza 3274

1.4 gk + 1.5 qk

Verifiche con S.L.U.

gk + 2 qk

gk + s qk

gk + 2 qk

0.150 x W

0 .2 6 7 x W

Masse quasi
invariate

Forze orizzontali
maggiori

Diapositiva 55

[55] Facendo un confronto con il decreto del 96 che consentiva luso


degli stati limite, cosa cambiato? Ora i carichi verticali sono pi piccoli, non sono aumentati del 40-50%, ma sono addirittura ridotti; le
masse sono quasi le stesse; le forze orizzontali sono circa il doppio rispetto a quelle che venivano utilizzate nella vecchia normativa del 96.

Valutazione delle masse per SLU


W = gk + 2 qk
2 qk = valore quasi permanente del carico variabile
Abitazioni, uffici non aperti al pubblico
Scuole, negozi, autorimesse
Tetti, coperture con neve
Magazzini, archivi, scale
Vento, variazione termica

2
0 .3 0
0 .6 0
0 .2 0
0 .8 0
0

Nota: alcuni valori sono diversi da quelli usati in assenza di sisma

Diapositiva 56

[56] Per quanto riguarda la valutazione delle masse, ricordo che il coefficiente 2 serve ad ottenere il valore quasi permanente del carico variabile, cio quel valore che sollecita la struttura quotidianamente. Il valore del coefficiente legato alle destinazione duso, per esempio per le
autorimesse si ha 0,60, per i magazzini e i depositi 0,80, per le abitazioni 0,30. I valori sono in qualche caso diversi da quelli indicati nella
norma (non sismica) del 1996.
197

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Valutazione delle masse per SLU


W = g k + 2 q k
tiene conto della probabilit di avere i carichi quasi permanenti a tutti i piani
Uso non
correlato
1 .0
0 .5

0 .5

Piani con
uso correlato

Archivi

0.8
0.8
0.8
1 .0

Nota: alcuni valori sono diversi da quelli usati in assenza di sisma

Diapositiva 57

[57] Nella espressine con cui si valutano le masse presente anche un coefficiente , che tiene conto della probabilit di avere gli stessi carichi a tutti i
piani e quindi dipende anche dalla correlazione della destinazione duso.

Valutazione delle masse per SLU


W = g k + 2 q k
tiene conto della probabilit di avere i carichi quasi permanenti a tutti i piani

Nota:

Uso non
Piani con
Archivi
coNelaattualso verreono del T.U. il
rr e lto u e co si lat e
c1.efficiente non compare pi
o0
0 .5
Quindi il T.U. assume =1, sempre

0.8

0.8

0.8

1 .0
0 .5
Nota: alcuni valori sono diversi da quelli usati in assenza di sisma

Diapositiva 58

[58] Ma questa distinzione una delle pignolerie che erano state inseri198

La nuova normativa sul calcolo strutturale

te nella 3274. Nella nuova versione del testo unico il coefficiente addirittura cancellato.

Calcolo per SLU e per SLD


Verifiche con S.L.U.
Carichi verticali:

SLU

SLD

gk + 2 qk

gk + 0 qk
2

Forze orizzontali:
g k + 2 qk

Masse W

spettro di progetto
(con q)

Forze

Ord. 3431
2
gk + 0 qk
Spettro elastico
con ag/2.5

Ordinanze 3274 - 3431, punto 3.3

Diapositiva 59

[59] Un altro calcolo che viene richiesto dalla 3274 la verifica allo
stato limite di danno. Ricordo che stato limite ultimo e stato limite di
danno verificano rispettivamente la struttura al collasso per un terremoto con alto periodo di ritorno e al danno nel caso di un terremoto molto
pi frequente. I carichi da considerare sono sostanzialmente gli stessi,
con una differenza di pochi punti percentuali, quindi irrilevanti. La differenza sostanziale che nel caso di stato limite di danno lo spettro da
usare diverso da quello che si utilizza per lo stato limite ultimo. Nella
3274 si utilizza lo spettro elastico diviso per 2,5.

Calcolo per SLU e per SLD


Verifiche con S.L.U.
Carichi verticali:
Forze orizzontali:
Masse W
Forze

SLU

SLD

gk + 0 qk
N
gk + 2 qkota:
2
Lattuale versione del T.U.
Ord. 3431
propone spettri diversi per
2
LU
gk + 2Sqk e SLD
gk + 0 qk
spettro di progetto
Spettro elastico
(con q)
con ag/2.5

Ordinanze 3274 - 3431, punto 3.3

Diapositiva 60
199

Calcolo Strutturale e nuova normativa

[60] Il testo unico differenzia ulteriormente gli spettri per lo stato limite
ultimo e per lo stato limite di danno.

2. Spettri di risposta e di progetto


Spettro di risposta elastico
Riporta la massima accelerazione di uno schema a un grado di libert, provocata da un assegnato terremoto, in funzione del periodo proprio T
400

PGA

&&
ug

accelerogramma

10

&& &&
u + ug

30

(s)

(s)

Tolmezzo, Friuli, 1976

-400

1200

20

= 351 cm s-2

1139 cm s-2

T = 0.25 s

800
400

risposta (elastica)

10

20

30

-400
-800
-1200

Diapositiva 61

[61] Richiamiamo ora alcuni concetti di base. Cos uno spettro di risposta elastica? Se si ha la registrazione delle accelerazioni del suolo in
una qualunque zona, si pu determinare la risposta nel tempo di una
struttura con assegnato periodo proprio T e quindi ottenere la massima
accelerazione che la struttura sopporter in quellevento sismico.
Nota: per approfondire questi concetti di dinamica si pu leggere il capitolo 2 del mio libro Edifici antisismici in cemento armato, progettati
secondo la nuova norma sismica (in preparazione), capitolo disponibile nel mio sito internet, citato allinizio.

200

La nuova normativa sul calcolo strutturale

Spettro di risposta elastico


Se
1200

Si pu diagrammare,
per punti, il valore
dellaccelerazione
massima
1200

&& &&
u + ug

cm s-2

1139 cm s-2

800

400

1139 cm s-2

800

0
0

400
0

10

0.25

20

30

-400

3s

(s)

T = 0.25 s

-800

Diapositiva 62

[62] Questo valore pu essere riportato in un grafico dove sulle ascisse


riportato il periodo proprio T dello schema e sulle ordinate la massima
accelerazione.

Spettro di risposta elastico


Se
1200
cm s-2

Si pu diagrammare, per
punti, il valore della
accelerazione massima

800

1139 cm s-2

727 cm s-2

400

252 cm s-2
0

3s
T
Il diagramma ottenuto unendo i vari punti viene detto spettro di risposta (in
termini di accelerazione)
0 0.25 0.5

Diapositiva 63
201

Calcolo Strutturale e nuova normativa

[63] Ripetendo il calcolo per schemi avente differente periodo si ottengono tanti punti e quindi un diagramma, detto appunto spettro di risposta in termini di accelerazione, che ci mostra come la risposta di una
struttura ad un assegnato terremoto varia in funzione del periodo proprio della struttura stessa.

Spettro di risposta elastico


a/g
1

Lanalisi pu essere ripetuta per diversi accelerogrammi (con un assegnato smorzamento)

0.5

0
0

3s

Si pu quindi definire una curva che inviluppa tutti gli spettri di risposta, o che
viene superata solo occasionalmente

Diapositiva 64

[64] Ovviamente questo pu essere fatto per tanti terremoti, per ognuno dei
quali si avranno risposte diverse che possono essere inviluppate da ununica
curva, che garantisca una cautelativa valutazione dellaccelerazione massima che subir la struttura in funzione del periodo.

Spettro di risposta elastico


a/g

a/g

0.5

0.5

0
0

3s

In zone differenti e su terreni differenti si otterranno risultati diversi

3s

La normativa fornisce quindi spettri di risposta


differenziati in funzione delle caratteristiche del
suolo e della zona in cui ubicata la struttura

Diapositiva 65
202

La nuova normativa sul calcolo strutturale

[65] Questa si differenzia in base al tipo di terreno, per cui per terreni diversi si avranno spettri di risposta diversi. Basandosi su queste considerazioni, la normativa definisce diversi spettri in funzione del differente suolo.

Spettri di risposta elastica di normativa


accelerazione (normalizzata)
4.0

Se
ag
3.0

Suolo D

2.0

Suoli B, C, E
Suolo A

1.0

0.0
0.0

0.5

1.0

1.5

2.0

2.5

Ordinanza 3274, punto 3.2.3

3.0

Periodo

Diapositiva 66

[66] Lordinanza 3274 propone tre spettri, validi per cinque tipi di terreno.

Spettri di risposta elastica di normativa


4.0

Se
ag

Primo tratto andamento lineare

3.0

T
S e = a g S 1 +
T (2.5 1)

2.0

1.0

0.0
0.0

TB

0.5

1.0

1.5

2.0

Amplificazione, legata al tipo di terreno

2.5

3.0

10
0.55
5+

Diapositiva 67
203

Calcolo Strutturale e nuova normativa

[67] Esaminandoli si nota che tutte le curve presentano un tratto lineare


che parte da un valore che pu essere maggiore dellaccelerazione del
terreno, in riferimento allaccelerazione del terreno su roccia, perch un
terreno soffice pu portare ad una amplificazione delle accelerazioni.

Spettri di risposta elastica di normativa


4.0

Se
ag

Secondo tratto costante

3.0

S e = a g S 2.5

2.0

10
0.55
5+

1.0

0.0
0.0

TB

TC

1.0

1.5

2.0

2.5

3.0

Diapositiva 68

Spettri di risposta elastica di normativa


4.0

Se
ag
3.0

Terzo tratto decrescente (con 1/T)

Se = a g S 2.5

2.0

( )
TC
T

1.0

0.0
0.0

TB

TC

1.0

1.5

Diapositiva 69

204

TD

2.5

10
0.55
5+

3.0

La nuova normativa sul calcolo strutturale

Spettri di risposta elastica di normativa


4.0

Se
ag
3.0

Quarto tratto decrescente (con 1/T 2)

S e = a g S 2.5

2.0

( )
TC TD
T2

1.0

0.0
0.0

TB

1.0

TC

1.5

10
0.55
5+

2.5

TD

3.0

Diapositiva 70

[68, 69, 70] C poi un tratto costante e due tratti decrescenti (con diverso esponente) in funzione del periodo.

Spettri di risposta elastica di normativa


4.0

Suolo A

Se
ag
3.0

Formazioni litoidi o suoli


omogenei molto rigidi

Suolo D

VS30 > 800 m/s

2.0

Suoli B, C, E
1.0

0.0
0.0

Suolo A
0.5

S=1

1.0

1.5

T A = 0 .1 5 s

2.0

2.5

3.0

TB = 0.4 s

VS30 Velocit media di propagazione delle onde


di taglio nei 30 m superiori del suolo

VS 30 =

30
hi

VS i

Diapositiva 71

[71] Gli spettri sono differenziati in base al terreno, quindi un punto


importante che bisogna definire, per poter applicare la normativa, il
terreno sul quale si va a costruire. Il parametro principale da considerare la velocit di propagazione delle onde sismiche. Il terreno A un
205

Calcolo Strutturale e nuova normativa

suolo molto compatto, lo spettro corrispondente quello che fornisce


valori pi bassi, cio con minori accelerazioni sulla struttura.

Spettri di risposta elastica di normativa


4.0

Suolo B

Se
ag
3.0

2.0

1.0

0.0
0.0

Depositi di sabbie e ghiaie


molto addensate o argille
molto consistenti

Suolo D

Suoli B, C, E

360 m/s < VS30 < 800 m/s

Suolo A

0.5

S = 1 .2 5

Resistenza penetrometrica
NSPT > 50
1.0

1.5

TA = 0.15 s

2.0

2.5

3.0

TB = 0.5 s

VS30 Velocit media di propagazione delle onde


di taglio nei 30 m superiori del suolo

Coesione non drenata


cu > 250 kPa

Diapositiva 72

[72] Il terreno B un suolo sabbioso o ghiaioso abbastanza compatto.


Oltre che dalla velocit delle onde sismiche, si possono usare come parametri caratteristici la resistenza penetrometrica (che deve essere maggiore di 50) e la coesione non drenata (maggiore di 250 kPa).

Spettri di risposta elastica di normativa


4.0

Suolo C

Se
ag
3.0

2.0

1.0

0.0
0.0

Depositi di sabbie e ghiaie


mediamente addensate o
argille di media consistenza

Suolo D

Suoli B, C, E

180 m/s < VS30 < 360 m/s

Suolo A

0.5

Resistenza penetrometrica
15 < NSPT < 50
1.0

1.5

2.0

2.5

3.0

VS30 Velocit media di propagazione delle onde


di taglio nei 30 m superiori del suolo

Coesione non drenata


70 < cu < 250 kPa

Diapositiva 73

[73] Il terreno C composto da sabbie e ghiaie mediamente addensate


ed ha lo stesso spettro del B.
206

La nuova normativa sul calcolo strutturale

Spettri di risposta elastica di normativa


4.0

Suolo D

Se
ag
3.0

Depositi di terreni granulari da sciolti a poco addensati oppure coesivi da poco


a mediamente consistenti

Suolo D

2.0

Suoli B, C, E
1.0

0.0
0.0

VS30 < 180 m/s

Suolo A

0.5

S = 1 .3 5

1.0

1.5

TA = 0.2 s

2.0

2.5

3.0

TB = 0.8 s

VS30 Velocit media di propagazione delle onde


di taglio nei 30 m superiori del suolo

Resistenza penetrometrica
NSPT < 15
Coesione non drenata
cu < 70 kPa

Diapositiva 74

[74] Il terreno D il pi scadente invece, costituito da terreni sciolti con


resistenze penetrometriche e coesioni pi basse e presenta una amplificazione delle accelerazioni sismiche.

Spettri di risposta elastica di normativa


4.0

Suolo E

Se
ag
3.0

2.0

1.0

0.0
0.0

S t r a t i s u p er f i c i al i a l l u v i o n a l i , d i c a r at t e r i s t i c h e s i m ili a i t ip i C e D e spe sso re t ra 5 e 2 0 m , s u un


s u b s t ra t o p i r i g i d o c o n
VS 3 0 > 80 0 m / s

Suolo D

Suoli B, C, E
Suolo A

0.5

1.0

1.5

2.0

2.5

3.0

VS30 Velocit media di propagazione delle onde


di taglio nei 30 m superiori del suolo

Diapositiva 75

[75] Il terreno E contiene strati superficiali alluvionali con caratteristiche simili ai suoli C e D su un substrato pi rigido. Lo spettro identico
a quello dei suoli B e C.

207

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Spettri di risposta elastica di normativa


Suolo S2

Suolo S1
Depositi con strato di almeno 10 m
di argille di bassa consistenza ed elevato indice di plasticit e contenuto di acqua
VS30 < 100 m/s

Depositi di terreni soggetti a liquefazione

Coesione non drenata


10 < cu < 20 kPa
Per questi tipi di terreno occorrono studi speciali

Diapositiva 76

[76] Esistono anche dei terreni particolarmente cattivi, per i quali non si
possono utilizzare gli spettri della normativa e bisogna quindi fare degli
studi specifici.

Esempio
Dallalto:
12 m sabbie marnose
NSPT = 26
6.1 m argille grigio-brune
NSPT = 47
1.9 m - marne sabbiose
NSPT = 16
6.5 m argille marnose
NSPT = 18
3.5 m ciottoli, argille brune
NSPT = 40

Diapositiva 77

208

La nuova normativa sul calcolo strutturale

Esempio

Dallalto:
12 m sabbie marnose
NSPT = 26
6.1 m argille grigio-brune
NSPT = 47
1.9 m - marne sabbiose
NSPT = 16
6.5 m argille marnose
NSPT = 18
3.5 m ciottoli, argille brune
NSPT = 40

N SPT =

30
12 6.1 1.9 6.5 3.5
+
+
+
+
26 47 16 18 40

NSPT = 25.9
Si pu considerare suolo
di tipo C, perch

15 < NSPT < 50

Diapositiva 78

[77, 78] Se si hanno dati geotecnici che specificano la stratigrafia, si


pu ricavare una media del coefficiente di penetrazione, confrontare
questo valore con i valori limite e stabilire il tipo di suolo, e quindi lo
spettro da utilizzare.

Spettri di risposta elastica di normativa


accelerazioni orizzontali e verticali
accelerazione (normalizzata)
4.0

Se
ag
3.0

Suolo D

2.0

Suoli B, C, E
1.0

Suolo A
Verticale

0.0
0.0

0.5

1.0

1.5

2.0

2.5

3.0

periodo

Diapositiva 79

[79] La normativa fornisce anche lo spettro per le accelerazioni vertica209

Calcolo Strutturale e nuova normativa

li, che per presenta minor interesse (anche nella vecchia normative le
accelerazioni verticali sono da considerare solo in casi particolari).

Spettri di risposta elastica di normativa


Laccelerazione di picco del terreno ag da utilizzare per verifiche allo
stato limite ultimo, cio per terremoti con alto periodo di ritorno,
dipende dalla sismicit della zona
zona

ag

1
2
3
4

0.35 g
0.25 g
0.15 g
0.05 g

Diapositiva 80

[80] Quegli spettri vengono applicati assegnando una accelerazione di


picco, relativa a terremoti con alto periodo di ritorno, legata alla sismicit della zona (ad esempio, 0,35 g a Messina).

Spettri di risposta elastica di normativa


Terremoti con periodo di ritorno pi basso possono avere spettri
differenti.
Per semplicit si assume che il terremoto da usare per lo stato limite di
danno abbia lo stesso spettro ma accelerazione al suolo ridotta di 2.5.

SLU

SLD

zona

ag

zona

ag

1
2

0.35 g
0.25 g

1
2

0.35 / 2.5 = 0.14 g


0.25 / 2.5 = 0.10 g

3
4

0.15 g
0.05 g

3
4

0.15 / 2.5 = 0.06 g


0.05 / 2.5 = 0.02 g

Ordinanza 3274, punto 3.2.5

Diapositiva 81

[81] Per quanto riguarda lo stato limite di danno si dovrebbero utilizzare gli stessi spettri variando soltanto laccelerazione del terreno.
210

La nuova normativa sul calcolo strutturale

Spettri di risposta elastica di normativa


Terremoti con periodo di ritorno pi basso possono avere spettri
differenti.
Per semplicit si assume che ilNotremoto da usare per lo stato limite di
tera:
danno abbia lo stesso spettro ma ttccelle razerne ale udlol riToU. di 2.5.
L a a ua e v io sion s oe d. tta

SLU
zona

ag

1
2
3
4

propone spettri divSLsi per


er D
SLU e SLD
zona

ag

0 .3 5 g
0 .2 5 g

1
2

0.35 / 2.5 = 0.14 g


0.25 / 2.5 = 0.10 g

0 .1 5 g
0 .0 5 g

3
4

0.15 / 2.5 = 0.06 g


0.05 / 2.5 = 0.02 g

Ordinanza 3274, punto 3.2.5

Diapositiva 82

[82] Lattuale versione del TU propone per spettri differenziati per terremoti ad alto o basso periodo di ritorno, cosa concettualmente giusta
che per complica ulteriormente i calcoli.
possibile progettare le strutture
in modo che rimangano in campo elastico?
Azioni orizzontali comparabili
con le azioni verticali
Le sollecitazioni provocate
dalle azioni orizzontali sono
molto forti
Non economicamente conveniente progettare la struttura in
modo che rimanga in campo elastico

Diapositiva 83

[83] Gli spettri mostrati si riferiscono a strutture che si mantengono in


campo elastico. Non per economicamente proponibile effettuare la
progettazione in campo elastico, perch se si pensa alle accelerazioni
innanzi citate (0,35 g) e ad unamplificazione dello spettro con un periodo abbastanza basso che raddoppia laccelerazione si arriva a forze
orizzontali di entit comparabile con le azioni verticali. Di conseguenza
si deve fare una analisi non lineare.
211

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Comportamento oltre il limite elastico


Legame elastico-perfettamente plastico
F (M)

caratterizzato
da tre parametri
fondamentali:
Rigidezza
Resistenza

uy

um

()

Duttilit

Diapositiva 84

Comportamento oltre il limite elastico


Legame elastico-perfettamente plastico
F (M)

caratterizzato
da tre parametri
fondamentali:

k=
uy

Rigidezza

dF
du

Resistenza

um

()

Duttilit

Rigidezza = inclinazione del diagramma

Diapositiva 85

Comportamento oltre il limite elastico


Legame elastico-perfettamente plastico
F (M)

caratterizzato
da tre parametri
fondamentali:

Fy

Rigidezza
Resistenza

uy

um

()

Resistenza = soglia di plasticizzazione

Diapositiva 86
212

Duttilit

La nuova normativa sul calcolo strutturale

Comportamento oltre il limite elastico


Legame elastico-perfettamente plastico
F (M)

caratterizzato
da tre parametri
fondamentali:

=
uy

um
uy

Rigidezza
Resistenza

um

Duttilit

()

Duttilit = capacit di deformarsi plasticamente

Diapositiva 87

[84, 85, 86, 87] Si pu assumere che il comportamento della struttura sia
rappresentato da un legame elastico - perfettamente plastico. Un diagramma di questo tipo caratterizzato da tre parametri: la rigidezza, che
rappresenta linclinazione del diagramma; la resistenza, che rappresenta
la soglia plastica; la duttilit, che rappresenta la capacit di deformarsi
plasticamente. Questi tre parametri entrano in gioco nella progettazione.

Progettazione di strutture elasto-plastiche


possibile progettare la struttura
con una forza ridotta, accettando
la sua plasticizzazione, purch la
duttilit disponibile sia maggiore
di quella richiesta

F (M)

um
uy
uy

u
= max
uy
Risposta
elasto-plastica

um

u ()

7.5

T = 1.00 s

5.0

=2

umax

2.5

-5.83 cm

10

t (s)

-2.5

20

u 7.5

-7.5

uy

-5.0
-5.83 cm
-7.5

Diapositiva 88
213

Calcolo Strutturale e nuova normativa

[88] Anche in questo caso possibile valutare la risposta di una struttura che abbia un legame costitutivo elasto-plastico e si nota che possibile progettare una struttura con una forza ridotta, purch essa abbia una
duttilit sufficiente, ovvero una sufficiente capacit di deformarsi in
campo plastico.

Progettazione di strutture elasto-plastiche


La resistenza pu essere ridotta tanto da far coincidere la duttilit disponibile con quella richiesta
Se

Ricordando che F = m a
s i pu d iagr am mar e in
f u n z i o ne d e l p e r io d o ,
l a c c e le r a z i o n e d a u sa re ne l pr og et t o, per
as se g n at i va l or i de l la
d u t t i l it

1200
cm s-2

= 1 (spettro elastico)

800

400

=4

=2

0
0

3s

Spettro di risposta a duttilit assegnata

Diapositiva 89

[89] Si pu riportare in diagrammi laccelerazione in funzione della


duttilit disponibile ottenendo degli spettri, quindi delle accelerazione e
delle forze con le quali progettare le strutture, pi bassi.

Spettri di progetto di normativa


Dagli spettri di risposta a duttilit assegnata
Se
1200
cm s-2

= 1 (spettro elastico)

800

400

=4

=2

0
0

Diapositiva 90
214

3s

La nuova normativa sul calcolo strutturale

Spettri di progetto di normativa


Dagli spettri di risposta a duttilit assegnata
Se

4.0

Sd
ag

1200

spettro di risposta
elastico

cm s-2

2.0

= 1 (spettro elastico)

800

3.0

400

spettro di
progetto
q = 1.5

=4

=2

0
0

3s

si passa a spettri di progetto,


forniti dalla normativa
1.0

Ordinanza 3274, punto 3.2.5

q=3
q=5

0.0
0.0

0.5

1.0

1.5

2.0

2.5

3.0

Diapositiva 91

[90, 91] Dagli spettri a duttilit assegnata si pu passare agli spettri di


progetto di normativa, che riportano le accelerazioni di progetto differenziate in funzione di un coefficiente q, che viene detto fattore di struttura.

Spettri di progetto di normativa


4.0

Sd
ag

spettro di risposta
elastico

Le ordinate dello spettro di progetto sono


ottenute dividendo quelle dello spettro di
risposta elastica per un fattore q

spettro di
progetto
q = 1.5

q = fattore di struttura

3.0

2.0

1.0

tiene conto della duttilit delle sezioni


ma anche del comportamento globale

q=3
q=5

0.0
0.0

0.5

1.0

1.5

2.0

2.5

3.0

Diapositiva 92

[92] In generale le ordinate dello spettro di progetto sono ottenute dividendo quelle dello spettro elastico esattamente in maniera proporzionale al fattore di struttura q. Quindi se il fattore di struttura 3 lordinata
sar 1/3 della struttura elastica.
215

Calcolo Strutturale e nuova normativa

4.0

Sd
ag

Spettri di progetto di normativa


spettro di risposta
elastico

Per periodi molto bassi la


riduzione minore.

3.0

2.0

1.0

Al limite, per T = 0 non si


ha alcuna riduzione

spettro di
progetto
q = 1.5

q=3
q=5

0.0
0.0

0.5

1.0

1.5

2.0

2.5

3.0

Diapositiva 93

[93] da notare che questo non vero per strutture con periodi molto
bassi. In quei casi la duttilit non basta quindi la riduzione delle forze
deve essere minore. Tutti gli spettri convergono quindi allo stesso valore quando T tende a zero.

4.0

Sd
ag

Spettri di progetto di normativa


spettro di risposta
elastico

Per periodi alti vi un limite


al di sotto del quale non
scendere (0.2 ag)

3.0

2.0

1.0

spettro di
progetto
q = 1.5

q=3
q=5

0.0
0.0

0.5

1.0

1.5

2.0

2.5

3.0

Diapositiva 94

[94] Infine, per periodi molto alti lo spettro di progetto non scende al di
sotto di un dato valore (0.2 ag).

216

La nuova normativa sul calcolo strutturale

4.0

Spettri di progetto di normativa

Sd
ag
3.0

Per le accelerazioni verticali


si assume sempre q = 1.5

verticale,
elastico
2.0

1.0

verticale,
q = 1.5
0.0
0.0

0.5

1.0

1.5

2.0

2.5

3.0

Diapositiva 95

[95] Analogo ragionamento vale per le accelerazioni verticali, per le


quali la norma fissa q=1.5.

Fattore di struttura
Le ordinate dello spettro di progetto sono ottenute dividendo
quelle dello spettro di risposta elastica per il fattore di struttura q
Il fattore di struttura tiene conto della duttilit delle sezioni ma
anche del comportamento globale della struttura

Diapositiva 96

[96] Come si vede, diventa quindi fondamentale (e questa una delle


novit esplicite delle nuova normativa) parlare di fattore di struttura.

Fattore di struttura
q = q0 K D K R
Dipende da:
Tipologia strutturale
Duttilit locale
Regolarit in altezza

Diapositiva 97
217

Calcolo Strutturale e nuova normativa

[97] Il fattore di struttura dipende da tre aspetti: la tipologia strutturale


(parametro q0), la duttilit locale (parametro KD), la regolarit in altezza della struttura (parametro KR).

Tipologia strutturale
(edifici in cemento armato)
q0
Struttura a telaio
Struttura a pareti
Struttura mista telai-pareti
Struttura a nucleo

4.5 u / 1
4.0 u / 1
4.0 u / 1
3 .0

Diapositiva 98

[98] Per quanto riguarda la tipologia strutturale, nel caso di strutture in cemento armato, il coefficiente q0 varia a seconda che la struttura sia a telaio,
a pareti ecc. Per esempio in una struttura a telaio il valore 4,5 u/1.

Tipologia strutturale
(edifici in cemento armato)

Telaio a 1 piano
Telaio a pi piani, una campata
Telaio a pi piani, pi campate
Pareti non accoppiate
Pareti accoppiate

u / 1
1.1
1.2
1.3
1 .1
1 .2

Oppure effettuare analisi statica non lineare

Diapositiva 99

[99] Il rapporto u/1, ovvero il rapporto tra accelerazione ultima ed accelerazione di prima plasticizzazione, pu essere assunto in funzione
della geometria del telaio (numero di piani e di campate), oppure pu
essere determinato da una analisi non lineare.

218

La nuova normativa sul calcolo strutturale

Duttilit locale
(edifici in cemento armato)
Classe di duttilit A
Richiede accorgimenti particolari nel calcolo ed impone dettagli costruttivi pi severi
Classe di duttilit B
Forze di calcolo maggiori

KD
1.0

0.7

Il progettista deve scegliere, a priori,


quale classe di duttilit adottare

Diapositiva 100

[100] La duttilit locale dipende dalla scelta, sempre nel caso del cemento armato, tra classe di duttilit A e classe di duttilit B: la classe A
richiede particolari accorgimenti nel calcolo e dettagli costruttivi pi
severi, la B impone forze di calcolo maggiori. Questa una scelta che il
progettista deve fare a priori. Ci sono anche delle indicazioni normative
su quali casi possono essere considerati a bassa e quali ad alta duttilit;
ma una struttura che potrebbe essere ad alta duttilit pu sempre essere
progettata a bassa duttilit, una scelta di convenienza economica, ma
non facile da farsi se non si ha una certa esperienza. Molti programmi
sono orientati sulla bassa duttilit, ma solo perch pi semplice da un
punto di vista di organizzazione del calcolo.

Regolarit in altezza
Edifici regolari in altezza
Edifici non regolari in altezza

KR
1.0
0.8

La regolarit in altezza deve essere valutata a priori,


guardando la distribuzione delle masse e le sezioni degli
elementi resistenti, ma anche controllata a posteriori

Diapositiva 101

[101] Infine la duttilit dipende dalla regolarit in altezza, con il coefficiente KR che vale 1 oppure 0,8 a seconda che la struttura regolare o
meno in altezza. Anche questa una scelta che deve essere fatta a priori
(guardando la distribuzione delle masse e le sezioni degli elementi resistenti) e controllata a posteriori, perch dipende anche dalla distribuzio219

Calcolo Strutturale e nuova normativa

ne delle resistenze, che per il cemento armato pu essere nota solo dopo
aver disposto le armature.

Commento
Se la struttura progettata in modo da essere regolare in altezza e
ad alta duttilit (rispettando il criterio di gerarchia delle resistenze)
KR x KD = 1.00
Se la struttura non regolare in altezza ed a bassa duttilit
KR x KD = 0.8 x 0.7 = 0.56
Quindi le forze sono maggiori di quasi l80%
Attenzione: se il collasso con meccanismo di piano la riduzione di
duttilit globale pu essere anche maggiore

Diapositiva 102

[102] Ma quando si sceglie la classe di duttilit B, che impone meno


controlli, si corre il rischio di avere un comportamento peggiore. La
maggiorazione di forze, che pu arrivare all80%, pu non essere sufficiente a garantire la sicurezza della struttura. Bisogna quindi tenere
sempre presenti i criteri di buona progettazione, mirando (anche fuori
calcolo) ad un collasso globale e non locale.

3. Metodi di analisi
Possibili approcci per valutare
la risposta di una struttura
Analisi dinamica non lineare, con valutazione della storia della risposta (istante per istante)
Analisi elastica (modale o statica), con forze ridotte mediante il fattore di struttura q
Analisi statica non lineare
Ordinanza 3274, punto 4.5

Diapositiva 103

[103] Per valutare la risposta della struttura, secondo la 3274, abbiamo


varie possibilit. Dallanalisi dinamica non lineare allanalisi elastica
che pu essere modale o statica, fino allanalisi statica non lineare.
220

La nuova normativa sul calcolo strutturale

Analisi dinamica non lineare


Consente di valutare bene la risposta strutturale, ma:
Pu essere usata solo per verifica (richiede una preliminare definizione delle resistenze)
Va effettuata con specifici accelerogrammi (almeno 3 ma sono
sufficienti?)
Richiede luso di programmi molto sofisticati ed una accurata modellazione del comportamento ciclico delle sezioni possibili errori

Diapositiva 104

[104] Il metodo teoricamente pi bello, ma difficilmente proponibile ad


un progettista, lanalisi dinamica non lineare che vuol dire studiare
come risponde ad un assegnato accelerogramma la struttura, istante per
istante, tenendo conto della possibile plasticizzazione della struttura. La
normativa impone di usare un numero di accelerogrammi pari almeno a
tre, ma in verit tre non sono sufficienti per poter studiare adeguatamente la struttura. Questa analisi richiede luso di programmi sofisticati, inoltre porta a risultati completamente diversi a seconda degli accelerogrammi usati, della schematizzazione adottata, ecc., ed quindi forte
il rischio di commettere errori di valutazione.

Analisi elastica (modale o statica)


lapproccio tradizionale:
Si calcolano le forze (modali o statiche) usando uno spettro ridotto
mediante il fattore q
Si controlla che le sollecitazioni conseguenti siano accettabili
Force based design
Progettazione basata sulle forze

Diapositiva 105

[105] Lanalisi elastica (modale o statica) il metodo comunemente utilizzato nella progettazione. Io vedo le analisi modale e statica molto simili tra loro. In entrambi i casi si calcolano le forze usando uno spettro ridotto di un fattore q, si determinano le sollecitazioni conseguenti ed infine
si verifica che queste siano accettabili. Poich si parte dalle forze, si parla in
questo caso di progettazione basata sulle forze (force based design).
221

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Analisi dinamica - moto libero


lapproccio tradizionale:
Assegnando una deformata
iniziale generica
m3

t = t3

m2

Assegnando una particolare


deformata iniziale
t = t3

t=0

t = t2

t=0

t = t2

t = t1

t = t1

m1

la forma varia man mano

la forma resta la stessa


modo di oscillazione libera
del sistema

Diapositiva 106

[106] Per ragionare sul comportamento dinamico di una struttura, immaginiamo di assegnare una deformata iniziale generica e di lasciare la
struttura libera di oscillare. In istanti successivi la forma della deformata cambia. Vi sono per alcune particolari deformate iniziali, tali che lasciando la struttura libera di oscillare la forma della deformata rimane la
stessa. Posso dire in questo caso che quello individuato uno dei modi
di oscillazione libera del sistema.

Modi di oscillazione libera


Telaio piano (con traversi inestensibili):
numero di modi di oscillazione libera = numero di piani
m3

m2

m1
T2

T1

Primo modo

Secondo modo

T3

Terzo modo

Diapositiva 107

[107] Uno schema con n gradi di libert (ad esempio un telaio piano
con n piani) ha n modi di oscillazione libera.
222

La nuova normativa sul calcolo strutturale

Analisi modale
Consiste nel valutare separatamente la risposta della struttura vincolata
a deformarsi secondo ciascuno dei suoi modi di oscillazione ...
Forze
Sollecitazioni
Spostamenti

Se

Diapositiva 108

[108] Lanalisi modale consiste sostanzialmente nel valutare in maniera


separata la risposta delle strutture che sono vincolate a deformarsi secondo ciascuna forma modale, cio mantenendo gli spostamenti piano
per piano proporzionali a quella deformata. Dallo spettro di risposta si
determina laccelerazione in funzione del periodo e quindi le forze
dinerzia che sollecitano la struttura. Queste forze producono spostamenti e sollecitazioni.

Analisi modale
Consiste nel valutare separatamente la risposta della struttura vincolata
a deformarsi secondo ciascuno dei suoi modi di oscillazione ...
... e poi combinare le massime sollecitazioni (o spostamenti) trovati per
i singoli modi
La combinazione dei risultati pu essere fatta come radice quadrata
della somma dei quadrati (SRSS) o come combinazione quadratica
completa (CQC)

Diapositiva 109

[109] Dobbiamo poi combinare le sollecitazioni provocate dai diversi


insiemi di forze in maniera opportuna, mediante formule specifiche pi
o meno sofisticate (SRSS, CQC).

223

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Analisi modale
Contributo dei singoli modi
Il taglio alla base corrispondente al modo j

Vb, j = M j * Se (T j )
dove: Se(Tj) lordinata spettrale corrispondente al periodo Tj
Mj* detta massa partecipante
n

M j * = mi i , j
i =1

n
mi i , j
i =1

j = n
mi i2 j
,

i =1

Considerando tutti i modi, la massa partecipante totale coincide con


lintera massa presente nella struttura

Diapositiva 110

[110] Occorre introdurre una serie di concetti nuovi, come quello di


massa partecipante: il taglio alla base legato allaccelerazione moltiplicata per una massa, che non la massa totale delledificio, ma
unaliquota di essa; quindi per il primo nodo avremo una certa massa
partecipante, per il secondo unaltra ecc. Se consideriamo tutti i nodi, la
somma delle masse partecipanti d il 100%.

Contributo dei singoli modi


Il primo modo nettamente predominante per entit di massa partecipante. Le forze sono tutte dello stesso verso
Gli altri modi hanno masse partecipanti via via minori. Essi danno forze
discordi, che producono un effetto minore rispetto alla base
In generale, opportuno considerare tanti modi da:
raggiungere una massa partecipante dell85%
non trascurare modi con massa partecipante superiore al 5%

Diapositiva 111

[111] In generale, nel valutare la risposta della struttura con lanalisi modale dobbiamo prendere in considerazione un numero di modi tale da includere il grosso delle masse. Nei casi pi usuali (come nei telai piani regolari) il primo nodo nettamente predominante rispetto agli altri per entit della massa partecipante, inoltre le forze relative al primo modo sono
tutte dello stesso verso, mentre gli altri modi danno contributi minori.
224

La nuova normativa sul calcolo strutturale

Analisi statica
Consiste nel considerare un unico insieme di forze, che rappresentano (in
modo semplificato) leffetto del primo modo
n

Fk = mk z k

mi

mi

i =1
n

mi zi

S e (T1 )

zi

Fk

i =1

Il periodo proprio pu essere valutato


T1 = C1 H 3 / 4
con formule semplificate
Le forze possono essere ridotte con =0.85 se ledificio ha almeno 3
piani e periodo non troppo alto

Diapositiva 112

[112] Questa considerazione porta allanalisi statica, che in fondo parente stretto dellanalisi modale, in quanto non altro che una semplificazione: essa infatti considera un unico insieme di forze che quello
corrispondente al primo modo. Se questo veramente predominante,
lapprossimazione modesta. In molti casi le due analisi, modale e statica, forniscono differenze non molto grandi. Per renderle ancora pi
vicine tra loro, la 3274 introduce un coefficiente =0,85 per scalare i risultati dellanalisi statica con lobiettivo di renderli ancor pi prossimi a
quelli ottenuti con lanalisi modale (almeno finch ledificio regolare).

Considerazioni
Negli schemi spaziali pi difficile valutare limportanza dei modi:
se il comportamento disaccoppiato, sono eccitati solo quei modi
che danno spostamento nella direzione di azione del sisma
in caso contrario tutti i modi possono dare contributo
se non vi un impalcato indeformabile nel suo piano il numero di
modi cresce enormemente ed pi difficile cogliere la risposta totale
della struttura

Diapositiva 113

[113] Nel caso di strutture spaziali il problema pi complesso, perch


una struttura spaziale prevede movimenti in pi direzioni, che possono
essere eccitati contemporaneamente. Questo comporta grosse complicazioni se non c un impalcato rigido, perch il numero di modi di oscillazione libera diventa estremamente alto e a quel punto fare unanalisi
modale diventa difficile. La presenza di un impalcato rigido riduce e225

Calcolo Strutturale e nuova normativa

normemente i gradi di libert dinamici e semplifica la valutazione del


comportamento delledificio.

Considerazioni
Negli schemi spaziali pi probabile avere modi con periodi molto vicini
tra loro:
in questo caso opportuno usare la sovrapposizione quadratica
completa (CQC)
Una buona impostazione progettuale deve mirare ad avere una struttura
con impalcato rigido e con comportamento disaccoppiato (cio minime
rotazioni planimetriche)

Diapositiva 114

[114] Una buona impostazione progettuale dovrebbe avere come obiettivo la realizzazione di un impalcato rigido e una disposizione degli elementi resistenti tale da garantire un comportamento disaccoppiato,
cio con minime rotazioni planimetriche. Ricordo che noi siamo progettisti strutturali (non, come qualcuno dice , quasi in senso dispregiativo,
calcolisti) e progettare vuol dire impostare la struttura in modo da ottenere il miglior comportamento possibile, non assegnare una struttura
qualsiasi e mettere numeri nel computer, quello che esce esce. Quindi
nel posizionare gli elementi strutturali e dimensionare i pilastri dobbiamo mirare ad avere un comportamento che sia il pi semplice possibile
(e quindi anche usare programmi di calcolo pi semplici possibili). Molto
meglio questo, che non concepire una struttura inutilmente complicata e
poi essere bravi a calcolarla usando programmi sofisticatissimi.

Confronto analisi statica modale


trave emergente 30 50

m = 60 t

pilastri

30 30

30 30

30 40

30 50

30 60

30 70

Edificio ad 8 piani
con travi emergenti

30 80
30 90

3.30
5.00

5.00

5.00

Diapositiva 115
226

Zona 3
a g = 0 .1 5 g
Suolo B
Classe di duttilit B

La nuova normativa sul calcolo strutturale

Periodi, accelerazioni spettrali, masse partecipanti


Edificio con travi emergenti

T
Se
M*/M

Modo 1
1 .1 8 3 s
0 .0 4 8 4 g
70.1 %

Modo 2
0.461 s
0.1145 g
13.7 %

Modo 3
0.259 s
0.1145 g
5 .1 %

Diapositiva 116

Forze modali statiche [kN]


Edificio con travi emergenti
piano
8
7
6
5
4
3
2
1

modo 1
40.0
35.8
28.1
21.7
16.0
10.6
5.7
1.8

Modale
modo 2
-39.1
-14.4
18.6
31.3
32.1
25.4
15.1
5.0

Analisi
statica

modo 3
19.5
-14.9
-22.8
-4.0
12.5
18.2
13.7
5.1

50.6
44.3
38.0
31.6
25.3
19.0
12.7
6.3

Diapositiva 117

Tagli modali statici [kN]


Edificio con travi emergenti
piano
8
7
6
5
4
3
2
1

Analisi modale
59.2
92.9
111.1
127.6
144.8
161.7
173.7
178.1

Analisi statica
50.6
94.9
132.9
164.5
189.9
208.8
221.5
227.8

Differenza %
-14.5
2.2
19.6
28.9
31.1
29.2
27.5
27.9

Diapositiva 118
227

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Confronto analisi statica modale


trave a spessore 80 24

m = 60 t

30 30

pilastri

m
m

30 30

30 40

30 50

30 60

30 70

30 80

Edificio ad 8 piani
con travi a spessore

30 90

3.30
5.00

5.00

5.00

Diapositiva 119

Periodi, accelerazioni spettrali, masse partecipanti


Edificio con travi a spessore

T
Se

Modo 1
1.738 s
0 .0 3 2 9 g

Modo 2
0 .6 0 4 s
0 .0 9 4 7 g

Modo 3
0 .3 2 8 s
0 .1 1 4 5 g

M * /M

7 0 .9 %

11.8 %

5.4 %

Diapositiva 120

Forze modali statiche [kN]


Edificio con travi a spessore
piano
8
7
6
5
4
3
2
1

modo 1
26.3
24.1
20.1
15.9
11.5
7.3
3.6
1.0

modale
modo 2
-30.3
-12.2
11.6
23.6
25.4
19.9
11.2
3.4

Diapositiva 121
228

modo 3
20.4
-12.5
-24.2
-6.2
12.9
19.6
14.4
5.0

Analisi
statica
34.5
30.1
25.8
21.5
17.2
12.9
8.6
4.3

La nuova normativa sul calcolo strutturale

Tagli modali statici [kN]


Edificio con travi a spessore
piano
8
7
6
5
4
3
2
1

Analisi modale
45.0
66.4
78.7
89.6
100.0
112.3
121.9
125.3

Analisi statica
34.5
64.6
90.4
112.0
129.2
142.1
150.7
155.0

differenza %
-23.4
-2.7
15.0
25.0
29.2
26.5
23.6
23.7

Diapositiva 122

[115 -122] Per mancanza di tempo non mi soffermo sugli esempi numerici riportati in queste diapositive, che mostrano il contributo dei primi
modi (per lanalisi modale) ed i risultati dellanalisi statica, per un telaio con travi emergenti ed uno con travi a spessore.

Analisi statica o analisi modale?


Lanalisi statica fornisce risultati attendibili purch:
la struttura abbia comportamento piano (basse rotazioni planimetriche)

Per edifici con forti rotazioni, non va bene

Analisi statica

modo 1
Analisi modale

modo 2
inviluppo

Diapositiva 123

229

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Analisi statica o analisi modale?


Lanalisi statica cautelativa purch:
la struttura abbia comportamento piano (basse rotazioni planimetriche)
la struttura abbia periodo non eccessivamente alto

Se2
accelerazione molto bassa, Se1
non cautelativa

T2

T1

Diapositiva 124

[123, 124] Lanalisi statica va bene purch la struttura abbia un comportamento piano ed il suo periodo non sia eccessivamente alto, perch
in questo caso il primo modo non pi predominante. Se il periodo
molto alto lordinata spettrale si riduce e quindi i modi successivi che
hanno periodi bassi possono diventare importanti.
Luso del coefficiente riduttivo rende i risultati dellanalisi statica non
particolarmente gravosi rispetto a quelli dellanalisi modale

Analisi statica o analisi modale?


Lanalisi statica cautelativa purch:
la struttura abbia comportamento piano (basse rotazioni planimetriche)
la struttura abbia periodo non eccessivamente alto
la stima del periodo proprio sia affidabile
Luso del coefficiente riduttivo rende i risultati dellanalisi statica non
particolarmente gravosi rispetto a quelli dellanalisi modale

Diapositiva 125

[125] Un altro problema dellanalisi statica quello della stima del periodo proprio che deve essere affidabile, altrimenti i risultati sarebbero errati.

230

La nuova normativa sul calcolo strutturale

Analisi statica o analisi modale?


La norma vieta luso dellanalisi statica se:
il periodo proprio supera 2.5 TC
la struttura irregolare in altezza
Commento:
Nella prima versione la norma parlava di irregolare in pianta; la modifica stata introdotta dallErrata Corrige
Mi sembra molto pi coerente con gli studi teorici il riferimento alla irregolarit in pianta, presente nella versione originale

Diapositiva 126

[126] La 3274 consente luso dellanalisi statica purch siano rispettate


certe condizioni: il periodo non deve essere troppo alto, la struttura deve essere regolare in altezza. Su questo punto ho qualche perplessit: la
prima edizione della 3274 parlava di regolarit in pianta, la successiva di
regolarit in altezza; entrambi gli aspetti contano, ma ai fini della scelta
del tipo di analisi a me sembra pi rilevante la prima della seconda.

Analisi statica o analisi modale?


Oggi lanalisi modale sicuramente il metodo principale di riferimento
per lanalisi strutturale, perch affidabile e ormai alla portata di tutti
(grazie ai programmi per computer)
Lanalisi statica per uno strumento fondamentale per capire il comportamento fisico della struttura e per valutarne a priori la risposta (e
quindi anche per controllare a posteriori i risultati dellanalisi modale)

Diapositiva 127

[127] Certo, lanalisi modale ormai diventata il punto di riferimento


per qualunque progettista strutturale, grazie agli attuali programmi di
calcolo: in un qualsiasi programma basta premere un apposito pulsantino e lanalisi modale fatta. Voglio comunque ricordare che quando
firmiamo un progetto ci assumiamo delle serie responsabilit, quindi
dobbiamo capire bene quello che stiamo facendo. Con lanalisi statica
era pi facile, se non altro perch si pensava alleffetto di un unico insieme di forze. Ritengo importante capire che lanalisi modale un sistema per applicare pi insiemi di forze, e mantenere quindi il riferimento mentale alleffetto di forze orizzontali.
231

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Analisi elastica (modale o statica)


utilizzata comunemente, per la semplicit duso. Ma:
Quanto affidabile il valore del fattore di struttura q utilizzato?
La vecchia norma italiana dava forze ridotte, ma senza alcuna indicazione
La nuova norma fornisce indicazione pi dettagliate su come calcolare q
e prescrizioni che dovrebbero garantire la duttilit necessaria
Sono sufficienti?

Diapositiva 128

[128] Bisogna inoltre ricordare che lanalisi (modale o statica) ha alla


base la riduzione dello spettro, mediante il fattore di struttura q. Questo
un aspetto fondamentale, ed era un punto debole della vecchia normativa che non era sbagliata, ma usava implicitamente un fattore di struttura senza parlarne. La 3274 fornisce le indicazioni che abbiamo visto
su come valutare il fattore di struttura e quindi questo ci aiuta, ma quanto affidabile il valore del fattore di struttura? Le indicazioni di normativa sono sufficienti o no? Lasciamo sempre un minimo di dubbio.

Analisi statica non lineare


un approccio proposto abbastanza di recente:
Si calcolano gli spostamenti massimi della struttura soggetta a forze
crescenti (analisi non lineare o analisi pushover)
Si valutano gli spostamenti che la struttura subir durante il sisma e
si controlla se sono inferiori a quelli di collasso
Displacement based design
Progettazione basata sugli spostamenti

Diapositiva 129

[129] Unultima cosa cui devo accennare la possibilit consentita dalla


3274 di effettuare lanalisi statica non lineare. Dicevo che il comportamento reale delle strutture dovrebbe - a rigore - essere valutato mediante
unanalisi dinamica non lineare, ma questa proprio improponibile.
Lanalisi statica non lineare potrebbe in qualche modo essere utilizzata,
perch un approccio quasi alla portata degli attuali programmi di calcolo. Questa analisi richiede il confronto tra gli spostamenti che la struttura
in grado di sopportare prima di collassare e gli spostamenti che essa subir durante il sisma, in modo da decidere se la struttura riuscir a sopportarlo. Per questo motivo si parla di progettazione basata sugli spostamenti.
232

La nuova normativa sul calcolo strutturale

Applicazione dellanalisi statica non lineare


1 - Valutazione degli spostamenti di collasso
Si sceglie una opportuna
distribuzione di forze

Fi = mi i
Si fanno crescere le forze
fino al collasso

Vb

Nel diagramma:
ascisse = spostamento in testa D
ordinate = taglio alla base Vb

collasso

Diapositiva 130

[130] Per applicare lanalisi statica non lineare occorre innanzitutto calcolare gli spostamenti massimi della struttura secondo forze crescenti,
tenendo conto del comportamento non lineare. questa la novit che
rende necessari programmi specifici: mentre per unanalisi lineare (statica o modale) se si raddoppiano le forze si raddoppiano anche le sollecitazioni e gli spostamenti, nel caso di analisi non lineare, allaumentare
delle forze la struttura si plasticizza e quindi lo spostamento cresce in
maniera non lineare.

Applicazione dellanalisi statica non lineare


2 - Idealizzazione della curva Vb-D
Si sostituisce la curva reale con una bilatera equivalente
Vb
Vb,y

Larea sottesa dalla bilatera


deve essere uguale allarea
sottesa dalla curva

collasso

Dy

Du D

Diapositiva 131

233

Calcolo Strutturale e nuova normativa

[131] Il diagramma forze-spostamenti cos trovato deve essere semplificato, in modo tale da rappresentare il comportamento della struttura
come un comportamento prima linearmente elastico e poi perfettamente
plastico.

Applicazione dellanalisi statica non lineare


3 - Oscillatore semplice equivalente
Si individua loscillatore semplice
equivalente alla struttura reale
Rigidezza k =

Vb, y

m*
k

Dy

m* =

Massa

mi i

i =1

Periodo T = 2

m*
k

Diapositiva 132

[132] In tal modo, finch in campo elastico lo schema equivalente


ad un oscillatore semplice, del quale si pu valutare il periodo.

Applicazione dellanalisi statica non lineare


3 - Oscillatore semplice equivalente
Si scala il diagramma forze - spostamenti in modo da renderlo comparabile con un diagramma spettro accelerazioni spettro spostamenti

V
F = * b
m n

D
D =
Dn

Sa

Fy*

con

mi i

i =1
n

mi i2

i =1

Dy*

Du* Sd

Diapositiva 133

[133] Il diagramma forze-spostamenti della struttura reale pu essere


scalato in modo da renderlo comparabile con una relazione tra spettro in
termini di accelerazioni e spettro in termini di spostamenti.
234

La nuova normativa sul calcolo strutturale

Applicazione dellanalisi statica non lineare


4 - Confronto con spostamento richiesto
Si valuta lo spostamento massimo provocato dal sisma
Lo spostamento (per oscillatore elastico) legato alla
accelerazione dalla relazione

Sd =

T2
Sa
42

Se il periodo sufficientemente alto si pu ritenere che lo spostamento


delloscillatore elasto-plastico coincida con quello delloscillatore elastico
In caso contrario, esistono formule che li mettono in relazione
Si confronta lo spostamento da sisma con quello di collasso

Diapositiva 134

[134] Infine si pu valutare lo spostamento massimo dello stesso oscillatore (elastico) durante il sisma, in funzione del periodo. Lo spostamento delloscillatore elasto-plastico pu essere ottenuto con relazioni
pi o meno semplici, ad esempio con lipotesi che lo spostamento della
struttura che va in campo plastico non sia molto diverso dello spostamento della stessa struttura se rimanesse in campo elastico.

Analisi statica non lineare


Lidea ottima, perch supera le incertezze legate alla valutazione di q. Ma:
Gli spostamenti di collasso valutati con forze statiche coincidono con
quelli dinamici?

Vb

Risposta dinamica
non lineare
Nellesempio qui a fianco
si, ma non sempre vero

Analisi
pushover

D
Diapositiva 135

[135] Lidea che sta alla base dellanalisi statica non lineare di per se
buona, perch supera le incertezze sulla valutazione del fattore di struttura q. Il fatto di valutare direttamente il comportamento non lineare e235

Calcolo Strutturale e nuova normativa

vita la necessit di assumere un valore di q pari a 2, 3, 4 o 5, scelto sulla


base di considerazioni generali che potrebbero per non adattarsi al caso specifico. Rimangono per alcuni problemi: gli spostamenti di collasso valutati sulla base di un comportamento statico sono gli stessi di
quelli che si hanno per una risposta dinamica? In certi casi, come questo
qui mostrato (linea continua per lanalisi statica non lineare, puntini
come risultati di una analisi dinamica non lineare) la corrispondenza
sembra perfetta, e ci vuol dire che la stima del comportamento corretta. Ma in tanti altri casi non cos e quindi bisognerebbe capire in
quali casi va bene e in quali casi no.

Analisi statica non lineare


Lidea ottima, perch supera le incertezze legate alla valutazione
di q. Ma:
Gli spostamenti di collasso valutati con forze statiche coincidono
con quelli dinamici?
Quanto affidabile la previsione degli spostamenti che la struttura subir durante un terremoto?
Inoltre, essa pu essere usata solo per verifica (richiede una preliminare definizione delle resistenze)

Diapositiva 136

[136] E poi, la previsione degli spostamenti durante il terremoto affidabile o no? Lipotesi di considerare uguali gli spostamenti tra struttura
elastica e struttura elasto-plastica corretta? Sono problemi seri che
fanno si che applicare una analisi statica non lineare debba, secondo
me, essere per ora vista pi che altro come un qualcosa che possa fornirmi utili informazioni sulla struttura, che integrino lanalisi lineare e
che possano essere invocati in certi casi. importante, ad esempio, nella verifica di strutture esistenti, quando (diversamente dalla progettazione di nuove strutture) non si pu intervenire modificando la resistenza locale. Per esempio se in una struttura solo alcune sezioni vanno male e si per convinti che ci non infici il comportamento complessivo,
con una analisi elastica non si pu superare il problema, mentre con una
analisi non lineare si possono avere delle indicazioni da utilizzare per
sostenere questa tesi.
236

Gli aspetti fondamentali della nuova normativa

Gli aspetti fondamentali della nuova normativa


Modalit di applicazione: dal Normatore alla pratica di cantiere - Analisi
sismica: statica lineare/non lineare, dinamica lineare/non lineare
ing. Gerardo Masciandaro

Amministratore C.S.I. s.r.l.


Bari, 30 marzo 2005

Premessa
Come noto a tutti, nei riguardi della normativa per il calcolo delle
strutture in zona sismica, da un paio di anni, stata innescata una vera e
propria rivoluzione che abbraccia sia le tematiche di progetti ex-novo
che quelle di adeguamento di edifici esistenti.
A breve dovrebbe entrare in vigore lOrdinanza 3274 del 20 marzo 2003
con le sue successive modificazioni, di cui lultima risale al settembre
2004. Il condizionale dobbligo poich, come noto, esistono delle diatribe tra il Ministero dei Lavori Pubblici e la Protezione Civile.
Volendo riassumere tutto il travagliato iter che sta avendo lOrdinanza,
possiamo dire che essa:
1) nasce a cura della protezione Civile sulla base dellemozione suscitata dallevento sismico di San Giuliano.
2) innovativa e complessa, pur contenendo inevitabilmente imprecisioni ed errori dovuti presumibilmente allemergenza che si era pale237

Calcolo Strutturale e nuova normativa

sata. Tali caratteristiche hanno portato ad un lungo periodo di coesistenza dellOrdinanza con la precedente normativa sismica, il D.M. del
gennaio 96. Tale coesistenza dovrebbe durare fino all8/5/2005 se non
ci saranno ulteriori proroghe (come poi. in effetti avvenuto. n.d.r.).
3) Nel frattempo lOrdinanza stata via via corretta, modificata, integrata con le osservazioni derivanti dai vari attori che, a vario titolo,
sono stati consultati. Allo stato attuale circola una bozza pressoch
definitiva con importanti cambiamenti, ma non stata pubblicata. A
tal proposito il 17/3/2005 indetta una seduta del tavolo tecnico per
discutere alcuni punti che le Regioni ritengono irrinunciabili:
a. mancata rielaborazione dellallegato 4 (geotecnica);
b. complessit delle attivit di calcolo e verifica, sia in termini di
progettazione che di controllo;
c. proliferazione eccessiva di prescrizioni e dettagli costruttivi;
d. Complessit inutile in strutture di rilevanza minore;
e. Mancato coordinamento tra attuale stesura e precedenti normative, con problematiche di interpretazione non risolubili.
4) Parallelamente il Ministero dei Lavori Pubblici ha contestato alla
Protezione Civile la legittimit a emanare unOrdinanza che, formalmente nata per gestire unemergenza, in realt interviene pesantemente sullordinario, spogliando lo stesso Ministero di competenze
che ha sempre avuto. Ci si tradotto nella emanazione di decreti
con cui veniva istituita una Commissione per la redazione di un Testo Unico sulla normativa tecnica. Tale commissione, allo stato attuale, sembra presentare al suo interno spaccature e rinunce: il 22
febbraio si avuta notizia (fonte Regione Toscana) che la Presidenza
del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ha istituito una Commissione Relatrice del Testo Unico, che dovr concludere i propri lavori
entro met marzo 2005 per presentarli alla prossima adunanza
dellAssemblea Generale plenaria del Consiglio Superiore dei Lavori
Pubblici. Della suddetta Commissione fanno parte tecnici del Ministero delle Infrastrutture ed esperti della Comunit scientifica nazionale.
giunta voce che alcuni membri eminenti e di chiara fama di tale
Commissione Relatrice hanno preferito rinunciare allincarico.
238

Gli aspetti fondamentali della nuova normativa

5) In ogni caso, del testo unico circola allo stato un indice (sic); nessuna
bozza estesa, nessun confronto, se non quello che si svolge a livello
epistolare tra vari membri della Commissione.
chiaro che diventa difficile, in queste condizioni, fare un convegno
sulla Normativa Tecnica. Dovremmo prima conoscere quale la Normativa tecnica di cui si parla.
In realt un fatto certo: i concetti introdotti dallOrdinanza sono punti
fondanti di quella che sar la normativa nella sua veste definitiva, anche
perch riprendono metodologie consolidate ed applicate in altri paesi da
svariati anni. (In effetti il Testo Unico, la cui prima stesura stata diffusa
a fine aprile 2005, stato elaborato di concerto con la Protezione Civile e
riprende, in buona parte, i concetti contenuti nellOrdinanza n.d.r.).
Queste considerazioni ci hanno portato allora a definire il programma di
questo ciclo di convegni; abbiamo scelto una serie di argomenti che
comunque conserveranno la propria validit, quale che sia la veste finale della Normativa; in particolare gli incontri saranno cos articolati:
1. Il sottoscritto effettuer un excursus iniziale su come articolata
lOrdinanza 3274, individuandone i punti salienti e le relazioni tra
questi. Questi argomenti saranno ripresi in maniera estesa ed approfondita nel corso degli interventi degli altri relatori.
2. Ling. Bencivenga si occuper di alcuni aspetti di base, propedeutici
alla comprensione degli argomenti successivi. Una delle lacune della
normativa (almeno per la nostra esperienza quotidiana a contatto con i
tecnici) nellaver dato per scontato che alcuni argomenti fossero assimilati da tutti. Per molti tecnici, invece, o perch laureati da molto
tempo, o perch assorbiti da altri ambiti di specializzazione, i concetti
introdotti dallOrdinanza sono una novit assoluta. In questottica abbiamo ritenuto utile che il collega Bencivenga faccia un intervento di
taglio divulgativo su due argomenti estremamente importanti, quali
lAnalisi dinamica e le Combinazioni delle azioni agli Stati Limite.
3. Il prof. Roberto Ramasco approfondir alcuni aspetti meritevoli di
attenzione. In particolare si soffermer sulle problematiche indotte
dalleccentricit accidentale, dalla definizione di regolarit struttura239

Calcolo Strutturale e nuova normativa

le e sue conseguenze ed, infine, sulle verifiche allo SLD, con una interessante analisi sul calcolo delle rigidezze degli elementi fessurati.
4. Infine il prof. Ciro Faella si soffermer sugli aspetti che pi propriamente interessano il progettista del cemento armato. Egli approfondir alcune tematiche riguardanti gli edifici esistenti, il significato e
lapplicazione della gerarchia delle resistenze e della progettazione
in bassa o alta duttilit. Infine far alcuni cenni sullanalisi lineare/non lineare e sugli edifici in muratura.
Nella nostra veste di progettisti software, cercheremo di rendere operativi al 100% i dettami del Legislatore. Una normativa deve contemplare, in un certo numero di pagine, tutta la casistica possibile e, quindi,
essa risulta inevitabilmente incompleta.
Sorge, quindi, la necessit di conciliare le indicazioni normative con le
esigenze di rigorosit del calcolo e con le sacrosante esigenze dei tecnici che operano sul campo, sempre alle prese con le problematiche pi
impensabili che la vita professionale riserva.
Non si veda questa come una polemica, ma come un suggerimento di
cui vorremmo che il Legislatore tenesse conto: visto che, per la mole di
calcoli da sviluppare, impensabile non far ricorso ad un computer con
un software specifico, si pu dire con certezza che lutente finale di
una normativa non pi il tecnico, ma siamo noi progettisti di software.
Senza togliere nulla a nessuno, siamo certi che la nostra ventennale esperienza nel campo della progettazione di software potrebbe rappresentare un utile contributo alla stesura di una normativa per renderla pi
completa ed immediatamente applicativa sotto tutti gli aspetti.
In questo nuovo contesto normativo, nel proprio lavoro di progettazione, il tecnico dovr operare delle scelte che possono influenzare sensibilmente i risultati ottenuti.
Anche se uno dei nostri obiettivi primari quello di aiutare il tecnico
utente del software nelleffettuare al meglio tali scelte, chiaro che egli
deve essere consapevole del loro significato. Ci comporta un necessario lavoro di aggiornamento professionale.
240

Gli aspetti fondamentali della nuova normativa

Peraltro, poich ragionevole credere che ci si trovi allinizio di un


processo destinato a durare qualche anno prima di raggiungere una configurazione consolidata, auspicabile che, mentre noi ci assumiamo il
compito di implementare nel software le novit che si presenteranno,
anche i tecnici facciano un piccolo ma costante sforzo di aggiornamento
anche a livello puramente qualitativo.
Insomma, occorre un po riprendere labitudine allo studio ed approfittare di eventi simili a questo odierno per mantenere un livello di aggiornamento professionale il pi possibile costante.

1. Principi Generali
Le novit introdotte dallOrdinanza sono diverse e, poich vanno a
colmare delle lacune evidenziate da molto tempo, quale che sia la stesura definitiva, sembra difficile che qualcuno di questi punti possa essere
eliminato, facendo un poco dignitoso passo indietro.
Ora far una panoramica della nuova normativa evidenziandone i punti
salienti ed i principi generali che la caratterizzano. Alcuni di questi aspetti saranno poi ripresi ed approfonditi dagli altri relatori.
Innanzitutto, nella nuova Normativa, vengono regolamentati campi che,
in precedenza, non erano mai stati presi in considerazione: oltre alle
classiche strutture in c.a., acciaio e muratura, sono presenti le strutture
in legno e miste acciaio-calcestruzzo.
Vengono, inoltre, affrontati argomenti, quali gli isolatori sismici ed il
c.a. rinforzato con fibre, che rappresentano delle novit assolute.
In questa fase affronteremo la parte generale, che indipendente dal
materiale costituente la struttura, scendendo nei particolari solo per le
strutture in c.a. classiche, eventualmente con qualche escursione nel
campo della muratura.
Come impostazione si passa da una norma prescrizionale, in cui sono elencate una serie di indicazioni da seguire obbligatoriamente, ad
una norma prestazionale, in cui lobbligo il raggiungimento di
certi risultati.
241

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Per raggiungere tali risultati vengono indicate alcune delle possibili vie.
In teoria, si tratta di consigli molto forti ed autorevoli perch basati
su vaste sperimentazioni, ma avendo a disposizione risultati di studi pi
avanzati, si potrebbero utilizzare questi purch sia garantito il medesimo risultato o uno addirittura migliore.
La prima novit rilevante che tutta lItalia viene classificata come sismica istituendo una quarta zona per tutti i comuni non classificati
come sismici. Per ognuno di essi stata stabilita laccelerazione massima al suolo come aliquota di g (p. 3.2.1) che ha una probabilit di superamento non maggiore del 10% in 50 anni.
evidente limportanza di questa indicazione normativa che, se non altro, impone degli accorgimenti costruttivi quali, ad esempio, telai nelle
due direzioni principali e dimensionamenti delle membrature pi generosi, anche per quelle zone erroneamente ritenute immuni dalle problematiche sismiche.
Il sisma del novembre 2004 nella zona del lago di Garda con magnitudo
5.2 della scala Richter dimostra la correttezza di questa scelta.
In pratica viene abbandonato il criterio, che ha provocato costi elevatissimi, sia in termini economici che di vite umane, in base al quale una zona viene dichiarata sismica solo dopo che vi si verificato un terremoto.
Per le costruzioni da edificarsi in queste zone (p. 5.8) vengono comunque indicate alcune semplificazioni che possono essere adottate.
Per ognuna delle quattro zone viene indicato il valore dellaccelerazione
ag al suolo che, insieme al fattore S che tiene conto del profilo stratigrafico, alla base per la definizione degli spettri di risposta (di cui verr
meglio esplicitato il significato fisico dalling. Bencivenga).
La categoria del suolo influenza non tanto la forma, quanto
laspetto dello spettro di risposta, nel senso che, come vedremo pi
avanti, a parit di struttura, per terreni pi soffici aumenta lintervallo in
cui le azioni sulledificio sono pi alte, poich aumenta lampiezza del
tratto costante del diagramma (il cosiddetto plateau).

242

Gli aspetti fondamentali della nuova normativa

Spettro di Risposta

Per fornire unindicazione il pi possibile precisa, la classificazione pu


avvenire o in base alla velocit di attraversamento delle onde sismiche
(ci presuppone che si sia effettuata una prova geotecnica sismica) o
mediante il numero di colpi della Standard Penetration Test, che presuppone una prova a carotaggio continuo.
Fra i Requisiti di sicurezza e criteri di verifica, oltre allo Stato Limite
Ultimo, per il quale la norma tarata in modo da assicurare una residua
resistenza delle strutture rispetto alle azioni orizzontali, pur subendo un
grave danneggiamento a seguito di un sisma di eccezionale importanza,
viene introdotta una limitazione delle deformazioni per eventi sismici di
minore entit e che quindi hanno una probabilit pi alta di verificarsi.
Tale Stato Limite, detto Stato Limite di Danno, finalizzato al controllo della funzionalit sia della struttura che degli impianti e/o delle parti
non strutturali (ad esempio le tamponature). Essa sostanzialmente una
verifica agli spostamenti e non rappresenta in realt una novit assoluta,
in quanto qualcosa di molto simile era gi presente nel D.M.96.
I valori delle azioni di progetto da impiegare nelle calcolazioni allo
SLU ed allo SLD sono quelle derivanti da combinazioni probabilistiche
simili a quelle gi pubblicate nel D.M.96.
Linteressante tematica delle combinazioni probabilistiche e delle verifiche
allo Stato Limite di Danno sar ampiamente trattata dal prof. Ramasco.
243

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Qui voglio solo sottolineare che, per le verifiche allo SLE (contenimento delle tensioni), le verifiche a Stato Limite di Deformazione ed a Stato
Limite di Fessurazione, vale ancora quanto indicato nel D.M.96.
Da ci consegue, come noto, il definitivo abbandono della metodologia di calcolo alle tensioni ammissibili, cui possiamo essere affezionati
come ad una vecchia automobile che, per, ha raggiunto tutti i requisiti
per la rottamazione.
Nessuno vuole qui rinnegare la valenza, se non altro didattica, di questo
metodo con cui sono stati costruiti praticamente tutti gli edifici esistenti,
ma nuove esigenze ci portano a doverlo pensionare.
Oltre al fatto, gi di per s sufficiente, che il comportamento delle sezioni in c.a. molto meglio descritto dallapproccio di calcolo a SL,
lintroduzione di un punto-cardine, quale il controllo di duttilit, rende
praticamente obbligatorio il calcolo secondo questa metodologia.
Voglio qui ricordare che, anche se non si pu parlare di duttilit sic et
simpliciter, per grandi linee, la duttilit della struttura la sua capacit
di dissipare lenergia trasmessa dallevento sismico in deformazioni.
Continuo ad intravedere, da parte dei tecnici, una certa resistenza
nelladozione di questa modalit a causa della sua maggiore complessit. Questa resistenza non ha per ragione di essere, in quanto, al momento, nessuno pu pensare di fare a mano un calcolo del genere e
che svariati software rispondono egregiamente a questa esigenza.
Io ritengo che il tecnico debba farsi carico solo di quel minimo di studio
che gli permetta di effettuare le giuste scelte e di interpretare correttamente i risultati, senza avere necessariamente una conoscenza dettagliata dellintero procedimento matematico.
Successivamente il prof. Faella illustrer il meccanismo della gerarchia
delle resistenze, in cui fondamentale il posizionamento strategico di
cerniere plastiche, ovvero di zone in cui sia assicurata unalta duttilit per
ottenere meccanismi di collasso con elevata capacit di dissipazione
dellenergia trasmessa dal sisma, senza compromettere la stabilit del complesso strutturale, almeno per il tempo necessario alla sua evacuazione.
244

Gli aspetti fondamentali della nuova normativa

Gerarchia delle Resistenze

A questo proposito, occorre evidenziare che sono state definite due


classi generali di strutture in .c.a.: ad Alta e a Bassa duttilit.
Per la prima sono state dettate alcune regole costruttive che consentono
di ottenere un ben determinato meccanismo di collasso, che viene appunto definito gerarchia delle resistenze.
Tale meccanismo pu essere immaginato come una piramide alla cui
base vengono posti gli elementi il cui collasso non rappresenta un pericolo per la stabilit complessiva della struttura (tipicamente, le travi) ed
assicurandosi invece un grado di sovraresistenza per elementi, quali i
pilastri, da questo punto di vista ben pi importanti.
Infine, le strutture di fondazione saranno dimensionate in funzione non
delle sollecitazioni derivati dal calcolo, ma delle sollecitazioni ultime
dei pilastri immediatamente sovrastanti.
Applicando questo insieme di regole, si potr tener conto di azioni sulla
struttura pi basse di quelle da applicare in caso di Bassa Duttilit, per
la qual tipologia comunque, pur seguendo un insieme di regole pi
semplice, la normativa assicura comunque il raggiungimento di un buon
grado complessivo di duttilit.
Il punto precedente , in un certo senso, correlato ad un altro concetto
fondamentale che quello della regolarit strutturale.
Come si vedr meglio nei successivi interventi, la normativa prevede
degli sconti in termini di azioni di calcolo, per quegli edifici con ca245

Calcolo Strutturale e nuova normativa

ratteristiche di semplicit strutturale, simmetria, regolarit di disposizione anche di elementi non strutturali, quali i tamponamenti ecc.. Questo perch una struttura regolare in grado di fronteggiare meglio
levento sismico piuttosto che una non regolare.
Il legislatore ha fissato dei criteri ben precisi affinch una struttura possa ritenersi effettivamente regolare. Per i criteri dettati, per, la regolarit assoluta sar una cosa molto difficile da ottenere. Ci non toglie che
il principio resta valido e che, quindi, la regolarit un obiettivo comunque da perseguire.
Quanto detto si traduce, in pratica, nel fatto che gi il progettista architettonico, spesso diverso dal progettista strutturale, si dovr far carico di
questo problema.
Ci non vuol dire che non si possano pi realizzare edifici con caratteristiche architettoniche particolari, ma che occorrer mettere in bilancio
che determinate trasgressioni rispetto ai principi di regolarit, si pagheranno con strutture dimensionate pi abbondantemente.
Un caso emblematico, il cosiddetto edificio a pilotis, schema abbastanza diffuso (anzi, da un punto di vista urbanistico, in alcune zone addirittura incoraggiato), in cui la regolarit delle tamponature in altezza
interrotta ad un piano. Ebbene, per quel piano, potendosi innescare il
meccanismo cosiddetto del piano debole viene imposto un incremento delle sollecitazioni sui pilastri di ben il 40%.
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Meccanismo del Piano Debole

246

Gli aspetti fondamentali della nuova normativa

, quindi, importante che anche i tecnici orientati verso la progettazione


architettonica prendano coscienza di tali problematiche, almeno a livello qualitativo.
Una disposizione irregolare in pianta dei tamponamenti invece comporta un raddoppio degli effetti dovuti alleccentricit accidentale che, ricordiamo, va sempre considerata spostando il baricentro delle masse di
un +/-5% della dimensione ortogonale allazione sismica.
La tipologia della struttura un altro fattore che influisce, come vedremo, sul fattore di struttura q e, quindi, sul sistema di forze agenti. La tipologia a telai aperti in un certo senso privilegiata, poich assicura
migliori doti di duttilit.
stata normata anche unaltra tipologia di elementi strutturali, quella
delle pareti; cio quegli elementi tipo mensola che partono dal livello
delle fondazioni e si elevano per tutta laltezza della struttura. Esse sono
caratterizzate da una sezione rettangolare molto allungata (parete semplice) o da un insieme di sezioni rettangolari allungate, a formare sezioni a L, T, U, ecc. (pareti composte). Per esse sono state enunciate una
serie di regole di calcolo che tengono conto delle varie eventualit che
possono verificarsi.
Riguardo alla categoria della tipologia strutturale, sembra che la distinzione sia abbastanza netta per cui il progettista pu trovarsi in difficolt
nel definirla. In realt, non dimentichiamo che il fine ultimo quello di
arrivare a determinare il complesso di azioni che presumibilmente interesseranno la struttura, per cui va indicata quella che semplicemente
la tipologia prevalente nellambito delledificio.
Altro punto meritevole di attenzione lintroduzione di limitazioni dimensionali degli elementi. Ad es. per le travi non consentita una b
minore di 20 cm ed fissato un rapporto b/h minimo di 0.25.
Quelle che vengono drasticamente limitate sono le travi cosiddette a
spessore di solaio.
La limitazione imposta per queste travi che la loro larghezza funzione della dimensione del pilastro sottostante.
247

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Anche riconoscendo la validit di questa tipologia di travi dal punto di


vista estetico, non si pu negare che esse comportino problemi, innanzitutto di deformazione eccessiva dei solai (con quello che ne consegue) e
di duttilit pressoch nulla, per cui necessario un loro saggio ed oculato utilizzo.
Ci si rende conto, inoltre, che non possibile aumentare a dismisura la
b di tali travi senza tener conto che il pilastro sottostante ha dimensioni
esigue. Si ripresenta, anche in questo caso, la necessit di unaccorta
progettazione architettonica soprattutto perch, quale che sia la normativa vigente, queste cose sono vere sempre.
Altre indicazioni relative ai minimi darmatura derivano sempre dalla
esigenza di tenere in debito conto le problematiche relative alla duttilit.
Per quanto riguarda i pilastri (che ora non possono avere dimensione
minore di 30 cm), vengono definiti tali gli elementi il cui rapporto fra
lato minore e lato maggiore sia non inferiore a 0.3 altrimenti rientrano
nella categoria delle pareti.
Per questi importanti elementi strutturali, voglio ricordare che particolare attenzione stata posta alle armature trasversali, avendo indicato
chiaramente i tratti in prossimit dei nodi nei quali, oltre a dover infittire le staffe, dovranno essere disposti particolari ferri detti legature,
con un gancio di lunghezza pari ad almeno 10 diametri, che collegano
le barre verticali delle facce opposte del pilastro, una barra s ed una no.

Legature delle barre alle estremit dei pilastri

Se a questo particolare costruttivo, gi di per s molto gravoso da porre


in opera e obbligatorio sia per strutture in CDA che CDB, si aggiunge
248

Gli aspetti fondamentali della nuova normativa

la staffatura interna (peraltro abbastanza fitta) nei nodi definiti non


confinati, come vedremo fra poco, viene da chiedersi se limpresa sar
in grado di realizzare queste armature o se riuscir ad eseguire il getto
del conglomerato.
Io sono certo che da un punto di vista realizzativo ci sia assolutamente
possibile. Ovviamente il salto di qualit imposto dalla normativa non
dovr riguardare solo i progettisti e i realizzatori dei software, bens anche le maestranze.
Troppe volte, infatti, un buon progetto strutturale viene invalidato da
una messa in opera approssimativa. Non ha senso che si emanino normative progredite, che gli sviluppatori di software le implementino al
meglio nei programmi e che i tecnici si aggiornino professionalmente,
se poi il tutto viene inficiato da una grossolana posa in opera.

Pianta

Confinamento dei nodi

Si intendono, in linea di massima, nodi interamente confinati tutti


quelli che, anche se non perfettamente impacchettati da travi nelle
quattro direzioni, non abbiano possibilit di espansioni laterali.

249

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Ad esempio un nodo confinato quello in cui confluiscono quattro travi


fra loro ortogonali aventi la stessa altezza e con larghezza pari o leggermente inferiore alla larghezza della faccia del pilastro su cui si innestano.
Se una o pi travi mancano oppure hanno altezze diverse fra loro o,
comunque, esiste una porzione di nodo che risulta scoperta, il nodo
non pi confinato e quindi occorre staffarlo.
immediato rendersi conto come la maggior parte dei nodi di una struttura sia del tipo non interamente confinato e che quindi il problema non
aggirabile.
Al p. 4.9 dellOrdinanza vengono presi in considerazione anche quegli
elementi che non hanno carattere strutturale, come, ad esempio, le tamponature.
Affinch una struttura non costituisca pericolo per gli occupanti e per i passanti, occorre che queste parti non si lesionino determinando crolli parziali.
Vengono quindi, da una parte, emanati dei criteri per calcolare la forza
a cui sono soggetti questi elementi e, dallaltra, viene indicato che, apponendo delle reti da intonaco opportunamente collegate sulle due facce, la verifica di questi elementi viene automaticamente soddisfatta.
Un altro dettaglio su cui la normativa si sofferma quello riguardante le
tamponature che non si estendono per tutta laltezza del pilastro. Vengono, infatti, imposti determinati accorgimenti costruttivi per quella che
laltezza di pilastro scoperta.
Ci vuol dire che, in futuro, non si potranno pi aprire vani in una tamponatura a cuor leggero, pensando di non avere poi nessuna ripercussione sulla struttura portante.
Un altro punto che veniva sistematicamente trascurato dai progettisti
era quello relativo agli spostamenti del 2 ordine.
La norma pone rimedio anche a questaltra lacuna, imponendo il calcolo di un fattore Teta che, se inferiore ad un certo valore, consente di trascurare tali effetti, altrimenti sar necessario effettuare un calcolo comprendendo tali effetti.
250

Gli aspetti fondamentali della nuova normativa

Potranno verificarsi tre casi:

se Teta compreso in un certo intervallo occorre incrementare opportunamente le forze sismiche di un certo fattore,

se Teta compreso in un intervallo di valori pi alti il calcolo deve


essere condotto in analisi non lineare;

se Teta superiore ad un valore limite la struttura troppo deformabile lateralmente e quindi va riprogettata.

In questa sede sufficiente dire che per il cemento armato ben difficile gi che si rientri nel 1 dei tre casi, altrimenti sufficiente irrigidire
la struttura per evitare di ricadere nelle complicazioni insite nel calcolo
non lineare.
Infine, per le Fondazioni, oltre al menzionato fatto che, per strutture in
CDA, occorre applicare i momenti ed i tagli ultimi dei pilastri, vengono
date indicazioni per le travi di collegamento, per le armature dei pali,
nonch per la verifica della capacit portante.

2. Analisi Sismica: statica lineare/non lineare, dinamica


lineare/non lineare
I possibili metodi di analisi, elencati al p. 4.5 sono quattro: statica e dinamica in campo lineare e non lineare. Esaminiamoli dettagliatamente.
Il metodo dellanalisi statica lineare e quello che, per anni, stato utilizzato universalmente da tutti.
Tale metodo, che pure aveva innegabili pregi di semplicit ed immediatezza di interpretazione dei risultati, ora consentito in casi molto particolari, cio quando la struttura risulta regolare.
Poich questo caso, come sar meglio illustrato dal prof. Ramasco, non
si verifica praticamente mai, lanalisi statica lineare, di fatto, non sar
pi utilizzata.
Negli ultimi anni sono stati sviluppati dei metodi semplificati basati sulla valutazione degli spostamenti che pu sopportare la struttura mediante unanalisi statica non lineare.
251

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Tali spostamenti vengono confrontati con gli spostamenti che impegneranno la struttura durante il sisma.
Questo metodo viene chiamato displacement-based design ovvero
progettazione basata sugli spostamenti.
Il confronto tra gli spostamenti richiesti e quelli disponibili consente di
capire quale sia la capacit della struttura di affrontare il sisma senza
collassare.
Le analisi di tipo non lineare comportano due ordini di problemi:

il calcolo presenta notevoli difficolt sia di esecuzione che di interpretazione;

esistono difficolt di ordine pratico, legate alle notevoli incertezze relative, ad esempio, alle resistenze ed al comportamento dei materiali
impiegati, agli spettri di risposta da utilizzare, alle semplificazioni
che vengono condotte tra schema reale e schema equivalente.

Inoltre tale tipo di analisi applicabile solamente a strutture costituite


da telai semplici e regolari, cosa che in realt difficilmente si verifica.
Infine, gli spettri di risposta usati sono quelli riferiti ad oscillatori elastici (forniti dalla normativa), mentre dovrebbero essere pi opportunamente riferiti ad oscillatori elastoplastici.
In definitiva, in relazione agli edifici che normalmente si progettano
(generalmente di tre, quattro piani), queste metodologie risultano troppo
complesse.
In un certo senso resta a nostra disposizione quello che viene invece chiaramente indicato essere il metodo normale per la definizione delle sollecitazioni di calcolo da applicare al modello tridimensionale della struttura e,
cio, lanalisi dinamica modale associata allo spettro di progetto.
Per questi motivi abbiamo ritenuto opportuno soffermarci, in maniera
particolare sui vari aspetti di questo tipo di calcolo.
Il prossimo relatore, il collega ing. Bencivenga, illustrer questultima
metodologia di calcolo.
252

Innovazioni e particolarit introdotte dalla nuova normativa

Innovazioni e particolarit introdotte dalla nuova normativa


Combinazioni delle azioni sismiche - Regolarit strutturale - Eccentricit
accidentale - Verifica allo stato limite di danno
Prof. Ing. Roberto Ramasco

Ordinario di Costruzioni in Zona Sismica, Facolt di Ingegneria,


Universit di Napoli
Napoli, 28 aprile 2005
Ho apprezzato molto lintervento del Prof. Savoia in quanto riuscito
in poco tempo a tratteggiare gli aspetti principali di questa nuova normativa che introduce molti concetti nuovi e costituisce senza dubbio
unimportante innovazione rispetto al D.M. gennaio 1996, che attualmente regola le costruzioni in zona sismica.
Io tratter alcuni aspetti di dettaglio di questa ordinanza che mi stato
chiesto di approfondire perch sul piano operativo essi richiedono certamente qualche chiarimento.
Si tratta dei seguenti argomenti:

La combinazione delle azioni sismiche e leccentricit strutturale, argomenti che necessariamente devono essere trattati assieme.

La regolarit strutturale che pu condizionare il tipo di analisi e


lentit delle azioni sismiche.

La verifica dello stato limite di danno.


253

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Per quanto riguarda le combinazioni dellazione sismica occorre ricordare che nella versione iniziale della 3274 erano previste due alternative
per combinare il sisma lungo X con quello lungo Y ed eventualmente
lungo Z, come di seguito riportato:
E = (Ex2 + Ey2 + Ez2) 0.5
oppure
E1 =

Ex + 0.3 Ey + 0.3 Ez

E2 = 0.3 Ex +

Ey + 0.3 Ez

E3 = 0.3 Ex + 0.3 Ey +

Ez

Questi due criteri non portano a risultati paragonabili in quanto il primo


(radice quadrata dei quadrati) significativamente pi oneroso del secondo: nella versione aggiornata del maggio 2005 (ordinanza 3431)
questa alternativa stata eliminata in quanto ovviamente non aveva
senso lasciare una possibilit di scelta fra soluzioni cos diverse.
In conclusione, quindi, dalle 3 condizioni elementari Ex, Ey ed Ez si ricavano altrettante condizioni E1, E2 ed E3, in ciascuna delle quali, a rotazione, le sollecitazioni derivanti da due delle tre direzioni sono fattorizzate con un coefficiente 0.3. Lequivalenza numerica solo simbolica perch, come si vedr, le combinazioni da considerare sono in numero molto maggiore.
Vorrei subito ricordare che il problema delle combinazioni delle azioni
sismiche nelle tre direzioni trattato in maniera diversa dal D.M. 1996
che al punto B4 (che riguarda tutte le strutture a meno degli edifici) prescrive che solo lazione sismica verticale si combini separatamente una
volta con il sisma lungo x ed unaltra con quello lungo y.
Ritornando allOrdinanza, con riferimento agli edifici, il dover sovrapporre il sisma lungo x con quello lungo y rende in pratica molto frequente la necessit di verificare le colonne a presso flessione deviata.
Per la verit con il D.M. 1996 questa verifica, notoriamente onerosa, era
facilmente evitabile attraverso unopportuna scelta delle direzioni x ed y.
Il problema delle combinazioni si incrocia con quello delleccentricit accidentale: infatti per ciascuna delle due direzioni Ex ed Ey occorre considera254

Innovazioni e particolarit introdotte dalla nuova normativa

re uneccentricit accidentale dellazione sismica orizzontale pari al 5%


della dimensione massima della costruzione nella direzione ortogonale.
Questa prescrizione che opera sia che si effettui un calcolo statico, che
unanalisi dinamica, comporta la traslazione fittizia del baricentro
dellimpalcato ed il raddoppio del numero di analisi necessarie poich
leccentricit pu avere ovviamente il doppio segno.

Leccentricit accidentale presente in molte normative e tiene conto di


due possibili effetti: una possibile reale traslazione del baricentro
dellimpalcato a causa di una distribuzione dei carichi e dei sovraccarichi diversa da quella ipotizzata in fase di progetto ovvero di una eccitazione sismica non sincrona fra i diversi punti a terra delledificio.
Nel caso di edifici con impalcati infinitamente rigidi nel proprio piano il
rispetto di questa prescrizione, seppure aumenta il numero delle combinazioni, risulta abbastanza agevole e certamente contribuisce significativamente alla sicurezza sismica della struttura.
Per la verit, nel caso in cui limpalcato non possegga una infinita rigidezza, ovvero non possegga alcuna rigidezza nel piano orizzontale (coperture con elementi prefabbricati accostati in assenza di un getto in opera), introdurre questa eccentricit accidentale pu comportare qualche
difficolt ed incertezza.
Infatti, ad esempio, lapplicazione di due forze eguali e contrarie distanziate fra loro, seppure in grado di introdurre il momento dovuto
alleccentricit accidentale senza modificare la forza sismica orizzontale, certamente induce una concentrazione di sollecitazioni degli elementi strutturali cui sono applicate le forze.
Io ritengo che, sul piano concettuale, in assenza di un impalcato infinitamente rigido, lintroduzione di una eccentricit accidentale non dovuta
255

Calcolo Strutturale e nuova normativa

in quanto proprio linfinita rigidezza dellimpalcato che pu determinare


un incremento delle sollecitazioni negli elementi resistenti di perimetro.
In assenza di impalcato infinitamente rigido una diversa distribuzione
dei carichi e dei sovraccarichi non comporta un aumento delle sollecitazioni delle strutture di perimetro ma semplicemente degli elementi sui
quali si verificato un incremento dei pesi sismici.
In ogni caso, in presenza di impalcato deformabile, lazione sismica
rappresentata da un insieme di forze sismiche orizzontali applicate nei
nodi dove sono concentrati i pesi sismici, come mostra la figura seguente.

Per non generare perturbazioni locali leccentricit accidentale potrebbe


essere introdotta nel modello di calcolo applicando insieme alle forze
anche delle coppie di intensit opportuna.
In definitiva per ciascuna direzione dellanalisi strutturale, tenendo conto
dei versi e del doppio segno delleccentricit, si hanno 4 condizioni; ciascuna di esse deve essere combinata con le 4 condizioni nella direzione
ortogonale fattorizzate con il coefficiente 0.30; si ottengono in tal modo
16 combinazioni nelle quali prevale ad esempio lazione sismica lungo X.
Altrettante sono necessarie per considerare anche le combinazioni in cui
prevale leffetto lungo Y. Lo schema che segue riporta a titolo di esempio le 16 combinazioni in cui prevale il sisma lungo X.
256

Innovazioni e particolarit introdotte dalla nuova normativa

Combinazioni
E1 = Ex1 + 0,3 Ey1
Ex1 + 0,3 Ey2
Ex1 + 0,3 Ey3
Ex1 + 0,3 Ey4
E1 = Ex2 + 0,3 Ey1
Ex2 + 0,3 Ey2
Ex2 + 0,3 Ey3
Ex2 + 0,3 Ey4
E1 = Ex3 + 0,3 Ey1
Ex3 + 0,3 Ey2
Ex3 + 0,3 Ey3
Ex3 + 0,3 Ey4
Si hanno 16 combinazioni in cui
prevale il sisma lungo x ma 8 di
esse si potrebbero trascurare.

E1 = Ex4 + 0,3 Ey1


Ex4 + 0,3 Ey2
Ex4 + 0,3 Ey3
Ex4 + 0,3 Ey4

Le combinazioni riportate in grigio a prima vista si potrebbero trascurare in quanto le coppie prodotte dalle eccentricit hanno segno opposto:
evidente infatti che segni concordi delle coppie torcenti danno luogo
alle massime sollecitazioni nei telai di perimetro.
Per le travi questa condizione certamente pi gravosa; tuttavia per i
pilastri, per i quali le verifiche dovranno essere eseguite a presso flessione deviata, non detto con certezza che le combinazioni indicate in
blu siano pi gravose.
evidente che la notevole maggiore onerosit dellanalisi rispetto al
D.M. 1996 richiede obbligatoriamente luso di un programma di calcolo
automatico per cui verificare 8 combinazioni o 16 non comporta una significativa differenza.
Un secondo argomento sul quale vorrei dire qualche parola quello della irregolarit strutturale. LOrdinanza infatti, a differenza del D.M.
1996, da una giusta importanza a questo aspetto, peraltro introdotto gi
da tempo dalle normative pi aggiornate.
La definizione rigorosa dellirregolarit strutturale certamente non faci257

Calcolo Strutturale e nuova normativa

le: lOrdinanza ha previsto sostanzialmente il verificarsi di due circostanze


di carattere strutturale che rendono le strutture degli edifici irregolari.
La prima, cosiddetta irregolarit in pianta, comporta che il calcolo
strutturale sia effettuato utilizzando lanalisi dinamica, la seconda, cosiddetta irregolarit in elevazione comporta che le strutture devono
possedere una maggiore resistenza alle azioni sismiche.
Nel primo caso si presume che lanalisi statica non sia sufficiente a cogliere le sollecitazioni indotte dalle azioni sismiche, nel secondo che la
struttura sia pi vulnerabile alle azioni sismiche e richieda quindi una
maggiore resistenza.
Le condizioni che rendono le strutture regolari in pianta sono di seguito
riportate:

Configurazione in pianta inscritta in un rettangolo con rapporto


fra i lati inferiore a 4.

258

Configurazione in pianta compatta ed approssimativamente


simmetrica rispetto a due direzioni ortogonali.

Rientri e sporgenze di lunghezza non superiore al 25% della dimensione nella stessa direzione.

Innovazioni e particolarit introdotte dalla nuova normativa

I solai possono essere considerati infinitamente rigidi nel loro piano.

sufficiente che una sola delle precedenti condizioni non sia rispettata
perch la struttura sia considerata irregolare in pianta.
Pur ricordando che lEurocodice 8 riporta le stesse condizioni ora richiamate, devo precisare che non condivido completamente tutta
limpostazione del problema irregolarit in pianta in quanto, ad esclusione della prima condizione di carattere qualitativo, le altre condizioni
non individuano, a mio parere, situazioni in cui luso dellanalisi dinamica possa rappresentare il giusto rimedio.
La prima condizione riguarda il caso in cui vi una apprezzabile eccentricit fra baricentro dei pesi sismici e baricentro delle rigidezze: infatti
la marcata assenza di simmetria strutturale, com noto, pu produrre
rotazioni sensibili degli impalcati per effetto delle forze orizzontali ed
in definitiva un comportamento flesso-torsionale dellossatura decisamente sfavorevole.
Lanalisi dinamica sembra in questi casi pi idonea per una corretta analisi strutturale.
Nei casi individuati dalla altre condizioni invece limposizione della
analisi dinamica non sembra a mio avviso giustificata. Ad esempio le
piante eccessivamente allungate, se le rigidezze laterali sono distribuite
con accortezza, possono avere un comportamento flesso-torsionale favorevole; come a dire che se leccentricit fra baricentro delle rigidezze
e dei pesi sismici nulla i modi torsionali non saranno comunque eccitati e quindi non vi differenza in pratica fra analisi statica e dinamica.
I problemi degli edifici con pianta eccessivamente allungata possono
essere sostanzialmente due: la deformabilit degli impalcati nel proprio
piano non trascurabile soprattutto in presenza di elementi verticali irri259

Calcolo Strutturale e nuova normativa

gidenti disposti nelle testate e la possibilit che, anche in presenza di


strutture simmetriche, si eccitino i modi di vibrazione torsionali. Questa
ultima evenienza potrebbe verificarsi per effetto degli scuotimenti sismici non sincroni.
Nel primo caso necessario irrigidire ed irrobustire eventualmente gli impalcati nel proprio piano, ovvero tener conto correttamente della loro deformabilit; della seconda possibilit tiene invece conto leccentricit accidentale che introduce, insieme alle forze sismiche, anche le coppie torcenti.
Un discorso analogo riguarda gli edifici le cui piante abbiano sporgenze
o rientranze che superino un certo limite (terzo punto): se le rigidezze
sono correttamente distribuite in pianta il loro comportamento flessotorsionale del tutto regolare e quindi anche in questo caso non necessaria lanalisi dinamica.
La quarta condizione infine tocca un aspetto certamente importante: la
presenza di vani scala, di cavedi ascensore, di vuoti in generale rende a
volte poco attendibile lipotesi di impalcato infinitamente rigido nel
proprio piano cui abitualmente si fa riferimento. Ritengo personalmente
che in questo caso sia particolarmente importante una corretta modellazione della reale deformabilit dellimpalcato nel proprio piano, sia che
si adotti unanalisi statica, sia che si usi unanalisi dinamica.
La deformabilit dellimpalcato modifica, in genere, lievemente i modi
di vibrazione che si avrebbero trascurandola e d luogo ad ulteriori modi di vibrazione. Sotto questo aspetto quindi lanalisi modale certamente preferibile, come sempre, ma ci non significa a mio avviso che
lanalisi statica sia inadeguata.
Desta infine in ogni caso una certa perplessit che i capannoni industriali,
per i quali frequentemente limpalcato non presenta uninfinita rigidezza
nel proprio piano, siano automaticamente classificati come irregolari in
pianta quando notoriamente posseggono generalmente una elevatissima
regolarit nella distribuzione planimetrica delle masse e delle rigidezze.
Non ritengo assolutamente che in assenza di un impalcato infinitamente
rigido sia necessario calcolare un capannone industriale in zona sismica
mediante lanalisi dinamica.
260

Innovazioni e particolarit introdotte dalla nuova normativa

Tutto sommato il problema delle irregolarit in pianta, per come


trattato nellOrdinanza, non poi tanto determinante dal momento che
in definitiva impone lutilizzo dellanalisi dinamica. Si pu certamente
affermare che, al momento, con i programmi di calcolo disponibili, non
sussistono in pratica motivi per evitare lanalisi dinamica.
A tal proposito, in riferimento al confronto fra analisi statica e dinamica, voglio sottolineare che la seconda presenta svantaggi e vantaggi.
Certamente la messa a punto del modello di calcolo pi laboriosa e richiede una maggior attenzione, specialmente quando lipotesi di impalcato infinitamente rigido non applicabile; di contro lesame delle forme modali pu fornire informazioni utilissime per un corretto dimensionamento delle diverse membrature.
importante che la massa partecipante complessivamente impegnata
con i modi considerati sia almeno l85% di quella complessiva ma ciononostante a volte pu capitare che il taglio complessivo sia significativamente inferiore a quello che si otterrebbe con lanalisi statica. Numerose normative sottolineano questa possibilit e pongono di conseguenza una limitazione alla riduzione accettabile.
Esaminiamo ora il problema della regolarit in elevazione. Le 4 condizioni che devono essere rispettate perch la struttura sia classificabile
come regolare sono riportate nello specchietto seguente.

Tutti i sistemi resistenti verticali (telai, pareti) si estendono per


lintera altezza delledificio.

261

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Rapporti fra le resistenze effettive e quelle richieste, fra un piano


e laltro, non possono differire pi del 20%.

262

Masse e rigidezze rimangono costanti o si riducono progressivamente dalla base alla cima con variazioni non superiori al 20%
fra un piano e laltro.

Restringimenti progressivi delledificio con laltezza. Ad ogni


piano il rientro non deve superare il 30% della corrispondente
dimensione al piano terra ed il 10% della corrispondente dimensione del piano immediatamente inferiore.

Innovazioni e particolarit introdotte dalla nuova normativa

Pu risultare utile qualche commento.


La prima condizione a mio parere molto importante: la tipologia strutturale adottata per assorbire le azioni sismiche orizzontali, pareti di irrigidimento, controventi diagonali, etc. deve proseguire per lintera altezza della costruzione. Oserei dire che per edifici di una certa importanza
non dovrebbe essere ammessa una situazione diversa.
La seconda condizione riguarda la regolarit di massa e di rigidezza e risulta estremamente improbabile che essa sia rispettata in quanto i limiti sono
estremamente bassi; inoltre, in alcuni casi (strutture con pareti sismiche)
non assolutamente possibile rispettare la condizione sulla rigidezza.
Mi corre lobbligo di precisare a posteriori che lOrdinanza 3431 del
maggio u.s. ha corretto sostanzialmente la formulazione del punto che risulta modificato come segue: Massa e rigidezza rimangono costanti o
variano gradualmente, senza bruschi cambiamenti, dalla base alla cima delledificio (le variazioni di massa da un piano allaltro non superano il 25%, la rigidezza non si abbassa da un piano al sovrastante pi
del 30% e non aumenta pi del 10%). Ai fini della rigidezza si possono
considerare regolari in altezza strutture dotate di pareti o di nuclei in
c.a. di sezione costante sullaltezza o di telai controventati in acciaio,
ai quali sia affidato almeno il 50% dellazione sismica alla base.
Come si osserva lallargamento dei limiti e leliminazione delle strutture controventate ha migliorato notevolmente la formulazione.
Permane ancora qualche perplessit in quanto la variazione del parametro
(massa o rigidezza) non a mio avviso significativa: una struttura di tre
piani con masse ai piani pari al 50%, 30% e 20% del totale non rispetta il
limite del 25% ma certamente non pu essere ritenuta pi vulnerabile di
unaltra in cui la stessa massa complessiva sia equidistribuita fra i piani.
Lirregolarit di massa a mio avviso si pu verificare in condizioni molto particolare ma in ogni caso lanalisi dinamica in tal caso certamente
il giusto mezzo di analisi. Quanto alla irregolarit delle rigidezze a mio
avviso non vi dubbio che laumento delle rigidezza con laltezza configura una situazione di maggiore vulnerabilit ma, in ogni caso, il parametro di controllo dovrebbe essere, sempre a mio parere, la variazio263

Calcolo Strutturale e nuova normativa

ne della variazione: vale a dire non la derivata prima della rigidezza ma


la derivata seconda.
Anche la terza condizione, che riguarda lirregolarit delle resistenze,
ha subito con lOrdinanza 3431 una significativa variazione rispetto al
testo originario.
Lattuale versione recita testualmente: Il rapporto tra resistenza effettiva e resistenza richiesta dal calcolo nelle strutture intelaiate in classe
di duttilit Bassa non significativamente diverso da un piano allaltro
(il rapporto fra la resistenza effettiva e quella richiesta calcolato ad un
generico piano non deve differire pi del 20% dellanalogo rapporto
determinato per un altro piano): pu fare eccezione lultimo piano di
strutture intelaiate di almeno tre piani.
Rispetto alla versione precedente viene ora precisato che il controllo riguarda solo le strutture intelaiate in bassa duttilit.
Il calcolo della resistenza di piano effettiva potrebbe condursi, come illustra la figura, determinando il taglio resistente di piano quale rapporto
fra i momenti ultimi alle estremit delle colonne del piano e laltezza
dellinterpiano stesso.
La condizione notevolmente onerosa in quanto non facilmente verificata: in aggiunta il controllo richiede la conoscenza di tutte le armature dei pilastri e quindi fattibile a calcoli praticamente conclusi.
In tali condizioni mi sento di suggerire, in presenza di strutture intelaiate, di assumere a priori che la struttura sia irregolare in elevazione.
Anche la quarta condizione ha subito qualche modifica rispetto al testo
originario. Il 10% riportato in figura passato a 20%; inoltre il controllo non riguarda lultimo piano di edifici con almeno 4 piani.
In sostanza quindi, ad ogni piano, gli eventuali arretramenti della facciata non possono avere dimensioni maggiori del 20% della larghezza
del piano sottostante e del 30% della larghezza del primo piano.
Questa prescrizione certamente valida in generale ma pu, a mio avviso, non essere significativa in qualche caso: ad esempio quando gli arretramenti delle facciate riguardano due fronti contrapposti.
264

Innovazioni e particolarit introdotte dalla nuova normativa

Lirregolarit in elevazione, come detto in precedenza, comporta un incremento delle azioni sismiche pari al 25%.
In conclusione i principi informatori alla base dei criteri per la regolarit in elevazione sono certamente molto validi in quanto una irregolarit
nella distribuzione delle rigidezze, o nella distribuzione delle resistenze,
o infine della geometria ha un peso significativo sul comportamento sismico; tuttavia imbrigliare questi concetti in rigide regole risulta estremamente complesso.
LOrdinanza 3274, con il successivo aggiornamento della 3431, ha certamente il merito di aver introdotto per la prima volta nella normativa
sismica italiana questi concetti e porre quindi il problema, ma non vi
dubbio che saranno necessari ulteriori affinamenti.
Desta infatti certamente qualche perplessit il fatto che un edificio di 4 impalcati, doppiamente simmetrico in pianta, a forma piramidale quale quello
riportato in sezione nella figura seguente, secondo i criteri dellordinanza,
sarebbe estremamente vulnerabile alle azioni sismiche essendo irregolare
nella distribuzione delle masse, della rigidezze, molto probabilmente delle
resistenze ed infine per effetto degli arretramenti delle facciate.

Il terzo punto sul quale vi intratterr ancora quello della verifica allo
stato limite di danno. Una analoga verifica prevista anche dal D.M.
gennaio 1996 ma la formulazione dellOrdinanza pi chiara e soprattutto pi cogente in quanto non consente deroghe.

265

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Questa verifica ha lo scopo di assicurare che in occasione di terremoti pi


frequenti (rispetto a quello utilizzato per la verifica allo stato limite ultimo) con probabilit di accadimento del 50% in 50 anni la costruzione
nel suo complesso, vale a dire le strutture, le parti non strutturali e gli impianti, non subiscano danni tanto gravi da imporre una interruzione duso.
La verifica consiste nel controllare che per effetto delle azioni sismiche
allo stato limite di danno (si usa lo spettro elastico diviso per 2.5) gli
spostamenti relativi di piano D/H risultino inferiori ad un certo limite,
come indica la figura seguente.

Le combinazioni da considerare sono ancora le 32 di cui si parlato in


precedenza dove si combinano fra loro le azioni sismiche lungo X e
lungo Y, la verifica va effettuata ovviamente a tutti i piani e pu limitarsi ad esaminare i soli pilastri di angolo dove, per effetto delle eventuali rotazioni dei piani, gli spostamenti orizzontali sono maggiori.
Quanto ai limiti essi dipendono dalla tipologia strutturale e dal modo
con il quale realizzato il collegamento dei tamponamenti alla struttura: essi sono riportati nella tabella che segue.
Edificio
Edifici con tamponamenti collegati rigidamente alla struttura
che interferiscono con la deformabilit della stessa

0.005

Edifici con tamponamenti collegati elasticamente alla struttura

0.0075

Edifici in muratura ordinaria

0.003

Edifici in muratura armata

266

limite

0.005

Innovazioni e particolarit introdotte dalla nuova normativa

Confronto: zona sismica 1 terreno medio edifici in c.a.


Ordinanza
Con forze 0.35 x 1.25 g = 0.437 g

Interdrift < 0.005 (per edifici con I = 1.00)

Con forze 0.35 x 1.25 x 1.2 g = 0.525 g

Interdrift < 0.005 (per edifici con I = 1.20)

Con forze 0.35 x 1.25 x 1.4 g = 0.612 g

Interdrift < 0.005 (per edifici con I = 1.40)

Il D.M. 16 gennaio 1996 prescrive invece:


Con forze 0.10 x 2 g = 0.20 g

Interdrift < 0.002 (per edifici con I = 1.00)

Con forze 0.10 x 1.2 x 3 g = 0.36 g

Interdrift < 0.002 (per edifici con I = 1.20)

Con forze 0.10 x 1.4 x 4 g = 0.56 g

Interdrift < 0.002 (per edifici con I = 1.40)

Dal confronto col D.M. 1996, riportato a titolo di esempio con riferimento ad una zona sismica di prima categoria in presenza di suolo medio e con periodo della struttura compreso fra 0.15 sec e 0.50 sec, risulterebbe che lOrdinanza in generale meno restrittiva del D.M., ed in
particolare per gli edifici con un fattore di importanza 1.4.
In realt le cose non stanno esattamente in questi termini in quanto il
punto 4.4 dellOrdinanza - Modellazione della struttura - prevede che
le rigidezze degli elementi strutturali in cemento armato possano essere
valutate assumendo la rigidezza secante a snervamento.
Viene anche precisato che in mancanza di analisi specifiche la rigidezza flessionale e tagliante delle membrature in cemento armato pu
essere assunta fino al 50% della corrispondente rigidezza in condizioni non fessurate.
Questo aspetto della verifica sismica allo stato limite ultimo realmente
importante in quanto le strutture danneggiate, ad esempio quelle in cemento armato con cerniere plastiche formate, presentano, in occasione
di un terremoto violento, una rigidezza laterale significativamente ridotta rispetto alle strutture integre; ci comporta un aumento del periodo
proprio di vibrazione ed in definitiva una mitigazione dello scuotimento
sismico prodotto dal sisma.
In occasione di un terremoto di ridotta intensit invece, quello cui si riferisce la verifica allo stato limite di danno, la struttura dovrebbe subire
267

Calcolo Strutturale e nuova normativa

danni molto minori tanto da non subire interruzioni duso e quindi


la riduzione di rigidezza rispetto alla struttura integra, dovrebbe essere
molto minore.
Su questo aspetto il paragrafo 4.4 dellOrdinanza nulla dice lasciando
quindi intendere che le indicazioni sulla Modellazione delle strutture
ivi riportate si riferiscono alla verifica sismica nel suo complesso e che
quindi leventuale riduzione delle rigidezze riguarda sia la verifica allo
stato limite ultimo, sia la verifica allo stato limite di danno.
Questa circostanza desta qualche perplessit in quanto lascia aperta la
possibilit di utilizzare qualsiasi riduzione compresa fra 0.99 e 0.50 per
entrambe le verifiche.
Le possibili conseguenze potrebbero essere quelle di utilizzare la riduzione massima possibile compresa nellintervallo indicato per soddisfare lo stato limite di danno con le minime sollecitazioni possibili allo stato limite ultimo.
evidente infatti che se la maggiore deformabilit della struttura comporta
una riduzione delle sollecitazioni di verifica allo SLU di contro d luogo a
maggiori spostamenti, rendendo quindi pi gravosa la verifica allo SLD.
In ogni caso la determinazione della rigidezza equivalente di una membratura in c.a. allo svervamento problema certamente complesso, soprattutto quando non siano note a priori le localizzazioni e le intensit degli
snervamenti e principalmente non sia nota la disposizione delle armature.
evidente quindi che, volendo tener conto di questo effetto, necessario una unica riduzione per tutte le membrature della struttura calcolando in maniera forfettaria la riduzione ammissibile.
Allo scopo di fornire qualche indicazione ho effettuato alcune elaborazioni
con riferimento ad una trave ed un pilastro entrambi con sezione trasversale
30 x 60 cm e per due valori dello sforzo normale nel pilastro. Le sezioni
sono armate simmetricamente con tre livelli di armatura corrispondenti ai
valori minimi, medi e massimi consentiti dalla stessa Ordinanza.
Le due figure seguenti mostrano i diagrammi momenti curvature rispettivamente della sezione della trave (sforzo normale nullo) e della sezione
268

Innovazioni e particolarit introdotte dalla nuova normativa

del pilastro (due valori dello sforzo normale) tenendo conto della fessurazione e dello snervamento. Le linee tratteggiate indicano il legame momento-curvatura a sezione non fessurata. Per la sezione compressa (pilastro), a parit di armatura, laumento dello sforzo normale da 50 a 100 t
comporta un aumento di resistenza e quindi di rigidezza della sezione.

269

Calcolo Strutturale e nuova normativa

La rigidezza flessionale allo snervamento EI1 risultata ovviamente minore della rigidezza EI0 a sezione non fessurata, come indicato nella tabella seguente dove sono riportati i rapporti EI1/EI0 nei casi esaminati.
Risultati ottenuti EI1/EI0
Armatura

Trave

Pil. N = 50 t

Pil. N = 100 t

Bassa

0.21

0.30

0.31

Media

0.43

0.38

0.39

Alta

0.51

0.44

0.46

Nelle membrature dei telai tuttavia le sezioni in condizioni di snervamento costituiscono in genere solo uno o due conci dellintero elemento.
Si ipotizzato che i conci con rigidezza flessionale EI1 sono posizionati alle estremit degli elementi ed abbiano una lunghezza pari a K x L essendo
L la lunghezza dellelemento. Considerando quindi membrature a sezione
variabile a tratti si sono calcolate le rigidezze 12EI/L3 equivalenti, per i pilastri, e 4EI/L equivalenti, per le travi, come indica la figura seguente.

I risultati ottenuti assumendo K = 0.05, 0.10 e 0.15 sono consegnati per


la trave nella figura che segue dove nelle ordinate vengono riportati i
rapporti EI/EI0 in funzione dei rapporti EI1/EI0 calcolati in precedenza.
Gli andamenti sono indicativi in quanto i valori calcolati sono solo
quelli indicati dai cerchietti.
270

Innovazioni e particolarit introdotte dalla nuova normativa

Come si pu osservare larmatura presente ha un ruolo di un certo rilievo, cos come lampiezza delle cerniere plastiche. Considerando tuttavia che in zona sismica difficilmente sono sufficienti le armature minime e che le ampiezze delle cerniere plastiche con le dimensioni usuali
delle membrature difficilmente superano il 10% della luce si individua
un intervallo del fattore di riduzione della rigidezza flessionale a sezione integra 0.60 0.80. La figura seguente riporta risultati analoghi con
riferimento ai pilastri.

271

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Devo sottolineare che le riduzioni calcolate sono puramente indicative


anche perch gli schemi assunti non corrispondono certamente a quelli
con i quali i pilastri e le travi dei telai entreranno in campo plastico. Si
trovata tuttavia la conferma che lintervallo indicato nellOrdinanza
pienamente giustificato.
Con questa considerazione chiudo il mio intervento nella speranza che
queste mie riflessioni non vi abbiano annoiato eccessivamente.

272

Indice

Indice
Presentazione .............................................................................................. pag.

Ing. Antonio Cianciulli

Levoluzione della normativa tecnica per le costruzioni ....................... pag.

Ing. Antimo Bencivenga

Approfondimenti di calcolo
Principi di base dellanalisi modale: spettri di risposta e fattore di
struttura - Calcolo di sollecitazioni e spostamenti con gli stati limite ......... pag. 11
Prof. Ing. Alberto Castellani

Eurocodice 8 - Capitolo 5: Costruzioni in calcestruzzo armato


Duttilit di una sezione e prescrizioni di dettaglio strutturale...................... pag. 33
Effetto della azione assiale..........................................................................

41

Sezione di forma qualsiasi ..........................................................................

43

Prescrizioni Eurocode 8 ..............................................................................

48

Prof. Ing. Alessandro De Stefano

I principi della nuova normativa sul calcolo strutturale


Principi generali - Analisi sismica: statica lineare/non lineare,
dinamica lineare/non lineare - Spettri di risposta e fattore di struttura ........ pag. 51
Il terremoto ..................................................................................................

53

La duttilit ...................................................................................................

65

Coefficiente di duttilit, coefficiente di comportamento, spettro di progetto...

68

Condizione di sopravvivenza di una struttura che ha un comportamento


duttile...........................................................................................................

69

Introduciamo il concetto di modo di vibrare ..............................................

72

Metodi di analisi..........................................................................................

75

Verifica ........................................................................................................

76

Lo stato limite ultimo per le costruzioni nuove..........................................

79

Meccanismi di collasso ...............................................................................

85
I

Calcolo Strutturale e nuova normativa

Prof. Ing. Ciro Faella

Problematiche specifiche sugli edifici nella nuova normativa sismica


Edifici esistenti in c.a. - Gerarchia delle resistenze - Criteri di scelta
delle metodologie di progettazione: alta/bassa duttilit, analisi lineare/
non lineare - Cenni sugli edifici in muratura................................................ pag. 87
1. Introduzione ................................................................................................

87

2. Le prescrizioni dellOrd. 3274.................................................................... 103


3. Applicazioni e Confronti ............................................................................ 125
4. Gli edifici esistenti ...................................................................................... 135
Prof. Ing. Aurelio Ghersi

La nuova normativa sul calcolo strutturale


Evoluzione della normativa sismica: differenze tra tensioni ammissibili
e stati limite e nuova impostazione delle azioni sismiche - Spettri di
risposta e fattore di struttura - Metodi di analisi: analisi statica-modale,
analisi lineare-non lineare............................................................................. pag. 167
1. Evoluzione della normativa sismica........................................................... 168
Stati limite e tensioni ammissibili .............................................................. 171
Carichi verticali ed azioni orizzontali......................................................... 194
2. Spettri di risposta e di progetto................................................................... 200
3. Metodi di analisi ......................................................................................... 220
Ing. Gerardo Masciandaro

Gli aspetti fondamentali della nuova normativa


Modalit di applicazione: dal Normatore alla pratica di cantiere Analisi sismica: statica lineare/non lineare, dinamica lineare/non lineare ..... pag. 237
Premessa...................................................................................................... 237
1. Principi Generali ......................................................................................... 241
2. Analisi Sismica: statica lineare/non lineare, dinamica lineare/non lineare 251
Prof. Ing. Roberto Ramasco

Innovazioni e particolarit introdotte dalla nuova normativa


Combinazioni delle azioni sismiche - Regolarit strutturale Eccentricit accidentale - Verifica allo stato limite di danno ...................... pag. 253

II

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volont dei relatori.
E. 1 R. 2 - 23/03/2006
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