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Open licensing e immagini nella societ dellinformazione

Simone Aliprandi*

1. Introduzione. Ambito di analisi e premesse terminologiche Questo articolo (rilasciato a sua volta con licenza open1) dedicato al fenomeno dellopen licensing applicato allo specifico ambito delle immagini, intese in un senso piuttosto ampio come tutte le opere di carattere grafico e bidimensionale tutelate dalla legge 633 del 1941 e dalle convenzioni internazionali in materia di diritto dautore. Riprendendo lelencazione compiuta dallart. 2 della stessa legge, possiamo ricomprendere in questa categorie le opere dellarte del disegno, della incisione e delle arti figurative similari (compresa la scenografia), i disegni e le opere dellarchitettura, le opere fotografiche e quelle espresse con procedimento analogo a quello della fotografia, le semplici fotografie ex artt. 87 e seguenti. Vi rientrano quindi anche tutte le espressioni della creativit grafica tipiche dellera digitale, compresa la grafica 3D. Per open licensing, invece, intendiamo quel particolare modello di gestione dei diritti dautore grazie al quale possibile diffondere opere dellingegno, applicandovi una licenza duso che da un lato autorizzi alcune utilizzazioni e dallaltro richieda il contestuale rispetto di alcune condizioni. Tale pratica, nata in ambito informatico negli anni ottanta (e si parla in quel caso di software libero e software open source), giunta oggi a essere sfruttata in tutti i campi della produzione intellettuale: si sente infatti parlare sempre pi spesso di open content e open data. La presente analisi sar condotta prendendo le mosse dai principi e dalle categorie concettuali tipici del diritto dautore italiano. Tuttavia, come risulter ormai ovvio a qualsiasi giurista attento alle problematiche giuridiche derivanti dalla rivoluzione digitale, ormai poco sensato trattare questi temi in unottica unicamente nazionale. In un mondo in cui le opere dellingegno vengono diffuse principalmente attraverso Internet, i confini nazionali e giurisdizionali vengono messi pesantemente in discussione richiedendo un totale ripensamento dei criteri danalisi dei vari fenomeni giuridicamente rilevanti. Ne consegue che, anche in materia di open licensing, uno degli aspetti pi delicati rappresentato proprio dal grado di efficacia che le licenze pubbliche denotano quando la diffusione dellopera e il suo utilizzo travalicano i confini nazionali e si pongono a cavallo tra sistemi giuridici differenti. Si pensi semplicemente alle differenze giuridiche (nel senso di differenti principi normativi ma anche di differente cultura e sensibilit giuridica) che si registrano tra ordinamenti di civil law/droit dauteur e ordi53
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namenti di common law/copyright. E addentrandoci maggiormente nel cuore di questa analisi, vi altres la peculiarit della legislazione italiana della distinzione tra opere fotografiche tutelate da diritto dautore e semplici fotografie tutelate da mero diritto connesso2. 2. Aspetto soggettivo Come accennato poco fa, dal punto di vista soggettivo lopen licensing, indipendemente dalla qualificazione giuridica attribuita alle licenze, crea un rapporto giuridico tra il soggetto detentore dei diritti di privativa e il soggetto utilizzatore dellopera. Il primo colui che, sulla base dei diritti attribuitigli dalla legge, ha il potere di decidere in quali modalit distribuire la sua opera e quindi di decidere se applicarvi o meno una licenza di libera distribuzione; e per questo si tratta sempre di un soggetto determinato o quantomeno determinabile. Il secondo colui che acquisisce lopera e ne fruisce nei termini indicati dalla licenza; costui, che assume il ruolo di licenziatario, nel modello open licensing quasi sempre un soggetto non predeterminato. A seconda delle libert concesse dalla licenza, il licenziatario pu essere un mero fruitore finale dellopera oppure pu avere un ruolo pi attivo, come ridistributore, rielaboratore, rilicenziante. In qualsiasi fattispecie di analisi sul rilascio di unopera con licenza, importante procedere a una corretta individuazione di questi due soggetti, cos da poter ricostruire correttamente la filiera della gestione dei diritti. 3. Qualificazione giuridica delle licenze di libera distribuzione Uno dei temi pi cari ai giuristi che si sono occupati di open licensing la qualificazione giuridica di questa particolare tipologia di negozio giuridico. Due sono le teorie: da un lato c chi preferisce considerarle alla stregua di veri e propri contratti sinallagmatici, che instaurano quindi un rapporto a prestazioni corrispettive tra licenziante e licenziatario (ipotesi A); dallaltro c chi pi propenso a considerarle come atti unilaterali, che esprimono semplicemente un permesso condizionato basato sulla privativa di diritto dautore/copyright (ipotesi B). Nellipotesi A ci troveremmo quindi davanti a veri e propri contratti in cui il licenziante si impegna a fare X e il licenziatario si impegna a fare Y accettando idealmente le condizioni contrattuali per facta concludentia, cio con lutilizzo stesso dellopera (utilizzo che, in assenza di licenza, gli sarebbe comunque precluso dalla privativa di copyright). Nellipotesi B, invece, nella licenza si realizzerebbe un permesso condizionato concesso pubblicamente dal licenziante/titolare dei diritti a tutti gli ipotetici licenziatari/utenti dellopera: in sostanza potete fare X e Y, a condizione che facciate Z; e se non fate Z, non potete fare n X n Y. Tale argomentazione, che ai non giuristi pu sembrare un lezioso esercizio intellettuale per studiosi del diritto, in realt di estrema centralit, dato che dalla corretta qualificazione giuridica si deduce tutta una serie di conseguenze dal punto di vista dellenforcement dei diritti derivanti da questi negozi giuridici. Di certo lipotesi A (licenze come contratti sinallagmatici) risulta pi confortevole e rassicurante per il giurista di civil law, che pu cos sentirsi legittimato ad applicare in tutto e per tutto la normativa sui contratti. Ed forse questo il motivo per cui molti giuristi italiani si sono espresParte prima

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si in tal senso. Tuttavia, considerando anche il fatto non irrilevante che questo modello di negozio giuridico di importazione americana, lottica del giurista di civil law rischia di risultare troppo limitata e per certi versi fuorviante. I pi attenti e avveduti sostengono infatti che la posizione pi corretta sia quella della flessibilit interpretativa, ovvero quella per cui si debba valutare di volta in volta quale sia la qualificazione giuridica pi adatta per ciascuna situazione, senza quindi pretendere di stabilirla a priori sulla base di semplici disquisizioni teoriche3. 4. La funzione delle licenze di libera distribuzione nella prassi contrattuale Per meglio comprendere la ratio delle licenze duso di opere dellingegno importante innanzitutto tener presente che si tratta di strumenti di gestione dei diritti e non come spesso si sente dire di tutela dellopera o di acquisizione dei diritti. Il diritto dautore una tutela che lautore acquisisce con la stessa creazione dellopera, per effetto di una sorta di automatismo; dunque la gestione dei diritti (per esempio attraverso lapplicazione di licenze) attiene a una fase successiva, e ha come presupposto giuridico la titolarit dei diritti. Le licenze di libera distribuzione si pongono come una soluzione a portata di tutti per la gestione autonoma (o come qualcuno ha efficacemente detto, autogestione) dei propri diritti dautore e diritti connessi. Chiunque pu infatti utilizzare questi strumenti per i propri prodotti creativi prelevandoli dai siti web dei vari enti promotori (o semplicemente linkandoli), i quali sono quasi sempre enti non-profit o enti di ricerca indipendenti con la specifica mission di redigere, aggiornare e mettere a disposizione del pubblico i testi delle licenze e gli strumenti a esse connessi. Questo meccanismo, dal punto di vista della teoria giuridica, si fonda su due principi essenziali: il primo quello della autonomia contrattuale che, per lordinamento italiano, trova espressione normativa nellart. 1322 del Codice civile; il secondo quello della facolt di gestire autonomamente i diritti dautore garantita allautore e ai suoi aventi causa dallart. 180, comma 4, della legge 633/1941. per questo che molti studiosi del fenomeno hanno visto nella disintermediazione la principale funzione di tali strumenti. Questa forma di autogestione dei diritti applicata direttamente dallautore o da altro titolare permette idealmente un dialogo diretto tra licenziante e licenziatario, senza il tramite dei tradizionali canali di gestione dei diritti dautore e connessi. Su queste basi giuridiche, possiamo anche dire che le licenze open assolvono una funzione chiarificatrice dello status giuridico delle opere dellingegno. Se Internet spesso si pone come una sorta di far west virtuale in cui davvero difficile (se non a volte impossibile) avere un quadro chiaro della sussistenza o della titolarit di diritti dautore sulla miriade di contenuti immessi in rete ogni giorno, poter contare sulla presenza di opere costantemente collegate alle rispettive licenze di certo realizza un panorama pi chiaro. Possiamo attribuire a questi strumenti anche unaltra funzione di carattere pi che altro sociologico. La diffusione di questa pratica nellultimo decennio ha portato infatti un progressivo aumento della consapevolezza generale in materia di diritto dautore da parte degli utenti di Inter55
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net. Nellattuale panorama della comunicazione digitale globalizzata, in cui tutti siamo potenziali produttori e ridistributori di opere creative, la possibilit di gestire i propri diritti dautore con strumenti gratuiti, preconfezionati, facilmente comprensibili e conosciuti in tutto il mondo di certo spinge gli utenti a farsi pi attenti e consapevoli delle loro scelte in materia di gestione e sfruttamento dei diritti dautore. 5. Principali licenze attualmente disponibili Mentre in alcuni campi della creativit si registrata la presenza di licenze specifiche (si pensi per esempio alle licenze per musica libera sperimentate in alcuni progetti alla fine degli anni novanta), nellambito delle immagini non ci sono casi degni di nota. E in generale bisogna dire che la tendenza alla diffusione di modelli di licenza pensati specificamente per determinate categorie di opere venuta meno con lavvento e il successo delle licenze Creative Commons, pensate proprio per operare in tutto lo spettro dazione del diritto dautore (con esclusione dei programmi per elaboratore). Le licenze Creative Commons, disponibili dal 2002 e arrivate oggi alla soglia della versione 4.0, sono strutturate idealmente in due parti: una prima parte in cui viene precisato quali utilizzazioni dellopera il licenziante intende concedere liberamente; e una seconda parte in cui vengono stabilite le condizioni a cui il licenziatario deve sottostare per potersi avvantaggiare di tali libert. Queste licenze sono in totale sei e nascono dalla commistione di quattro clausole base4: attribuzione, non opere derivate, non commerciale, condividi allo stesso modo (anche note nella loro dizione inglese: attribution, no derivative works, non commercial, share alike). Si tratta inoltre di licenze pensate anche (o forse soprattutto) per la diffusione di opere via Internet; infatti il loro funzionamento fortemente radicato su un sistema di linking e di metatagging che rende i files e le pagine web contenenti opere con licenze CC facilmente riconoscibili e rintracciabili dai motori di ricerca. Le licenze Creative Commons sono indiscutibilmente quelle pi note, pi diffuse, quindi anche le pi testate e quelle su cui vi maggior letteratura e informazione (basti pensare che tutta Wikipedia e gran parte dei contenuti a essa connessi sono rilasciati con queste licenze); tuttavia non sono le uniche disponibili. Vi sono infatti altre licenze che svolgono funzioni simili: citiamo solo le pi note come la licenza GNU Free Documentation License (GFDL)5 promossa dalla Free Software Foundation per la documentazione software, la Licence Art Libre o Free Art License (FAL)6 di origine francese, le licenze per database del progetto Open Data Commons7, litaliana Copyzero X8 che permette una serie numerosissima di declinazioni e possibilit. 6. Il rilascio in pubblico dominio Lopen licensing, come abbiamo potuto vedere, si pone come una via intermedia tra un modello di pieno esercizio delle privative previste dal diritto dautore (tutti i diritti riservati) e un modello di totale mancanza di privative e quindi di pubblico dominio (nessun diritto riservato), realizzando cos un modello alcuni diritti riservati. Applicare una licenza di libera distribuzione alle proprie opere significa dunque farle circolare in un regime di semi-libert pi o meno accentuata, in attesa che essa cada in pubblico dominio.
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Copyright, open licensing/copyleft e public domain: diverse gradazioni di libert. Immagine tratta dal libro Capire il copyright (http://www.aliprandi.org/capirecopyright). Screenshot parziale della pagina http://creativecommons.org/public domain/zero/1.0/deed.it con il testo del waiver CC0

Come sappiamo, il passaggio al pubblico dominio avviene solo quando sono trascorsi tutti i termini previsti dalla legge per lesercizio di tutte le privative esistenti e applicabili (diritti dautore, diritti connessi, diritto sui generis...). Per ci sono alcuni casi in cui i titolari dei diritti preferiscono rilasciare le loro opere in un regime di massima libert, senza imporre alcuna condizione agli utilizzatori, realizzando una situazione che di fatto sia di pubblico dominio nonostante non sia ancora giunto il termine previsto dalla legge per la caduta in pubblico dominio. Alcuni degli enti promotori del modello open licensing si sono quindi preoccupati di mettere a disposizione degli utenti anche un waiver, ovvero una dichiarazione pubblica di rinuncia allesercizio dei diritti di privativa; in altre parole, una sorta di donazione al pubblico dominio. Utilizzando uno di questi strumenti, tra cui il pi noto e diffuso proposto da Creative Commons e si chiama CC0 (cio CC Zero)9, il titolare dei diritti concretizza una situazione di pubblico dominio per cos dire artificiale, consentendo alla sua opera di circolare ancor pi liberamente rispetto al caso in cui vi fosse applicata una licenza open. 7. Modalit operative e best practices per il licenziamento di immagini Nonostante lassistenza di un legale specializzato sia sempre consigliabile (specie per progetti di un certo rilievo), utilizzare queste licenze molto semplice, essendo esse strumenti ideati proprio per essere utilizzati direttamente dagli utenti. Come gi accennato, la maggior parte delle licenze in parola vivono online e il sistema di licenziamento si basa sul linking e il metatagging, ovvero sul realizzare un chiaro collegamento ipertestuale tra lopera e il testo della licenza e sullincorporare alcuni metadati nel file dellopera.
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Screenshot della pagina web http://creativecommons.org/choose / con la procedura guidata per la scelta della licenza Creative Commons.

Prendendo come esempio proprio le licenze Creative Commons, il detentore dei diritti su unimmagine o su un set di immagini che volesse applicarvi una di queste licenze pu andare sul sito ufficiale di Creative Commons e seguire le indicazioni ivi contenute. In sostanza si trover a rispondere a una serie di domande e a fornire alcune informazioni relative al tipo di opera che intende licenziare; il sistema gli suggerir cos la licenza che, tra le sei disponibili, risponde maggiormente alle sue esigenze. Nel caso invece di una pubblicazione pi tradizionale, come per esempio un catalogo cartaceo o un dvd, ritenuto sufficiente aggiungere nello spazio normalmente dedicato ai credits e alla nota sul copyright un avviso in cui si comunica con chiarezza e in modo non equivoco che lopera rilasciata con quella specifica licenza, di cui si forniscono tutti gli estremi sufficienti a identificarla e lindirizzo web (url) per leggerne il testo integrale. Se poi fosse possibile, si potrebbe anche allegare tale testo allopera, per esempio in unapposita pagina del catalogo, o nel retro del packaging del dvd, o in un file di testo inserito nel dvd. Un esempio di disclaimer appropriato potrebbe essere: Copyright Nome Autore 2012. Questopera rilasciata nei termini della licenza [nome esatto della licenza], il cui testo disponibile allindirizzo web [URL completo della licenza]. Una pratica altrettanto consigliabile quella di inserire nelle immagini stesse una breve dicitura che possa comunque rendere chiaro il richiamo alla licenza, per esempio indicando unicamente Nome Autore - license: [URL completo della licenza]. Questo per far s che, qualora il file dellimmagine venisse estrapolato dal suo contenitore originario, lutente disponga comunque delle informazioni essenziali sul regime dei diritti.
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Screenshot della pagina web http://search.creativecommons.org/ Screenshot della pagina ricerca avanzata di Google nella parte in cui prevede il filtro diritti di utilizzo.

8. Cercare immagini rilasciate con licenze open Se sin qui abbiamo guardato dallottica del detentore dei diritti/licenziante, spendiamo ora alcune parole per parlare dellottica del semplice fruitore che alla ricerca di immagini riutilizzabili per un progetto di sua realizzazione. in questa fase che si capisce lutilit e limportanza del sistema di linking e metatagging descritto poco sopra. Infatti, se i licenzianti delle opere hanno applicato correttamente le licenze, seguendo le linee guida per lapplicazione dei relativi metadati ai file, non sar difficile per i motori di ricerca individuare e segnalare i file di opere diffuse in rete in un regime di open licensing. Il progetto Creative Commons ha escogitato un apposito motore di ricerca che sfrutta le tecnologie di Google e Yahoo! e che di per s impostato per essere sensibile alla presenza dei metadati delle licenze Creative Commons. Se apriamo il sito http://search.creativecommons.org/, troviamo un normalissimo campo di ricerca con sotto un paio di opzioni da spuntare a seconda del tipo di contenuto che ci interessa. Queste due opzioni corrispondono agli attributi voglio risultati che possano essere usati per scopi commerciali e voglio risultati che possano essere modificati, adattati o usati come base di partenza; e permettono gli effettuare gi un primo grande filtro dei risultati sulla base delle condizioni duso.

A ben vedere, tuttavia, questa operazione fattibile anche con un motore di ricerca generico, impostando per la richiesta in modo corretto. Ci viene incontro la ricerca avanzata di Google (strumento potentissimo ma sconosciuto ai pi)10, che tra le numerose opzioni per rendere la ricerca pi precisa prevede anche il filtro diritti di utilizzo11. Non vi dunque alcun database specifico che si occupa di raccogliere e organizzare tutte le opere di questo tipo; sarebbe un lavoro abnorme, vista la quantit di materiale sotto licenza open immesso ogni giorno in rete. Questo sistema piuttosto permette che il database sia in un certo senso tutta la rete. Inoltre, come vedremo nel paragrafo seguente, ci sono alcuni siti web che si fanno collettori e contenitori di materiale rilasciato con licenze open, dunque unulteriore e ugualmente valida possibilit quella di utilizzare i motori di ricerca interni di questi siti.

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9. Principali progetti di diffusione di immagini open Fino a qui abbiamo parlato genericamente della pubblicazione di contenuti su Internet senza entrare nel merito delle svariate modalit con cui i titolari dei diritti possono operare. Coloro che non sono dotati di un proprio sito web, hanno comunque la possibilit di appoggiarsi su piattaforme appositamente pensate per raccogliere e pubblicare immagini. Alcune di queste prevedono anche lopzione del licenziamento in modalit open come servizio integrato al momento del caricamento dei singoli file o degli album. Uno dei primi ad essersi mosso in questa direzione stato Flickr, sito arcinoto tra i fotografi gestito da Yahoo!. Esso consente ai suoi utenti di scegliere allatto del caricamento delle opere se essi vogliono mantenere un regime di copyright standard (il classico tutti i diritti riservati) o se preferiscono optare per un regime pi elastico, applicando una delle sei licenze Creative Commons. Il risultato derivante dallaver concesso questa opzione come servizio integrato che attualmente esiste una sostanziosa fetta dellarchivio di Flickr popolata di opere sotto licenze Creative Commons: basta recarsi su www.flickr.com/creativecommons per visualizzare tutte le opere di questo tipo, suddivise per ciascuna delle sei licenze CC. Similmente si mosso un altro famoso progetto per la pubblicazione e condivisione di album di immagini: Picasa di Google, il quale nel 2008 ha deciso12 di supportare anchesso le licenze Creative Commons in maniera integrata. Per chi avesse gi degli album caricati su Picasa (per esempio perch dotato di un dispositivo Android direttamente connesso con Picasa), Google spiega che, qualora sintenda cambiarne i termini duso e applicarvi una delle sei licenze Creative Commons, possibile farlo attraverso le impostazioni foto. Degno di nota anche il caso del progetto Open Clip Art Library, che mira a realizzare un grande archivio di clip art rilasciate in pubblico dominio (e nello specifico con CC0) e quindi riutilizzabili per i pi svariati scopi.13 Oltre a questi servizi specificamente dedicati alla pubblicazione di immagini, ve ne sono altri dedicati pi genericamente alla pubblicazione di contenuti digitali sul web in cui comunque possibile caricare anche immagini di vario tipo e opere multimediali. Uno dei servizi pi storici e pi utilizzati (anche solo per il suo stretto legame con Wikipedia) Wikimedia Commons: immenso archivio di materiale creativo rilasciato con licenze open, che spazia dai testi ai files multimediali, ai filmati, alle immagini14. Infine non si pu tralasciare un aspetto fondamentale: quello del web

Screenshot della pagina web http://support.google.com/picasa/ bin/answer.py?hl=it&answer=94293.

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sociale. Daltronde, come molti fanno notare, in un web sempre pi orientato verso servizi social, i pi cospicui contenitori di immagini sono proprio i profili che ormai quasi tutti gli utenti della rete hanno sui principali social network: basti pensare ai milioni di immagini che vengono caricate su Facebook ogni giorno15 e al grande successo avuto recentemente da Istagram. Ovviamente, ancora prima di compiere una riflessione sulla possibilit di applicare licenze open su queste immagini, bisogna tener presente che in questi casi opportuno verificare di volta in volta i termini duso generali del social network su cui stiamo caricando il materiale. A ogni modo, entrambi i social network consentono lintegrazione delle licenze Creative Commons con il proprio profilo, in modo che i contenuti (album fotografici, filmati, documenti e post) siano rilasciati in open licensing16.

* Simone Aliprandi ha un dottorato di ricerca in Societ dellinformazione ed un avvocato che si occupa di consulenza, ricerca e formazione nel campo del diritto dautore e pi in generale del diritto dellICT. responsabile del Progetto Copyleft-Italia.it, membro del network Array e collabora con alcune cattedre universitarie; ha pubblicato monografie e libri di divulgazione, rilasciando tutte le sue opere principali con licenze di tipo copyleft. 1 Questopera rilasciata nei termini della licenza Creative Commons Attribuzione Condividi allo stesso modo 3.0 Italia, il cui testo integrale disponibile online in lettura sul sito http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/it/legalcode. 2 Motivo per cui parleremo sempre genericamente di titolare dei diritti sullimmagine senza ulteriori precisazioni. 3 Se qualcuno volesse approfondire laspetto della qualificazione giuridica delle licenze di libera distribuzione, si segnala che gran parte della letteratura di questo settore si occupata principalmente delle licenze per software; possibile comunque fare riferimento a quei principi generali e adattarli al caso delle opere creative in senso pi classico. Principalmente si veda C. Piana, Licenze pubbliche di software e contratto, in I contratti, n. 7/2006, Ipsoa; disponibile online al sito http://www.piana.eu/repository/720_727.pdf; si veda anche S. Aliprandi, C. Piana, Il Free and Open Source software nellordinamento italiano: principali problematiche giuridiche, in Informatica e diritto, n. 1/2012, Edizioni Scientifiche Italiane; disponibile online al sito http://www.aliprandi.org/pub/aliprandi_piana_ied_FOSS.pdf. 4 Al sito http://creativecommons.org/licenses/ disponibile unintroduzione generale alle sei licenze offerte da Creative Commons. Per un approfondimento sul loro funzionamento si consiglia la lettura di S. Aliprandi, Creative Commons: manuale operativo, Roma, Stampa Alternativa, 2008; disponibile online al sito http://www.aliprandi.org/manuale-cc. 5 Il testo della GFDL disponibile al sito http://www.gnu.org/copyleft/fdl.html. 6 Il testo (sia francese sia in varie traduzioni) della Free Art License disponibile online al sito http://artlibre.org/licence/lal. 7 Il sito del progetto Open Data Commons http://opendatacommons.org/. 8 Dallindirizzo http://www.costozero.org/wai/licenza.html si accede al percorso web per la composizione della licenza. 9 La pagina web di introduzione a CC0. 10 La ricerca avanzata di Google accessibile allindirizzo www.google.it/advanced_search, oppure scorrendo la pagina web verso il basso (fino in fondo) dopo aver effettuato una qualsiasi ricerca sulla versione generica di Google. 11 Se poi clicchiamo sulle parole diritti di utilizzo compare una spiegazione pi dettagliata di questo strumento e specificamente dedicata alla ricerca di immagini: Se stai cercando immagini riutilizzabili, utilizza la pagina Ricerca avanzata relativa alle immagini. Oltre alle immagini accompagnate da una licenza Creative Commons o di dominio pubblico, il filtro Diritti di utilizzo disponibile in questa pagina mostra anche le immagini accompagnate da una licenza GNU Free Documentation. Assicurati di selezionare lopzione per visualizzare solo le immagini disponibili per il riutilizzo. Quindi seleziona le caselle di controllo appropriate per indicare i risultati che desideri visualizzare: a) uso commerciale i tuoi risultati includeranno esclusivamente immagini accompagnate da una licenza che consente di riutilizzarle a scopo commerciale secondo le modalit specificate nella licenza; b) modifica i tuoi risultati includeranno esclusivamente immagini accompagnate da una licenza che consente di modificarle secondo le modalit specificate nella licenza.

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Si veda il comunicato diffuso dal team di Creative Commons nel settembre del 2008 al sito http://creativecommons.org/weblog/entry/9160. 13 Cliccando sulla sezione participate si arriva alla pagina http://openclipart.org/participate in cui viene spiegato come caricare nuove clip art. 14 Il sito del progetto http://commons.wikimedia.org/. 15 Una stima del febbraio 2012 parla di 250 milioni di immagini caricate ogni giorno. Una cifra impressionante e costantemente in crescita. Fonte: http://www.sec.gov/Archives/edgar/data/ 1326801/000119312512034517/d287954ds1.htm. 16 Per Facebook disponibile unapposita applicazione rilasciata nel maggio 2009 (a tal proposito si veda il sito: http://creativecommons.org/weblog/entry/14563); per Istagram invece possibile sfruttare lo strumento chiamato I Am CC, come spiegato in questo articolo: http: //techcrunch.com/2012/08/24/gives-your-instagram-pictures-a-creative-commons-license-with-i-am-cc/.
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