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Storia

SANDRO CAPPELLETTO

Tuttolibri
SABATO 12 NOVEMBRE 2011 LA STAMPA

1823: entra in servizio la prima tratta ferroviaria francese; 18 chilometri per trasportare il carbone dalle miniere del Massiccio Centrale alla Loira. 1830: viene inaugurata la prima linea passeggeri, la Liverpool-Manchester. Tra le migliaia di spettatori presenti, il duca di Wellington, che quindici anni prima aveva sconfitto Napoleone a Waterloo. 1831: negli Stati Uniti, lindustriale Peter Cooper, alla guida di un locomotore a caldaia, sfida un cavallo. Cooper in vantaggio, in vista ormai del traguardo, ma la cinghia della puleggia si spezza, il locomotore rallenta, si ferma, cavallo e cow-boy vincono tra gli hurrah! Nonostante la sconfitta mediatica, il nuovo cavallo dacciaio ha iniziato la sua corsa, che nel giro di pochi anni diventa un galoppo impetuoso. DallEuropa agli Stati Uniti, al Centro e Sud America, allIndia e allAsia, mentre gli inglesi progettano una linea ferroviaria da Citt del Capo a Il Cairo, che attraversi tutta lAfrica. Non verr mai realizzata. Christian Wolmar, dopo essersi dedicato alla storia della metropolitana di Londra e delle ferrovie del suo Paese, dopo aver studiato il ruolo dei treni nei conflitti moderni, allarga lo sguardo e racconta la storia ferroviaria del mondo. Un secolo di sviluppo viene interrotto, a met Novecento, dalla crisi dovuta alla comparsa di automobili e aerei. Ma da qualche anno il treno conosce un nuovo prota-

LONTANO E VICINO
ENZO BIANCHI

Quel che insegna il monachesimo


Agamben legge la regola francescana un modello che vale per la societ laica
Lisa Goitom, Francesca Pino Ferrovie per lItalia unita (Hoepli, pp. 240, 25) Un altro libro, per appassionati di treni, con foto, cartine documenti, che racconta la concessione ai privati di circa 4 mila chilometri di ferrovie sulla costa tirrenica

In treno Come le ferrovie hanno


cambiato il mondo: lesordio nel 1823

Sangue, ferro, oro: dai refrattari cowboy allOrient Express, al futuro verso cui corre lalta velocit
gonismo grazie alle linee ad alta velocit: e nessuna nazione ne sta progettando quanto la Cina. E rispetto agli altri mezzi di trasporto, come nei confronti delle linee tradizionali, lalta velocit detiene il record assoluto in fatto di sicurezza. Wolmar racconta dei disagi dovuti ai differenti scartamenti, che costringevano i passeggeri a frequenti trasbordi; informa sullevoluzione dei sistemi di frenaggio e dei motori, dal carbone al diesel alla trazione elettrica. Non mancano le osservazioni di costume: quei vagoni a due piani, il primo dotato di scompartimenti, il pi alto invece fornito solo di assi di legno e senza ripari dal sole o dalla pioggia. Era nata la divi-

E il cavallo sconfisse la locomotiva


sione in prima e seconda classe. Nel 1844 Turner dipinge Pioggia, vapore e velocit, il primo quadro ispirato al treno. E nel Petit train de plaisir Rossini esorcizza la propria paura verso il nuovo mostro. Ma le seduzioni dellOrient Express o la spettacolarit delle cremagliere andine, appassionano lautore meno degli aspetti economici e politici della ferrovia. Per costruire sono necessari grandi capitali e i principali banchieri, a cominciare dai Rotschild, sono coinvolti in operazioni di finanza che noi chiameremmo globale.

p p p p

Christian Wolmar SANGUE, FERRO E ORO trad. di Gian Luigi Giacone Edt, pp. 488, 24

Grazie ai primi carri merci gli abitanti di New York ricevono in citt latte e formaggi freschi delle campagne. Il treno unifica le nazioni, ma i costi umani sono spaventosi: del venti per cento la mortalit della manodopera - irlandese, cinese, indigena - utilizzata per costruire la ferrovia che corre lungo listmo di Panama. Per il progetto Uganda Railways il governo inglese deporta in Africa 32.000 lavoratori indiani: il giorno di Natale del 1898 i leoni ne sbranano 28. Molti resteranno, creando la prima comunit indiana dellAfrica orientale. Libero mercato o statalismo, nella gestione delle linee ferroviarie? Wolmar ricorda il degrado dei treni inglesi nellepoca del liberismo sovrano di Margaret Thatcher, ma anche le direttive della Comunit Europea sulla liberalizzazione delle reti. Rimpiange le tante tratte secondarie dismesse per ragioni di costo e annuncia Italo, il treno veloce che dal 2012 sfider le Frecce bianche rosse argento e monopoliste di Trenitalia. E conclude immaginando il giorno in cui per mancanza di petrolio saliremo tutti in treno, che rispetto ad auto e aerei ha anche il vantaggio di inquinare di meno.

ivendo ormai da quarantacinque anni in una forma di vita che si vuole inserita nella grande tradizione monastica doriente e doccidente e avendo io stesso redatto la regola che ne fissa i punti saldi, non posso che rallegrarmi delluscita del recente volume di Giorgio Agamben (Altissima povert, Neri Pozza, pp. 192, 15,00) che affronta la tematica del nesso tra regole monastiche e forma di vita a partire dalle origini stesse del monachesimo. Il sapiente percorso di Agamben mira a condurre il lettore al punto focale della sua ricerca: lanalisi attenta del fenomeno francescano e della novit che il santo di Assisi sembra introdurre additando laltissima paupertas come forma-di-vita che in certo senso soppianta la necessit stessa di una regola. In realt laccurato studio dei testi - soprattutto del monachesimo occidentale - porta lautore a una comprensione pi profonda di che cosa una regola. La riflessione parte dalla constatazione di come nei documenti monastici pi antichi vi fosse una quasi identit tra la vita e la regola. Il che non pu che suscitare una domanda fondamentale: Che cos una regola, se essa sembra confondersi senza residui con la vita? E che cos una vita umana, se essa non pu pi essere distinta dalla regola?. Considerata la radicalit di questo interrogativo iniziale, non siamo sorpresi di ritrovarne uno analogo alla conclusione dellitinerario, dopo aver esaminato la dottrina francescana delluso contrapposto al possesso dei beni ma-

teriali. Cos infatti scrive lautore nellultima delle soglie: Che cos una vita fuori del diritto, se essa si definisce come quella forma di vita che fa uso delle cose senza mai appropriarsene? E che cos luso, se si cessa di definirlo solo negativamente rispetto alla propriet?. Non sembrino, queste riflessioni, riservate agli addetti ai lavori: nel fecondo interagire di regole e comportamenti, nellintrecciarsi di norme etiche e modi di vivere quotidiani siamo tutti implicati. quella dinamica incessante che gi la regola di Benedetto nel VI secolo aveva sancito - la regola letta e interpretata dallabate in funzione di una comunit reale che a sua volta chiamata a eleggere labate - a fornire lorientamento per un cammino condiviso in una realt sociale in mutamento. E cosaltro sono i dettati costituzionali, le norme del codice civile o penale, le leggi stesse se non dei tentativi condivisi di regolare la vita di una comunit estesa quanto una nazione o addirittura un continente? Davvero pochi temi paiono oggi al centro del dibattito filosofico e sociologico mondiale come quello della comunit, realt dai molti volti - territoriale, etnico, linguistico, economico, politico, religioso - che, nella sua espressione pi semplice indica la libera convivenza stabile di pi persone: allora, in una polis che rimette in discussione ordinamenti giuridici, statali e sovrannazionali vecchi solo di qualche decennio, non affatto ozioso interrogarsi, proprio a partire da antichi testi normativi, sulla vita come ci di cui non si d mai propriet, ma soltanto un uso comune.

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