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DARIO REI

Settembre 2005

LINEAMENTI DI SOCIOLOGIA
Questa dispensa ha lo scopo di presentare la sociologia agli studenti del primo anno dei corsi di Scienze Politiche Va integrata con la conoscenza e lo studio dettagliato di -Arnaldo BAGNASCO, Marzio BARBAGLI, Alessandro CAVALLI, Elementi di sociologia, Il Mulino, Bologna, 2004 --Paolo JEDLOWSKI, Il mondo in questione. Introduzione alla storia del pensiero sociologico, Carocci, Roma,1998,2003( 7 ed.)

Sociologia e scienze della societ


Che cos sociologia Sociologia la(una) scienza della societ. La societ i) il luogo della socialit, ossia della vita sociale umana, ii) individui gruppi strutture e delle loro relazioni .

insieme di

La societ considerata dalla scienza sociologica sotto diverse prospettive. -la scala : macrosociologia:la societ nel suo insieme ; microsociologia: legami elementari e relazioni di vita quotidiana ; mesosociologia (meno frequente ) : le strutture intermedie, le organizzazioni; -il tempo :s. sincronica: la societ in un tempo dato, s.diacronica: la societ nel passare del tempo; la diacronia avvicina la sociologia alla storia: sociologia storica -il cambiamento : perch la societ permane, dura(statica sociale); perch la societ muta(dinamica sociale) -il numero : una societ,in genere nazionale; spazio ( s. comparativa). piu societ diverse nel tempo e nello

Per scienza si intende una conoscenza regolata, basata su osservazioni e teorie.L'individuo sociale non un sociologo scientifico, ma nella sua vita pratica fa sempre esperienza della societ. Questa esperienza fornisce la base della scienza

sociale. Il sociologo non pu' accontentarsi di ripetere ci l'esperienza sociale suggerisce. Come dice Peter L.Berger , Invito alla sociologia,1967, la scienza sociale deve essere oltrepassamento della vita sociale pratica, deve andare oltre ci agli individui sociali che appare "ovvio". Per pervenire a teorie sociologiche occorre formulare delle ipotesi sulle relazioni fra fenomeni osservabili, da sottoporre a prova empirica; le genaralizzazioni empiriche verificate sono la base per la formulazione delle teorie. Le -T.di medio raggio(middle-range:Merton riguardano delle aree del sociale: ad es.la burocrazia,la scienza, lorganizzazione, il potere, la comunicazione. Le teorie generali : concernono le leggi di composizione e funzionamento della societ, i modelli astratti validi per ogni tipo di societ. I metodi e le tecniche La conoscenza sociologica comporta scelte di metodi e impiego di tecniche. I metodi si dividono comunemente in quantitativi e qualitativi. I metodi quantitativi tendono a misurare comportamenti ed atteggiamenti di popolazioni e di gruppi, definendo le variabili da considerare e i valori-modalit- che esse possono assumere. Lelaborazione dei dati comporta lanalisi delle frequenze di ogni singola variabile, lincrocio(cross-tabulation) di due variabili(analisi bi-variata) o piu (analisi multivariata) e correlazioni statistiche pi complesse, che misurano la forza di relazione fra variabili e la loro causazione o interdipendenza. I metodi si applicano a tutta la popolazione(censimenti) o a campione rappresentativi della popolazione (inchieste campionarie, surveys). Le tecniche adottate sono lintervista attraverso questionario interamente strutturato(a domande chiuse con modalit predefinite) ,o semistrutturato ( con griglia di domande aperte, da fare oggetto di successiva codifica ed elaborazione). Una tecnica quantitativa anche la cosiddetta analisi del contenuto( classificazioni di quanto compare sui giornali, alla televisione, per tempi,temi, sequenze ecc.) Sono qualitativi i metodi che utilizzano informazioni di carattere narrativo e ne danno delle interpretazioni. Questi metodi raccolgono e tipizzano informazioni su comportamenti atteggiamenti ecc. attraverso il contatto personale diretto e indiretto con individui, gruppi, comunit. Strumenti tipici sono: -osservazione partecipante(aperta/coperta) -raccolta delle storie di vita(life-histories), narrata direttamente o secondo una traccia prestabilita -uso di documenti personali(es.lettere) -altre tecniche come lo shadowing , i focus groups , gli esperimenti etnometodologici. Un esempio di impiego dei metodi la sociologia applicata alla analisi dellopinione pubblica.Essa impiega sia metodi quantitativi( sondaggi su campioni

rappresentativi della popolazione ) sia metodi qualitativi, ad esempio i focus groups. I focus groups sono piccoli gruppi di discussione tematica, che fanno emergere gli orientamenti le aspettative, le visioni, di segmenti di popolazione ritenuti portatori di opinioni significative. Sociologia e scienza

In che senso e modi la sociologia una scienza? Per rispondere a questa domanda utile ripercorrere la ragioni storiche di affermazione della scienza moderna, che stata innanzi tutto filosofa naturale , ossia scienza della natura. Il sociologo Robert King Merton, nel lavoro giovanile(1938) tr.it. Scienza, tecnologia e societ nellInghilterra del XVII secolo, Angeli,Milano 1975) riprendendo Weber rileva la forza legittimante delletica puritana nel promuovere la conoscenza della natura: per un fine religioso (testimoniare la gloria del creatore) e un fine pratico( costruire dispositivi, macchine e artifizi tecnici a servizio della emergente borghesia mercantile. L affermazione del sapere scientifico e tecnologico attraverso lindustria favorisce la laicizzazione delle istituzioni politiche ed amministrative. Nello stesso verso andr la formazione della sfera pubblica e della pubblica opinione; e poi la diffusione della istruzione obbligatoria e della formazione professionale, come requisiti funzionali per la costruzione di una classe lavoratrice competente per i nuovi compiti produttivi. Da Merton la sociologia della scienza deriva i temi dellethos ( valori che orientano e controllano lattivit degli scienziati),della comunit scientifica( gruppo di pari autoregolata) e della democratizzazione(la scienza come forza di cambiamento in una societ aperta allinnovazione). Lo storico della scienza Thomas S.Kuhn ha ripreso il concetto mertoniano di paradigma e ne ha fatto il criterio per distinguere le fasi normali di vita del sapere scientifico(la scienza normale contenuta entro il paradigma) e la fasi delle rivoluzioni la rottura in astronomia tra Tolomeo e Copernico:v.T. Kuhn La rivoluzione copernicana, tr.it. Einaudi,1972). Ci significa che la comunit scientifica gestisce la scienza normale, e ne determina i confini, le anomalie e i cambiamenti secondo logiche interne: non si darebbe scienza, se il giudizio cognitivo venisse demandato allesterno della comunit degli specialisti, per esempio nel potere politico, religioso, economico. La contestazione degli anni 60 e 70 propose una immagine sociale t negativa della scienza, come apparato sociale di potere e consenso ideologico. Bourdieu (The specificity of the scientific field and the social conditions of the progress of reasonin Social Science Information,n.14,1975) delinea cos la scienza come un campo sociale che specificamente orientato alla conoscenza, ma non si sottrae a strategie di controllo, carriera e potere. Nella societ contemporanea secondo B., ormai prevalente lobiettivo di contenere linnovazione entro i limiti del capitale scientifico dominante; il paradigma non ammette pi rivoluzioni. Sociologia come scienza

L ultimo Bourdieu ricupera la distinzione fra il contesto della scoperta( come e per quali vie uno scienziato giunge a formulare la sua verit) ed il contesto della giustificazione(su quali basi la verit scientifica viene sostenuta ed accettata). In Il mestiere di scienziato, tr.it. Feltrinelli Milano,2003( il corso tenuto al Collge de France nel 2000-2001 l ultimo lavoro di B. morto nel 2002) B. sostiene che la verit un prodotto umano e si genera nel tempo e nella societ, ma da ci non si ricava n una idea trans-storica della verit scientifica n una visione relativista . Infatti , se da un lato la produzione di conoscenze deriva dal gioco di forze in scontro, dallaltro il prodotto(la scienza) una costruzione che fa emergere una scoperta irriducibile alle condizioni sociali che lhanno resa possibile(p.90). Il prodotto della scoperta, essendo irriducibile alle condizioni sociali che lhanno resa possibile, fa emergere delle verit, che non sono assolute, cio trans-storiche, ma neppure storicamente occasionali cio assolutamente relative. E lidea che la verit scientifica sia relativa (agli sforzi per produrla) ma non relativistica( ossia dipendente in modo totale dalla storia e da poteri esterni alla sua produzione. Anche in sociologia si di continuo chiamati a distinguere fra sapere dopinione e sapere fondato(se non si vuole accedere al mot desprit secondo cui il sociologo parla di cose che tutti sanno in un linguaggi che nessuno capisce). Se si contesta alla sociologia lo statuto di scienza perch: i) si pensa che una conoscenza scientifica della societ e delluomo-che-vive-insociet non sia realmente possibile (era la posizione tradizionale dellidealismo italiano, per esempio di Benedetto Croce) ; oppure ii)si pensa che tale conoscenza si dia attraverso altre scienze, ad esempio leconomia; scienze che in genere negano l esistenza di un oggetto sociale distinto dallazione degli individui : there is not such a thing as society-. E una posizione critica che risente di un pregiudizio ideologico , in quanto considera il mero riconoscimento dell oggetto societ come equivalente alla affermazione di una specifica filosofia politica su un certo dover-essere sociale. Come se il giudizio di fatto(esiste una societ) fosse un giudizio di valore ( tale societ deve essere costituita in questo e questo modo). Vale per la sociologia il principio della autonomia condizionale del sapere scientifico: valore che deve essere tenuto al riparo da ingerenze (a base religiosa, politica, religiosa, mercantile) , che pretendono di dettare dallesterno le condizioni della verit scientifica, senza rispettare il metodo ed il linguaggio che sono essenziali al discorso scientifico stesso.Ci significa respingere lidea della inferma scienza( termini con cui Benedetto Croce liquidava la sociologia di matrice positivistica) senza negare che essa appartenga al novero delle scienze imperfette(non-esatte), che possono anchesse servire. E che tra le sue fonti, oltre a quelle fornite dalla ricerca empirica e dalla teorizzazione,figurino anche fonti non convenzionali, ossia prodotte da attori sociali, gruppi e movimenti,dinamiche dell opinione pubblica e della societ civile,nei loro processi di formazione storica.

La genesi della sociologia fra Sette e Ottocento


Prima di essere scienza di osservazione, la sociologia stata riflessione teorica ed analisi della societ uscita dalle due rivoluzioni della modernit: a) la rivoluzione economica: industria manifatturiera e capitalismo industriale(Inghilterra 1780-1830); b) la rivoluzione politica, nelle sue due versioni: liberale costituzionale federale( Stati Uniti di America, 1776-1865, fine della guerra di secessione); repubblicana democratica nazionale(Francia 1789-1848). Gli autori classici della sociologia si collocano nel periodo 1770-1890 Per Adam Smith(La ricchezza delle nazioni,1776), la societ un aggregato di individui che perseguono il proprio interesse sulla base delle proprie preferenze. Dall'azione aggregata di individui "egoisti" deriva il benessere collettivo(principio della mano invisibile). La convivenza sociale si fonda sulla naturale simpatia fra gli individui e sulle regole di ordine, che vanno garantite dal potere pubblico a difesa delle libert naturali fondamentali degli individui : di pensiero religione propriet e contratto. Jeremy Bentham proseguendo Smith nell utilitarismo , sostiene che alla base della convivenza sociale vi il perseguimento della utilit individuale(massimizzazione del benessere e diminuzione della infelicit).L'utilit sociale la massima felicit possibile del maggior numero possibile di individui. Il concetto di societ industriale si deve a Saint Simon(1825) .Il suo allievo Comte nel positivismo prevede l'ordine sociale futuro apportato dalla societ industriale . L'industria il prodotto del passaggio della conoscenza umano allo stadio scientifico ossia positivo.La sociologia lultima delle scienze: scienza positiva della societ(fisica sociale), che fonda una nuova morale sociale : umanitaria e cosmopolitica. La nuova societ sar governata da industriali scienziati e organizzatori , capaci di combinare i principi di ordine stabile e di progresso dinamico. Nel XX secolo questa prospettiva sar chiamata tecnocrazia. Al positivismo comtiano risale linteresse per il rapporto fra progresso delle conoscenze e mutamenti dellordine storico-sociale, che configura la sociologia come scienza sociale dellindustrializzazione a base scientifica. A.De Tocqueville (De la democratie en Amerique,1835 ) considera luscita dall Ancien Rgime aristocratico come lavvento di una democrazia di individui in competizione fra loro . La terra tipica di questa democrazia di massa sono gli Stati Uniti, in quanto societ di emigrati di provenienza europea che si pone fuori dei tradizionali schemi di deferenza e gerarchia .Negli Stati Uniti piu' forte rispetto all' Europa l'impatto dell' associazionismo volontario e piu' debole la sovranit centralizzata dello stato.Tocqueville denuncia anche i rischi di una tirannia dell opinione ,ossia di un conformismo che comprime le minoranze politiche e culturali.

Ferdinand Toennies(1887) considera l'avvento della societ moderna come un passaggio dalle relazioni sociali di comunit ( Gemeinschaft) a relazioni sociali di societ (Gesellschaft). Nella comunit, le relazioni sono dirette, primarie, faccia a faccia.La volont dell'azione dominata dal sentimento.L'appartenenza ingloba gli individui in entit chiuse: villaggio rurale, chiesa, etnia. Nella societ, le relazioni sono indirette, la volont riflessa e calcolante.L appartenenza frammentata per cerchie, come nello stile di vita urbano. Le istituzioni economiche sono il mercato ed il commercio, il diritto generale imposto dallo stato nazionale abolisce le consuetudini locali frutto della tradizione. La formazione della societ moderna Sinteticamente possiamo dire che oggetto tipico della sociologia la societ industriale. Essa lesito di un cambiamento avvenuto in primo luogo nella dimensione economica: progresso tecnologico, organizzazione di imprese, crescita della produzione manifatturiera ,del reddito, dei consumi ecc. La societ industriale segna lavvento del mercato, come istituzione economica che si separa dalle altre istituzioni sociali (famiglia, comunit, chiesa, politica ecc.) e si rende sempre piu autonoma dalle altre istituzioni. Questo non abolisce ma rende marginali le forme di relazione economica che precedono il mercato o se ne scartano : autoproduzione, baratto, dono, furto, rapina, distribuzione diretta da parte della comunit, assegnazione da parte di un governo. Il mercato fondato sullo scambio di beni e servizi che assumono la forma di merci, e si effettua senza vincoli precostituiti di natura sociale e politica. Per Weber, il mercato capitalistico il risultato di una peculiare etica dellimpresa e del lavoro, che deriva dal protestantesimo del XVI-XVII secolo, e si via via separata dalla sua matrice religiosa . Per Hayek il sistema piu efficiente di informazione e regolazione delleconomia, in ogni caso il modo piu pratico di procurarsi beni e servizi utili. Per altri un dispositivo tecnico , moralmente innocente o non in contrasto con le norme delle principali religioni (V. Luciano Gallino, Mercato e societ, in Enciclopedia del Novecento, suppl.II Volume XI,pp.200-211). L industrializzazione parte di un cambiamento strutturale detto modernizzazione, che si presenta sotto tre dimensioni connesse: -economica; politica: unificazione del territorio e dei mercati interni da parte degli stati nazionali ;unificazione giuridica e burocratica; regolazione dei commerci internazionali; guerre di indipendenza nazionale e guerre di conquista coloniale; culturale: secolarizzazione delle tradizioni mitico-religiose, affermazione del sapere scientifico e tecnologico, diffusione della scuola e della formazione professionale, formazione della sfera pubblica e della opinione pubblica. Una societ tanto pi modernizzata quanto p : complessa, urbana, industriale, con forte divisione del lavoro, con un controllo sociale formale di leggi e amministrazioni. Eterogenea del punto di vista culturale, orientata al futuro,d valore al cambiamento, ha fiducia nel divenire storico che concepisce come progresso.

In base a questi criteri diventa plausibile chiedersi quanto la societ attuale sia(sia ancora,stia divenendo)moderna o modernizzata.

Lessico sociologico
Cultura Risale a Tylor(Primitive culture, 1871) lidea che la cultura di una societ un insieme di modi di conoscere, sentire e agire, che si manifesta soprattutto nelle abitudini condivise(folkways, mores). La cultura adatta gli individui al loro ambiente (naturale e sociale) in quanto fornisce loro delle risposte stabili e istituzionalizzate ai problemi dell'esistenza. Essa inserisce gli individui nell' orizzonte simbolico tipico della loro societ,offre una visione-del-mondo, un ethos generale di comportamento. Elemento culturale molto importante il linguaggio che filtra il rapporto con il mondo esterno(si pensi alla terminologie di parentela, dei colori, degli oggetti, dei nomi di divinit ecc.). Gli elementi di fondo di una cultura sono i simboli ed i valori.I simboli esprimono in modo elementare e facile a percepirsi i tratti di identit profonda (simboli di fede religiosa, di sovranit, di appartenenza ecc.). I valori sono conoscenze e giudizi socialmente condivisi su bene-male, giusto-ingiusto, bello-brutto, utile-inutile, desiderabile-non desiderabile: i valori indicano agli individui le mete condivise ed approvate dalla societ. Possono essere comuni a tutti gli individui, o essere propri di gruppi e sezioni particolari della societ. Quanto piu' una societ eterogenea, diversi sono i sistemi di valori che caratterizzano individui e gruppi e nasce il problema della coesistenza di valori(politeismo dei valori diceva Weber). La cultura puo' pervadere in modo omogeneo una societ(c.totale); pu imporre la visione di un gruppo dominante ad altri gruppi subalterni(c.dominante, c.subalterna). La cultura di un gruppo particolare, che condivide la cultura sociale piu' ampia, detta subcultura; pu essere a base territoriale, professionale, ideologica, di generazione ecc.). Lincontro fra portatori di differenti culture produce assimilazioni ( il caso dei popoli colonizzati), oppure conflitti , adattamenti reciproci , ibridazioni(il meticciato culturale), reazioni identitarie. Quando nel confronto fra diverse culture, i valori di una sono presi come metro di misura dei valori di altre,abbiamo le forme di etnocentrismo. Quando si ammette che i valori hanno validit solo per chi li condivide entro una data cultura, abbiamo le forme di relativismo. Esistono valori universali, cio presenti in tutte le culture(universali culturali)? La domanda assume grande rilievo in un contesto di globalizzazione. Valori e norme

Le abitudini sociali si consolidano attraverso le norme (le norme formali e scritte, le leggi sono un tipo di norma sociale). Le norme sono interiorizzate dagli individui e modellano il loro comportamento. Esse rendono piu' prevedibili i comportamenti degli individui, propri e altrui(esempio:i contratti). Pu accadere che gli individui le seguano non perch le abbiano interiorizzate, ma perch temono le sanzioni della violazione. Le norme sono pertanto prescrizioni che obbligano- vietano- consentono di agire in un determinato modo. Mentre i valori riguardano le mete, le norme riguardano i mezzi del comportamento sociale. Insieme, valori e norme compongono i modelli normativi di una societ. Vi sono norme costitutive( le grandi regole del gioco sociale, che esprimono direttamente i valori); regolative di attivit definite); distributive, che assegnano o prelevano risorse sociali(le norme tributarie ad es.) .Le norme possono essere esplicite e formali (i codici di leggi ) o implicite (il "si fa o non si fa cos"). Vi sono norme che riguardano l'intera societ(tipicamente, le leggi) e norme proprie di specifici gruppi(codici deontologici di una professione, codici d'onore di associazioni). Istituzioni Le istituzioni sociali sono dispositivi permanenti che danno stabilit alla societ: famiglia, mercato, governo, stato, religione, scuola, scienza, difesa, giustizia, sport ecc. Le funzioni positive delle istituzioni sono : l'apporto alla coesione e stabilit sociale, la riduzione dell' incertezza, la regolarit delle interazioni, la prevedibilit del comportamento ecc. Speculari le funzioni negative: scarsa innovazione, difficolt di adattarsi a spinte esterne, prevalenza del controllo(ad esempio nelle cd.istituzioni totali studiate da Goffman).

Comunicazione
La comunicazione come processo socioculturale Rilevante importanza nella produzione, diffusione e circolazione della cultura sociale hanno avuto ed attualmente hanno i processi di comunicazione. La comunicazione un processo sociale, fondato sull esistenza di codici che consentono la produzione simbolica dei messaggi ed il loro riconoscimento, di mezzi che consentono la produzione fisica dei messaggi e la loro diffusione. La comunicazione veicola informazione, instaura delle relazioni, esercita una azione (intenzionale e non) di influenzamento del comportamento sociale. (Fausto COLOMBO, Atlante della comunicazione, Hoepli,2005,pp.414)

Questi diversi aspetti si ritrovano nei modelli elaborati dalle diverse scienze della C. la misura dellinformazione data dalla sua Per gli scienziati dei segnali improbabilit: quanto pi frequente, tanto meno una informazione ricca; la quota inutile dell informazione chiamata rumore, o ridondanza. Nella comunicazione sociale la ripetizione e la frequenza sono invece veicoli di riuscita, influenza, collegamento. La legge di Zipf(o principio del minimo sforzo) sostiene che un contenuto tanto pi si diffonde quanto pi probabile, ossia povero di informazione inattesa. Da qui luso di repertori linguistici molto semplici, parole di uso molto frequente, meccanismi emozionali elementari ecc.. Lo zipping la tecnica che consente la compressione dellingombro fisico dei files trasformando segnali analogici in segnali digitali- digit cifra Per la linguistica (Roman Jakobson), latto di comunicazione mette in relazione sei variabili: emittente:chi formula il messaggio usando i codici; ricevente: chi decodifica usando i propri codici; messaggio:ci che viene codificato codici (simbolici): non verbale( corpo,gesto), verbale( orale, scritto), iconico, multiplo(audio-visuale) canale(fisico): attraverso cui si trasmette e si riceve il segnale:contatto diretto (faccia a faccia, discorso in pubblico), contatto indiretto (telefono,telegrafo); telecomunicazione(stampa,affissione, radio,tv,rete) contesto(situazione). Il codice stato definito da Saussure lingua,cio risorsa collettiva, il messaggio parola ossia atto individuale. Rientrano nelle scienze linguistiche della comunicazione gli studi sulla semiotica(la cultura come sistema di segni che si comunicano) e sulla retorica(le tecniche del comunicare volte a persuadere convincere condizionare) La prospettiva psicosociologica ( Paul Watzlawick,Pragmatica della comunicazione) analizza gli scopi dell emittente( a che fine comunica ;lo scopo non necessariamente intenzionale ) e le conseguenze sul comportamento : il principio generale non si pu non comunicare. La diffusione della comunicazione sociale La comunicazione assume, nella storia della stessa societ e nel confronto fra societ umane diverse, una variet di forme e modalit che consentono di tracciarne la genealogia. societ illetterate: oralit senza scrittura invenzione della scrittura(prima) e (decisivo) dellalfabeto(invenzione fenicia a scopo di contatto commerciale) societ a scrittura rara( persistenza delloralit, analfabetismo, distinzione fra i colti e gli incolti, diffusione della iconicit: medioevo cristiano)

invenzione della stampa della scrittura, diffusione della alfabetizzazione,giornali, formazione della opinione pubblica,industrializzazione invenzione dei media di telecomunicazione: telegrafo, telefono,radio(dalla met dell 800) mass media classici radio, cinema, televisione(1910-1960) new media interattivi: computer,web internet (dal 1970 a oggi)

Guardando la comunicazione nei termini del rapporto emittenti pubblici, possiamo distinguere varie forme sociali colta o di elite: pochi che comunicano a pochi altri (soprattutto attraverso scrittura e stampa) contenuti di elevato valore culturale popolare: circolazione diretta (in genere orale) di contenuti di limitato valore culturale, entro comunit sociali ristrette di massa: pochi emittenti comunicano a vasti pubblici, con mezzi audiovisuali di telecomunicazione, contenuti eterogenei, in genere prodotti secondo livelli culturali e gusti dei pubblici stessi (pubblico una molteplicit di individui che hanno interesse per un certo argomento, programma, evento). Le conseguenze culturali della comunicazione Nel mondo della comunicazione sociale troviamo oggi fenomeni eterogenei come il cinema,il design leditoria libraria, i giornali, Internet, la moda, la musica popolare, la radio, il teatro, il telefono,la televisione, insomma lambiente culturale del nostro tempo. Marshall McLuhan, primo teorico del cd villaggio globale , sosteneva che il medium non ha dei contenuti ma il contenuto(il medium il messaggio). I media classici funzionano secondo registri emotivi semplici, quali paura seduzione soggezione(stupore), divertimento, orrore. La pervasivit dell ambiente mediatico ha come principali conseguenze sullambiente di vita: -la trasgressione dei confini culturali tradizionali ( fra mercato dei beni e servizi mercato simbolico , mercato politico ) -la spettacolarizzazione della vita (societ dello spettacolo(Debord), cultura dei simulacri (Baudrillard) Grande importanza assume la produzione di immagine. Immagine la percezione che si ha di una determinata realt(individuo, organizzazione ecc.) come esito di comunicazioni. La cd finestra di Johari distingue quattro immagini, che derivano da chi la attribuisce ( noi/altri)e da che cosa attribuisce (parte esplicita/parte nascosta): i, ci che noi immaginiamo di noi stessi ii, limmagine che gli altri hanno di noi e che noi conosciamo, iii, ci che solo noi immaginiamo di noi a insaputa di altri iv, ci che gli altri immaginano di noi a insaputa nostra. Limmagine lequivalente mediatico del prestigio sociale,dello status che nel passato si attribuiva a caratteristiche personali degli individui ed ai ruoli sociali ricoperti. Oggi ciascuno avrebbe diritto al suo quarto dora di notorietper via

mediatica(A.Burgess; la sindrome del grande fratello non nella declinazione orwelliana, il potere di controllare, ma in quella narcisistica, la facolt di esibirsi). ( Cristiano Castelfranchi Che figura.Emozione e immagine sociale,Il Mulino,2005)

La socializzazione
La socializzazione indica i processi nei quali gli individui interiorizzano individui elementi della cultura (valori, norme, competenze) , che li rendono "individui sociali"?Gli elementi appresi si integrano alla personalit individuale e generano le disposizioni permanenti (habitus:Bourdieu), che producono comportamenti e pratiche. Gli apprendimenti di cui la socializzazione consiste sono regolati da diversi meccanismi -stimolo-reazione , imitazione( behaviorismo, Pavlov) -prova e tentativi(trial-and-error) -costruzione di mappe mentali( cognitive,emotive) -identificazione con altri significativi(genitori, coetanei, eroi culturali,divi ,sportivi, :G.H.: Mead) -rielaborazione individuale(cumulativa, selettiva, creativa) I modelli normativi della socializzazione sono forniti all'individuo in primo luogo dagli ambienti a cui appartiene (ambiente di appartenenza : educazione contadina,operaia, borghese, aristocratica ecc.). Poi da quelli a cui (lindividuo o altri per lui) aspirano di appartenere(ambienti di riferimento: non sempre cos conosciuti per esperienza diretta, talora imitati nelle forme piu superficiali ed esteriori:v. Molire Les precieuses ridicules). . La famiglia e la classe sociale di appartenenza condizionano i livelli di aspirazione degli individui e modellano la loro propensione a permanere nella condizione in cui si trovano( accontentarsi del proprio status, mantenere legami radici e tradizioni, essere allaltezza della propria condizione) oppure ad intraprendere processi di mobilit sociale.(avere successo,fare fortuna, dare la scalata al vertice ecc.) Fasi e agenzie della socializzazione Nelle diverse fasi della vita, la socializzazione primaria(famiglia, scuola); secondaria (formazione ai ruoli adulti lavorativi e famigliari);terziaria( passaggio dalla vita lavorativa alla terza et attiva). Anticipatoria, quando prepara ad ambienti sociali diversi dai propri(ad esempio nei processi migratori). Risocializzazione il processo che adatta l'individuo a passare da una condizione socialmente negativa ad una condizione diversa e migliore(per esempio nei processi di uscita dalla tossicodipendenza, dal carcere ; o in modo meno totale, il passaggio (riconversione) da una sfera di attivit economica ad unaltra.

Operano in ogni fase e con diversa efficacia le agenzie di socializzazione: la famiglia, la parentela, la scuola, il gruppo dei pari ,le chiese, le associazioni, le aziende, i media. Quindi il processo di socializzazione non ha mai una coerenza totale, perch le diverse agenzie operano in modo piu o meno consonante o dissonante o, e producono integrazioni e/o conflitti famiglia vs.scuola, scuola vs.lavoro, insegnanti vs.gruppo dei pari ecc.. Anche lindividuo puo essere agente della sua socializzazione. Cio si apprende /disapprende per esperienza,segna nel corso della vita un itinerario che irreversibile(soprattutto per quanto concerne la socializzazione primaria) ,ma anche ristrutturabile da parte dellindividuo.(Una testimonianza letteraria di ci sono i romanzi di formazione (Bildungsroman). La socializzazione mediata quella realizzata da agenzie formali, che propongono modelli normativi coerenti, fondati sulla trasmissione di un patrimonio socioculturale certo e definito. In essa forte lidentificazione con la classe di provenienza, ed efficace limpatto del capitale culturale famigliare. Questo stile di socializzazione si basa sulla forte identificazione dei soggetti con il proprio ambiente sociale di appartenenza . Si attende che i valori socioculturali trasmessi siano interiorizzati da parte dei destinatari, e svolgano una azione orientativa e filtrante nei confronti degli ambienti informali e della esposizione ai media. La socializzazione immediata avviene attraverso lesposizione ad agenti informali, il gruppo dei pari, i media, la Rete. Ha un carattere piu intermittente, e basato su aggregazioni spontanee e caotiche. La socializzazione mediata piu organizzata e stabile; puo limitare lautonomia per eccesso di direttivit, incoraggiare il ritualismo e il conformismo. La socializzazione immediata favorisce flessibilit e prontezza agli stimoli, pu determinare instabilit e disorientamento, debole interiorizzazione di norme. (V.Mario MORCELLINI, Socializzazione :ultima fermata! Formazione modernit mass media, in Studi e Informazioni IRRES,n.17,1994,pp.7-19; anche in Passaggio al futuro,Angeli,Milano 1998) Loscillazione fra i due stili di socializzazione connota in particolare il rapporto fra generazioni giovani e agenzie educative. Un Rapporto Fondazione Censis(,ottobre 2002), divide la popolazione italiana in 5 gruppi di utilizzatori -marginali(9,1%) : 1 media(nel 99,2% tv) per abitudine e compagnia -poveri (37,5%) :2-3 media, rapporto costante (nel 29% esclusivo) solo con tv,per abitudine,svago, interesse -medi (36,5%) :4-5 media, usati normalmente, centrale la televisione(per svago, informazione) -onnivori (14,8%) : 6-7 media (98,7% tv, 78% giornali quotidiani 70% internet): soprattutto giovani maschi adulti -pionieri( 2,3%) :tutti i media (99,1% radio e quotidiani,98,2% tv, 97,2% computer) Le conseguenze della ampia esposizione giovanile ai media analizzate in G.Roberti, Mediamente giovani,Bulzoni,Roma,2005 prefaz.di M.Morcellini sono le seguenti : caduta delle dimensioni di impegno pubblico,politico, associativo formale; centralit della dimensione emotiva e sentimentale legami deboli mantenuti con

segnali scambiati via cellulare e chat line, , ubiquit della musica, prevalenza delloralit sulla scrittura pesante. La condizione giovanile si connota come uttile e mimetica, ma anche confusa e ripiegata sul presente(Diamanti). Cio problematico per i nuovi adolescenti un po afasici un po insolenti(Charmet) se sono lasciati pi soli nell affrontare i compiti della loro socializzazione. Generazioni e corsi di vita Le generazioni (e di conseguenza i gruppi di pari et) sono definite dal modo in cui una societ segmenta e scandisce il ciclo di vita dei suoi componenti. Un problema tipico della societ moderna a che et si entra nella fase adulta della vita. Le modificazioni del corso di vita socialmente definito spingono in alto nell et la giovinezza , intesa come la fase della vita che non comporta assunzione piena e definitiva di ruoli adulti, lavorativi e famigliari Nelle ricerche italiane degli anni 60, i giovani erano compresi fra 13 e 21 anni(allora soglia della maggiore et). Nelle ricerche del gruppo di Pavia(met anni 80)e IARD, i giovani sono compresi fra 15-16 anni e 24-25 anni(let maggiore era stata nel frattempo portata a 18 anni) L Osservatorio del Mondo Giovanile del Comune di Torino considera persone fra i 14 ed i 29 anni. Vi sono provvedimenti economici( sui giovani agricoltori o i giovani imprenditori) in cui si giovani fino ai 40 anni. L adolescenza la fase della giovinezza caratterizzata da un accellerato processo di cambiamento e crescita(fisica, psicologica, relazionale). Se la giovent sempre stata tempo di crisi dellidentit (Erikson), l adolescenza tempo di identit imperfette. Il venir avanti dellet(the coming of age di cui parlava Margaret Mead nelle sue ricerche in Samoa) apre un cambiamento faticoso e denso di incognite che chiama gli individui ad una pluralit simultanea di compiti tutti necessari: sviluppare identit personale, entrare in nuove relazioni con i coetanei, ridefinire i rapporti con gli adulti significativi, definire i propri ruoli nella societ generale. Possiamo distinguere una fase mista infanzia-adolescenza(11-13 anni) una fase di prima adolescenza(14-16), una fase adolescenza-giovinezza(17-20 anni) Due rappresentazioni contrapposte delladolescenza: -gli adolescenti sono pochi, ed attirano minor impegno di intervento istituzionale ed educativo --gli adolescenti sono pochi, importanti e preziosi,da coltivare con cura. Tanto la prevalente aggregazione per ambiti informali (gruppi spontanei piccole compagnie) come lafflusso a non luoghi di massa( centri commerciali, discoteche, incontri sportivi musicali ecc.) segnalano lindebolirsi dei processi di identificazione radicata e locale. Diventa piu difficile, per un associazionismo con missione definita, agire secondo progetti espliciti trovare udienza ed esercitare impatto. Tra

socializzazione immediata e mediata si ampliano i terreni di intersezione, connessione debole, risonanza indecifrabile. Il passaggio alla fase di prima adolescenza coincide con la fine della scuola media dellobbligo e con le scelte successive di ordine scolastico, famigliare e lavorativo. Sul piano fattuale, i percorsi tipici sono tre:

-prosecuzione degli studi in carriere lunghe, con sbocco scolastico posticipato , in sede scolastica lontana da casa -prosecuzione degli studi in carriere brevi, con sbocco lavorativo diretto,in sede scolastica o di formazione professionale prossima a casa -accesso diretto al lavoro attraverso forme di apprendistato, lavoro famigliare -si aggiungono i cosiddetti invisibili che non sono pi a scuola non sono ancora al lavoro, risultando tuttal piu iscritti a liste di collocamento .In questa sottopopolazione si concentrano i rischi di una esclusione sociale precoce. Il capitale sociale e culturale posseduto dalle famiglie condiziona le scelte dei percorsi successivi, influenza gli esiti di rendimento motivazione successo o gli insuccessi ed eventuali disagi. Comportamenti a rischio sono episodi relativi a: suicidio, tentato suicidio;-fuga e tentativi di fuga;-anoressia bulimia, patologie del comportamento alimentare;comportamenti stradali spericolati , incidentalit procurata;-dipendenza da sostanze Traccia di questionario per una indagine sulla condizione degli adolescenti nel territorio Famiglia -E ancora vitale la vecchia famiglia rurale, o gi tipica anche in questo territorio la famiglia nucleare del mondo industriale? o una forma intermedia fra le due? -Si tratta di famiglie capaci di attivare e mantenere stabili reti di relazioni allesterno, nella comunit locale e nel territorio ?La parentela e ancora importante? -La missione della famiglia e intesa soprattutto a a trasmettere dallalto beni economici, valori culturali e principi di autorit o ha una dimensione interna piu contrattuale ? o si tratta di una famiglia disorientata, che tende a chiudersi ed ha difficolt a gestire il proprio inserimento nel contesto locale? Sociabilit Gli adolescenti sono interessati ad aggregarsi per ambiti informali(gruppi spontanei, bande, piccole compagnie ) o fanno ricorso a forme organizzate, quali associazioni , societ sportive, circoli, gruppi di volontariato ecc? Al gruppo dei pari viene assegnato un forte valore ? E un luogo di esperienza stabile, con forte capacit di identificazione e inclusione o luogo di sperimentazione aperta da cui e facile entrare ed uscire?

Che presa hanno aggregazioni di massa , come discoteche, incontri sportivi, concerti ? Le occasioni di impiego del tempo libero in complesso sono ritenute gratificanti o no? Marginalit Sono presenti situazioni di marginalit come: Famiglie povere, prive di lavoro, con abitazioni insufficienti,con problemi di integrazione etnica e sociale? Famiglie assenti o pericolose, in cui si richiede linserimento di bambini ed adolescenti in servizi alternativi(residenze,c.all.,affidamento ecc.)? Situazioni di povert visibile anche attraverso abitazioni inadeguate, sovraffollate non igieniche? Famiglie immigrate con difficolt legate alla integrazione nel nuovo contesto ed al rapporto con il territorio di provenienza? Percorsi sociali Quale la dotazione di capitale culturale delle famiglie ( libri, accesso alle informazioni, uso del computer, conoscenza delle lingue straniere ecc ? Come si riflette nelle scelte su scuola, formazione professionale , lavoro?

Nella scelta successiva alla fine della scuola media, quanto contano i fattori oggettivi-economici delle famiglie e quanto lattenzione verso interessi e propensioni dei singoli ragazzi? Quali aspetti del lavoro futuro le famiglie vorrebbero evitare ai propri figli? L ambiente sociale Il fatto di vivere in un territorio che invecchia modifica la condizione dei bambini e degli adolescenti ? li rende piu importanti e preziosi o piu marginali e lontani? Esistono sul territorio particolari elementi di svantaggio, in ordine alla mobilit, ai trasporti ed agli accessi ai servizi? Il territorio quali risorse offre per la vita di relazione,il tempo libero,la cultura?

Chi affronta problemi come la dispersione scolastica, l uso educativo del tempo libero, la partecipazione dei giovani nella comunit locale? Esistono forme di collegamento fra servizi operatori del settore associativo-volontario? . sociali istituzioni scolastiche ,

Devianza
Devianza e conformit Il controllo sociale l'insieme dei dispositivi con cui una societ controlla laderenze o gli scarti dei comportamenti individuali rispetto ai modelli normativi . Si definisce conforme il comportamento sociale che corrisponde alle norme , difforme quello che non vi corrisponde, deviante quello che trasgredisce norme, specialmente di divieto. Strumenti del controllo sociale sono i premi (incentivi) e le sanzioni(punitive). Le sanzioni sono: totalmente interne(ad es.senso di vergogna), esterne ma informali(maldicenza, evitazione), formali ed esplicite( inflitte da autorit). Queste ultime hanno contenuti fisici( punizioni corporali), economici ( ammende multe), di relazione sociale (reclusione, esilio) simbolici (scomunica rieducazione). La pena ha nelle diverse societ valori diversi e variabili nel tempo, che vanno dalla spettacolarit esemplare (la pubblica esecuzione) alla privazione afflittiva della libert personale (il carcere), allobiettivo del reinserimento sociale(pena riparativa o restitutiva). La devianza ha diverse spiegazioni sociologiche: -statistica: nessuna norma puo' essere rispettata dal 100% di una popolazione(Durkheim: comportamento normale e comportamento patologico); -funzionale: una norma pu essere violata, ma la sanzione della violazione rinforza il valore di cui la norma espressione; -culturale: chi appartiene ad una subcultura o altra cultura applica le norme di quella cultura che sono in contrasto con le norme della societ prevalente ( Cohen Delinquent boys spiega la devianza giovanile come appartenenza a bande che sono un contesto subculturale) - interazionistica: il comportamento non ha una normativit sociale oggettiva, ma a seconda dei contesti di relazioni, pu ricevere l' etichetta (label ) di comportamento deviante e lo stigma conseguente(H.S.Becker : Outsiders).Lindividuo che lo pratica assume letichetta e viene immesso in una "carriera morale" deviante.

Sociabilit
La sociabilit indica i modi in cui gli individui si aggregano tra loro in forme sociali riconoscibili relativamente stabili. Fra tali forme troviamo le famiglie,i gruppi, le associazioni,le reti. a)Le famiglie. Una famiglia include piu' generi e piu' generazioni, in legami sociali che passano attraverso co-residenzialit, condivisione di risorse materiali, reciprocit affettiva. La sociologia conosce piu' tipi di famiglie: clan, lignaggi famiglia estesa (societ tradizionali); famiglia coniugale moderna(a un solo nucleo:

coppia coniugale e figli dipendenti); coppia senza figli, famiglia ricostituita, famiglia a un solo genitore famiglia a un solo componente(unipersonale) La tipologia delle famiglie in Italia(dati al 2000 VA 21,532,000)era la seguente (in %) -coppie con figli 42,7 -coppie senza figli 19,2 -un solo genitore con figli 7,7 -una sola persona 23,0 -due o piu nuclei 1,3 -coppie con/senza figli con altre persone 3,3 -un solo genitore con figli piu altre persone 0,6 Per lIstat sono coppie di fatto quelle composte da due membri(di sesso diverso) , di cui uno intestatario dell appartamento e un convivente non legato da vincoli di parentela. Risultano essere al 2001 581 mila,di cui 337 mila senza precedente matrimonio e 244 mila con precedente matrimonio. Vi sono inoltre 378 mila coppie ricostituite e coniugate. b)Gruppi. Gruppo un insieme di individui che -hanno fra loro relazioni costanti sviluppano una identit condivisa -hanno regole di condotta -svolgono azioni in comune Il gruppo si presenta come un insieme di individui, che agisce come tale (team, squadra), secondo propri modelli di interazione e regole di condotta . Dal gruppo gli individui ricevono:-mutuo aiuto--scambio di risorse;-formazione di opinioni, conoscenze, abilit; -atteggiamenti morali;-capacit di risposta a problemi e compiti . I gruppi si distinguono in primari basati sulla conoscenza personale diretta face to face, e secondari- dove tale conoscenza non generale, o manca. A seconda del carattere implicito o esplicito delle regole di condotta, in informali(la compagnia degli amici e formali(il gruppo di lavoro previsto da un organigramma aziendale) I rapporti tra individui e gruppo si riconducono a quattro modalit -fusione (il gruppo assorbe e annulla l'individuo) -leadership/dipendenza(quando vi un individuo centrale, e gli altri si riferiscono a lui) -controdipendenza (quando un individuo si colloca in posizione marginale, con un piede dentro e uno fuori, vorrebbe e non vorrebbe appartenere al gruppo) -interdipendenza (quando gli individui si riferiscono gli uni agli altri creando reticoli complessi e mutevoli ) Il tipo e la forza delle relazioni che connettono gli individui nei gruppi sono messi in evidenza da tecniche grafiche( il sociogramma di Moreno individua nel gruppo le stelle, le diadi, i marginali,le cricche ecc.): c)Le associazioni sono gruppi di individui costituiti intorno a degli obiettivi, che perseguono con la loro azione. Dallobiettivo distinguiamo le associazioni in economiche, politiche, ricreative, sportive, religiose , di aiuto altruistico ecc. Le associazioni funzionano secondo regole formali (statuti, regolamenti). Quelle che si

muovono in campo economico(imprese) e politico( partiti ) assumono il carattere pi complesso di 0rganizzazioni d) le reti sono sistemi di connessioni fra individui (reti sociali) e fra posizioni organizzative(reti organizzative). Lindebolirsi del carattere costrittivo(vincolante) del legame sociale primario favorisce la informalizzazione delle relazioni e la costruzione di reti a pi elevata contingenza (ad es. nella famiglia, nelleducazione, nelle cerchie di vita :P.P.Donati Tra Gemeinschaft e Gesellschaft: le reti informali nella societ contemporanea, in Annali di Sociologia,n.4,1998.). Per le tecniche di analisi: v. John Scott Lanalisi delle reti sociali, edizione italiana a cura di Enrica Amaturo, Nuova Italia Scientifica,1998. Sullo sviluppo della reticolarit e della connettivit come sociabilit dei nostri tempi: Albert-Laszlo BARABASI , Link.La scienza delle reti,Torino,Einaudi 2004 Le reti producono comunit virtuali. Esse non sono gruppi visibili, ma arene di interazione e comunicazione:ad es. le comunit virtuali di utenti di internet, che intrattengono fra loro giochi di comunicazione senza impegno di legame. Le reti a legame debole possono evolvere in esiti comunitari (relazioni che si rafforzano, reti di aiuto) ,in arene pubbliche ( reti civiche, movimenti a base mediatica ecc. )particolarmente presenti in contesti di globalizzazione.

Organizzazione
Sono O. le aziende, le pubbliche amministrazioni, i partiti le chiese gli eserciti gli studi professionali i servizi sociali ecc. Una organizzazione ha una organizzazione,ossia apparati formali che comprendono il disegno razionale dei compiti e delle funzioni; linee di comando autorit; procedure di presa di decisione; strutture di incentivi e sanzioni; modi di impiego e combinazione di risorse(umane logistiche,tecniche, finanziarie) Nella relazione dinamica con il suo ambiente lO. mette in azione il suo corpo(dispositivi, risorse, tecniche,), e la sua mente (strategie, funzioni, compiti). Corpo e mente sono la parte emersa consapevole delliceberg organizzativo. Importante nelle organizzazioni la parte sommersa, che comprende climi e motivazioni, valori, culture, simboli , identit. g) I movimenti sono comportamenti collettivi dinamici che combinano relazioni interpersonal con una cultura distintiva e li orientano al perseguimento di obiettivi. Touraine ha indicato necessari ai movimenti l identit propria(definizione di valori e di obiettivi), identit antagonistica (identificazione di avversari, nemici), l organizzazione( espressione di una leadership e dimensione strategica dellagire ). E limitativo ridurre i movimenti alla sola sfera politica,anzi sovente lazione pi efficace dei movimenti riguarda la sfera culturale, i cambiamenti nei valori sociali,le relazioni ecc.

Lavoro Lavoro puo essere inteso come attivit (tutto ci che viene svolto di utile in una societ) oppure solo come occupazione( lattivit retribuita, non comprendendo quindi lattivit a base domestica ristretta e/o allargata e attivit quali il volontariato non remunerato, lautomutuoaiuto, gli scambi non monetizzati ecc.) Forza di lavoro linsieme di tutti coloro che sono disposti a svolgere una attivit di lavoro retribuito. Comprende gli occupati e i disoccupati. Il tasso di disoccupazione la quota non occupata (al momento della rilevazione)della forza di lavoro. Dati sul mercato del lavoro in Italia(Istat 2003, migliaia) OCCUPATI Posizione Dipendenti 16.046 operai 7314 impiegati 7174 direttivi e quadri 1022 dirigenti 344 apprendisti 165 Indipendenti 6008 Lavoratori in proprio 3175 liberi professionisti 1095 coadiuvanti 901 imprenditori 642 soci lavoratori di cooperativa di produzione 196 Senza occupazione Disoccupati 782 In cerca di nuova occupazione 2096 In cerca di prima occupazione 843

Per retribuzione il lavoro dipendente presentava in Italia (al 2003)la scala seguente( valori medi annui migliaia di euro) -dirigente privato 84,6 medico 50,0 dirigente enti locali 49,6 dirigente ministeri 44,9 quadro privato 42,6 impiegato privato 23,5 operaio privato 19,4 impiegato enti locali 18,9 impiegato ministeri 17,8 ausiliario ministeri 15,9 L occupazione tipica del lavoro industriale dipendente stata a tempo pieno e a durata indeterminata. Negli ultimi anni sono cresciute forme di occupazione non tipica, sia dipendente ( a tempo parziale, a durata determinata, con contratti di formazione ed lavoro,con i contratti di apprendistato) sia formalmente indipendente ,con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa, lavoro interinale, a progetto, ecc. Queste modalit definite atipiche (normate in Italia dalla L.30/2003 ) coinvolgono soprattutto segmenti non centrali del mercato del lavoro(giovani sotto i 30 anni, donne, adulti a bassa qualificazione). Occupati in Italia per tipo di contratto Dipendente a tempo pieno 14465 (69%)

Dip.a tempo parziale 1881 (9%) Dip.a durata determinata 1583 (7,5 %) Di apprendistato 475 (2%) Di collaborazione coordinata e continuativa 2392 (11,5%) Di lavoro interinale 375 (1,8) Di formazione e lavoro 259 (1,2%)

Lorganizzazione del lavoro


L organizzazione del lavoro consiste nellarticolare i compiti e le funzioni allinterno di un apparato che deve produrre beni e servizi. Una sequenza storico strutturale la seguente. La bottega: a prevalenza artigianale e di mestiere ( produzione di parti complete affidata a singoli lavoratori) Il sistema di manifattura o di fabbrica( tutti i lavoratori nello stesso luogo,scomposizione delle attivit da parte di chi organizza il lavoro il taylorismo, si autodefinito scientific management in quanto scompone fasi tempi e metodi della lavorazione secondo un criterio di massima produttivit e unicit di soluzione (c un solo modo migliore di fare una operazione:one best way):lorganizzazione come orologio di parti a perfetto incastro il fattore umano e le gestione delle relazioni umane allinterno dellazienda e nei rapporti con lambiente sociale esterno( dagli esperimenti di Elton Mayo fino agli anni 60) la crisi del taylorismo negli anni Settanta il post-taylorismo ( toyotismo: qualit totale, organizzazioni a pochi livelli, abolizione delle scorte e del magazzini, specializzazione flessibile: produrre ci che prima ha chiesto il mercato, produrre su domanda) lorganizzazione come sistema culturale: la una parte emersa e consapevole delliceberg organizzativo comprende organigrammi, funzioni compiti tecniche strategie ; la parte sommersa, che comprende climi e motivazioni, culture e simboli , identit ed identificazione). L organizzazione a rete: una rete consiste in punti(nodi)e relazioni (flussi). E il modello dell impresa transnazionale: connessa per via telematica, non ha confini chiusi di spazio e di tempo, continuamente impegnata a ridefinirsi in rapporto al proprio ambiente interno ed esterno.

Stratificazione
Diseguaglianze sociali

Un elemento di percezione comune che in una societ gli individui non occupano posizioni di pari importanza,livello,potere. La societ si raffigura con immagini come la scala, la piramide, il rombo, il fiasco, la cipolla, la clessidra ecc. La stratificazione considera appunto una societ sotto il profilo della diseguaglianza (ossia delle disparit che intercorrono fra gli individui). Luoghi di diseguaglianza sono la distribuzione/concentrazione del reddito, la posizione sul lavoro, i processi di scolarit e istruzione, la salute( morbilit e speranza di vita). La stratificazione di una societ viene analizzata secondo tre parametri: 1) la ricchezza, data da patrimonio e reddito: posizione economica;2) il prestigio( la posizione sociale) intesa come "status", nel senso di onore, rango, importanza ; 3) il potere, ossia la capacit di controllare altri individui ( posizione politica, pubblica). Il criterio del reddito il pi semplice: consente di ripartire una societ in classi di reddito e di misurare la distribuzione del reddito come indicatore di diseguaglianza sociale (indice di Gini: polarizzazione o compressione al centro, rapporto fra la quota di reddito detenuta dal quintile superiore e da quello inferiore ecc.) Un individuo puo' trovarsi su strati allineati o disallineati, nell'ambito delle diverse scale di stratificazione. Ne conseguono congruenze o squilibri. Ad esempio ha un lavoro redditizio, ma poco prestigioso. Una attivit prestigiosa ma poco redditizia. Un reddito elevato ma privo di potere pubblico ecc. Quelle di ricchi e poveri ,colti e incolti, potenti e deboli, sono condizioni sociali non perfettamente sovrapposte, anche se tendenzialmente orientate a rinforzarsi. Una risposta agli squilibri sono i processi di mobilitazione individuale e collettiva. Listruzione La presenza delle diseguaglianze in una societ spiegata in vario modo: -come imperativo funzionale, per la selezione dei meriti di chi deve occupare le diverse posizioni; -come conseguenza del potere, e conseguente giustificazione ideologica da parte di chi occupa le posizioni superiori; -come esito dei meccanismi prevalenti( competizione/cooptazione /ereditariet) nel conseguimento delle posizioni piu' elevate. Un veicolo di mobilitazione individuale considerato listruzione, ma il rapporto fra istruzione e stratificazione sociale presenta aspetti controversi. Nel passato delle societ europee, le competenze culturali(fornite dalle artes liberales ai clerici ) erano perlopi utilizzate in funzioni di interesse sociale e difese da procedure corporative. Nelle societ chiuse i titoli di istruzione si riproducono entro le stesse classi(laureati figli di laureati, professionisti figli di professionisti ecc.) . Secondo Boudon la diffusione dell'istruzione, attraverso la scolarit di massa, serve alla societ in generale, ma riduce (o perfino annulla, con tipico effetto perverso) l effetto di mobilit sociale per i singoli individui (se tutti si alzano in piedi allo stadio non c pi vantaggio rispetto a quelli che restano seduti). Collins sostiene che i sistemi di istruzione favoriscono i ceti medi colti, che detengono le competenze su cui

listruzione si fonda; funzionano da mobilizzatore sociale se (e solo se) tali competenze sono valorizzabili su un mercato professionale competitivo o tutelate fuori mercato da istituzioni di potere pubblico. Gli sviluppi pi recenti assimilano listruzione ad un bene acquisibile sul mercato( teoria del capitale umano), riconducendo a calcolo economico (investimento, redditivit) le scelte relative agli studi ed allecarriere. Long-life learning, long-life education sottolineano invece il carattere di necessit che il bene istruzione ha per la identit professionale e civile degli individui(listruzione come capacit che non avventaggia chi la possiede, ma svantaggia chi non la possiede). La struttura delle classi sociali Le societ antiche avevano sistemi di stratificazione chiusi e statici: caste(India, v.gli studi di Louis Dumont); gerarchie( la triade sacerdoti guerrieri contadini dell' antica Roma; v.gli studi di G.Dumzil). La societ europea fino al 700 si regge su un sistema di ordini o stati: re e aristocratici(primo stato) ; clero alto e basso(secondo stato), borghesia: mercanti e artigiani(terzo stato). Il quarto stato sar di conseguenza quello dei contadini e degli operai. Il passaggio alla societ industriale modifica il criterio della stratificazione con la formazione di classi a base direttamente economica. Per gli economisti classici(Ricardo) e per Marx le classi derivano dai rapporti sociali di produzione: rentiers proprietari, imprenditori, lavoratori. Per Weber, le classi sono aggregati di individui che occupano specifiche posizioni sul mercato in base alla propriet che detengono ed all attivit professionale che svolgono. Per analizzare la struttura delle classi sociali, l informazione di base loccupazione svolta sul mercato del lavoro ( la condizione non professionale concerne chi sta fuori dal MDL: bambini, studenti, casalinghe, pensionati ecc. ). Sylos Labini (1973) individuava in Italia cinque grandi classi sociali , ognuna composta di sottoclassi: 1) borghesia( grandi proprietari di fondi rustici e urbani, imprenditori ed alti dirigenti di societ di capitali, professionisti); 2) piccola borghesia relativamente autonoma(urbana: commercianti, artigiani; rurale: coltivatori diretti); 3) classi medie impiegatizie (impiegati pubblici e privati), 4) classe operaia (salariati fissi dellagricoltura, operai dell industria e delledilizia, operai del terziario); 5) sottoproletariato( disoccupati strutturali, lavoratori con redditi saltuari e occasionali ecc.) . M.Paci (1982) analizzava la struttura sociale italiana in base alla combinazione fra settore di attivit produttiva(agricoltura, industria, servizi vendibili, pubbliche amministrazioni) e livello di garanzie economiche e di welfare, distinguendo cos classi "centrali" (incluse) e classi "periferiche(marginali). Il sociologo inglese Goldthorpe presenta uno schema di classi che riflette una societ inglese, dove pi presente la grande organizzazione.Lappartenenza di classe deriva dalla posizione nel lavoro (imprenditori, lavoratori autonomi, lavoratori dipendenti), e dal contenuto del lavoro( direzione, servizio dotato di forte autonomia e autorit professionale, contratto di lavoro pi esecutivo):

I Grandi imprenditori II Professionisti tecnici dirigenti III Impiegati di livello superiore e inferiore, addetti alle vendite Iv a Piccoli imprenditori industriali b artigiani industriali c piccoli imprenditori agricoli V tecnici di livello inferiore, supervisori di lavoratori manuali VI operai industriali qualificati VII operai non qualificati a industriali b agricoli Di recente, il sociologo italiano Antonio Schizzerotto offre una rappresentazione della struttura di classe italiana che combina elementi di propriet, educazione e controllo sul lavoro: 1.Imprenditori : amministratori delegati e titolari singoli o associati di aziende con almeno 15 dipendenti. Risorsa base: possesso mezzi di produzione 2.Liberi professionisti: persone che svolgono una attivit intellettuale specializzata in posizione autonoma. Risorse: possesso di credenziale educative e possesso(limitato) di mezzi di produzione 3.Dirigenti(service class). Alti e medi dirigenti di imprese e pubbliche amministrazioni, professioni intellettuali altamente specializzate svolte in posizione dipendente. Risorse: credenziali educative e controllo organizzativo 4.Classe media impiegatizia: lavoratori intellettuali a livello medio-alto e medio di qualificazione, che lavorano alle dipendenze.Risorsa: possesso di credenziali educative 5.Piccola borghesia urbana: proprietari e coadiuvanti di piccole e piccolissime imprese(industriali, commerciali e di servizi) con meno di 15 dipendenti, che impiegano la loro forza lavoro(self-employers) nellazienda. Risorse: possesso di mezzi di produzione( in misura inferiore a C1) e forza lavoro 6.Piccola borghesia agricola: proprietari e coadiuvanti di piccole e piccolissime imprese agricole, con 15 dipendenti, dotati delle medesime risorse di C5 7.Classe operaia urbana: lavoratori dipendenti, manuali e non manuali, , a basso livello di qualificazione, in settori non agricoli.Risorsa: forza lavoro 8.Classe operaia agricola: lavoratori dipendenti, manuali e non manuali, a basso livello di qualificazione, in settori di agricoltura,caccia e pesca. Risorsa: forza lavoro I ceti sociali I ceti sociali sono aggregati contraddistinti non dalla funzione economica, ma dalla comunanza di stile di vita, cultura soprattutto professionale, comportamenti di relazione,consumo,socializzazione. Era societ di ceti la societ premoderna, dove il rango determinava lonore ed i connessi comportamenti: essere allaltezza della propria posizione, noblesse oblige; ma anche saper stare al proprio posto, non credersi diversi da ci che si . In passato la struttura di ceti presentava una forte rigidit ; oggi la collocazione di ceto si avverte nella mobilit delle scelte di consumo, in quanto indicano non solo dotazione economica ma stile di vita, cultura e aspirazioni.

Bourdieu sostiene che i consumi sono in funzione della posizione degli individui nel campo sociale , la quale determinata dal capitale complessivo- economico + culturale, di cui dispongono. Da ci quattro situazioni diverse (ricchi e colti, ricchi e incolti, poveri e colti, poveri e incolti) di comportamenti di consumo( che cosa bevono mangiano leggono indossano votano i quattro gruppi?) Gli stili finanziari Una indagine Eurisko sugli stili finanziari delle famiglie italiane al 2003 rileva su 18,6 milioni di famiglie in Italia distingueva i seguenti tipi : 14,7% di nullatenenti(senza alcun patrimonio) 5,4% di indebitati ( operai artigiani giovani,di cui 5%con patrimonio superiore a 50.000 euro) 20,6% di consumatori correnti ( impiegati che hanno solo conti correnti, 5% con patrimonio) 16,2% di ridotti allessenziale (pensionati casalinghe: non hanno alcuna attivit finanziaria, 5% con patrimonio); 4,6% di facoltosi (imprenditori professionisti dirigenti,70% con patrimonio) 25,3% di forti investitori (impiegati e giovani professionisti, solo il 25% con patrimonio) 10,9% di accumulatori( impiegati :21%con patrimonio ) 2,4% di previdenti ( lavoratori autonomi 18%con patrimonio)

Mobilit La struttura delle diseguaglianze richiama i processi di mobilit: possibile che gli individui mutino la loro posizione rispetto a quella ereditata dalla loro famiglia,o conseguita in tempi precedenti della loro vita? La mobilit il movimento degli individui lungo una scala di stratificazione: ascendente, discendente,laterale. Essa si dice : tra generazioni quando si considera la posizione dei figli rispetto a quella dei loro padri alla medesima et: la modificazione delle posizioni occupazionali, dovuta al cambiamento economico complessivo, fa s che oggi 6 italiani su 10 non fanno piu' il lavoro dei loro padri . Essi hanno compiuto un processo di mobilit intergenerazionale. La mobilit entro la stessa generazione riguarda i movimenti(ad es. carriere occupazionali) di persone coetanee. La mobilit intragenerazionale consente di misurare la fluidit di una societ, ossia la possibilit che gli individui hanno di muoversi nella stratificazione, rispetto alla ereditariet delle posizioni sociali, che hanno ricevuto per trasmissione famigliare.

Quando la scala della mobilit sociale intergenerazionale non scorre piu sicuramente verso lalto,ma comincia a retrocedere, la posizione delle classi medie diventa pi instabile e viene intaccata ( effetto clessidra). Una parte riesce a conservare lo status raggiunto con sforzi crescenti per mantenere la medesima posizione.Unaltra parte avverte lincipiente retrocessione sociale e prova il cd. panico di status(paura di scivolare, di perdere lappiglio della scalata).Il Il timore di processi di mobilit sociale discendente incide sul livello psicologico di sicurezza e benessere, che , nel tempo, ha consolidato il patto fra le generazioni. Una indagine (febbraio 2004) sul mutamento socioeconomico nella societ italiana, ha domandato ad un campione rappresentativo la percezione dei diversi gruppi sociooccupazionali. Un indice sintetico(peggioramento 0- invarianza 1 miglioramento 2), con la media ponderata delle risposte indica quattro situazioni In peggioramento netto( Operai 0,28,Pensionati 0,29) In arretramento relativo (Artigiani 0,73,Insegnanti e professori 0,74,Impiegati privati 0,75,Piccoli imprenditori 0,77,Impiegati pubblici 0,83 In relativa stabilit( Commercianti 0,96) In miglioramento (Grandi imprenditori 1,21,Liberi professionisti 1,22)

Politica
Tre significati di politica La politica( politics) lattivit sociale che concerne lacquisizione, lesercizio, la contesa per il potere. Acquisizione ed esercizio del potere si pongono in funzione della sopravvivenza e del benessere: degli individui stessi che detengono il potere, di altri individui, della societ (Giovanni Jervis, Individualismo e cooperazione,Laterza ,2002) Policy(plurale policies) indica un corso di azione orientato a conseguire degli obiettivi. Vi sono policies - regolative(es.codice della strada) estrattive(es. fisco) e distributive ( le politiche di protezione sociale, previdenza,sanit,assistenza, e connesse, lavoro, abitazione, istruzione). Pi recente luso del termine polity , per designare la sfera della politica alta ,ossia i valori e principi generali che regolano ed inquadrano lesercizio di politics e policy. Il livello costituzionale della politica,dove essa incontra non solo la norma giuridica di base(Grundgesetz),ma la norma morale. Dove demokratia ed eunomia si pongono in intima relazione.

Potere e autorit Who rules? chi comanda ? si domandato Robert Dahl, un grande teorico della democrazia. Riprendendo una domanda che nella lunga durata storica si presentata anche nella forma chi deve comandare? A chi spetta lesercizio di un giusto potere? Da Weber si usa distinguere nel potere forza ed autorit. Come forza, il potere consiste nella capacit di A (comunque acquisita) di far fare a B quello che A vuole. Il potere in s macht( forza) e violenza(gewalt). Inteso come autorit, esso si fonda sulla possibilit di A di farsi ubbidire da B sulla base della relazione che si instaura fra A e B, in un modo che sia A sia B ritengono legittimo. Pi semplicemente lautorit il potere (ritenuto) legittimo. La relazione di autorit risponde( Weber) a tre principi tipici : la tradizione, il carisma, lapparato legale-razionale sulla cui base stato edificato lo stato moderno. La distinzione fra potere e autorit non produce di norma problemi in contesti di legittimazione stabile. La tensione che insorge evidenzia per contro lemergere di questioni di legittimazione(cambio di regime,rivoluzione ecc.) Gli attori politici In un contesto di stato democratico nazionale, gli attori gioco politico sono diversi ed eterogenei ( pluralismo) : Individui singoli (in quanto elettori e portatori di interessi) Imprese, gruppi di imprese, soggetti del mercato gruppi di interesse (sindacati, organizzazioni di categoria) gruppi di pressione (lobbies) movimenti; partiti; maggioranze e minoranze parlamentari governi burocrazie (pubbliche amministrazioni) autorit e magistrature indipendenti organizzazioni sovrannazionali Gli attori si muovono secondo interessi e in base a valori ( ideologie, o in modo pi neutro culture politiche) : idee differenti su autorit, libert individuale, famiglia, nazione, iniziativa economica, mercato, competizione sociale,liberazione dall autorit oppressiva, eguaglianza, diritti sociali, sicurezza, giustizia ecc. La questione di fondo che riguarda la variet degli attori il dilemma fra tendenza alla omogeneit / alla pluralit. Il termine "classe o elite politica" che risale alle teorie degli elitisti: Michels, Mosca,Pareto ) designa quella minoranza della societ che esercita funzioni politiche specializzate, rientrando a sua volta nella pi ampia classe dirigente (ruling class) o elite del potere (che C.Wright Mills considerava come linsieme coeso dei detentori di potere politico, industriale e militare). che prendono parte al

Le istituzioni politiche Luoghi specializzati per lesercizio del potere politico sono le istituzioni politiche. Negli stati democratici a base nazionale istituzioni sono il popolo( detentore formale della sovranit), lassemblea rappresentativa del popolo(Parlamento) , il governo , le istituzioni di controllo e garanzia( capo dello stato, magistrature). La combinazione delle istituzioni(il sistema istituzionale) varia da paese a paese. G. PASQUINO( Sistemi politici comparati. Francia, Germania, Gran Bretagna,Italia,Stati Uniti, Bononia University Press,Bologna,2003; a cura, Capi di governo,Il Mulino ,2005) descrive cinque sistemi 1) Parlamentarismo puro Po> Pa+ Go> CS ; Il sistema italiano, disegnato nel 1948, una repubblica parlamentare: un Governo, presieduto da un Presidente del Consiglio dei ministri capo dellesecutivo riceve la fiducia da una maggioranza parlamentare. Il Presidente della Repubblica capo dello stato viene eletto dal Parlamento, con funzioni indipendenti di garanzia. 2) -Presidenzialismo Po>Go=CS ; Po>Pa Il Capo dello Stato ed il Capo dell esecutivo sono la stessa persona,il Presidente; ha robusti poteri, sottoposto ad un gioco di contrappesi; negozia con il Parlamento(Congresso) le leggi. Il Congresso viene eletto con elezioni disgiunte da quella presidenziale, e con metodo maggioritario a un turno. Accade che il Presidente ed il Congresso non siano dello stesso colore politico 3) Semipresidenzialismo: Po>Cs; Po>Pa>Go Capo dello Stato ad elezione diretta, con poteri di governo in materia di difesa e politica estera, Primo ministro con fiducia parlamentare. Il Parlamento viene eletto in elezioni disgiunte con metodo maggioritario a doppio turno.Accade che il Presidente ed il Primo ministro non siano dello stesso colore politico(coabitazione) 4) Governo del primo ministro P>Pa=Go I partiti competono in elezioni maggioritarie a turno unico (first passed, the post); il leader del partito vincente riconosciuto primo ministro, con nomina del capo dello stato. Il premier ha il potere (di fatto) di sciogliere il parlamento; pu essere sostituito in corso di legislatura, entro la stessa maggioranza, senza ritorno a nuove elezioni( (casi Wilson/Callaghan, Thatcher/Major). Il sistema tendenzialmente bipartitico, raro che il parlamento non esprima una maggioranza assoluta(hung parliament).

5) Cancellierato Po>Pa>Go; Pa>Cs In un sistema elettorale misto(maggioritario e proporzionale) con sbarramento, la maggioranza parlamentare che si costituisce dopo il voto elegge il cancelliere e pu sostituirlo con il metodo della cd. sfiducia costruttiva. Il Capo dello Stato eletto dal Parlamento Partecipazione politica La partecipazione allude a modi diversi di stare in politica: essere parte di una comunit, gruppo, subcultura avere parte di risorse collettive, agire per ottenerle prendere parte(intervenire in organizzazioni ,partiti, movimenti associazioni ecc.) Nel Novecento la partecipazione politica stata dominata dalla presenza e dalla funzione storica del partito politico: attore collettivo per eccellenza, che conferisce stabilit istituzionale e riconoscibilit sociale allagire politico. Roberto Michels scopri' allinizio del secolo (Sociologia del partito politico,1911) che come ogni grande organizzazione anche il partito politico tende ad essere governato da una minoranza che si autoriproduce (legge ferrea dell'oligarchia ). Non appena i nuovi leaders hanno conquistato il potere si verifica in loro una trasformazione, terminata la quale essi assomigliano, almeno nella sostanza,ai vecchi leaders spodestati , come due capelli assomigliano fra loro . Questa analisi suggerisce la persistenza di un rapporto formale fra minoranze organizzate-masse non organizzate invariante nel tempo. Non aiuta per a comprendere la diversit delle basi su cui le elites fondano e giustificano il loro potere( la forza, la sacralit, la conoscenza, la competenza tecnica, la distribuzione di risorse, la scelta da parte dei sottoposti ecc.). Inoltre il partito politico non esaurisce tutta la gamma delle possibilit di partecipazione politica. Una componente importante lopinione pubblica: concetto, nato nel 700, che allude al sentire comune, diffuso, non organizzato, che circonda lagire politico e ne influenza temi e scelte. Dalla semplice opinione si passa alle modalit di cd cittadinanza attiva (citizenry ), ossia mobilitazioni per il perseguimento di beni di comune interesse da parte di piccoli gruppi e movimenti organizzati. Il principio della competenza ad agire stat di recente riconosciuto dal nuovo testo(2001) dell art.118 della Costituzione italiana. I cicli della partecipazione attiva sia di opinione sia di azione- oscillano storicamente da momenti di forte presenza di individui gruppi e movimenti che rivendicano ed operano per beni pubblici e interessi generali a momenti di ripiegamento e chiusura nelle cerchie ristrette degli interessi individuali e di cerchia privata (sul punto v. i lavori di A.O.Hirschman). Il rischio del conformismo passivizzante era gi stato colto con molto anticipo da Tocqueville : se un potere dispotico sinsediasse nei paesi democratici, esso avrebbe certo caratteristiche diverse che nel passato: sarebbe pi esteso ma pi

sopportabile, e degraderebbe gli uomini senza tormentarli. Un sistema che potrebbe sembrare paterno, ma che al contrario cercherebbe di fissare gli uomini alla loro infanzia, preferendo che si divertano piuttosto che pensare. Quando provo ad immaginare in quale sembiante il dispotismo apparir nel mondo, vedo una folla immensa di uomini tutti simili, che girano senza posa su se stessi per procurarsi i piaceri minuti e volgari di cui nutrono la propria anima. Ognuno di loro considerato in s come estraneo al destino di tutti gli altri, i figli e gli amici pi vicini esauriscono per lui lintera specie umana, e quanto al resto dei concittadini, non li vede: li tocca ma non li sente. E se ancora la famiglia ha qualche significato per lui, la societ a non averne pi alcuno."(De la dmocratie en Amrique - 1840 Robert Putnam( Capitale sociale e individualismo,Il Mulino,2005) rileva una correlazione fra caduta della partecipazione attiva ed esposizione passiva al sistema dei media. In Bowling alone,tr.it.Il Mulino 2004, osserva che: ogni ora in pi di televisione al giorno significa una riduzione di quasi il 10% della maggior parte delle forme di attivismo civico, meno incontri pubblici, meno partecipazione a comitati locali,meno lettere al congresso ecc.-p.280; chi guarda poca televisione ha una probabilit tripla di avere tenuto un discorso in pubblico nell anno passato rispetto a persone con eguale livello di istruzione che guardano molta tv(p.281) Postdemocrazia? Il relativo indebolimento dei poteri democratici formali incardinati nelle istituzioni dello stato nazionale segnala l emergere di nuovi poteri - finanziario e mediatico( sovente intrecciati), la cui caratteristica duplice: la difficolt degli stati nazionali di controllarli, la loro capacit di innovare nelle forme della comunicazione politica finalizzata allottenimento del consenso. Fin dagli anni 40-50 Joseph Schumpeter( e A.Downs avevano elaborato la teoria della democrazia come un particolare tipo di mercato e la competizione elettorale per le cariche pubbliche come una forma di concorrenza fra imprenditori politici, che cercano di conquistare spazi di mercato ai loro prodotti( programmi, candidati). Colin Crouch(Postdemocrazia,Laterza 2004) e altri (Fareed ZAKARIA, Democrazia senza libert in America e nel resto del mondo, Milano,Rizzoli,2003, Kevin PHILLIPS) temono lavvento di regimi politici di post-democrazia nei quali : -esistono elezioni libere ( non necessariamente corrette ) fra pi competitori, ma -si indeboliscono fortemente le garanzie relative a libert di opinioni e pluralismo delle fonti di informazione -la politica screditata nella sua capacit di garantire crescita e benessere per via pubblica; -i modelli di azione politica sono assimilati a quelli del mercato fanno saltare le regole consolidate della distinzione fra politica ed economia. Nell avvento della postdemocrazia ha un posto importante la mediatizzazione della opinione pubblica. Il circuito televisione>politica>televisione favorisce non tanto la fuga radicale dalla politica, quanto un modo apatico di rapportarsi ad essa, amplificato dalla assenza di luoghi sociali che consentono una costruzione

discorsiva e interattiva delle convinzioni.Limpoverirsi della sfera pubblica rafforza una comunicazione politica interessata a trarre beneficio da paure, speranze, emozioni esistenti, se non a produrle ai propri fini attraverso messaggi fortemente estremizzati. Mutano le forme organizzative. Il vecchio modello di partito era rappresentabile mediante cerchi concentrici(elettori, iscritti, militanti,quadri locali e intermedi,direzione,segreteria, segretario). Il nuovo modello ha forma di ellisse: la segreteria in contatto diretto con professionisti e lobbisti di vario tipo,esterni al partito;questi trasmettono al leader, figura isolata dalla vecchia struttura, i messaggi sui temi che deve toccare( le issues rilevanti)e su come li deve presentare per ottenere in massimo consenso ). Strumenti di politica mediatizzata sono: -un monitoraggio costante dell opinione pubblica nelle sue preferenze di voto e gradimento (indice di popolarit) di singoli attori; tecniche di sondaggio( focus groups) che evidenziano problemi e preoccupazioni della gente da inserire nell agenda politica -uso dei sondaggi per determinare effetto bandwagon(trascinamento):salire sul carro del vincitore; -curvatura-condizionamento dei media: gli spin doctors (il termine spin nel biliardo e nel tennis indica la curvatura intenzionale data alla palla) tendono a convincere i media a dare una rappresentazione favorevole delle azioni e opinioni della propria parte, e/o una rappresentazione sfavorevole delle azioni e opinioni avversarie. Antidemocrazia I modelli antidemocratici aboliscono il principio della elezione fra competitori, e affermano la relazione diretta(identitaria )fra popolo e capo. Lessenza del totalitarismo la soppressione di ogni articolazione pluralistica che generi opposizione parlamentare e sociale.Le elezioni,se sopravvivono, vi assumono la forma del plebiscito. Le minoranze, se sopravvivono, non vi hanno altro diritto che di sottoporsi alla maggioranza, che esprime lunica legittimazione dell autorit. In lessico nazista, chi appartiene alla comunit di popolo- Volksgemeinschaft- non ha nulla da temere. Molta acqua al mulino dell antidemocrazia hanno portato le teorie elitistiche, in quanto non interessate a differenziare fra forme democratiche e non nell esercizio dell autorit. Democrazia come fictio juris; nel linguaggio di Carl Schmitt, auctoritas non veritas facit legem; e lautorit a sua volta deriva dal rapporto immediato fra un popolo ed il suo Capo. Anche il totalitarismo ha le sue istituzioni politiche. 1) Partito unico, che esclude ogni competitore;2) Identificazione fra capo dello stato e capo del governo( Hitler dal 1934). Franchismo e fascismo hanno tenuto formalmente distinte le due cariche(monarchia/ regime), il che tuttavia non pare sufficiente- a farli considerare

come forme di antidemocrazia attenuata( autoritaria non totalitaria). Storicamente il fascismo stato a lungo considerato (soprattutto nellambito della scuola di Francoforte) come il precedente diretto del nazismo: uso il termine fascismo o autoritarismo per designare un sistema dittatoriale del tipo di quello tedesco e italiano.Quando intender riferirmi in modo particolare al sistema tedesco , lo chiamer nazismo(E.Fromm, Fuga dalla libert, ed.or.am. 1943;ed.it.1982,p.15,n.1) . La categoria di totalitarismo consente di equiparare tutti i regimi che pretendono una dominazione assoluta sulla societ attraverso un partito unico ed stata via via impiegata a designare anche i regimi di cd.democrazia popolare(sovietica). Una certa linea interpretativa(Talmon) riconduce il modello sovietico alla rivoluzione giacobina francese ed alla concezione di Rousseau del potere popolare( per questa via il cd.revisionismo storico giunto a considerare i regimi totalitari di destra come la risposta storicamente reattiva alla instaurazione della dittatura sovietica dopo il 1917). Il principale se non lunico modello possibile di democrazia liberale sarebbe allora quello inscritto nel filone rivoluzione inglese-rivoluzione americana(16881789).In effetti si pu osservare come la democrazia sociale del XX secolo si sia presentata come uno sviluppo conseguente del modello liberale dei diritti civili e politici( T.H.Marshall, Cittadinanza e classe sociale-1949- n.ed.it. 2003). La considerazione della storia del Novecento apre all altro grande problema se la democrazia liberale sia prodotto politico tipico di una certa tradizione culturale(europeo-occidentale) oppure costituisca un orizzonte di riferimento generale che pu avere svariate attuazioni. Sono evidenti le implicazioni di questo dilemma per quanto riguarda la cd esportazione-imposizione della democrazia in contesti storicamente differenti( per es. India, Giappone, Cina,Medio Oriente). Allinterno della sfera occidentale esistono sistemi a democrazia fragile : per esempio con parlamenti molto deboli(eletti su base proporzionale )e presidenti capi del governo eletti direttamente. Non a caso questi regimi ( presenti in America del Sud) sono ciclicamente sospesi di colpi di stato militari(Brasile,Cile,Argentina,Bolivia ecc.)

Teorie sociologiche:olismo funzionalismo strutturalismo teorie del sistema sociale

La matrice delle teorie sociologiche Le teorie generali (e le scuole che le hanno proposte) si possono disporre lasse OLISMO-INDIVIDUALISMO , due opzioni metodologiche che risalgono rispettivamente a Durkheim e Weber. Polarit connesse, non perfettamente sovrapponibili alla precedente sono: SISTEMA(monistico)-STRUTTURA(pluralistica),FUNZIONE(del sistema)-AZIONE(dei soggetti) ORGANIZZAZIONE(di elementi) RELAZIONE(tra individui).

Olistiche sono le teorie che considerano la societ come una totalit(integrata) di cui spiegano i caratteri (sistema, strutture, funzioni), come propriet indipendenti da quelle degli attori individuali. Individualistiche sono le teorie che considerano la societ come un campo in cui si inscrivono le logiche di azione( relazione, interazione) degli attori sociali (individui singoli e attori collettivi). Hanno anche conseguenze pratico-prescrittive .Una cosa vedere la societ come totalit, che esiste fuori degli individui e ad essi si impone .Oppure anteporre gli individui come singoli attori, la cui azione costruisce la societ, che non puo dunque esistere fuori (contro) gli individui. Oppure ancora trovare elementi intermedi e mediatori fra sistema e individui nel discorso delle strutture che non fanno sistema,del mutamento che condizione lazione storica degli individui. Le fonti dellolismo; Spencer, organicismo ed evoluzione Il riferimento olistico piu tipico dellOttocento fu la diretta analogia fra societ e organismo vivente organizzato, ossia composto di parti interrelate che svolgono specifiche funzioni, e mantengono linsieme in equilibrio vitale. Herbert Spencer ,applicando alla societ la teoria darwiniana, fiss i canoni della sociologia evoluzionistica, che domin la scienza sociale del secondo Ottocento: -la societ il livello superorganico della realt; la realt segue una legge generale di organizzazione; -le societ seguono una linea storica di differenziazione ,passando da livelli semplici e omogenei a configurazioni complesse ed eterogenee; -levoluzione traccia una linea obbligata di progresso che colloca le societ umana a differenti gradi ( savagery/ barbarism/civilization: la tripartizione dell antropologo Lewis Henry Morgan) -levoluzione consente di passare da forme societarie basate sulla guerra,la predazione e la conquista, a forme societarie basate sulla produzione,i commerci,la cooperazione volontaristica (Man versus the State: lanarco-liberalismo di Spencer). Il cd.darwinismo sociale utilizz il principio socio-evolutivo per giustificare la selezione dei piu adatti , sia nei rapporti fra societ che allinterno della societ evoluta. (Una ripresa attuale la cd.sociobiologia, che tuttavia considera piu efficace dal punto di vista evolutivo la combinazione, fra fattori di competizione egoistica e di cooperazione altruistica ). Durkheim: i fatti sociali e la solidariet Durkheim considera la sociologia come una scienza dei fatti sociali, ossia di fenomeni che sono collettivi, esterni agli individui ed esercitano sugli individui una forza di costrizione (contrainte). I fatti sociali si distribuiscono su tre livelli: la morfologia sociale include i fatti di popolazione,insediamento,organizzazione dellambiente(milieu)

la divisione del lavoro sociale include i fatti di coesione e differenziazione: la divisione della societ in gruppi, la ripartizione del lavoro, del potere sociale; le rappresentazioni collettive sono i fatti giuridici, di conoscenza, religione, educazione. Se il problema dellordine sociale emerge con la nozione sansimoniana del sistema industriale e con la distinzione comtiana di statica-dinamica sociale, la nozione di solidariet di Emile Durkheim ne la trascrizione analitica. La solidariet(solidarit) attiene al modo in cui la parti sono tenute insieme nelledificio sociale .Parti poco numerose,molto simili fra loro, unite da una forte pressione costrittiva sono la solidariet meccanica. Essa propria delle societ elementari ad economia di raccolta e di agricoltura, dominate dalla conformit, dal peso delle sanzioni e da rappresentazioni religiose obbliganti(Le forme elementari della vita religiosa,1912, uno studio sulla religione ritenuta da D. la piu elementare:il totemismo australiano). Parte assai numerose, molto eterogenee fra loro, interdipendenti, sono la solidariet organica .Essa propria delle societ con economia commerciale e industriale, con forte divisione tecnica del lavoro e con crescente separazione degli individui dalla norme costringenti del gruppo. Le rappresentazioni collettive,in entrambi i contesti di solidariet, sono fattori di integrazione : rendono la societ autorevole per gli individui ed i gruppi che la compongono, legittimano simbolicamente lordine sociale. Come mostra lo studio sul Suicidio(1897) ,Durkheim trova nella societ modernoindustriale a dominanza di stato nazionale una possibilit di non integrazione, che chiama anomia. Non la mancanza di norme sociali ma l incapacit delle norme di garantire appartenenza:il suicidio detto anomico proprio per questo si distingue dal suicidio altruistico(obbligatorio) e dal suicidio egoistico(reattivo, di rivolta). .Una funzione integrativa essenziale viene attribuita ai corpi sociali intermedi che si interpongono fra gli individui ed il potere centrale(politico-statale, economico), sviluppando etiche particolari(associazioni, gruppi professionali). Anche la sociologia svolge un opera di educazione dei cittadini , in quanto pone su basi di moralit razionale lappartenenza alle rispettive societ nazionali. Malinowski: il funzionalismo assoluto Caduto il presupposto evoluzionistico, una ripresa di analisi organicistica della societ si fonda sul concetto di funzione. La sua introduzione nella teoria sociologica si deve allantropologo Bronislaw MALINOWSKI, autore di famose indagini in Melanesia;Argonauts of the Western Pacific,1922).riedizione a cura di G.C.Scoditti, Torino,Bollati Boringhieri,2004 La funzione lo scopo, che un elemento sociale persegue, e lapporto che in tal modo realizza per il soddisfacimento dei bisogni fondamentali(basic needs) ed il mantenimento e la coesione della societ . Gli elementi che svolgono le funzioni socialmente necessarie sono le istituzioni: la famiglia(per la riproduzione), leconomia(per la sussistenza ),il governo(per lordine), la magia( per la rassicurazione e la stabilit psicologica: vedi i rituali della pesca daltura), la religione (per il

simbolismo ). Lintegrazione fra le funzioni svolte dalle istituzioni assicura alla societ stabilit e capacit di adattamento al suo ambiente fisico e culturale di esistenza. Malinowski fu criticato per avere fatto del funzionalismo una chiave di lettura assoluta;valida sia per le societ illetterate analizzate sul terreno sia per le societ storiche. Il funzionalismo privilegia il punto di vista sincronico(perch la societ sta insieme e persiste). Il funzionalismo critico di Merton R.K. Merton (1909-2003) critica la pretesa malinowskiana di spiegare tutti gli elementi presenti in una societ in termini funzionali(di utilit stabilit e vitalit per linsieme).In primo luogo per Merton le funzioni nono sono gli scopi (intenzionali)a cui un elemento serve, ma le conseguenze(oggettive) che esso ha per il sistema sociale. Le obiezioni di Merton al cd funzionalismo assoluto di Malinowski (e di Parsons) si rivolgono contro i tre principi della unit, necessit indispensabilit funzionale. Merton osserva che: a)non tutti gli elementi mantengono lunit del sistema (vi sono elementi che generano conflitti e lacerazioni, come la religione nell Europa fra XVI e XVII secolo); b)non tutti gli elementi svolgono una funzione,una funzione necessaria o comunque utile al sistema(vi sono elementi a-funzionali, residui del passato, ed elementi disfunzionali, che generano problemi sociali da affrontare) c)non esiste una relazione biunivoca fra un elemento e una funzione, in quanto la stessa funzione pu essere svolta da piu elementi (equivalenti funzionali),e meglio da alcuni rispetto ad altri(alternative funzionali; il progresso tecnico consiste nella sostituzione di elementi pi funzionali ad altri meno funzionali) Infine, un elemento pu avere funzioni manifeste e funzioni latenti:manifeste sono le conseguenze oggettive volute e previste( nella danza Hopi, far piovere); latenti sono le conseguenze non riconosciute e non previste(nella danza Hopi, tenere unito il gruppo in situazioni di scarsit e pericolo). Gi nel 1936 Merton parlava di conseguenze impreviste(unanticipated) dell azione sociale intenzionale: una teoria che precede quella delleffetto perverso di Boudon .Merton propone il suo funzionalismo critico come una concezione positiva ed attiva dellintervento sociale:la societ non si pu rimodellare globalmente, ma sempre possibile aprire nuove alternative funzionali, modificare aree del sistema, innovare grazie alla scienza, alla politica ed alle applicazioni del sapere sociologico ai social problems( si vedano gli studi mertoniani sulle comunicazioni di massa e la propaganda politica in Teoria e Struttura sociale).Il cambiamento sociale reale quando sostituisce strutture e funzioni (anche latenti) con altre pi adatte ed aperte, in quello spirito di neofilia e controllo pubblico che caratterizza, per Merton,le societ a ordine democratico. Merton critica la pretesa di costruire una teoria sociologica onnicomprensiva, in quanto ritiene che la sociologia possa progredire solo in interdipendenza con la ricerca empirica, secondo la lezione storica delle scienze naturali (v.Social Theory and Social Structure, prima ed.1949,varie edizioni italiane a cura di Filippo Barbano,a partire dal 1966).Perci la teoria sociologica deve limitarsi a formulare teorie di medio

raggio(middle-range) che partendo dalle generalizzazioni tratte dalla osservazione, analizzano strutture e funzioni sociali specifiche. Un classico esempio di teoria mertoniana di medio raggio la riformulazione del concetto durkheimiano di anomia.Uscendo dalla dicotomia fra comportamento normale e patologico, Merton definisce cinque tipi di comportamento sociale in base alla relazione fra i Valori,ossia le mete(cultural goals) che la cultura di una societ propone agli individui ;e le norme, ossia i Mezzi istituzionalizzati che gli individui hanno a disposizione per realizzare quelle mete. Si avrnno perci il comportamento conforme (V+ M+), innovativo( V+ M-),ritualista(V- M+), rinunciatario( V- M-) e di rivolta (V+/- M +/- ). Quella di Merton dunquen una sociologia:strutturale, pluralistica ed insieme dualistica(struttura-cultura)(F.Barbano) Il concetto di sistema sociale Un punto di arrivo della linea olistica il concetto della societ come sistema. Il concetto di sistema sociale ha due fonti: a) logico-strutturale e b) biologico-evoluzionista. a) La nozione logica considera il sistema come una totalit maggiore della somma delle parti, ed analizza , linsieme delle parti comprese nella totalit, e le regole di relazione,composizione, derivazione fra le parti. Applicata da Alfred Marshall alleconomia, la nozione fu trasferita da Vilfredo PARETO alla sociologia(Trattato di sociologia generale,1916).Trova un corrispondente nella concezione della lingua come sistema (Ferdinand de SAUSSURE, Corso di linguistica generale,1913: dove chiara la derivazione da Durkheim della lingua come fatto sociale collettivo).Per Saussure il linguaggio un sistema costituito da elementi connessi fra loro. Lanalisi sistemica in questa prospettiva comporta: -la individuazione delle parti che compongono il sistema -la definizione delle regole di funzionamento delle singole parti e delle loro relazioni entro il sistema -la spiegazione del sistema come entit di ordine superiore alle parti b) L approccio biologico-evoluzionistico al sociale fu proseguito nella . Teoria generale dei sistemi (1935) del biologo Ludwig von BERTALANFFY . Ogni organismo vivente un sistema composto di parti(elementi) interrelati ,che scambiano informazioni, materia ed energia, fra di loro e con lambiente. Ogni sistema persiste in equilibrio (omeostasi) in quanto realizza un adattamento al proprio ambiente sia interno sia esterno. , variando nel tempo(complessificando ) la sua configurazione per realizzare adattamenti piu riusciti ed efficaci. I due percorsi confluiscono nella teoria sociologica di Talcott Parsons. La teoria del sistema sociale in Talcott Parsons

Parsons (1908-1979) unisce la tradizione americana influenzata da Spencer e la sociologia europea: The structure of social action, 1937,(ricostruzione del pensiero sociale di A.Marshall, Durkheim Pareto e Weber ), The Social System 1951, Theories of society,1967. Per P., un sistema in generale deve soddisfare a quattro imperativi(requisiti)funzionali: -il mantenimento della sua configurazione di base(latent pattern maintenance) -lintegrazione fra le sue parti(integration) -il conseguimento dei suoi obiettivi(goal-attainment) -la disponibilit di mezzi di adattamento al suo ambiente(adaptation). I quattro imperativi funzionali sono disposti nello schema A-G-I-L- (dalle iniziali ) , salendo dal requisito pi povero di informazione e piu ricco di materia-energia a quello piu dotato di informazione di comando(gerarchia cibernetica delle funzioni). Lazione umana pu essere analizzata come un sistema dove: -la cultura fornisce i valori,che danno il senso allagire -la societ fornisce le norme, che danno regole allagire -lo psichismo fornisce decisioni,che motivano lagire agli obiettivi -l organismo fornisce energia e materia, che consentono lazione fisica. A sua volta, la societ pu essere analizzata come un sistema dove: -il sottosistema culturale persegue la stabilit dei valori e la loro trasmissione attraverso le istituzioni della socializzazione(famiglie,scuole, confessioni religiose) -il sottosistema giuridico esercita il controllo sui comportamenti rispetto alle norme( stato-ordinamento, tribunali, giustizia) -il sottosistema politico assume le decisioni collettive e le realizza(government, parlamenti, pubbliche amministrazioni) -il sottosistema economico svolge le attivit di produzione, distribuzione,consumo, con cui la societ assicura la sua sussistenza rispetto allambiente esterno ;le sue istituzioni sono imprese, tecnologie, mercati. Ciascun sottosistema a sua volta puo essere analizzato come combinazione di elementi tratti dai sottosistemi superiori: leconomia ha una dimensione culturale(i valori dellattivit economica, diversi fra occidente e oriente, sulla base delle tradizioni religiose ecc.);giuridica(le leggi e le norme che regolano i mercati, il mercato del lavoro,gli scambi,il diritto delle imprese ecc.), politica (la politica economica dei governi, le policies delle grandi organizzazioni), propriamente economica(le risorse tecniche,umane,finanziarie ecc.) Il quadro sistemico offre, secondo Parsons, una risposta al problema dellordine sociale. Lordine sociale non infatti il prodotto della costrizione del potere( come per Hobbes) ma neppure un esito casuale dellagire di individui separati che ricercano le loro utilit( casualit degli scopi: randomness of ends). E il risultato di una riuscita integrazione fra societ e individui, che poggia su due pilastri: -le istituzioni: elementi sociali ricorrenti e stabili ovvero complessi standardizzati di valori, norme;status/ruoli e gruppi che incanalano in modo durevole cogente ed efficace i comportamenti individuali;

-l interiorizzazione di valori e norme attraverso i processi di socializzazione. Parsons: la dinamica sociale La evoluzione societaria,secondo Parsons multilineare, piuttosto che unilineare, e comporta anche discontinuit e rotture. Una tendenza generale nondimeno la modernizzazione. Essa viene letta attraverso le pattern variables(variabili modello), ovvero logiche dicotomiche che definiscono i caratteri della relazione sociale ( fra Ego e Alter ): affettivit/neutralit (le professioni sono per P. una forma di azione governata da neutralit,ovvero da spirito di servizio pubblico ) particolarismo/universalismo(laltro come membro di un gruppo particolare, o come portatore di diritti e caratteristiche generali) diffusivit/specificit (la relazione basata sul chi laltro:ad es.nellamicizia, o la relazione implicata nel ruolo :ad es.clientela); qualit / prestazioni (laltro considerato nella sua globalit o solo nelle capacit che interessano ) La preminenza delle modalit di sinistra connota una societ tradizionalista, la preminenza delle modalit di destra le societ moderne. La crescente differenziazione fra istituzioni , la specializzazione delle funzioni(la famiglia .ha mantenuto quasi esclusivamente i compiti della socializzazione), la modernizzazione complessiva della societ pongono esigenze di una integrazione culturale che consente la stabilit profonda del sistema. Il livello culturale necessario non riconducibile ai valori di specifiche tradizioni, ma si fonda su soglie sempre pi astratte ed universalistiche di valori e conoscenze(non solo scientifiche, ma morali e religiose):v.T. Parsons, Credenza,non credenza e miscredenza,in Religione e ateismo nelle societ secolarizzate,a cura di R.Caporale e A.Grumelli, Bologna,1973).

5a) Teorie sociologiche: individualimo fenomenologia scelta razionale


Weber: la teoria dellazione sociale

interazionismo

Passiamo ora alle teorie che fanno riferimento allindividuo come attore/agente sociale. Alla base di questa linea teorica si pone Max Weber(m.1920). Lunit di analisi della sociologia weberiana l azione sociale da parte di attori individuali. Weber considera lazione sociale come un tipo di azione umana in cui Ego riferisce il suo agire allatteggiamento di Alter. Non ogni specie di contatto fra gli uomini riveste carattere sociale, ma solamente un atteggiamento orientato in maniera dotata di senso in vista dellatteggiamento di altri individui. Lagire di Ego sociale in quanto include un riferimento ad Alter.

Weber distingue quattro tipi ideali (nella realt empirica mescolati fra loro)di agire sociale: i) -lagire razionale rispetto allo scopo( Zweck-rational): la razionalit strumentale misura i mezzi in rapporto agli scopi perseguiti,e gli scopi conseguiti in rapporto alle conseguenze. Nellagire razionale rispetto allo scopo, gli oggetti esterni del mondo, compresi altri uomini, sono condizioni e mezzi per conseguire gli scopi voluti dallattore.E questa la razionalit tipica delleconomia, dell amministrazione,della politica che calcola le conseguenze dellagire (etica della responsabilit) ii) -lagire razionale rispetto al valore(Wert-rational): si ha quando lattore si comporta in coerenza a valori, a cui crede, di cui convinto. Alla base del suo agire pone lincondizionato valore( religioso, etico,estetico,politico ) di cui il comportamento inteso essere una manifestazione:etica della convinzione. E il comportamento dei profeti, fondatori di religioni, artisti, leader carismatici ecc.) iii) lagire tradizionale :deriva dallabitudine sociale acquisita, dal rispetto delle convinzioni inscritte nei costumi sociali iv) lagire affettivo : deriva dagli stati del sentire, dalle emozioni, da elementi meramente individuali non riconducibili a principi generali. La metodologia sociologica di Weber Secondo Weber, per comprendere (Verstehen) il significato che gli attori attribuiscono al loro agire, non basta al sociologo la semplice intuizione o il mettersi nei panni degli altri (em-patia). Questo atteggiamento pu servire nella vita concreta; ma la scienza sociale ,anche se non pu pretendere di essere oggettiva, ossia trovare leggi,nessi causali determinati(come voleva Durkheim) , deve cercare di essere obiettiva, cio raggiungere delle conclusioni plausibili, che hanno probabilit di essere vere.Occorre perci distinguere fra giudizi di fatto(che attengono alla scienza: ad esempio limportanza di un fatto storico ha a che fare con le conseguenze a cui esso ha portato) e giudizi di valore( che esprimono la valutazione che si d dei fatti. Di fronte allo stesso giudizio di fatto(la rivoluzione francese ha portato agli stati nazionali dell 800) possibile adottare giudizi di valore diversi e perfino contrapposti. Il concetto centrale della metodologia sociologica di Weber il tipo ideale (ideale vuol dire costruito concettualmente). I tipi ideali sono costrutti generali, che il sociologo estrae dai materiali della osservazione empirica( eventi storici, rilevazioni dirette, fonti documentarie ecc.) e rende puri rispetto al materiale empirico da cui provengono: sono gli schemi che consentono di comprendere le caratteristiche dei fenomeni osservati e di esaminare le loro connessioni,i collegamenti significativi. Tipi ideali elaborati da Weber sono ad esempio: la citt antica, il protestantesimo ascetico, lo spirito del capitalismo, letica economica delle religioni mondiali, le tre forme dellautorit, la burocrazia moderna ecc. Weber: la razionalizzazione

Comte e Spencer consideravano la scienza come motore della razionalit che avanza complessivamente nella storia, mentre Weber (Il metodo delle scienze storico-sociali,tr.it. Einaudi,Torino,1958,pp.345-399) distingue l avanzamento che riguarda i mezzi dellazione storica(lefficienza e lefficacia commisurate ad obiettivi) e i valori, per i quali non si pu parlare di progresso unilineare . Secondo Weber neppure la scienza e la tecnica possono essere ritenute di per s fonte non ambivalente di avanzamento umano;si ricordi la metafora della gabbia dacciaio come portato della razionalizzazione. Al rapporto fra valori etici ed agire economico, Weber ha dedicato una famosa analisi ( pubblicata nel 1904-5) che riconduce la genesi del capitalismo anzich a fattori materiali tecnologici ed economici, alla peculiare etica del lavoro della professione e del successo, che si formata entro specifiche minoranze protestanti (dal XVI al XVII secolo) . La connessione tipico-ideale : etica protestante ascetica> etica dell attivit umana e della salvezza intra-mondana>etica del lavoro, dell impegno assiduo, dellintrapresa, che sostiene l economia capitalistica. Lattivit economica di tipo capitalistico si afferma a partire dal 700 con la laicizzazione dei valori protestanti originari, e poi tendenziale scomparsa di ogni riferimento etico). . Sul nesso fra etica ed economia in altri contesti culturali, v. i fondamentali studi di Ronald Dore sul Giappone,da ultimo : Capitalismo di borsa o capitalismo di welfare?Il Mulino,Bologna,2001. Lazione come interazione simbolica Da Weber si dipartono due linee di analisi della azione sociale: le teorie interazionistiche e fenomenologiche ; le teorie della scelta razionale.Vediamo le prime. Un punto di partenza dellinterazionismo il cd. teorema di Thomas(1927) :if men define situations as real, they are real in their consequences. Se si definisce reale una certa situazione, essa avr delle conseguenze reali. Non importa infatti se la definizione sia oggettivamente vera, conta il modo in cui una situazione definita (ossia ritenuta significativa) che ha delle conseguenze osservabili. Ad es. le conseguenze degli stereotipi,dei pregiudizi, delle rappresentazioni di s e degli altri Un esempio classico fu la radiocronaca di Orson Welles(1937) sullo sbarco dei marziani negli Stati Uniti, che ebbe la conseguenza di sollevare una gigantesca ondata di panico e disorganizzazione sociale. La definizione della situazione conforma linterazione fra gli individui. George Herbert Mead considerato, con Herbert Blumer, il fondatore dell interazionismo simbolico.Per Mead(psicologo sociale) il s personale si forma nella interazione con altri significativi(bambino/genitori, adolescente/divi ed eroi sportivi mediatici) attraverso processi di identificazione-distinzione.

Per linterazionismo simbolico, la vita sociale una messa in scena di significati che gli attori attribuiscono alla loro interazione con altri . I significati sono la sfera simbolica dellagire sociale, hanno nel linguaggio la loro manifestazione sociale pi evidente. Il ruolo perde la consistenza normativa che Parsons gli attribuiva, diventa un mero canovaccio, che gli attori adattano ai contesti delle loro interazioni, inserendoli in mutevoli cornici(frames) che definiscono il campo delle interazioni stesse. Erving Goffman (Rituali di interazione; Stigma, Asylums) analizza linterazione sociale come un insieme di giochi di comunicazione. Essi includono i rituali di presentazione del s (ad esempio la differenza fra sfera privata- stare dietro le quintee sfera pubblica- stare al proscenio). Nell interazione gli attori sociali mettono in opera strategie di negoziato, di allineamento( convergenza nei significati) e di distanziamento: Goffman chiama disattenzione civile un comportamento (tipico della realt urbana e metropolitana) che evita le interazioni non gradite attraverso presa di distanza non aggressiva, di semplice evitamento. La teatralit dell interagire sociale viene esaltata dalla societ di massa ad alta densit comunicativa. Gi David Riesman negli anni 50(La folla solitaria) aveva notato come nella societ di massa la personalit sociale tipica non risponde alla auto-direzione (inner-direction) che segue scelte autonome di realizzazione individuale , ma sia other-directed, ossia adatti il comportamento alla immagine di s riflessa dagli altri e viceversa. Nel 1967 Guy Debord prevedeva lavvento della societ dello spettacolo, dove ogni azione sociale modellata secondo principi di visibilit e spettacolarit: allessere sociale si sostituisce lapparire, se non appari socialmente non esisti. La fenomenologia della vita sociale Alfred Schutz(allievo del filosofo Husserl) delinea l approccio fenomenologico alla realt sociale. Schutz chiama le diverse sfere culturali della vita sociale (arte, politica, economia, religione, scienza, vita quotidiana ecc.) province finite di significati, ossia complessi distinti di significati, di cui gli attori sociali sono portatori ed interpreti. I significati che modellano la realt sociale non sono dati oggettivi, ma sono costruzioni sociali , codici simbolici che vengono trasmessi fino ad apparire ovvi ai soggetti che li interiorizzano. L atteggiamento conoscitivo proprio della sociologia fenomenologica chiede di sospendere il giudizio su quanto appare socialmente ovvio(nella vita quotidiana) per ritrovare nell ovvio il risultato di una attivit sociale che lo produce e lo mantiene. Il compito della sociologia secondo Berger-Luckmann( La realt come costruzione sociale,1966 sar appunto di comprendere i processi culturali in cui la realt sociale viene costruita, decostruita, ricostruita. Il ciclo sociale della significazione comporta una sequenza come questa: generazione (ad es. l attivit del fondatore di una dottrina,religione,ideologia,del produttore di complessi significativi )

esteriorizzazione( la formulazione e la definizione formale, riconoscibile, stabile del complesso dei significati generati) oggettivazione( lattivit di istituzioni, professioni, gruppi addetti alla conservazione e trasmissione dei significati) interiorizzazione( lacquisizione dei significati nella personalit degli individui che vi sono esposti. I significati con cui gli attori definiscono il loro mondo di vita(o mondo vitale) sono dunque degli elementi culturali che vivono nella storia ed entrano nell esperienza concreta degli individui. Molto forte era linteresse di Berger e Luckmann a comprendere il senso dei processi culturali relativi al trasformarsi dei significati religiosi( secolarizzazione ripresa del sacro, pluralismo delle fedi, supermarket delle religioni ecc.) L etnometodologia Una variante nordamericana, piu empirica ed operativa, dellapproccio fenomenologico la etnometodologia(Harold Garfinkel, Studies in Ethnomethodology 1967).Essa analizza i modi di fare(metodi) del popolo, della gente nellambito di comportamenti di vita quotidiana: pratiche banali( fare la fila, tenere una conversazione), routines procedurali ( subire /attuare un interrogatorio, un esame medico, ecc.), modi di affrontare problemi vitali (gestione dei malati terminali, degli scambi interetnici ecc.) Nelle interazioni di vita quotidiana una grande quantit di sapere viene data per scontata ; le routines sono eseguite dagli attori sulla base di convenzioni tacite, di un sapere non esplicitato o riflesso, mantenuto in un contesto di ovviet(si fa cos, cosi che si deve fare, come si fa a fare diverso?) Letnometodologia propone degli esperimenti ( per es. i figli che si comportano a casa come degli ospiti estranei), metodo ripreso in trasmissioni televisive( quali Specchio segreto o Le iene ) che sospendono la routine e perseguono effetti spiazzanti . Lo scopo degli etnometodologi non divertire (anche se lo stravolgimento della regola di solito diverte) ma mostrare limplicito convenzionale delle routines, ed il sapere tacito che esse comportano e le rende possibili. Un effetto pratico di aumentare la riflessivit consapevole che gli attori hanno delle pratiche che eseguono. Una ulteriore applicazione degli approcci interazionisti si ha nella analisi sociologica del discorso e della conversazione(regole di Grice).

Le teorie della scelta razionale La Teoria della Scelta razionale (TSR) laltra direzione presa dalle teorie dellazione sociale nellambito dell individualismo metodologico. Essa deriva dalla

nozione weberiana di razionalit rispetto allo scopo, o razionalit strumentale( Zweck Rationalitaet). Lattore sociale considerato come un agente (operatore) che mette in opera i comportamenti piu adatti a conseguire i suoi obiettivi, massimizzando i propri vantaggi(in termini di utilit e benessere). Come dice James Coleman(Foundations of Social Theory,1990):la TSR mette a confronto le azioni secondo i risultati attesi dall attore e postula che lattore voglia scegliere lazione con il miglior risultato. Per miglior risultato si intende lazione ottimale , che massimizza le differenze fra i benefici ottenuti ed i costi sostenuti. A partire dagli obiettivi che lattore si prefigge(del cui valore la TSR non si occupa), lazione efficace, in termini di risultati conseguiti rispetto a quelli perseguiti, ed efficiente, in termini di risorse impiegate per conseguire i risultati. Jon Elster ( Ulisse e le sirene) propone un modello pi ampio dellagente razionale in cui comprende motivazioni, credenze-conoscenze e scelte. Le motivazioni ( interessi, emozioni, sentimenti, passioni, ragioni ) strutturano le preferenze dellagente e le ordinano secondo una scala di rilevanza e priorit. Le credenze e le conoscenze sono il sapere di cui lagente dispone, ad esempio le conoscenze sulla natura fisica, la natura umana, le cause degli eventi, il rapporto fra le condotte ed i loro esiti ( se faccio A ottengo B o cosa?); nel sapere si deposita anche lesperienza precedente dell agente. Le scelte danno forma alla policy, ossia al corso di azione che persegue gli obiettivi con una sequenza di attivit . La policy razionale nella misura in cui : -consegue gli obiettivi a partire dalla scala delle preferenze; -impiega i mezzi piu adatti agli obiettivi, in base ai vincoli ed alle opportunit che la situazione f ornisce, ed alle informazioni di cui lagente dispone. Cosa accade in caso di strategie di adattamento: incongruenza fra obiettivi e mezzi? Vi sono diverse

il modello volpe e uva: non dispongo dei mezzi per conseguire gli obiettivi e perci modifico le mie credenze sul loro valore: nondum matura est; il modello frutto raro : lobiettivo non rinunciabile, e continua a valere in quanto non conseguibile; mi adopero per modificare e migliorare i mezzi di cui dispongo ( innovazione economica, tecnica, organizzativa ) il modello occhiali rosa : proietto i mezzi di cui dispongo come se l incongruenza ai fini non fosse reale: wishful thinking, credo alla adeguatezza dei mezzi agli obiettivi. Per Herbert Simon benefici e costi, esiti e conseguenze dellazione non sono predeterminabili e interamente noti allagente. La razionalit in realt sempre limitata, o vincolata( bounded rationality): l agente non in grado di prevedere l esatta probabilit dei singoli esiti a cui la sua azione pu mettere capo e ancor meno gli esiti aggregati del suo agire. Non possibile una strategia ottimale, fondata sull illimitata disponibilit di informazione; conviene limitarsi alle soluzioni soddisfacenti; che sono quelle raggiunte le quali la ricerca della soluzione

(pi) ottimale avrebbe costi non proporzionati(di tempo risorse e informazione ) che la renderebbero di fatto irrazionale. I giochi strategici La teoria dei giochi come scienza delle decisioni strategiche fu inventata nel 1944 dal fisico von Neumann e dalleconomista Morgenstern.La TSR analizza linterazione fra due o piu attori razionali come forme di gioco(game) strategico. Il gioco del pollo(chickens game) analizza fino a che punto razionale correre il rischio o abbandonare la partita(limmagine la sfida di due auto che corrono dirette allo scontro). Il dilemma del prigioniero(prisoners dilemma:1950) oggi considerato da riformatori e scienziati sociali uno scoperta importante e profonda quasi quanto per i fisici la relativit(A.Massarenti). La situazione analizzata quella di due prigionieri, A e B , che non possono comunicare tra loro e sono chiamati a decidere se confessare o no un certo reato. Il modello indica le quattro alternative possibili; ogni coppia di numeri indica gli anni di condanna che saranno inflitti al prigioniero A e al prigioniero B a seconda del comportamento tenuto.

B Confessa A Non confessa 2,10 7,7 Confessa 3,3 non confessa 10,2

Ad entrambi conviene scegliere di non confessare, indipendentemente dalla scelta dellaltro, cos facendo ciascuno dei due avr alla fine un beneficio minore di quello che otterebbe se entrambi scegliessero di confessare. In altri termini, due individui ai quali converrebbe razionalmente collaborare si ritrovano a scegliere razionalmente di non farlo, con risultati svantaggiosi(ossia meno razionali) per entrambi. Il dilemma evidenzia il ruolo che la fiducia e la diffidenza hanno, nel modellare le strategie di cooperazione. Mancur Olson sostiene (The logic of collective behaviour,1966) che perseguire la propria utilit individuale senza mai affidarsi al comportamento altrui sempre piu razionale. Il free-rider(opportunista) un agente razionale, in quanto scommette sulla diversa probabilit di essere obbligato, rispetto al farla franca oppure sulla probabilit che qualcun altro sia disposto a non agire razionalmente ( ad adottare un comportamento non-egoista). Negli anni 80 Robert Axelrod, inserendo il dilemma del prigioniero in una sequenza di mosse ripetute nel tempo, scopr che la fiducia, impossibile a prodursi

razionalmente nel caso unico, pu nascere tra egoisti razionali attraverso un gioco ripetuto di mosse, senza necessit di un autorit superiuore o esterna che la imponga. La cd. strategia tit-fot-tat richiede di seguire il comportamento tenuto dallaltro nella mossa precedente, con un comportamento di razionalit condizionale: coopera con chi dimostra di voler cooperare con te , altrimenti non cooperare . Dallo scambio al dono Le teorie del dono( il terzo paradigma fra scambio di mercato e autorit politica) sono sviluppi recenti della teoria sociale. Caill,Godbout, Mouvement anti-utilitariste dans les sciences sociales,MAUSS) vi riprendono le analisi dell antropologo Marcel Mauss(Essai sur le don,1925) . Mauss considerava il dono come sequenza di tre azioni i: dare-ricevere-ricambiare, che nella societ arcaica compongono una istituzione sociale obbligatoria. Nella societ moderna il dono esprime una libert dellagire sociale individuale, tipica di chi scommette sulla fiducia(Caill). Chi dona altruisticamente attiva e mantiene la possibilit di legami sociali significativi, che non rientrano nei codici dell utilit economica di scambio e del comando politico per autorit.

5b) Conflitto e mutamento sociale


Le teorie del mutamento La societ persiste e tempo. dura, come mostrano i teorici del sistema, ma altres muta nel

Levoluzione societaria un modello macrosociale e macrostorico di mutamento, definito da H. Spencer e T.Parsons come passaggio dal semplice al complesso, in un processo di differenziazione. Le societ differenziate hanno parti pi eterogenee, funzioni specializzate, regole giuridiche generali ed astratte, conoscenza e tecnologie razionali. Si pensi, da un lato, alla famiglia antica che assommava su di s molte funzioni(riproduzione, economia, controllo sociale, compiti giudiziari, comando politico).Dall altra alla grande organizzazione moderna, specializzata in compiti definiti e indipendente dalla caratteristiche sociali e culturali delle singole persone che la compongono. Il mutamento di struttura si ha quando una societ assume una diversa configurazione complessiva, per l'impatto di fattori che dapprima la destrutturano e determinano una successiva ricomposizione di un diverso equilibrio. Si parla anche di "rivoluzioni": demografiche, tecnologiche, economiche, politiche ecc. La rivoluzione pu essere la conseguenza dellintroduzione di un fattore esogeno(esterno) o lesito di un conflitto endogeno(interno). Marx considera le societ umane come formazioni economico sociali che mutano per la contraddizione fra lassetto dei rapporti sociali di produzione ed il livello delle forze produttive. Ad esempio, la societ industriale deriva dalla trasformazione della societ

feudale quando lo sviluppo delle forze produttive della manifattura ha condotto alla formazione delle classi dei capitalisti e dei lavoratori proletari in conflitto fra loro. A livello infrastrutturale, sono cambiamenti l innovazione che interessa specifiche aree allinterno di una societ: nella famiglia, nell impresa, nella politica, nella scuola ecc. Lagency l iniziativa diretta di individui e gruppi che innovano nelle routines istituzionali e culturali. Nelle cerchie di relazione concrete culturalmente modellate ( mondi vitali:Ardig) l agency riguarda gli stili di vita e di relazione,le pratiche simboliche, le culture sociali e professionali ecc. I mutamenti che ne esprimono lattivazione dei singoli e lesito di forme associative, volontaristiche, di terzo settore ,movimenti utenziali ecc.). Correlativamente al mutamento intenzionale, lindividuo sperimenta nel nuovo contesto una esigenza di attivazione rispetto alla rigida scansione di tempi durate e attivit che caratterizzava lera industriale e la sua disciplina( lavoro autonomo di seconda generazione, nuove forme di lavoro associato, plurioccupazione,la coesistenza fra attivit retribuita e fuori mercato(volontariato non remunerato, lautomutuoaiuto, gli scambi non monetizzati ecc. ). Teorie del mutamento Lapproccio della scelta razionale risale alla classica nozione smithiana dellindividuo self-interested, e della mano invisibile del mercato, che genera massimo beneficio generale. La prospettiva dell azione sociale razionale oggi considera le istituzioni sociali come conseguenze non intenzionali e non previste (effetti di composizione:Boudon) dei comportamenti di attori individuali. Le istituzioni derivano spontaneamente dall azione degli individui, la societ non si costruisce secondo piani e programmi predeterminati : critica di Popper alle societ chiuse, e di Hayek non solo al socialismo pianificatorio ma allo stesso Welfare state. Lapproccio struttural-funzionalistico. I funzionalisti critici( Merton) riconoscono lesistenza di effetti non previsti dellazione sociale, funzioni latenti, innovazioni a carattere deviante, ossia l impossibilit che il sistema sociale sia totalmente funzionale e coeso, perfettamente integrato. Ci determina al suo interno aree di tensione e conflitto, devianza e problemi, che rendono funzionalmente opportuna la costruzione di strutture e programmi di risposta. Disoccupazione, burocrazia, criminalit,quartieri ghetto e altri problemi sociali sono i contenuti del social planning e del social engeneering ( si ricordi il new deal americano degli anni Trenta ). I movimenti sono motori del mutamento sociale, in quanto generano fasi di rottura dellordine precedente e avviano processi collettivi di trasformazione. Per Weber un movimento si apre con la fase carismatica di insorgenza, a cui seguono le fasi di affermazione, consolidamento, istituzionalizzazione, eventualmente declino o riavvio secondo nuovi principi. Alberoni chiama stato nascente la fase iniziale ,a carattere fusionale, dove tutto appare messo in gioco( movimenti del 68). Touraine studiando i movimenti (operaio, femminista, ecologista,Solidarnosc ecc.) rileva tre caratteristiche di fondo: lidentit, lantagonismo(chi sono gli avversari)

lorganizzazione e la leadership La definizione delle identit, e la spinta volontaristica a ci connessa esprime la capacit dinamica del movimento di contrastare gli schemi consolidati e burocratizzati dellordine sociale esistente. Sistema e mondi della vita Niklas Luhmann, sociologo tedesco continuatore di Parsons lascia cadere il presupposto parsonsiano che la stabilit generale del sistema dipenda dalla latency, ossia dall interiorizzazione dei valori culturali; il sistema sociale dispone di dispositivi specifici di autoregolazione , in quanto ogni sottosistema impiega distinti mezzi di relazione input-output: onore e stima, nelle sfere della vita sociale primaria; denaro, in economia; potere, in politica; informazione, nel sottosistema scientifico della conoscenza. La stabilit complessiva del sistema sociale si regge sulla capacit di comunicazione funzionale e selettiva con lambiente dei diversi sottosistemi; i quali selezionano dai loro rispettivi ambienti gli input che consentono loro di funzionare, e rispondono con output di prestazioni specializzate adeguate a specifiche domande. Ad esempio il sottosistema politico non avr come imperativo funzionale il conseguimento di obiettivi generali (goal- attainment) riferiti allintero sistema; sar adeguato il sottosistema politico che seleziona gli inputs provenienti dall esterno, evitando un sovraccarico disfunzionale di domande,e rispondendo in modo efficiente alle sole domande di cui si fatto carico. Lefficienza dei dispositivi di autoregolazione da parte del potere sistemtico rende una azione di mutamento globale superflua o impossibile. A Luhmann, Jurgen Habermas(v. Habermas Luhmann Teoria della societ o tecnologia sociale,.Etas Kompass,Milano,1973,or.ted.1971) contrapponeva la distinzione fra l agire strategico( del sistema e nel sistema) , che viene assunto dagli attori in vista di un risultato vantaggioso , e l agire comunicativo, in cui prevale una relazione libera da dominio fra i soggetti. Lesperienza soggettiva dei mondi vitali, se essi si sottraggono ai modelli istituzionalizzati e imperativi del sistema, si comunica senza finalit di controllo e dominazione, e favorisce perci la formazione consensuale e discorsiva delle volont e delle decisioni che corrisponde ad un principio etico di responsabilit.. Soggettivit e mutamento A.Touraine, nella sua analisi del mutamento sociale, assegna un posto determinante al ritorno dellattore sociale(vedi il libro omonimo, a cura di Paolo Ceri,or.fr.1984,ed.it.1988) . Lattore sociale non il vettore razionale e calcolante dellagire strumentale ,ma il soggetto, la cui capacit creativa sostituisce i vecchi principi di unit della vita sociale(p.80). Soggetto chi prende consapevolmente le distanze dalle pratiche sociali organizzate, elabora nuovi modelli culturali, agisce attraverso i movimenti per conferire una forma sociale agli orientamenti culturali(p.83).

Nel volumetto Sociologia( del 1998), Touraine descrive la fine della modernit ( demodernizzazione) come il venire meno dellidea stessa di societ integrata: la divaricazione fra la razionalizzazione tecnoeconomica e la soggettivazione delle culture e delle comunit si allarga in un vero e proprio effetto di fuga (v.p.48,p.53) facendo venire meno le mediazioni sociali e politiche che in passato assicuravano alla societ un principio di integrazione . Touraine non conclude che la societ scompaia, per lasciar il posto ad un mercato di giochi strategici fra individui , che cancellerebbe la stessa sociologia : l odierna analisi sociologica deve partire dallindividuo-soggetto.. per elevarsi alle relazioni interpersonali, poi alle condizioni istituzionali del riconoscimento del soggetto(istituzioni politiche e giuridiche dalle quali dipende il riconoscimento effettivo del diritto di essere soggetto ) p.62). Il riconoscimento si fonda sulla coscienza che laltro svolge il mio stesso lavoro(di costruzione di s) ma alla maniera che sua. Laltro che pu avere un impatto dinamico di mutamento tutto ci che la razionalizzazione moderna ha scartato, in quanto estraneo e non moderno. Recuperando questo altro nella pratica delle relazioni sociali, sar possibile reintrodurre una idea plausibile di societ.

6) Comunit e societ. Dalla societ tradizionale alla societ postindustriale

Una societ non pi industriale Per Toennies e Durkheim lavvento della societ industriale ha segnato un allontana mento irreversibile dalla socialit comunitaria /solidariet meccanica che caratterizzava le societ tradizionali. Si apre oggi il problema di definire la societ - in formazione a partire dagli anni 70 del XX secolo- che non si riconduce pi alla societ industriale manifatturiera classica. Scartata lidea semplice del ritorno allindietro (alle forme economiche tradizionali( agricoltura, industria delle costruzioni, terziario commerciale tradizionale ),con quali profili con cui viene definita la nuova societ in formazione? a) Neoindustriale la nuova produzione high tech deriva direttamente dalla ricerca nelle scienze fondamentali( fisica, biologia, genetica ) e nelle loro applicazioni. I divari della conoscenza determinano la nuova divisione internazionale del lavoro, la manifattura tende a spostarsi su paesi emergenti, le imprese multinazionali trattengono al centro le funzioni strategiche e localizzano nella periferia del mondo le attivit di fabbricazione.

b) Della conoscenza Il fattore fondamentale di sviluppo la conoscenza scientifica; la ricerca nelle scienze fondamentali( fisica, biologia, genetica determina i livelli della conoscenza tecnologica e le applicazioni produttive(Hegedus); alla economia fondata sulla conoscenza non si adattano piu i tradizionali modi di concepire valore, ricchezza, sviluppo, adeguati alla economia delle merci. La conoscenza conta se esclusiva (in quanto fornisce vantaggi competitivi:knowledge is power purch non sia troppo diffuso) c) Post-industriale Daniel Bell ha introdotto la nozione (,1973) con la sequenza: preindustriale(lotta contro la natura)> industriale(produzione di ambiente artificiale fabbricato dall uomo ) > postindustriale( lotta fra persone, giochi strategici , padroneggiamento del futuro attraverso la conoscenza astratta). Nella societ P.I. , la diminuzione dell occupazione manifatturiera e di fabbrica compensata dalla espansione della occupazione nei servizi commerciali, finanziari, alla persona, per il tempo libero,il turismo, i consumi culturali. La dinamica dello sviluppo affidata a fattori quali finanza, ricerca, consumi culturali, ambiente, turismo.: Il terziario tradizionale si contrae rispetto al terziario avanzato dei servizi professionali e finanziari ed al quaternario delle attivit knowlegdebased. d)ICT: Information Communication Technology A Wall Street le azioni di Google valgono piu del doppio delle GM: si guadagna di pi pensando algoritmi che costruendo automobili(Cor.Sera 1 feb 05).La capitalizzazione di mercato dei titoli Google pari a 85 miliardi di dollari,superiora a quella di GM Ford e Daimler Crysler messe insieme.Il loro valore in un anno salito da 85 a 301 dollari (Stampa 17/7/05). La societ Google nata nel 1998 ed entrata in borsa il 19.8.2004. Copre oltre il 50% delle ricerche su Internet svolte negli Stati Uniti. Laccesso alla rete e la connettivit diventano i requisiti della inclusione sociale. You are disconnected il nuovo stigma. (In iTalia gli utenti della banda larga sono 2,5 milioni nel 2003, previsti in 9,5 nel 2007). Luscita dal ford-taylorismo La domanda se siamo (ancora) una societ industriale pu chiedersi in primo luogo se il modo di organizzare la produzione industriale ancora fordista-taylorista La fabbrica fordista prevedeva la produzione di massa, basata sulla standardizzazione dei prodotti, dei processi e delle domande. Il postfordismo sul versante della produzione si segnala per la gestione della qualit totale; l organizzazione magra, con abolizione delle scorte e dei magazzini e fabbricazione just in time;la specializzazione flessibile (prodotti e servizi adattati allindividuo, segmentazione dei mercati :dal capitalismo di fabbrica al capitalismo di emporio). Le prime conseguenze sociali si hanno sulla occupazione: dal lavoro tipico( a tempo pieno, a durata indeterminata) alla occupazione non tipica : dipendente ma a tempo ridotto( part time,durata determinata, con contratti di formazione ed

lavoro; solo formalmente indipendente, con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa, lavoro interinale, a progetto, ecc. Queste forme di occupazione si accompagnano ad una crescente flessibilit nellorganizzazione del lavoro. Il sociologo Richard Sennett( Luomo flessibile, tr.it.2001;Rispetto, tr.it. 2004) vede nella flessibilit il tempo di un nuovo potere(p.59) . Flessibilit vuol dire specializzazione nella produzione, accorciamento prospettico delle strategie aziendali, assottigliamento(leaning, downsizing) dell organizzazione produttiva. Limpresa flessibile lavora non pi per una societ concreta, ma per un mercato universale di estranei; non ha bisogno /capacit di sviluppare identit e lealt a lungo termine; non radicata nel territorio, ma ancorata ad esso, sempre pronta a salpare. Dallaltra parte, il lavoratore non pi in grado di programmare i suoi movimenti entro/tra imprese, in una sequenza leggibile che configura carriere progressive. Il contenuto della prestazione il progetto, che si deve realizzare nel tempo appropriato . Questa logica promuove alta mobilit (soprattutto nei settori avanzati ) mentre non richiede n lealt al posto n cooperazione solidaristica fra lavoratori. Utile invece la capacit di abbandonare il proprio passato e la fiducia in se stessi necessaria per accettare la frammentazione(p.62). Nella prospettiva di Sennett la flessibilit non consente reali strategie difensive: o la si cavalca( sapendo superare i rischi del saltare da unisola allaltra dellarcipelago) o la si subisce (si vedano le storie di deriva o di fallimento raccontate in Luomo flessibile ). Nel quadro dellorganizzazione del lavoro post-tayloristica, emergono nuove polarizzazioni intrasocietarie (L. Gallino, (Globalizzazione e disuguaglianze,Bari,2000) La nuova scala della stratificazione sociale I alti dirigenti di grandi imprese transnazionali, di banche centrali, di organizzazioni internazionali, capi dei governi II politici di vertice, star delle professioni,dei media III massimi dirigenti di organizzazioni pubbliche e private IV piccoli imprenditori e professionisti indipendenti V professionisti tecnici funzionari insegnanti , dipendenti VI benestanti (anziani) con pensioni e rendite elevate VII lavoratori autonomi con attivit regolari VIII impiegati ed operai dellindustria e dei servizi con alte qualifiche e lavoro stabile IX impiegati ed operai dellindustria e dei servizi con qualifiche medio basse e lavoro stabile X lavoratori autonomi e lavoratori dipendenti atipici con contratti instabili XI lavoratori poveri,nelleconomia sommersa, irregolari (immigrati) XII disoccupati senza ammortizzatori sociali, percettori di assistenza economica, nomadi, mendicanti, child workers XIII detenuti forzati in campi di lavoro, schiavi per debiti, bambini di strada, homeless, ricoverati coatti

Lanalisi sociologica della globalizzazione


Altro profilo corrente quello di societ globale , o(meglio) di globalizzazione economica che ha conseguenze sociali. Il mondo diventato per molti importanti aspetti un unico sistema sociale, come risultato di crescenti legami di interdipendenza, che ora riguardano virtualmente ognuno di noi. (A. Giddens, Sociologia,tr.it.Bologna 1991,cap.15, La globalizzazione della vita sociale,,pag.606). Per Giddens( Le conseguenze della modernit.Fiducia e rischio, sicurezza e pericolo,Bologna,1994) , la Glob. segna la fine della modernit tradizionale , che vedeva il primato del capitalismo economico e dell industrialismo , il potere militare degli stati nazionali e la tendenza alla sorveglianza ed al controllo politico dellinformazione. Emergono da un lato il post-modernismo, che d per scontata la crescente frammentazione dellesperienza e la conseguente perdita di un ordine sociale dominabile dagli individui. Dallaltro la modernit radicale ( posizione di Giddens):legge la vita quotidiana come un complesso attivo di reazione ai sistemi astratti; .considera limpegno politico coordinato possibile e necessario sia a livello globale che locale, ha fiducia nella possibilit di imbrigliare il mostro e di guidarlo ad esiti positivi. I principali cambiamenti apportati dalla G. sono nella sfera economica. Gli attori principali del mercato mondiale diventano le societ multi e transnazionali, che hanno sede centrale nei paesi sviluppati e organizzazioni disseminate nel globo. Alcuni paesi gi marginali (Cina,India,Brasile) che diventano competitori economici rilevanti. L ingresso forzoso nel mercato mondiale di societ povere del cd.terzo mondo che determina nuove forme di povert e di dipendenza. I divari sono ben noti. 1,3 miliardi di persone(22%) vivono sotto la soglia della povert(assoluta) ,0,8 sono malnutrite, 0,9 non accede a cure mediche,1,3 non ha acqua potabile,2,6 non ha servizi igienici. Il tasso di mortalit infantile superiore al 100 per mille in 35 paesi . Nel 2000 il quintile piu ricco disponeva dell 86% del Pil globale, il quintile pi povero dell 1% ; le diseguaglianze crescono anche nei paesi ricchi( negli ultimi ventanni in Usa il 97% del Pil aggiuntivo andato al 20% delle famiglie piu ricche , il 5% piu povero ha perso il 44% del reddito) Sul piano politico, la globalizzazione indebolisce gli stati a base nazionale limitata: i giocatori pi rilevanti sono le potenze sovrannazionali e/o continentali (America, Cina, Europa, Russia ), che si disputano spazi di influenza e di egemonia, in assenza di un effettivo governo mondiale. Da qui la prospettiva di nuove forme di unilateralismo e imperialismo. Oppure: da attendersi che il mercato ed i mercati, oggi configurati come reti senza confini e,anzi, reti di reti a geometria perennemente variabile ,prima o poi solleciteranno per reazione e necessit di reciproci adattamenti nel corso del XXI secolo lo sviluppo di una nuova configurazione dello Stato(Gallino).

Variet culturale nello spazio Sul piano territoriale e della comunicazione, la logica dei flussi e delle reti di comunicazione e relazione , che avvolgono il globo, rende obsolete le vecchie appartenenze statiche. Impone una gerarchia dei sistemi urbani e delle citt globali: New York,Londra e Tokyo( Saskia Sassen, Citt globali,Torino,1997). Le reti di comunicazione sostengono il sistema mondiale dei media, che diffonde modelli di consumo e stili di vita omogenei : con notazione interessante George Steiner ha osservato che forse quindici persone erano presenti al Golgota, novecento alla prima della Nona di Beethoven due miliardi hanno assistito alla finale del mondiale di calcio del 2002. E possibile che le differenze culturali contribuiscano a ridurre i divari(come si rileva per la vitalit economica nelle e citt multietniche) senza introdurre frammentazioni e contrapposizioni negli stili di viti e tensioni di integrazione,ma attivando le diversit come basi della creativit. Secondo lo schema delle 3T( gruppo Richard Florida) la forza di un territorio data dalla sintesi di tre fattori: -tecnologia (livello di conoscenze e risorse per la produzione) -talento (innovazione e propensione alla creativit) -tolleranza (accettazione e utilizzo della diversit secondo indici di integrazione, diversit di composizione tolleranza alla omosessualit La classe creativa (imprenditori e dirigenti) sulla popolazione a Stoccolma al 45%,36% Amsterdam,24,6 Roma, 24,4 Milano . La chiusura italiana riguarda i gruppi dirigenti le universit le politiche verso limmigrazione: l Italia teme limmigrazione qualificata che apporta talenti a costo di produzione molto contenuto;la sua apertura si gioca pi sul piano dell accoglienza che nell accettazione del mix di culture. Conseguenze microsociali della globalizzazione C. GIACCARDI e M.MAGATTI (La globalizzazione non un destino. Mutamenti strutturali ed esperienze soggettive nell et contemporanea, Laterza 2001 ) cos riassumono i punti della nuova scena sociale. - I processi di globalizzazione separano l organizzazione societaria dalla esperienza soggettiva, due piani che Parsons unificava nella sua teoria sistemica.L idea unitaria della societ come sistema non riproponibile neppure nella concezione luhmanniana del cambiamento adattivo ed evolutivo del sistema al suo ambiente - L individualizzazione crea un contesto socioculturale dove ogni individuo costretto ad operare da s le sue sintesi. Ci, in negativo enfatizza il suo senso di inadeguatezza, in positivo consente/costringe a tessere nuove relazioni, a perseguire attivamente logiche di identit nellambito delle esperienze famigliari, territoriali, etniche , a organizzare reticoli e movimenti. Aumenta le domande di riflessivit per scelte consapevoli, che sono dotate di minore plausibilit collettiva

e crisi delle ideologie unificanti, frammentazione degli universi simbolici, religioni self-service ecc.) - Si moltiplicano i poteri di fatto ( piuttosto che le legittimazioni di nuove forme di autorit politica). All indebolirsi degli istituti della democrazia rappresentativa moderna risponde una domanda latente di politicit a base personale, con l assunzione di responsabilit pubbliche da parte dei soggetti della cosiddetta societ civile. Ne esce rafforzata la base societaria sulla quale costruire edifici istituzionali innovativi rispetto a quelli che conosciamo(p.179). L incertezza Le conseguenze della globalizzazione sulla esperienza delle persone in termini di insicurezza sono state descritte da Zygmunt Bauman ( ad es. Modernit liquida,tr.it.2002 ) come un liquefarsi dei modelli tradizionale di organizzazione sociale, che espone gli individui a nuove e composite forme di incertezza: unsafety( venir meno della sicurezza alla integrit fisica e psichica, perdita di garanzie della incolumit ); insecurity( indebolirsi dei tradizionali apparati di protezione sociale nel lavoro, nel reddito , nella sanit , indebolimento delle prestazioni dello stato sociale), uncertainty( disorientamento, perdita di riferimenti cognitivi forti, mancanza di radicamento, contrazione del futuro, impossibilit di progetti di lunga durata)

Collocata nella modernit liquida, l individualizzazione non esprime pi l emancipazione da vincoli sociali oppressivi e la libert di autodeterminazione dei singoli ; manifesta la impossibilit di fissare progetti di autorealizzazione su una scala spazio-temporale prevedibile e certa. Si turisti e vagabondi agli estremi opposti della stratificazione: la mobilit di prestigio delle nuove elites( coloro che possono scegliere la de-fissazione di chi si trova esposto a tutti i flussi dellincertezza . Le esigenze di libert e di sicurezza tendono a divaricarsi nelle aspettative degli individui, a spese della politica, che appare indebolita e travolta dai nuovi scenari (v. Bauman, La societ individualizzata,Bologna,2002,cap.3) Lazzardo Ulteriore prospettiva quella di Ulrich BECK con il suo concetto di RisikoGesellschaft (v. La societ del rischio:verso una seconda modernit(2002). Lo sguardo cosmopolita,Carocci 2005) . Lesposizione generalizzata al rischio segna la fine dei tre tipi di integrazione sociale che hanno dominato la modernit: i, linteriorizzazione dei valori come principio di coesione(Durkheim, Parsons); ii, la comunanza degli interessi come base di azione condivisa(sindacale, economica) ; iii, la coscienza di appartenere allo stato nazionale. Lindividuo privato dei dispositivi di integrazione vivesenza rete ,

come un funambolo nel circo , in uno stato di pericolo permanente .E chiamato nella sua biografia ad affrontare le contraddizioni sistemiche ,adotta una sorta di morale del vagabondo, che si muove perennemente alla ricerca del punto di consistenza che non si trova (v.U. BECK,I rischi della libert.Lindividuo nellepoca della globalizzazione,Mulino2000). Nelle conferenze di Un mondo a rischio(2003), Beck illustra il concetto di societ del rischio come: il divario fra la lingua dei rischi quantificabili, in base ai quali pensiamo ed operiamo, ed il mondo dellincertezza non quantificabile,che abbiamo creato noi stessi . In altri termini, i mezzi istituzionalizzati di controllo di cui la societ dispone non sono in grado di provvedere alle crisi ( ecologiche, finanziarie, terroristiche ) che tali mezzi stessi hanno provocato. Si rende evidente lo scacco in cui si imbatte la pretesa moderna di dominare l ambiente naturale e sociale attraverso un unica forma di razionalit, che si pretende esclusiva al tempo stesso in cui si mostra impotente. Da qui la necessaria ricerca di alternative,che nel campo della politica internazionale muove dalla fine della sovranit assoluta degli stati nazionali in una prospettiva cosmopolitica, che assume nuovi fondamenti giuridici e di organizzazione multinazionale (p.50). Beck richiama la sociologia ad approfondire la riflessione della complessit, per pre-figurare il possibile : il pensiero chiamato a disegnare le chance delluomo nel contesto delle condizioni esistenziali date lintegrazione pu realizzarsi solo nel pensiero, ovvero nel senso della realt possibile (I rischi della libert, cit. pp.3134). Riprende, in riferimento a Jurgen Habermas, la proposta di una riflessione neoilluministica, che porti a compimento le promesse finora disattese di emancipazione umana. Sintomatica la proposta di adattare allo scenario della globalizzazione il concetto di cosmopolitismo;mentre :se globalizzazione il concetto di una unilineare ed unidimensionale affermazione dell economico, cosmopolitismo il melange della diversit culturale locale e globale, nazionale e internazionale,che non annulla le differenze ma le com-prende (et cosmos et polis) La solidariet La tematica dello straniero( introdotta ai primi del 900 dal sociologo Georg Simmel) ritorna di attualit nella riflessione della globalizzazione, processo in cui gli estranei entrano di necessit in contatto fra loro, ed i diversi sono costretti/ chiamati a riconoscersi. Muta di conseguenza la nozione di solidariet. Rainer Zoll(La solidariet.Eguaglianza e differenza,Bologna,2003 sociologo e storico dellazione sindacale, rintraccia le fonti storiche della nozione in due percorsi : -teorico: la solidariet come coesione della societ, secondo la tradizione durkheimiana(v. cap.V) ed il funzionalismo sociologico di Parsons -pratico politico: la solidariet che riformula la fraternit della rivoluzione ed il principio della associazione fra eguali , immette,ndola in forme storiche di organizzazione e politica sociale che esprimono comunanza di valori e di interessi. Le vecchie forme assumono la solidariet come un rapporto tra pari e/o un legame sociale in una comunit,(p.9 ). Nella crisi attuale di queste forme, Zoll intravvede

lemergere di una nuova solidariet fra diversi ,oltre i confini del gruppo,della comunit . Essa implica un mix di maggiore individualizzazione e maggiore responsabilit: il diritto degli individui a perseguire la loro autonomia implica il correlativo dovere di consentire agli altri individui un pari diritto, e quindi comporta lesercizio di una positiva solidariet civile(p.154).Le nuove forme di solidariet fanno riferimento ad un concetto di eguaglianza complessa e plurale, che rimanda ai criteri di giustizia di Rawls(v.pp.198-99). Il nuovo nome della solidariet sarebbe il riconoscimento reciproco, che non scaturisce da un atto emozionale di empatia, ma proviene dalla costruzione pubblica e formazione discorsiva del consenso . In sintesi, mentre la vecchia solidariet si esprimeva in forme di organizzazione fondate sulla comunanza di valori e di interessi , in un rapporto tra pari e/o un legame sociale in una comunit(R.Zoll, La solidariet.Eguaglianza e differenza,Bologna,2003,p.9). Oggi si affaccia la prospettiva di una solidariet fra diversi andando oltre i confini del proprio gruppo,della comunit .Il diritto degli individui a perseguire la loro autonomia, implica il correlativo dovere di agire per consentire agli altri individui un pari diritto, e quindi lesercizio di una positiva solidariet civile(p.154). Lattivazione volontaristica A.Bonomi parla di ricerca di una solidariet, di forme di rappresentanza,che abbiano come presupposto non pi lomogeneit della condizione materiale,ma la diversit,il molteplice,il plurale.Pi che una richiesta di rappresensentanza aumenta un ricerca di senso e di ruolo. Alla base della solidariet civile si pone il fatto di tessere relazioni ed accrescere la riflessivit comune per scelte consapevoli. Il capitale sociale la base fiduciaria dell attivazione civica : i suoi andamenti nel tempo sono stati analizzati dalle ricerche di R.Putnam ( sulla tradizione civica nelle regioni italiani e sul declino della partecipazione negli Stati Uniti, che smentisce la tradizionale immagine tocquevilliana della nation of joiners: Bowling alone, tr.it. ,2004). L allentarsi del legame sociale consente un massimo di indifferenza verso gli altri( disattenzione civile , anche se per la vera indifferenza si richiede una posizione privilegiata nella societ,p.145, poich lindifferenza equivale a non dover dipendere da altri in alcun modi. Nel rendersi fragile del legame sociale ,gli individui di successo costruiscono reti di potere, corporazione, ceto. Altri cercano di difendere e ricostituire reti di autodifesa, nelle forme della tutela sindacale o nei nuovi movimenti di cittadinanza attiva. C chi spinto ai margini di tutte le reti di protezione. Reti di aiuto - ad es. il volontariato interno e lintervento umanitario rispondono al principio noi vogliamo ingerirci. Una sorta di hackeraggio sociale, che ricerca anche nuove soluzioni istituzionali. Avvento e fine della modernit in sociologia

La globalizzazione pone una inedita serie di problemi ad una sociologia cresciuta nel quadro di riferimento della modernit. Modernit anche in sociologia ha significato una idea del tempo, della storia e del progresso. Nel guardare agli eventi della storia, la cultura antica adottava schemi orientati dallidea che nella sfera sublunare( il mondo della vita quotidiana sotto i cieli ) non si d reale cambiamento, ossia cumulativo ed irreversibile. Il divenire ciclico, ritorna su se stesso, segue la legge organica della nascita>maturazione> decomposizione>rinascita. Questo modello fu sostituito nel mondo cristiano da una teologia della storia, che colloca il cammino umano nel trittico dei tempi: creazione/il tempo della caduta e della fragilit/ redenzione/il tempo della salvezza e dell attesa/ la fine dei tempi e leterno. La storia la rivelazione di Dio che si inserisce nel tempo lincarnazione la pienezza del tempo la storia diventa il luogo in cui possiamo costatare lagire di Dio a favore dellumanit(Fides et Ratio,pg. 59) . La lettura del percorso storico data dalla modernit diversa. La querelle des anciens ed des modernes e quella che Paul Hazard ha chiamato la crisi della coscienza europea- in breve il periodo fra la fine del 600 e la prima met del 700, hanno rovesciato il senso stesso del tempo. L avvento della modernit(penso a pagine di Dupront) celebra il passaggio dal tempo ciclico, e dal tempo liturgico, al tempo continuo. E nel tempo che la verit della conoscenza progredisce : veritas filia temporis non allinizio una affermazione relativistica ma la concezione ottimistica che nel tempo la verit della conoscenza non potr che crescere. La storia per il moderno avanzamento della ragione, incremento della sua presa, sulla natura esterna, sulla societ umana, sulla natura interna. Progresso pu esserci soltanto in un tempo che per essenza futuro, l attesa del futuro lelemento in cui galleggia la volont di progresso: un futuro che un fine, ma non ha una fine, ed un futuro che l uomo chiamato a costruire con la sua azione razionale. Luomo moderno ha senso storico perch non contempla leterna caducit delle cose umane, ma si immerge nel fiume di quel divenire, lo fa suo. Vede la storia come affermazione irreversibile della libert umana(religione della libert, dir Croce). Il male errore, che la ragione vince; imperfezione, che il progresso sperimentale e tecnico risolve; necessit che la dialettica assume e supera nello svolgimento del bene (un male che serve al bene non pi un male, ma un momento transeunte nell affermazione storica del bene). La sociologia ottocentesca ha fatto sua lidea moderna della razionalit avanzante nella storia attraverso laffermazione della scienza: la civilt moderna industriale quella che esce dal complesso scienza della natura>tecnica produttiva>organizzazione. La sociologia nasce come scienza della razionalizzazione del mondo sociale, presa della societ su se stessa, controllo trasparente del divenire, costruzione di un ordine sociale affidato al progetto umano. Dentro cui si colloca la formazione di istituzioni politiche ed amministrative, che modellano la nostra vita, quali lo stato moderno ( il salvatore della vita, secondo Hobbes) e quello che chiamiamo stato sociale, ossia

un dispositivo che ha risposto alla sicurezza e protezione sociale. Le crisi del progresso

domanda di salvezza temporale, rinominandola

Al passaggio fra Otto e Novecento l Europa ha assistito al venire meno della fiducia incondizionata nell avanzamento progressivo che scorre insieme con il divenire storico. Penso a Sorel e a Spengler. In sociologia alla distinzione weberiana fra progresso dei mezzi e politeismo dei fini e dei valori: Weber vedeva il processo storico di razionalizzazione come costruzione della gabbia dacciaio, in cui la libert degli individui avrebbe rischiato di essere rinchiusa. Negli anni Trenta del XX secolo, Husserl riaffacci la domanda se esiste veramente una crisi delle scienze, nonostante i loro continui successi (E.Husserl,La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale,tr.it.1961,p.33), poich il successo pratico non esclude la crisi dei fondamenti. Alla domanda se il sapere scientifico e tecnologico sia una connotazione esclusiva della societ europeo-occidentale, gli storici della scienza hanno in genere risposto che fino ad un dato momento della storia vi stata ibridazione reciproca delle tradizioni e delle culture orientali ed occidentali: si pensi all apporto della cultura araba medievale al pensiero filosofico e scientifico. A partire dal XVII secolo( e secondo alcuni, come conseguenza diretta della riforma protestante e del disincantamento Entzauberung - del cosmo ) la scienza pot affermare la sua visione del mondo, attraverso il principio del dubbio metodico e della libert critica( espresso nella sentenza: nullius in verba iurare). Dubbio e libert sono la sostanza della stessa democrazia, in quanto condividono il riferimento ad una sfera pubblica in cui avviene la formazione discorsiva e controllata di opinione e consenso Il controllo sociale della tecnologia

La globalizzazione evidenzia un profilo ambivalente della tecnoscienza ossia il rischio di perdita della capacit sociale di controllo . Nuovi saperi e mezzi (prima il controllo della materia atomica e subatomica, poi lintelligenza artificiale, adesso l ingegneria genetica ) revocano in dubbio distinzioni ritenute auto-evidenti e acclarate, come quelle fra ambiente interno/esterno, mente/corpo, vita/morte, individuo/specie e spostano i confini del fattibile al di l del controllo sociale :non c aspetto della nostra esistenza che non venga toccato da queste nuove frontiere della ricerca in cui luomo medio non pu esercitare una vigilanza intelligente(G.Steiner, in Vita e Pensiero,n.3,2004,p.31). Luomo antiquato(G.Anders) di fronte ai prodotti stessi della sua azione. Se il governo del conoscere lasciato alla tecnologia, questa affermer la sua logica immanente : se una cosa si pu fare, si finir per farla. Se una cosa possibile, prima o poi diventa doverosa Una potenza che non ha direzione, che afferma la sua direzione semplicemente accrescendo la sua potenza, nutre la pretesa

dell uomo di autoautorizzarsi a fare, per la semplice ragione che ne (divenuto) capace. Il disorientamento e la perdita di senso Il paradosso di una tecnologia onnipotente, ma per dir cosi non vedente, si completa con la dissoluzione della domanda di senso ad opera della cosiddetta postmodernit o della modernit liquida (Bauman). La cultura del postmoderno abolisce la pretesa di conferire razionalit al processo della storia in quanto dissolve lidea stessa di un divenire dotato di senso ;immerge il divenire in un eterno presente di fluttuazioni, dichiara finite le certezze di un cammino da compiere da- a, da non piu a un non ancora. Il nichilismo, convinto che non abbia senso cercare di dare senso al mondo, al s, alla storia, proclama che meglio cessare di porre la domanda. It s all in pieces / all coherence gone,diceva John Donne: il mondo non fatto a pezzi, ma in pezzi, un puzzle che non si ricompone pi perch si perso il quadro dellinsieme. La sociologia luhmanniana sostiene che il sistema sociale mantiene il suo ordine senza avere apparente bisogno di un senso umano riconoscibile, attraverso mezzi automatici come la forza, lo scambio, la finzione. Si passa cosi dalla persona soggetto, che afferma la sua possibilit di sussistere come attore dotato di capacit creativa, riflessivit, progettualit, responsabilit, apertura, alla persona collezione: individui che costruiscono il bricolage dei loro universi di significati, senza avere(o poter-ancora- avere) alle spalle dei sistemi forti di valori interiorizzati entro appartenenze solide. Ritorno alla religione? In via di osservazione la sociologia della religione osserva che alla perdita di influenza del Cristianesimo intra- ecclesiastico si accompagna oggi un ritorno del sacro che manifesta un pluralismo(o mercato) religioso che non ha leguale nella storia dell Occidente(Filoramo) .Che la religione ritorni ad affermarsi come via di salvezza offerta agli individui che abitano un pianeta di naufraghi e di poveri; come principio di identit personale e legame sociale in un contesto che indebolisce le appartenenze politiche e ideologiche;come fondamentalismo integralista che pretende di affermare praticamente la verit delle propire credenze, tutto ci contraddice la la tesi weberiana della razionalizzazione come disincanto e della secolarizzazione avanzante come destino globale.

LEuropa si pone al centro di un inedito scontro di civilt, che ha segnato la sua storia interna attraverso il confronto fra illuminismo e cristianesimo degli ultimi tre secoli;uno scontro sul ring , per dir cos, della storia, che ha lasciato entrambi i contendenti spossati e lasciati barcollanti ( fede e ragione si sono impoverite e sono diventate entrambe deboli luna di fronte allaltra,v.enc. Fides et Ration,n.59) Lo spettro di credenze religiose ormai morte incombe assai pi sull Europa che sull America . Questo commento( del neo-con Fukuyama) mostra la sua vena apologetica quando osserva : Non si pu certo asserire che razionalismo e secolarizzazione siano le inevitabili ancelle delle modernizzazione La gabbia dacciaio ha preso il nome di globalizzazione, ma non poi cosi male. E anche: l Europa attualmente un continente pacifico, prospero,razionalmente amministrato e totalmente secolare. Certo gli Europei continuano a usare termini quali diritti umani e dignit umanache affondano le radici nei valori cristiani della loro civilt. Ma pochi sarebbero in grado di spiegare in maniera coerente perch continuano a credere in essi. Dimensione cognitiva e pragmatica della credenza The will to believe la nota espressione di William James, che considera la fede come un diritto, da assumersi anche correndo il rischio di andare incontro all errore. La pienezza dell esperienza umana non possibile a ottenersi attraverso un conoscere puro e definitivo, che conduce ad assoluta certezza; tale sapere infatti non dato, ma per agire si devono e muovere insieme le due lame della conoscenza e dell azione, come la forbice morde la realt solo se entrambe le sue lame sono messe in moto. E un fatto che l esito nichilista acutizza il bisogno di credere come risorsa pragmatica di orientamento post-secolare. La situazione del voler-e-non-potercredere espressa in forma eccellente in una poesia di Czeslaw Milosz( Orfeo ed Euridice 2000 anni dopo). Nella sua fede aument il dubbio, e si avvinghi a lui come una fredda edera. Incapace di piangere, pianse sulla perdita dellumana speranza nella resurrezione dei morti. Perch adesso era come un qualsiasi mortale, la sua lira taceva e nel sogno era senza difesa. Sapeva che doveva aver fede e non ne era capace. Cosi rimase per quello che sembr un tempo interminabile, contando i suoi passi nel torpore semicosciente. Albeggiava. Apparve un anfratto roccioso sotto l occhio luminoso dell uscita sotterranea. E avvenne ci che aveva intuito.Quando volt la testa, dietro di lui sul sentiero non c era nessuno. Sole. E cielo, e l le nuvole. Soltanto ora esplose dentro di lui il grido: Euridice! Come far a vivere senza di te, o mio conforto. Ma lerba profumava, ronzavano basse le api.

E si addorment, con la guancia sulla tepida terra. (C.Milosz scritta dopo la morte della Carol,2002,traduzione di Francesco M.Cataluccio Pluralismo e/o scontro fra culture Nella globalizzazione, tradizioni storiche finora separate pongono in necessario contatto identit, che derivano dall orizzonte dei simboli fondanti, delle narrazioni costitutive, delle religioni). Taluni concludono che la storia arbitra la forza e la plausibilit delle diverse tradizioni ed afferma la superiorit della cultura occidentale, che detiene scienza e democrazia. Si pu , al contrario pensare che il riconoscimento di valori universalmente validi non implica che essi abbiano avuto o debbano avere in ogni societ la stessa attuazione. Per cui il compito di dare corso alla ricerca di principi comuni a tutti gli uomini richiede di abbracciare la molteplicit delle esperienze umane, senza avanzare pretese di esclusivit in nome di un solo modello, ritenuto superiore. Non da nascondersi che quello che stato chiamato il coraggio di un nuovo umanesimo ,da perseguire nelle relazioni intersoggettive come in quelle interculturali e interreligiose, risponde pi ad esigenze pratiche, alla necessit di realizzare dei compromessi che evitino conflitti e scontri distruttivi. Compromessi che devono sempre fare i conti con la pretesa della unicit delle fedi alla loro esclusiva pretesa di verit. Non aiutano soluzioni del passato come il racconto delle tre anella che concilia i monoteismi, l una religio in rituum varietate su cui Nicola Cusano poggiava la sua ricerca di pace fra le fedi dopo la caduta di Costantinopoli nel 1452, o le concezioni alla Lessing, di una rivelazione evolutiva che discioglie le ragioni del Cristianesimo nel Cristianesimo della ragione. Il problema storicamente nuovo. giovane moglie americana

Dallanalisi sociologica allintervento sociale: benessere salute e politiche di welfare Il concetto di benessere
Il passaggio rilevante nelle societ occidentali lingresso nella prosperit attraverso leconomia. Bisogna per distinguere: - crescita economica ( growth) l incremento nel tempo di variabili quali Pil complessivo, Pil pro capite, reddito complessivo, reddito pro capite, spesa per consumi, ecc -sviluppo economico ( non possiamo semplicemente affermare che la produzione misura il progresso economico. Un incremento della produzione potrebbe essere facilmente accompagnato da un declino del benessere economico, quando la maggior produzione causata da una minore durata del capitale fisso o da una minore

efficienza nel suo utilizzo ( K.BOULDING,Income or welfare,1950). Lo sviluppo economico crescita che si autosostiene nel tempo: W.W.ROSTOW, The stages of economic growth, 1957,tr.it. Torino,1961, distinse al riguardo lo sviluppo per fasi storiche: stagnazione, formazione dei prerequisiti, decollo(take-off), maturit, stadio dellopulenza. La produzione del benessere stata posta a fondamento dello sviluppo economico nel secondo dopoguerra nelle societ occidentali( J.K.Galbraith, The affluent society,1958,tr.it. ,Torino,1971). Lo sviluppo economico genera aumento della ricchezza, complessiva e pro-capite, ed aumenta il tenore di vita degli individui attraverso consumi su un mercato che consente di accedere a beni e servizi, diversificati per quantit e qualit. A sua volta, lo sviluppo accresce le quote di reddito da destinare, attraverso la tassazione, al finanziamento della spesa pubblica, che assicura una offerta crescente di servizi pubblici sociali (sanit,scuola,assistenza). In tal modo si consolida una sicurezza sociale, che garantisce nel tempo i livelli di vita conseguiti dagli individui. Negli anni Settanta fu introdotto il concetto di qualit sociale. Esso designa i beni inclusivi , che possono essere fruiti contemporaneamente da pi persone senza che ci limiti laccesso : infrastrutture, beni culturali, ambiente, salute, informazione. I beni inclusivi non sono di norma ottenuti attraverso dispositivi di mercato, ma formano oggetto di investimenti collettivi(pubblici e privati) e concorrono alla qualit complessiva della vita individuale e associata. Nella ricerca dei cosiddetti universali del benessere, stata introdotta la nozione di capacit(Sen).Sono tali le potenzialit di cui gli individui dispongono per soddisfare i requisiti di funzionamento della natura umana; le capacit riguardano sia la sfera della sicurezza(es.vivere vivere a lungo) sia quella della integrazione sociale e culturale. La teoria delle capacit pretende un fondamento antropologico oggettivo in quanto i funzionamenti che le capacit soddisfano sono iscritti nella natura umana (anche se di questo termine non si d una nozione metafisica, ma con riferimento a ci che consente di definire tale ogni essere umano- qualunque sia la cultura e societ di cui fa parte).Le capacit sono perci poteri (dynamis) reali , non mere postulazioni; lattribuzione o la negazione di diritti incide sul pacchetto di capacit di cui un individuo dispone. L ulteriore distinzione fra crescita, benessere e felicit un passo compiuto da economisti (v. Richard Layard, Happiness.Lessons from a New Science,Allen Lane, 2005;tr.it.Milano,2005). Lincremento del potere dacquisto e del Pil necessario per risolvere i problemi primari di sopravvivenza. La soddisfazione duratura, di individui come di popolazioni , dipende dellesperienza positiva di altri fattori come: relazioni famigliari;situazione finanziaria; lavoro; comunit e amici;salute;libert personale.

SICUREZZA (vitale, sociale) -sicurezza elementare, integrit fisica e psichica rispetto a bisogni vitali di sopravvivenza o sussistenza (cibo, vestiti, riparo)

-inclusione entro standard di vita ,socialmente normali, di reddito(assenza di povert) lavoro, istruzione,abitazione,salute ( sicurezza sociale ) PROSPERITA (o BENESSERE in senso stretto) ottenimento di livelli adeguati di consumi sul mercato(consumi acquisitivi) -disponibilit e fruizione di beni inclusivi(ambiente, cultura, salubrit,sicurezza collettiva) che non sono appropriabili individualmente e determinano la qualit sociale della vita FELICITA /COMPIUTEZZA -soddisfacimento di impegni soggettivi e personali(dal bisogno come carenza al progetto di vita,al desiderio) -autorealizzazione dellindividuo, compimento-maturazione del s(secondo Maslow il bisogno piu elevato e finale : diventa ci che sei)

Il concetto di salute La nozione di salute, adottata dall OMS gi nel 1948 ,e ampliata nel 1984 , indica la capacit dellindividuo di avere un rapporto vitale equilibrato con il suo ambiente di esistenza e di conseguire il pieno dispiegamento delle sue potenzialit, fisiche,psichiche e sociali. Questa nozione non va esente da alcuni elementi di convenzionalit. La salute come costruzione sociale mette in gioco la rappresentazioni culturali (i valori) di ci che desiderabile per gli individui e la societ. Anche nel rapporto con la malattia si trovano elementi di risposta sociale e culturale: si pensi alla differenza fra lidea che la malattia sia un effetto di stregoneria(witchcraft),presente fra la popolazione africana degli Azande studiata da Evans Pritchard e lidea, emersa solo nel secondo Ottocento con la microbiologia di Pasteur, che la malattia sia causata da germi patogeni a diffusione randomizzata. Culturali sono anche i processi di socializzazione verso la malattia e la formazione delle risposte individuali verso dolore, sofferenza,morte. Quanto ai modelli di trattamento troviamo: -la medicina scientifica o biomedicina, che vede il corpo come macchina ,e la clinica come tecnica oggettiva( Michel Foucault Nascita della clinica) -le medicine naturali o dolci, fondate su un approccio olistico (corpo-mente, natura-cultura)alternativo o complementare alla biomedicina; -i trattamenti non medici: riti di salvezza, nuove religioni, gestione della malattia e del malessere entro il proprio gruppo sociale di riferimento. Negli anni Sessanta i riferimenti socioculturali della salute misero in questione soprattutto le pretese di scientificit della psichiatria di matrice positivistica La pratica psichiatrica fu criticata come una tecnica di trattamento basata sulla reclusione e linternamento(Foucault), entro istituzioni totali(E.Goffman:Asylums,1968), con fini di controllo degli individuati aventi comportamenti etichettati come devianti. Negli anni Settanta ebbero cosi corso i processi di de-istituzionalizzazione: chiusura dei grandi ospedali psichiatrici,

limitazione del trattamento sanitario obbligatorio entro gli ospedali generali, diffusione di servizi territoriali(centri di salute mentale), psichiatria di comunit ( assorbimento della problematica psichiatrica nel sistema dei servizi e nelle risorse di aiuto informale). Da allora permane la questione di quanto la psichiatria sia sanitaria e di quanto sia sociale ed assistenziale .La risposta ha implicazioni pratiche e teoriche ,che riguardano le interpretazioni della follia,del disagio mentale, delle sue basi organiche,del trattamento(con farmaci o con parole) Determinanti sociali della salute Lanalisi dei rapporti fra malattie e societ oggetto proprio della epidemiologia. Questa disciplina mette in evidenza come lo stato di salute/malattia sia condizionato da fattori sociali ed abbia sua volta conseguenze sociali. Le connessioni riguardano: il genere (fra le donne piu elevata sopravvivenza,ma anche maggiore incidenza delle malattie croniche e delle disabilit prolungate); laccesso diseguale al sistema delle cure( per fattori di costo e culturali:i ceti medi hanno pi confidenza con i servizi sanitari ed i loro operatori); loccupazione( sono piu elevati i tassi di mortalit in chi non ha lavoro, disoccupato,immigrato, svolge lavori usuranti). La generazione, la classe sociale, letnia, modellano le risorse materiali e culturali per l accesso ai servizi , con conseguenze sui tassi di sopravvivenza e sulle speranza di vita. Un indice sintetico di grande rilevanza epidemiologica riguarda la durata e la speranza di vita delle popolazioni . Quella alla nascita un elemento del cosiddetto Indice di Sviluppo Umano delle Nazioni Unite (cosa vuoi fare da grande? Vivere: campagna Unicef contro la mortalit infantile). Si noti che i tassi di mortalit infantile non sono correlati direttamente nei diversi paesi al pil pro-capite. In Italia fino agli anni Cinquanta il modello riproduttivo prevalente era stato : alta natalit-alta mortalit infantile-bassa sopravvivenza in et anziana. Oggi abbiamo un regime demografico del tutto rovesciato rispetto al passato, con bassa natalit,bassa mortalit infantile e bassa mortalit anziana).L invecchiamento lincidenza della popolazione over 65 ( soglia convenzionale di ingresso nella cd terza et ) sul totale della popolazione, incidenza che cresce sia per lallungamento nella durata media della vita, sia per la contrazione della natalit. La speranza di vita in buona salute misurata ai 65 anni di et serve a valutare le conseguenze dei processi di invecchiamento sui sistemi sanitari e di welfare. Piu che linvecchiamento in s, conta infatti la domanda di cure (sanitarie e socioassistenziali) che esso comporta: in relazione alle trasformazioni della famiglia(con la scomparsa o la limitazione dei care-givers informali) ed alla organizzazione dei servizi( ricoveri in strutture protette, centri e strutture intermedie sul territorio,domiciliarit, ricorso al mercato, attivazione della famiglia e della comunit sociale ecc.) Leducazione sanitaria una attivit sociale di formazione e informazione che incide sui modelli di comportamento, sia in termini culturali generali sia con dirette prescrizioni.La tendenza alla prescrittivit sembra in aumento nei confronti di stili di vita e comportamenti ritenuti a rischio. Si veda ad es. il cambiamento in corso nella valutazione sociale nei confronti del fumo, che oggi oggetto di estesa

riprovazione sociale e anche giuridica - come segno di noncuranza rischio e al costo sanitario indotto. Il circuito dei servizi

ai fattori di

Per analizzare il circuito di accesso e fruizione degli individui nel sistema dei servizi sanitari disponiamo di quattro modelli teorici. 1.La scelta razionale: l individuo visto come un consumatore-cliente su uno specifico mercato. Sceglie i fornitori dei servizi in ordine alle sue preferenze ed al calcolo razionale della sequenza di comportamento che ritiene pi efficace per affrontare e risolvere il suo squilibrio di salute; gli individui hanno dei vincoli ( potere dacquisto, competenza nel giudicare gli esperti , libert di defezionare ) che limitano la loro effettiva libert di movimento nel sistema dei servizi; 2. la carriera organizzativa: quando lindividuo si affida ad una organizzazione dei servizi, deve assumere il ruolo che questa gli conferisce e cooperare con gli altri ruoli organizzativi per affrontare e risolvere il suo squilibrio di salute; la qualit dellorganizzazione condiziona la qualit delle risposte, 3. larena pubblica: nei sistemi sanitari di welfare che funzionano in base di assicurazioni sociali e soprattutto di Servizio sanitario nazionale, la fornitura delle prestazioni si inscrive in un quadro politico di diritti attribuiti al cittadino. Il cittadino ha titolo di ricevere le prestazioni e attende la soddisfazione delle sue attese. Una importante funzione di smistamento(gate-keeping) compete agli operatori che si trovano a contatto con la domanda (medico di base, assistente sociale territoriale ecc.) Questo modello vede una prevalente responsabilit istituzionale pubblica nel determinare livelli e tipologia delle prestazioni,nonch vincoli allaccesso (ad es.introduzione dei ticket) ,che determinano i conseguenti comportamenti dell utenza. 4 linterferenza culturale: lindividuo si presenta allorganizzazione dei servizi con un proprio retroterra sociale e culturale, che si riflette nella formulazione del suo malessere; ma lorganizzazione traduce(codifica) il problema nei termini del suo(dellorganizzazione) linguaggio, in modo da consentire il trattamento. In generale, i due sistemi culturali a confronto (dellindividuo e dellorganizzazione) non sono sovrapponibili.La differenza forte soprattutto nel caso di etnie differenti o di gruppi marginali. Il circuito dei servizi pu generare conflitti culturali (si pensi alle pratiche sanitarie inerenti famiglia,educazione,riproduzione, morte ecc.) Riprendendo Hirschman(Exit voice and loyalty,tr.it.1982), si vede che il primo modello caratterizzato dalla logica dellexit (se non sono soddisfatto, cambio fornitore),il terzo dalla logica della voice( se non sono soddisfatto cerco di farmi sentire presso il fornitore). La lealt esprime la stabilit dei rapporti entro il circuito dei servizi. Si osservi che nella sanit ricorrono situazioni estreme (malattie terminali, cronicit, bisogni assistenziali acuti) che mettono in tensione la lealt dei rapporti e la razionalit dei comportamenti( si pensi al diffondersi delle pratiche salutistiche alternative, al fai da te curativo, alla ripresa di interesse per terapie miracolistiche). Le politiche sociali

Le politiche sociali realizzate nellambito degli Stati sociali( welfare states) hanno come obiettivo la lotta all indigenza, l inclusione sociale, l uscita permanente dalla condizione di povert, attraverso dispositivi istituzionalizzati di sicurezza. La difficolt delle politiche di welfare state nella fase attuale si riconducono a due elementi di fondo. I, Il prevalere di politiche economiche liberiste tende a ridurre lo spazio degli interventi pubblici (riduzione della fiscalit, critiche all universalismo di cittadinanza ecc.) Ii, lemergere di domande soggettive che non vengono soddisfatte attraverso prestazioni standardizzate( Marco Ingrosso,La scomparsa del benessere sociale, Angeli ,Milano,2003). Da un lato, superata la soglia della sopravvivenza fisica ed assicurata una misura di inclusione sociale , il compito del benessere ritorna alle scelte degli individui; dallaltro la minaccia di ri-discendere sotto la soglia e il diffondersi di nuove forme di insicurezza e povert aprono domande di sicurezza e campi di intervento per nuove politiche sociali. Lintervento sociale del futuro chiamato a fornire risposte a problemi emergenti da trasformazioni demografiche(invecchiamento, nuovi tipi di famiglia, immigrazione) e da flessibilit/precariet del lavoro. Un contesto connesso al welfare locale richieder di inserire i programmi di tutela e inclusione nelle politiche che perseguono coesione e sviluppo sociale a scala territoriale definita. Nuovi ambiti di intervento per un welfare locale e flessibile sono pertanto: -la prevenzione dei rischi sociali diffusi -il fronteggiamento di situazioni problematiche spiazzanti, attivazione e rafforzamento di reti sociali di aiuto -il supporto organizzato, dei servizi nel quadro del cd. lavoro di rete, con centri di servizi di zona, servizi facilitatori di mediazione e sostegno, centri per le famiglie; -la promozione di benessere psicologico anche a livello individuale ( centri di ascolto e consulenza personalizzata); -la generazione di ambienti sani, contesti accoglienti ,citt vivibili; -l empowerment di comunit competenti ad affrontare disagi e problemi collettivi.

Professioni sociali
Le politiche sociali richiedono decisori politici, modelli organizzativi ed operatori sociali che le realizzino con adeguata preparazione professionale. Parliamo allora di professioni sociali; dette anche professioni di aiuto( helping p.);di accudimento e assistenza(caring p.);produttrici di benessere( welfare p.); di relazione(in quanto si basano sulla produzione, luso e il mantenimento di relazioni tra persone e tra persone e organizzazioni). Alcune hanno una consistente tradizione(infermiere, assistente sociale, psicologo), altre sono di recente formazione o ridefinizione (educatore, sociologo clinico, pedagogista clinico,animatore, assistente domiciliare, assistente famigliare).

Le professioni sono una classe particolare di ruoli occupazionali, ovvero,da un altro punto di vista,i gruppi di persone che svolgono ruoli di un certo tipo: Talcott Parsons, voce Professioni, in Enciclopedia del Novecento,Istituto dell Enciclopedia Italiana,1980,vol.V,pp.588-594). Sulla base di questa definizione si individuano professioni nate nel Medioevo europeo( religiose, mediche, legali) , professioni tecniche portate dallindustrializzazione e professioni pi recenti, che non hanno ancora acquisito lo status di professioni a pieno titolo(semiprofessioni:per Parsons nursing, servizio sociale ecc.). Interessante ricordare che Parsons costruisce la sua teoria della neutralit affettiva sulla relazione medico-paziente: il ruolo del medico non deve essere subordinato alle caratteristiche sociali e culturali del paziente. La prospettiva funzionalista delinea il professionalismo come la terza logica di azione sociale, distinta dai valori commerciali del mercato e i valori funzionariali delle burocrazie pubbliche. Il professionismo comporta: -un sistema di valori orientato al servizio (al) pubblico (beruf:Weber ); -un saper e saper fare competente, che deriva dal possesso, formato e certificato, di conoscenze scientifiche e tecnologiche ( universalismo cognitivo delle professioni) -una regolazione interna al gruppo dei pari, che si esprime in norme eticodeontologiche e strutture di controllo(Ordini professionali). In Italia l ordine dei medici risale al 1910, il collegio degli infermieri al 1954, lordine degli assistenti sociali al 1993. Le critiche degli anni Settanta attaccarono il modello funzionalistico delle professioni come occupazioni di livello superiore utili al progresso della societ, con i seguenti argomenti: i, -sono monopoli della conoscenza, che demandano ogni intervento ad esperti competenti, e deprimono le capacit popolari,diffuse, di rispondere direttamente a bisogni( Ivan Illich critica il sistema sanitario, con la tesi radicale che l aumento di sanit fa regredire la salute:Nemesi medica,tr.it. 1976); ii, sono situazione di potere e fonte di rendite economiche dei gruppi di competenti che si pongono al servizio delle classi dominanti (V.Navarro) iii, - ignorano identit differenti di genere, generazione , etnia ecc. Alla neutralit affettiva si contrappone il principio che lidentit conta e la cultura professionale non si deve sottrarsi alla interazione con modelli culturali esterni al campo scientifico- tecnico specialistico. Queste critiche sembrano toccare poco le professioni sociali , di status debole. Tra i i problemi pi dibattuti ed aperti sono : i confini interni fra le diverse professioni sociali, i problemi di gerarchia, collaborazione, separatezza;le forme della collaborazione (su casi, su problemi su programmi in politiche integrate); il rapporto con le professioni sanitarie( mediche e para-mediche) la tensione fra ricerca di stabilit dell identit professionale ed esigenze di variabili contesti operativi e organizzativi (problemi dell autonomia e del mandato); la dimensione cognitiva: le fonti per la costruzione del loro sapere, i nessi fra sapere teorico, riflessivit critica, apprendimento dallesperienza

V. W.TOUSIJN, Professioni, in Enciclopedia Italiana delle Scienze sociali,vol.VII,Roma,1997; D.REI,v. Professioni sociali, in Dizionario del Servizio sociale, Carocci,Roma,2005;

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