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2 CRONACA DI NAPOLI martedì 3 novembre 2009

SECONDIGLIANO CEDEVA DROGA: PER ALESSANDRO FRASCA IL PM AVEVA CHIESTO 7 ANNI DI RECLUSIONE

Spaccio nelle Vele: condannato ad otto mesi di galera


Da una richiesta di circa sette anni di carcere perché sorpreso a malavita locale. I suoi trascorsi sono noti a Polizia e Carabinieri che
spacciare nelle “vele” ad una condanna ad otto mesi di reclusione, è lo legano principalmente nel traffico delle sostanze stupefacenti. Non
certamente un risultato che ha soddisfatto il pluripregiudicato per nulla alcuni anni fa era stato giudicato per associazione per
Alessandro Frasca e il suo difensore di fiducia, Giovanni Abet. La delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti ed in primo
cocaina rinvenuta durante il blitz delle forze dell’ordine nell’attività grado condannato alla pena di anni sette di reclusione, poi pena
posta in essere dal Frasca è sembrata consistente per il numero di diminuita in Corte di Appello a quattro anni e sei mesi per aver
informazioni ricevute, secondo le quali era un soggetto molto apportato questa condanna ad altre precedenti creando una sorta di
ricercato. Il giudice dell’udienza preliminare gli ha comminato otto continuazione della medesima condotta criminosa. Alessandro Frasca
mesi col rito abbreviato, ritenendo l’ipotesi meno grave di quella era stato quindi individuato alle “vele”, un luogo da lui non troppo
prevista dalla Procura nella richiesta di rinvio a giudizio, condanna frequentato, essendo stato fermato e controllato spessissimo nel suo
che non dovrà neanche scontare essendo rimasto per ben nove mesi comune di residenza, o in quelli limitrofi. Trasferitosi a Napoli, gli
ospite della casa circondariale di Napoli Poggioreale. Subito investigatori ritennero che avesse avuto il permesso ad operare fuori
scarcerato per ritornarsene nel suo comune di residenza, Marigliano, i confini di Marigliano. Gli uomini antidroga della polizia di Stato lo
Le vele di Secondigliano, crocevia dei traffici di droga
dove secondo gli investigatori è un personaggio di rilievo della hanno subito individuato non lasciandolo un istante. Paolo Mosé

QUARTIERI SPAGNOLI “’O BELLILLO” LASCIA IL CARCERE PER MOTIVI DI SALUTE. SOTTO ACCUSA IL PENITENZIARIO DI SULMONA: «LÌ NON SONO STATO CURATO»

Mario Savio ottiene gli arresti ospedalieri


di Fabio Postiglione L’INTERVENTO SUL SITO WWW.LUCACOSCIONI.IT
Le sue condizioni di salute sono gravissime tant'è che è in attesa di
un fegato compatibile con il suo gruppo sanguigno per essere trapian-
tato. Mario Savio, ex boss della Nuova camorra organizzata di Raffae-
Un appello via internet:
le Cutolo, condannato a due ergastoli e da anni al regime del carcere
duro, è in pericolo di vita e per questo ieri, dopo estenuanti battaglie,
il suo avvocato difensore Franco Piccirillo è riuscito ad ottenere gli ar-
«Sto rischiando di morire»
resti ospedalieri. Sarà curato. In una interrogazione parlamentare fat- Un appello registrato e mandato in onda sul sito www.lucacoscioni.it.
ta da Rita Bernardini, deputata del Partito democratico, c’era scritto Un appello accorato quello lanciato da Mario Savio, ergastolano
nero su bianco quanto era accaduto al detenuto. Fatti che raccontano detenuto al carcere di Rebibbia. Era il suo un intervento in
il calvario del pregiudicato che ha il diritto sacrosanto ad essere assi- videoconferenza ad un congresso tenuto dall'associazione sulla
stito così come avevano già ampiamente sottolineato gli avvocati di- situazione dei detenuti in Italia. «Sono detenuto da circa sedici anni e
fensori Franco Piccirillo e Matilde Pontillo che ha presentato diverse gli ultimi sei anni li ho trascorsi nel carcere di Sulmona dove pochi
istanze. «Già a partire dal 2006 una gastroscopia ha accertato la presenza mesi fa mi è stata riscontrata una cirrosi in fase evolutiva con dei
nel detenuto di varici esofagee, sintomatiche di una malattia epatica noduli epatici. Io nel corso degli anni in carcere ho sempre fatto
in evoluzione; sebbene un successivo esame effettuato a pochi mesi sempre delle analisi per tenere sotto controllo la mia situazione; sono
di distanza non confermava la predetta diagnosi, pur rilevando una ga- venuto a conoscenza che già due anni prima c'erano dei segnali
strite cronica antrale - scrive la parlamentare -. Nel 2008 una succes- molto evidenti di questa evoluzione epatica perché i valori, dalle
siva ecografia ha rilevato la presenza nel detenuto di ben due lesioni epa- analisi, uscivano tutti alterati, però per due anni nessuno mi ha detto
tiche, nonostante ciò il signor Savio non veniva sottoposto ad alcuna niente e non mi hanno dato nemmeno una pillola. Ho chiamato la
terapia adeguata in carcere, atteso che solo nel maggio del 2009 il me- mia famiglia che mi ha mandato un medico, un epatologo, il quale ha
desimo è stato sottoposto a trattamento antivirale, per di più del tutto detto che io dovevo andare subito in ospedale, in un reparto
al di fuori dalle linee guida, perché senza preventiva determinazione specializzato, in quanto la mia situazione non era semplice, anzi
dei marcatori del virus Delta. Il 15 maggio 2009 il dottor Fabrizio Scor- abbastanza critica, perché la maggior parte delle funzioni epatiche
dino ha sottoposto il detenuto, allora ancora recluso nel carcere di Sul- erano compromesse, avevo un vero scompenso epatico. Abbiamo
mona, a consulenza medico-legale; la predetta relazione ha accertato fatto richiesta al magistrato di sorveglianza e al direttore per essere
che Savio, durante il suo periodo di detenzione nel carcere di Sulmo- condotto in ospedale tramite il mio avvocato di fiducia, ma niente, ho
na, è stato curato male e con notevole ritardo, tanto è vero che nello avuto una risposta dal magistrato di sorveglianza su relazione del
stesso documento vengono paventati danni irreparabili per la salute dirigente sanitario che diceva a Sulmona potevo starci benissimo in
del paziente, fino a prevedere nefaste soluzioni; veniva quindi rappre- quanto loro la situazione la potevano gestire. Però è capitato un fatto,
sentata la necessità di ulteriori indagini diagnostiche mai effettuate che appena dopo una settimana io mi sono sentito ancora male, ho
nonché di fronteggiare la grave patologia di cui risultava affetto il de- avuto febbre, vomito; quindi mi hanno portato in infermeria dove era
tenuto in ambiente non carcerario», ha continuano nella sua relazione. presente il dirigente sanitario che una settimana prima aveva detto
«Nel frattempo le condizioni fisiche del detenuto hanno continuato a che loro potevano gestire la situazione. Dopo quattro giorni mi hanno
subire un ulteriore deterioramento, il che ha indotto gli avvocati ad inol- fatto una base di ricovero per l'ospedale Spallanzani, sono arrivato
trare presso la direzione carceraria di Sulmona una ulteriore istanza qui a Rebibbia il 10 luglio, l'11 luglio dovevo andare allo Spallanzani
chiedendo che il loro assistito venisse quanto meno ricoverato presso ma credo per il fatto che non c'erano posti, mi hanno portato al
il vicino ospedale di Avezzano; ma anche questa ennesima richiesta reparto detenuti dell'ospedale di Belcolle. Fortunatamente lì ho
veniva rigettata dalle autorità penitenziarie, se è vero, come è vero, che trovato dei medici competenti perché nel giro di quindici giorni
nei giorni successivi il detenuto ha continuato a rimanere recluso nel hanno ricompensato questo scompenso epatico e poi mi hanno
carcere di Sulmona venendo semplicemente sottoposto, di tanto in tan- mandato di nuovo qui a Rebibbia in attesa di andare di nuovo allo
to, ad accertamenti in Day Hospital presso strutture sanitarie esterne, Spallanzani per fare una visita in quanto i dottori dell'ospedale
accertamenti che però non sono risultati idonei ad evidenziare la rea- Belcolle ritengono che la mia sia una situazione critica al punto tale
Lʼergastolano Mario Savio ha ottenuto gli arresti ospedalieri
le portata della malattia». da fare un trapianto di fegato», ha concluso il detenuto.

DECUMANI VINCENZA ALLAGRANTE E MARIA AURIOSO AVEVANO INCASSATO 5 ANNI A TESTA

Cocaina, madre e figlia ai domiciliari


Madre e figlia erano in carcere con l’accusa di detenzione al fine di spaccio di affievolimento della misura coercitiva e in tutti questi casi il gip aveva
di sostanze stupefacenti per essere state sorprese in località San Gregorio Ar- sottolineato che i precedenti, anche se minimi e non del tutto specifici, era-
meno a Napoli mentre cercavano di occultare una busta contenente 120 no comunque ostativi e dimostravano una sostanziale pericolosità delle im-
grammi di cocaina pura. Occultata poi nell’androne di un palazzo. Poi la di- putate. Le donne sarebbero quindi state coinvolte in questo presunto giro di
fesa in Corte d’Appello dell’avvocato Giovanni Abet: le due hanno ottenuto smercio di cocaina, in un quartiere caratteristico della città. Anche il mari-
gli arresti domiciliari, alla luce dell’appello presentato al tribunale del Riesa- to della Allagrante è stato coinvolto in numerosissime altre indagini legate
me. Per questo episodio il gup Marotta ha condannato la madre Vincenza agli stupefacenti. Il loro arresto è avvenuto, circa un anno fa, grazie alle at-
Allagrante a nove anni e sua figlia Maria Aurioso a sei anni con rito abbre- tività della squadra antidroga della questura di Napoli che vide arrivare una
viato. Mentre l’altra complice, tale Iaccarino, preferendo il rito ordinario di- Smart e fermarsi all’esterno di un palazzo. Una delle donne armeggiare sul
nanzi al tribunale, ha ottenuto un sostanzioso sconto venendo condannata faro della macchina per estrarre un involucro di plastica. Quella stessa bu-
alla pena di anni cinque. Le donne, dopo la sonora mazzata, sono rimaste sta poi nascosta nell’androne del palazzo, contenente la cocaina. I poliziotti
detenute nel carcere di Pozzuoli per circa un anno e non speravano più di po- intervennero immediatamente, ma nel frattempo la figlia Aurioso si era al-
I controlli della polizia nella zona dei Decumani
ter ritornare a casa dopo che erano state presentate più volte delle istanze lontanata, rimanendo così Allagrante e la Iaccarino. pamo

FERROVIA PRESI CON 1.200 EURO IN CONTANTI IL PROCESSO RAFFAELE MARTUCCI HA CONFESSATO DAL GIP SECONDIGLIANO ANTONIO DI FRANCO E LUIGI BOCCHETTI
Evade i domiciliari perché non ha Sky:
Arrestati e liberati il 24 ore «Volevo vedere la partita del Napoli» Accusati di rapina: scagionati
Nella zona della Ferrovia i carabinieri del Non poteva resistere al richiamo della sua squadra del cuore. Anche se Avevano chiesto ed ottenuto l’incidente
nucleo operativo della compagnia Centro aveva questo poteva voler dire carcere. Per questo sabato pomeriggio Raffaele probatorio perché avevano capito che c’era
tratto in arresto due giorni fa per spaccio di Martucci ha lasciato il suo appartamento ed è andato dal cognato. Lui ave- qualcosa che non andava nelle dichiarazioni
stupefacente Raffaele Fonzo di 39 anni, il va la parabola e poteva vedere la partita del Napoli. Una partita che non di- della vittima. Questa mossa difensiva degli
50enne Antonio Adamo e Marco Tramontano di menticherà forse mai più. Le forze dell’ordine, per un controllo di ruotine avvocati Antonio Del Vecchio e Francesco
32 anni. Gli individui sono tutti della zona delle hanno bussato alla porta di casa sua. Non c’era. Lo hanno cercato. Hanno Foreste è stata decisiva per ottenere una
Case Nuove nonchè già noti alle forze scoperto che era qualche piano più giù. Arrestato per evasione ieri si è assoluzione piena per due presunti rapinatori.
dell'ordine I militari dell'Arma hanno sorpreso i presentato dal giudice per le indagini preliminari per la convalida del fer- Si tratta di Antonio Di Franco e Luigi Bocchetti,
tre in via Santa Maria delle Grazie a Loreto mo. Il fermo è stato convalidato ed ha scelto di essere processato per di- entrambi 30enne e di Secondigliano. La vittima
mentre stavano cedendo dosi. L'immediato intervento dei carabinieri rettissima con il rito abbreviato. Ha detto di essere troppo tifoso del Napoli aveva detto di essere stata aggredita da uno 50enne e nel
ha permesso il rinvenimento ed il sequestro di 0,4 grammi di cocaina e e che cosciente di aver violato gli obblighi ha giurato di non averlo fatto con riconoscimento, nel corso dell’incidente probatorio, non aveva
della somma in contanti di 1.290 euro. Hanno ottenuto i domiciliari, l’animus di chi voleva evadere ma solo del tifoso appassionato. Alla fine è confermato con certezza che i due assalitori fossero i due imputati.
difesi dall’avvocato Sergio Mottola. stato condannato a tre mesi ma ha riottenuto gli arresti domiciliari. Ieri l’assoluzione.

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