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IL FU MATTIA PASCAL

L’intera vicenda ruota attorno al personaggio di Mattia Pascal, protagonista e narratore della storia.
Suo padre viaggiava e seppe arricchirsi giocando a carte con un capitano inglese di Liverpool. Con la
grande fortuna accumulata riuscì a comprare case, vigne e campi nel suo paesino ligure, Miragno.
Purtroppo, a causa di una malattia, morì durante l’ennesimo viaggio, lasciando la moglie ed i suoi
due figli, Mattia e Roberto, soli. L’amministrazione della grande ricchezza dei Pascal fu affidata
dall’ingenua donna al Malagna, amico del marito. Purtroppo si rivela una scelta sbagliatissima: tale
amministratore pensa solo al proprio interesse e col passare degli anni tutti gli averi e le proprietà
dei Pascal finiscono in mano sua, complice la cecità della madre di Mattia.

Nonostante il lento declino della famiglia, Mattia e Roberto crescono spensierati, liberi da ogni
pensiero morale, religioso e scolastico. La loro educazione era stata affidata a Pinzone, un
insegnante di poco conto che volentieri si lasciva coinvolgere dai due ragazzi e preferiva spassarsela
e divertirsi con i suoi due “allievi” piuttosto che insegnare loro qualcosa di concreto.

Gli anni passano e Mattia cresce, maturando un carattere impulsivo, allegro e spensierato.

L’odiato Malagna non riesce ad avere figli dalla prima moglie malata e per questa situazione soffre
moltissimo. Dopo la morte della consorte decide di mettere le mani sulla bella Oliva. Così facendo
rovina la storia d’amore di Mattia con quella ragazza. Malagna si risposa ma il figlio che Oliva mette
alla luce non è suo: è di Mattia. Decide di crescerlo ugualmente come se fosse stato suo, visto il suo
grande desiderio di diventare padre ora realizzabile.

Da Malagna intanto si trasferiscono la vedova Pescatore e la bella figlia Romilda. La ragazza piace
moltissimo a Pomino, amico di Mattia. Il giovane Pascal inizia a frequentarla per conto dell’amico ed
involontariamente tra i due nasce un amore. Mattia è costretto a sposarsi, nonostante il parere
contrario della vedova Pescatore ed una rovina finanziaria ormai troppo evidente.

Da questo momento la vita di Mattia diventa un inferno ed il ragazzo sembra perseguitato dalla
sfortuna e dalle disgrazie. Si trasferisce in una casa umile perché ormai è senza ricchezze, la moglie
non sembra più amarlo, perde la sua bellezza originaria ed i due figli che ella mette alla luce
muoiono uno dopo l’altro, a causa della loro gracilità e mancanza di salute. In più la suocera lo odia
moltissimo per il suo carattere e la sua povertà e con il suo comportamento violento e bisbetico
rovina la tranquillità della casa. La mamma di Mattia è vittima di questa donna e di lì a poco muore.
Solo la zia Scolastica riesce a contrastare il suo caratteraccio. Per vivere Pascal è costretto a
cercarsi per la prima volta in vita sua un lavoro ed ottiene il posto di bibliotecario, lavoro alquanto
inutile in un paese di analfabeti senza il minimo interesse per la cultura.

Il lavoro troppo noioso, limitato alla caccia ai topi ed alla lettura per ingannare il tempo, l’inferno in
casa e la morte quasi contemporanea dei due figli e della adorata madre mandano in crisi Mattia.

All’insaputa di tutti parte da solo per Montecarlo, attirato dal gioco d’azzardo. La fortuna, incredibile
ma vero, stavolta è dalla sua parte ed in una decina di giorni, tra conoscenze singolari e molte
puntate fortunate riesce a moltiplicare la misera cifra iniziale fino alla bellezza di 82.000 lire, una
fortuna per quell’epoca e forse la fine di molti suoi problemi.

Ma il destino non ha ancora finito di giocare con Mattia e sta per presentargli una nuova e
favorevole sorpresa. Mentre pensa a come utilizzare al meglio i soldi vinti al casinò, cercando
magari di pagare qualche debito e riscattando così qualcuna delle vecchie proprietà perdute, legge
distrattamente su un giornale una notizia sconvolgente, la notizia della propria morte.

Secondo quel giornale Mattia Pascal si è suicidato vicino al molino alla Stia, una sua vecchia
proprietà, a causa di dissesti finanziari e lutti familiari. Moglie e suocera lo hanno riconosciuto nel
cadavere ritrovato nel fiume ed in via di decomposizione. E’ chiaro che lo sventurato suicida non
può essere Mattia, in realtà la sua lunga lontananza senza alcun preavviso, una vaga somiglianza ed
una nascosta speranza di vedere quell’odiato marito morto per davvero avranno spinto le due
donne a riconoscere Mattia in un corpo estraneo.

Mattia, dopo la lettura di quella incredibile notizia, di quell’errore fortuito, vede apparire davanti a
sé una nuova vita, fatta di libertà e la rottura di ogni legame con il passato. Mattia Pascal è
ufficialmente creduto morto e solo lui sa che non è vero. Potrà vivere senza problemi e
responsabilità come da giovane, anche grazie alla nuova ricchezza da non dividere con nessun
creditore. Nella nuova vita inoltre non dovrà commettere gli errori fatti nella precedente e perciò da
adesso in poi basta con i legami, fonte di problemi e responsabilità. Dopo vari accertamenti per
essere completamente sicuro di quella svista incredibile, quasi impossibile, Mattia decide di
diventare un altro e di non essere più Mattia Pascal, ormai morto insieme ai suoi problemi.

E’ necessario cambiare aspetto: via la fede e la folta barba appartenuta a Mattia, farsi crescere
molto i capelli e usare occhiali colorati, necessari per nascondere l’occhio sbircio, caratteristica
avuta fin dalla nascita. Mattia è morto, bisogna cambiare nome ed ancora una volta è il destino a
suggerirgli come comportarsi: un dialogo tra due signori gli mette in testa il nome di Adriano Meis.
Per evitare futuri problemi viene inventato anche un credibile passato, fatto di lutti e viaggi che gli
avrebbe impedito di conoscere la sua famiglia, a parte un amabile nonnino che l’ha cresciuto ed
educato. Da adesso in poi la vita di Mattia-Adriano è un continuo viaggiare per l’Italia e per la
Germania, su un piroscafo, visitando le città più belle e famose, il tutto nella più completa solitudine
e libertà. Ma una vita del genere, senza affetti, amicizie e legami stanca presto: Adriano si accorge
che la sua libertà è solo il frutto di un errore, che l’ha reso un uomo sconosciuto ad tutti e dalla
legge, inventato, misterioso, impossibilitato a qualsiasi operazione dove sia necessario dare le
proprie generalità (non potrà quindi mai avere una proprietà e nemmeno una casa propria),geloso
del proprio segreto.

Non potrà mai confidarsi con nessuno ed è condannato a vivere da forestiero.

A Milano inizia a riflettere seriamente sulla propria condizione di vita ed a scoprire a poco a poco
tutti gli svantaggi non calcolati. Perfino l’acquisto di un cagnolino per la propria compagnia lo
metterebbe in contraddizione: finirebbe con il legarsi a qualcosa e ciò non era assolutamente nei
suoi progetti iniziali. Il dialogo con un uomo conosciuto in un locale lo porta a considerazioni sugli
ideali intoccabili della vita, sull’importanza della famiglia e delle amicizie come sostegno e come
morale.

Adriano decide quindi di cambiare, di trasferirsi nella bella Roma dove sistemarsi, magari in una
camera affittata da qualche famiglia disponibile. Così Adriano entra in casa Paleari, dove conosce il
singolare e buffo Anselmo padrone di casa, la figlia Adriana e la signorina Caporale. Grazie a questi
personaggi Adriano potrà riflettere sulla sua condizione e cambiare ancora una volta. La
riservatezza ed il carattere schivo di Adriano a poco a poco, col passare dei mesi, vanno sempre più
scomparendo: Adriano la sera ama discutere con Adriana e la Caporale e scopre con sorpresa di
essere amato da quest’ultima. Riscopre gli affetti, la soddisfazione di piacere e di essere importante
per qualcuno: dentro di lui trova una nuova serenità e torna alla ricerca di legami forti. Adesso è
capace di innamorarsi di nuovo e lo fa di Adriana. Questo nuovo amore è diverso da tutti i
precedenti ed è sicuramente più puro, fatto di sguardi e di intese, visto il carattere timido della
ragazza.

L’equilibrio in casa Paleari viene interrotto dall’inaspettato ritorno di Terenzio Papiani, il cognato di
Adriana, marito della sua defunta sorella. E’ un tipo losco che vuole sposarsi con la giovane ragazza
per non dover restituire la dote ad Anselmo. Ma la ragazza è amata da Adriano che non può
sopportare tale ingiustizia. Così decide di ostacolare Terenzio, che si rivela sempre più falso e
spregevole. Intanto Adriano decide di migliorare il suo aspetto estetico e contemporaneamente
eliminare l’ultima traccia in lui di Mattia Pascal: il difetto dell’occhio, sottoponendosi ad una sicura
operazione. L’esito è positivo ma Mattia deve stare quaranta giorni a riposo nell’oscurità della sua
stanza. Tutti gli abitanti della casa cercano di fargli compagnia in modi più o meno apprezzati. Viene
addirittura organizzata una seduta spiritica da Terenzio, ma ha solo lo scopo di prendere in giro
Anselmo (l’unico partecipante che amava le teorie sul post-morte) e distrarre Adriano mentre un
complice gli ruba 12.000 lire. Ma il protagonista è con le spalle al muro ed entra in una nuova crisi:
non può assolutamente denunciare il furto come tanto desidera Adriana, altrimenti la polizia
avrebbe indagato anche sul suo conto e scoperto che è un uomo inventato, senza passato.

Non può nemmeno amare la ragazza, accorgendosi solo adesso di nuovi e tremendi svantaggi che
la sua condizione “idillica” gli impongono. In fondo lui è sempre un uomo sposato e non può né
risposarsi, perché non può utilizzare il nome di Adriano Meis, né chiedere alla ragazza amata, tanto
semplice ed onesta, un compromesso, un amore senza matrimonio, magari dicendole la verità sul
proprio conto. E’ un morto che deve sempre morire ed è destinato a farlo in solitudine, senza ideali.
Solo adesso si accorge di non essersi mai interessato alla religione. Inoltre in lui nasce anche un
rimorso, un pensiero per il povero disgraziato suicidatosi alla Stia e scambiato per Pascal.

Adriano finisce col rinunciare a denunciare Terenzio e così facendo offende Adriana, che a sua
insaputa aveva detto tutto in casa ed adesso viene smentita ingiustamente. Decide anche di far
soffrire la ragazza con la gelosia per poterla allontanare da sé: in questo modo non lo amerà più e
risolverà, forse in maniera triste e sbagliata, il suo problema. L’occasione per ingelosire Adriana è
data da una visita in casa di una importante famiglia spagnola coinvolta in politica da sempre.

Qui Adriano rincontra la bellissima Pepita ed il suo ragazzo, pittore, Bernaldez (già conosciuti
durante la seduta spiritica - rapina).Approfittando di un piccolo litigio tra i due, inizia a fare la corte
alla bella ragazza ed ad offendere il pittore spagnolo. La lite tra i due uomini può solo risolversi con
un duello mortale ed ancora una volta Adriano scopre un suo limite. Non potrà mai avere testimoni
e farà la fine del vigliacco non presentandosi al duello con lo spagnolo il giorno dopo.

Immerso nei suoi pensieri Adriano arriva a riflettere su un ponte e qui…decide di far morire, dopo
solo due anni di vita, Adriano Meis per poter finalmente tornare Mattia Pascal. Lascia sul posto un
bigliettino assieme ad alcuni indumenti ed ancora una volta leggerà su un quotidiano la notizia della
propria morte, la seconda. Pascal è rinato, pronto a tornare alla sua vecchia vita. A Pisa ogni
aspetto estetico di Adriano scompare. Con i capelli corti e la barba lunga rinasce i vecchio Mattia,
stavolta con l’occhio di Adriano, segno inconfutabile della sua seconda vita.

Decide di andare trovare per primo il fratello Roberto. Naturalmente quest’ultimo rimane stupito
dalla vista del fratello creduto morto da due anni, ma in poco tempo si calma e può riabbracciare
Mattia. Da lui viene a sapere che Romilda si è risposata col vecchio e ricco amico Pomino e che se
tornerà a Mirano tale matrimonio sarà annullato secondo la legge. Così Romilda tornerà, con o
senza il suo consenso, sua moglie. Ma il ritorno a casa è obbligatorio e così Mattia torna a Miragno,
affrontando il proprio destino. Nessuno sembra riconoscerlo e quando entra in casa di Pomino
succede un gran caos: Romilda sviene, il suo nuovo marito si preoccupa per il matrimonio da
annullare e la vecchia suocera reagisce alla sua maniera, urlando come una matta. Ma davanti ad
una famiglia felice, ad un figlio di Romilda finalmente sano, Mattia sa che non potrà intromettersi
nella sua vita una seconda volta. Ormai è inutile fare valere i suoi diritti sul matrimonio: meglio
vivere nel paese in disparte, lasciando le cose al loro equilibrio attuale e stabile. Così facendo Mattia
ha sicuramente fatto la scelta giusta, abbandonando tutto ciò che non è più suo, perché stato del fu
Mattia Pascal.

E mentre continua a lavorare come bibliotecario assieme a don Eligio potrà scrivere la sua
incredibile storia ed andare ogni tanto a visitare la sua tomba, con la strana sensazione di sentirsi
morto e sepolto laggiù, alla Stia, per un suicidio vicino al molino
La narrazione è condotta in prima persona; è Mattia Pascal, il protagonista, che raccontando ci
fornisce il suo punto di vista interno con focalizzazione 0 (zero/onnisciente). L'onniscienza del
narratore è dovuta dal fatto che lui racconta la sua storia a posteriori, quando questa è già
successa; questo permette che al lettore vengano fornite anticipazioni degli avvenimenti che ne
stimolano la curiosità.

Mattia Pascal scrive, su invito di don Eligio, la sua biografia sotto forma di diario, rivolgendosi
direttamente al lettore, dialogando persino con lui.

L'ordine cronologico è regressivo, cioè lo scrittore ricorda fatti avvenuti in precedenza e va a ritroso
nel tempo, salvo tornare al presente alla fine del racconto.

L’opera pirandelliana è caratterizzata da una grande quantità di personaggi (almeno una trentina)
tutti differenti tra loro e tutti con una diversa importanza nella vicenda. Se alcuni sono
fondamentali, altri potrebbero essere considerati quasi superflui ma servono ugualmente a creare
un piccolo e verosimile mondo, fatto di sfaccettature e di personaggi molto eterogenei tra loro, per
rappresentare quanto più possibile il reale. Ogni personaggio viene presentato da Mattia in modi
diversi ma la descrizione iniziale è minima, spesso senza un accenno di aspetto fisico. Il carattere
del personaggio che entra in scena si presenta da sé, indirettamente, attraverso lo sviluppo della
vicenda. Dalle sue azioni e dai dialoghi è possibile capire anche il suo modo di pensare. Infine si
nota che alla fine della storia l’unico che veramente è cambiato e maturato rispetto alla condizione
iniziale è il protagonista Mattia Pascal. Quindi tutti gli altri personaggi a parte lui hanno la funzione
di cornice.

Mattia Pascal – Adriano Meis il protagonista dell’opera, che attraverso un enorme flash back ci
racconta la sua vita singolare, nella quale ha potuto morire formalmente per ben due volte.

Mattia Pascal proviene da una famiglia benestante le cui finanze, però, sono venute a mancare con
la morte del padre a causa della cattiva amministrazione del patrimonio da parte di Batta Malagna.
Mattia non è particolarmente avvenente: ha un volto placido e stizzoso, è minuto, ha il naso molto
piccolo, come il mento, del resto, ed è costretto a portare un paio di occhiali tondi per curare lo
strabismo di uno dei suoi occhi; ma era pieno di salute, e questo gli bastava. Si preoccupa del
proprio aspetto solo durante la trasformazione Mattia-Adriano, per un fine preciso .Con l’operazione
all’occhio capisce di amare di più sé stesso.

Tra il protagonista della vicenda e la madre c'è un ottimo rapporto di stima, rispetto e tenerezza.
Tra Mattia e Roberto, il fratello, il rapporto è più di complicità.

Romilda non sembra essere molto importante per lui e l’unico suo grande amore è sicuramente
Adriana, che con la sua dolcezza ha saputo conquistarlo in un momento di trasformazione morale.

Mattia, insieme al fratello Roberto è cresciuto senza preoccupazioni ed anche nelle situazioni più
difficili assume un atteggiamento tranquillo e sarcastico .Si preoccupa della sua libertà, di avere
meno problemi possibile e di divertirsi, almeno da giovane. La prima svolta che cerca di dare alla
sua vita è il matrimonio con Romilda. Col matrimonio e la difficile condizione in casa inizia a sentirsi
troppo legato alle cose materiali, ai soldi che non bastano mai e cerca una via di fuga, un ritorno
alla vita semplice e divertente che ha potuto fare da piccolo.

Scappa all’insaputa di tutti a Montecarlo, per fuggire dai propri problemi e per stare da solo.

Alla roulette il destino e la fortuna gli offrono molti soldi che, insieme alla notizia incredibile della
propria morte gli offrono l’occasione di abbandonare una vita fatta di problemi e di iniziarne una
nuova, perfetta. Così diventa Adriano Meis, ma durante i suoi lunghi viaggi scopre quanto sia
insignificante una vita senza legami, senza responsabilità ed affetti. Tutto questo lo spinge a tornare
Mattia, ma ormai è troppo tardi. La sua scomparsa ha permesso alla famiglia ed alla moglie di
sostituirlo, creando una nuova e sconosciuta armonia. Con la sua esperienza è maturato, cresciuto
ed ha scoperto gli ideali a cui fare riferimento nella vita, ma non può avere una seconda possibilità.
Ad un uomo come lui, vittima del destino e della sua volontà di cambiarlo, non rimane altro da fare
se non commiserarsi davanti alla propria tomba, la tomba del fu Mattia Pascal.

Mattia Pascal ha una vera e propria devozione nei riguardi della sua santa (cap. III) madre, il
rapporto fra i due è di tenerezza e stima.

La madre è molto pacata, placida, quasi infantile. Ha una voce e una risata nasale che sembra la
faccia vergognare. È molto gracile e spesso malata dopo la morte del marito, anche se non si
lamenta mai dei propri mali. Ciò che probabilmente più la preoccupa è la sorte dei due figli, rimasti
praticamente senza nulla dopo la morte del padre e dopo che la stessa signora Pascal aveva lasciato
tutte le sue ricchezze e proprietà sotto l'amministrazione di Batta Malagna, poiché inetta a questo
genere di faccende: non è capace di gestire da sola la grande ricchezza lasciata dal marito e lascia
l’intera amministrazione dei suoi affari e delle sue proprietà al Malagna. Non accorgendosi degli
imbrogli fatti alle sue spalle può solo facilitare la sua rovina.

Quando Mattia si sposa con Romilda non riesce a sopportare la vicinanza della violenta e bisbetica
vedova Pescatore e finisce con il diventarne una vittima. Fugge di casa con la sorella ma la morte la
colpisce dopo poco, a causa degli affanni e dei feroci litigi subiti in precedenza.

Zia Scolastica è la sorella del padre di Mattia, è completamente differente dalla sorella e Mattia se
ne accorge fin da piccolo. Aveva molta più paura di lei che dei leggeri rimproveri della madre.
Spesso apre gli occhi alla sorella su ciò che avviene attorno al lei ed è l’unica donna capace di
vincere una lite contro la vedova Pescatore, perché ha un carattere ancora più forte e duro di lei e
sicuramente più saggio.

Scolastica nutre davvero un grande rancore nei confronti dell'amministratore del patrimonio del
fratello e vede come unica soluzione dello scempio che compie Malagna un nuovo matrimonio della
cognata, semmai con Gerolamo Pomino, un suo vecchio corteggiatore. La madre di Mattia rifiuta
però la proposta, Zia Scolastica così la accoglie nella sua casa per sottrarla alle angherie della
consuocera e della nuora, e fa lo stesso col nipote Mattia tornato a Miragno dopo che per anni tutti
lo credevano morto.

Batta Malagna è il disonesto amministratore delle ricchezze della famiglia di Mattia. Approfittando
della ingenuità e buona fede della moglie del defunto Pascal, riesce ed agire indisturbato ed a
diventare a poco a poco molto ricco. Non ha rispetto per l’amico defunto e la sua famiglia, non si fa
scrupoli a dirigere la sua attività in modo sbagliato, costringendo i Pascal a vendere una dopo l’altra
tutte le loro proprietà, per poi acquistarle ad un prezzo stracciato e goderne i frutti. Mattia,
cresciuto nella spensieratezza totale a causa della madre non se ne preoccupa e non si meraviglia
una volta arrivata la povertà.

Aveva un viso lungo incorniciato da baffi melensi e pizzo; il pancione era languido (cap. I) che
sembrava arrivasse fino a terra, le gambe corte e tozze: insomma, secondo Mattia, aveva il volto e
il corpo che più non si addicevano ad un ladro come Malagna.

Questo personaggio sembra punito dal destino per le sue azioni disoneste: è continuamente afflitto
perché non riesce ad avere un figlio. Anche in famiglia non si comporta in maniera corretta. La sua
prima moglie era malata e non poteva bere vino a mangiare i cibi più gustosi. Ma lui non si cura di
questo ed a tavola sembra provocarla, mangiando e bevendo con gusto ed in modo plateale ciò che
per la moglie lì presente è veleno.

Si inserisce negativamente anche nella vita sentimentale di Mattia, come se averlo rovinato
economicamente non fosse stato abbastanza. Una volta morta la prima moglie decide di sposarsi
con la bella Oliva, rovinando il primo amore di Mattia. Infatti i due ragazzi si amavano e da lui Oliva
aspettava un bambino. Ciò nonostante Malagna decide di accettare quel figlio di Mattia come suo.
Così finalmente potrà diventare padre. Mattia su questo fatto ironizza arrivando a definire Malagna
in un certo senso onesto. In fondo tutte le ricchezze accumulate da quell’amministratore a forza di
rubare e truffare i Pascal sarebbero un giorno passate a suo figlio, così tutto sarebbe stato
restituito. Mattia ama scherzare in questo modo sarcastico e pungente.

Marianna Dondi – vedova Pescatore è la madre di Romilda e cugina di Batta Malagna, è una vera
strega secondo Mattia Pascal, cui cerca di impedire di mantenere una relazione con la figlia poiché
lo ritiene uno sfaccendato e inetto. Nonostante preferisca la "candidatura" di Batta Malagna come
marito della figlia, si arrende alla scelta di questa di sposare Mattia. Tuttavia non accetta la sua
misera condizione di vita dovuta al matrimonio della figlia con Mattia, ormai poverissimo. Quindi fa
di tutto per vendicarsi e, da brava suocera, è la causa principale dei litigi in casa Pascal, spesso
troppo violenti. Il suo personaggio esprime sicuramente antipatia ed è divertente vedere il
comportamento di Mattia nei suoi confronti, quanto poco venga considerata e rispettata.

Romilda Pescatori è la figlia di Marianna Dondi; appare molto cortese e gentile nei confronti di
Mattia quando si incontrano per la prima volta nella casa dove lei vive con la madre. Mattia Pascal si
innamora subito di quegli occhi belli, di quel nasino, di quella bocca (cap. IV). Romilda, durante un
incontro con il protagonista del romanzo giunge persino a pregarlo di fuggire con lei per potersi
liberare della oppressiva presenza della madre. Il matrimonio tra i due viene imposto e nasce quasi
per gioco. Infatti Mattia si era avvicinato a lei solo per conto dell’amico Pomino e per toglierla dalle
grinfie del Malagna.

Ma presto l'atteggiamento della giovane cambia radicalmente: rimasta incinta di Mattia vuole che la
paternità del figlio sia attribuita all'arricchito cugino della madre, Batta Malagna, ma quando
quest'ultimo decide di tornare da Oliva, la moglie, rimasta a sua volta incinta(di Mattia), Romilda
accetta di sposarsi con Pascal. I nove mesi della gravidanza sono vissuti dalla giovane in una
maniera tremenda e riversa la sua sofferenza sul marito che stenta a sopportarla.

Soffre della condizione in casa Pascal, dei continui litigi e non può fare a meno di seguire le scelte
della madre. E’ di carattere debole e tutto ciò si trasmette alla sua salute: perde la bellezza
giovanile e i due figli che mette al mondo, essendo troppo gracili per sopravvivere, muoiono
entrambi.

Quando Mattia Pascal torna a Miragno dopo anni di assenza, Romilda si è risposata con Mino Pomino
e i due hanno avuto una bambina la cui purezza e innocenza convincono lo stesso Pascal a non fare
rivendicazioni a proposito della madre.

Alla vista di Mattia sviene per l’emozione. Sembra trovarsi davvero bene col nuovo e ricco marito: è
tornata ad essere la bella Romilda di gioventù ed il figlio di Pomino è nato sano e sta benissimo.

Adriana Paleari è la figlia di Anselmo Paleari, proprietario della pensione di via Ripetta a Roma dove
Mattia Pascal, sotto l'identità di Adriano Meis, alloggia durante il suo soggiorno nella capitale.

Quando il protagonista del romanzo vede per la prima volta Adriana ella gli appare tutta confusa,
una signorinetta piccola piccola, bionda, pallida, dagli occhi cerulei, dolci, mesti, come tutto il volto
(cap. X) e gli appare anche molto giovane. Veste di nero a causa della recente morte della sorella
maggiore.

E’ una ragazza pura, gentile, educatissima, tenera e discreta ma allo stesso tempo è responsabile di
sé stessa e di tutta la famiglia.
Adriana è molto religiosa: detesta la passione del padre Anselmo per ciò che è occulto e le sedute
spiritiche cui partecipa soventemente; è sempre molto pacata e tranquilla in ogni occasione;
solamente una volta durante il romanzo ha una reazione violenta, quando Mattia Pascal-Adriano
Meis, scoperto il furto del denaro commesso dal cognato della stessa Adriana, le confessa di non
voler denunciare il fatto. La reazione, così insolita per il suo carattere, è dovuta al fatto che
Terenzio Papiano la voglia sposare per ottenere il denaro della sua dote, e il furto che questi compie
ai danni di Mattia-Adriano sarebbe la maniera migliore per sbarazzarsi definitivamente dell'avido
cognato.

Anselmo Paleari, padre di Adriana, è il sessantenne proprietario della pensione di via Ripetta a
Roma.

Quando Mattia lo incontra per la prima volta, nota il suo torso nudo roseo, ciccioso, senza un pelo.

Paleari, agli occhi dello stesso protagonista del romanzo è un uomo completamente estraneo
rispetto alla realtà che lo circonda a causa delle sue noiose riflessioni che espone continuamente al
povero Pascal-Meis. Ormai non può più lavorare e tutta la sua vita è dedicata alla lettura, alla
filosofia ed alle riflessioni sul suo tema preferito: l’occulto. L'occulto è l'argomento che più interessa
ad Anselmo e organizza spesso sedute spiritiche con lo scopo di richiamare le anime dei morti.

Terenzio Papiano era il marito della sorella di Adriana, morta senza avere avuto figli.

È un uomo sui quarant'anni, con occhi grigi, acuti e irrequieti (cap. XII) calvo, alto, robusto e con
evidenti baffi brizzolati.

Papiano non ha scrupoli: dovendo restituire ad Anselmo Paleari la dote della moglie morta, cerca
piuttosto di indurre Adriana a sposarlo in modo di non dover più consegnare al padre il denaro che
gli doveva, e sfrutta l'aiuto di Silvia Caporale, un'altra ospite della pensione rimasta impoverita
dopo avere affidato ogni suo avere allo stesso Papiano. Notando però l'interesse di Pascal-Meis per
la giovane che ha preso di mira, Terenzio cerca di avvicinarlo a Pepita Pantogada, nipote del
Marchese di Auletta presso cui lo stesso Papiano lavora come segretario, ma non riesce nel suo
intento. Papiano, allora, con l'aiuto del fratello, sottrae a Mattia-Adriano una forte somma di denaro
(dodicimila lire )come ricompensa del suo interessamento per Adriana.

La signorina caporale, un personaggio minore, è una donna brutta e zitella, che si consola con
l’alcool della propria misera condizione. Ha avuto una volgare relazione con Terenzio ma è stata
solo usata. E’ lei che suggerisce ad Adriano l’operazione all’occhio e nei suoi confronti diventa
sempre più curiosa ed invadente. La compagnia e le chiacchierate con il curioso coinquilino la fanno
innamorare ma il suo sentimento non verrà mai contraccambiato. Ha una grande complicità con
Adriana, ma spesso finisce solo con fare arrabbiare o mettere in imbarazzo la giovane ragazza.

Pomino è un personaggio di seconda importanza, con un carattere mediocre se paragonato a quello


del protagonista. Amico di Mattia, appare per la prima volta nell’opera durante la gioventù del
Pascal. Non ha problemi economici e nel paese ha diverse proprietà lasciate dal padre. Si innamora
di Romilda e chiede al giovane Pascal di aiutarlo a conquistarla, vista la sua timidezza ed il carattere
debole. Rimane deluso ed offeso quando capisce che l’amico, a forza di andare a trovare la ragazza
se ne è innamorato, ma anche in seguito non dimostra mai apertamente il suo disprezzo. Anzi, è
disposto ad aiutare Mattia quando cerca lavoro, gli offre del denaro ed è lui a trovargli il posto di
bibliotecario. I n fondo è di indole buona ma risulta vittima degli altri, incapace di reagire.

Quando Mattia è creduto morto da tutto il paese di Miragno si sposa con la vedova Pascal e questo
atteggiamento è visto da Mattia quasi un tradimento, soprattutto della moglie “vendutasi” a lui
perché ricco, anche se in gioventù l’aveva disprezzato. La critica di Mattia fa nascere il dubbio Che
Pomino non sia amata da Romilda, ma solo sfruttato per ottenere una vita agiata.
Alla vista di Mattia non sa proprio come reagire, non riuscendo a trovare una soluzione per evitare
l’annullamento del suo matrimonio. E’ sollevato quando capisce che Mattia non vuole intromettersi
nella sua nuova famiglia ma la sua felicità e la stabilità della sua condizione non è dovuta alle sue
azioni: è una conseguenza delle scelte coraggiose di Mattia.

La storia di Mattia ha anche un importante e pessimistico retroscena: in soli due anni tutti gli
abitanti di Miragno lo dimenticano, la famiglia non sembra disperarsi della sua morte e la moglie si
risposa sostituendolo con uomo più ricco. Anche se la sua morte è stata una finta, Mattia ha perso
tutto e non può sperare di riottenerlo. La nostra società dimentica presto, sostituisce e va avanti.

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Trama

Il Signor Pascal era un uomo che viaggiava e seppe arricchirsi giocando a carte con un capitano di
Liverpool. Con quanto accumulato egli riuscì ad acquistare campi, case, e vigne a Miragno, paesino
Ligure in cui lui viveva. Morì durante un viaggio lasciando tutto alla moglie e ai due figli. La madre,
che era inetta alle amministrazione di di un tale capitale, decise di affidare l’ incarico a Batta
Malagna, amico del defunto marito. Egli però ne approfittò in ogni modo impoverendo la famiglia a
suo vantaggio. Mattia e Roberto però crescono comunque serenamente e liberi da ogni pensiero
morale, religioso ed anche scolastico. E’ infatti Pinzone il loro “insegnante”, egli infatti e divertirsi
con i due ragazzi piuttosto che insegnargli qualcosa. Mattia cresce sviluppando un carattere
impulsivo, allegro, ma soprattutto spensierato. Malagna non riesce ad avere figli dalla prima moglie
malata e per questo (quasi a castigarlo per quanto a rubato) soffre moltissimo. Dopo la morte della
sua “dolce metà” decide di sposare Oliva, rovinando così l’ amore fra lei e Mattia, che l’ aveva
messa incinta. Così il Malagna, accettandolo come suo, riesce ad avere un nuovo erede. Da Batta
intanto si trasferiscono la vedova Pescatore (sua parente) e l’ affascinante figlia Romilda. Pomino,
amico di Mattia, se ne innamora e chiede allo stesso di avvicinarla a lui. Fra Mattia e Romilda, però,
nasce involontariamente un forte amore e si sposano, nonostante il parere contrario della vedova.
La vita del giovane Pascal da quel momento diventa un’ inferno, egli perde infatti ogni sua ricchezza
residua e sua moglie comincia a non amarlo più, lasciandosi andare e diventando sempre più brutta.
Egli è anche investito da una serie di devastanti disgrazie: i due figli messi al mondo muoiono uno
dopo l’ altro e la madre, che è stata portatavia da zia Scolastica (sorella del padre di Mattia) dalle
grinfie della perfida seninatrice di zizania quale era la vedova Pescatore, non riesce a resistere e
muore di li a poco, lasciando devastato il povero Mattia. Il piccolo Pascal decide di cercar lavoro e
diventa bibliotecario dell’ abbandonata biblioteca di Miragno. Il lavoro però consiste solo nel cacciare
topi, ed è quindi troppo noioso, tanto da spingerlo a partire all’ insaputa di tutti per Montecarlo. Lì in
una decina di giorni riesce a far fortuna vincendo 82.000 lire, una vera fortuna per quei tempi e che
gli avrebbe permesso di risanare ogni debito. Il caso però vuole che gli si presenti una occasione all’
apparenza irripetibile e alcuanto ghiota: un modo sicuro di cambiare vita lasciandosi tutto alle
spalle: su un giornale figurava infatti la notizia della sua morte, o meglio, la moglie e la suocera
avevano identificato il cadevere di un povero ragazzo annegatosi vicino al molino alla Stia (vecchia
proprietà dei Pascal e luogo del suicidio) come quello di Mattia. Egli allora, dopo aver letto la notizia,
vede aprirsi davanti a se una nuova vita fatta di sola libertà ed una rottura col passato. Decide
allora di non commettere più gli errori della vita precedente e quindi niente più legami con nessuno.
Cambia allora aspetto: via la fede, eliminata la barba, si fa crescere i capelli e opta per un paio di
occhiali colorati con lo scopo di nascondere l’ occhio storto. Era però necessario anche cambiare
nome, e l’ occasione gli si presentò su un piatto d’ argento: in un dialogo tra alcuni signori non
molto distanti da lui l’ unione di un nome di una persona ed il cognome di un’ altra gli fornisce l’
identità perfetta: Adriano Meis. Si inventa poi di essere emigrato che era ancora infante con il suo
nonno (con cui è rimasto fino alla sua morte: cioè fin verso i dodici anni) dall’ America. Ora Mattia
era morto e lui aveva cominciato la sua seconda vita. I suoi viaggi si alternavano da visite a città
italiane a visite a città tedesche. Presto però si accorge che la sua libertà non era che frutto di un
errore, quindi errata, che lo ha reso un uomo sconosciuto tanto alla legge quanto alle altre persone.

Protagonista

Mattia Pascal – Adriano Meis: protagonista della storia che racconta sollecitato dal suo amico prete
in un libro. Mattia è un ragazzo dal viso placido, ha un occhio “ballerino”, è minuto e non ha
particolari talenti, scoppia pèrò di salute e questo “apparentemente” gli basta (cambierà poco alla
volta idea e la muterà più volte). Egli ha avuto un’ infanzia felice e agiata, ma dopo la morte del
padre l’ amministrazione del patrimonio a Batta Malagna dalla madre, che era inetta a questo
genere di cose. Malagna però non fa che approfittare di questa situazione volgendo ogni cosa a suo
favore. Dopo essersi sposato sulla sua vita si abbatteranno un’ ondate di fatti abbastanza nefasti,
tanto che deciderà di scappare a Montecarlo e iniziare una nuova vita, ma......

Questo personaggio rappresenta un po' tutti noi e compie un percorso, un’ avventura che lo
cambierà radicalmente. Questo accade anche a noi, non analogamente, infatti ogni esperienza che
viviamo ci insegna qualcosa, ma soprattuto l’ esperienza, intesa come avventura vissuta in prima
persona, ci ricorda che abbiamo sempre da imparare.

Personaggi secondari

La madre di Mattia

Donna dal buon animo che Mattia vede quasi come una santa. Essa è molto calma, gracile e spesso
ammalata, anche se non si lamenta mai. La cosa che le sta più a cuore è la sorte dei suoi figli,
infatti quando Mattia si sposa non riesce a sopportare la vicinanza della violenta e prepotente
vedova Pescatore e finisce col diventarne vittima cercando di aiutare Mattia a sopportarla e quindi
scatenando le sue ire. Se ne va dalla casa e si trasferisce a casa della sorella del marito (zia
Scolastica), ma muore poco dopo per gli affanni.

Il fratello Roberto

Ha due anni in più di Mattia e a differenza di lui è bello e dal forte fisico. Fra i due vi è un rapporto
di complicità e intesa. Non ha però lo stesso successo con le ragazze, però riesce a contrarre un
matrimonio vantaggioso e si risistema compensando il dissesto finanziario subito durante la
gioventù.

Zia Scolastica

Da giovane Mattia la presenta abbastanza burbera ed ha molto più paura di lei che della madre.
E’ l’ unica persona che nella narrazione riesce a tenere testa alla “perfida” vedova Pescatore. Essa
prova un forte rancore verso l’ amministratore dei beni ( Batta Malagna). Essa è però in fondo
buona e gentile, infatti accoglie nella sua casa prima la madre di Mattia (strappata così dalle grinfie
della Pescatore ma troppo tardi) e poi lo stesso nipote quando torna a Miragno.

Batta Malagna

Persona disonesta e spesso cattiva ( la sua prima moglie, ad esempio, era malata e non poteva
bere vino, lui intanto si dava a questa sua passione davanti a sua moglie e senza freni), che non si
fa scrupoli a prosciugare le ricchezze del defunto amico. Esso non riesce però ad avere figli, se non
sposando Oliva, la ragazza che Mattia avava messo incinta e che amava. Pascal scherza su questo
dicendo che almeno tutte le ricchezze rubate alla sua famiglia sarebbero tornate ai legittimi
proprietari, i Pascal, visto che quel figlio era “suo”.

Marrianna Dondi - Vedova Pescatore

Definita più volte durante la narrazione una strega, essa è una persona perfida, assomiglia quasi al
cugino Malagna. Essa considera Mattia un inetto e non accetta mai la condizione di ristrettezze e fa
di tutto per vendicarsi ed è quindi la causa dei principali litigi fra i due coniugi. E’ però molto
divertente come Pirandello fa sì che Mattia la tenga poco in considerazione ( proprio il contrario di
quello che ci si aspetterebbe e questo è una dimostrazione di come venga applicata dallo scrittore la
regola del “sentimento del contrario”)

Romilda Pescatore

Figlia della vedova; Mattia all’inizio l’avvicina per conto dell’amico Pomino che si era invaghito di
essa, ma bella come era, pian piano si infatuò di Mattia e lo sposò. Dopo il matrimonio però essa si
lascia andare e diventa piuttosto bruttina e debole di carattere, dando così la possibilità a Marianna
di influenzarla. I due figli che mette al mondo sono molto gracili ed il primo muore pochi giorni
dopo, mentre il secondo (che Mattia inquadra come unica ragione che riesce a farlo andare avanti
adesso che si è trovato un lavoro come bibliotecario) muore nello stesso periodo in cui muore sua
madre (quella del protagonista).
Dopo che Mattia se ne va e viene creduto morto essa si risposa con Pomino, che intanto ha preso il
posto in comune del suo defunto padre, e da lui ha un figlio, che ( “puro e innocente”, così viene
definita da Pascal) lo convince a non rivendicare la moglie al suo ritorno. Essa infatti si trovava bene
con il nuovo marito e con le ricchezze che gli poteva dare (anche la vedova Pescatore), tanto che
era tornata bella come una volta.

Anselmo Paleari

Padre di Adriana, è un anziano signore proprietario di una pensione in Via Ripetta a Roma. Non
potendo più lavorare si dedica a pensieri filosofici ed al tema che più lo appassiona, cioè l’ occulto.
Egli infatti organizza spesso sedute spiritiche per evocare i morti.

Adriana Paleari

Figlia di Anselmo; essa fa da padrona di casa e è molto religiosa (parteciperà solo ad una seduta
perché di solito le rifugge), pura, gentile tenera, ma allo stesso tempo matura e responsabile.
Terenzio Papiano (che era il marito della defuta sorella di Adriana) vuole sposarla per non dover
restituire la dote, ma lei si innamora di Mattia. Questo loro amore, stroncato sul nascere a causa di
alcuni fatti, lo si può definire quasi spirituale, lo si può notare anche da come ogni occhiata che vi è
stata fra loro sia stata descritta con un'enfasi tale da riuscire a coinvolgere in quanto narrato.

Terenzio Papiano

Marito della sorella di Adriana, ha avuto anche una fugace storia con la signorina Caporale, che ha
convinto a prestargli dei soldi per il suo negozio che è poi fallito lasciandola povera, e adesso mirava
a sposare Adriana per non dover restituire la dote che egli aveva delapidato. Egli lavora sotto le
dipendenze del Conte d’Auleta.

Il fratello malato di Papiano-Scipione

Sarà lui a compiere il furto ai danni di Adriano Meis per conto di Terenzio. Egli è però malato di
epilessia.

La signorina Caporale
Una volta era una brava musicista (la musica era infatti tutta la sua vita visto che era piuttosto
bruttina), ma fu poi costretta a vendere il suo piano a causa della sua povertà, consolandosi con
l’alcool e Adriana le permette di vivere lì in modo gratuito, quasi a volerla ripagare del danno
arrecatole da Papiano. Anch'essa s’innamora di Adriano, ma capisce la situazione e decide
solamente di consigliargli l’operazione all’occhio.

Pinzone

Insegnante di gioventù dei due fratelli Pascal. I suoi insegnamenti erano però noiosi e inutili e lui si
faceva spesso corrompere con un po’ di vino, ma poi irrimediabilmente fa sempre la spia.

Pomino

Figlio del Cavalier Pomino, amico di gioventù di Mattia, nonchè “secondo” marito di Romilda. Esso
prenderà il posto di suo padre e Romilda gli darà un figlio.

Ambiente e tempo

Non sono molto bene specificati, infatti la storia è un enorme flashback, però possiamo identificare
dei luoghi chiave ( cioè la Via Ripetta a Roma, Miragno e Montecarlo) e possiamo immaginare che il
periodo sia a cavallo tra la fine dell’ 800 e gli inizi dell’ 900 (periodo in cui è vissuto Pirandello),
anche se questo romanzo è stupefacentemente moderno.

Durata della vicenda: La storia non ha una durata precisa però possiamo affermare che vi è un
periodo di tempo in cui si svolge il “clou” della storia (cioè due anni e mezzo circa).

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