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Pietro Verri: lecita la tortura?

Tornando su un argomento che era stato profondamente trattato, anche per suo consiglio, dal Beccaria nel
libro Dei delitti e delle pene, l'autore esamina la "pratica criminale della tortura" e "l'insidioso raggiro nei
processi che secretamente si fanno nel carcere". Posto che i giudici non si sono lasciati smuovere dalle
abitudini di una errata legislazione, sar necessario confortare la razionalit delle discussioni sull'abolizione
della tortura con la narrazione di alcuni avvenimenti assai famigerati dei secoli addietro. Fanatismo e pazzia
guidarono i giudizi delle streghe e dei maghi nel Seicento; e perci nel secolo dei lumi parlare di tortura
dovrebbe essere cosa superflua. Il Verri illustra sui documenti i processi degli "untori" avvenuti durante la
peste del 1630: Guglielmo Piazza, commissario della sanit, sospettato di malefizi e processato dietro
testimonianza di alcune donnette: egli si lascia accusare di unzioni pestilenziali, ma a sua volta accusa il
barbiere Gian Giacomo Mora di avergli dato l'unguento. I metodi della procedura criminale in tale
occasione furono atroci, e guidati dalla pi nera superstizione e ignoranza. Altri presunti untori vennero
ricercati: perfino un cavalier Padilla, comandante di una compagnia all'assedio di Casale. Il Verri prosegue
nelle sue argomentazioni, per mostrare quanto la tortura impedisca di conoscere la verit e che solo popoli
retrogradi la usano per la loro procedura criminale. suprema necessit l'abolirla al fine di una retta
amministrazione della giustizia. Degna di nota, e gi pubblicata nell'edizione postuma, una lettera di
Giuseppe Gorani, del 1777, che ricorda all'autore il terribile processo degli untori che gli fa pi impressione
di quelli denunciati dal Voltaire per le persecuzioni di Calas, di Servet e di De la Barre. noto che il Manzoni
con la Storia della Colonna Infame con interesse di storico e di artista, ma con nuovo intendimento volle
mostrare la barbarie dei giudici e le aberrazioni del processo. Il Verri non pubblic l'opera, si disse, per
riguardo a suo padre, presidente in quella magistratura, da cui un tempo gli infelici untori erano stati
condannati.
Cesare Beccaria: Contro la pena di morte
La tortura una crudelt: essa costringe a confessare la propria colpevolezza, a confessare il nome dei
propri complici o a confessare altri delitti, ma non sempre porta a confessare la verit o il vero colpevole;
spesso un innocente sottoposto a tortura confessa di essere colpevole per por fine alla tortura, perci pi
facile che un reo forte e coraggioso si salvi con la tortura e che un innocente debole sia ingiustamente
dichiarato reo. Se poi uno reo, pu una pena fisica rimuovere una colpa morale? La confessione fatta
sotto tortura poi deve essere confermata, ma se non si conferma ci che si confessato ci saranno altre
torture e la cosa si ripeter a discrezione dei giudici e ci non a vantaggio della scoperta della verit. Anche
far fare il nome dei complici non a vantaggio della giustizia perch i pi forti e criminale resisteranno, i pi
deboli inventeranno nomi per fuggire al dolore e daltra parte quando si arresta un reo i suoi complici
scappano via e questo deve bastare per la tranquillit della societ. I romani usarono la tortura solo sugli
schiavi che non consideravano persone e stati illuminati dEuropa lhanno abolita (Inghilterra, Svezia)
perch in una societ dove chi rispetta le leggi sono pi di chi le trasgredisce pi facile colpire
ingiustamente un innocente che costituisce la maggioranza, piuttosto che un reo.
Giuseppe Parini: La salubrit dellaria
Questa ode fu letta da Parini nellaccademia dei Trasformati durante il 1759, nel corso di pubbliche letture
alle quali, secondo luso delle accademie e del tempo, era stato dato come tema laria. Il tema di fondo la
contrapposizione
citt-campagna, con la denuncia della civilt moderna come minaccia alla salute pubblica.
Al clima malsano e alle terribili condizioni igieniche di Milano, Parini contrappone la sanit (o salubrit) del
clima delle sue terre natali, sui colli di Brianza. Il poeta addita nella ricerca del profitto privato le cause della
degenerazione
milanese, contrapponendole una concezione della vita produttiva ispirata a criteri di bene pubblico.
Per capire in modo adeguato le critiche rivolte da Parini al clima milanese, utile ricordare che la malsanit
dellaria di Milano dipendeva da precise scelte produttive compiute nelle terre circostanti: essendo
calato sui mercati il prezzo dei cereali tradizionali come il grano, aveva subto un incremento la coltivazione
del riso e lallevamento di bestiame. Tanto il riso quanto la produzione dellabbondante foraggio
necessario al bestiame richiedevano lallagamento dei terreni con le acque scendenti dalle Prealpi; e
gli acquitrini erano fonte di malaria e di umidit.
Giuseppe Parini: La vergine cuccia
Un signore vegetariano disprezza coloro che maltrattano e uccidono gli animali, facendo ricordare un
episodio alla propria dama, la quale piange al ricordo di quando la sua cagnolina prese un calcio da un
servo. Poi Parini ironizza amaramente sulla mentalit dei ricchi (quindi della dama) che non danno
importanza alla vita umana ma preferiscono le loro frivolezze. Infatti la cagnolina stava mordendo il piede
del servo, quando questo le tir una pedata. la cagnolina cominci a emettere versi simili a lamenti di aiuto
e tutti accorsero; il servo, che lavorava fedelmente e bene per la dama da 40 anni fu licenziato subito x il
torto fatto alla cagnolina, e si ritrov al lato dei marciapiedi a chiedere l'elemosina
Con ci il Parini ci mostra un aspetto della nobilt del tempo: calpestano la dignit e la persona umana.

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