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Le stelle. Sono cos distanti. E la loro luce impiega tanto per raggiungerci.

Tutt
o quello che vediamo delle stelle sono vecchie fotografie. E luglio, 1959 e sono
innamorato. Si chiama Janey Slater, un fisico, come me. Io ho trentanni. Ci ha pr
esentati un mio buon amico delluniversit, Wally Weaver. E il 12 febbraio 1981, Wall
y muore di cancro; e ora dicono che ne sono stato io la causa. Quella notte io e
Janey facciamo lamore per la prima volta. Tra un mese lincidente mi aspetta. Vado
verso il centro di ricerca sui campi intrinseci, trovo lorologio. Guardo attrave
rso il vetro, Wally bianco in volto. Sono terrorizzato. E il 12 Maggio del 1959 q
uando Wally mi presenta Janey. Lei mi offre una birra, la prima volta che una do
nna fa qualcosa del genere per me. Mentre mi passa il boccale di birra freddo e
appannato le nostre dita si toccano. Provo paura, per lultima volta. Si celebra u
n funerale simbolico, non c niente da seppellire. Janey incornicia listantanea: la
sola fotografia che qualcuno abbia di me. Un sistema circolatorio viene visto vi
cino al recinto perimetrale. Pochi giorni dopo, uno scheletro parzialmente ricop
erto di muscoli appare in corridoio e urla per un istante prima di sparire. Mi c
hiamano Dottor Manhattan. Spiegano che il nome stato scelto per lovvia associazio
ne di idee che avrebbe suscitato nei nemici dellAmerica. Mi stanno plasmando in q
ualcosa di pittoresco; qualcosa di letale. Nel gennaio del 1971 il presidente Ni
xon mi chiede di intervenire in Vietnam, qualcosa che i suoi predecessori non mi
avevano mai chiesto. Una settimana dopo il conflitto finisce, molti dei vietcon
g vogliono rendersi a me personalmente. Hollis Mason, un eroe in costume in pens
ione scrive un libro nel quale definisce il mio arrivo lalba del supereroe. Non son
o sicuro di cosa significhi. E il Natale del 1963, Janey mi dice che ha paura ed
preoccupata; dice che sono come un dio ora. Le rispondo che non credo che ci sia
un dio. Le dico che la voglio ancora; e che la vorr sempre. Mentre le mento il 4
settembre 1970. Sono in una stanza piena di gente mascherata; una ragazza molto
giovane mi guarda, e sorride. E bella. Dopo ogni lungo bacio, lei me ne da uno p
i piccolo e pi gentile sulle labbra: come una firma. Janey mi accusa di inseguire
le ragazzine. Scoppia in un pianto rabbioso, chiedendomi se perch lei sta invecch
iando. E vero. Invecchia palesemente giorno dopo giorno. Mentre io resto sempre u
guale. Preferisco il silenzio ora. Sono stanco di questo mondo, di questa gente:
di essere invischiato nel groviglio delle loro vite. Dicono che le loro fatiche
servono per costruire il paradiso, ma il loro cielo popolato di orrori. Forse i
l mondo non adatto. Forse nulla adatto. Un orologio, senza artigiano. E troppo
tardi. Lo sempre stato. Lo sar sempre.
Troppo tardi.

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