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LALGORITMO DI

BOWYER WATSON
Si descrive lalgoritmo di Bowyer Watson per la creazione di una triangolazione di
Delaunay di un insieme di punti assegnati e si mostra come creare tale triangolazione
per la rappresentazione topografica di un terreno tramite un insieme di punti quotati.

Marco Busato

1. GENERALITA
Solitamente, un piano quotato costituito da un sistema di coordinate cartesiane ortogonali {0, x, y},
un insieme {Pi } di punti quotati, Pi = ( xi , yi ; qi ) , ed una rete triangolare di livellazione, che si identifica con la triangolazione di Delaunay dellinsieme dei punti {Pi } , cio con la triangolazione che
realizza per mezzo dei punti Pi una modellazione 3D a mesh triangolari del terreno.(1)

Figura 1.1
Pu succedere tuttavia che qualche volta in un piano quotato non venga riportata la rete triangolare
di livellazione, come mostrato in Figura 1.2.

Figura 1.2
1)

Si suppone chiaramente che i punti Pi siano stati scelti in modo corretto, cio tali che la triangolazione di Delaunay

dellinsieme {Pi } consenta di costruire una modellazione 3D realistica del terreno mediante mesh triangolari. In pratica,
i punti Pi devono essere tali che i triangoli che formano le mesh coincidano con dei piani di falda del terreno. Per maggiori
dettagli si veda Appendice A1.

In questi casi, per determinarla, pu allora essere utilizzato lalgoritmo di Bowyer Watson, che
consente di costruire la triangolazione di Delaunay di un insieme assegnato di punti. In pratica, lalgoritmo di Bowyer Watson consente di costruire, a partire da una triangolazione di Delaunay Tn di
n punti, una triangolazione di Delaunay Tn +1 di n + 1 punti, come schematizzato in Figura 1.3.

Figura 1.3
2. LALGORITMO DI BOWYER WATSON
Lalgoritmo di Bowyer Watson consta delle seguenti quattro fasi:
a) Inserimento nella triangolazione Tn di un nuovo punto P. Il punto P deve essere interno a Tn e sono
possibili due situazioni: punto P interno ad un triangolo di Tn (Figura 2.1a), ovvero punto P sul
lato di un triangolo di Tn (Figura 2.1b).

Figura 2.1a

Figura 2.1b

b) Identificazione della base associata a P. La base associata a P il triangolo di Tn che contiene P


(Figura 2.2a), ovvero lunione dei due triangoli di Tn il cui lato comune contiene P (Figura 2.2b).

Figura 2.2a

Figura 2.2b
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c) Costruzione della cavit associata a P. La cavit associata a P si ottiene eliminando dalla triangolazione Tn i triangoli il cui cerchio circoscritto contiene P. Non va considerato il triangolo che
costituisce la base associata a P. In pratica, si tratta di eliminare il lato di questi triangoli che non
anche lato di un triangolo che deve invece essere mantenuto (in quanto il suo cerchio circoscritto
non contiene P).

Figura 2.3a

Figura 2.3b

d) Costruzione della triangolazione Tn +1 . La triangolazione Tn +1 si ottiene congiungendo P ai punti


appartenenti al contorno della cavit.

Figura 2.4a

Figura 2.4b

Come si vede dalla triangolazione di Delaunay Tn , per mezzo dellalgoritmo di Bowyer Watson si
ottenuta una nuova triangolazione di Delaunay, Tn +1 , contenente oltre ai punti di Tn il punto P (come
mostrato in Figura 2.5a e Figura 2.5b per i due casi considerati). La procedura pu poi essere ovviamente reiterata per ottenere una triangolazione di Delaunay Tn + 2 contenente oltre ai punti di Tn +1 un
nuovo punto interno a Tn +1 , che potremo sempre indicare con P. Il processo pu essere proseguito
fino a ottenere la triangolazione di Delaunay di un assegnato insieme di punti.
3

Figura 2.5a

Figura 2.5b

Osservazione 1: Nelle precedenti figure il punto P era posizionato in modo che il cerchio circoscritto
ad un solo triangolo di Tn conteneva il punto P. Se pi cerchi circoscritti ai triangoli di Tn contengono
il punto P si procede di conseguenza come precisato nellalgoritmo. In Figura 2.6 esemplificato il
caso in cui i cerchi circoscritti ai triangoli di Tn che contengono il punto P sono due.

Figura 2.6
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Osservazione 2: Lalgoritmo di Bowyer Watson applicabile quando il punto P da inserire nella


triangolazione di Delaunay Tn interno a Tn . Quando il punto P esterno a Tn , per creare la triangolazione di Delaunay Tn +1 che contiene oltre ai punti di Tn anche il punto P, occorre procedere come
qui di seguito indicato. E necessario infatti connettere P ai punti di Tn in modo tale da realizzare una
triangolazione di Delaunay. La strategia da usare quella del cerchio circoscritto che si pu cos
sintetizzare:
non possono fare parte di una triangolazione di Delaunay i triangoli i cui cerchi circoscritti
contengono un punto della triangolazione (si esclude ovviamente il triangolo che costituisce la
base del punto considerato)
Per comodit conviene distinguere due casi:
a) Al nuovo punto P esterno a Tn risultano affacciati solo due punti della triangolazione Tn . In questo
caso bisogna semplicemente controllare se il cerchio circoscritto al triangolo che ha questi due
punti per vertici contiene o no il punto P. Se non lo contiene, il punto P andr direttamente collegato ai due punti di Tn ad esso affacciati (caso di Figura 2.7a), mentre in caso contrario, occorrer
eliminare il collegamento fra i due punti di Tn affacciati a P e connettere P ai punti di Tn che dopo
questa operazione risulteranno affacciati ad esso (caso di Figura 2.7b).

Figura 2.7a

Figura 2.7b
b) Al nuovo punto P esterno a Tn risultano affacciati pi di due punti della triangolazione Tn . In
questo caso bisogna procedere con quello che tecnicamente viene definito un flip di Lowson. Cio
occorre procedere come nel precedente punto a) per tutti i triangoli di Tn il cui cerchio circoscritto
contiene il punto P e, successivamente, controllare che i cerchi circoscritti ai nuovi triangoli costruiti in Tn collegando P ai punti di Tn che risultano affacciati ad esso, non contengano essi stessi
il punto P. Se ci avviene occorre ripetere il procedimento fino a che questa situazione non si
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verifica. Di norma, comunque, per i punti P esterni a Tn la reiterazione del procedimento non
risulta necessaria. In Figura 2.8a, Figura 2.8b e Figura 2.8c sono mostrate tre tipiche situazioni che
si possono presentare nella pratica (relative al caso di tre punti di Tn affacciati a P).

Figura 2.8a

Figura 2.8b

Figura 2.8c
3. COSTRUZIONE DELLA TRIANGOLAZIONE DI DELAUNAY DI UN INSIEME DI
PUNTI QUOTATI MEDIANTE LALGORITMO DI BOWYER WATSON
Per costruire la triangolazione di Delaunay TN di un insieme {Pi } di N punti quotati mediante lalgoritmo di Bowyer Watson la, possibile procedere in due modi distinti:
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Modo 1 Si prendono a caso tre punti ausiliari, non allineati, F1 , F2 , F3 tali che il triangolo che ha
questi punti per vertici contenga interamente linsieme {Pi } . Si considera come triangolazione iniziale di Delaunay questo triangolo e, inserendo successivamente tutti i punti di {Pi } , si costruisce la
triangolazione di Delaunay T3+ N con lalgoritmo di Bowyer Watson. Si eliminano quindi da questa
triangolazione tutte le linee che partono dai punti ausiliari F1 , F2 , F3 e questi punti stessi. Infine, qualora due punti periferici consecutivi dellinsieme {Pi } non risultassero fra loro collegati, si inserisce
questo collegamento. In Figura 3.1 schematicamente mostrato questo modo di procedere. Lordine
con cui si scelgono i punti da inserire importante perch pu complicare o semplificare la costruzione delle triangolazione.
1. Scelta della triangolazione iniziale (ausiliaria).

2. Inserimento del primo punto.

3. Inserimento del secondo punto.

4. Inserimento del terzo punto.

.
.
.
8. Inserimento del settimo, ultimo punto.

9. Eliminazione dei tratti ausiliari e completamento della triangolazione.

Figura 3.1
Come si vede, il metodo ora illustrato per costruire la triangolazione di Delaunay di N punti quotati
utilizza unicamente lalgoritmo di Bowyer Watson (grazie al fatto di avere scelto una triangolazione
ausiliaria che contiene tutti i punti di cui costruire la triangolazione). Il metodo pu a volte risultare
per un po laborioso, specialmente se lordine di inserimento dei punti non ottimale.
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Modo 2 Si prendono a caso tre punti non allineati dellinsieme {Pi } e si costruisce il triangolo che
ha questi punti per vertici. Si considera come triangolazione iniziale di Delaunay questo triangolo e
si introducono quindi in successione i punti rimanenti dellinsieme {Pi } . Si possono verificare allora
due situazioni:
1) Il punto inserito interno alla triangolazione esistente: in questo caso si procede secondo lalgoritmo di Bowyer Watson.
2) Il punto inserito esterno alla triangolazione esistente: in questo caso per connetterlo ai punti della
triangolazione occorre procedere come spiegato in Osservazione 2 del paragrafo precedente.
In Figura 3.2 schematicamente mostrato questo modo di procedere. Scegliendo opportunamente
lordine di inserimento dei punti la costruzione della triangolazione pu risultare semplificata.
1. Scelta dei primi tre punti per la triangolazione iniziale.

2. Inserimento del quarto punto.

3. Inserimento del quinto punto.

4. Inserimento del sesto punto.

5. Inserimento del settimo, ultimo punto.

Figura 3.2
Come si vede, il metodo ora illustrato per costruire la triangolazione di Delaunay di N punti quotati
pi veloce del primo, ma occorre fare attenzione a come connettere i punti che risultano esterni alla
triangolazione esistente.
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APPENDICE A1

Osservazioni sulla modellazione 3D di un terreno tramite mesh triangolari

La modellazione 3D di un terreno tramite mesh triangolari consiste nel rappresentare la superficie del
terreno per mezzo di triangoli spaziali di vertici assegnati. Poich per una corretta modellazione del
terreno necessario che tali triangoli si sovrappongano il pi possibile alla parte di terreno che devono
rappresentare, i loro vertici devono essere stabiliti in modo opportuno. Ci fissa la scelta dei punti in
cui eseguire i rilievi in situ. La rappresentazione 3D del terreno che si ottiene con questa tecnica
mostrata in Figura A1.1 in cui anche evidenziato il corrispondente piano quotato comprensivo della
triangolazione di Delaunay che definisce le mesh.

Figura A1.1
In pratica, una volta giunti al sito del quale si vuole creare una modellazione 3D a mesh triangolari,
si devono identificare in esso delle falde triangolari e quindi fare stazione nei loro vertici. Questi punti
costituiranno i vertici della triangolazione di Delaunay che genera la rappresentazione 3D del terreno
oggetto di rilievo. Se il terreno poco regolare, occorrer scegliere numerosi punti di rilevamento.
Linsieme dei punti di rilevamento e la corrispondente triangolazione di Delaunay definisce il piano
quotato del terreno stesso. Quando, viceversa, assegnato un piano quotato privo della triangolazione
di Delaunay, si suppone che la modellazione 3D del terreno a mesh triangolari generata dalla triangolazione di Delaunay dellinsieme di punti assegnato, sia una buona rappresentazione 3D a mesh
triangolari del terreno stesso. Si suppone cio che i punti del piano quotato siano stati scelti in posizioni corrette ed in numero sufficiente per generare una effettiva rappresentazione 3D a mesh triangolari del terreno.
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BIBLIOGRAFIA
[1]

F. Visentin, Triangolazione di Delaunay, Universit degli Studi di Verona, Dottorato di Ricerca in Informatica:
http://profs.sci.univr.it/~caliari/aa1213/calcolo_scientifico/Visentin.pdf

[2]

S. Rebay, Tecniche di generazione di griglia per il calcolo scientifico Triangolazione di Delaunay, Universit di Brescia, Dipartimento di Ingegneria Meccanica:
http://www2.mate.polimi.it/corsi/papers/7034d9c55ef1fa85ee8db41feb71.pdf

[3]

V. Di Stefano La modellazione digitale del terreno e la rappresentazione di scenari urbani


complessi, Universit degli Studi di Roma La Sapienza, Dipartimento di Rilevamento, Analisi e Rappresentazione dellArchitettura e dellAmbiente, Tesi di Dottorato di Ricerca:
http://padis.uniroma1.it/bitstream/10805/766/1/DiStefanoVittorio240.pdf

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