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QUELLARIA INFINITA Llusa Cunill

LUI: Non dovremmo fare rumore.


LEI: Meglio se non parliamo allora.
LUI: S, meglio.
(Pausa)
LEI: Hai viaggiato a lungo?
LUI: S.
LEI: Ho sempre voluto viaggiare.
LUI: Tra pochi giorni mia moglie e mio figlio verranno a
vivere qui. Passeggeremo e potr far vedere loro la
citt.
LEI: Ti piace, questa citt?
LUI: Ho lavorato molti anni nella costruzione della parte
nuova.
LEI: Non farai ritorno al tuo paese?
LUI: Non lo so.
LEI: Hai smesso di viaggiare?
LUI: Mia moglie diceva che mi bastava aprire gli occhi
per conoscere con esattezza la distanza tra me e tutto
quello che avevo intorno, ma che non ero capace di
alzare

lo

sguardo

al

cielo

perch

le

distanze

astronomiche mi eccedevano. Diceva che viaggiavo con


lunico scopo di accertarmi che tutto fosse misurabile e
potesse rientrare in un metro a nastro.
LEI: E aveva ragione?

LUI: Quando ero piccolo ascoltavo i viaggiatori parlare


della grandezza dei paesaggi, e una volta cresciuto
andai a cercarla. Non la trovai e quindi decisi di
diventare misuratore di paesaggi. Con landare del
tempo, per, mi resi conto che anche i numeri possono
essere infiniti, e da allora mi sono sempre sentito
sopraffatto.
LEI: per questo che sei rimasto qui?
LUI: Conosco con esattezza le misure di questa citt
che io stesso ho aiutato a costruire e sebbene non mi
piaccia fino in fondo, sono arrivato ad amarla e di sicuro
anche mia moglie e mio figlio finiranno per farlo.
LEI: Parli come se fossi arrivato in citt da mille anni e
ti sentissi cos stanco e rassegnato come le persone che
ci vivono.
LUI: Per anni ho dovuto passare inosservato fino
allinvisibilit, fare in modo che nessuno percepisse il
mio essere di troppo, o di meno, in pericolo costante di
essere espulso. Forse cercando di eludere quelli che mi
stavano intorno alla fine sono diventato come loro.
LEI: molto pi facile giudicare chi non si ama. Per
questo motivo non ho mai giudicato mio fratello, per
evitare di soffrire. Ma impossibile eludere il dolore,
solo poche volte abbiamo la possibilit di scegliere chi o
cosa ce lo infligger. Mio fratello decise quasi subito che
a farlo sarebbe stato il resto del mondo e io invece
scelsi me stessa. Mentre lui provava a credere che il
nemico non mai amico nemmeno quando muore, io

provavo a credere di non essere fatta per condividere


lodio bens lamore. Alla fine abbiamo fallito entrambi.
LUI: Fino a oggi ho sempre rinviato qualsiasi giudizio
troppo definitivo nei miei confronti per paura che mi
svigorisse. La sopravvivenza stata, fino ad ora, una
scusa per relegare qualsiasi dubbio. Per anni ho
desiderato solamente che arrivasse il giorno in cui
vigessero su di me gli stessi diritti e le stesse proibizioni
che gravano sulle altre persone. E da quando quel
giorno arrivato tutto quello che provo un senso di
vertigini ogni volta che passo vicino a una di quelle
buche aperte sui marciapiedi, come se la loro nerezza
mi attraesse e mi dovesse inghiottire, e allora cerco
rifugio nelle conversazioni con gli sconosciuti da me
sempre evitate prima di quel momento, e so che
finalmente non sono pi uno straniero ma solamente un
estraneo per gli altri ma anche per me stesso.
(Pausa lunga)
LEI: Quanto silenzio, allimprovviso. Troppo silenzio e
rumore in eccesso sono funesti in egual misura. Alla
radio entrambe le cose sono temute allo stesso modo.
Quando vi lavoravo gli ascoltatori ci chiamavano di
notte per raccontare i loro sogni, le loro brame, i loro
desideri pi profondi. Allinizio li incitavo a parlare
finch non iniziai a rimproverare la piccolezza e la
meschinit dei loro desideri e la mancanza di coraggio

per realizzarli. Adesso mi rendo conto che i miei desideri


sono sempre stati ugualmente piccoli e meschini e che
non riuscirei a realizzarli nemmeno se ne avessi il
tempo.
(Pausa)
LUI: Per anni ho riversato tutto la mia speranza nel
futuro come se il presente fosse solamente una corsa a
ostacoli. Ora che sono arrivato al traguardo, mi
soffermo davanti alle vetrine e ancora non sono sicuro
di riuscire a stare bene in uno di quei vestiti che gi da
tempo mi sembravano troppo larghi o troppo stretti per
me. Eppure non sento pi odori diversi come un tempo,
e ogni angolo ormai assomiglia a quello successivo.
Confondo i volti di chi mi saluta ogni giorno. Se
qualcosa non mi piace sposto lo sguardo da unaltra
parte come fanno le altre persone. Sento il loro stesso
disappunto quando mi trovo davanti a delle scale mobili
guaste o quando devo evitare la stessa fila di venditori
ambulanti ogni giorno. Guardo con diffidenza i bicchieri
dei bar che non frequento e butto nel cestino i volantini
che mi danno senza nemmeno guardarli. Evito le strade
mal

illuminate

gli

annunci

pubblicitari

troppo

appariscenti come fanno tutti. Mi sento scivolare


comodamente lungo un pendio senza fine.
LEI: A scuola mi insegnarono che non bisogna mai fare
cose al di sopra delle proprie possibilit, ma non ci

credetti mai. Io e mio fratello credevamo che le qualit


di una persona venivano rivelate a pieno solamente
quando

ci

possibilit.

si

sforzava

Sebbene

al

di

fossimo

sopra

delle

bambini

proprie
non

ci

accontentavamo di fare quello che permettevano le


nostre forze, volevamo sforzarci per poter fare di pi. Ci
sentivamo diversi e fuori luogo. A quellet terribile
avere un cuore che soffre. Poi ognuno prese una strada
opposta credendo per di arrivare allo stesso punto, ma
non ci rincontrammo pi fino a ora. Oggi sento che mio
fratello molto vicino, di pi di quando era vivo e si
sentiva circondato.
LUI: Mi

sento

ancora

giovane.

Fisicamente

mentalmente sono ancora giovane, ma solo per pochi


giorni ancora, fino a quando non vedr mio figlio e mi
cadranno addosso tutti gli anni in cui sono stato lontano
da lui. Ho paura di deluderlo, che i miei successi gli
sembrino piccoli, che abbia dato un prezzo troppo alto
alla nostra separazione. Dovr aiutarlo a trovare subito
un lavoro. Se non ha niente da fare potrebbe finire per
rinfacciarmi il fatto che io lavori e lui no. Era pi facile
immaginarlo felice ma lontano piuttosto che vederlo
infelice al mio fianco. La verit che non sopporterei di
essere un estraneo per lui come lo sono per le altre
persone. Non sopporterei di non essere pi amato da
lui.
LEI: Chiamano la radio a qualsiasi ora del giorno o della
notte per dire che voglio qualcosa o qualcuno. Le

persone

amano

la

propria

ostinazione,

amano

soprattutto la parola amore ripetuta sulle proprie


labbra. Chiss se ripetere la parola morte fino alla
saziet non finir per farci amare anche lei, o almeno a
non farcela temere. Ma se in amore o davanti a una
paura in conclusione conta molto di pi un gesto che
una parola, perch allora impariamo a parlare? (Pausa)
Non c una risposta, n alcun testimone che dichiari a
favore o contro. Silenzio.
LUI: Quello che un padre non dice mai al proprio figlio
che la proibizione trova la sua giustificazione pi totale
non nellobbedienza bens nella trasgressione. Non gli
insegna nemmeno a scegliere tra lindifferenza o lodio,
ad affrontare da solo una bestia feroce che lo attacca
con le zanne molto affilate o un mulinello che inghiotte
tutto fino al fondo del mare.
(Si sentono dei passi. Pausa)
LEI: Vengono verso di noi.
LUI: Non abbiamo fatto alcun rumore.
(Pausa)
LEI: Sembrano essere tanti.
LUI: S.
LEI: Siamo stati sfortunati.

(Pausa)
LUI: meglio andare via prima che arrivino. (Pausa)
Non vieni?
LEI: Non ancora.
(Pausa)
LUI: Sono gi qui. Dobbiamo andarcene.
LEI: Vattene.
LUI: Non vieni con me?
LEI: No.
LUI: Perch?
LEI: Tu hai scelto di vivere, io di morire.
(Pausa. Buio su di LUI. Pausa. Buio su di LEI. Si sente
una raffica di spari.)

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