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C chi corre per passione e chi corre per dimagrire: questo libro dedicato ai secondi, senza dimenticare i primi.
Lha scritto Daniel Fontana, il pi forte triatleta italiano, che da pochi anni ha scelto di concentrarsi sulla distanza
pi massacrante, lIronman: 3,8 chilometri di nuoto in acque libere, 180 chilometri in bici e, per finire, una maratona.
Come si riesce a compiere una simile impresa? Servono un allenamento graduale e mirato, unottimale condizione
fisica e uno stile di vita sano e regolato, ma non pu mancare latteggiamento mentale giusto, un mix di tenacia,
determinazione e motivazione tutte caratteristiche fondamentali anche per scegliere di alzarti dal divano e
occuparti finalmente del tuo benessere.
Nessuno come Daniel che, oltre ad allenarsi, allena in grado di suggerirti le migliori strategie per
cominciare a correre o per migliorare il tuo stile, le tue prestazioni e, perch no, la tua linea. Dimagrire di corsa
un vero e proprio manuale, che contiene informazioni adatte a principianti desiderosi di avvicinarsi alla corsa, ma
anche perle di saggezza (e allenamento) rivolte a corridori pi esperti: dai consigli sulla scelta delle scarpe e
dellabbigliamento agli esercizi di riscaldamento, potenziamento e stretching giusti, da poter fare anche a casa; dai
trucchi motivazionali per sconfiggere la pigrizia a una variet di tabelle di allenamento, pensate e predisposte per
permetterti di raggiungere un obiettivo adatto a te; dai consigli per la gara (tutti rigorosamente mutuati
dallesperienza personale di Daniel) ai suggerimenti di Elena Casiraghi, la specialista di alimentazione che lo segue
da anni.
Lautore
Daniel Fontana
DIMAGRIRE DI CORSA
Ritrova la forma con i consigli del campione italiano di triathlon
Dimagrire di corsa
Born to run
Quando corro, semplicemente corro. In teoria nel vuoto. O viceversa, anche possibile che io corra per raggiungere il
vuoto.
HARUKI M URAKAM I
Intorno ai quattordici anni il mio sogno era partecipare al Campionato patagonico di nuoto,
competizione appena pi prestigiosa della gara della parrocchia. Per qualificarmi, tre volte la
settimana mi alzavo alle quattro del mattino insieme alle mie due sorelle, inforcavo la bici e alle
quattro e mezzo ero in vasca. Nuotavo come un dannato e alle sette e mezzo, dopo altri tre o quattro
chilometri di bici, varcavo il portone della scuola. Non potevo nemmeno arrivare in ritardo: mia
madre insegnava matematica nella classe accanto. Alle undici ero completamente cotto, un disastro.
Di pomeriggio tornavo in piscina, per allenarmi con la squadra dei ragazzi pi grandi. Senza saperlo,
avevo il triathlon nel sangue.
Dopo pi di venti stagioni di attivit, tre qualifiche olimpiche e dopo aver girato tutti i continenti
gareggiando, posso dire che per i comuni mortali come me la strada molto lunga, ci vuole tanto
lavoro, a testa bassa e con umilt. Il successo non arriva improvvisamente o per caso, un processo
di crescita, unevoluzione a tappe: a volte si fa un salto in avanti, a volte si torna indietro, per
prendere la rincorsa.
Il segreto essere abbastanza sensibili e intelligenti da riuscire a riconoscere gli stimoli giusti per
s e a mantenere salda la consapevolezza che su certi fattori, come il talento, non si pu influire,
mentre su altri, come la costanza, la pazienza e il coraggio, si pu invece lavorare alla grande: sono
queste caratteristiche ad aver permesso ad atleti normali, non a fenomeni, di raggiungere i loro
obiettivi. Io sono uno di loro, sei pronto a diventarlo anche tu?
Acquatico o anfibio?
cominciato tutto cos. Sono cresciuto scatenato e felice a General Roca, una sorta di avamposto
allingresso della Patagonia, quella regione selvaggia, difficile e affascinante a sud della quale non
c nulla, se non i pinguini e i ghiacci antartici.
I miei genitori si trasferirono l negli anni Settanta: il governo argentino aveva deciso che la
Patagonia andava popolata (almeno un minimo) e distribuiva incentivi a chi fosse stato cos
temerario da raccogliere armi e bagagli scegliendo di vivere laggi. Mio padre colse la palla al
balzo e accett un posto come veterinario in questo paese dove non cera quasi niente: quando io ero
piccolo i semafori erano due, e le strade asfaltate pure.
Noi bambini stavamo in giro dal mattino alla sera, in bicicletta o di corsa, pescavamo, giocavamo
con la fionda, esploravamo i campi e i fossi. E tutto ci, per un numero di anni che non saprei
quantificare, sempre a piedi nudi, almeno quando faceva caldo. Oggi sarebbe impensabile, ma allora
le mamme non si preoccupavano n di sapere dove eravamo n di cosa stavamo facendo; il paese era
una specie di grande cortile condominiale, tutti si conoscevano e i pericoli erano minimi: se ci fosse
stata unemergenza qualcuno le avrebbe avvertite. Daltra parte noi sapevamo che cerano regole
molto precise (pena epiche punizioni inflitte dai nostri padri): tornare a casa a una determinata ora,
studiare per andare bene a scuola, evitare di spingerci oltre precisi confini, al di l dei quali non
saremmo stati al sicuro.
Mi sono innamorato del nuoto grazie a mia sorella maggiore Laura: cresciuta troppo in fretta e il
pediatra, per aiutarla a recuperare un minimo di coordinazione e raddrizzarle la schiena, ha suggerito
a nostra madre di iscriverla in piscina. Bench avesse tre figli mia mamma lavorava, e cos decise
che per lei sarebbe stato pi pratico se avessimo nuotato tutti e tre.
Fino ad allora avevo praticato solo basket e rugby, che stanno allArgentina come il calcio
allItalia, sono praticamente obbligatori. A quel tempo sar stato linizio degli anni Ottanta
andava di gran moda il cosiddetto metodo sovietico: siccome gli atleti dellEuropa dellEst
ottenevano grandissimi risultati nelle maggiori competizioni internazionali, gli allenatori argentini
pensavano che anche loro avrebbero potuto crescere un vivaio degno di questo nome, se solo si
fossero comportati come gli allenatori sovietici. Il che significava, in parole povere, che bisognava
spremerci come limoni indipendentemente dalla nostra et. Per me era tutto un gioco, persino nuotare
per due o tre chilometri a sei o sette anni, destate, in acqua fredda, allombra, perch la piscina
riscaldata era un lusso che General Roca non poteva certo permettersi. Ci facevano gareggiare con i
bambini dei paesi vicini: chi vinceva era felice, chi perdeva un po meno. Io ogni tanto ero felice,
ogni tanto deluso, spesso strepitavo con mia madre dicendo che volevo mollare tutto e smettere di
allenarmi e lei che in vita sua non ha mai fatto sport ma comunque uninconsapevole mental
coach mi rispondeva: Daccordo, non allenarti pi. Per la prossima volta che le tue sorelle
parteciperanno a una gara e vorrai andarci anche tu, non lamentarti se farai ancora peggio. E io,
zitto, con gli occhi bassi, salivo sulla bici e cominciavo a pedalare verso la piscina. Avevo scelto di
allenarmi.
In quella primissima scelta custodito il mio segreto, ci che ha fatto la differenza tra me il
ragazzo talentuoso ma ancor pi determinato, appassionato al punto da essere disposto a lavorare
sodo per ottenere un risultato e le mie sorelle. Laura e Tila erano entrambe molto pi portate di me:
in gara si piazzavano meglio, ma avevano meno costanza. Io facevo i 200 rana e i 400 misti, a volte
vincevo e a volte no, ma mi ero posto un obiettivo (il Campionato patagonico di nuoto) e mi ci
applicavo con tutte le mie energie. Ero un po svantaggiato dal fatto di essere nato il 31 dicembre,
visto che gareggiavo con quelli nati durante lo stesso anno solare: alcuni avevano praticamente un
anno in pi di me ed erano pi muscolosi, pi formati. Ma figuriamoci se pensavo che sarei arrivato
a fare un Ironman! Eppure
Lanno dei Campionati patagonici ho toccato il cielo con un dito, ho persino vinto alcune prove! Li
abbiamo disputati nella provincia vicino, quella di La Pampa: i duecento chilometri per arrivarci
sono stati il mio primo viaggio, mi sembrava di andare dallaltra parte del mondo. Poi sono venuti i
Campionati nazionali, che purtroppo non ho mai vinto, anche se mi sono piazzato decentemente,
quindi la piscina di General Roca si rotta e tutti hanno smesso di nuotare. Io, pur di continuare, ho
implorato mio padre perch mi finanziasse unimpresa folle: tutti i pomeriggi mi facevo unora e
mezzo di pullman per raggiungere la citt vicina, mi allenavo l, e ritornavo indietro. La sera, dovevo
ancora fare i compiti. Sono andato avanti cos per quattro o cinque mesi, poi non ce la facevo pi
fisicamente e sono stato costretto a mollare.
Ed stato allora che ho scoperto qual era il mio talento.
Quando frequentavo il liceo, a General Roca arriv un nuovo insegnante di educazione fisica,
Gustavo Prez, che veniva da unaltra citt ed era un triatleta. Dopo avermi studiato a lezione, un
giorno mi mise alla prova: Daniel, perch non andiamo a correre?. Della corsa non sapevo nulla,
correvo quel poco che richiedeva la preparazione invernale del nuoto, ma niente di pi. Siamo partiti
e ritornati dopo quattordici chilometri: ero quasi morto, ma avevo scoperto il mio talento. Magro,
leggero, con dieci chili in meno di adesso, il mio fisico che per il nuoto era troppo esile per la corsa
si rivelava un enorme vantaggio. Gustavo mi disse che ero bravo, che il mio stile migliorabile,
intendiamoci era buono.
Non aspettavo altro: costretto a spostarmi per gli allenamenti, non potevo pi nuotare tanto quanto
prima e ne soffrivo. Non solo mi sembrava di non avere niente da fare e che la giornata fosse
interminabile, ma avvertivo proprio una differenza rispetto a prima, mi sentivo peggio. Allora ero
solo un bambino, ma avrei scoperto poi che ci era dovuto al fatto che lattivit sportiva libera
endorfine pi ne fai, pi ne faresti e ti fa sentire attivo, positivo, pieno di energia.
Da quel momento ho cominciato a correre come un pazzo. Quindici chilometri al giorno. Gustavo
mi allenava in maniera informale, dandomi qualche consiglio sulla frequenza, la postura, il ritmo di
allenamento.
Il naturale passo successivo stato acquistare una bicicletta da corsa, cominciando a prepararmi
per la mia prima gara di triathlon. La bici costava seicento dollari, unenormit per i tempi. Mio
padre, prima di darmi i soldi, ha chiarito cosa mi sarebbe successo se, come al solito, avessi
strepitato per avere una cosa e subito dopo perso ogni interesse: Se questa bici non la usi finch non
cade a pezzi, come ti ho messo al mondo ti ci tolgo.
Una volta che ci siamo trovati daccordo sui fondamentali, abbiamo ordinato la bici un pezzo per
volta: prima il telaio, poi le ruote, quindi i copertoni Senza internet n conoscenze nellambiente,
ci abbiamo messo settimane. Quando tutti i pezzi erano finalmente pronti, bisognava montarli: mi ha
aiutato Ricardo, un insegnante di Buenos Aires trasferito a General Roca, amico di Gustavo e, come
lui, triatleta. Sono andato a casa sua, con il mio scatolone pieno di raggi e tubi, e ci sono rimasto per
due giorni. Era estate e Ricardo ha dedicato quarantotto ore del suo tempo ad aiutare un ragazzino
che non conosceva. Tra laltro, siccome mio padre non mi avrebbe passato neanche un dollaro in pi
per il resto dellattrezzatura, mi ha prestato un suo paio di scarpe da bici: erano in pelle, con la suola
in legno, una pi grande dellaltra. Vecchissime, forse le aveva ereditate anche lui da qualcun altro.
Le ho usate per mesi, bench fossero gi sfondate in partenza, ed con quelle che ho corso la mia
prima gara di triathlon. Ricardo stato allora, ed oggi, un vero amico. Poco tempo fa ho voluto
ricambiare la sua gentilezza regalandogli liscrizione allIronman di Pucn, cui desiderava prendere
parte da tempo.
Gustavo mi ha preparato una tabella e ho cominciato ad allenarmi come un pazzo per partecipare,
nel dicembre 1992, al Triathlon di Mar del Plata, distanza olimpica: 1,5 km di nuoto, 40 km di bici,
10 di corsa. Si nuota nelloceano, con le onde alte tre metri. Per me era il paradiso: non mi sembrava
vero, il mio sogno si avverava. A vincere non pensavo nemmeno, mi bastava essere l e immaginarmi
come Mark Allen o Dave Scott.
Per loccasione mio padre, mosso a commozione dallo stato pietoso delle scarpe argentine con le
quali mi ero allenato nella corsa, dopo una ricerca durata settimane mi regal il mio primo paio di
scarpe da running, le Nike Pegasus.
La gara fu durissima, molto lunga, ho avuto un sacco di problemi. E poi scontavo lemozione di
aver raggiunto un obiettivo che mi sembrava irrealizzabile. Ma sono andato fortissimo. Al nastro di
partenza ero un sedicenne con una carica bestiale addosso, al traguardo ero un professionista: mi
sono piazzato quattordicesimo. Incredibile, perch mi ero allenato, questo s, ma certamente non
quanto, n soprattutto allo stesso modo dei professionisti con i quali gareggiavo. Il talento, per, ce
lavevo. E la passione anche.
Ho cominciato a spostarmi per partecipare alle gare: prendevo il pullman, viaggiavo tutta la notte
(con la bici al seguito), dormivo con gli altri atleti nelle caserme o negli ostelli, il giorno dopo
correvamo e quello dopo ancora tornavo a General Roca. L mi aspettava la vita di sempre: scuola,
famiglia, allenamento. Con i miei avevo fatto un patto: campione o no, dovevo prendere il diploma e,
poi, una laurea. I miei genitori hanno sempre lasciato me e le mie sorelle molto liberi di fare le
nostre scelte; dovevamo per rispettare alcune regole base: per esempio, potevamo stare fuori anche
fino alle sei del mattino, a patto di studiare e di non perdere nemmeno unora di scuola. Allo stesso
modo, io potevo scegliere di provare a diventare un campione di triathlon, ma avrei dovuto studiare e
laurearmi, per costruirmi un futuro alternativo.
triathlon avrebbe fatto parte delle discipline olimpiche. E io ho capito che, se cera una cosa che
volevo, era far parte della Nazionale.
inserito gli interventi di Elena Casiraghi, la specialista di alimentazione e integrazione nello sport
che mi segue da qualche tempo, e che avanti anni luce rispetto al dottor Galindo!
Sei pronto a cominciare?
PRIMA DI PARTIRE
Corro perch, se non lo facessi, sarei pigro e triste e spenderei il mio tempo sul divano. Corro per respirare laria
fresca. Corro per esplorare. Corro per assaporare il viaggio lungo la strada. La vita diventa un po pi vivace, un po pi
intensa. A me questo piace.
DEAN KARNAZES
Prima ancora di procurarti scarpe e pantaloncini, o di cercare su Google Maps il parco pi vicino a
casa tua, dovrai procurarti unaltra cosa. Dovrai trovare una motivazione. Perch vuoi correre? Se
sei indeciso, non c problema: ancora poche righe e avrai limbarazzo della scelta.
unassociazione cristiana ecumenica, mi ha offerto ospitalit e sono partito. Ospitalit voleva dire
dormire per terra in una casetta sulla spiaggia, con un unico bagno chimico da condividere con
decine di persone. Per dieci giorni ho vissuto rispettando gli orari del campo, compresi canti e
preghiere, gestendomi gli allenamenti di conseguenza, poi ho dovuto sloggiare e fortunatamente il
cuoco, un rastaman, mi ha offerto una stanza a casa sua. Non sapendo dove altro andare ho accettato
con entusiasmo, salvo scoprire che questo ragazzo divideva lappartamento con altri rastaman, tutti
fortissimi fumatori di marijuana. Al mattino mi svegliavo completamente rimbambito (insistevano che
non si aprissero le finestre, per evitare che la polizia se ne accorgesse), ma a parte questo ho potuto
cominciare a cucinarmi direttamente i pasti e ad avere uno stile di vita pi atletico. Alla gara
preparatoria di San Diego sono arrivato terzo e ho guadagnato leterna stima del rastaman pi
giovane, che ha cominciato a mangiare come me, ha ridotto il fumo, ha ripreso a fare surf e ha trovato
un lavoro. Se in poche settimane ha cambiato stile di vita lui, credimi, nulla di pi probabile che
anche i tuoi amici, vedendoti stare meglio, pi magro ed energico, decidano di seguirti nella tua
avventura.
Se hai lautostima sotto i piedi, correre fa per te. Allenarti per unora ti sembra impossibile?
Comincia con dieci minuti e vedrai. Renderti conto in breve tempo di riuscire a seguire un
programma che ti sembrava impossibile rispettare, osservando miglioramenti significativi, ti aiuter
a credere in te stesso e a convincerti che ce la puoi fare. Perch la verit questa: ce la puoi fare!
E se ancora hai qualche incertezza, puoi sempre scegliere di pensarla come il campione
americano Dean Karnazes, che non corre per dimagrire o per migliorare le sue performance, ma solo
per il piacere di correre. Quando ci siamo incontrati e abbiamo corso insieme, quello che pi mi ha
colpito di Dean lenergia positiva che sprigiona. Dean un ultramaratoneta, cio gareggia su
distanze ben superiori ai classici 42,195 chilometri, come per esempio la Western States Endurance
Run, che prevede un percorso di 160 chilometri. un vero esperto nel campo delle imprese
impossibili: nel 2006 ha corso cinquanta maratone in cinquanta giorni, in cinquanta diversi Stati degli
USA. Un uomo del genere, abituato a mettersi a dura prova, sa tutto sulle possibilit del corpo umano,
che sono infinitamente maggiori di quello che siamo portati a immaginare: io stesso, quando sono
pronto per una gara e mi trovo nel mio picco di forma, mi sento inesauribile, sento di poter fare
davvero qualsiasi cosa.
IL MONDO ULTRA
Luomo la creatura sulla Terra dotata di maggiore resistenza. Lo dimostrano facilmente gli atleti ultra, come Dean
Karnazes, che mettono alla prova il proprio corpo in maniera quasi incredibile. Imparando a mangiare, bere e
dormire durante la gara, infatti, si pu teoricamente competere su distanze infinite.
C gente, come Dean, che corre decine di maratone lanno, ma non solo: i Deca Ironman ripetono dieci volte
tutte le distanze (in pista e in vasca) in dieci giorni consecutivi; chi fa ultracycling pu arrivare a pedalare per 6000
chilometri, nutrendosi e dissetandosi al volo e dormendo venti minuti per volta.
Ricordo che utilizzavo i microsonni alluniversit: con tutto lo sport che facevo mi riducevo sempre allultimo, e
per passare gli esami ero capace di studiare per quarantotto ore di fila impiegando questa possibilit di recupero.
Al di l del desiderio di superare i propri limiti e di vincere le competizioni a cui partecipa, quando
gli chiedono perch corre, Dean d una risposta alla Forrest Gump: perch mi piace, perch il mio
corpo libero e non rattrappito su una sedia, perch sento laria fresca sulla faccia, le braccia che si
muovono, e impiego il mio tempo meglio che rimanendo immobile sul divano.
Ho parlato di questo anche con la mia amica Pilar Geijo, due volte campionessa mondiale di
nuoto in acque libere. Entrambi gareggiamo in competizioni che prevedono lunghe distanze, ma
mentre io posso guardarmi intorno, osservare paesaggi e interagire con altre persone, lei in acqua
completamente sola, e a parte il fondale sabbioso non vede n sente nulla. Alla domanda: Perch lo
fai?, mi ha risposto: Il tempo passa a prescindere. Il tempo passa, appunto, ma ciascuno di noi
pu scegliere come impiegarlo.
Tornando alle tue motivazioni, scegliendo di correre farai qualcosa di positivo per te stesso, che ti
porterai dietro per il resto della tua vita. Ti chiedo solo mezzora al giorno, il tempo di un caff: sei
sicuro di non averlo?
Ora, chiaro che rivolgersi ai medici, come agli psicologi, sempre una buona idea, che ciascuno
di noi si trova ad affrontare problemi differenti, e che lo sport non pu essere la soluzione per tutti,
ma per Martn stato proprio cos. E comunque provare non costa niente, giusto? Se funziona, tanto
meglio. Se non dovesse funzionare, alla peggio avrai liberato parte delle tue tensioni e tornerai a
casa pi allenato e rilassato.
Dal punto di vista fisico, invece, scientificamente assodato che la corsa, se accompagnata da uno
stile di vita sano, fa bene:
al cuore. Il 28% della popolazione muore a causa di una malattia cardiovascolare: certamente
non tutte si possono curare, ma almeno una percentuale si pu prevenire mantenendo in salute il
cuore, un muscolo esattamente come tutti gli altri, che ha bisogno di allenamento e ossigeno
fresco. La corsa, in particolare, abbassa la pressione e aiuta gli ipertesi a regolarla; favorisce
inoltre la diminuzione del colesterolo cattivo (LDL) a favore di quello buono (HDL);
alle ossa. Correre favorisce laumento della massa ossea e, cos facendo, aiuta a prevenire e
rallentare losteoporosi. Se lo si pratica allaria aperta, permette di ricevere dal sole una
maggiore quantit di vitamina D, indispensabile facilitatore della mineralizzazione dellosso a
partire dal latte e dai suoi derivati, rispetto a chi conduce una vita sedentaria;
ai polmoni. La corsa uno sport aerobico, nel quale cio lorganismo utilizza principalmente
lossigeno come carburante. Correndo aumenta la profondit di ogni respiro, le strutture
respiratorie diventano pi elastiche e lorganismo allenato arriva a poter immagazzinare una
maggiore quantit di ossigeno (il che a sua volta significa maggiore ossigenazione del sangue e
dei muscoli);
al sistema linfatico. La muscolatura, attivata dallesercizio fisico della corsa, aiuta la linfa a
scorrere nei vasi, e quindi influisce positivamente sulleliminazione delle tossine;
al sistema digerente. Chi corre digerisce meglio, non ha problemi di stitichezza e ha un appetito
pi sano;
al ritmo sonno-veglia. Correndo aumenta la produzione di serotonina, un ormone che influenza,
fra le altre cose, il ritmo sonno-veglia. Inoltre, visto che la corsa un antistress naturale, si
arriva a sera pi sereni e meno tesi rispetto a chi non pratica alcuno sport: in poche parole, chi
corre dorme bene, o comunque meglio di chi non corre;
allumore e al benessere. La corsa efficace anche come terapia antidepressiva: chi la pratica
produce endorfine, come abbiamo gi detto, ma anche trasmettitori cerebrali come la dopamina
(che influenza positivamente la capacit di concentrarsi, di rimanere attenti e il tono dellumore)
e catecolamine (che aiutano il sistema nervoso a mantenere il controllo sugli organi, e quindi
sono una sorta di antidoto alle malattie psicosomatiche);
al peso. Bisogna avere pazienza e costanza, ma la corsa fa dimagrire: aiuta a eliminare il grasso
in eccesso nel corpo e ci fa sentire rinvigoriti e scattanti (oltre a farci rientrare in quei pantaloni
che non infilavamo da anni). E tutto questo, in maniera duratura! Pensa cosa significa abbinare
la corsa a una dieta bilanciata, seguendo i consigli di Elena
in generale. Fare sport e in particolare correre aiuta il corpo a non spegnere la produzione
dellormone della crescita, che diminuisce a partire dai ventanni e cessa totalmente intorno ai
quaranta. Lormone della crescita, secreto naturalmente dal nostro corpo e nella giusta quantit,
aiuta a mantenere attivo il metabolismo e a ridurre la massa grassa a favore di quella magra.
Ti sar ormai chiaro che dedicando tutto il tuo tempo libero al divano credi di stare bene e di
riposarti, mentre in realt ti stai deteriorando. Facciamo due conti: sessanta minuti di workout
rappresentano il 4% della giornata. Investendo tre ore a settimana (un allenamento da sessanta minuti
e tre da quaranta), cio l1,7% del tuo tempo, puoi migliorare la qualit della tua vita, praticando uno
sport che gioia pura.
Dopo lufficio prenditi un po di tempo e vai a correre. Non puoi regalarti unintera ora? Pazienza:
venti minuti di camminata o di corsa sono sufficienti per stimolare tutti i processi metabolici. Il tuo
corpo e la tua mente ti ringrazieranno.
Immagino che adesso sarai smanioso di alzarti e di innescare quel circolo virtuoso che porter il
tuo corpo ad abituarsi allallenamento quotidiano, desiderando sprofondare tra i morbidi cuscini del
sof soltanto dopo aver corso. La parte pi difficile (scegliere di cominciare) ormai alle spalle.
Ora puoi rilassarti e prenderti ancora un po di tempo per definire al meglio qual il tuo obiettivo.
1. Lindice di massa corporea (il rapporto tra peso e quadrato dellaltezza del singolo individuo) lindicatore principe del peso forma.
Convenzionalmente, fino a 29 si considerati sovrappeso, oltre 30 si situano invece le tre classi di obesit.
Se stabilisci un obiettivo e riesci a raggiungerlo, hai vinto. Il tuo obiettivo pu essere tagliare il traguardo per primo, ma
anche migliorare la tua performance, o semplicemente finire la gara. Sta a te deciderlo.
DAVE SCOTT
Il mio primissimo allenatore (quello che buttava in vasca me e le mie sorelle alle quattro del mattino)
si chiamava Oscar. Barba lunga, aria mistica, magrissimo, era argentino ma aveva vissuto tanti anni
allestero. A General Roca era unautorit assoluta.
Era veramente preparato. E veramente rigido. Non solo sugli orari, ma sul rispetto delle regole,
tutte giustissime, che aveva stabilito. La nostra routine comprendeva preparazione fisica prima
dellallenamento, defaticamento e stretching dopo, pi una serie di sessioni di corsa durante la
settimana per potenziare la capacit aerobica. Per quanto possibile a quel tempo in Patagonia dove
le nonne invece che caramelle tiravano fuori bistecche dalle borsette ci ha insegnato a regolare
lalimentazione e a capire che lo sport agonistico, bench fossimo agli inizi, era un lavoro che
richiedeva seriet e costanza.
Se volevamo partecipare al Campionato patagonico di nuoto, la strada era quella, e noi abbiamo
scelto di seguire le sue dritte e di rispettare alla lettera le sue regole. Anche perch Oscar le
rispettava a sua volta: non mai arrivato in ritardo, non ha mai mancato un allenamento, non si mai
presentato stanco o svogliato. Sarebbe stata una mancanza di rispetto che avrebbe sminuito limpegno
di tutti, esattamente come se ad avere un atteggiamento menefreghista fossimo stati noi.
Tutto ci che lui mi ha insegnato vale per lo sport e vale per la vita. Per questo gli sono cos
grato: quando certe cose si imparano da bambini, non si dimenticano pi. La disciplina,
lorganizzazione, la puntualit e lordine che mi ha trasmesso sono i fondamentali sui quali ho
costruito la mia carriera e che mi hanno permesso di sviluppare il mio talento e di ottenere risultati
positivi. Fra laltro, comportarsi cos non costa nulla, quindi perch non farlo?
Ho voluto raccontarti di Oscar perch stiamo per tracciare i contorni di una strada che, per quanto
entusiasmante, potrebbe non essere sempre facile seguire. Capiter che tu sia stanco o demotivato,
che abbia voglia di lasciar perdere, che soffra a causa di un infortunio e non voglia pi saperne. Io,
per, posso giurarti che riuscirai ad andare avanti se avrai ben chiaro il tuo obiettivo. Abbiamo
parlato nel capitolo precedente dei mille benefici della corsa, ora vorrei che riflettessi e che
stabilissi perch tu vuoi correre, cosa vuoi che la corsia sia per te.
Il mio primo obiettivo era il Campionato patagonico. Una volta centrato quello, volevo
partecipare ai Campionati nazionali. Ho gareggiato, ma non ho vinto, e ho capito subito che vincere
d dipendenza, come una droga: non basta mai. Bisogna essere intelligenti e capire che lo sport
regala momenti straordinari, ma in caso di sconfitta pu farti sentire anche parecchio gi. Come ci si
rialza? Con un nuovo obiettivo.
Per me stato il triathlon, che mi porta a spingere ancora oggi, a quasi quarantanni, per vincere
un Ironman (possibilmente quello delle Hawaii). Nel frattempo, mi sono aggiudicato un po di belle
medaglie, ho avuto le mie soddisfazioni, mi sono scoperto capace di superare i miei limiti e di
ruggire quando io per primo mi sentivo perduto.
voglia di provarci. sempre cos: chi ha chiaro il suo obiettivo trova il mezzo per raggiungerlo, chi
non lo ha ben chiaro trova una scusa. Per quanto potessi ripeterle che la vedevo gi negli ultimi
trecento metri della maratona di Londra, circondata da ali di folla esultante, orgogliosa e fiera perch
sarebbe riuscita a tirar fuori da s una persona nuova, pi in forma, pi sana, pi magra, forse
persino pi felice, lei non riusciva a crederci.
Io ti chiedo una cosa: fiducia.
In cambio ti assicuro che, se seguirai le mie istruzioni e i consigli di Elena, ce la farai,
raggiungerai il tuo obiettivo. Certo, c un prezzo da pagare: devi impegnarti a stimolare il tuo corpo
nel migliore dei modi, ma lui reagir positivamente. Sar una piacevole sofferenza, niente di
massacrante: farsi del male nuoce alla salute e noi, invece, siamo sulla strada che porta dritto al
benessere!
Per semplificare le cose e metterti a disposizione tabelle di allenamento adeguate al tuo livello e
al traguardo che immagini, ho pensato di identificare tre gruppi di corridori, con tre diversi obiettivi:
essere in forma, dimagrire e avvicinarsi al mondo della corsa;
essere in forma, dimagrire e correre la 10 km;
correre la mezza maratona, provando a migliorare la propria performance.
Immagino che chi sceglie il primo obiettivo sia una persona non allenata, che non ha mai corso e
comincia ora a smuoversi dallinerzia.
Per questo gruppo propongo un allenamento leggero, che permetter di cominciare a sentirsi
meglio, pi dinamici e tonici, apprezzando in un tempo davvero breve tutti i benefici fisici e
psicologici della corsa di cui abbiamo parlato.
Per gli altri due gruppi ho proposto obiettivi agonistici: per il secondo una corsa di dieci
chilometri (come la Deejay Ten Run, che si corre a Milano e a Firenze), per il terzo una mezza
maratona.
Immagino che il secondo gruppo sia composto da quanti sono pi o meno allenati e magari
praticano altri sport: persone che seguono corsi in palestra o giocano a calcio o a basket e devono
adattare i tendini ai movimenti della corsa, ma anche jogger o ex corridori. Grazie allallenamento
pregresso, riusciranno a dimagrire e a stare meglio, allenandosi per una gara di tutto rispetto.
Il terzo gruppo quello composto da corridori: amatori, persone allenate che conoscono i
rudimenti della materia e hanno obiettivi pi alti, di gara. Per loro ho studiato un allenamento di otto
settimane, comprese due settimane finali di scarico, per metterli in grado di correre la mezza
maratona e di correrla bene, migliorando il proprio tempo e il proprio feeling durante la gara.
Riepilogando:
GRUPPO
OBIETTIVO
principianti
amatori
Le mie prime scarpe erano made in Argentina. Erano pessime: rigide, piatte, per niente reattive. Le
ho usate fino al 1992, quando mio padre mi regal, dopo una ricerca durata varie settimane, le mie
prime Nike Pegasus, rendendomi felicissimo. Rispetto alle scarpe che Nike produce oggi erano
abbastanza arretrate, ma a quel tempo in Sudamerica tutti le conoscevano: non avrei potuto
desiderare altro.
Allora di scarpe da corsa non sapevo quasi niente, e se c un lato bello nellignoranza proprio
questo: non ci si accorge della differenza. Avevo sedici anni, potevo fare qualsiasi cosa.
Oggi, che la tecnologia si evoluta e che io ho accumulato esperienza, penso che si debba
acquistare una scarpa da running, appositamente studiata per la corsa. Esistono scarpe di tutti i tipi, a
seconda delluso che se ne vuole fare: alcune pensate per correre, altre per camminare, altre per il
basket, altre ancora per la pallavolo o la danza hip hop. Scegliere quelle giuste fondamentale per
prevenire gli infortuni e migliorare le proprie prestazioni.
Le informazioni da passare al commesso, perch sia in grado di scegliere le scarpe pi adatte per te,
sono:
se sei un principiante o un amatore;
se intendi partecipare a qualche gara oppure se corri per diletto o per sentirti meglio;
su quali terreni prevedi di correre (al parco, in strada, in alta montagna, sulla sabbia, su
pista);
quanto pesi, dato che alcune scarpe sono pi indicate per le persone in sovrappeso.
A questo punto lui sapr consigliarti nel migliore dei modi, dopo per averti fatto unanalisi
completa dei piedi. I top runner o gli atleti professionisti, se vogliono fare bene il loro mestiere, sono
obbligati a conoscere per filo e per segno il loro corpo, compresi i piedi. probabile che tu non
conosca i tuoi piedi bene quanto io conosco i miei, quindi la cosa migliore chiedere aiuto. Il
commesso ti chieder di camminare o di correre su un tapis roulant, per capire come appoggi i piedi,
quindi ti mostrer le scarpe con il supporto pi adatto. Le scarpe, infatti, sono costruite per
correggere difetti dappoggio, come leccesso di pronazione e supinazione, distribuendo limpatto
con il suolo nel modo pi efficace. Cosa significa esattamente?
Ciascuno di noi appoggia i piedi in maniera diversa; per acquistare le scarpe giuste, bisogna
prima che ciascuno capisca quale tipo di runner : neutro, iperpronatore o supinatore.
infilavo il paio nuovo soffrivo perch ormai mi ero adattato al precedente. Questo non dovrebbe
succedere: quando ti accorgi che le scarpe sono troppo usurate, che non hanno pi elasticit e sono
molli come ciabatte, decisamente il momento di tornare in negozio. Lideale, per gli amatori,
sarebbe di averne due paia, per evitare di trovarsi allimprovviso con la suola completamente
consumata.
Una cosa che sicuramente aiuta a mantenere le scarpe giovani una buona manutenzione: io
preferisco non lavarle in lavatrice perch sono fragili e ho limpressione che la centrifuga le strizzi
un po troppo, quindi le lavo nella doccia. Destate, poi, meglio evitare di asciugarle al sole diretto
(soprattutto se vivi in un luogo caldo): diventano secche e dure.
A questo proposito sia detto ora e per sempre correre indossando un tessuto impermeabile e
non traspirante aiuta solo a disidratarsi, non certo a dimagrire!
faccia. Stava pompando come un matto. Gli ho chiesto: Ma che fai?. E lui per tutta risposta mi ha
passato le cuffie; nelle orecchie gli stava rimbombando Eye of the Tiger e allora ho capito: in quel
momento lui era Rocky Balboa. Dalla palestra ci siamo spostati in piscina e Danilo dovuto uscire
dopo tre vasche: era troppo stanco, gli facevano male le braccia, non riusciva a continuare.
Tante volte la vita ci riporta alla dura realt, e cio che noi non siamo Rocky. Di cento Rocky, uno
solo ha battuto Ivan Drago, gli altri si sono infortunati o sono morti di polmonite per essere andati a
spasso per Mosca indossando solo una giacca di pelle. Insomma, credo che la musica mentre si corre
sia positiva, se piace, ma tieni presente che ti motiva per i primi venti minuti, poi basta. Rischi di
dare tutto in quei venti minuti, quindi di doverti fermare, come Danilo.
Un altro rischio che sarebbe meglio evitare quello di farsi trascinare troppo, cosa che mi
capitata pi volte. Io di solito corro senza musica, ma ogni tanto, quando devo allenarmi molto piano,
mi capita di uscire la sera per una corsetta di una quarantina di minuti, dopo aver dedicato magari la
giornata a una session di 180 chilometri in bici. Una volta mi sono messo le cuffie e ho cominciato a
cantare. Ero in un altro mondo, al punto che solo per poco un paio di automobili non mi hanno
investito.
Programma lallenamento
Fare sport serve anche a questo: a riempirsi le giornate, e molto spesso la vita.
LINUS
La mia giornata tipo molto variabile: mi alzo presto, faccio una prima colazione molto leggera, poi
mi butto in vasca e nuoto per circa cinque chilometri. Segue una seconda colazione, quindi sono
pronto per la bicicletta. A seconda di quanto pedalo, dopo posso decidere o meno di pranzare o fare
merenda e uscire a correre. Faccio stretching tutti i giorni, e varie volte a settimana sedute di
potenziamento in palestra. Nel complesso, mi alleno circa trentacinque ore a settimana. Poi devo
dormire, recuperare e lavorare, cio allenare gli altri. Se non fossi un minimo organizzato, non ce la
farei.
Lo dice uno che della confusione ha fatto uno stile di vita, e che stato salvato almeno
professionalmente dal suo primo allenatore di triathlon, Daniel Tommaselli, che aveva una
concezione militare del tempo e del lavoro. Daniel ripeteva costantemente: Lorganizzazione batte il
tempo. Io, che ancora adesso vado in crisi se gli appuntamenti mi si accavallano o mi ritrovo con
troppe cose da fare contemporaneamente, posso dirti con certezza che questo insegnamento vale la
pena scriverlo a lettere cubitali e appenderlo in diversi punti della casa. Se sei organizzato, ce la fai.
Anche se hai una montagna di impegni.
Prima di iniziare ad allenarti, quindi, ti assicuro che meglio programmare le sedute di
allenamento e mettere in conto alcuni passi fondamentali per raggiungere il tuo obiettivo.
La visita medica
Ecco un appuntamento sul quale il 99% delle persone preferisce sorvolare e che, al contrario, la
prima cosa da fare quando si decide di mettersi a correre.
Tutti i medici di base possono darti il via libera per svolgere unattivit sportiva, aiutandoti a fare
il punto sulla tua situazione biofisica prima di iniziare. Se vuoi intraprendere unattivit agonistica,
invece, dovrai rivolgerti a un medico dello sport o a un centro specializzato in medicina sportiva. In
entrambi i casi, la visita fondamentale perch sicuramente non sei pi lo stesso di ventanni fa,
quando giocavi quotidianamente a pallavolo e ti muovevi solo in bicicletta, ed probabile che negli
ultimi tempi anche il tuo metabolismo abbia un po rallentato. Meglio quindi scoprire subito qual la
tua condizione fisica, per programmare lallenamento di conseguenza.
Se sei in sovrappeso e stai decidendo di cominciare a correre per dimagrire, a maggior ragione: il
medico di base o quello sportivo ti consiglieranno senza dubbio di lavorare con gradualit,
aumentando lentamente lo sforzo cui ti sottoponi, con una progressione lenta ma lineare. Ricorda che
nessun libro (compreso questo) ti osserver mai in allenamento: se non sei seguito da un allenatore,
ascolta il tuo corpo con grande attenzione e valuta come reagisce. Dovrai essere tu a decidere se
spingere di pi o di meno, in base a come stai reagendo. Io posso consigliarti di avere continuit e di
crederci: il risultato garantito, ma per ottenerlo necessario impegnarsi, e impegnarsi seriamente.
La costanza importantissima: anche se allinizio pu sembrare difficile, una volta che il tuo corpo
avr ingranato sentirai la mancanza dellallenamento quando ti capiter di saltarlo, sperimenterai il
desiderio di muoverti, e tutto diventer pi semplice.
In generale, se desideri dimagrire potrebbe essere utile farti seguire da un nutrizionista, nella
consapevolezza che essere a dieta non significa smettere di mangiare, ma trovare la strategia giusta
per essere sazi e dare al corpo combustibile per funzionare in modo efficiente, avendo a disposizione
tutte le energie di cui necessitiamo.
Mantieni la costanza
Fuori lagenda: fissa le sessioni di allenamento come se fossero appuntamenti di lavoro. In fondo, si
tratta di appuntamenti con te stesso! In caso contrario la giornata passer prima che tu abbia avuto
anche solo il tempo di pensare: Potrei uscire a farmi una corsetta. Per agire con criterio, devi
sapere che lallenamento una condizione permanente, e che non si limita alle due o tre volte la
settimana in cui scegli di uscire a correre.
Innanzitutto, un buon allenamento di corsa richiede a supporto esercizi di riscaldamento,
potenziamento e stretching (si veda a questo proposito il capitolo Non solo corsa). Soprattutto,
per, con allenamento si intende una combinazione tra lo stimolo che diamo allorganismo e la
conseguente fase di recupero.
Accade questo: lallenamento, sottoponendoci a uno sforzo maggiore a quello cui siamo abituati,
rompe lomeostasi, cio lo stato di equilibrio dinamico che regola tutte le attivit del nostro corpo.
Come avviene per qualsiasi altra perturbazione, anchesso compensato da una serie di reazioni
uguali e contrarie, tese a riportare il sistema in equilibrio. Linsieme di queste reazioni fisiologiche e
metaboliche si definisce supercompensazione, e ha lo scopo di migliorare il livello originale delle
prestazioni. La supercompensazione, per consolidare i risultati ottenuti, necessita di un periodo di
recupero, durante il quale lorganismo deve riposare. Se ci si nega il recupero, si rischia il
sovrallenamento, una condizione che anzich migliorare le nostre performance, le peggiora.
In parole povere: quando ci alleniamo e richiediamo al nostro corpo uno sforzo superiore alla
media, lui reagisce come avrebbero fatto i nostri antenati. Pensa: Qui c una guerra, e per
sopravvivere si adatta. Ladattamento avviene durante i giorni di recupero, che quindi non sono
opzionali, ma necessari. Perch tutto il processo si svolga al meglio, lideale sarebbe avere uno stile
di vita sano e abbastanza regolare, evitando per esempio di lavorare venti ore al giorno, mangiando
regolarmente, seduti a tavola, dormendo otto ore per notte e cos via.
Quindi, controlla le tabelle che trovi nel capitolo Tabelle per tutti e, sulla base del tuo
obiettivo, prendi appuntamento con te stesso.
Quando si comincia a correre, in genere si seguono alla lettera tutte le tabelle, poi cominciano gli
scivoloni e a quel punto si cerca di recuperare, magari facendo quello che si perso la volta dopo,
aggiungendovi quanto previsto dalla tabella. Non funziona cos: i risultati che hai ottenuto non si
vanificano se perdi qualche appuntamento. Il corpo ha una memoria. Quindi, se hai saltato tre
allenamenti perch hai avuto la febbre, per lavoro o per qualsiasi altro motivo, baster tornare un po
indietro (diciamo a quattro allenamenti precedenti) e ripartire da l, impegnandosi a essere continui.
Se cominci per a notare che stai scivolando un po troppo spesso, forse vale la pena tornare
indietro e riflettere sullimportanza che lobiettivo che ti sei prefissato ha per te. Ipotizziamo che
questo obiettivo sia la 10 km: per evitare che ti sembri distante o irraggiungibile, scegli qualche
obiettivo minore, che ti aiuti a non abbandonare il percorso a met strada e ad andare avanti (magari
con una bella soddisfazione in tasca). Parlo per esempio di perdere un chilo, di partecipare a una
gara meno impegnativa (anche la corsa della parrocchia andr benissimo!), di riuscire a migliorare il
tuo tempo di pochi secondi.
Prendi un bel foglio bianco, scrivici il tuo obiettivo e mettilo in un punto dove sai che lo vedrai
spesso: scrivere potenzia limpegno, e darci unocchiata ogni tanto ti aiuter a rinfrescare idee e
monotonia (non si va da nessuna parte) e la mancanza dellattrito con laria: se sei abituato a
correre sul tapis roulant, quando ti sposterai sullasfalto noterai una differenza nelle tue prestazioni.
A me, inoltre, viene anche una certa claustrofobia, ma c gente che lo adora, e in ogni caso resta
unalternativa valida nel caso non si riescano a reperire percorsi adatti vicino a casa.
Le uniche situazioni in cui non corro allesterno sono:
se fuori ci sono ghiaccio e neve. pericoloso perch si rischia di scivolare e farsi male
seriamente, meglio evitarlo;
se fa troppo caldo. Per me troppo caldo significa il clima dei Caraibi alle due del
pomeriggio, ma devi valutare realisticamente le tue possibilit, senza fare pazzie. Meglio
correre indoor o rimandare lallenamento a un orario pi consono piuttosto che svenire, non ti
pare?
se c troppa umidit. Idem come sopra, perch rischiare di disidratarsi?
La pioggia, invece, non mi d fastidio. Certo, bisogna avere labbigliamento adatto, ma se non fa
troppo freddo pu rivelarsi anche piacevole.
Riguardo alle superfici su cui correre, in principio una qualsiasi andr bene: si pu correre
sullerba, sullasfalto, in un parco, sui sentieri di montagna. Naturalmente ci sono differenze che con
il tempo imparerai a cogliere:
il terreno, con la sua maggiore morbidezza, ammortizza limpatto ed meno traumatico, quindi
assolutamente indicato per chi comincia a correre;
lasfalto molto duro e richiede un certo impegno da parte dei polpacci. Va comunque bene per
correre, soprattutto se ti sei posto un obiettivo agonistico. Tutte le lunghe competizioni sono su
asfalto, dunque meglio imparare a conoscerlo prima che poi. Visto che le citt sono trafficate,
ricordati sempre che i corridori sono pedoni, e quindi sono chiamati a rispettare il codice della
strada;
a meno che tu non abbia intenzione di partecipare alla Marathon des Sables, la sabbia sarebbe
una superficie da evitare come la peste, perch correrci richiede uno sforzo enorme e carica
molto le caviglie. Se vuoi proprio goderti la risacca, meglio la battigia: la sabbia dura, se non
troppo inclinata, una buona superficie sulla quale allenarsi. Dovrai per cominciare piano: la
spinta molto diversa da quella cui siamo abituati su altre superfici.
Sconfiggi la pigrizia
Ci siamo quasi. Voglio affrontare questo argomento adesso perch bene che tu sappia prima di
partire che ti succeder mille e mille volte di non avere voglia di uscire, di pensare che fa troppo
freddo, troppo caldo, che sei troppo stanco, che non hai tempo, che stai rinunciando ad altro
Per sconfiggere la pigrizia ci sono alcuni trucchi che facendo latleta di mestiere ben conosco.
Memorizzali, e al momento opportuno mettili in pratica:
trovati un compagno di corsa, che sia un amico, un collega, tuo fratello, tuo figlio Aver preso
un impegno con unaltra persona ti far sentire in obbligo di non mancare. Mia madre, per
esempio, non ha mai fatto sport, troppo in sovrappeso per correre, ma ha cominciato a
camminare con una sua amica, che passa a prenderla a casa. Regolarmente, se lamica per
qualche motivo non pu uscire, anche lei rinuncia alla sua camminata;
puoi scegliere di far parte di un gruppo. Ci sono mattine in cui trovo la forza di scendere dal
letto e di buttarmi in vasca soltanto pensando che con me ci sono altri quindici ragazzi. Se fossi
da solo farei il triplo della fatica, sarei pi svogliato e il mio allenamento non sarebbe
entusiasmante com se ci sono loro. Lo stesso vale per gli atleti che alleno. Per esempio, so
che i circuiti intorno al lago di Mergozzo (20 di nuoto in acque libere, 50 km in bici, 6 km di
corsa e, per finire, picnic sulla spiaggia) mettono in difficolt un po tutti: nella frazione di nuoto
met delle persone fatica a individuare la traiettoria giusta, laltra met presa dal panico,
intimorita da presunti mostri sinistri nascosti nel lago, ma la forza del gruppo obbliga a tacere e
a buttarsi. Iscriversi a una squadra un ottimo modo per garantirsi di uscire di casa e allenarsi:
il gruppo offre motivazione ed energia positiva, e ha una forza enorme. Tutti, prima o poi, da
soli crollano: non c nessuno (a parte forse lunico Rocky sopravvissuto) che da solo resista a
lungo. Siamo esseri sociali, il gruppo ti aiuta a raggiungere obiettivi che non ti saresti nemmeno
immaginato. Non preoccuparti del passo a cui vanno i tuoi compagni: sar molto difficile anche
in futuro trovare qualcuno che corre come te, per (e sar) pi facile incontrare qualcuno che
condivide la tua passione o che con te disposto a condividere il terreno di allenamento. Basta
incontrarsi allinizio e alla fine: socializzerai e lallenamento sar pi leggero;
quando faccio un allenamento di bici particolarmente duro e devo andare a correre subito dopo,
so che se vado a casa a cambiarmi la pigrizia prende il sopravvento e addio corsa. Perci
lascio tutto labbigliamento da corsa in cantina, cos posso appoggiare la bici, cambiarmi e
ripartire senza che mi pesi troppo. Morale: lascia anche tu in macchina una sacca con tutto ci
di cui hai bisogno per correre, oppure portati in ufficio un cambio. Non solo potrai sfruttare al
massimo tutte le occasioni che ti si presenteranno, ma eviterai di venire attratto inesorabilmente
dal divano o dal frigo: un bel vantaggio, non ti pare?
se non hai tempo, voglia o energia a sufficienza per svolgere tutto il lavoro programmato, non
rinunciare, ma datti il permesso di rallentare: parti piano con lidea di fare una passeggiata di
una ventina di minuti, se a quel punto ti sentirai in grado di continuare, continua pure; se
altrimenti vorrai fermarti, pazienza, almeno non sarai rimasto a casa, in compagnia del
rimpianto di non averci nemmeno provato;
esci e comprati un diario o un quaderno sul quale annotare i tuoi allenamenti, con commenti e
note sulle tue sensazioni. Ti aiuter a misurare i progressi e i benefici che stai traendo dal
correre regolarmente, e certamente non ti piacer lasciare una casella vuota perch hai deciso di
rimanere a casa
Un anno di allenamenti
Per gli atleti pi esperti, programmare lallenamento significa pianificare almeno un intero anno
costellato da competizioni, periodi di carico e di scarico, preparazioni specifiche e periodi di
transizione.
Dato che nessun atleta in grado di mantenere uno stato di forma ottimale tutto lanno, bisogna
prevedere diverse fasi di allenamento per arrivare alla data X nel proprio picco di performance,
cio nelle massime condizioni fisiche e psichiche, e correre la gara della vita.
Innanzitutto, pianifica con cura. Io do la massima importanza alla programmazione dellanno
sportivo e della stagione agonistica, sia che si tratti di me e della mia carriera, sia che si tratti degli
amatori che alleno. La fine di una stagione o linizio della preparazione invernale sono i momenti
migliori per riflettere sullanno successivo. Definire le gare cui vuoi partecipare e quali sono le tue
priorit sono aspetti fondamentali per arrivare a concentrare le energie nelle fasi vitali della
stagione, selezionando con cura le competizioni intermedie.
Semplificando, io divido la mia stagione in diversi periodi, che terminano dopo una gara
importante: di solito il primo finalizzato alla partecipazione a un Ironman in Europa o negli Stati
Uniti, il secondo va da gennaio a luglio e comporta altre gare top level, il terzo punta ai Campionati
mondiali alle Hawaii che si tengono in ottobre.
Nellarco dellanno, gli allenamenti seguono un andamento che posso schematizzare nel modo
seguente:
periodo di transizione e di pausa. Finita la stagione, dedico da due a cinque settimane a
ripristinare tutti i sistemi del mio organismo. Posso praticare altri sport per diletto, ma
lobiettivo quello di spegnere il motore per riprendermi da una stagione lunga e faticosa.
Per lo stesso motivo, dopo un Ironman mi alleno blandamente per due o tre settimane. Tanti
amatori hanno paura di stare fermi per un po, ma necessario e fondamentale;
periodo di ripresa. il momento durante il quale si riaccendono i motori, e ci si prepara per
ricominciare ad allenarsi a pieno ritmo. Durante il periodo di ripresa lavoro in modo
progressivo e graduale, praticando anche altri sport (cross training);
preparazione generale. Si tratta degli allenamenti fondamentali per la stagione agonistica.
Lavoro sui miei punti deboli, sulla tecnica, sul potenziamento, enfatizzando le zone di ritmo pi
basse e alternandole con sedute di allenamento pi veloci;
preparazione specifica. Si lavora a ritmo elevato, concentrati e focalizzati sul proprio
obiettivo, simulando le fasi di gara, per ottenere una determinata prestazione. Si tratta di
allenamenti molto specifici, nei quali la qualit prevale sulla quantit (anche se, nel caso delle
gare di endurance, il volume di allenamento sar ovviamente alto). Volendo, si possono inserire
alcune gare di preparazione;
periodo agonistico. Finalmente ci siamo: la gara, lIronman, la maratona o la serie di
competizioni cui abbiamo deciso di partecipare dietro langolo. Il volume di lavoro si riduce,
si d maggiore importanza al recupero e, in avvicinamento, si svolgono allenamenti di richiamo.
La preparazione mentale di fondamentale importanza in questo periodo.
II
CORRERE
Riscaldamento e via!
Se credi in te stesso, e hai impegno e orgoglio e non smetti mai, sarai un vincitore. Il prezzo della vittoria alto, ma
altrettanto sono le sue ricompense.
PAUL BEAR BRYANT
Ora che sei perfettamente vestito, con le scarpe indosso, il percorso tracciato, sei pronto per lanciarti
nel tuo primo allenamento. Che comincer con una piccola seduta di riscaldamento dinamico per
preparare i muscoli allo sforzo e sciogliere le articolazioni.
Riscaldamento pre-corsa
Che cosa si fa per riscaldarsi? Solitamente si fa uno stretching dinamico.
Siamo abituati a pensare allo stretching come a qualcosa che serve per allungare i muscoli.
vero, ma solo in parte. Lo stretching statico allunga le fibre muscolari, mentre lo stretching dinamico
le attiva e le prepara per lallenamento.
Sul tema sono preparatissimo, da quando, durante gli anni delluniversit, ho incontrato una
ragazza che teneva per lappunto lezioni di stretching. Erano sessioni di unora, con la musica, che si
svolgevano la sera tardi, una specie di yoga sportivo. Questa ragazza mi piaceva da matti e per
cercare di conquistarla mi sono iscritto nella palestra dove insegnava: lei non mi ha mai guardato se
non come allievo, in compenso io ho scoperto che, dopo ogni sessione di stretching, dormivo cento
volte meglio. Tuttora, se fatico ad addormentarmi o mi sveglio frequentemente durante la notte, mi
basta fare dieci minuti di stretching per rilassarmi e dormire come un bambino.
Bando alle ciance, e approfondiamo un po il tema.
Lo scopo del riscaldamento pre-corsa quello di riscaldare la muscolatura e le articolazioni. Se i
muscoli sono freddi e li sottoponi a uno sforzo, rischi un infortunio. Questo vale a maggior ragione
per le articolazioni, che sono contenute in una capsula piena di liquido sinoviale, una sorta di
lubrificante che ne facilita lo scorrimento. Le articolazioni fredde risultano rigide perch il liquido
vischioso; se le riscaldiamo il liquido si ammorbidisce, consentendo movimenti molto pi fluidi.
Per raggiungere questi scopi, ideale lo stretching dinamico, che incrementa la mobilit
muscolare e la flessibilit articolare estendendo gradualmente la parte interessata, portandola
progressivamente ai limiti dellallungamento stesso. Le articolazioni si scaldano, i muscoli si
allungano e si contraggono velocemente, preparandosi allo sforzo che lallenamento richieder.
Prima dellallenamento, per riscaldarmi, dedico pochi minuti a una corsetta leggera, che mi aiuta a
capire dove pi utile che mi concentri con lo stretching, quindi passo a una serie di esercizi di
stretching dinamico. In particolare:
squat (10 ripetizioni). Divarica leggermente le gambe e ruota le punte dei piedi verso lesterno.
Tenendo la schiena dritta, piega le ginocchia: dovrai scendere e risalire, evitando che il
ginocchio superi la punta del piede;
oscillazioni frontali e laterali (10 ripetizioni per gamba). Reggendoti a un sostegno, rimani in
bilico su una gamba e fai oscillare laltra avanti e indietro, cercando di mantenere fermi i
fianchi. Ripeti con laltra gamba, quindi passa alle oscillazioni laterali: fai oscillare ogni gamba
prima verso lesterno e poi verso linterno, facendola passare davanti a quella in appoggio;
affondi frontali (5 ripetizioni per gamba). Avanza piegando la gamba davanti a 90 e lasciando
che quella dietro si tenda un po di pi; tieni il busto eretto e cerca di evitare che il ginocchio
che si trova davanti a te superi la punta del piede in appoggio. Ripeti lo stesso esercizio con
laltra gamba;
mobilit articolare della caviglia (10 rotazioni per ogni piede). Con le mani sui fianchi, punta
uno dei due piedi a terra e fai ruotare la caviglia. Quando hai terminato, passa allaltro piede;
mobilit articolare del bacino (10 rotazioni). Con le mani sui fianchi e le gambe leggermente
divaricate, fai ruotare il bacino come se stessi giocando con lhula-hoop.
Tutti questi esercizi dovrebbero richiederti al massimo una decina di minuti, non di pi. A questo
punto, con i muscoli e le articolazioni caldi e attivi, sei pronto per partire.
Come si corre?
La corsa come la calligrafia: ognuno ha il suo stile. Alcuni sono terribili, altri davvero efficaci,
altri ancora a prima vista sembrano terribili ma sono molto efficaci; il denominatore comune di ogni
stile di corsa che si pu sempre migliorare, non solo in termini di prestazioni, ma in termini di
tecnica, postura ed economia.
Se ti stai chiedendo: Ma cosa centra leconomia con la corsa?, sappi che non sono impazzito.
Che tra i nostri obiettivi rientri o meno la velocit, quando si corre bisogna convogliare le energie l
dove sono pi utili, per esempio per avere resistenza e continuare a lungo. Sbandierare le braccia
come un burattino o saltellare invece di correre sono i primi esempi che mi vengono in mente di
evidenti sprechi. Questo discorso vale soprattutto per chi corre per professione o intende partecipare
a una gara. Noi top runner dedichiamo parecchio tempo a lavorare sui dettagli di stile: magari
guadagniamo lo 0,01%, ma un modo per fare meglio il nostro mestiere e provare una volta di pi a
vincere.
Riassumendo: se sei un principiante, non perdere tempo facendoti troppe domande sullappoggio
del piede o la postura delle braccia. Parti e vai, con lo stile di corsa che Madre Natura ti ha dato. Se
sei un principiante ligio, interessato o curioso, oppure un amatore desideroso di guadagnare qualche
secondo, sappi invece che nelle prossime pagine troverai consigli e suggerimenti che ti aiuteranno a
migliorare lefficienza della tua corsa e a renderla pi piacevole.
LA POSTURA
Quando ho cominciato a correre, in Argentina, lo facevo pi che altro per lenire la mancanza del
nuoto. Mi piaceva: correvo per correre. Solo nel 2003, quando mi stavo allenando negli Stati Uniti
per preparare le Olimpiadi di Atene, ho appreso una tecnica di corsa efficacissima, che mi ha
permesso di fare un vero e proprio salto di qualit. Lha ideata un tecnico russo, Nicolas Romanov,
studiando gli stili dei corridori pi forti al mondo. Il suo Pose Method 2 non fa altro che
sottolineare come una determinata postura e un determinato appoggio del piede aiutino latleta ad
aumentare la velocit, spendendo una minore quantit di energia.
Romanov sostiene che quando si corre si deve tenere il busto eretto, con testa, tronco e bacino
allineati ma il baricentro sempre un po sbilanciato in avanti, sfruttando cos la forza di gravit come
forza propulsiva per procedere. La sensazione quella di un lieve squilibrio, che porta ad avanzare
con le gambe per non cadere.
Il piede pogger sotto il bacino, ma contrariamente a quanto facevano le precedenti generazioni di
corridori, sullavampiede, non sul tallone. A lungo stato in voga uno stile di corsa che prevedeva di
atterrare sul tallone, con la gamba tesa in avanti, e di far rullare tutto il piede prima di spiccare un
nuovo passo. Cos, per, si liberano energie contrarie al moto del corridore.
Il Pose Method sfrutta al massimo la risposta elastica del piede. Per spiegare di che cosa si
tratta necessario prima comprendere come avviene il gesto della corsa, che presenta una fase di
volo senza appoggi e una in cui uno dei due piedi tocca il suolo. Questo momento traumatico:
limpatto si riverbera infatti sulle strutture ossee, che vengono come schiacciate e immagazzinano
una quantit di energia che il piede, tramite i muscoli, restituisce nel passo successivo, dando una
risposta elastica. Se vogliamo fare un parallelo, possiamo dire che rimbalziamo a ogni passo come
un pallone: il pallone rimbalza infatti grazie allenergia che ha accumulato cadendo.
Se corressimo come accadeva decine di anni fa, ridurremmo al minimo la risposta elastica dei
nostri piedi; correndo sugli avampiedi e sfruttando proprio la risposta elastica siamo invece molto
pi leggeri e veloci.
Le braccia devono accompagnare il movimento delle gambe con un moto fluido e ritmico, senza
consumare energia ma aiutando il corridore a bilanciare la sua corsa e a mantenere lequilibrio.
Devono rimanere vicine al corpo ed essere piegate a 90. Una regola pratica molto diffusa vuole che
la postura delle braccia sia corretta quando i pollici toccano in basso la cresta iliaca e in alto il
pettorale.
Le gambe devono tendere anchesse in avanti: i corridori di endurance, come me, devono
resistere a lungo allo sforzo e per questo non sollevano mai le ginocchia in alto, sarebbe uno spreco
di energia.
Un altro consiglio utile quello di cercare di essere i pi leggeri possibile, toccando il suolo con
i piedi il tempo minimo necessario per ripartire, senza aspettare di aver appoggiato bene a terra tutto
il peso: anche questo sarebbe uno spreco di tempo oltre che di energie. Quando corro per diletto, mi
guardo in giro e spesso mi capita di incontrare persone che, pi che correre, saltellano: faticoso,
oltre che pericoloso per le ginocchia e le altre articolazioni. Alla fine il corpo come una macchina:
andare in quinta a 30 chilometri allora non solo antieconomico, ma come minimo c il rischio di
rompere il motore.
Ricordati poi che non serve una falcata lunga; anzi, si consuma meno correndo a passi pi corti e
con una maggiore frequenza. Il che ci conduce direttamente al prossimo argomento.
LA FREQUENZA DI FALCATA
La frequenza di falcata dipende da mille fattori: innanzitutto dalla struttura fisica e dal livello di
qualificazione, ma anche dallo stile di corsa. I velocisti possono correre con una frequenza di quattro
passi al secondo, ma ci sarebbe impensabile per un maratoneta e del tutto insensato per chi vuole
semplicemente allenarsi per stare meglio.
Se sei un principiante, la frequenza giusta per te tra i 70 e i 95 passi al minuto. Se decidi di
allenarti con la musica nelle orecchie, scegli con cura la tua playlist: sarai portato a seguire il ritmo
della musica, quindi evita di abbinare al tuo riscaldamento canzoni da discoteca con 180 battiti per
minuto
I top runner naturalmente corrono a una frequenza molto pi alta di quella dei principianti: per
esempio Ryan Hall ha stabilito il record americano di mezza maratona correndo con una frequenza di
91 passi al minuto e i migliori mezzofondisti corrono con una frequenza tra 89 e 92.
Senza chiedere a te stesso di arrivare subito a questi livelli, se intendi migliorarti per
importante aumentare la reattivit del piede: meno tempo intercorre tra lappoggio del piede e la fase
di spinta, pi elevata sar la tua frequenza di falcata. Se vuoi lavorare su questo aspetto, ti conviene
fare qualche esercizio specifico per i piedi, come correre in salita con pendenze diverse, sugli
scalini o potenziare i tuoi polpacci.
In generale, se sei un principiante che vuole avvicinarsi alla corsa o partecipare a una gara per
passione, senza lansia del piazzamento, ti consiglio di lasciar perdere queste tecniche per aumentare
la reattivit dei piedi (nel tuo caso, sarebbero niente di pi che un sovraccarico per polpacci e
tendini): corri piatto, senza saltare, senza alzare le ginocchia e appoggiando bene tutto il piede,
concentrandoti piuttosto sulla frequenza.
A QUANTO VA?
I triatleti non corrono a secco, ma dopo aver percorso una certa distanza in bicicletta: normale che la loro
velocit sia un po inferiore a quella dei maratoneti, anche se in realt non di molto.
I maratoneti pi forti corrono allincirca a una velocit di 20 chilometri allora, con un tempo complessivo che
supera di pochissimo le due ore; i triatleti si avvicinano abbastanza a questa velocit, correndo tra i 12 e i 17
chilometri allora, con un tempo complessivo che supera quello dei maratoneti di poche decine di minuti.
LA RESPIRAZIONE
Lunico momento della giornata in cui mi concentro sulla respirazione al mattino, quando nuoto. Il
perch presto detto: nel 2008 ho partecipato a una gara a Mooloolaba, in Australia. Siamo partiti
dalla spiaggia in ottanta, con lo scopo dichiarato di arrivare tutti per primi alla boa, che si trova a
circa trecento metri dalla riva. Il mare era molto mosso, quindi il nuoto si trasformato fatalmente in
uno sport di contatto. Io sono stato contattato dal piede del russo davanti a me: stavo sfruttando la
sua scia, ma non si rivelata una buona idea. In generale la scia una cosa ottima: se ti capitato di
guardare una gara di Formula 1 o del Motomondiale, sai come funziona. Oppure prova a buttarti in
piscina e comincia a camminare allindietro, con una tavoletta galleggiante di fronte a te: la tavoletta
ti seguir, proprio per effetto della scia.
Insomma, per farla breve, il russo di cui stavo sfruttando la scia mi ha rotto il naso con una pedata.
Mi si sono riempiti gli occhialini di lacrime, ma nonostante ci sono uscito bene dallacqua e mi
sono toccato il viso: sangue non ce nera, cos sono montato in bici. Ho fatto una gara fantastica: alla
fine della prova in bicicletta ero primo, e lo sono rimasto per vari chilometri anche durante la corsa.
Poi, purtroppo, la botta si fatta sentire e ho chiuso trentesimo. Al traguardo il mio fisioterapista mi
ha raddrizzato il naso. Avrei dovuto operarmi, ma la settimana successiva avevo una gara a New
Plymouth e per non perderla ho rinunciato. Per questo motivo oggi ho il naso storto e un po tappato,
e in gara devo usare uno strip nasale per respirare bene.
Quando si corre, sarebbe importante ricordarsi di respirare: deve essere un pensiero fisso. Pu
sembrare una banalit, ma non cos semplice. La respirazione migliore quella profonda che si usa
in meditazione: lenta, regolare e addominale, aiuta a rilassarsi. Se ci si pensa, aiuta ancora di pi.
Una certa lentezza fondamentale, perch laria, una volta giunta nei polmoni, ha bisogno di un
minimo di tempo per essere assorbita dagli alveoli e ossigenare il sangue.
Lideale sarebbe inspirare dal naso, gonfiando bene anche la pancia (e riempiendo cos sia la
parte superiore sia quella inferiore dei polmoni), ed espirare con la bocca. Ovviamente non ci si pu
aspettare di riuscirci il 100% delle volte, ma tentare gi un buon inizio.
IL METODO DEL DOTTOR ARCELLI
La respirazione ci offre un appiglio per parlare di un metodo rudimentale ma efficace per capire se
stai spingendo troppo in allenamento. Tabelle a parte, la cosa migliore sempre ascoltare il proprio
corpo. In questo caso, ascoltare la respirazione.
noto che con lo sforzo aumenta la necessit di ventilazione. Essendo lossigeno il comburente
principale, se cresce limpegno muscolare cresce anche la sua richiesta. Laria della quale abbiamo
bisogno, infatti, dipende anche dalla quantit di anidride carbonica nel sangue: pi ce n, pi i nostri
polmoni si affanneranno per sostituirla con lossigeno. Il metodo del dottor Enrico Arcelli, medico e
ideatore della preparazione atletica, oltre che scrittore di libri di corsa e nutrizione di enorme
successo, uno strumento semplice che mette in relazione la capacit di parlare con lintensit dello
sforzo che si sta compiendo. Arcelli identifica tre differenti intensit dello sforzo, in funzione del
grado di affanno della respirazione:
1.
2.
3.
Le fasce adatte ai principianti sono la prima per il walking e la seconda per il running. Questa
riflessione ci porta ad affrontare un discorso che, se sei un runner appassionato, conoscerai a
menadito: la soglia.
ALLENARE LA SOGLIA
Durante la corsa i muscoli bruciano i nutrienti a disposizione (principalmente grassi e zuccheri) per
produrre energia; questa reazione crea tossine, in particolare acido lattico, che inquinano il sangue e i
muscoli. Si tratta di scorie che vanno smaltite, per evitare che il sistema si blocchi (e quindi che le
gambe ti facciano male e si induriscano, per esempio).
Ora, essendo il corpo umano una macchina perfetta, previsto un processo di smaltimento di
queste scorie, che per permette di liberarsi solo di una certa quantit di tossine per volta. Quella
la tua soglia: il livello di massimo sforzo fisico che il tuo corpo pu sostenere senza accumulare
acido lattico.
La soglia devo forse dirvelo? si pu allenare. possibile, con esercizi mirati, aumentarla,
arrivando a sostenere sforzi maggiori senza per questo accumulare acido lattico.
Facciamo un esempio. Prendiamo un principiante che comincia a correre: avanza a una bassa
velocit, lacido lattico poco e il corpo smaltisce senza problemi tutte le tossine. Mano a mano che
aumentano velocit e impegno, il nostro principiante, sempre pi allenato, arriver a correre a 15
chilometri allora: in media, quella la soglia. A partire da allora, se la velocit salisse anche di
pochissimo, lacido lattico crescerebbe esponenzialmente, oltre le 4 millimoli per litro di sangue
smaltibili che sono state accumulate fino a quel momento.
Lavorare sulla propria soglia significa arrivare a correre a 15 chilometri allora, accumulando 4
millimoli di acido lattico, quindi rallentare e smaltirlo, accumularlo ancora e smaltirlo pi volte,
stimolando il sistema e migliorando cos il proprio tetto di smaltimento, che la cosa pi importante
per chi ha ambizioni agonistiche. Bisogna arrivare ad allargare la curva, portando pi avanti
sullasse dellintensit dellesercizio il punto in cui lacido lattico cresce in maniera esponenziale.
Per chi si allena puntando al proprio benessere o al dimagrimento, invece, presumo che la cosa
pi importante sia poter mangiare un delizioso porceddu con patate arrosto o un piatto di lasagne in
pi la domenica, senza risentirne troppo: in questo caso suggerisco intanto di cominciare a correre!
Allenare la soglia, daltra parte, aiuta a bruciare bene i grassi oltre che gli zuccheri, e quindi
sicuramente un esercizio indicato.
Naturalmente, la soglia pu anche peggiorare: il caso di chi non per niente allenato. Non
casuale il fatto che queste persone si appiglino spesso al concetto, molto poco tecnico, di fiato, che
a sentir loro non avrebbero. Semplicemente, sono cos poco allenati che la loro soglia molto bassa:
appena cominciano a correre si forma acido lattico e, di conseguenza, avvertono dolorini e bruciore
ai muscoli, andando in crisi quasi subito.
Io me ne accorgo quando, una volta lanno, a fine stagione, sono costretto a stare fermo qualche
settimana per recuperare. Non appena riprendo ad allenarmi fatico un po: la curva della mia soglia
si ristretta, vado in deficit aerobico molto prima rispetto al solito, mi manca laria e mi fanno male
le braccia. una questione di allenamento. vero che ciascuno di noi pi o meno portato per una
disciplina o per laltra io, evidentemente, sono pi portato per la resistenza, meno per la velocit
ma anche vero che, allenandosi, si possono ottenere enormi risultati.
In questi casi, per esempio se una persona passa tante ore al giorno seduta, ferma, a svolgere
unattivit intellettuale, importante riscaldarsi bene prima di fare qualsiasi sport, e magari attivare
il corpo ogni tanto durante la giornata. Passando brutalmente dalla scrivania allattivit fisica, non
solo probabile, ma del tutto normale che ci si senta mancare il fiato quasi subito
Lo sport insegna che per la vittoria non basta il talento, ci vogliono il lavoro e il sacrificio quotidiano. Nello sport come
nella vita.
PIETRO M ENNEA
La corsa non tutto, ogni runner lo sa. Per correre al meglio, infatti, opportuno dedicare un po di
tempo ogni settimana sia al potenziamento sia, alla fine di ogni sessione di allenamento, allo
stretching statico. Nelle prossime pagine vedremo come fare luno e laltro e i numerosi motivi per i
quali entrambi sono cos utili.
Il potenziamento
Se, come abbiamo detto, il corpo una macchina, non possiamo lavorare solo sul motore trascurando
la carrozzeria. Un fisico rafforzato corre meglio, pi veloce e ha maggiore resistenza; inoltre,
meno soggetto a infortuni di qualsiasi genere. Sono ancora troppe le persone che soffrono di
problemi alla schiena o risentono di una scarsa elasticit muscolare, proprio perch si concentrano
solo sul correre, senza dedicare nemmeno un minuto agli esercizi di potenziamento o alla
prevenzione degli infortuni (vedi Prevenire meglio che curare).
quindi non solo utile ma necessario allenare il corpo con una serie di esercizi mirati, da
svolgere in sessioni di potenziamento che si possono tenere in palestra cos come a casa.
Visto che si corre con tutto il corpo, non dovrai trascurare nessuna parte di esso: tra gli esercizi
che seguono, infatti, ne troverai molti dedicati alle braccia, per favorire lo sviluppo armonico del
corpo ed evitare che ti ritrovi con gambe perfettamente toniche e braccia deboli e cascanti.
Un altro beneficio del potenziamento riguarda la simmetria: abbiamo detto che la corsa deve
essere simmetrica, ma il medesimo principio vale per il tuo fisico, che non solo sar esteticamente
pi gradevole, ma subir meno infortuni di uno asimmetrico.
Il lavoro che preferisco, e quello che solitamente propongo ai miei atleti, a corpo libero. Vale a
dire che non si utilizzano pesi o bilancieri, ma ausili di altro genere, come cavi o elastici, che aiutano
a potenziare la muscolatura senza renderla ipertrofica.
Visto che il nostro obiettivo rimane correre per stare meglio o per gareggiare, gli esercizi
dovranno essere funzionali a questo, e dunque dovranno tonificare il corpo nel suo complesso,
aumentando in generale la forza fisica. I pesi consentono di restringere il campo di lavoro,
concentrandosi su uno specifico muscolo che viene accorciato e allungato pi volte: grazie al carico,
la sua forza aumenta e la sua massa cresce (ipertrofia).
Per correre, per, non ti servir un grosso quadricipite in grado di sopportare sforzi enormi:
latleta che corre compie s uno sforzo, ma non isometrico n statico n costante. La corsa richiede
piuttosto la capacit di far muovere insieme tanti muscoli in maniera fluida, passando con scatti
veloci da una situazione di equilibrio a unaltra di maggiore stabilit.
Gli esercizi a corpo libero sono ideali perch:
lavorando sullequilibrio, stimolano la muscolatura nella sua interezza;
migliorano la propriocettivit, ossia la capacit di controllo e comando delle articolazioni;
coinvolgendo pi muscoli insieme, necessitano di coordinazione, che sempre unottima abilit
da incrementare;
favoriscono lo sviluppo di tutta la muscolatura in maniera armonica.
Ogni settimana, dedico alcune sessioni di allenamento alla palestra: il triathlon il mio mestiere, ci
mancherebbe che non fosse cos. Ma nel tuo caso la frequenza e la quantit di tempo da dedicare al
potenziamento in palestra dipendono da che tipo di runner sei e dalla tua disponibilit. Al giorno
doggi andiamo tutti di fretta, quindi il mio suggerimento quello di non trascurare questa parte,
senza per farti prendere dal panico se hai a disposizione solo tre ore a settimana e ti senti male
allidea di dedicarne una alla palestra.
Le soluzioni creative possono essere numerose: fai potenziamento in casa la domenica mattina
quando tutti dormono; fai stretching la sera, davanti alla televisione; ogni tanto durante la settimana
svegliati prima e regalati mezzora di esercizi per cominciare bene la giornata; una volta la settimana
invece di pranzare nel bar sotto lufficio con i colleghi, infilati pantaloncini e maglietta e allenati
Nelle tabelle che proporr nei prossimi capitoli ti fornir unipotesi di lavoro, ma alla fine sarai
tu a dover valutare quando e quanto allenarti, sulla base delle tue disponibilit e del tuo obiettivo,
tenendo presente che anche per gli esercizi di potenziamento sono necessari i giorni di recupero.
CHE COSA TI SERVE
Se frequenti una palestra avrai probabilmente a tua disposizione anche un istruttore che potr
mostrarti come eseguire gli esercizi nella maniera corretta, e non dovrai acquistare nulla per fare
potenziamento: senza dubbio la soluzione ideale.
Se non sei iscritto in palestra, per, non disperare: per lavorare a corpo libero le dotazioni
necessarie sono minime e tutte recuperabili in maniera creativa.
Ti serviranno in particolare:
un materassino. Nelle grandi catene di negozi dedicati allo sport li vendono per pochi euro;
un elastico. Se non hai voglia di sacrificare un paio di mutande, quelli sportivi al miglior
prezzo si trovano nelle grandi catene specializzate;
volendo esagerare, una fit-ball. Le palle da allenamento ormai si vendono anche al
supermercato e sono uno strumento utile: sfruttando il concetto di equilibrio, permettono di far
lavorare contemporaneamente tanti muscoli.
Visto che non potr essere con te quando eseguirai gli esercizi, ho cercato di descriverli nella
maniera pi chiara possibile; se senti dolore o hai limpressione di sbagliare qualcosa, fermati e
chiedi a un compagno di squadra o a un amico corridore, oppure fai una lezione singola in palestra:
parlando con qualcuno di pi esperto risolverai tutti i tuoi dubbi e potrai procedere con maggiore
tranquillit.
A CORPO LIBERO
Una premessa necessaria: gli esercizi di potenziamento sono tantissimi e alcuni, come vedremo pi
avanti, sono specifici per allenare il core (la parte centrale del corpo) o migliorare lequilibrio. Io
per primo non li faccio tutti ogni volta che mi alleno, altrimenti passerei la vita in palestra e addio
nuoto, bici e corsa. Se non ci riesco io che sono un atleta professionista, immagino che non sia
possibile nemmeno per un principiante o un amatore. Come comportarsi quindi?
Ti consiglio di scegliere volta per volta quali esercizi svolgere e di ruotarli nelle varie sessioni di
potenziamento, senza prediligere nessun muscolo in particolare: larmonia garantita.
POTENZIA LE GAMBE
Per potenziare le gambe, gli esercizi sono moltissimi. Di seguito trovi quelli che suggerisco agli
atleti che alleno (le illustrazioni di ogni esercizio sono nellinserto fotografico):
squat (inizia con 8 ripetizioni per arrivare a 15). Divarica leggermente le gambe, con i piedi
paralleli. Tenendo la schiena dritta, piega le ginocchia: dovrai scendere e risalire, evitando che
il ginocchio superi la punta del piede. Volendo, puoi eseguire questo esercizio con lausilio
della fit-ball: appoggiala al muro allaltezza dei lombari, e tenendo le gambe un po distanziate
di fronte a te, sali e scendi avendo cura di evitare che il ginocchio superi la punta del piede;
polpacci (inizia con 15 ripetizioni per arrivare a 20). Sali con le punte dei piedi su un gradino
e scendi con i talloni. Questo esercizio, perfetto per potenziare il polpaccio, ha numerose
varianti: con le punte dei piedi rivolte verso linterno e i talloni distanti, con i piedi paralleli,
con le punte rivolte verso lesterno; il tutto su un piede solo o su due. Se non riesci a mantenere
lequilibrio, appoggiati a un sostegno;
affondi frontali (inizia con 5 ripetizioni per gamba per arrivare a 12). Avanza piegando la
gamba davanti a 90 e lasciando che quella dietro si tenda un po di pi; tieni il busto eretto e
cerca di evitare che il ginocchio che si trova davanti a te superi la punta del piede in appoggio.
Volendo, puoi eseguire questo esercizio anche con la fit-ball, poggiandovi la gamba di dietro;
femorali (inizia con 5 ripetizioni per gamba per arrivare a 10). Poggia un piede sulla fit-ball
(o su una sedia), solleva il sedere in modo da portarlo in linea con la schiena e ritorna. Quando
sarai pi esperto, fai lesercizio allungando la gamba che non in appoggio davanti a te.
Rotazione interna (20 ripetizioni per ogni braccio). Aggancia un capo dellelastico a un
mobile solido o a un termosifone di fronte a te e impugna laltro capo. In piedi sul materassino,
con la schiena dritta e il braccio a 90, ruota il braccio verso linterno, arrivando con la mano a
toccare laltro braccio. Ritorna quindi nella posizione iniziale.
Rotazione esterna (20 ripetizioni per ogni braccio). Aggancia un capo dellelastico a un
mobile solido o a un termosifone accanto a te e impugna laltro capo. In piedi sul materassino,
con la schiena dritta e il braccio a 90, ruota il braccio verso lesterno e ritorna nella posizione
iniziale.
Spalle (20 ripetizioni per ogni braccio). Con le gambe leggermente divaricate, impugna
saldamente un capo dellelastico e tieni fermo laltro con i piedi. Apri e chiudi il braccio teso.
Dorsali (inizia con 5 ripetizioni per arrivare a 12). Fai passare lelastico dietro un solido
sostegno posto piuttosto in alto, impugna i due capi con le mani e tirali verso di te: le braccia
dovranno piegarsi a 90 e rimanere allaltezza delle spalle.
Tricipiti (inizia con 10 ripetizioni per arrivare a 15). Poggia i palmi delle mani su una sedia o
una panca cui darai la schiena. Le gambe saranno leggermente divaricate, di fronte a te.
Rimanendo il pi vicino possibile al tuo sostegno, sali e scendi lavorando con i tricipiti.
Quando sarai pi esperto, potrai svolgere lesercizio con due panche (o due sedie), sulla
seconda delle quali poggerai i piedi.
Flessioni (inizia con 10 ripetizioni per arrivare a 15). Sdraiati sul materassino a pancia in gi
e posiziona le mani accanto alle spalle. Sollevati usando i muscoli delle braccia e i pettorali. I
piedi dovranno rimanere uniti, la schiena restare dritta. Puoi eseguire questo esercizio lasciando
le ginocchia appoggiate a terra, con le gambe dritte, o anche poggiando i piedi sulla fit-ball, a
seconda del tuo livello di esperienza.
Bicipiti (inizia con 10 ripetizioni per ogni braccio per arrivare a 15). In piedi sul materassino,
impugna saldamente un capo dellelastico e tieni fermo laltro con i piedi: con il gomito
incollato al busto, solleva lavambraccio verso le spalle e ritorna.
LA CORE STABILITY
Dopo tante ore di gara, quando si comincia a essere affaticati, la prima cosa che si perde il tono
muscolare del core, cio della parte centrale del corpo: invece di correre dritti e tonici, ci si
ingobbisce lievemente, si abbassa il bacino e si perdono subito almeno quindici secondi a
chilometro, non perch le gambe non vadano, ma perch la postura sbagliata.
Basta questo a spiegare limportanza del core: quando forte, aiuta a mantenere lequilibrio e una
postura corretta. Come lo si rinforza? Che domande con gli addominali!
Esercitare gli addominali compresi lombari e obliqui, non bisogna barare aiuta a prevenire
tutti i tipici mali da ufficio, come i dolori alla schiena o al collo, e a correre meglio, mantenendo una
posizione pi eretta.
Oggi si parla spesso di abbigliamento a compressione, cio di magliette, pantaloncini e calzettoni
che comprimono il corpo in punti strategici, favorendo la circolazione e aiutando a tenere la
schiena dritta. vero, funziona. Luomo della Patagonia che in me, per, riguardo a ci pensa due
cose: innanzitutto che probabilmente i principianti non notano alcuna differenza, per loro le
caratteristiche importanti nellabbigliamento, se si vogliono dedicare a una ricerca attenta, sono altre
(come la leggerezza, la traspirabilit, limpermeabilit); in secondo luogo, che amatori e
professionisti dovrebbero essere naturalmente compressi dalle loro fasce muscolari! E quindi,
sotto con gli addominali:
crunch (inizia con 20 ripetizioni per arrivare a 30). Con i lombari poggiati sulla fit-ball (o con
la schiena a terra), incrocia le mani sotto la nuca per sostenere la testa e solleva lentamente la
parte superiore della schiena, almeno fino alle scapole, quindi torna nella posizione iniziale;
twisted crunch (inizia con 20 ripetizioni per arrivare a 30). Con i lombari poggiati sulla fitball (o con la schiena a terra), incrocia le mani sotto la nuca per sostenere la testa e solleva
lentamente la parte superiore della schiena, almeno fino alle scapole, ruotando una volta a
destra e una a sinistra, quindi torna nella posizione iniziale;
obliqui (15 ripetizioni per ogni fianco). Su un fianco, tenendo il gomito in linea con la spalla e
laltro braccio sul fianco, sollevati utilizzando il core e mantieni la posizione. Volendo, puoi
lavorare gli obliqui anche con la fit-ball: poggiaci un fianco e contrai laltro, tenendo le mani
dietro la nuca e le gambe tese;
addominali bassi (inizia con 20 ripetizioni per arrivare a 30). Con la schiena poggiata sul
materassino e le braccia lungo i fianchi, porta le gambe in alto verso il soffitto e solleva di
pochi centimetri i glutei;
lombari 1 (10 ripetizioni per lato). Mettiti a quattro zampe sul materassino, quindi solleva
contemporaneamente una gamba e il braccio opposto, entrambi tesi. Tieni la posizione per
cinque secondi, poi ripeti con laltra gamba e il braccio opposto;
lombari 2 (10 ripetizioni). Sdraiati a terra a pancia in gi e poggia le mani sotto il mento,
tenendo i gomiti attaccati al busto. Poggia a terra le punte dei piedi e sollevati, senza inarcare la
schiena. Tieni la posizione per una ventina di secondi, quindi ritorna a terra.
LAVORA SULLA PROPRIOCEZIONE
suo surrogato, con il ginocchio leggermente piegato. vietato stendere la gamba per ritrovare
lequilibrio! Volendo, puoi provare a fare lesercizio anche a occhi chiusi;
equilibrio 2. In piedi su una gamba sola, solleva laltra allindietro o lateralmente, bilanciandoti
con il busto (la schiena dovr essere dritta e gli addominali contratti);
rafforzamento del muscolo peroneo (10 ripetizioni per gamba). Lega lelastico alla gamba di
un tavolo robusto o al calorifero. Passa il piede al suo interno e, stando sdraiato o seduto, fletti
la punta verso di te; terminate queste ripetizioni, piega il piede prima verso destra, poi verso
sinistra.
Dopo lallenamento
Alla fine di ogni sessione di allenamento, che tu abbia corso o fatto potenziamento, la parola
dordine deve essere una sola: stretching.
Non consigliato fermarsi di colpo e tornare alle proprie attivit come se nulla fosse, perch il
corpo ha bisogno di qualche minuto di defaticamento per smaltire lacido lattico e avviare la fase di
recupero. Nella bella stagione, se hai appena finito di allenarti allaperto, una buona idea dedicare
alcuni istanti a una corsetta leggera, come quella di riscaldamento, prima di fare lo stretching che,
questa volta, sar statico. Se lo stretching dinamico riscalda il muscolo e lo aiuta a riprendere tono,
quello statico invece riduce quello stesso tono muscolare, riportando le fibre allo stato originale e
aiutando a prevenire le contratture.
Se non si fosse capito, io adoro fare stretching: mi rilassa, mi aiuta a liberarmi da stress e
tensioni. un momento che dedico al mio benessere, respirando lentamente e profondamente, magari
con una musica piacevole in sottofondo. Sono per consapevole del fatto che lo stretching spesso
noto, invece, per essere una sorta di tortura cinese cui gli allenatori sottoporrebbero sadicamente i
loro allievi.
Quando ho cominciato ad allenare il mio primo gruppo di triatleti, ho consigliato loro di fare
stretching dopo lallenamento: finita lultima ripetuta, per, li vedevo scappare via velocissimi,
dicendo che lavrebbero fatto a casa o sotto la doccia. Dopo alcune settimane due di loro si sono
infortunati: uno ha avuto una contrattura al muscolo piriforme, un altro la sindrome della bandelletta.
Ho cominciato cos ad accorciare il tempo dellallenamento e a dedicare i dieci minuti finali allo
stretching. Inizialmente, stato un disastro: erano completamente bloccati, avevano le articolazioni di
un omino della Playmobil. Dopo qualche seduta sono migliorati, hanno cominciato ad accorgersi dei
benefici dello stretching, prendendo labitudine di farlo anche se non ci sono io a vigilare.
Sfatiamo dunque questo mito: quando parlo di allungamento, intendo una resistenza piacevole.
Certo, se sei del tutto bloccato dovrai avere un po di pazienza, pi che dolorose le prime sedute
potrebbero essere frustranti, ma i risultati sono garantiti.
Per fare un buono stretching devi sapere alcune cose:
le posture vanno accompagnate con una respirazione lenta, addominale e profonda;
prenditi il tempo di lasciarti andare. Quando allunghiamo un muscolo, per un riflesso
involontario che si chiama miotatico e aiuta a salvaguardare lintegrit della nostra
muscolatura nel caso di stiramenti improvvisi, quel muscolo si contrae. La reazione dura alcuni
secondi, poi si spegne, per questo ogni posizione va mantenuta almeno trenta secondi;
la postura deve essere statica e progressiva, senza rimbalzi.
Ecco alcuni esercizi di stretching base, che devi eseguire alla fine dellallenamento, ma che puoi
anche regalarti la sera prima di dormire, come faccio io:
per allungare i polpacci, in piedi, appoggiati con le mani a una parete e porta indietro una
gamba. Sbilancia quindi il peso in avanti, tenendo il tallone appoggiato a terra;
in piedi, appoggia uno dei due talloni sullo schienale di una sedia o di una panchina e flettiti in
avanti provando a toccare il piede, in questo modo allungherai la catena posteriore della
gamba;
solleva il piede verso i glutei e afferralo con le mani, spingi il bacino in avanti e allunga il
quadricipite. Ripeti lo stesso esercizio con laltra gamba;
per allungare la catena posteriore della coscia, siediti a terra, divarica una gamba e fletti
laltra, appoggiando la pianta del piede sulla coscia della gamba tesa; chinati in avanti,
provando ad afferrare il piede della gamba tesa. Se non ci arrivi, non c problema: afferra la
gamba nel punto che riesci, limportante che tu avverta una leggera tensione;
accucciati a terra. Il tuo peso pogger su un piede e sul ginocchio della gamba opposta. Solleva
di qualche centimetro il tallone del piede a terra e allunga il tendine di Achille;
lasciando un ginocchio a terra, sposta in avanti laltra gamba in maniera che il ginocchio sia in
linea con il piede. Abbassa il bacino e senti lallungamento dellileopsoas;
per rilassare infine i muscoli della schiena, sdraiati sul materassino in modo che i glutei siano
vicino a un muro e appoggia i piedi alla parete. Se sei troppo contratto, allontanati dalla parete.
1. Utilizza le attrezzature giuste per il tuo allenamento. Se sei un amatore dovrai avere scarpe e
abbigliamento pi tecnico di un principiante; in generale, niente scarpe sfondate n di due
misure pi grandi o pi piccole.
2. Fai sempre riscaldamento prima di allenarti e stretching alla fine.
3. Aumenta gradualmente il volume e/o lintensit di lavoro. Non esagerare la prima regola di
ogni sportivo intelligente. Devi rispettare i tempi del tuo corpo e accettare di allenarti
gradualmente, anche se hai limpressione di poter fare di pi.
4. Evita di sottoporti a stress eccessivi. Per esempio evita la corsa in discesa, su terreni scoscesi
o scivolosi.
QUALI INFORTUNI ASPETTARTI
Non mi stancher mai di ripeterlo: nessun allenatore un medico e ogni corpo unico. Spesso la
catena si rompe nel punto pi debole, anche se il problema da unaltra parte. Per esempio, il tuo
dolore al ginocchio potrebbe dipendere da un sovraccarico al quadricipite, che si ripercuote
sullinserzione muscolare, il punto pi fragile appunto.
Quindi, se avverti qualche problema, la persona giusta cui rivolgersi il medico. Lallenatore non
pu fare altro che darti una borsa del ghiaccio e qualche consiglio per il futuro.
Di seguito trovi alcuni degli infortuni o dei dolori pi frequenti.
Crampi. Le cause dei crampi possono essere numerose, ma le pi probabili sono la disidratazione e
la carenza di magnesio. Per prevenirle importante bere in maniera costante durante la giornata,
poco ma spesso. Durante lo sforzo, puoi munirti di una bottiglietta dacqua arricchita di una miscela
in polvere di sali minerali, per recuperare nella maniera pi completa ed evitare ogni tipo di carenza.
Il giorno prima di un allenamento intenso o di una gara che avverr in ambiente caldo, poi, bando al
potassio: evita di consumare alimenti che ne sono ricchi, come languria o il melone.
Fascite plantare. La catena muscolare posteriore unica e va dal collo alla punta dei piedi. Se viene
sottoposta a notevoli sforzi, pu capitare che si infiammi la zona tra il metatarso e il tendine di
Achille. Io ho avuto la fascite nel 2006, in forma lieve: lho trascurata e me la sono portata dietro per
un anno intero. La causa principale il sovraccarico di lavoro, ma anche la mancanza di stretching
non aiuta. una condizione piuttosto dolorosa: il mio consiglio di chiedere aiuto a un medico, che
sapr consigliarti le terapie pi adeguate, e a un fisioterapista, che ti indicher una serie di esercizi
che facilitano la ripresa. Io massaggio il piede con una pallina da golf, faccio tanto stretching del
polpaccio e di tutta la catena posteriore. Se di notte fai fatica a dormire, sappi che esiste una scarpa
apposita, che blocca il piede a 90, consentendoti di dimenticarti del male per qualche ora.
Irritazione da sfregamento. Ne soffrono soprattutto gli atleti che corrono a lungo con gli stessi
indumenti, come i triatleti, i maratoneti o gli ultramaratoneti, ma pu riguardare tutti, laddove
lintimo, la maglietta o i pantaloncini presentano cuciture sporgenti nei punti sbagliati. Quelli critici
sono linguine, le ascelle, i capezzoli e la linea del reggiseno per le donne. Per una corsa breve
esistono apposite pomate antisfregamento, per le corse pi lunghe meglio procurarsi un
abbigliamento specifico e, nel caso degli uomini, valutare lantica pratica di proteggere i capezzoli
con cerotti.
Tendinopatia achillea. Quello di Achille il tendine pi forte del nostro corpo, per anchesso
soggetto a infiammazioni. Le cause possibili sono molte: da ragazzino ho avuto male ai tendini perch
sono cresciuto troppo in fretta; prima delle Olimpiadi di Pechino ho avuto una borsite al tendine
dAchille che ho cercato di ignorare finch non mi ha costretto a fermarmi. In generale, la tendinite
pu manifestarsi a causa di un sovraccarico di lavoro, di una tecnica di corsa sbagliata o di
unattrezzatura inadatta (alcune scarpe hanno dietro una conchiglia molto dura, ma creano problemi
anche quelle troppo vecchie o troppo piatte). Per disinfiammare la zona va bene il ghiaccio, ma non
basta: i tendini sono poco irrorati ed per questo che richiedono cos tanto tempo per riprendersi da
un infortunio. Siccome il ghiaccio limita lafflusso sanguigno, usalo solo lo stretto necessario, quindi
consulta un medico o un fisioterapista.
Esofago
Sintomi
Frequenza
Prevenzione
Bruciore
10%
Pirosi retrosternale
18%
Eruttazione
23%
Nausea
10%
Vomito
9%
Crampi addominali
31%
Necessit di
defecare
38%
Diarrea
21%
7%
Stomaco
Intestino (colon e
retto)
Amo correre, una cosa che puoi fare contando sulle tue sole forze, sui tuoi piedi e sul coraggio dei tuoi polmoni.
JESSE OWENS
Tutti possono diventare degli Ironman, con latteggiamento mentale giusto: motivato, convinto,
tenace. Certo, non partendo da zero: se stai pensando di uscire di casa e di provare subito che non sto
dicendo la verit, fermati, respira e conta fino a mille. Poi continua a leggere.
Tutti possono diventare degli Ironman ma a determinate condizioni:
devono aver rispettato un allenamento graduale e progressivo, che li ha resi capaci di sostenere
quel tipo di sforzo;
devono aver raggiunto nei tre sport (nuoto, ciclismo e corsa) tutti gli obiettivi intermedi che si
sono posti, da quelli minimi a quelli grandi;
devono essere in una condizione fisica ottimale;
devono avere uno stile di vita sano e regolato, il che comporta unalimentazione controllata, un
sonno di almeno otto ore per notte e qualche rinuncia (a sigarette e alcol prima di tutto).
Se sei tra loro, esci pure di casa e scoprirai che ho ragione. Se non lo sei, non abbatterti: con
latteggiamento mentale corretto, diventerai un Ironman con i tempi giusti per te. Affermarlo pu
sembrare provocatorio e in effetti vuole esserlo ma vorrei far riflettere sul fatto che ciascuno di
noi, a determinate condizioni, pu raggiungere il proprio obiettivo.
Troverai tutto ci che riguarda lalimentazione e la nutrizione nella terza parte del libro; in questo
capitolo tratter invece dellallenamento graduale e progressivo grazie al quale potrai raggiungere il
tuo obiettivo. Come gi detto in precedenza, per offrirti consigli e tabelle di allenamento il pi in
linea possibile con la tua tipologia di runner e con le tue ambizioni, ho pensato di identificare tre
gruppi di corridori, con tre diversi obiettivi:
gruppo A. Essere in forma, dimagrire e avvicinarsi al mondo della corsa;
gruppo B. Essere in forma, dimagrire e correre la 10 km;
gruppo C. Correre la mezza maratona migliorando la propria performance.
Chi sono. Sedentari che vogliono cominciare unattivit fisica per stare meglio e dimagrire, senza
aspettative di gara.
Obiettivo sportivo. Mantenere una corsa continua di quaranta minuti.
Indicazioni generali. Le tabelle non conterranno una distanza, ma solo il tempo da dedicare alla
corsa. Cerca sempre di uscire tre volte la settimana, il minimo consigliato; se aggiungi altre uscite,
ti consiglio di ripetere la prima sessione della settimana. Per favorire il recupero tra una seduta e
laltra, la cosa migliore dedicarci unintera giornata, durante la quale eseguire gli esercizi di
stretching che trovi nel capitolo precedente. Lobiettivo che ti poni sviluppare la resistenza per
riuscire a correre quaranta minuti di seguito: la velocit non importante, quindi non ti sottoporr
lavori specifici per migliorare le tue prestazioni in questo senso. Noterai piuttosto che la tua velocit
media crescer insieme al miglioramento del tuo generale stato di forma. consigliato indossare
scarpe protettive non troppo leggere.
Percorso. Dovrai correre su una superficie sempre piatta, senza dislivelli importanti e possibilmente
uniforme (per esempio asfalto o sterrato compatto).
Intensit. Lintensit del tuo lavoro dovr essere tale da permetterti di parlare mentre corri: secondo
il metodo del dottor Arcelli che trovi qui, RL (respirazione lenta) o RLI (respirazione leggermente
impegnata). Il ritmo del tuo avanzare dovr classificarsi come corsa, ma in quellambito essere il pi
lento possibile: fai passi corti e frequenti, senza alzare le ginocchia; appoggia tutta la pianta del
piede e cerca di tenere una corsa piatta ed economica.
IL GRUPPO A2
Chi sono. Sedentari che vogliono cominciare unattivit fisica per stare meglio e dimagrire, senza
aspettative di gara. Chi fa parte del gruppo A2 ha pi difficolt nel correre di chi fa parte del gruppo
A1: magari in sovrappeso, oppure fuma e va subito in affanno, oppure ha problemi agli arti
inferiori.
Obiettivo sportivo. Mantenere una camminata continua per quaranta minuti.
Indicazioni generali. Le tabelle non conterranno una distanza, ma solo il tempo da dedicare alla
corsa. Cerca sempre di uscire tre volte la settimana, il minimo consigliato. Per favorire il recupero
tra una seduta e laltra, dedicaci unintera giornata, durante la quale eseguire gli esercizi di stretching
che trovi nel capitolo precedente. consigliato indossare scarpe protettive non troppo leggere.
Percorso. Dovrai correre su una superficie sempre piatta, senza dislivelli importanti e possibilmente
uniforme (per esempio asfalto o sterrato compatto).
Settimana I
Luned
(Stretching)
Marted
Mercoled
(Stretching)
Gioved
Venerd
(Stretching)
Sabato
Domenica
Settimana II
Luned
(Stretching)
Marted
Mercoled
(Stretching)
Gioved
Venerd
(Stretching)
Sabato
Domenica
Settimana III
Luned
(Stretching)
Marted
Mercoled
(Stretching)
Gioved
Venerd
(Stretching)
Sabato
Domenica
Settimana IV
Luned
(Stretching)
Marted
Mercoled
(Stretching)
Gioved
Venerd
(Stretching)
Sabato
Domenica
Settimana V
Luned
(Stretching)
Marted
Mercoled
(Stretching)
Gioved
Venerd
(Stretching)
Sabato
Domenica
Settimana VI
Luned
(Stretching)
Marted
Mercoled
(Stretching)
Gioved
Venerd
(Stretching)
Sabato
Domenica
Settimana VII
Luned
(Stretching)
Marted
Mercoled
(Stretching)
Gioved
Venerd
(Stretching)
Sabato
Domenica
Settimana VIII
Luned
(Stretching)
Marted
Mercoled
(Stretching)
Gioved
Venerd
(Stretching)
Sabato
Domenica
Intensit. Lintensit del tuo lavoro dovr essere tale da permetterti di parlare mentre corri: secondo
il metodo del dottor Arcelli che trovi qui, RL (respirazione lenta), senza affanno.
Allenamento. Comincia con una camminata continua a buon ritmo, senza avere il fiatone, per quindici
o venti minuti. Quando ti senti pronto, aumenta la durata della camminata di cinque minuti a
settimana. Successivamente, se il peso, le strutture articolari e muscolari e il sistema
cardiocircolatorio lo consentono, introduci sessanta secondi o cento metri di corsetta lenta, seguita
da un lungo recupero completo camminando. La tua regola di base sar non aggiungere pi di cinque
minuti di esercizio totale allallenamento precedente. Cos facendo, potrai arrivare anche a
camminare di seguito per novanta minuti.
Indicazioni generali. Una premessa per chi pratica abitualmente altre discipline, per esempio nuoto,
pattinaggio o canottaggio: immagino che il tuo motore aerobico sar molto sviluppato, cos come il
tuo motore energetico; con il giusto apporto di ossigeno il tuo corpo sar efficientissimo nel
trasformare zuccheri e grassi in movimento, e senza dubbio tollererai bene fatica e dolore;
probabilmente ti troverai subito bene con la corsa, non avrai problemi ad aumentare lintensit degli
allenamenti e, anzi, avrai voglia di spingere il pi possibile. Tutto questo, per, comporta un rischio:
le tue strutture osteoarticolari, abituate ad altri sport, non sono preparate per limpatto costante
contro il terreno che la corsa richiede. Nei nuotatori che cominciano a correre, per esempio, sono
molto comuni infiammazioni e infortuni alle ginocchia e alle caviglie, perch, se a livello aerobico
non hanno problemi, si scontrano per con una difficolt a livello muscolare e articolare.
Diversamente, gli atleti che praticano sport non di endurance hanno gli arti inferiori allenati per
correre, ma devono lavorare sulla resistenza. Lo stesso si pu dire degli ex corridori. Per evitare di
incappare in spiacevoli infortuni importante saper valutare lucidamente la propria situazione. Forse
dovrai dedicare un breve periodo a adattare tendini e articolazioni ai movimenti della corsa: si tratta
di una scelta personale, che va presa giorno per giorno sulla base delle sensazioni che ti rimanda il
tuo corpo. Occhio quindi a come ti senti: non saltare le tappe e rispetta i tempi che il tuo organismo ti
chiede. La stessa regola vale per le persone di et avanzata, i fumatori e chi in sovrappeso: in
questi tre casi, i processi di recupero e ladattamento saranno pi lenti della media, quindi il carico
di lavoro va gestito di conseguenza, magari ripetendo pi volte le tabelle quando ci si accorge di
faticare un po, o inserendo settimane meno dure (come la quarta) per allentare la pressione e dare al
corpo il tempo di assimilare il lavoro fatto.
CORSA E MASSA
Vorrei sfatare un mito: la corsa non fa ingrossare le gambe. Del resto basta guardare le mie: sono magrissime!
Con la corsa, semmai, cambia la composizione della massa corporea: quella grassa cala e quella magra
aumenta, almeno allinizio. A livello muscolare diventi pi tonico e, nel tempo, dimagrisci, ma ci sar probabilmente
un momento in cui la massa grassa non sar ancora diminuita e quella magra sar gi aumentata: in quel periodo il
peso rimarr invariato (e lo stesso vale per la misura dei tuoi jeans), ma tu sarai sulla strada giusta. Aumentare la
massa magra significa avere pi motore: di conseguenza, consumerai di pi. Metaforicamente, come se prima
avessi avuto una Panda diesel, e adesso avessi un Suv ultramoderno: la massa grassa diminuir molto
velocemente, ma devi darti il tempo di passare dalla Panda al Suv
Percorso. indicato correre le prime due sedute di allenamento della settimana su percorso piatto, e
scegliere invece un terreno collinare o ondulato per la corsa lunga. Il fondo migliore morbido o
sterrato compatto.
Intensit. Nella tabella che segue ho previsto tre sedute a settimana. Se intendi allenarti anche
durante gli altri giorni, ti consiglio di correre lentamente e per non pi di quaranta minuti, tenendo un
ritmo lento ma continuo e costante. In alternativa, fai potenziamento o stretching. Valuterai lintensit
secondo il metodo della respirazione del dottor Arcelli che trovi qui. Per comodit, riporto qui il
significato delle sigle che utilizzer nella tabella:
(respirazione facile);
RLI (respirazione leggermente impegnata);
RI (respirazione impegnata).
RF
LA CORSA A DIGIUNO
Correre a digiuno una preziosa strategia per chi desidera dimagrire in maniera efficace e salutare: grazie alla
scarsa disponibilit di glicogeno presente nelle riserve di muscoli e fegato, infatti, possibile consumare una
maggiore quantit di lipidi.
Spesso utilizzata dagli atleti delle discipline di endurance (come il triathlon, specie quando prevede distanze di
lunga durata quali lIronman) la corsa a digiuno permette di migliorare la prestazione fino a un terzo in pi rispetto ai
valori normali. Ma com possibile?
Quando si corre si consumano innanzitutto zuccheri per produrre energia. Al mattino, per, il glicogeno contenuto
nel fegato quasi esaurito (visto che durante la notte ha dovuto fornire al cervello il carburante minimo per
sopravvivere) e noi ci troviamo in uno stato di carenza di zuccheri. Il nostro organismo, quindi, sar costretto ad
attivare gli enzimi responsabili della combustione dei lipidi (come il citrato sintasi, CS, e il 3-hydroxyacil-CoA
deidrogenasi, HAD) e a shiftare il metabolismo verso questo combustibile. Per tali ragioniw importante correre a
digiuno a bassa intensit, in modo continuo ma non troppo a lungo. Se sei un neofita ti consiglio di farlo non oltre i
venti-trenta minuti. Successivamente puoi aumentare la durata dellallenamento di cinque minuti a seduta, ma
generalmente suggerisco di non superare lora di corsa. Il potenziale di questo beneficio aumenta se
quotidianamente vi assocerai unalimentazione con una quantit di carboidrati sufficiente al tuo fabbisogno, senza
eccessi.
Unaltra indicazione fondamentale: appena rientri da questo allenamento, fai colazione per recuperare il pi
velocemente possibile la carenza di glicogeno e fornire al sistema nervoso unadeguata quantit di carburante.
Settimana I
Luned
Marted
Mercoled
Gioved
Venerd
Sabato
Domenica
Settimana II
Luned
Marted
Variazioni di ritmo: 10 di corsa lenta, poi 6 volte 1 a ritmo medio (RLI) + 2 di corsa lenta (RF)
Mercoled
Gioved
30 corsa lenta, poi 6 volte 30 di corsa progressiva, (fino a correre a un ritmo molto sostenuto, cercando
sempre di fare una corsa simmetrica e composta) + 1 camminando (non deve essere un lavoro
massimale)
Venerd
Sabato
Domenica
Settimana III
Luned
Marted
Mercoled
Gioved
Venerd
Sabato
Domenica
Settimana IV
Luned
Marted
40 corsa lenta
Mercoled
Gioved
10 di riscaldamento, poi 5 volte 2 a ritmo medio (RLI) + 1 a ritmo veloce (RI) + 1 camminando
Venerd
Sabato
Domenica
Settimana V
Luned
Marted
Mercoled
Gioved
Venerd
Sabato
Domenica
Settimana VI
Luned
Marted
10 di riscaldamento, poi 4 volte 3 a ritmo medio + 1 a ritmo veloce + 1 di corsa lenta; 5 di defaticamento
molto lento alla fine
Mercoled
Gioved
Venerd
Sabato
Domenica
Settimana VII
Luned
Marted
Mercoled
Gioved
Venerd
Sabato
Domenica
Settimana VIII
Luned
Marted
Mercoled
Gioved
Venerd
Sabato
Gara
Domenica
Indicazioni generali. Anche per te che gi gareggi, vale la regola che ho enunciato prima per tutti gli
altri corridori: ricordati di ascoltare il tuo corpo e di rispettarne i tempi. Se per qualsiasi ragione ti
rendi conto che il tuo organismo fatica ad accettare un ritmo di lavoro cos sostenuto, rilassati e torna
indietro, eventualmente anche alla tabella proposta per il gruppo B. Ho faticosamente capito a mie
spese che nessuna gara questione di vita o di morte, quindi posso dirti con sicurezza che
limportante migliorare con costanza e prudenza. In ogni caso, meglio presentarsi a una gara in
difetto di allenamento ma pieno di energie che sovraccarico e stanco.
CROSS TRAINING
Il cross training una tecnica di allenamento che permette, attraverso la pratica di discipline diverse, di
incrementare il livello di performance di un atleta. In pratica si abbinano altri sport a quello che pratichiamo
principalmente, per migliorare le nostre prestazioni complessive.
Un atleta come me fa cross training quando off-season, per tenersi in forma, o quando infortunato e non pu
allenarsi. Per esempio, mi capitato di pedalare insieme al maratoneta Ruggero Pertili: era infortunato, e per
mantenersi allenato a livello metabolico e muscolare, senza traumatizzare articolazioni e tendini, ha inforcato la bici,
e andava forte.
Nel caso della corsa, e in generale degli sport di endurance, indicato praticare sci di fondo, escursionismo con
le ciaspole, ciclismo, mountain bike, CrossFit, tennis e cos via. Anche il nuoto una buona idea: scioglie le gambe
e aiuta a defaticarsi dagli allenamenti.
Se sei in vista di una gara, cerca di evitare tutti gli sport di contatto o ad alta percentuale di infortuni. In pratica, se
gli amici ti invitano per una partita di calcetto, resta a bordo campo e goditi solo il terzo tempo!
Quanto al lavoro che ti propongo, ho cercato di condensare in otto settimane un allenamento semplice
ma efficace. Spesso infatti mi capitato di fare preparazioni atletiche un po pasticciate, come
fossero dolci che nascono non da unidea ma dalla semplice mescolanza di tutti i diversi ingredienti:
lungo lento, lungo in progressione, salite corte, salite lunghe, medio, medio veloce, soglia, pista,
combinati e multicombinati, pi palestra Pensavo che cos non mi mancasse nulla, ma sbagliavo:
troppo in questo caso sinonimo di indefinito, non di completo.
Ho considerato quattro sedute di allenamento a settimana; nei giorni che non ne prevedono, se
vuoi uscire a correre, puoi regalarti una corsa aerobica di cinquanta o sessanta minuti, oppure una
sessione di potenziamento e stretching.
Legenda
Fartlek (variazioni di ritmo, dallo svedese giochi di velocit). Si alternano velocit diverse e
ritmo aerobico e anaerobico in un allenamento continuato, cos da produrre acido lattico quando si
corre a una velocit pi alta della propria soglia anaerobica, per poi dare al corpo il tempo per
smaltirlo correndo a una velocit minore. In questo modo si migliora la propria capacit di recupero
e si allena lorganismo a smaltire pi efficacemente maggiori quantit di acido lattico. Divertenti e
varie, le variazioni di ritmo sono molto diffuse ed efficaci. Puoi praticarle sulle strade di montagna,
dove i dislivelli del terreno inducono a un maggior impegno in salita, per poi recuperare in discesa,
ma anche in pianura, utilizzando pali della luce o cartelli stradali per segnalare i cambi di ritmo.
Oppure, puoi scegliere linterval training, una metodologia di allenamento pi strutturata, che ti
richieder di misurare in minuti o in metri i vari tratti di maggiore e minore impegno.
Le variazioni di ritmo apportano una bella serie di benefici:
sono stimolanti, quindi non ci si annoia;
il metabolismo ci guadagna, come sottolinea Elena nel box qui sotto, e con esso crescer anche
il livello della tua performance. I cambi di intensit, infatti, innalzano velocemente la frequenza
cardiaca e di respirazione, migliorando lapporto di ossigeno ai muscoli;
grazie alle variazioni di ritmo acquisisci maggiore forza e resistenza, anche mentali, e tutto
questo ti rende pi pronto a partecipare a una gara.
Settimana I
Luned
Marted
Mercoled
Gioved
Venerd
Sabato
Domenica
Settimana II
Luned
Marted
Mercoled
Gioved
Venerd
15 di riscaldamento facile, poi 2 volte 6x400 m, pausa 115 ritmo molto veloce, pi veloce del miglior 5 km,
tra una serie e laltra 4 di corsa molto lenta; 10 di defaticamento, corsa lenta e stretching
Sabato
Domenica
Settimana III
Luned
15 di riscaldamento facile, poi 4 volte 4 ritmo aerobico tranquillo + 3 ritmo medio o ritmo teorico maratona
+ 1 ritmo miglior 10 km
Marted
Mercoled
Gioved
Venerd
15 di riscaldamento facile + 4 allunghi di 80 m, poi 8 volte 800 m, pausa 2 ritmo molto veloce vicino al
passo del miglior 5 km; 10 di defaticamento, corsa lenta e stretching
Sabato
Domenica
Settimana IV
Luned
Marted
Mercoled
Gioved
Venerd
15 di riscaldamento facile; tempo training: ripetere 2 volte 4 km a ritmo gara 21 km, in mezzo recupero 1
km facile di corsa molto lenta
Sabato
Domenica
Settimana V
Luned
15 di riscaldamento facile, poi 4 volte 4 ritmo aerobico tranquillo + 4 ritmo medio o ritmo teorico della
maratona + 2 ritmo miglior 10 km
Marted
Mercoled
Gioved
Venerd
20 di riscaldamento, poi 8x1000 m, pausa 230 ritmo veloce, pi veloce del miglior 10 km; 10 di
defaticamento, corsa lenta e stretching
Sabato
Domenica
Settimana VI
Luned
15 di riscaldamento facile, poi 5 volte 4 ritmo aerobico tranquillo + 4 ritmo medio o ritmo teorico della
maratona + 2 ritmo miglior 10 km
Marted
Mercoled
Gioved
Venerd
Sabato
Domenica
Settimana VII
Luned
40 corsa aerobica lenta, poi ripetere per 10 volte 30 a ritmo veloce + 130 recupero corsa aerobica
Marted
Mercoled
Gioved
Venerd
20 di riscaldamento, poi ripetere per la distanza di 10 km 3 a ritmo sostenuto, leggermente pi lento della
gara 21 km + 2 corsa aerobica, ma non troppo lenta
Sabato
Domenica
Settimana VIII
Luned
Marted
Mercoled
Gioved
Venerd
Sabato
Domenica
Gara
Quando scelgo questo tipo di allenamento, vado alla cosiddetta montagnetta di San Siro, cio il
parco Monte Stella, nato nel secondo dopoguerra vicino allo stadio. Con un perimetro di circa due
chilometri, numerosi sentieri e stradine in ghiaia, collinette e dislivelli, stato utilizzato da tutti i
grandi runner della zona, compresi Alberto Cova e Francesco Panetta, che ci andavano con il mitico
Giorgio Rondelli, un importante allenatore di atletica che ha vinto tutte le medaglie possibili e
immaginabili, olimpiche e mondiali. Oggi si pu persino seguire il giro Cova, dieci chilometri che
ti fanno sentire come se fossi in Trentino.
Ripetute. Il termine indica un lavoro che consiste nel ripetere pi volte la stessa distanza (di solito
tra i duecento metri e i due chilometri) a una velocit pi alta della propria soglia, in alternanza con
un periodo di recupero da fermi (alcuni atleti preferiscono la corsa lenta). Si tratta di una corsa
fuori giri che richiede un impegno maggiore a livello organico, muscolare e di tecnica, ed ideale
per preparare tutte le distanze di gara, dalla 5 km alla maratona, al triathlon. Le mie preferite sono le
ripetute da 400 metri in pista, un lavoro di 2x8x400, con recuperi di 50 dopo ogni 400 metri e 4 di
corsa lenta tra le serie. In alternativa, quando sono in forma mi regalo un classico 8x1km, con pausa
di 145. piuttosto doloroso, ma eseguito nel modo giusto questo allenamento mi aiuta a migliorare
le prestazioni.
Tempo training. Si tratta di una corsa a ritmo regolare e costante a unintensit molto elevata, sempre
intorno alla soglia anaerobica. Si pu cominciare con quindici minuti per poi aumentare fino a
quaranta o pi. Dato che lintensit del ritmo molto elevata, questo metodo di allenamento duro:
bisogna essere motivati, riposati e in forma per riuscire a sostenerlo (e avere una buona soglia di
sopportazione della fatica). Daltra parte, il tempo training paga tanto: migliora il consumo di
ossigeno da parte dei muscoli e innalza la soglia anaerobica, ci insegna a tenere in gara e a non
mollare. A me piace praticarlo sui 2x4km, oppure su un unico tratto da 7 a 12 chilometri. A volte
partecipo alle gare di corsa meno importanti per farlo in compagnia di altri runner ed essere meno
coinvolto a livello mentale.
Corsa aerobica lunga. la base del running, lallenamento che non pu mai mancare. Per gli atleti
evoluti la corsa lunga costituisce la base del lavoro, a cui affiancare via via altri metodi di
allenamento per arrivare pronti alle gare; per i principianti, invece, il modo migliore per
avvicinarsi alla corsa: il corpo si adatter rapidamente agli stimoli e, con la giusta programmazione e
progressivit, si potranno facilmente e in breve tempo correre distanze che sembravano
inimmaginabili. Le distanze variano: si va dai lunghi (14-18 chilometri) per chi si allena per la 10
km, ai 25 chilometri al massimo per chi intende preparare la mezza maratona, ai 35-38 chilometri per
chi fa la maratona. Il lungo serve per adattare articolazioni e muscoli alla corsa di endurance: allena
il sistema cardiovascolare, migliora la densit capillare e sviluppa in generale la resistenza, la
potenza aerobica e la capacit del corpo di utilizzare i grassi come fonte di energia. Come base del
running dovrai correre a un ritmo lento, tra il 55 e il 70% della frequenza cardiaca massima, mentre
chi prepara la maratona pu inserire allinterno dellallenamento diversi tratti a ritmo di gara. Io
corro i lunghi intorno a 120-140 battiti per minuto, se non devo fare un lavoro molto specifico,
preferisco i terreni morbidi e collinari.
Corri quando puoi, cammina quando devi, striscia se serve; ma non mollare mai.
DEAN KARNAZES
In generale
C gara e gara: c la corsa indetta dalla parrocchia, c la campestre organizzata dalla scuola, c
la Deejay Ten Run e ci sono decine di maratone, ovunque nel mondo. Poi ci sono le gare di triathlon
quelle che preferisco io e gli Ironman, che sono oggi il mio obiettivo e la mia passione.
Tutte queste gare, pur diversissime tra loro, hanno in comune alcune cose, a iniziare da una serie
di accorgimenti molto opportuni che vanno tenuti presenti prima di partire, per evitare di cascare su
qualche buccia di banana ancor prima di essersi schierati. Sono i seguenti:
se il pensiero: Dovr correre molto, devo mangiare molto ti passato per la mente,
dimenticalo. La brutale realt che se scegli di fare colazione con una tazza di latte e cereali e
poi cominci a correre, dopo quattro chilometri dovrai scappare in bagno. Come fare, quindi? Se
la gara al mattino, opta per una colazione leggera, senza latte, e non esagerare con il caff. Se
la gara di pomeriggio, fai una colazione sostanziosa e mangia leggero a pranzo. In linea
generale, vale la regola di lasciar passare almeno unora e mezza tra il momento dedicato al
cibo e la corsa;
riscaldati, ma senza intaccare la tua autonomia di corsa. Facciamo un esempio: se devi correre
una 10 km e la tua autonomia di nove, sei gi in difetto di uno; meglio non prevedere quindi un
riscaldamento di tre chilometri, che peggiorerebbe la tua situazione. La soluzione lo stretching
dinamico, per riscaldare il motore e metterlo in condizione di lavorare al meglio, senza
consumare benzina;
studia il percorso, soprattutto se stai per affrontare una gara complicata, che prevede ostacoli o
dislivelli. Sapere cosa succeder utile per pianificare come agire;
scegli il tuo abbigliamento con intelligenza. Se corri la maratona di New York, probabile che
tu debba schierarti ai nastri di partenza alle cinque del mattino, per partire per solo alle nove.
Alle cinque dovrai poter stare ben caldo (lipotermia non piacevole e, soprattutto, ti porta a
consumare energie preziose che ti serviranno in gara), ma alle nove dovrai evitare di sudare
eccessivamente e in corsa ti servir poi un abbigliamento leggero. Niente panico: il trucco
vestirsi a strati, possibilmente in tessuto tecnico, in modo da averne due o tre, non dieci. Dovrai
poterli togliere mano a mano e abbandonarli lungo il percorso o legarteli in vita. Se corri al
mattino presto, sono fondamentali i guanti;
arriva il momento in cui ti viene consegnato un pettorale e lo indossi; chiunque tu sia, sentirai
montare lansia. Tanta ansia. Se non punti a vincere, avrai comunque lansia da prestazione. La
situazione non ti aiuter a gestirla: ti ritroverai schiacciato in pochi metri tra mille altre persone,
in sottofondo sentirai la musica e lo speaker che presenta i singoli atleti, magari ci sar anche la
banda La tensione sar incredibile. Lunica cosa che non vorresti, dopo tutti gli allenamenti, il
riscaldamento, il potenziamento, lo stretching, la dieta, sarebbe essere costretto a fermarti. Per
evitarlo, cerca di imbrigliare ladrenalina: non partire a bomba, altrimenti dopo pochi
chilometri non avrai pi nulla da dare; parti piano, tranquillo, e smaltisci ladrenalina con
calma. Lemozione, purtroppo, si paga, quindi mantieni la concentrazione e non farti trascinare
dagli eventi.
IN GARA
Se nelle gare precedenti, nellultimo tratto del percorso, hai sofferto di nausea o vomito, oppure hai avvertito il rifiuto
di assumere determinati cibi, bevande o energetici, cerca di prestare attenzione e ricordare lesperienza, cos da
evitare di assumere i medesimi alimenti.
anche importante, specie quando la temperatura e lumidit dellaria sono elevate, contrastare le perdite dacqua
dovute alla sudorazione attraverso lintegrazione di una miscela di acqua e sali minerali ben diluiti, per evitare la
disidratazione e lipertermia (ovvero il surriscaldamento dellorganismo, proprio come accade ai motori).
Non devi dimenticare infine di testare tutte le bevande e gli energetici in allenamento. Meglio giocare danticipo: il
mio suggerimento di provare la strategia di integrazione durante gli allenamenti ad alta intensit e con un passo il
pi simile a quello che desideri mantenere in gara, cos da valutare lefficacia degli integratori, evitare fastidi e gestire
al meglio i loro benefici.
IMPARA A FERMARTI
A volte potresti essere fisicamente a pezzi ma voler andare avanti a tutti i costi: per orgoglio, per
testardaggine, per ostinazione.
Nel 2000 mi sono fatto fuori tutti i denti davanti. Ero in Australia e mi stavo allenando per la gara
di Perth, lultima di qualificazione per le Olimpiadi. Se fossi arrivato tra i primi quindici avrei
arraffato i punti e mi sarei qualificato per Sidney. Un pomeriggio mi stavo allenando in bicicletta,
pioveva a dirotto ed ero lanciatissimo, ad almeno 30 chilometri allora. Un signore mi ha aperto la
portiera della macchina davanti. Glielho sfondata: cerano sangue e denti ovunque, avevo la faccia
piena di minuscoli frammenti di vetro, la spalla dolorante e la bici distrutta. Parlavo poco inglese,
volevo chiedergli di portarmi allospedale e gesticolavo come un matto: lui guardava a turno me e la
sua auto sfasciata, interdetto. Ha capito solo quando gli ho aperto il baule e ho caricato la bici
sullauto. In ospedale hanno insistito per mettermi dei punti, ma io non ne volevo sapere: dovevo
gareggiare. Risultato: colla di fibrina per tenermi insieme le gengive e sono tornato in albergo sfinito.
Non potevo mangiare, avevo la bocca gonfia, mi faceva male tutto e mancavano tre giorni alla gara.
Ovviamente, mi sono buttato lo stesso.
Uscito dallacqua in condizioni abbastanza critiche, sono montato in bici e per miracolo ho
schivato una caduta di massa. Il gruppo davanti a me volato via, io ho cominciato a rincorrere,
sapendo che sarei rimasto fuori dalle Olimpiadi. A quel punto avevo un solo desiderio: finire con
onore. Ma si presentato un problema serio: il rischio di essere doppiato. Essere doppiati significa
squalifica: tutto fuorch onorevole. Ho corso la maratona con i denti spaccati, la consapevolezza di
avere gi perso e lincubo del primo il campione del mondo cento metri alle mie spalle. La gente
a bordo strada faceva il tifo per me.
Sono tornato a Baha Blanca sconfitto. A settembre ho guardato le Olimpiadi in televisione, con i
lacrimoni, chiedendomi perch i brasiliani avessero portato tre triatleti e lArgentina soltanto uno,
uno che non ero io.
Se c stato un senso in quella sconfitta e in quella gara sgangherata, stato questo: ho imparato a
fermarmi. Il soldato che scappa pu combattere unaltra battaglia, quello che muore no. Sono stato
particolarmente fortunato, ma non detto che la stessa fortuna baci chiunque, quindi il mio primo
consiglio per chi partecipa a una gara di qualsiasi tipo : impara a fermarti.
Non questione di vita o di morte, anche se lo sembra. E nelle gare di endurance, decisamente lo
sembra. Perch quando stai per partire, vuoi vincere.
COME SUPERARE LE CRISI
Mentre mi mettono il pettorale, penso a me come a un guerriero. LIronman pi di ogni altra cosa, ma
anche il triathlon olimpico, prima di dare tanto chiede tanto. Chiede di sopportare un livello di fatica
e di dolore inimmaginabile, di mantenere una concentrazione costante per una montagna di ore.
Quando parto, so che non sto andando in guerra. So che uno vince, gli altri perdono, ma nessuno
muore. Tuttavia, si tratta di gare cos impegnative che la motivazione fa davvero la differenza: un
guerriero non molla mai, neanche dopo sei ore e mezza di nuoto, bici e corsa. Un guerriero supera le
inevitabili crisi che si presentano e riesce a tagliare il traguardo.
Nel 2004, provato dalla partecipazione alle Olimpiadi e da tutte le gare precedenti, mi sono
buttato e ho partecipato forte del mio doppio passaporto al Campionato italiano di triathlon.
Avevo appena corso per la bandiera argentina: gli avversari mi odiavano. Ho giocato dattacco,
superando i loro assalti, e negli ultimi chilometri ero secondo, dietro ad Andrea DAquino. Ero
sfinito, esaurito, completamente morto: nelle gambe non avevo pi un grammo di energia ma sono
riuscito a inventarmi una strategia o la va o la spacca che mi ha portato alla vittoria. Ho sferrato un
attacco suicida a due chilometri dal traguardo, bleffando alla grande: Andrea, bench pi tonico di
me, si demoralizzato e si accodato, permettendomi di vincere.
Per riuscire a fare questo, bisogna restare lucidi e non farsi prendere dal panico, dal dolore, dalla
stanchezza e dallo scoramento. In pratica: dalla crisi.
Lo stesso vale per lIronman. Mark Allen ha affermato che riuscito a mantenere un controllo
perfetto solo lottava volta che ha partecipato allIronman Hawaii, la prima che ha vinto. Quando io
per la prima volta ho gareggiato sulla distanza Ironman, in Sudafrica nel 2010, ho sentito la
differenza rispetto a tutto ci che avevo fatto fino a quel momento: mi sono reso conto che un Ironman
composto da due gare, una dietro laltra. La prima comprende la tappa di nuoto, quella di bici e una
mezza maratona. come un Ironmen 70.3: si va forte, si ripetono i ritmi e le sensazioni testati in
allenamento, si mangia a intervalli regolari, si dosano le energie, si analizza la situazione in ogni
momento e si progetta un tempo finale. Le gambe sono toniche e tutto viene abbastanza facile. Il
tempo per passa, le ore corrono e dopo circa sei ore e mezza comincia inesorabilmente la seconda
gara, lultima parte della maratona, quando le energie si stanno esaurendo o sono gi esaurite.
A quel punto inizia il vero Ironman, un romanzo che non sai come andr a finire, perch ti senti
male e sei chiamato a confermare la tua motivazione in ogni istante. una corsa drammatica e
romantica, a ritmo pi lento della prima, durante la quale puoi pensare e riflettere, lottando per il
finale che sogni.
Il dolore, che esaurisce ogni singola fibra del tuo corpo, la punta delliceberg: arriver una crisi
che coinvolge tutto, dalla carenza di zuccheri ai problemi muscolari, ma soprattutto la testa. Ti passa
la vita davanti, ti chiedi perch stai facendo questo sforzo inutile, perch non ti stai fermando. una
difesa, e tu devi superarla: hai presente la classica lotta tra langioletto e il diavoletto sulle spalle?
esattamente cos, per il diavolo in quel momento ben pi grande e la sua opinione pesa molto di
pi. Anche perch fisicamente, bench lallenamento ti abbia preparato alla gara e a sopportare la
crisi, sei esausto.
Bisogna essere veramente convinti e mentalmente addestrati per riuscire a rendersi conto che, in
quel momento, si sta attraversando una crisi. E che la crisi, come tutte le cose, passer se tieni duro.
Devi rimanere lucido, distaccarti, osservare la tua condizione dal di fuori e attendere che passi,
senza lasciarti coinvolgere.
C chi sostiene che in quei momenti sia utile pensare agli affetti pi cari, concentrarsi su
immagini che danno gioia o ripetersi frasi ispiranti; io penso solo a continuare e a non fermarmi.
Rallento, mangio e keep going, vado avanti, un pezzetto per volta. Mi do piccolissimi obiettivi
intermedi: dal punto in cui sono devo arrivare a quel palo della luce, dal palo della luce devo
arrivare fino alla fine della strada e cos via.
Se invece ti sei fatto male ma se sei primo e ti infortuni a dieci metri dal traguardo, in quel
caso fatti forza, vai e taglialo! la cosa pi intelligente fermarsi. Non c niente di eroico nel
farsi male; piuttosto, c molto di stupido.
Penso che tutto ci valga nello sport come nella vita. Le due cose per me sono legate in maniera
inscindibile, ma ricordo due momenti particolarmente difficili durante i quali questo modo di pensare
pi che aiutarmi mi ha salvato.
Il primo risale al 2002. Sono in Italia da allora, da quando Marco Novelli e Diego Macias mi
hanno offerto un posto nella loro squadra, Los Tigres, e un luogo per allenarmi in vista delle gare
europee e delle qualifiche olimpiche. Dopo aver vinto una marea di gare, a Caldaro, Grado, Stra, e
dopo essere giunto secondo a Chioggia, sono caduto dalla bici, rovinando sullasfalto. Risultato:
ferita aperta alla gamba. Qualche giorno dopo ho deciso di tentare lo stesso una gara in Ungheria,
pensando che la ferita fosse quasi guarita. La parola chiave, qui, quasi: mi sono beccato
uninfezione per la quale ho rischiato la vita.
Costretto a letto, con gli amici e i colleghi che mi prendevano in giro chiamandomi principito,
perch ero arrivato vincente e ora dovevo essere aiutato in tutto, ho pensato seriamente di smettere
ma, pi ancora, di lasciarmi andare. Ho cercato di rimanere lucido, di rendermi conto che non era il
momento per prendere decisioni di quella portata, e mi sono detto che, per non buttare via la stagione
e sancire il fallimento di tutto il viaggio, avrei dovuto affrontare un giorno alla volta. Cos ho fatto, e
ne sono uscito.
Due anni dopo, nel 2004, c stato un secondo momento in cui mettere in campo questa mentalit
vincente mi ha permesso di svoltare. Sconfitto alle Olimpiadi, sono tornato alla base incerto sul da
farsi. Marco Novelli mi ha incoraggiato a partecipare al Campionato italiano di triathlon: il mio
sangue italiano, ho il passaporto da quando sono nato e mi sono detto che forse era ora di farlo
fruttare. Mi sono iscritto e ho vinto. La DDS, la societ per la quale ancora oggi lavoro, mi ha notato e
mi ha aperto le sue porte, offrendomi supporto tecnico per la preparazione delle future competizioni.
In cambio, ovviamente, avrei dovuto correre per la bandiera italiana. stata una scelta durissima,
avevo limpressione di tradire la mia patria, ma laltra possibilit era smettere di fare triathlon e
darmi alleconomia. Di fronte allipotesi di mollare, per quanto la mia crisi fosse profonda, ho
saputo che la cosa giusta da fare era continuare, e sono riuscito a fare un salto di qualit.
PARLATI SEMPRE IN MODO POSITIVO
Credo che esistano due strategie, quella di attacco e quella di difesa. Quando ho corso lIronman
Florida nel 2013 ho deciso per quella di attacco: sono partito fortissimo e sono rimasto davanti fino
a met della maratona, poi arrivata la crisi. A quel punto ho applicato la strategia di difesa: sono
stato costretto a rallentare, ma grazie al mio vantaggio mi sono piazzato quarto. Mentre vedevo gli
avversari che mi sorpassavano, continuavo a pensare solo a finire e mi incitavo: Forza Daniel, ci
sei quasi, sei stato bravissimo. Pensa a stasera, quando sarai in piscina a bere una birra ghiacciata.
Parlarsi in modo positivo una regola che vale in mille casi: quando stai affrontando una crisi in
gara e vorresti fermarti, quando sei stanchissimo e non ce la fai a uscire per allenarti, quando affronti
qualsiasi sfida nella vita, dalle pi semplici (per esempio mantenere fede agli impegni presi o tenere
in ordine la casa) alle pi difficili (come concludere un progetto complicato sul lavoro o costruire
una famiglia). Oppure, semplicemente, quando avverti un po di sconforto.
Evita di fustigarti, di darti del cretino-pappamolle-incapace e parlati in modo positivo. Vale
anche per la postura: non andare in giro gobbo, drizza la schiena, petto in fuori e sguardo fiero,
ripetendoti: Sono forte, sono sano, ce la far!. Lautostima ringrazier.
Pu sembrare un dettaglio secondario e a maggior ragione, perch non provare? ma non lo ,
dal momento che il modo in cui guardiamo a noi stessi il modo in cui il mondo guarder a noi. Se ci
pensiamo sfigati, tristi, sconfitti, questa limmagine che di noi daremo al mondo. Non dico di avere
sempre un sorriso smagliante, e di sorvolare su qualsiasi problema con superficialit pur di
conservarlo, ma di cercare di preservare unimmagine positiva di noi stessi, per restituirla agli altri.
Quando ero alluniversit, per sostenere gli esami dovevo mettermi in giacca e cravatta. Chi si
presentava vestito diversamente veniva bocciato. Alcune frange di studenti hanno contestato a lungo
questa abitudine, io non ero daccordo allora e non lo sono adesso. Uno dei nostri professori, un
giudice prestato allinsegnamento, ci spieg che la professione per la quale ci stavamo preparando
richiedeva un determinato abbigliamento: avremmo dovuto trasmettere competenza e affidabilit se
avessimo voluto fare i commercialisti. Esigere quellabbigliamento agli esami era un modo per
insegnarci anche questo aspetto della nostra professione. Ricordo che quando mi infilavo la giacca e
mi annodavo la cravatta, anche se il tono muscolare mi ricordava la mia carriera da atleta, io mi
sentivo un commercialista.
A volte basta sembrare sfigati, tristi o sconfitti per diventarlo. Ed talmente vero che in Argentina
esiste anche un proverbio in proposito: La vespa punge sempre chi sta piangendo. Credo che
lautostima e la fiducia in se stessi siano un ottimo biglietto da visita e che vadano mostrate (come
sempre, a patto di non esagerare). Sembrare forti e brillanti ci render di per s tali, quando ne
avremo pi bisogno, nello sport come nella vita.
IRONMAN: PERCH?
Un mio amico sostiene che, se durante un Ironman non pensi almeno due volte di mollare tutto, allora non hai
gareggiato allaltezza della situazione. In quel momento, se si certi di poter continuare in sicurezza, bisogna
andare avanti.
Nel 2010, durante il mio primo Ironman in Sudafrica, dopo sette ore di fatica e i primi quindici chilometri di corsa,
fatti a una media di 355/km, il ritmo calato tremendamente, fino a 430/km e oltre. Procedevo facendo una fatica
enorme, ogni passo era unimpresa. Guardavo lorologio e il tempo non scorreva mai. Simone, il mio allenatore, mi
urlava: Non appesantirti!, ma non era cos facile. Quando la gara cambia e le energie finiscono, la preparazione ci
permette di continuare, ma il corpo si difende, dicendoci che dobbiamo fermarci, che ci conviene camminare un
po, che stupido fare 180 chilometri di bici e subito dopo una maratona
E cos ogni secondo, per ore, dobbiamo decidere se continuare a correre. Soltanto la convinzione di vincere la
sfida ci dar la spinta per terminare la corsa. una lotta feroce contro te stesso.
Come nella vita, trovare scuse facilissimo. Ma il premio che si riceve concludendo la gara infinitamente
maggiore del piacere del momentaneo riposo: chi taglia il traguardo di un Ironman (e in realt di qualsiasi gara lunga
e difficile) non sar mai pi solo un professionista, un padre o un figlio. Sar un guerriero che ha compiuto
unimpresa unica: la gloria comincer in quel momento e non si esaurir mai (soprattutto nel caso degli ultimi, che
magari hanno impiegato un tempo infinito per tagliare il traguardo).
A fine gara, durante la festa, siamo tutti uguali. Grandi campioni, amatori, professionisti: siamo tutti finisher,
persone che sono riuscite in qualcosa di unico, che si sono realizzate attraverso lo sport.
Fisicamente chi terminer un Ironman sar pi magro, pi tonico, pi bello, ma soprattutto sar una persona
molto pi forte, che creder di pi in se stessa e avr maggiore autostima, perch ha superato un limite che
credeva di avere e ce lha fatta. E questa consapevolezza gli sar preziosa nella vita.
In conclusione
La voglia di vincere non nemmeno lontanamente cos importante come la voglia di prepararsi a vincere.
BOBBY KNIGHT
A volte ci che di meglio pu succederti che le cose vadano male, perch allora che sei chiamato
a fare una scelta.
Dopo le Olimpiadi di Pechino mi sono rimesso in gioco completamente. Non sapevo se avrei
continuato: anche se la medaglia olimpica mi era sfuggita di mano unaltra volta, in carriera avevo
vinto molto, ero stato pi volte campione argentino, panamericano e italiano, pi volte mi sono
piazzato tra i primi al mondo. Forse era venuto il momento di tornare in Argentina e tirare fuori dal
cassetto la mia laurea in economia.
Ho scelto di scommettere ancora sulla mia carriera sportiva: fisicamente mi sentivo forte, pensavo
di avere ancora qualcosa da dare e mi sono posto un obiettivo a breve termine, lIronman 70.3. La
societ che mi appoggiava, la DDS, mi ha incoraggiato e al contempo mi ha affidato la direzione
sportiva di un nuovo settore in ascesa, quello degli amatori, detti anche age groups o master.
Un detto argentino recita: Quando metti tutte le tue uova in una sola cesta, se la cesta cade non
hai pi niente. Nel mio caso, se ti concentri solo su allenamento e gare, nel momento in cui le gare
vanno male ti sentirai finito, bench non sia cos. Cominciare una seconda vita da allenatore mi ha
aperto un orizzonte nuovo, riempiendomi il tempo libero e dandomi la possibilit di fare unattivit
completamente diversa dal solito: era quello che mi ci voleva.
Questi atleti praticano il triathlon come hobby e sono il 99% di coloro che si schierano ai nastri di
partenza di qualunque gara, dallIronman Hawaii al Mondiale 70.3 di Clearwater, dallOlimpico di
Bardolino allo Sprint di Forl. Con diciassette stagioni di triathlon sulle gambe, mi sono trovato a
seguire tre allenamenti di nuoto e uno di corsa ogni settimana, pi unuscita in bici la domenica,
quando non ero impegnatissimo nella preparazione o nelle gare.
Dopo averli visti, tra me e me penso: Ma questi sono pazzi!. Nuotano alle nove di sera dopo la
pasta e fagioli, corrono con il buio e con la neve dopo il lavoro, e pi lallenamento duro, pi sono
contenti. Quando abbiamo cominciato eravamo un piccolo gruppo, che piano piano cresciuto (oggi
comprende circa un centinaio di atleti) diventando sempre pi eterogeneo. Il denominatore comune
unenorme passione e la voglia di fare sport per se stessi, per stare bene e per mettersi alla prova.
Alla fine del 2009 ho partecipato ai Mondiali di Ironman 70.3, a Clearwater, in Florida. Tornare
alle origini, al genere di gara senza scia, dura e di sopravvivenza, cui partecipavo agli inizi della mia
carriera in Argentina, mi ha esaltato: ho dato tutto quello che avevo, ho tenuto, ho sofferto ma ci ho
creduto e mi sono classificato secondo.
stata una svolta: mollate le ambizioni olimpiche, sono tornato in vetta. E mi sono detto: Se ho
preso una strada, devo percorrerla fino in fondo. A marzo 2010 ho partecipato al mio primo
Ironman, in Sudafrica, e ho chiuso terzo, qualificandomi per i Mondiali alle Hawaii: il mio sogno di
bambino. Il cerchio stava per chiudersi e io ero carico come nel 1994, quando ho cominciato: sicuro
del mio talento, deciso a fare limpossibile e a ottenere il massimo.
La vittoria di quella gara un sogno ancora oggi, un sogno che mi concedo di rinnovare di anno in
anno, sulla base delle mie prestazioni. Bilancio i miei trentotto anni con la saggezza: adesso non mi
butterei pi in mare dopo aver perso met dei denti Sono diventato anche pi strategico, pi astuto,
pi capace di ascoltare il mio corpo e di capirlo, oltre che di domare la mia mente e di superare le
crisi con successo.
Ho studiato, per riuscirci. Tra le mie letture preferite rientrano i giornali economici: la finanza ha
tanto in comune con lagonismo e c molto da imparare dalla mentalit di chi quotidianamente se ne
interessa. Per questo sono impazzito quando ho scoperto la figura di Paul Tudor Jones, finanziere
americano con unincontenibile passione per la boxe.
Jones lautore di sette riflessioni, applicabili tranquillamente al mondo della speculazione
finanziaria come a quello dello sport, agonistico e non. Me le sono stampate tutte e sette e le ho
appese in giro per casa: visto leffetto positivo che hanno su di me, ti consiglio di fare lo stesso.
1. Solo tu sei lartefice dei tuoi successi e delle tue sconfitte.
Stringi stringi, la responsabilit la tua. Sei tu che scegli di stare sul divano o di uscire a correre,
di smettere di fumare o di continuare a farlo, di mangiare sano o di ingurgitare chili di burro. Ancora
una volta, ti chiedo fiducia. Ogni giorno vedo il triathlon diventare una parte sempre pi importante
delle vite dei miei atleti. Per alcuni arriva a essere unossessione, ma altri riescono a tenere i piedi
per terra e a godersi ogni singola uscita. Sono sicuro che il nostro sport, come lo sport in generale
per gli amatori come per tanti professionisti sia una catarsi, un modo per scrollarsi di dosso la noia
della routine, liberare le tensioni e costruire la fiducia in se stessi. Non vorresti che fosse cos anche
per te?
2. Il successo non arriva improvvisamente, per caso. Anche per i campioni arriva a tappe
successive, a volte separate da anni di difficolt e sforzi che sembrano vani.
Nella mia carriera, questo palese. Mi stanca solo ripensare agli anni tra il 1995 e il 2004,
durante i quali ho per lo pi dormito per terra, mangiato quel che cera, fatto migliaia di docce
gelate, vagabondato per trasferte improbabili e faticosissime da un capo allaltro del mondo,
disposto a fare rinunce di qualsiasi genere pur di potermi allenare nei climi giusti e di gareggiare. Le
mie prestazioni ne hanno un po risentito, ci ho messo anni per eguagliare i risultati enormi dei miei
inizi, basati al 99% sul talento, ma ho colto loccasione per imparare dagli altri, studiare,
migliorarmi. Ho avuto anni difficili, periodi neri, le sconfitte olimpiche sono state durissime da
digerire, per non ho mollato e sono andato avanti. Oggi detengo il record italiano nella distanza
Ironman, ma pratico triathlon da quando avevo sedici anni, lIronman 70.3 da dieci e lIronman da
pi di tre. Il tempo fondamentale per ottenere ogni risultato, soprattutto se c di mezzo il corpo.
Per raggiungere qualsiasi obiettivo lo coinvolga dovrai affrontare un percorso lungo, lento e faticoso,
ma se ci credi e avrai pazienza, ci arriverai. E scoprirai che ne valeva la pena.
3. Il buon giocatore chi non ha mai smesso di imparare: ci sono sempre margini di
miglioramento.
Anche quando sembra impossibile, dal limone si pu sempre estrarre una goccia di succo in pi.
Cos nello sport: i margini di miglioramento ci sono sempre. Prendiamo Carl Lewis: il suo record nei
100 metri piani sembrava imbattibile, ma non era cos.
4. Il giocatore che non impara dallesperienza non imparer mai da nessunaltra scuola.
Le biblioteche sono piene di libri, Internet gronda informazioni, tecnici e allenatori sono
disponibili a supportarti con le loro competenze, ma se non capirai come funziona il tuo corpo non
potrai vincere. Se non altro perch siamo tutti diversi, anche e soprattutto a livello fisico, e ognuno
reagisce in maniera diversa a uno stesso stimolo. Sii curioso e prova tutto presto, per capire quale
sia la strada migliore per te e arrivare a dare il massimo.
5. Per vincere bisogna analizzare il gioco, analizzare gli altri giocatori, ma soprattutto se stessi.
Per vincere una gara dovrai sicuramente analizzare i tuoi concorrenti e le loro tattiche di gioco,
ma prima di tutto devi essere conscio dei tuoi limiti, dei tuoi punti forti e del tuo modo di gareggiare.
stupido conoscerli e andare allo sbaraglio. Per esempio, io sono consapevole di non essere
fortissimo in volata: se a fine gara mi trovo testa a testa con un avversario che al contrario forte
nello sprint finale, so che ci sono buone possibilit di venire battuto, quindi gioco le mie carte prima,
accumulando un vantaggio strategico. Diversamente, se gareggio con uno che in volata pi scarso di
me, il mio obiettivo sar portarlo proprio l e sconfiggerlo sul filo di lana. Se conoscessi a menadito
solo le sue caratteristiche e non le mie, per, non potrei costruire alcuna strategia.
6. I migliori giocatori danno il loro massimo in ogni partita, in ogni azione, in ogni movimento.
Leccellenza nei dettagli: bisogna curare tutte le piccole, singole azioni. Lo sport un lavoro che
richiede un impegno di ventiquattro ore al giorno: quando si mangia, quando ci si riposa, quando si
salgono le scale, quando si fa propriocezione al supermercato. Non dimenticarti mai di curare i
dettagli, perch probabilmente a pari allenamento e pari condizione fisica faranno la differenza.
7. Il campione sa anche quando il momento di non fare nulla. Molte partite sono vinte da
giocatori furbi, molte partite sono perse da giocatori troppo furbi.
Mai pensarsi pi intelligenti degli altri: conduce alla sconfitta. Meglio essere realisti e prendere
atto del fatto che ci sar sempre qualcuno pi intelligente di te. Di persone furbe, quelle che si
credono pi argute, ne esistono a bizzeffe, fuori e dentro il mondo dello sport. Talvolta vincono,
come tutti, talvolta perdono perch hanno creduto di essere superiori, e questo capita soltanto a loro.
Sono fermamente convinto che ciascuno di noi, se ha motivazione, a suo modo e nel rispetto delle
proprie potenzialit, pu raggiungere gli obiettivi che realisticamente si posto, sia nello sport sia
nella vita. Che non sempre sono ambiti separati, sicuramente non nel mio caso.
Io, partendo da un paesino sperduto tra le lande incontaminate della Patagonia, sono riuscito a
raggiungere tanti dei miei obiettivi, e per questo penso di poterti dire, con un certo margine di
sicurezza, che anche tu riuscirai a raggiungere il tuo. Il mio ora lo avrai capito la gara perfetta,
il tuo qual ?
III
CORSA E ALIMENTAZIONE
a cura di Elena Casiraghi
Come dimagrire
Le sostanze antiossidanti
Linteresse scientifico attorno agli antiossidanti sempre crescente, e in particolare riguardo ai
polifenoli, sostanze che difendono le piante nei confronti degli agenti esterni, come i raggi UV, il
vento o il freddo. stato dimostrato che i polifenoli svolgono la medesima azione protettiva anche
nellorganismo umano, quando viene esposto a stress o a stati infiammatori.
Grazie alla loro capacit protettiva nei confronti delle cellule rispetto alla minaccia dei radicali
liberi, i polifenoli rallentano in primis il fisiologico invecchiamento dellorganismo. Alcuni
permettono anche un miglioramento delle performance sportive, aumentando la produzione di energia
e facilitando cos anche la perdita di massa grassa.
In altre parole, queste sostanze possono contribuire a un aumento della produzione di energia e a
un efficace dimagrimento. Sono contenuti in numerosi cibi: li trovi negli ortaggi, nella frutta e nei
cereali; in buona concentrazione sono presenti anche nel caff, nel t verde e bianco e nel cacao
(meglio se privo di zucchero, ovvero al 99%).
Per selezionare gli alimenti pi efficaci, ricorda che una caratteristica dei polifenoli lamarezza.
Per migliorare il gusto dei prodotti trattati, i produttori aggiungono sempre pi zucchero, ma questo
altera le caratteristiche dellalimento: se quello che vai cercando sono i polifenoli, una barretta di
cioccolato al 70% non andr bene, perch il cacao in quel caso avr perso i benefici dei polifenoli e
acquistato le propriet dello zucchero.
Anche i polifenoli del vino rosso hanno un sapore amaro, ma lalcol, che li estrae bene dalla
buccia delluva, anestetizza i recettori del gusto sulla lingua, cosicch noi non ne percepiamo
perfettamente il sapore. Gli alimenti pi ricchi di polifenoli, tuttavia, sono le spezie, che hanno la
prerogativa di conservare i cibi riducendone lossidazione.
Quando non si assumono polifenoli a sufficienza, lorganismo diviene un facile bersaglio per gli
agenti patogeni esterni: si ammala pi facilmente e invecchia pi velocemente. Non a caso chi non
assume sufficienti quantit di frutta e verdura ha un sistema immunitario poco efficiente. Inoltre,
spesso vittima di infiammazioni alle alte vie respiratorie (come raffreddore e mal di gola) e ingrassa
pi facilmente.
I polifenoli, infine, permettono allorganismo di produrre pi energia. Ma cosa significa e come
avviene questo processo?
In ogni cellula dellorganismo umano presente un enzima chiamato AMP chinasi: pu essere
considerato lenzima della vita, poich percepisce il livello di energia chimica della cellula e ne
regola il metabolismo in modo da ricavarne la massima produzione di energia. Pi questo
meccanismo efficiente, meno calorie provenienti dallalimentazione sono necessarie. Uno dei modi
per attivare lenzima AMP chinasi ridurre lapporto calorico, un altro consumare grandi quantit di
polifenoli. Altamente vantaggioso utilizzare entrambe le modalit.
Quanti polifenoli bisogna assumere per godere di questi benefici?
Bisogna introdurre una significativa quota di delfinidine, che si trovano in un particolare mirtillo
nativo della Patagonia e del Cile, il maqui. A basse dosi (circa 20-25 mg/die) le bacche di maqui
agiscono da potenti antiossidanti. A concentrazioni pi alte (50-100 mg/die) attivano lenzima della
Colazione
Spuntino
mattutino
Yogurt di soia
1 barretta bilanciata in
carboidrati, proteine e
grassi
Pranzo
60 g di pasta bilanciata (a
base di proteine della
soia e dellalbume duovo)
e 1 cucchiaio di olio
extravergine di oliva
Spuntino
pomeridiano
Cena
Spuntino
serale
Yogurt bianco
N.B. In ogni pasto possibile aggiungere insalata verde, sedano e finocchi in quantit desiderate; al
termine di ogni pasto e spuntino possibile aggiungere caff, cappuccino o t (meglio verde). Evitare
patate, banane, fichi e cachi.
Per dimagrire fondamentale sapersi alimentare correttamente, ma anche essenziale una costante
attivit fisica. Non mai semplice alimentarsi in maniera adeguata per correre e allo stesso tempo
per dimagrire. Qui di seguito trovi cinque piccole e semplici regole che ti aiuteranno a perdere la
massa grassa in eccesso e ad avere al contempo a disposizione le migliori energie per correre,
sperimentando cos un generale stato di benessere.
1. La colazione
La colazione il pasto pi importante della giornata: consumando una piccola quantit di cibo al
risveglio possibile ridurre lappetito nellarco dellintera giornata. Ma non solo.
Assumendo alimenti a colazione, il nostro corpo attiva il suo metabolismo e produce
efficacemente lenergia richiesta per le attivit quotidiane. Dopo il lungo digiuno della notte, infatti,
lorganismo (in particolare il cervello) ha utilizzato buona parte delle riserve di zucchero stipate nel
fegato (glicogeno epatico) per mantenere costante la glicemia, essenziale alla sopravvivenza del
tessuto nervoso centrale. Attraverso la colazione bisogna ripristinare queste riserve.
Facendo colazione al risveglio, meglio se entro unora e comunque nelle prime ore del mattino
(ma non troppo vicino al pranzo), stato osservato che si riesce a ridurre lintroito di calorie nel
resto della giornata e il desiderio di alimenti dolci o di cibo spazzatura.
Per ottenere questi risultati sufficiente consumare una piccola porzione di carboidrati a rapida
assimilazione e una a pi lento rilascio; il tutto accompagnato da una porzione di proteine (per dare
saziet e nutrire la massa muscolare) e da una piccola quantit di grassi buoni.
Un esempio dolce potrebbe essere una porzione di yogurt al naturale con una manciata di avena (o
muesli) e un frutto; un toast con formaggio e affettato magro e un piccolo yogurt al naturale, invece,
come esempio salato. In ogni caso possibile accompagnare la colazione con t, meglio se verde o
bianco, o caff.
2. Poco ma spesso
pi vantaggioso mangiare poco ma spesso piuttosto che consumare pochi e abbondanti pasti.
Meglio quindi fare tre pasti principali (colazione, pranzo e cena) e duetre spuntini (a met mattina, a
met pomeriggio, eventualmente prima di coricarsi) anzich tre unici pasti corposi.
Mangiare poco ma spesso e in maniera bilanciata la strategia alimentare pi efficace ai fini del
benessere, di unadeguata lucidit mentale e di un dimagrimento efficace (nonch del mantenimento
del peso forma, per coloro che lhanno raggiunto).
Questo perch:
il corpo riesce a stipare pochi nutrienti per volta e quelli in eccesso li accumula come massa
grassa, contribuendo allaumento di peso;
se il cervello riceve poche porzioni di zucchero per volta ma in maniera frequente, la sua
produzione di energia sar pi duratura, con minor perdita di lucidit, e la sua attivit sar
ottimale. In caso contrario, esso sar costretto a nutrirsi delle medesime riserve di energia di cui
si nutrono i muscoli durante le uscite lunghe di corsa;
la saziet sar prolungata. Consumare pochi pasti abbondanti fornisce minor senso di saziet, di
conseguenza aumenta la fame nervosa e lumore diviene labile;
consumare pasti dal volume contenuto permette allorganismo di produrre una minor quantit di
insulina, lormone addetto allimmagazzinamento delle sostanze nutritive. Mantenendo la
produzione di insulina pi o meno costante durante larco della giornata, lorganismo sar in
grado non solo di evitare ulteriori accumuli ma anche di consumare le energie stipate in eccesso
e fornire un adeguato combustibile durante la seduta di corsa.
3. Bilanciare
Qualsiasi cosa desideri mangiare in ogni pasto o spuntino, importante che la abbini a una corretta
quantit di proteine di alta qualit. Inserendo un alimento proteico in ogni pasto e spuntino, infatti, il
senso di saziet insorger precocemente, permettendoti di sentirti sazio con anticipo rispetto al
medesimo pasto consumato senza un alimento a fonte proteica. In questo modo introdurrai
complessivamente una quantit inferiore di calorie.
Dal punto di vista ormonale, inserire una porzione di proteine nel pasto e nello spuntino permette
di rilasciare nel sangue lormone glucagone, che come abbiamo detto contrasta la produzione di
insulina indotta dallassunzione di carboidrati.
Tra le migliori scelte di alimenti a fonte proteica di alta qualit c il salmone (pratico quello
affumicato), il tonno (anche in scatola al naturale), i formaggi magri (come i cubetti di grana padano,
di parmigiano reggiano o di emmenthal) e gli snack a base di soia (esistono anche gi bilanciati).
Un buon suggerimento per uno spuntino bilanciato e saziante un cubetto di formaggio magro tra
quelli sopra indicati e un frutto di stagione; in alternativa al frutto si pu scegliere una riga di
cioccolato, purch rigorosamente fondente e senza frutta secca oleosa. Ebbene s, anche per chi
desidera dimagrire.
4. Idratazione
Il corpo umano come il motore di unauto: funziona bene a patto di ricevere il corretto apporto di
fluidi e sali minerali. In caso contrario, proprio come unauto, si surriscalder e tender a conservare
la poca acqua, trattenendola. In questo modo dimagrire sar pi complicato, ma anche correre
godendo di buone sensazioni.
Come abbiamo gi sottolineato in precedenza, lacqua fondamentale per lorganismo, e dunque
importante colmare eventuali carenze, che possono verificarsi sia in ambiente caldo sia in ambiente
freddo.
Non aspettare di avere sete: bevi poco ma spesso, anche dinverno. Ti idraterai pi efficacemente
che assumendo molta acqua in una sola occasione.
Acqua a parte, puoi idratarti anche attraverso la verdura e la frutta (i vegetali, infatti, sono ricchi
di acqua, alcuni pi di altri) e le bevande calde come t e tisane, meglio se non zuccherate. Fra i t ti
suggerisco quello verde e quello bianco, che sono poveri di teina e ricchi di sostanze antiossidanti.
5. Recovery meal
Quando si corre a lungo, oltre unora, al termine della corsa nel nostro corpo si apre una specie di
finestra (temporale) magica. Si tratta di un periodo di tempo che dura circa mezzora in cui
lorganismo maggiormente capace di recuperare le sostanze perse (come lacqua, i sali minerali,
ma soprattutto il glicogeno, lo zucchero di riserva stipato nei muscoli).
Quando si corre a lungo, infatti, una volta esaurito lo zucchero che trovano nel sangue, le fibre
muscolari tendono ad attingere energia da unaltra fonte, il glicogeno appunto, che si presenta sotto
forma di amido (come quello delle patate) e come tale viene immagazzinato. Al termine
dellallenamento fondamentale recuperarlo, a maggior ragione se nellarco di breve tempo ci si
dovr sottoporre a unaltra seduta o partecipare a una competizione. Ci permette inoltre di assumere
meno calorie nel pasto successivo.
Al termine della corsa, quindi, indossati abiti asciutti, vantaggioso consumare un piccolo
spuntino a base di carboidrati, per ripristinare velocemente le riserve di energia. Nella mezzora
successiva alla corsa lunga, bene assumere anche un piccolo spuntino contenente una porzione di
alimento a fonte glucidica e una a fonte proteica. Questo perch anche le fibre muscolari sono state
danneggiate dalla ripetizione continua del medesimo gesto atletico e necessitano di proteine per
ricostruirsi.
A seconda dei gusti, ti suggerisco di mangiare un frutto con una porzione di formaggio magro o un
frutto con yogurt al naturale, oppure un paio di fette di pane con affettato magro, o ancora un frullato
con un frutto e del latte parzialmente scremato.
Se sei interessato a un modo per recuperare velocemente dopo un allenamento estremamente
impegnativo oppure una competizione, devi sapere che in commercio esistono miscele in polvere
complete di ogni sostanza necessaria, da diluire in acqua e assumere in questa preziosa finestra di
tempo.
Tipo di allenamento
Recovery Meal: da consumare entro trenta minuti dalla fine della seduta
(opzioni alternative)
Per correre non indispensabile utilizzare integratori sportivi. Daltra parte questi possono essere un
utile e pratico supporto, specialmente per chi corre intensamente e per un periodo di tempo
prolungato (per esempio chi si allena per una 10 km o una mezza maratona) oppure per chi non ha
tempo di organizzarsi con gli alimenti e preferisce un supporto pratico, efficace e completo.
Dato che sul tema la confusione regna sovrana, e non sempre chiaro a cosa servano, quale sia la
dose corretta e il miglior momento per utilizzarli, vorrei precisare cosa sono gli integratori
alimentari, quali sono i pi diffusi e qual il loro scopo.
Si tratta di prodotti specifici che permettono di assumere macronutrienti (carboidrati, proteine e
grassi) e micronutrienti (sali minerali, sostanze antiossidanti e vitamine). La dietologia e la
legislazione italiana ed europea li considerano alla stregua dei cibi. Non hanno propriet curative,
ma sono consigliati nei casi in cui lorganismo presenti qualche carenza specifica o necessiti di un
maggiore fabbisogno di una determinata sostanza.
Quando si corre con frequenza e costanza necessario innanzitutto fare attenzione
allalimentazione, affinch sia varia e bilanciata, cos da non creare nellorganismo alcuna carenza di
nessuna sostanza. Se per segui con precisione i miei suggerimenti, non dovresti andare incontro a
questo problema.
Nel vasto mondo degli integratori esistono poi gli integratori sportivi, pensati e prodotti per
rifornire lorganismo prima, durante e dopo lattivit fisica. Nella corsa prolungata, gli integratori
sportivi di maggiore utilizzo sono a base di carboidrati in polvere, solidi, in gel o liquidi.
Servono a rifornire lorganismo di energia:
prima della corsa. Aumentano (o consentono di risparmiare) le riserve di energia
dellorganismo (glicogeno muscolare);
durante la corsa. Prevengono lesaurimento del glicogeno contenuto nei muscoli e nel fegato,
che comporterebbe come minimo una diminuzione dellefficienza;
dopo la corsa. Ricostruiscono le riserve di energia dellorganismo (glicogeno muscolare)
intaccate o esaurite durante lattivit.
Oltre agli integratori, dobbligo citare anche le bevande reidratanti, che servono a prevenire la
disidratazione e gli squilibri elettrolitici, fornendo allorganismo sali minerali.
Vediamo ora quali sostanze pu essere indicato assumere prima, durante o dopo un allenamento
duro o una competizione.
Dopo la corsa
Come gi ricordato nel precedente paragrafo Recovery meal, dopo la corsa fondamentale
recuperare le sostanze perse, a maggior ragione se il giorno successivo o un paio di giorni dopo hai
unulteriore seduta di corsa e/o se desideri perdere la massa grassa accumulata in eccesso.
Al termine di una corsa lunga, lorganismo ha perso principalmente acqua e sali minerali a causa
della sudorazione, e anche una quota di carboidrati. Le scorte di energia sono state intaccate; se
lallenamento o la gara sono stati molto intensi, pu darsi che siano addirittura esaurite. Inoltre, se
hai corso su un terreno irregolare (per esempio lo sterrato, un percorso collinare oppure con molti
tratti in discesa) anche le fibre muscolari saranno stressate.
Appena terminata la seduta ti consiglio di consumare una miscela in polvere da sciogliere in
acqua, contenente tutte le sostanze di cui hai bisogno per recuperare nel modo pi completo.
Perch lintegratore sia il pi efficace possibile, devi consumarlo entro mezzora dalla fine
dellattivit fisica. Le ricerche pi recenti, infatti, hanno dimostrato che nei trenta minuti successivi
allo sforzo lorganismo esprime la massima capacit di ricostruire le scorte di energia sotto forma di
glicogeno.
Questo processo pu avvenire al meglio soltanto se si assumono i carboidrati a rapido
assorbimento, come il glucosio, il saccarosio e le maltodestrine. Controlla dunque che essi siano
compresi nella miscela in polvere, insieme con aminoacidi a catena ramificata, utili per riparare le
fibre muscolari danneggiate (potrebbero essere indicati con la sigla BCAA, ossia Branched-Chain
Amino Acid, aminoacidi a catena ramificata).
Infine, per un recupero completo bene che nella stessa miscela ci siano anche sali minerali e
vitamine antiossidanti.
INSERTO FOTOGRAFICO
1. Squat
3. Affondi frontali
4. Polpacci
10. Flessioni
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Dimagrire di corsa
di Daniel Fontana
2014 Arnoldo M ondadori Editore S.p.A., M ilano
Ebook ISBN 9788852048920
COPERTINA || ART DIRECTOR: GIACOMO CALLO | GRAPHIC DESIGNER: GAIA STELLA DESANGUINE | LETTERING E ILLUSTRAZIONE DI GAIA STELLA
DESANGUINE
LAUTORE || FOTO ALDA MARIA PEA/AGENZIA SILVIA RANZI
Indice
Il libro
Lautore
Dimagrire di corsa
Born to run
Acquatico o anfibio?
Nessun sogno impossibile
Limportanza della cura
La pace del guerriero
I. PRIMA DI PARTIRE
Il bello della corsa
Mille e un motivo per infilare le scarpe e uscire
Programmati per muoverci
I benefici della corsa
Stabilisci il tuo obiettivo
Un obiettivo chiaro la chiave per il successo
Visualizza il tuo obiettivo
Scarpe & Co.
A ogni piede la sua scarpa
Dimmi come appoggi
Vestirsi per correre
Ti potrebbero servire anche
Programma lallenamento
La visita medica
Mantieni la costanza
Dove vado a correre?
Sconfiggi la pigrizia
Un anno di allenamenti
II. CORRERE
Riscaldamento e via!
Riscaldamento pre-corsa
Come si corre?
Riassumendo: i cinque errori da non fare
Non solo corsa
Il potenziamento
Dopo lallenamento
Prevenire meglio che curare
Tabelle per tutti
Una premessa: le tabelle di allenamento
Una seconda premessa: i fattori di cui tenere conto
Essere in forma e dimagrire: lallenamento per il gruppo A
Allenarsi per la 5 km: lallenamento per il gruppo B
Allenarsi per la mezza maratona: lallenamento per il gruppo C
Legenda
Consigli per la gara
In generale
Consigli per le gare di resistenza
Riassumendo: cinque consigli in pillole
In conclusione