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AMbIvALeNzA
DeLLeCCeLLeNzA
antichit greca non solo la fonte remota dei Giochi Olimpici, ma
ci rimanda alla questione fondamentale del senso di eccellenza: prestazione eroica o giusta misura. Nei poemi
omerici, testi per molti versi dispirazione sportiva, leccellenza (aret) implica grandezza, la superiorit si fonda
sulla vittoria e lo statuto eccezionale
delleroe presuppone virt morali e fisiche. eccellere significa essere il migliore
e nel conseguimento di questa posizione di privilegio interviene senza dubbio
laddestramento fisico. In Aristotele invece non ha posto leroismo atletico, ma
unaltra visione delleccellenza. NellEtica nicomachea essa significa misura,
il giusto mezzo in relazione a noi. In
altre parole, la prudenza condiziona la
saggezza, la quale tuttavia non acces-
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Perch si corre?
lla prima maratona
organizzata in francia
nel 1975 erano iscritti
130 partecipanti. Nel 2015
alla partenza della maratona
di Parigi erano pi di 40 000.
Durante una sola generazione, la corsa podistica diventata un fenomeno di massa. Dal jogger domenicale ai
praticanti dei grandi percorsi
estremi (i 160 km del giro del
Monte bianco), cosa rincorrono tutti costoro? Perch tanta passione per il podismo?
varie spiegazioni cercano di
chiarire il fenomeno.
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RitRovaRe le
pRopRie Radici
(psicologia evoluzionista)
Gli esseri umani sono
nati per correre: quanto sostengono alcuni autori,
come Christopher McDougall
(Born to run, 2009) e bernd
Heinrich (Why we run. A natural history, 2007). La tesi
si basa sullargomento che i
cacciatori paleolitici dovevano
correre per catturare la preda. La caccia per sfinimento praticata da molte trib
consiste nello stancare certe
prede che, come le antilopi, sono molto veloci ma non
resistono allo sforzo prolungato. Correre sarebbe quindi
un istinto naturale (i bambini
amano correre) inibito dalla
vita sedentaria, che oggi riprende i suoi diritti. Correre
sarebbe un modo per ritrovare le nostre radici arcaiche di
cacciatori: una moda paleolitica, secondo la psicologia
evoluzionista.
PADrONANzA
e COSCIeNzA DI S
a sportivizzazione dei costumi e
dei corpi in atto ai nostri giorni
deve molto alla capitalizzazione di
s e del tempo descritta da Max Weber:
se il tempo denaro, anche innegabilmente forma fisica, salute, prestazioni e lotta contro linvecchiamento. Questa visione capitalistica dei nostri sforzi
atletici e dei benefici che ne aspettiamo
illustrata dal successo commerciale di
dispositivi elettronici come i braccialetti fitness, che registrano momento per
momento attivit fisica e parametri fisiologici, vere e proprie icone del quantified self. riflesso dellossessione contemporanea per la quantificazione e del
fascino che esercita la misurazione di
s, ma anche strumento di autocontrollo, il gadget rinnova ladagio lo sport
salute, promuovendo il miglioramento
costante di s.
Contabilizzare ogni giorno i propri
minimi gesti, obbedire alla sveglia che
intima Alzati!, partecipare a comunit virtuali di confronto, sentirsi incitare
fino nei mezzi pubblici a fare i nostri
10 000 passi quotidiani: si aperta una
nuova era di democratizzazione dellos-
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del superamento dei limiti. unesperienza che chiama in causa non solo
lo sforzo, i limiti fisici e psichici delle prestazioni, ma anche per qualche
verso la conoscenza di s. Quella che
nello sport competitivo Claire Carrier
(1992) ha chiamato effrazione della
propria normalit tuttavia unesperienza aperta a tutti, che pu essere affascinante: lampliamento della conoscenza e del riconoscimento di s che
si realizza nello sforzo fisico. Al di l dei
meccanismi fisiologici attivi nello sforzo
intenso e prolungato, in particolare la
produzione di adrenalina e di endorfine (gli ormoni del piacere), il superamento dei propri limiti personali mette
in luce una verit teorica centrale nello
sport in senso lato: lo sforzo chiama al
superamento dello sforzo.
unidea che richiama il concetto
fondamentale della psicologia volontaristica di Maine de biran: la coscienza di
s in primo luogo coscienza del corpo,
che oppone resistenza, resistenza che si
supera mediante lo sforzo. Con le sue riflessioni sulla natura dello sforzo, come
realizzazione di ci che gi presente
nel proprio essere o come superamento
e creazione del nuovo, il filosofo antilluminista anticipava una fenomenologia
dello sforzo atletico come ampliamento
di s. essere migliore significa quindi
anche conoscersi meglio: lesperienza
sportiva allenarsi, piegare il corpo a
una disciplina, lavorare sugli automatismi, vivere la temporalit specifica dello sforzo, che per definizione proietta
fuori dal momento presente contribuisce senza dubbio, al di l dellarticolazione ambivalente tra piacere e dolore,
a realizzare una migliore autoconoscenza. C unaltra pratica che punta alla
conoscenza di s a partire dal corpo, ma
in un quadro temporale del tutto diverso
e senza alcuna volont di prestazioni: la
meditazione trascendentale.
Ci di cui capace il corpo umano,
secondo la formula di Spinoza, quindi di una variet estrema, ma con una
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