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Concerto in mi maggiore per violino e orchestra, BWV 1042

Musica: Johann Sebastian Bach

1. Allegro
2. Adagio (do diesis minore)
3. Allegro assai
Organico: violino solista, 2 violini, viola, continuo
Composizione: 1720 circa
Edizione: Breitkopf & Hrtel, Lipsia, 1874
Vedi anche la trascrizione per Clavicembalo e orchestra BWV 1054

Guida all'ascolto 1

(nota 1)

Bach compose probabilmente una decina di concerti per violino e orchestra, ma a noi ne
sono giunti soltanto tre: il Concerto in la minore BWV 1041, il Concerto in mi maggiore BWV
1042 e il Concerto in re minore BWV 1043; ad essi va aggiunto un frammento di 50 battute di
un Concerto in re maggiore, in cui il violino solista accompagnato da tre trombe, timpani,
due oboi e archi. I tre Concerti per violino conservati esistono anche in una trascrizione
realizzata dallo stesso Bach a Lipsia dopo il 1730 per clavicembalo e orchestra,
rispettivamente BWV 1058 e BWV 1054 e per due clavicembali BWV 1062. Dei concerti perduti
si conosce la musica per via delle successive trascrizioni per cembalo; si tratta in sostanza
del Concerto in re minore per cembalo BWV 1052 che si richiama ad un analogo concerto
violinistico perduto, del Concerto in fa minore per cembalo BWV 1056 che deriva da un
concerto per violino in sol minore perduto e del Concerto in fa maggiore per tre
clavicembali BWV 1064, proveniente da un concerto per tre violini in re maggiore anch'esso
perduto.
I concerti originali risalgono al periodo di Kthen, intorno al 1720, quando Bach era maestro
di cappella della corte e direttore della musica da camera del principe Leopold, e poteva
disporre di un ottimo violinista qual'era Joseph Spiess. Le trascrizioni invece appartengono al
periodo di Lipsia quando il compositore dirigeva brani cameristici per la Societ di Telemann
oppure organizzava piccoli concerti familiari. In tali composizioni, secondo Alfred Drr, Bach
accoglie in generale la forma del concerto creata da Vivaldi, ma accosta ritornelli di Tutti ad
episodi di Solo, in quanto affida all'orchestra, anche durante gli episodi a Solo, parti elaborate
tematicamente. La sovrabbondanza di figure ornamentali, che si trova nelle parti solistiche di
concerti di altri compositori, in Bach lascia il posto ad una densit e ad una concentrazione
ottenuti mediante il costante impiego di figure tematiche. Certamente Bach tiene conto della
forma concertistica in tre movimenti realizzata nelle composizioni vivaldiane, anche se i suoi
concerti per violino e orchestra mirano ad un tipo di scrittura pi solido e compatto. vero che
non documentato un rapporto diretto di conoscenza fra Bach e Vivaldi, ma certo che la
fama del musicista italiano si era gi diffusa in Germania intorno al 1706 e lo stesso Bach pot
prendere visione della famosa raccolta dell'op. III, denominata L'estro armonico.
Il Concerto in mi maggiore BWV 1042 si presenta nel primo movimento con la proposta fra
il Tutti e il Solo nei tipici giochi di forte e piano, mentre il discorso tematico sviluppato in
misura notevolmente pi ampia di quanto figuri nei modelli vivaldiani. Da notare la breve
cadenza affidata al solista prima degli interventi conclusivi. Il secondo movimento
un Adagio con struttura a dialogo: un disegno ostinato del ripieno, cui si contrappone l'intensa
cantabilit del violino solista, con l'eccezione delle due frasi di apertura e di chiusura. Il

breve Allegro finale punta sugli aspetti ritmici con movenze che arieggiano anche lo stile di
danza: la simmetria della pagina perfetta.

Guida all'ascolto 2

(nota 2)

La maggior parte delle opere strumentali di Johann Sebastian Bach fu composta dall'autore
nel corso della sua permanenza a Coethen, fra il 1717 e il 1723. Bach rivestiva la carica di
maestro di cappella presso la corte del principe Leopoldo di Anhalt-Coethen, ed era esonerato
dalla produzione religiosa a causa della fede calvinista del principe (la liturgia calvinista
concedeva alla musica un ruolo estremamente limitato). La sua attivit era dunque rivolta
esclusivamente all'ambiente di corte, all'orchestra (il Collegium musicum) ed a singoli solisti,
professionisti di eccellente qualit; quali del resto si convenivano ad un mecenate, squisito
intenditore e musicista egli stesso, come il principe Leopoldo. In questo contesto Bach rivolse
un'attenzione privilegiata al violino, sia come strumento concertante nelle composizioni
orchestrali, sia come solista. Nacquero, negli anni di Coethen, le sei Suites e Partiteper violino
solo - vertice dell'intero repertorio per violino solo -, le Sonate per violino e basso continuo, ed
anche un imprecisato numero di Concerti per uno o pi violini e orchestra.
Imprecisato, si detto, perch la maggior parte di questi Concerti verosimilmente andata
perduta; a confortare tale situazione soccorre la circostanza che, negli anni lipsiensi, Bach
trascrisse alcune di queste partiture per uno o pi cembali; la ricerca musicologica,
legittimamente e con metodo scientifico, ha tentato la ricostruzione della versione originale di
tali Concerti. Solo tre, comunque sono i Concerti bachiani per violino pervenuti nella veste
originale (e anch'essi poi trascritti per cembalo a Lipsia); il Concerto per due violini BWV 1043,
il Concerto in la minore BWV 1041, ed il Concerto per violino solo in mi maggiore BWV 1042.
I Concerti bachiani sono apertamente ispirati all'esempio italiano, e particolarmente a quello
vivaldiano, che Bach aveva conosciuto tramite la edizione a stampa dell'"Estro armonico" op. 3,
del quale aveva operato anche alcune trascrizioni per organo. Il Concerto in mi maggiore,
dunque, regolarmente composto nei tre movimenti di prammatica (secondo lo schema
Allegro-Largo-Allegro), e prevede una dialettica interna fondata sull'alternanza di sezioni
affidate ai "Tutti" e al "Solo". Peculiari sono le scelte espressive bachiane, che vedono il solista
evitare esibizionismi virtuosistici, ed impegnarsi piuttosto in una scrittura complessa per la sua
levigatezza. Nel movimento iniziale, basato su un tema di solenne vigore, solista e gruppo
strumentale prediligono un rapporto di collaborazione piuttosto che di contrapposizione, tanto
che il violino ha spesso una funzione pi concertante che solistica. La cantabilit violinistica
predomina nel centrale Adagio, movimento che contrasta col precedente anche per la tonalit
minore e l'intonazione dolente. Il Concerto si chiude con un Allegro assai in cui un ritornello
assai scandito ritmicamente si alterna con episodi solistici di diverso carattere.
Arrigo Quattrocchi

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