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Ebdmero: Naturalia, Mirabilia e la Wunderkammer del quotidiano Prof. A. Sbrilli Stud. L.

Todaro

Universit degli studi di Roma la Sapienza - Facolt di Lettere e Filosofia


Dipartimento di Storia dellArte Docente: Prof.sa Antonella Sbrilli - Studentessa: Luna Todaro
Ricerca di Storia dellArte Contemporanea (L-ART/03)

Ebdmero: Naturalia, Mirabilia


e la Wunderkammer del quotidiano

Ebdmero: Naturalia, Mirabilia e la Wunderkammer del quotidiano Prof. A. Sbrilli Stud. L. Todaro

Ebdmero: Naturalia, Mirabilia e la Wunderkammer del quotidiano

Introduzione:
In questa mia circoscritta indagine ho voluto cercare, e in parte credo di
aver trovato, alcuni punti di contatto tra quello che il mondo figurativo e
poetico di de Chirico, specialmente nella sua celebre opera letteraria
Ebdmero, ed il processo che sta alla base della creazione della
Wunderkammer (letteralmente camera delle meraviglie).
Sarebbe fuori luogo ripercorrere la storia della Wunderkammer;
brevemente posso dire che era un luogo nato a scopo di esposizione
privata presso le corti nel500. La Wunderkammer rappresentava
sicuramente unevoluzione dello studiolo medievale in quanto non aveva
nessun tipo di organizzazione scientifica per il suo gi ribadito carattere
privato e per la sua evidente finalit di divertissement colto.
La Wunderkammer conteneva oggetti provenienti dal mondo vegetale
e animale (Naturalia) e si figurava quindi come una sorta di museo
biologico, ma la caratteristica che la rendeva un qualcosa a s, distante
anche dal museo moderno, era il suo contenuto meraviglioso (Mirabilia):
prodigi della natura, animali curiosi e di ogni specie e razza,
piante tropicali e rare, etc. Una dimensione privata della meraviglia
suscitata dallo spettacolo della natura, di cui luomo fa parte
e che ha il dono di poter ammirare e, solo in parte, conoscere.
Gli spazi dellarte di de Chirico sono luoghi meravigliosi: un sentimento
contrastante assale lo spettatore che si compiace attraverso i rassicuranti
elementi familiari dellarte classica, al tempo stesso deformati e
de-naturalizzati nelle loro forme e de-contestualizzati.
Vi un procedimento intellettuale in de Chirico che gli permette, attraverso
la sua arte, di mantenere un contatto con la realt delle cose, pur
snaturando la loro natura, che diviene cos una pura essenza mentale.
Questi privati spazi dechirichiani sono ridotti, a volte angusti, spesso freddi
e inanimati, ma da essi il mondo acquista unaltra dimensione.
Quasi fossero delle lenti attraverso le quali la semplice banalit quotidiana
pu diventare un fantastico viaggio verso un mondo reale ma al tempo
stesso immaginario e sicuramente intellettuale.

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Una caratteristica di Ebdmero (ma potrei dire della poetica dechirichiana)


questa unione di sensazioni, stati danimo distanti e di oggetti avulsi fra
loro. Spesso avviene attraverso unoperazione di accumulo di simboli e
immagini secondo criteri quanto meno misteriosi e, per la maggior parte,
insondabili.
Un tratto che accomuna de Chirico alle Wunderkammern cinquecentesche
in questo senso laspetto pre-museale. Pre-museale in quanto riferito ad
uno stadio non organizzato del sapere enciclopedico, per cui non c un
metodo classificatorio prestabilito e organizzato in modo scientifico.
In questi casi, al contrario, c una giustapposizione di cose diverse
accomunate tra loro solo dalla meraviglia: lo stupore che suscita uno
scaffale di Wunderkammer colmo di oggetti provenienti dai posti pi
disparati simile alla meraviglia che si prova nel leggere un accostamento
di parole o situazioni totalmente avulse tra loro (cosa che accade spesso in
Ebdmero) o nel vedere una ciminiera di sfondo ad una piazza metafisica
di paese. Inoltre, come i Mirabilia contenuti nelle Wunderkammern non
hanno scopo scientifico nel loro essere oggetto di studio, cos Ebdmero
non vuole rendere palesi il punto dinizio e quello di fine dei suoi
innumerevoli rimandi, non vuole spiegare ma suggestionare. Il suo intento
quindi quello di movere e non quello di docere, cos come veniva
contrapposto in epoca repubblicana il diverso stile delloratore romano.
Il motivo quindi che scorre nella vena poetica di de Chirico non tanto
quello di indicare o descrivere, a suo modo, un oggetto, quanto quello di

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stupire e al tempo stesso commuovere nellaccezione etimologica del


termine di muovere con.
Si pu trovare cos una somiglianza tra il museo di Ferrante Imperato1
famoso per la sua sovrabbondanza (anche estetico-visiva) di animali
meravigliosi di ogni razza e specie ed il mondo che si cela in Ebdmero.
TAVOLA 1
In entrambi i casi si nota anche che lidea di stanza come puro e semplice
contenitore di mobilio o come luogo funzionale del tutto stravolta a favore
di un concetto pi ampio: ludico e stupefacente al tempo stesso, pi
fantasioso e fuori dagli schemi.
Ebdmero, con spirito fanciullesco ed ironica trasgressione, fa il giro della
sua stanza in barca. In questo momento la Kammer, che faceva parte
della sua vita quotidiana diventa wunder esclusivamente grazie alla sua
immaginazione.
Il gusto del viaggio, dellesplorazione di terre lontane ed esotiche viene
sottolineato in molti punti di Ebdmero, basti citare lincipit: consolato
tedesco a Melbourne. Questa caratteristica presente anche nelle
Wunderkammern cinquecentesche. Frequentemente infatti si ritrovano
suppellettili provenienti da paesi esotici e luoghi remoti e assai spesso
vengono usate personificazioni dei continenti per rappresentare tale
curiosit e interesse. TAVOLA 2
Sappiamo anche che locchio attento di Ebdmero (che quello di de
Chirico, ovviamente) frequentemente si posa sugli animali. Spesso egli ce
ne parla con interesse e curiosit e li descrive con stupore. Ed proprio
questa curiosit ad alimentare la meraviglia della scoperta. Fisicamente
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vicini nel museo di Ferrante Imperato il coccodrillo africano e la rana delle


Antille, la farfalla tropicale e lairone indiano, non comunicano che
attraverso la loro giustapposizione arbitraria, cos come arbitrario il
processo descrittivo (fino al limite della sopportazione) delle situazioni
vissute da Ebdmero.
Daltra parte lo stesso De Chirico ci fa intuire scrivendo: per inquadrare
questa mia felicit, rilievi perfettissimi si formano lungo le pareti della mia
camera2. E ancora: C anche un enorme luccio, fatto di zinco e di
piombo, sollevato sopra antenne di ferro, e posto nel mezzo di un salone
solitario dal grande tappeto rosso.3
Un forte rapporto tra lambiente che lo circonda e le posizioni degli oggetti
nello spazio caratterizza de Chirico e la sua arte. Come anche lattenzione
allarchitettura, che viene rappresentata come un solido dalle dimensioni
sconosciute e indefinibili (facenti cio parte della coscienza e della
memoria piuttosto che della realt in senso stretto) e gli oggetti che,
diventando macroscopici e significanti, sembrano architetture, dai volumi
altrettanto insondabili.
Torna anche unaltra costante del collezionismo: spostare un
oggetto dal suo contesto, reinventandolo per un uso diverso. Il
collezionismo fa sempre dei ready-made, anzi si pu dire che lo
spaesamento delloggetto, resecato dalle sue radici, sia una
condizione ideale per far affluire nuovi sensi di lettura. Cos le
sculture greche perdono in gran parte la loro destinazione sacra
passando a Roma []4

La memoria in Ebdmero come nelle Wunderkammern unisce laspetto


pre-museale a quello di meraviglia e ricordo. Spesso infatti reperti, reliquie,
oggetti meravigliosi e di ignota origine venivano conservati nelle chiese o
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negli studioli/museo in eterna memoria dei posteri come nel caso del
gigante trovato in una grotta vicino Trapani: Boccaccio testimonia che al
contatto degli scopritori, il gigante si dissolse in polvere lasciando a terra
solo tre enormi denti, subito trasportati nella chiesa dellAnnunciata a
Trapani.
Una capacit di stupirsi che non deve essere logorata
dallabitudine a ci che si vede, una specie di innamoramento
perpetuo del mondo perch etiam mundo ipse miraculum (ib.)

Agostino, per sua vocazione teosofica, riduce a norma leccezione e volge


al positivo ogni apparenza del mondo, anche quella mostruosa o
miracolosa (tuttavia teniamo conto che nellaccezione etimologica, e se
vogliamo cristiana, monstrum significa segno, ammonimento).
Ebdmero porta avanti un processo esattamente opposto: rende
stupefacente unazione quotidiana5 e, facendo questo, in qualche modo
supera ed altera il concetto di meraviglioso o strano.
La circolarit e linversione sono altre caratteristiche presenti nellopera di
de Chirico e molto forti anche nel romanzo Ebdmero.
La circolarit (del tempo, della storia) un principio (di ovvia ispirazione
vichiana e nietzschiana) a cui de Chirico tiene e che in Ebdmero diventa
quasi unossessione. A questo si collega anche unaura di determinismo
molto presente nel romanzo.
Nei musei di naturalia e artificialia il compito di riassumere leidos
della collezione sar affidato al catalogo, con la sua duplice
funzione di registrazione linguistica e visiva. Il catalogo sar infatti
quasi sempre preceduto da una tavola sinottica, una grande
incisione ripiegata nella quale sono minuziosamente ricollocati uno
per uno i reperti che il visitatore coglie in un solo colpo docchio.
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Questa universalit di particolari infiniti gi presente nelle


raccolte degli studioli e ne sono prova quegli studioli di studiosi, le
tarsie trompe-loeil, che sono il resoconto visivo di un ambiente
ideale, da immaginarsi al di l delle superfici offerte allocchio. (ib.)

Ebdmero compila questo catalogo di immagini visive, anchesse trompeloeil di ricordi di vita quotidiana. Facendo questo diventa il demiurgo della
sua

raccolta

e,

in

qualche

modo,

il

suo

unico

custode.

Unintera narrazione costituita da una collezione meticolosa (quasi fosse


una paziente raccolta di francobolli) di tante piccole immagini separate ed
indipendenti tra loro, ma facenti parte di un unico grande disegno, spesso
misterioso (o conoscibile solo in parte). Esattamente come nei quadri di de
Chirico gli oggetti predisposti in maniera apparentemente casuale in realt
non potrebbero avere diversa collocazione, cos in Ebdmero ogni piccolo
tassello del racconto che pu sembrare inconsistente e ingiustificato, in
realt strettamente connesso allo scopo finale, ma allo stesso tempo pu
essere invertito o sostituito con altri tasselli, come in un gioco da tavola o in
un puzzle5 o in un divertissement intellettuale strutturato a matrioska.
Questa anche una riflessione sullessere e lapparire, sul cambiamento
percettivo che si attua nel momento in cui la visuale a partire dalla quale si
guarda un oggetto, cambia. TAVOLA 4
Il catalogo di immagini, lalbum figurato attraverso la narrazione non altro
che la teoria di s medesima: quello che Ebdmero (nella vita reale: de
Chirico) riuscito ad osservare, a catalogare, a ricordare raccolto in un
racconto, in un quadro che ha la sua naturale estensione (pressoch
infinita) in tre dimensioni: quella dello spazio, del tempo e della memoria,
che tra loro dialogano in modo dinamico. Dunque il procedimento non si

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attua attraverso processi consequenziali o deduttivi, bens attraverso


apparenti labili nessi casuali.
In questo senso si collega in modo preponderante una strana idea di
museo: un museo istintivo della coscienza. Una collezione privata di ricordi
e di sensazioni, ma anche un non luogo dove poter dar adito a intime
connessioni e libere associazioni mentali. Daltra parte il museion, nella sua
prima accezione storica, non era altro che luogo di riunione per intellettuali
e studiosi.
La stessa vita che scorre, con il suo silenzioso ritmo, un museo dinamico.
Anche i falsi, di cui la vita di de Chirico fu costellata, in qualche modo
collegano il suo allinesorabile destino del museo.
Linterno, il chiuso, lafferrabile a colpo docchio, il circoscritto a livello fisico
e materiale ma infinito nellimmaginazione sono alcune delle tante
caratteristiche della poetica espressiva di de Chirico: la sicurezza che d
una stanza chiusa, le quattro pareti terribilmente familiari della propria
camera, lapparente controllo su quello che circonda luomo sono solo
illusioni quando ci rendiamo conto che altri infiniti ed inesplorati mondi sono
contenuti in ogni frammento dellinsignificante e banale oggetto quotidiano7.
D l parte quindi il viaggio, quel viaggio che nelle Wunderkammern
essenziale perch unisce mondi lontani, quel viaggio che Ebdmero
compie nelle quattro pareti della sua camera in barca a remi, quel viaggio
che, topos dell800 illuministico, non ha mai smesso di affascinare il
curioso, lo scopritore delluomo e della natura.

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I trofei, di cui la sua produzione ricca, sono oggetti preziosi e simbolici di


unazione umana. Simboleggiano infatti un vertice di esperienza, una vetta
(anche a livello figurativo). Essendo preziosi, si addice alla loro
conservazione il museo, un luogo che li protegga e che impedisca il loro
deperimento fisico. Questo senso di staticit ed immobilit ma al tempo
stesso di preziosit caratteristico del museo8 trovo sia assimilabile alla
poetica dechirichiana.
Un'altra caratteristica che collega Ebdmero alle Wunderkammern il
divertissement mentale/linguistico (guarda caso entrambi di origine
francese) di cui entrambi sono ricchi:
come il pignouer, porta pettini in forma di pigna che gioca
sullequivoco peigne-pigne, e la gabbietta dargento dorato che
nasconde loiselle de Cypre (profumo di Cipro) in due contenitori in
forma di uccellino (ib.)

Oggetto frequente dei quadri di De Chirico larcheologo.


Larcheologo scopre lantico e lo raccoglie per proteggerlo e renderlo
fruibile. Simile operazione si fa con il museo e simile operazione fa egli
stesso nelle sue opere ed anche in Ebdmero: scava nelle sensazioni e nei
ricordi biografici, crea delle immagini interiori e poi le elabora al fine di
renderle conoscibili da parte di chi sta guardando un suo quadro o
leggendo il suo libro.
Allo stesso tempo larcheologo pieno dentro di s di ci che costituisce
loggetto del suo studio, in questottica si spiegano gli innumerevoli rimandi
e riferimenti a parti architettoniche (o addirittura ad architetture intere), a
paesaggi e a rovine antiche contenute nelle figure dei quadri sugli

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archeologi, quasi fossero dei moderni Arcimboldo costituiti interamente da


simboli dellantichit.
Gli archeologi, come tutte le figure ricollegabili alluomo in de Chirico, sono
artefatti. Artefatto Ebdmero, quasi un contenitore e non un uomo (o
dovremmo parlare di superuomo), artefatti sono i manichini del periodo
giovanile, artefatti sono finanche i cavalli: lo deduciamo dalla loro fisica
plasticit, esagerata e ostentata, ancora una volta: mentale.
Il manichino (Ebdmero, e non solo) non altro che un contenitore di
memorie, ricordi, immagini, personaggi, speranze, paure, sensazioni.
Tutte quelle figure che io accomuno sotto la stessa categoria di manichino
sono proiezioni intellettuali delluomo9: il manichino pieno di oggetti, ancor
meglio, costituito da essi. Proprio dagli oggetti di cui composto trae il
motivo della sua esistenza.
Questi manichini si somigliano perch li lega un processo di creazione ed
una costituzione molto simili: il loro viso non mai ben delineato, le loro
pose

sono

sempre

riflessive

statiche,

quello

che

producono

nellosservatore non un sentimento ben definito: si ha sempre la


sensazione che queste figure emanino direttamente da una teoria e che il
loro rapporto con una presunta realt sia veramente trascurabile.
Quando invece il manichino assume una forma pi umana, e mi riferisco ai
manichini metafisici, ancor pi forte si sente il senso della sua perdita di
umanit: diventa una semplice figura di legno, come quella usata dagli
artisti

per

studiare

lanatomia,

diventa

10

una

proiezione

imperfetta

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delluomo10, diventa un simbolo, perde totalmente una sua qualsiasi


presenza indipendente.
Lidea di uno spettacolo e, di necessit, di uno spettatore
allorigine di una metafora di grande fortuna dei secoli XVI e XVII,
quella del teatro del mondo11, alla quale si accompagna laltra, di
tradizione pi antica, gi affermata da Agostino e dal pensiero
medievale, del mondo come libro. (ib.)

Ed eccoci ad un ulteriore punto di contatto tra il naturalismo che diede vita


alle Wunderkammern e la visione dechirichiana: la spettacolarit della
rappresentazione. Il manifestarsi delle cose: della natura in primis, ma
anche delluomo e degli oggetti fonte di grande interesse per de Chirico.
C lidea che non esistano le cose in s, ma solo le relazioni tra gli oggetti.
Questa operazione, effettuata dallautore con sapienza ed acuto intelletto,
rende ogni quadro di de Chirico un mistero non rivelato.

Mi si permetta una breve divagazione: lopera architettonica forse pi


leggendaria di Aldo Rossi, Il teatro del mondo, che larchitetto designer
realizz in occasione della Biennale di Venezia del 1979, un teatro
galleggiante capace di attraversare il mare Adriatico fino a Dubrovnik,
ricorda, nella sua plasticit e fisionomia, alcune opere di De Chirico, tra cui
Enigma di un pomeriggio dautunno, 1910. Pi in generale noto come
Rossi traesse ispirazione dalle opere di Sironi e De Chirico, come denotano
alcuni suoi disegni TAVOLA 7

11

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NOTE
_______________
1

Historia naturale, 1599.

G. de Chirico, Promontorio, in Il meccanismo del pensiero, Ferrara, 1917.

Questo grande luccio di cui parla de Chirico (ed al quale da una collocazione molto
precisa e dettagliata) pu essere ricollegato alluso, fiorente nel medioevo e presente anche
successivamente, di appendere coccodrilli (o altri animali mostruosi) al centro del soffitto
nelle chiese affinch fungesse da monito per i fedeli (monstrum). TAVOLA 3
A ci inoltre si pu in qualche modo ricollegare il grande coccodrillo disegnato posto al
centro del soffitto della sala principale del Museo di Ferrante Imperato.

Lugli, A., Naturalia et mirabilia. Il collezionismo


Wunderkammern dEuropa, Mazzotta, Roma, 2005.

enciclopedico

nelle

Papini, G., Il tragico quotidiano. Lunachi, Firenze, 1903.

Laspetto ludico si ricollega in modo evidente alla sua produzione ma ancor di pi a quella
del fratello Savinio giocattoli nella stanza.
7

Questa idea in qualche modo stata trattata pi di una volta nellarte contemporanea.
Basti pensare alla Fontana di Duchamp.

Il museo, inteso in senso moderno, un luogo di conservazione e tutela ma laccezione


contemporanea tiene conto dellevoluzione dellidea stessa di museo. Il museo quindi non
pi concepito come luogo di semplice tutela e conservazione, ma anche di fruizione e
promozione verso il pubblico. Questo implica gi in larga scala (purtroppo non ancora nelle
vie di fatto) unintegrazione con la caratteristica multidisciplinare propria del museo
unitamente alla potenzialit degli strumenti tecnologici e multimediali che la nostra epoca ci
offre.

Evidentemente, non si parla esclusivamente di un uomo generico, ma ci si riferisce anche


e soprattutto a de Chirico.

10

La teoria delluomo imperfetto e difettoso in alcune delle sue capacit di percezione della
realt una teoria Nietzscheana.

11
Di evidente influenza schopenhaueriana lidea del teatro, dello spettacolo del mondo, di
cui luomo fa parte e che in parte subisce.

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BIBLIOGRAFIA
_______________

De Chirico, G., Promontorio, in Il Meccanismo del pensiero. A cura di M. Fagiolo, Einaudi,


Torino, 1985;
Lugli, A., Naturalia et mirabilia. Il collezionismo enciclopedico nelle
Wunderkammern dEuropa. Mazzotta Roma, 2005;
Papini, G., Il tragico quotidiano. Lunachi, Firenze, 1903;
Calvesi, M., Mori, G., Art e dossier. Inserto redazionale allegato al n. 28, ottobre
1988;
Calvesi, M., La Metafisica schiarita da de Chirico a Carr, da Morandi a Savinio,
Feltrinelli, Milano, 1982.

Roma, 6 Ottobre 2008

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Tavole di immagini

Museo di Ferrante Imperato

confronto
Ebdmero doveva fuggire.
Fece in barca il giro della sua camera,
respinto sempre agli angoli dalla risacca [...]

TAVOLA 1

Jan van Kessel, Europa, Asia, Africa e America

TAVOLA 2

Coccodrillo appeso alla sommit della navata


nella chiesa di Santa Maria delle Grazie presso Mantova

Museo di Ferrante Imperato, part. del soffitto

TAVOLA 3

Antonio Fantuzzi, Criptoportico, 1545

TAVOLA 4

confronto
Figura di conchiglie, da F.Bonanni
La ricreazione dellocchio
e della mente, 1681

Il condottiero, 1925

TAVOLA 5

confronto
Giuseppe Crespi,
Piccola raccolta di curiosit

Trofeo con la testa di Giove, 1929-30

TAVOLA 6

A.Rossi, Teatro del mondo, 1978

A.Rossi, La macchina modenese, 1983

A.Rossi, Composizione senza titolo,1979

TAVOLA 7

Luna Todaro
contatti:
luna.todaro@gmail.com
cell. 348 019 33 01
fisso 06 81 77 167

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