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Domingo Magaa

Javier A.

LAfrica e la Spagna:
due realt diverse nelloccupazione bizantina
e nellimportazione di capitelli orientali

Abstract Nella decorazione architettonica della Spagna dal IV al VII secolo si


osservano pochi capitelli bizantini importati, in contrasto con quello che
succede in Italia e nel Nord Africa. Daltro lato, tutte le importazioni in
Spagna si trovano fuori dallarea controllata dai Bizantini; la cronologia di
tali importazioni precede il loro arrivo e supera anche la loro espulsione;
esse si localizzano nella stessa zona dove si concentravano le grandi propriet dellaristocrazia spagnola: tutti fattori che permettono di spiegare le
importazioni non con larrivo dei Bizantini ma con la voglia dellaristocrazia
di possedere questi elementi decorativi prestigiosi.
Parole chiave: capitello, visigoto, bizantino, importazione, imitazione.

Introduzione
Quando si analizzano gli elementi della decorazione architettonica
spagnola dal IV al VII secolo, si denota una scarsa importazione di
capitelli bizantini: soltanto 8 esemplari. Questo numero ridotto
contrasta con la gran quantit di capitelli importati presenti in Italia 1 e nel Nord Africa 2, con pi di 250 esemplari tra la seconda
met del V e il VI secolo 3.
Una delle cause di questo esiguo numero di capitelli importati
potrebbe essere la scarsa presenza in Spagna di truppe bizantine,
Domingo Magaa, Escuela Espanola
* Javier A.

de Historia y Arqueologa en
Roma - CSIC.
1. P. PENSABENE, La decorazione architettonica, limpiego del marmo e limportazione di manufatti orientali a Roma, in Italia e in Africa (II-VI d.C.), in A. GIARDINA
(a cura di), Societ romana e impero tardo antico, III. Le merci, gli insediamenti, Bari
1986, p. 347.
2. Ivi, p. 362.
3. Di questi, pi di 200 capitelli sono stati reimpiegati nelle moschee di Kairouan, Sfax, Tozeus, Tuisi e Gafsa, la maggior parte di essi nella Proconsolare e nella
Byzacena: ivi, pp. 299, 362 e 398.
LAfrica romana

XIX,

Sassari 2010, Roma 2012, pp. 1261-1278.

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forse non pi di 5.000 uomini 4, concentrate tutte nella zona costiera del Sud-Est peninsulare per un breve periodo di tempo, dal
552 al 624. Ciononostante, non possiamo concludere che questa sia
lunica causa. Infatti, sappiamo che esisteva in Spagna un importante commercio di prodotti bizantini 5 (alcuni di questi di lusso),
e che laristocrazia peninsulare era attratta dalla cultura orientale, a
tal punto da cercare di imitare nei capitelli delle sue villae i modelli bizantini 6.
Daltro lato, sembra logico pensare che il processo di renovatio
Imperii, promosso da Giustiniano, fosse accompagnato da una politica di esportazione di materiale decorativo, per mostrare in tal
modo fino a dove arrivasse il suo potere. Per questo dobbiamo domandarci se la Spagna era considerata una priorit nellespansione
promossa da Giustiniano o, semplicemente, era concepita soltanto
come una frontiera per proteggere i territori del Nord Africa, zona
molto importante per la produzione del grano. Se cos fosse, si
spiegherebbe la mancanza dinteresse da parte delle officine imperiali a esportare capitelli nella lontana Spagna.
La conquista bizantina della Spagna, una priorit?
Uno dei punti sui quali si basava la politica di Giustiniano era il
diritto alla renovatio Imperii, con il quale cercava di mettere sotto
la sua autorit tutti gli antichi territori che erano appartenuti allImpero romano 7. Questo diritto si sosteneva nellimmagine di
Costantinopoli come la nuova Roma, la Nova Urbs 8, che cercava
di assumere tutto il suo splendore.
Ciononostante, la volont dincorporare la Spagna allImpero di
Giustiniano offre oggi molti problemi dinterpretazione. Infatti, il
4. W. TREADGOLD, Byzantium and Its Army. 284-1081, Stanford 1995, pp. 63 ss.
5. J. VIZCANO, La presencia bizantina en Hispania (siglos VI-VII). La documentacin arqueolgica, (Antigedad y Cristianismo: monografas historicas,

XXIV), Murcia
2009, pp. 289-322 e 599-664.
DOMINGO, La Corte Visigoda de Toledo: entre la tradicin clsica y bizan6. J. A.
tina. Una aproximacin a travs del estudio de sus capiteles, in XV Congreso Internacional de Arqueologa Cristiana Episcopus, Ciuitas, Territorium (Toledo 2008), (cds.).
7. VIZCANO, La presencia, cit., pp. 33-60.
8. P. ALEXANDER, The Strength of Empire and Capital as seen through Byzantine
Eyes, Speculum, 37, 1962, pp. 339-57; S. CALDERONE, Constantinopoli: la seconda
Roma, in Storia di Roma, Let tardoantica, III.I, Crisi e trasformazioni, Torino 1993,
pp. 723-48.

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suo particolare processo di conquista, cos come la piccola estensione di territorio occupato (una stretta fascia della costa sud che
mai fu ampliata 9), fanno dubitare sulle reali intenzioni che avevano
i Bizantini, forse pi preoccupati a difendere i possedimenti del
Nord Africa da un possibile intervento visigoto 10, che non a una
conquista totale della Spagna.
Infatti, non sembra che lintervento bizantino in Spagna che
avvenne soltanto dopo la richiesta di aiuto da parte del re visigoto
Atanagildo, in guerra con Agila il 552 d.C. con linvio di uno
scarso numero di truppe comandate da un gi anziano patrizio, Liberio, che non aveva praticamente nessuna esperienza militare 11,
fosse il miglior modo di affrontare una totale conquista della penisola 12.
Daltro lato, come gi abbiamo accennato, non sembra che il
fenomeno dimportazione di capitelli bizantini sia vincolato alla reale presenza di truppe orientali in un determinato territorio. Se
cos fosse, le prime importazioni bizantine in Spagna non sarebbero anteriori alla prima met del VI secolo e si localizzerebbero nella zona occupata dalle loro truppe, cosa che non accadde.

9. Alcuni autori, come Paul Goubert, sostengono che i Bizantini conquistarono


Cordova, Cadice e il sud dellantica provincia della Lusitania: P. GOUBERT, Byzance
et lEspagne visigothique, REByz, 2, 1944, pp. 5-78. Ciononostante, attualmente si
tende a situare i territori bizantini in una stretta fascia fra Malaga e Cartagena: P.
DAZ, En tierra de nadie: visigodos frente a bizantinos. Reflexiones sobre la frontera, in
I. PREZ MARTN, P. BDENAS DE LA PEA (eds.), Bizancio y la Pennsula Ibrica. De
la Antigedad Tarda a la Edad Moderna, Madrid 2004, p. 41.
10. VIZCANO, La presencia, cit., pp. 44-5; G. RIPOLL, On the Supposed Frontier
between the Regnum Visigothorum and Byzantine Hispania, in The Transformation of
Frontiers. From Late Antiquity to the Carolingians, Leiden 2001, pp. 95 ss.; J. ARCE,

Hispania y el mbito mediterrneo en la poca de Isidoro (siglos VI- VII), in J. GONZALEZ (ed.), Isidoro, Doctor Hispaniae, Sevilla 2002, pp. 24-33.
11. M. MORFAKIDIS, Consideraciones sobre la intervencin bizantina en la Pennsula Ibrica, in Grecia y la Tradicin Clsica, Actas del II Congreso de Neohelenistas de
Iberoamrica, VII Jornadas de Literatura Neogriega (La Laguna 2001), La Laguna 2002,
p. 650.
12. Alcuni autori, invece, pensano che vi fu unautentica volont di conquistare
tutta la penisola, stroncata per alcuni motivi, come la peste del 558 e la grave crisi
economica che ne deriv: E. A. THOMPSON, Los godos en Espaa, Madrid 1971, p.
372; F. SALVADOR VENTURA, Reflexiones sobre las causas de la intervencin bizantina en la Pennsula, (Antigedad y Cristianismo: monografas historicas,

III), 1986,
pp. 69-71.

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Localizzazione e cronologia dei capitelli bizantini in Spagna


Le importazioni di capitelli bizantini in Spagna sono molto scarse:
soltanto 8 tra il V e il VII secolo. Di questi, i pi antichi sono i 4
esemplari reimpiegati nella chiesa mozarabica di San Cebrin de Mazote (Valladolid) 13 (FIG. 1, a-d), che appartengono al modello corinzio bizantino 14 prodotto nelle cave del Proconneso dallet teodosiana fino alla met del V secolo 15. In questi la corolla inferiore di foglie appare rilavorata dagli stessi artigiani mozarabici che costruirono
la chiesa nel X secolo 16. Capitelli molto simili a questi si trovano
reimpiegati nella chiesa di Santa Maria in Domnica a Roma (costruita nellVIII secolo e ricostruita nella prima met del IX) con la corolla inferiore di foglie anchessa rielaborata in epoca altomedievale 17
(FIG. 1, e); uno di questi capitelli la presenta ancora sbozzata (FIG.
1, f). Questo fatto potrebbe indicare che i capitelli arrivarono a
Roma nel V secolo in uno stato di semilavorato, incompiuto, non essendo totalmente completati fino al loro ultimo reimpiego nella chiesa romana 18. Molto probabilmente la storia dei capitelli di San Cebrin de Mazote simile a questa: arrivati dalle cave del Proconneso
non del tutto finiti, furono completati solamente al momento della
loro collocazione nellinterno della chiesa del X secolo 19.
Altri due capitelli bizantini in Spagna si trovano reimpiegati,
13. S. NOACK, Typologische Untersuchungen zu den mozarabischen Kapitellen von

San Cebrin de Mazote (Prov. Valladolid), MM, 26, 1985, tavv. 75a-f, 76a-f; J. A.
DOMINGO, Capiteles tardorromanos y altomedievales de Hispania (ss. IV-VIII d.C.), tesis
doctoral, Universitat Rovira i Virgili, Tarragona 2006, n. MOZ0 51-054. Questa chiesa
fu edificata nellanno 916; F. OLAGUER-FELI, Arte medieval espaol hasta el ao
1000, Madrid 1998, p. 248.
14. C. BARSANTI, Lesportazione di marmi dal Proconneso nelle regioni pontiche
durante il IV-VI secolo, RIA, s. III, anno XII, 1989, pp. 111-25.
15. P. PENSABENE, Il reimpiego a Santa Maria in Domnica, in A. ENGLEN
(coord.), Caelius I. Santa Maria in Domnica, San Tommaso in Formis e il Clivus Scauri, Roma 2003, p. 173, fig. 20.
16. DOMINGO, Capiteles tardorromanos, cit., pp. 343-5; ID., La Corte Visigoda,
cit. Rispetto alle influenze che possono osservarsi nei capitelli mozarabici, cfr. ID.,
Los capiteles de la iglesia de San Miguel de Escalada (Len, Espaa). Perpetuadores de
una tradicin tardovisigoda?, RAC , LXXXV, 2009, pp. 261-92.
17. PENSABENE, Il reimpiego, cit., p. 173.
18. Ivi, p. 176.
19. Non impensabile che questi capitelli arrivassero in Spagna in et altomedievale, provenienti dallo stesso magazzino di Roma dove si conservavano i capitelli
DOMINGO, La reureimpiegati nella chiesa di Santa Maria in Domnica a Roma: J. A.
tilizacin de material decorativo clsico durante la tardoantigedad y el altomedioevo en

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uno nella chiesa di Bamba (Valladolid) (FIG. 2, a) 20 e laltro come


fontana nella localit di Villagonzalo (Segovia) (FIG. 2, b) 21. Entrambi appartengono al modello bizantino denominato a medaglione 22 e hanno la stessa cronologia, fra la seconda met del V
secolo e la prima met del VI secolo. Un altro capitello si trova
nella chiesa del Cristo de la Vega di Toledo, del tipo detto con
due corolle (FIG. 2, c), e si pu datare nel V-VI secolo 23. Infine,
nelle isole Baleari c un ottavo capitello importato, attualmente
nel Museo Diocesano di Majorca (FIG. 2, d) 24. Questo appartiene
al tipo bizantino a imposta 25 e la sua cronologia pu situarsi fra
la seconda met del VI e il VII secolo 26. Daltra parte, non possiamo dimenticare che i capitelli bizantini della zona di Barcellona
(FIG. 3, a-e) due nella chiesa di Sant Just i Sant Pastor 27, uno
Catalua, in Tarraco: construcci i arquitectura duna capital provincial romana. Congrs
Internacional en homenatge a Theodor Hauschild (Tarragona 2009), Tarragona (cds.).
20. H. SCHLUNK, Relaciones entre la pennsula ibrica y Bizancio durante la poca
visigoda, AEspA, XVIII, 1945, p. 193, fig. 23; J. M. BERMDEZ CANO, Una propuesta
metodolgica para el estudio de los capiteles preislmicos y emirales, Anales de Arqueologa Cordobesa, 8, 1997, p. 136, n. 8; DOMINGO, Capiteles tardorromanos, cit.,
n. CEN043. Immagine da SCHLUNK, Relaciones entre, cit., fig. 23.
21. Immagine da J. F. BLANCO GARCA, Aproximacin a la Cauca del bajo imperio, in Congreso Internacional La Hispania de Teodosio, (Segova-Loca 1995) 1997,
p. 390, fig. 1.
22. F. W. DEICHMANN, Ravenna, Hauptstadt des spaetantiken Abendlan, des I.
Geschichte und Monumente, Weisbaden 1969, p. 65; BARSANTI, Lesportazione di marmi, cit., pp. 135-8; S. MINGUZZI, Catalogo delle tipologie di capitelli e plutei, in I. FAVARETTO (a cura di), Marmi della basilica di San Marco. Capitelli, plutei, rivestimenti,
arredi, Milano 2000, p. 128.
23. In un lavoro precedente abbiamo datato per errore questo capitello nel IV secolo: DOMINGO, Capiteles tardorromanos, cit., n. TOL038. Paralleli in P. PENSABENE,
Elementi architettonici di Alessandria e di altri siti egiziani, in N. BONACASA (a cura di),
Repertorio darte dellEgitto greco-romano, s. C, vol. III, Roma 1993, nn. 483-5.
24. Alcuni autori pensano che potrebbe essere di fattura locale: VIZCANO, La
presencia, cit., pp. 484-7. Immagine da B. TORACENA AQUIRRE, P. BATTLE HUGUER,
H. SCHLUNK, Arte visigodo, arte asturiano, (Ars Hispaniae II), Madrid 1947, fig. 246.
25. BARSANTI, Lesportazione di marmi, cit., pp. 170-84.
26. TARACENA AQUIRRE, BOTTLE HUGUER, SCHLUNK, Arte visigodo, cit., p. 243.
Loccupazione bizantina di queste isole va dal 534 circa allinizio dellVIII secolo d.C.;
tuttavia, alcune fonti segnalano una dipendenza bizantina ancora allinizio del X secolo:
VIZCANO, La presencia, cit., pp. 262-4.
27. M. GURDIA Y PONS, Lescultura monumental i decorativa, in P. PALOL
(dir.), Del Rom al Romnic. Histria, Art i Cultura de la Tarraconense Mediterrnia
entre els segles IV i X, Barcelona 1999, p. 244, nn. 21-2; SCHLUNK, Relaciones entre,
cit., p. 201.

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Fig. 1: Capitelli bizantini in Spagna e in Italia: a-d) dalla chiesa di San Cebrin de
Mazote (Valladolid); e-f) dalla chiesa di Santa Maria in Domnica a Roma.

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Fig. 2: Capitelli bizantini in Spagna: a) dalla chiesa di Bamba (Valladolid); b)


capitello reimpiegato in una fontana di Villagonzalo (Segovia); c) dalla chiesa
del Cristo de la Vega di Toledo; d) dal Museo Diocesano di Majorca.

nel Museu Comarcal de Matar 28, un altro nel Museu dArqueologia de Catalunya, proveniente dalla chiesa di San Polyeuktos di
Costantinopoli 29, e un altro trovato nella strada Aviny di Barcellona 30 arrivarono nel Medioevo come trofeo di guerra 31 e, pertanto, non possono essere considerati importazioni antiche.
A queste scarse importazioni bizantine ne possiamo aggiungere
altre provenienti dOriente. Una di queste procede da Gabia la
Grande (Granada), sicuramente un battistero sotterraneo del V se28. GURDIA Y PONS, Lescultura monumental, cit., p. 243, n. 20; H. SCHLUNK,
Byzantinische Bauplastik aus Spanien, MM, 5, 1964, tav. 65.
29. R. M. HARRISON, A Constantinopolitan capital in Barcelona, DOP, 27,
1973, pp. 297-300; R. M. HARRISON, Excavations at Sarahane in Istanbul, Princeton
1986, figg. 132-3.
30. J. GIMENO, Estudios de arquitectura y urbanismo en las ciudades romanas del
nordeste de Hispania, tesis Doctoral, Universidad Complutense de Madrid 1991, p.
1046; PENSABENE, La decorazione architettonica, cit., p. 353, fig. 21d.
31. SCHLUNK, Byzantinische, cit., pp. 234-54.

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Fig. 3: Capitelli bizantini nellarea di Barcellona: a-b) dalla chiesa di Sant Just i
Sant Pastor di Barcellona; c) dal Museu de Matar, n. inv. 5.446; d) dal Museu
dArqueologia de Catalunya, n. inv. 7.542, proveniente dalla chiesa di San Polyeuktos di Costantinopoli; e) dal Museu dArqueologia de Catalunya, n. inv. 19.060,
proveniente dalla strada Aviny di Barcellona.

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colo che presentava i muri e i pavimenti rivestiti di marmi, mosaici


e opus sectile 32. Fra questi elementi di decorazione si trova un capitello di lesena con foglie dacanto di tipo orientale che possiamo
datare fra la seconda met del IV e il V secolo 33 (FIG. 4, a). Questo capitello stato lavorato secondo la tecnica denominata champlev che si documenta per la prima volta in alcune produzioni
orientali del II-III secolo 34, ma che si sviluppa sopratutto nellisola
di Cipro nel V secolo 35. Un altro frammento di capitello lavorato
secondo la stessa tecnica proviene dalla citt di Italica (Siviglia) 36,
da dove provengono anche otto rilievi di marmo bianco lavorati
allo stesso modo 37. Tutti questi elementi, sicuramente importati, si
concentrano nel Sud peninsulare, zona che manteneva i rapporti
commerciali pi intensi con il mondo orientale 38.
Possiamo aggiungere anche alcuni piccoli capitelli importati appartenenti sicuramente a stipites di altare. Due di loro, molto simili
uno dalla basilica settentrionale della necropoli paleocristiana di
Tarragona 39 (FIG. 4, b) e laltro dalla localit di Velilla de Ebro
32. SCHLUNK, Arte visigodo, cit., p. 236; J. C. GORGES, Les Villas HispanoRomaines. Inventaire et problmatique archologique, Paris 1979, p. 262; M. A. UTRERO AGUDO, Iglesias tardoantiguas y altomedievales en la pennsula Ibrica. Anlisis arqueolgico y sistemas de abovedamiento, Anejos de AEspA, XL, 2006, p. 443.
33. M. A. GUTIRREZ BEHEMERID, Capiteles romanos de la Pennsula Ibrica, Valladolid 1992, p. 202, n. 893; M. ROSEN-AYALON, Notes on a Particular Technique of
Architectural Decoration, IEJ, 24, 1974, p. 233; SCHLUNK, Arte visigodo, cit., p. 237,
fig. 244.
34. S. BOYD, A Little-Known Technique of Architectural Sculpture: Champlev
Reliefs from Cyprus, in XVI Internationaler Byzantinistenkongress, Akten II/5, JoB,

n.
32/5, 1982, p. 313.
35. S. BOYD, Champlev Production in Early Byzantine Cyprus, in N. PATTERSON,
CH. MOSS (eds.), Medieval Cyprus. Studies in Art, Architecture, and History in Memory of Doula Mouriki, Princeton 1999, p. 62; P. AUPERT, A. HERMARY, Rapport sur

les travaux de la Mission de lEcole


Franaise Amathonte, BCH, CIV, 1980,
pp. 805-22.
36. S. AHRENS, Die Architekturdekoration von Italica, Iberia Archaeologica, 6,
2005, pp. 104, 175, n. G27, tav. 41d.
37. A. GARCA Y BELLIDO, Esculturas romanas de Espaa y Portugal, Madrid
1949, pp. 390-1, n. 394; S. A. BOYD, A Note on Some Mythological Reliefs Carved in
Champlev, Travaux et Mmoires, 15, Paris 2005, pp. 443-54.
38. L. OLMO ENCISO, El reino visigodo de Toledo y los territorios bizantinos. Datos sobre la heterogeneidad de la Pennsula Ibrica, in Coloquio hispano-italiano de arqueologa medieval, (La Alhambra 1990), Granada 1992, pp. 190-4.
39. J. LPEZ VILAR, Les basliques paleocristianes del suburbi occidental de Tarraco. El temple septentrional i el complex martirial de Sant Fructus, Tarragona 2006, p.

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(Saragozza) 40 (FIG. 4, c) trovano un parallelo quasi identico nella


basilica cristiana di Dinogetia (Romania) 41, dove si trova un capitello sicuramente importato dallOriente. Un terzo capitello che
trova numerosi paralleli in esemplari bizantini fu trovato negli scavi
della villa di Centcelles (Tarragona) 42 (FIG. 4, d).
In conclusione, si osserva come quasi tutti i capitelli importati si
trovano lontano dalle zone occupate dai Bizantini (FIG. 7), e alcuni
di loro potrebbero essere arrivati prima delloccupazione del Sud peninsulare verso la met del VI secolo. Inoltre, tutti i capitelli bizantini di colonna si concentrano nel Centro-Nord della penisola tranne quello dalle Baleari , nella stessa zona dove si concentravano
molte delle propriet delle famiglie aristocratiche ispaniche 43. Cos,
la presenza di questi capitelli importati deve mettersi in rapporto
non tanto con la presenza dei Bizantini nel Sud, quanto con la presenza di queste grandi famiglie aristocratiche nel Centro-Nord.
Imitazioni locali delle produzioni bizantine
Elencare qui tutte le imitazioni di capitelli bizantini prodotte dalle
officine locali ispaniche un lavoro che supera largomento di questo studio, perci parleremo soltanto di quelle pi importanti. Ciononostante, queste produzioni locali ispaniche non provano mai a imitare esattamente i modelli bizantini, bens creano dei modelli ispirati
ad esse, come se ci fosse una premeditata volont di creare nuovi
modelli tramite la fusione delle tradizioni orientali e autoctone 44.
Tale fenomeno si osserva anche in altre regioni mediterranee,
126, figg. 137, 223; J. A. DOMINGO, Talleres locales e influencias orientales en el nordeste peninsular en poca paleocristiana y visigoda. Tres posibles stipites de altar,
Pyrenae, 41.1, 2010, pp. 146-8, fig. 3a.
40. Immagine da LPEZ VILAR, Les basliques, cit., p. 126, fig. 139.
41. DOMINGO, Talleres locales, cit., p. 148, fig. 4, et vide I. BARNEA, Les monuments palochrtiens de Roumanie, Citt del Vaticano 1977, pp. 155-6, 211-2,
fig. 77/2.
42. DOMINGO, Talleres locales, cit., pp. 146-8, fig. 3b.
43. J. CARROBLES, Toledo 284-546. Los orgenes de la capitalidad visigoda, in J.
CARROBLES, R. BARROSO, J. MORN, F. VALDS, Regia Sedes Toletana. La topografa de
la ciudad de Toledo en la tarda antigedad y alta edad media, Toledo 2007, pp.
45-92; A. CHAVARA ARNAU, El final de las villae en Hispania (siglos IV-VII d.C.), Bibliothque de lAntiquit Tardive, 7, 2007, p. 40. Ciononostante, non escluso che
queste propriet imperiali si localizzassero nella Lusitania: J. ARCE, Brbaros y Romanos en Hispania (400-507 A.D.), Madrid 2005, p. 45.
44. DOMINGO, Talleres locales, cit., pp. 141-60.

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Fig. 4: Capitelli orientali in Spagna: a) da Gabia la Grande (Granada); b)


dalla basilica settentrionale della necropoli paleocristiana di Tarragona; c)
da Velilla de Ebro (Saragoza); d) dalla villa di Centcelles (Tarragona).

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soprattutto in quelle pi periferiche rispetto al centro del potere


bizantino; possono servire desempio i capitelli prodotti in alcune
zone dEgitto, della Siria settentrionale o del Nord Africa 45. In
essi si effettua una semplificazione di molti motivi decorativi e allo
stesso tempo si mantengono alcune tradizioni antiche, come la conservazione delle elici o del calicetto 46. Invece, nelle zone di pi
forte influsso bizantino le imitazioni che si producono assomigliano
straordinariamente agli originali, come succede per esempio nelle
citt di Ravenna 47 e di Alessandria dEgitto 48.
Nelle imitazioni realizzate in Spagna si mantengono alcune tradizioni antiche, come la fusione del modello di capitello corinzio classico romano con la presenza di foglie dacanto ispirate alle produzioni costantinopolitane 49. Le prime imitazioni documentate in Spagna
risalgono al IV secolo, come quelle presenti nella villa di Carranque
(Toledo). Alcuni capitelli corinzi della villa 50 (FIG. 5, a), lavorati con
marmo spagnolo di Estremoz 51, prendono ispirazione dai modelli costantinopolitani dellarco teodosiano del Forum Tauri di Costantinopoli 52. Poco dopo, tra la fine del IV e gli inizi del V secolo, si trovano altre imitazioni, soprattutto per quanto riguarda le foglie dacanto, in capitelli di Merida 53, Italica (Siviglia) 54 e del monastero di
Nuestra Seora de la Hermida, a Quiroga (Lugo) 55 (FIG. 5, b), da
45. Imitazioni dai modelli bizantini sono prodotte dalle officine locali di Segermos, Mactar, Timgad, Sbeitla ecc. Nel V-VI secolo, molte di esse sono reimpiegate anche nella moschea di Kairouan: PENSABENE, La decorazione architettonica, cit., p. 299,
fig. 49.
46. Ivi, p. 406.
47. J. BECKWITH, Arte Paleocristiano y Bizantino, Madrid 1997, p. 117.
48. PENSABENE, Elementi architettonici, cit., pp. 49-71, 172.
49. In alcuni monasteri egiziani si potuto osservare come questo distacco dai
modelli ufficiali potrebbe essere intenzionale: ivi, p. 173.
50. B. PATN, Materiales del yacimiento de Carranque, in Hispania. El legado de
Roma, Catlogo de la Exposicin, Zaragoza 1999, p. 603, n. 262; DOMINGO, Capiteles
tardorromanos, cit., n. CEN008-010.
51. I. ROD, Els marbres de Carranque, in Carranque. Esplendor de la Hispnia
de Teodosi, Catleg de la Exposici, Museu dArqueologa de Catalunya, Barcelona
2001, pp. 97-8.
52. BARSANTI, Lesportazione di marmi, cit., p. 122.
53. DOMINGO, Capiteles tardorromanos, cit., n. MER025-026.
54. GUTIRREZ BEHEMERID, Capiteles romanos, cit., p. 192, n. 835.
55. H. SCHLUNK, Los monumentos paleocristianos de Gallaecia, especialmente los
de la provincia de Lugo, in Actas del Coloquio Internacional sobre el Bimilenario de
Lugo (Lugo 1976), Lugo 1977, pp. 202-3, figg. 29-30.

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Fig. 5: Principali imitazioni dei modelli costantinopolitani: a) capitello corinzio


della villa di Carranque (Toledo); b) dal monastero di Nuestra Seora de la Hermida, nella localit di Quiroga (Lugo); c) dal Museo Arqueolgico de Murcia; d)
capitello corinzio di Guadix (Jan); e) dalla villa di Quintanares (Soria); f) capitello corinzio bizantino del Museo di Alessandria dEgitto.

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dove proviene un capitello ispirato chiaramente da quelli di Carranque 56.


Nel periodo della presenza bizantina in Spagna si trovano anche
imitazioni nel Sud-Est peninsulare. Quelle pi importanti sono: un
capitello che si trova oggi nel Museo Arqueolgico de Murcia (FIG.
5, c) che deriva dal modello con volute a V e a lira 57, del VI secolo 58, e un capitello della stessa cronologia di Guadix (Jan) 59 (FIG.
5, d) che deriva dal modello corinzio bizantino (FIG. 5, f) 60. Tuttavia, a partire dal VI secolo la maggior parte delle imitazioni si trovano nella zona centro-peninsulare, nei dintorni di Toledo. Fra queste
possiamo segnalare un capitello del VI secolo della villa di Quintanares (Soria) (FIG. 5, e) che reinterpreta il modello corinzio bizantino
(FIG. 5, f); un capitello della fine del VI-VII secolo reimpiegato nella
chiesa di Santa Eulalia e di San Marco di Toledo (FIG. 6, a) che
reinterpreta il modello corinzio bizantino con foglie dacanto mosse
dal vento (FIG. 6, b); un capitello del VII secolo reimpiegato nella
chiesa del Cristo de la Luz di Toledo (FIG. 6, c) che reinterpreta il
modello bizonale (FIG. 6, d), e un capitello della fine del VI-VII secolo di Toledo, oggi a Madrid (FIG. 6, e), che reinterpreta il modello
di capitello-imposta (FIG. 6, f). Inoltre, possiamo segnalare fuori dalla
zona di Toledo un capitello del VI-VII secolo, oggi nella chiesa di Talavera la Real (Badajoz) 61 (FIG. 6, g) che reinterpreta il modello con
volute a V o a lira (FIG. 6, h) 62.
Alcune di queste imitazioni sono leggermente anteriori alle prime importazioni di capitelli bizantini che abbiamo conservato. Alcune di esse imitano modelli bizantini dei quali non conosciamo
nessuna importazione in Spagna. Questo ci fa pensare che le importazioni bizantine furono sicuramente pi abbondanti di quelle
che abbiamo documentato.

56. DOMINGO, La Corte Visigoda, cit.


57. BARSANTI, Lesportazione di marmi, cit., pp. 125-35.
58. A. MARTNEZ RODRGUEZ, Capiteles tardoantiguos en el Museo Arqueolgico
de Murcia, Verdolay, 1, 1989, pp. 193-4, n. 8, fig. 5, lm. 5.
59. DOMINGO, Capiteles tardorromanos, cit., n. ASP052; GUTIRREZ BEHEMERID,
Capiteles romanos, cit., n. 929.
60. Immagine da PENSABENE, Elementi architettonici, cit., n. 490, della seconda
met del V o primi decenni del VI secolo.
61. DOMINGO, Capiteles tardorromanos, cit., n. OES043.
62. BARSANTI, Lesportazione di marmi, cit., pp. 125-35. Immagine da PENSABENE, Elementi architettonici, cit., n. 517, del V secolo.

LAfrica e la Spagna

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Fig. 6: Principali imitazioni dei modelli costantinopolitani dellarea di Toledo: a) dalla chiesa di Santa Eulalia e di San Marco (Toledo); b) capitello
corinzio con foglie dacanto mosse dal vento della basilica di San Marco
a Venezia; c) dalla chiesa del Cristo de la Luz (Toledo); d) capitello bizonale della basilica di San Marco a Venezia; e) da Toledo, oggi allIstituto
Don Juan di Madrid; f) capitello-imposta della basilica di San Marco a Venezia; g) dalla chiesa di Talavera la Real (Badajoz); h) capitello con volute
a V o a lira nel Museo Copto del Cairo.

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Javier A.

Fig. 7: Localizzazione delle importazioni e delle imitazioni dei capitelli bizantini.

Conclusioni
Le importazioni di capitelli bizantini non devono vincolarsi alla
presenza di truppe bizantine in Spagna; infatti le testimonianze di
queste importazioni si trovano tutte al di fuori dellarea controllata
da queste ultime (FIG. 7) e la loro cronologia precede larrivo dei
Bizantini e supera anche la loro espulsione. Questi capitelli giungono sicuramente tramite le grandi famiglie aristocratiche che abitano
in prevalenza nel centro-nord della penisola, intorno a Toledo, capitale del regno visigoto dal VI secolo.
Gi dalla fine del IV secolo, quando lispanico Teodosio governava lImpero, abbiamo le prime imitazioni di modelli costantinopolitani che dovevano riprodurre, in forma pi o meno libera, alcune
importazioni che purtroppo non sono oggi conservate. Poco dopo
invece abbiamo testimonianza delle prime importazioni: i capitelli
reimpiegati nella chiesa di San Cebrin de Mazote. Tuttavia il momento pi importante per lo sviluppo dei modelli bizantini in Spagna si registra nel VI-VII secolo, anche con la presenza di due perso-

LAfrica e la Spagna

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naggi: il re Leovigildo (568-586 d.C.), amante della cultura bizantina


fino al punto di riorganizzare il proprio regno secondo questultima 63, e il vescovo Fidel di Mrida (560-571 d.C.), dorigine orientale e promotore della costruzione di molti edifici a Mrida che seguono un modello architettonico e decorativo bizantino 64.

63. M. R. VALVERDE, Ideologa, simbolismo y ejercicio del poder real en la monarqua visigoda: un proceso de cambio, Salamanca 2000, pp. 181-95.
64. J. GARVIN, The Vitas Sanctorum Patrum Emeritensium, Washington 1946; J.
ARCE, The City of Merida (Emerita) in the Vitas Patrum Emeritensium (VI A.D.), in
E. CHRYSOS, I. WOOD (eds.), East and West: Modes of Communication, Leiden 1999,
pp. 1-14; M. CRUZ VILLALN, Mrida Visigoda. La escultura arquitectnica y litrgica,
Badajoz 1985, pp. 27-38.

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