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IT
CARRUBE
Ceratonia Siliqua L. - (Carrubo)

Il genere Ceratonia appartiene alla famiglia delle Fabaceae. L'unica specie italiana del genere Ceratonia
siliqua L., albero sempreverde, tozzo a chioma espansa, ramificato in alto e noto col nome di carrubo.
L'utilizzo del frutto della Ceratonia siliqua nell'area mediterranea rivolto specialmente all'alimentazione
animale (specialmente dei cavalli) e solo occasionalmente per quella umana. Nelle zone di grande
produzione vengono usati anche per la distillazione di alcol etilico.
Simile al bacello del fagiolo, ma dalle dimensioni maggiori e dal colore brunastro, la carruba un frutto
che dopo aver dato per secoli il suo apporto alimentare a uomini e animali finito nel dimenticatoio dei
ricordi, sacrificato sullaltare del benessere. Difficilmente reperibile in commercio, fatti salvo i banchi di
frutta secca e candita delle sagre paesane, la carruba il frutto di un possente sempreverde che pu arrivare
fino ai 500 anni di et, superare agevolmente i 10 metri di altezza e produrre 2 quintali di frutti per raccolto.
Frutti che sono stati riscoperti dallindustria alimentare attorno agli anni 80 per la produzione del carcao,
succedaneo del cacao a basso contenuto di grassi, del semolato, la farina ottenuta dalla polpa, e di un
versatile addensante, ottenuto dai semi e usato in pasticceria per biscotti, sciroppi, basi per il gelato e
barrette dietetiche. Ottime, queste ultime, per soddisfare la voglia di dolce e di cioccolato senza assumere le
notevoli quantit di grassi del tradizionale cioccolato ottenuto dal cacao. Della carruba, infine, una curiosit
legata al peso dei semi contenuti nel bacello. Ognuno di loro pesa un quinto di grammo e furono usati per
secoli come unit di misura per pesare le pietre preziose che, ancora oggi, si comprano e si vendono a
carato. Antica trasposizione araba (qirat) dal greco kration che, appunto, definiva la carruba.
Il termine carrubo o carrubio deriva dalla parola araba harruba. Il carrubo un albero sempre verde
spontaneo, tipico della macchia mediterranea, appartenente alla famiglia delle Papillonacee Cesalpinioidee,
che in parole meno colte significa che una leguminacea come i fagioli. Nella sua lunga vita, lalbero tra
i pi longevi, pu raggiungere laltezza di 12 metri e un diametro di ben oltre 2 metri.
La carruba o caruba il frutto del carrubo, un albero sempreverde originario dell'Arabia e diffuso nelle
regioni mediterranee pi calde. I frutti prodotti da questa pianta sono legumi indeiscenti lunghi circa 15
centimetri e contenenti semi durissimi, rotondi ed appaiatiti. I semi del carrubo (o carubo) vengono

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chiamati carati per via della loro sorprendente uniformit in peso. Ognuno di loro pesa esattamente 1/5 di
grammo e nell'antichit venivano utilizzati per pesare preziosi ed oggetti di valore.

Il carrubo viene coltivato soprattutto in Spagna, Portogallo, Africa settentrionale ed in alcuni Paesi del
Medio Oriente. In Italia piantagioni di carrubi impreziosiscono l'ambiente dei territori costieri della Liguria
e di un po' tutto il Centrosud.
I frutti del carrubo sono destinati sia all'alimentazione del bestiame che a quella umana. In quest'ultimo
caso viene utilizzata la farina, ottenuta dalla macinazione dei semi. Essa trova impiego soprattutto
nell'industria dolciaria e delle conserve alimentari. Questo ingrediente, talvolta indicato con la sigla E410,
ha infatti la capacit di assorbire acqua per 50-100 volte il suo peso. Per questo motivo la farina dei semi di
carrube viene utilizzata come addensante in molte preparazioni alimentari, comprese le carni in scatola. In
particolari situazioni, proprio grazie a questa sua capacit di assorbire acqua, la farina di carrube un
eccellente antidiarroico. Al contrario, il consumo di polpa fresca ha una blanda azione lassativa.
Al di l del contesto prettamente industriale la carruba "un frutto dimenticato" e come tale di difficile
reperibilit. Generalmente viene venduta insieme alla frutta secca o a prodotti tipici del Centrosud, talvolta
con costi proibitivi.
La polpa di carruba ha un sapore dolciastro che ricorda vagamente quello del cioccolato. A differenza di
quest'ultimo molto meno calorica e pi ricca di fibre, vitamine (riboflavina) e minerali (calcio, potassio,
rame e manganese). L'assenza di sostanze psicoattive, come la caffeina e la teobromina, rende le carrube il
sostituto ideale del cioccolato per chi soffre di allergie o ipersensibilit verso tali sostanze. L'elevato
contenuto in fibre la rende un alimento particolarmente saziante, capace di coniugare sapore e benessere.
Anche i semi sono commestibili e da essi si ricava una farina ricca di proteine che non contiene nessun
amido o zucchero ed ideale per diabetici.
Se mischiata con grassi saturi come quelli contenuti nel burro o negli oli tropicali la farina di carrube d
origine ad un prodotto ancor pi simile per sapore e consistenza al cioccolato tradizionale.

Ovunque si richiama al Carrubo il Pane di San Giovanni, poich dice la leggenda che il Battista non
prendeva altro alimento che il frutto di questo albero. A chi gli chiese il perch, rispose che quell'albero,
essendo lunare, andava nella sua evoluzione a trasformarsi in solare, del quale era simbolo il Battesimo e la
Redenzione.

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Ceratonia Siliqua L. - (Carrubo bonsai)


RICETTE CON CARRUBE
MASTAZZOLA DI CARRUI
Ingredienti:
Farina
2 Kg di carrube
50 g. di zucchero
buccia d' arancia abbrustolita
pepe nero
Preparazione:
Tagliare le carrube a pezzetti e lasciarle cuocere in 2 litri d'acqua per circa un'ora.
Togliere le carrube dall'acqua, aggiungere al decotto lo zucchero e fare bollire.
In una terrina a parte, mescolare la farina, un p di cannella, pepe e bucce d'arance.
Aggiungere il composto al decotto zuccherato.
Quando il tutto risulter ben denso stendere in una spianatoia, dare la classica forma
a rombi e infornare.
MOSTACCIOLI ALLA CARRUBA
300 gr. miele;
500 gr. sciroppo di carruba;
150 gr. mandorle tostata;
Scorza d'arancio a pezzetti;
Farina q.b.
Sciogliete lo sciroppo e iI miele a fuoco lento; aggiungete i rimanenti ingredienti fimo ad ottenere una pasta
liscia. Stirate Ia pasta fino a formare del lunghi cilindri che taglierate in piccoli rombi. Metteli in forno a
215 per 13/14 minuti.
CARAMELLI DI CARRUI
Ingredienti:
Gr. 500 di carrubbe mature
Gr. 500 di zucchero
1/2 litro di acqua
Tempo di preparazione: 60 minuti
Preparazione:
mettere in una pentola le carrube spezzate con mezzo litro di acqua e farle cuocere fino a ridurre il litro
circa la met (gr 250). Togliere dal fuoco, lasciarle raffreddare e lasciarle al setaccio. In una pentola,

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mettere lo zucchero e farlo sciogliere a fiamma bassa fino a quando assume un colore ambrato. A questo
punto, amalgamare il passato di carrubo (compreso il liquido di cottura), fare cuocere ancora per qualche
minuto. Sistemare gli appositi stampini quadrati su di un marmo unto d'olio, versarvi il composto, lasciare
raffreddare e avvolgere le caramelle in Carta paraffina per conservarle meglio.
IELU DI CARRUI
Ingredienti:
carrube mature
acqua q.b.
gr. 100 di amido per ogni litro di succo di carrube
Tempo di preparazione: 10 minuti
Cottura: 25 minuti
Preparazione:
prendere le carrube, spezzettarle, metterle in un contenitore e coprirle con acqua, lasciandole in infusione
per 24 ore. A questo punto, mettere le carrube con tutta l'acqua sul fuoco e far cuocere a fiamma bassissima
per venti minuti ( a partire dal Momento dell'ebollizione). Levare dal fuoco, far raffreddare e filtrare il
succo, misurarlo e per ogni litro aggiungere gr. 100 di amido. Rimettere sul fuoco e far addensare
mescolando sempre, versare il budino cos ottenuto, negli appositi stampi e conservare in frigo. Servire
freddo.
CREMA DI CARRUBA
preparazione: si lasciano le carrube spezzettate a bagnomaria per 48 ore. Si fanno bollire per 10 minuti e si
spegne il fuoco. Quando il liquido tiepido si versa una manciata di cenere di legna o di sarmenti, agitando
il tutto dopo aver schiacciato le carrube. Si lascia riposare ancora per 24 ore. Si filtra il liquido trasparente e
lo si fa bollire fino a ridurlo a un terzo del volume iniziale, aggiungendo scorze di arancia.

GNOCCHI DI CARRUBA
800 gr. di farina di grano duro;
200 gr. di farina di carruba;
1 uovo;
1/4 di litro d'acqua;
un pizzico di sale.
Versate la farina a fontana sulla spianatoia, mettere al centro l'uovo l'acqua e il sale e lavorare l'impasto fino
a renderlo liscio. Spianare la pasta fino a ottenere uno spessore di 1 cm circa. Tagliare la pasta a listarelle e
procedere nel modo consueto incavando a mano gli gnocchi, o mediante apposita macchinetta.
N.B. Per lasagne, tagliatelle, fettuccine, sfoglia, ravioli, raviolini etc. Le dosi di farina di carruba sono
identiche, si aggiunge solo qualche uovo in pi.
TAGLIATELLE ALLA CARRUBA
Dose per un kg. di impasto:
800 gr. farina di grano duro;
200 gr. farina di polpa di carruba;
10 uova;
un pizzico di sale.

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Versare Ia farina a fontana sulla spianatoria; mettere al centro l'uovo e il sale e lavorare l'impasto.
Lavorare Ia pasta fino a ottenere una sfoglia sottile. Lasciatela asciugare q.b. e ricavarne nel modo consueto
delle tagliatelle.
Per il condimento:
300 gr. bottarga di tonno;
2 spicchi d'aglio;
olio extra vergine doliva;
prezzemolo;
buccia darancia o limone gratt.
1/2 bicchiere di vino biano secco.
Soifriggere l'aglio e la bottarga (gr. 250) nell'olio d'oliva; aggiungere il vino bianco e lasciare evaporare.
Versare Ia pasta precedentemente cotta e scolata, lasciare insaporire, prima di servire spolverizzare il tutto
con prezzemolo tritato, buccia d'arancia e bottarga finemente grattugiate.
RISOTTO ALLA CARRUBA
500 gr. di riso;
60 gr. di farina di carruba;
60 gr. di noci grattugiate;
100 gr. di funghi porcini;
100 gr. di panna da cucina;
100 gr. di burro.
Soffrigere I funghi nel burro, aggiungere Ie noci grattugiate e Ia farina di carruba. Versare il riso nel
soffritto e mescolare aggiungendo, poco alla volta, un litro di brodo. A cottura ultimata condire con Ia
panna e servire su un piatto da portata spolverizando il riso con un velo di carruba.
RAVIOLI DI RICOTTA
1 kg. di ricotta;
1 uovo;
un pizzico di sale;
60 gr. di farina di carruba;
40 gr. di noci grattuggiate.
Mescolare insieme gli ingredienti per il ripieno quindi procedere nel modo consueto per l'impasto della
sfoglia con le dosi della ricetta precedente.
BISCOTTI ALLE CARRUBE
1 kg. farina 00;
300 gr. zucchero;
200 gr. farina di carruba;
4 uova intere;
250 gr. burro;
aromi: arancio o cannella a scelta;
latte q.b.;
15/20 gr. lievito in polvere;
100 gr. sciroppo di carrube;

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Mescolate lo zucchero, Ie uova, lo sciroppo, il burro e gli aromi. Aggiungere al composto precedente le due
farine e infine il lievito. Lavorate I'impasto fino ad ottenere una pasta morbida. Dividetela in parti a cui
darete Ia forma di "S" o di piccoli cilindri. Mettere in forno a 210 per 15 minuti circa.
BISCOTTI ALLA MANDORLA E CARRUBA
1 kg. mandorla cruda;
1 kg. zucchero;
400 gr. farina di carruba;
200 gr. sciroppo di carruba;
albume q.b.;
aromi: vaniglia (facoltativa).
Mescolate tutti gli ingredienti e lavorate il composto fino a ottenere una pasta morbida. Date ai biscotti Ia
forma desiderata e poneteli in forno a 210 per 13 minuti circa.
N.B. La quantit di farina di carruba pu essere aumentata a saconda del Vs. gusto.
E' consigliabile rotolare i biscotti nella farina di carruba prima di infomarli.
TORTA ALLE CARRUBE
Ingredienti:
250 g farina 00
200 g di zucchero
250 ml latte di soia
70g dolio
70 g di vinsanto
100 g di polvere di carrube ( quella che conferisce laspetto cacao alla torta)
10 g di cremon tartaro
Si amalgamano gli ingredienti, partendo da quelli secchi e finendo con quelli liquidi. Solo per ultimo il
lievito. Si inforna a 180 per 50 minuti circa.
GELATO ALLE CARRUBE
2000 gr. latte intero;
200 gr. panna fresca;
100 gr. zucchero semolato;
350 gr. farina di carrube;
5 gr. farina di seme di carruba;
200 gr. destrosio;
100 gr. sciroppo di carruba.
Variante con solo sciroppo:
2000 gr. latte intero;
200 gr. panna fresca;
100 gr. zucchero semolato;
450 gr. sciroppo di carruba;
5 gr. farina di seme di carruba;
200 gr. destrosio.
NOVECENTO ALLE CARRUBE

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1kg. farina 00;
180 gr. farina di carruba;
600 gr. burro;
230 gr. zucchero implapabile;
aromi (a scelta).
Mescolate il burro, lo zucchero e gli aromi; aggiungete Ie farine e lavorate fino ad ottenere una pasta
soffice. Date Ia forma desiderata ai bicotti, infornateli a 210 per 10 minuti circa.
N.B.: Si consiglia di ricoprirli con glassa all'arancio.
GELO DI CARRUBE
0,70 It. acqua;
250 gr. scrippo di carrube;
150 gr. zucchero semolato;
90 gr. amido di frumento;
aromi a scelta, cannella o arancia.

Ricetta liquore di carrube, elisir di antichi sapori


Ricetta molto semplice, ma gustosa da preparare con un frutto quasi dimenticato: le carrube(dalla pianta
carrubo) chiamate anche sciuscelle. Letimologia di questultimo termine non chiara. Mentre la
parola carrubo deriva dallarabo harrubo, la sciuscella dovrebbe essere il femminile di sciusciello
che significa brodino in latino. In effetti, con questo frutto, considerato mangime per gli animali, si
preparava un vero e proprio brodo per lenire i dolori allo stomaco o per aiutare a superare
infezioni allapparato digerente. Da questo si evince che il liquore di carrube, oltre ad essere molto gustoso,
rappresenta un ottimo digestivo e disinfettante interno naturale.
Ingredienti per il liquore di sciuscelle:

1L di alcool a 90
1L dacqua
1Kg di zucchero
10 carrubbe spezzettate

Procedimento:
pulite le carrube con uno straccetto, spezzettatele e mettetele in infusione nellalcool in un barattolo di
vetro con il coperchio ermetico. Fate riposare per 30 giorni ricordando di agitare il liquore ogni tanto.
Trascorso il tempo necessario fate sciogliere lo zucchero nellacqua senza farlo caramellare, filtrate lalcool
ed unitelo allo zucchero. Fate raffreddare e filtrate di nuovo. Versate il liquore in bottigliette di vetro e
servite sempre ben fresco.
Crema dolce alla carruba

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Io me ne sono innamorata follemente, cos come tutte le persone a cui lho fatta assaggiare, che quando
hanno saputo che dentro non cera nemmeno lombra del cioccolato, hanno strabuzzato gli occhi e detto
Ma non possibile! e invece siiii!
Ingredienti:
150 g di nocciole sbucciate al naturale (o mandorle, o un mix di entrambe)
80 g di zucchero di canna grezzo
farina di carruba qb
acqua o latte di riso qb
Procedimento:
Tostare le nocciole in forno per circa 10 minuti a 170, posizionandole su una teglia. Se non volete
accendere il forno, si possono anche tostare in padella. Quando sono ben dorate, le facciamo raffreddare un
attimo e le sfreghiamo tra loro affinch il pi della pellicina si tolga. A questo punto mettiamo lo zucchero
nel frullatore insieme alle nocciole e frulliamo bene e a lungo affinch limpasto sia morbido. Poi
aggiungiamo il latte di riso fino ad ottenere una consistenza tra il liquido e il cremoso. Aggiungiamo anche
la carruba a piacere e frulliamo il tutto. Se limpasto vi dovesse sembrare troppo liquido, non disperate!
Mettendolo in frigorifero e passata qualche ora, la crema si asciuga e assume un aspetto sempre pi
cremoso.
Il punto:
Questa crema ha battuto di molto quella al cioccolato che facevo di solito. Primo: pi leggera e digeribile.
Secondo: grazie alla carruba, ricca di nutrienti e di vitamina E. Terzo: piace a tutti e non ha nulla da
invidiare a quella classica. E infine, cosa pi importante, pu mangiarla anche chi ha intolleranza al glutine
e chi non pu mangiare prodotti con il cacao! Pi di cos!! Detto questo corro a mangiare un altra fetta di
pane carica di crema! Buona giornata a tutti!
Caramelle carruba
(Ricette Siciliane )
Ingredienti:
500 gr di carrubbe mature
500 gr di zucchero semolato
1/2 litro d'acqua
Preparazione
Spezzare con le mani le carrube mature. Preparare una pentola con mezzo litro dacqua e cersare le carrube
spezzate. Fare cuocere a fuoco moderato finch il liquido non si sar ridotto diventando la met (quindi 250
gr). Togliere dal fuoco passare col passaverdure e lasciare raffreddare. In un altro pentolino versare lo
zucchero semolato, farlo sciogliere finch diventa dorato. Aggiungere a questo punto il passato di carrube
unitamente al liquido di cottura. Cuocere ancora per qualche minuto. Intanto si sar preparata una lastra di
marmo ben oleata ove si stender subito ancora bollente il preparato. Livellare con una spatola e ricavare i
quadratini. Chi li possiede pu usare gli stampini quadrati. Conservare le caramelle avvolgendole una per
una nella carta trasparente o riporle tutte insieme in una scatola di latta.
Biscotti alla mandorla e carruba
Ingredienti:
Mandorla cruda Kg 1
Zucchero Kg 300

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Farina di carruba gr.400
Sciroppo di carruba gr. 200
Sciroppo di carruba gr 200
Albume q.b.
Aromi: vaniglia (facoltativa)
Procedimento:
Mescolate tutti gli ingredienti e lavorate il composto fino a ottenere una pasta morbida.
Date ai biscotti la forma desiderata e poneteli in forno a 210 per 13 minuti circa.
N.B. La quantita' di farina di carruba puo' essere aumentata a seconda del Vs gusto.
E' consigliabile rotolare i biscotti nella fatina di carruba prima di infornarli.

Farina di semi di Carrube 400g


Prezzo:13.95 EUR

Si ottiene dalla macinazione dei semi della carruba, una pianta sempreverde coltivata largamente nelle
zone mediterranee.
Le caratteristiche igroscopiche di questa farina sono conferite dalla presenza di una sostanza chiamata
carrubina.
Modalit d'uso:
S'impiega dallo 0,5% al 1% per addensare salse, creme, budini, "yogurt" vegetali, e succhi di frutta. Viene
utilizzata in particolar modo nella preparazione dei gelati, perch in grado di conferire una struttura
uniforme e vellutata, senza formare gli indesiderati cristalli di ghiaccio.
La solubilizzazione di questa farina avviene solo a caldo (2-3 min. ad 80).

Processso produtivo del carrube

Processso produtivo:
La ditta CioKarrua e specializzata nella lavorazione della carruba e dei suoi derivati.
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Prima che vengano diversamente impiegate, le carrube sono sottoposte alla
denocciolatura, operazione che separa la polpa dai semi.
Le carrube intere si versano in una tramoggia dalla quale vengono portate alla macchina
frantumatrice, formata da una ruota interna che, munita di coltelli e girando velocemente,
fa saltare fuori i semi dalle silique. la polpa cosi viene perfettamente frantumata.
Le carrube frantumate vengono fatte cadere in un crivello oscillante dal quale le
pezzature piu piccole scivolano in un recipiente che le raccoglie.
A questo punto la polpa usata per ottenere la farina e lo sciroppo.
I semi invece attraverso un altro processo di lavorazione sono usati per produrre la farina
"locust bean gum".
A loro volta questi derivati sono usati per creare quei dolci alla carruba in cui la ditta
specializzata.
Utilizzo dei prodotti derivati dal carrube:
La farina di polpa di carrube viene utilizzata:
nel settore della pasticceria per ottenere dolci, marmellate e altri aromi;
nella preparazione di paste fresche alimentari;
nel settore medico per le sue qualit balsamiche e come regolatore intestinale;
La farina di semi di carrube viene utilizzata (come addensante):
per la produzione di formaggi e creme;
nell'industria conserviera;
nelle industrie di trasformazione alimentari.
Lo sciroppo di carrube viene utilizzato:
nel settore gelateria come aroma;
nel settore della pasticceria (bagna per pasticceria);
per ottenere bevande non alcoliche;
per ottenere bevande alcoliche (liquori);
nel settore cosmetico;
per la produzione di caramelle.

Il carrubo
Origine e varieta

L'area di origine del Carrubo molto incerta. La maggior parte degli studiosi lo ritengono originario
dell'Asia Minore o della Siria, altri pensano che abbia origine in Egitto; altri ancora lo credono
originario della Sicilia.

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Il carrubo comunque esisteva come albero spontaneo nelle terre del bacino orientale del Mediterraneo. La
sua coltivazione pare ebbe inizio soltanto al tempo dei Greci, che la estesero in Sicilia, ma furono gli Arabi
che ne intensificarono la coltivazione e la propagarono fino in Marocco e in Spagna. Altri Autori
sostengono che l'originaria diffusione del
carrubo in Sicilia sarebbe dovuta ai Fenici,
che della Sicilia furono i colonizzatori pi
antichi e provenivano da territori, quali il
Libano, dove il carrubo pu considerarsi
originario. L'Enciclopedia Agraria italiana
concorda con questa impostazione e
afferma che il carrubo per le sue propriet e
caratteristiche fu sicuramente uno degli
alberi da frutto pi apprezzati dai Fenici e
dai Cartaginesi. Nei tempi medioevali
furono certamente gli Arabi a interessarsi del carrubo, diffondendolo e intensificandone la coltivazione in
tutto il bacino del Mediterraneo.
Sul finire del periodo medioevale il carrubo sicuramente doveva essere coltivato in tutte le terre del
Mediterraneo accessibili alla sua coltura. Il suo frutto, noto a tutte le popolazioni cristiane d'Europa, veniva
utilizzato per la preparazione di prodotti medicinali e di dolci.
Nella seconda met del Settecento interessanti notizie sulla coltura del carrubo in Sicilia vengono fornite
dall'abate Sestini, il quale elenca tra le zone di maggiore produzione i territori di Modica, Ragusa, Scicli,
Comiso, Noto e Avola. A quel tempo, la produzione siciliana di carrube era valutata in 60 mila "cantara"
(quintali) l'anno, dei quali 40 mila venivano esportati attraverso i porti di Augusta, Siracusa, Noto e
Scoglitti, mentre il resto era utilizzato come alimento per il bestiame e per la povera gente, oltre che per usi
medicinali.
Attualmente la coltivazione del carrubo diffusa nella Spagna meridionale e nelle Baleari, nel Portogallo,
nelle coste settentrionali dell'Africa (Algeria, Tunisia, Marocco), nella Palestina, nel Libano e in Italia, dove
crescono carrubeti in Liguria, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna e soprattutto in
Sicilia, che resta la regione italiana pi ricca di carrubi. La coltivazione concentrata nella fascia di
territorio compresa fra le valli del Dirillo e dell'Anapo: nella sola provincia di Ragusa si trova il 72% della
superficie nazionale investita, che d il 70% della produzione italiana ed il 78% di quella isolana. Ancora
oggi, nonostante le frequenti estirpazioni per far posto alle colture intensive ed in serra, il carrubo domina
quasi incontrastato, e spesso, nei terreni pi scoscesi, costituisce l'unica macchia di vegetazione. E' parte
integrante del territorio ibleo, allo stesso modo delle sue rocce e dei suoi muri a secco, che assieme alle
"masserie" costituiscono il pregio dell'architettura rurale di queste zone.
Il carrubo, il cui nome deriva dall'arabo Kharrub (o charnub), una pianta molto longeva, potendo superare
pi secoli, di grande taglia, poich riesce a raggiungere i 10-12 m., anche se la sua altezza media di 5-6
m. Il tronco, che si presenta con una corteccia ruvida, pi o meno scanalato, con grosse muscolature, che
fanno del carrubo un albero molto robusto e grosso. I possenti tronchi, spesso divisi fin dalla base, sono
capaci di ramificarsi in una chioma ampia, sempre verde e rigogliosa, con le prime grosse branche che si
dispongono orizzontalmente per una lunghezza fino a 6 metri. Tali branche sono coperte dai coni gemmari.
I rami secondari sono pi o meno eretti nella parte superiore della chioma, mentre sono inclinati o penduli
nella parte periferica. Trattasi di una pianta sempre verde, con una chioma vistosa, che si presenta come una
densa massa verde scura e luccicante al sole, cos da conferire a questo albero un aspetto quanto mai
suggestivo. Il diametro della chioma veramente notevole poich esso spesso supera i 10 metri. Il sistema
radicale molto sviluppato, s da formare una massa imponente di radici, che si spingono anche negli strati
pi profondi del terreno. Le radici penetrano nelle fessure delle rocce per attingere acqua ed elementi
nutritivi e creare cos un valido ancoraggio per la pianta contro i venti. Le foglie sono composte,
paripennate, persistenti, indurite e coriacee, formate da 2-5 coppie di foglioline ovali, larghe da 3 a 6 cm.,
lunghe da 4 a 8 cm., lucide e di un ben colore verde intenso. Le foglie sono inserite sui rami per mezzo di
un breve picciolo di circa 3 cm.; hanno una lunghezza variabile da 10 a 25 cm. compreso il picciolo. Le

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dimensioni e la forma delle foglie si diversificano alquanto a seconda della variet. Le foglie si rinnovano
ogni 15-18 mesi: spuntano in primavera per cadere tra il luglio ed il settembre dell'anno successivo.
L'infiorescenza data da racemi dritti, solitari o aggregati ubicati in corrispondenza dei nodi delle grosse
branche prive di foglie: esse sono lunghe da 6 a 11 cm. con 40-60 fiori apetali e con il calice a forma di
disco. I fiori sono molto diversificati: infatti possono essere ermafroditi oppure unisessuali maschili o
femminili, in quanto il carrubo una pianta poligamo-dioica, cio una pianta che porta o fiori maschili, o
fiori femminili oppure ancora fiori maschili e femminili. L'impollinazione entomofila ed in parte
anemofila. Il frutto si origina dopo la fecondazione incomincia a svilupparsi solo in primavera per
completare il suo sviluppo e maturare in agosto-settembre. Per trasformarsi in frutti maturi i fiori
impiegano un anno: quando i frutti vengono raccolti, l'albero ha gi i fiori per la successiva fruttificazione. I
fiori sono molto frequentati dalle api, e ci costituisce un valido contributo alla estensione dell'apicoltura
nelle aree di coltivazione del carrubo.
Le variet di carrubo femminili pi diffuse in Sicilia sono la
"Latinissima", la "Racemosa", la "Morescona", la "Saccarata" e la
"Falcata". La prima conosciuta anche con il nome di "Giubiliana" a
Scicli, di "Cipriana" a Modica e di "Masculina" a Noto, una pianta
vigorosa, molto robusta e con i rami che tendono a piegarsi verso
terra. La produzione abbondante e costante; questo carattere insieme
con la pesantezza dei frutti la rende molto apprezzata. Il suo frutto, di
lunghezza media, di colore bruno tendente al nero ed meno zuccherino delle altre cultivar femminili. La
"Racemosa" detta anche "Moresca" a Scicli e a Modica, o "Carruba spada" o "Sciabulara" a Noto, una
pianta di sviluppo inferiore, caratterizzata da branche e ramificazioni lisce e diritte. Il frutto, la cui
lunghezza media inferiore a quella delle altre cultivar siciliane, di colore marrone scuro e con un
contenuto zuccherino molto elevato. La "Morescona", diffusa a Scicli, viene descritta come una sottovariet
della Racemosa, e si distingue da questa solo per la fruttificazione pi abbondante e pi costante. La
"Saccarata" (sinonimi: "Latina", o "Fimminedda" o "Milara") era in passato molto diffusa; oggi stata
abbandonata perch produce meno e saltuariamente rispetto alle altre specie. La pianta ha un portamento
maestoso, con ramificazioni fitte e nodose, per cui risulta rivestita da un ricco manto di foglie. La
produzione a grappoli. Il frutto diritto e leggermente incurvato, e la sua polpa soffice e pastosa e di
color miele con un buon contenuto di zuccheri. La "Falcata" (sinonimi: "Fauciara" a Rosolini o "Francisa")
formata da una pianta di grande sviluppo, la cui produzione alternante e poco rilevante. I frutti sono a
forma di falce, lunghi, poco polposi, poco zuccherini, paragonabili a quelli prodotti dalle piante
semiselvatiche. Una variet di carrubo ermafrodita l'"Ermafrodita Tantillo", coltivata nella contrada
Margioni di Frigintini (fraz. di Modica) nell'azienda Tantillo. La pianta a portamento assurgente, con
internodi lunghi. La produzione elevata e costante. Le foglie sono di media lunghezza. Il frutto di media
lunghezza costituito da una polpa soffice, di colore chiaro, mediamente zuccherina ed un po' astringente.

La produzione di una pianta adulta pu raggiungere e superare i 200 Kg. La maturit di una pianta
compresa fra i 30 e i 100 anni, e le piante sono improduttive fino a 10 anni, a partire dai quali cominciano a
produrre e la produzione aumenta gradualmente di anno in anno. A cinquant'anni il carrubo pu
considerarsi ancora giovane ed a cent'anni, se sano, fruttifica ancora abbondantemente.
Data la diversit della composizione dei carrubeti e dato che il numero delle piante contenute in un ettaro
molto vario, disparate sono le cifre riportate dai vari A.A. sulla produzione di un ettaro di carrubeto. In
Algeria vongono prodotti 5-10 q.li per Ha, mentre in Spagna si ha una produzione 100 q.li per Ha. In Sicilia
ove i carrubi nel ragusano sono in numero di 50-70 per Ha le produzioni possono variare da 10 a 50 q.li per
Ha.
La composizione media delle carrube ben asciutte la seguente: polpa (90-91%), seme (8-9%), parti
legnose e impurita' (0,5-2%). La polpa ha la seguente composizione : umidit (4-25%), proteine (2-16%),
grassi (0,3-4%), cellulosa (3-15%), ceneri (1-4%), glucosio (3-20%), saccarosio (7-44%), mucillagine (2058%), tannino (1-15%).

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Le diverse variet di carruba contengono elevate quantit di zucchero (saccarosio e glucosio) se confrontati
con altri frutti freschi maturi. Il saccarosio pu essere estratto dalle polpe con particolari tecnologie e si
presenta di ottima qualit se ricristallizzato. Il contenuto di saccarosio dei baccelli, che di circa il 2-5% a
fine marzo, aumenta rapidamente a partire dalla fine di maggio fino a raggiungere il massimo livello a met
agosto.
Le parti piu' importanti del frutto sono la polpa ed i semi.
Dalla polpa si possono ottenere diversi prodotti, utili e necessari in molte applicazioni. Uno di questi uno
sfarinato al 10% di umidita', che macinato ad una granulometria simile alla semola di mais, essiccato
onde renderlo insilabile e scorrevole, pronto all'impiego immediato nella fabbricazione dei mangimi
composti.
Per quanto riguarda le sue propriet dietetiche, con particolare riferimento al suo potere assorbente
intestinale, questo prodotto indicato con grande vantaggio in ogni regime speciale destinato al recupero di
soggetti reduci da malattie infettive o da gravi disturbi del tratto digerente.
Un'altra farina particolare e destinata al consumo umano, studiata e prodotta per la sua utilizzazione in
sostituzione in parte del cacao, quella che va denominata commercialmente con il nome di "Cacao". Esso
trova largo impiego specifico nelle produzioni dolciarie ed e' notevolmente apprezzato per il suo bassissimo
contenuto in grassi e per l'assenza totale di teobromina, oltre che per il gusto gradevole e il suo notevole
contenuto in zuccheri.
I semi di carruba hanno la seguente composizione media: episperma o pellicola esterna (10-36%),
endosperma o albume (36-46%), germe (15-25%). La variabilita' notevole oltre che per il cultivar anche
per il metodo di lavorazione per separare le varie parti del seme. Il seme di carruba un dicotiledone di una
durezza incredibile; la buccia formata da tre strati incrociati fra loro impermeabile e non si lascia scalfire
facilmente.
I semi di carruba sono "un meraviglioso dono della natura", infatti essi rappresentano una miniera
inesauribile di una vasta gamma di utilizzazioni industriali. L'episperma molto ricca di acido tannico e di
sostanze coloranti, ma la parte pi importante del seme l'endosperma, che molto ricco di carrubina, una
sostanza chimica derivante dalla combinazione di mannoni e galattoni idrosolubili. Tale sostanza fornisce
pseudo soluzioni di altissima viscosita' ed ha la propriet di assorbire fino a 40 volte il suo peso secco. Essa
viene posta nel mercato come farina di semi di carruba allo stato secco con la seguente composizione : Dgalatto-D-mannoglicone (80%), proteine (6%), cellulosa (1%) e ceneri (1%). Viene usata quale addensante,
legante, stabilizzante, flocculante, sospendente, filmogene, impermeabilizzante, eccipiente,
omogeneizzante, agente di sedimentazione, agente di filtrazione, nelle industrie alimentari, tessili, cartarie,
etc.

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Roga (biljka)

Nedozreli i zreli plod rogaa


Roga je zimzelena biljka iz porodice mahunarki (Fabaceae), ija je pradomovina podruje Mediterana.
Poznata je od pradavnih vremena, a cijenjena je zbog svojih plodova. Poznata je jo i pod nazivom
"Kruhsvetog Ivana", jer se po predaji Ivan Krstitelj njom hranio dok je ivio u divljini.
Samo stablo je vrlo razgranato, irokog debla, grube smee kore, kronja je gusta s brojnim listovima. Plod
je u obliku mahune s mesnatim vanjskim dijelom i tvrdim sjemenkama smjetenima unutar tzv. mahune.
Stablo moe narasti i preko 10 metara. Ima dubok i jak korijen. Roga uspijeva na toploj mediteranskoj
klimi, iako ne podnosi dobro preveliku koliinu vode. Pradomovina mu je podruje Mediterana, a danas je
raren i u podrujima June Amerike.
Zanimljivo je istaknuti da se roga spominje i u Novom zavjetu i u Talmudu. Roga se stoljeima
upotrebljavao kao vana namirnica za ljudsku prehranu, kao i za prehranu stoke. Vrlo dobra osobina rogaa
je da su se plodovi mogli sauvati godinama na stablu, dodue donekle osueni, ali jo uvijek upotrebljivi.
Kao obino sladilo se upotrebljavao do pojave drugih sladila. Danas je izgubio svoju vanost u ljudskoj
prehrani, upotrebljava se jo u prehrani stoke i kao zamjena za kakao prah. Takoer se upotrebljava i u
duhanskoj industriji, za kozmetiku,...

Roga: neugledna mahunarka zlata vrijedna


Roga se koristi u ljudskoj prehrani ve vie od 4000 godina. Najvjerojatnije je upravo roga bio hrana iz
biblijskih vremena. Smatra se da se njime hranio Ivan Krstitelj.

Roga (Ceratonia siliqua, L.) je samoniklo drvo ili grm iz porodice mahunarki (Leguminosae), koje raste
meu makijom, maslenicima, po umama i kamenitim mjestima. Drvo je iroke kronje i do 15 m visoko, a
plod je 20 cm duga mahuna, zelene boje koja sazrijevanjem prelazi u tamnosmeu. Mahune sazrijevaju
koncem ljeta. Zrela mahuna je slatkastog okusa. Endosperm zrelih mahuna prerauje se u rogaevo brano.
Roga raste u obalnim krajevima mediteranskog pojasa u Hrvatskoj, Turskoj, Aliru, Maroku, Tunisu,

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panjolskoj, Portugalu, Grkoj i Italiji. Otok olta je posebno poznata po rogau gdje postoji i mjesto
imenom Roga.
Povijest rogaa
Roga se koristi u ljudskoj prehrani ve vie od 4000 godina. Najvjerojatnije je upravo roga bio hrana iz
biblijskih vremena. Smatra se da se njime hranio Ivan Krstitelj, pa odatle i potjee njemaki naziv za roga
Johannisbrot, to u prijevodu znai Ivanov kruh. U antiko doba sjemenke rogaa su sluile kao jedinica
za mjeru vaganja zlata. Sjemenke rogaa, bez obzira na veliinu i uvjete uvanja, uvijek imaju jednaku
masu od 0,18 grama. Jedna sjemenka = 1 karat (zrno rogaa, gr. = keration). Naziv se rabi i danas za 0,18
gr. zlata.
Rogaev su plod u terapijske svrhe rabili jo i stari Egipani. Koristili su ljepljiva svojstva rogaa u
mumificiranju, a u grobnicama su naene i mahune i sjemenke. Starim Grcima i Rimljanima kao lijek su
sluili nezreli plodovi. U biljekama Grka Theophratusa, roga se spominje kao egipatska smokva, dok
su Rimljani jeli zelene i svjee mahune zbog njihove prirodne slatkoe.
Zanimljivo je otkrie antidijaroikog uinka rogaa u djejoj praksi. panjolski lijenik Ramos zapazio je
1941.g. da su u panjolskoj djeca koja su se hranila rogaem rjee imala probavne tegobe od ostale djece.
To ga je potaklo da u djeju praksu uvede roga u sluajevima proljeva, enteritisa i dispepsije.
Sastav pulpe rogaa
Plod rogaa sadri 13% jednostavnih eera (fruktoza, maltoza i glukoza), 20% saharoze, 2-3% pektina,
4% bjelanevina, 3 % sluznih polisaharida i 35% kroba. Od mineralnih tvari sadri 36% kalcija, 24%
kalija, 29% bakra, a od vitamina najvie ima riboflavina (28%). Roga ima mali udio masti, ne sadri
kofein i teobromin, te rijetko djeluje kao alergen.
Pulpa rogaa ima visok udjel fenolnih spojeva od kojih su naznaajniji tanini (16-20%). Fenolni spojevi,
meu kojima se nalaze i tanini, djeluju antioksidativno (sprjeavanje oksidacijskih reakcija inhibicijom
slobodnih radikala) te zbog toga imaju povoljan utjecaj na ljudsko zdravlje. Studije provedene na zdravim
dobrovoljcima potvrdile su uinak polifenola i netopljvih vlakana rogaa na snienje razine lipida u krvi.
Konzumiranjem 15 g rogaa dnevno u razdoblju od 4 tjedna zabiljeeno je snienje od 7.1% ukupnog
kolesterola i 10.6% LDL kolesterola (kolesterol niske gustoe odnosno lo kolesterol).
Udjel fenolnih spojeva u plodu rogaa varira te ovisi o klimatskom podneblju, sorti rogaa, stupnju
dozrelosti ploda i nainu prerade. Tako su zabiljeene razlike u koliini fenolnih spojeva rogaa sa Sicilije,
Krete i Anatolije (Turska).
Djelovanje
Rogaevo brano, zbog sadraja tanina, pektina i lignina, djeluje na suzbijanje i ublaavanje munina i
proljeva. Tanini rogaa djeluju adstringentno na sluznicu crijeva, veu toksine i bakterije te inaktiviraju coli
bakterije, to smanjuje otok i upalu sluznice. Adstringentno djelovanje je reakcija taloenja proteina
pomou tanina i stvaranje zatitnog sloja na sluznici. Sluzi oblau sluznicu i na taj nain smanjuju podraaj
u crijevima. Uspostavljanje formirane stolice zabiljeeno je 2 dana nakon poetka terapije rogaem, dok
terapija do potpunog oporavka traje u prosjeku 6-8 dana.
Prerada
Upotrebljavaju se osueni, zreli plodovi rogaa iz kojih se dobivaju tri glavna komercijalna proizvoda:
EKSTRAKT rogaa iz osuenog ploda (prenog ili neprenog), BRANO rogaa iz pulpe cijelog ploda i

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karuba GUMA iz endosperma sjemena. Vodotopivi ekstrakt dobiven iz sjemenki naziva se karubin. Na
njemakom tritu nae se i naziv za roga karobe, koji potjee od arapske rijei al-kharob.
Upotreba
Smatra se da je roga sigurno i dobro sredstvo protiv proljeva kod dojenadi i male djece. Osim kod
proljeva rabi se i kod enteritisa, dispepsije, a kod odraslih za lijeenje gastritisa i gastroenteritisa.
Hrana
U prehambenoj industriji koristi se kao zgunjiva, stabilizator i zamjena za kakao, a u medicinskoj
dijetetici kao niskokalorina hrana. Ekstrakt rogaa upotrebljava se kao aroma u proizvodnji iroke palete
proizvoda (alkoholna i bezalkoholna pia, smrznuti mlijeni proizvodi, bomboni, pekarski proizvodi,
pudinzi, mesni proizvodi, mjeavine zaina, voni proizvodi i dr). Dodaje se juhama, umacima za salate,
sladoledima i mesnim konzervama.
U domainstvu se esto koristi kao zamjena za kakao i kavu. Od fino mljevenog brana mogu se napraviti
ukusni i zdravi topli napitci ili se njime moe dati ukusna aroma raznim pudinzima i kolaima.
U trgovinama zdrave hrane mogu se nai razne okolade, namazi i pudinzi od rogaa. Osim toga, zreli
roga se moe konzumirati kao slatka grickalica. U ne tako davnoj prolosti, pjevai su vakali plod rogaa,
jer se smatralo da proiava grlo i glas.
Ukusna i zdrava alternativa okoladi
Prirodna slatkoa rogaa omoguava da se njime odlino zamjenjuje kakao i poizvodi kakaa.
Roga ima malo drugaiji okus od okolade, ali je po sastavu mnogo prihvatljivija namirnica za osobe
oboljele od dijabetesa, migrena, tjeskobe, nervoze i sl. Prirodno je sladak, pa je kod pripreme slastica od
rogaa potrebno dodati puno manje eera nego kada se rade slastice od kakaa. Roga ima mali udio masti,
bogat je pektinom i rijetko djeluje kao alergen. Kalorijska vrijednost mu je za 2/3 manja nego okolade.
Roga za razliku od okolade ne sadri feniletilamin, oksalnu kiselinu i stimulanse. Feniletilamin moe
imati nepovoljan utjecaj na razvoj migrene, porast krvnog tlaka te porast razine glukoze u krvi. Oksalna
kiselina ometa apsorpciju kalcija i cinka, minerala koji su vani za zdrave kosti i kou. Teobromin i kofein,
stimulansi prisutni u okoladi, mogu izazvati alergijske reakcije.
Hrana s posebnom namjenom
Samljeveni plodovi rogaa koriste se u preparatima protiv kalja i za zaustavljanje proljeva (Rogamil
instant prah s bananom, Rogamil elektrolit), ali i u preparatima za mravljenje, energetskim ploicama, te
surogatima okolade i kave.
Mjere opreza
Roga je siguran i nekodljiv. Zabiljeeni su rijetki sluajevi alergijskih reakcija kod radnika koji su radili s
velikim koliinama brana rogaa.

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Roga
Engleski naziv: carob; Latinski naziv: Ceratonia siliqua L.;
Roga se upotrebljavao jo u starom Egiptu kao zaslaiva, a danas se koristi kao zamjena za kavu i kakao,
sredstvo za uguivanje, kao aromatski nadjev za kolae i pecivo. Sok od rogaa pije se u vrijeme
Ramadana, a na Cipru i Malti se od njega priprema sirup koji je dobar protiv kalja i suhog grla.

Opis i podrijetlo
Ime roga dolazi od grke rijei koras, to znai rog, zbog oblika mahune, a u ljudskoj prehrani se koristi
ve vie od 4000 godina. Porijeklom s istonog Mediterana (Sirije i Palestine), roga se sada uzgaja u
cijelom svijetu.
Prema biblijskoj prii, Ivan Krstitelj preivio je u pustinji zahvaljujui rogau, pa odatle i njemaki naziv
za roga Johannisbrot (Ivanov kruh).
Spominje se u biljekama Grka Theophratusa, gdje pie da su njegovi suvremenici roga nazivali
"egipatska smokva".
Egipani su koristili ljepljiva svojstva rogaa u mumificiranju, a u grobnicama su naene i mahune i
sjemenke. Rimljani su jeli mahune zelene i svjee zbog njihove prirodne slatkoe. Arapi su ga posadili u
Sjevernoj Africi i panjolskoj zajedno s limunom i maslinom. panjolci su ga odnijeli u Meksiko i Junu
Ameriku, a Britanci u Junu Afriku, Indiju i Australiju. Brzo se proirio jer se lako uzgaja, ne zahtijeva
puno panje, a donosi puno plodova.
U antiko doba sjemenke rogaa su sluile kao jedinica za mjeru vaganja zlata.
Sjemenke rogaa, bez obzira na veliinu i uvjete uvanja, uvijek imaju jednaku masu od 0,18 grama. Jedna
sjemenka = 1 karat (zrno rogaa, gr. = keration). Naziv se rabi i danas za 0,18 gr. zlata.
Stari Grci, osnivajui trgovaka uporita na Jadranu, nekoliko stoljea prije Krista donijeli su roga u nae
krajeve, pa tako i na otok Vis.
Otok olta je posebno poznat po njemu gdje postoji mjesto imenom Roga.
Najvei su proizvoai u svijetu panjolska, Grka, Cipar, Turska, Italija, Alir i Tunis.
Roga je samoniklo drvo ili grm iz porodice mahunarki (Leguminosae), koje raste meu makijom,
maslenicima, po umama i kamenitim mjestima. Uspijeva u toploj mediteranskoj klimi, iako ne podnosi
dobro preveliku koliinu vode. Poznato kao stablo sporoga rasta i dugog ivota, doivi i vie od 200
godina. Drvo je iroke kronje i do 15 m visoko, a plod je 20 cm duga mahuna, zelene boje koja
sazrijevanjem prelazi u tamnosmeu. Mahune sazrijevaju koncem ljeta.
Kod nas su poznate autohtone sorte veliki ili komiki roga, koji raste na otoku Visu, ipanski, koji se
uzgaja na otoku ipanu i cijelom Dubrovakom primorju te puljiki i meki, svi izvrsne kvalitete.
Energetska i nutritivna vrijednost

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Energetska vrijednost 100 g mljevenog rogaa iznosi 222 kcal/929 kJ. Od toga sadri 4,62% bjelanevina,
89% ugljikohidrata i 0,65% masti.
Od minerala roga u znaajnijim koliinama sadrI kalcij (348 mg to ini 43,5% RDA), eljezo (3 mg to
ini 21,5% RDA), magnezij (54 mg to ini 14% RDA), fosfor (79 mg to ini 11% RDA), cink (0,92 mg
to ini 9,2% RDA), bakar (0,6 mg to ini 60% RDA), mangan (0,5 mg to ini 25% RDA) i selen (5,3
mcg to ini 9,6% RDA).

Ono to roga ini posebnim je to to je slian okoladi, a zdraviji je, pa se esto umjesto okolade
dodaje u razne slastice.

Od vitamina roga sadri tiamin (0,05 mg to ini 5% RDA), riboflavin (0,46 mg to ini 33% RDA),
niacin (2 mg to ini 12,5% RDA), vitamin B6 (0,36 mg to ini 26% RDA), folna kiselina (29 mcg to ini
9% RDA) i vitamin E (0,63 mg to ini 5% RDA).
Roga sadri i znatne koliine vlakana (40 g na 100 g mljevenog rogaa).
Ljekovitost
Ono to roga ini posebnim je to to je slian okoladi, a zdraviji je, pa se esto umjesto okolade dodaje u
razne slastice. Navedimo samo injenicu da je roga prirodno sladak pa se u kolae, za razliku od kakaa
koji je gorak, dodaje manje ili gotovo nita eera.
Roga iznimno povoljno djeluje na probavni sustav. Uinkovito ublaava proljev kod dojenadi i djece jer
pospjeuje apsorpciju vode. Za ublaavanje tegoba preporuuje se 2 june lice praha dodati u vonu
kaicu, a jednako je uinkovit i za odrasle.
Roga pomae reduciranju kolesterola. Studija obavljena u Potsdamu u Njemakoj 2002. godine utvrdila je
da vlakna iz rogaa mogu reducirati LDL (lo) kolesterol u periodu od est tjedana. Druga studija
objavljena u asopisu "Plant Foods for Human Nutrition" iz sijenja 2010. usporedila je dvije grupe osoba s
povienim kolesterolom. Jedna je uzimala placebo, a druga oko 4 g vlakana iz rogaa nekoliko puta
dnevno. Na kraju etiri tjedna, grupa koja je jela vlakna rogaa imala je manji ukupni sadraj lipoproteina i
LDL-a.
Osim navedenih prednosti, roga je pokazao i iznimna citotoksina svojstva. U studiji objavljenoj u oujku
ove godine u asopisu "Plant Foods for Human Nutrition" brano od rogaevih klica pokazalo je vrlo
specifino djelovanje na rak maternice, potrebno je naglasiti da su istraivanja u zaetku i da ih je potrebno
potvrditi daljnjim ispitivanjima.
Konzumiranjem rogaa pomae se iskaljavanje, osobito olakava ove probleme puaima. Sadri aktivne
tvari koje su uinkovite protiv astme, i u sluajevima kad astmu uzrokuje alergija. Jedna od prednosti
rogaa je i to ne sadri kofein pa je prikladan za osobe s visokim krvnim tlakom.
Tanini u rogau sadre galnu kiselinu koja je poznata po antialergijskim i antibakterijskim svojstvima.
Zahvaljujui odlinom udjelu kalcija i fosfora, moe doprinijeti ublaavanju tegoba ili smanjenju rizika od
pojave osteoporoze,a osim toga dobar je i za desni, zube i kosti.

Sve sjemenke rogaa imaju jednaku masu od 0,18 grama i sluile su kao jedinica za mjeru vaganja
zlata.
Kupovanje i uvanje

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Roga moete kupiti kao mahunu na trnici te u supermarketima na odjelima voa, a moe se uvati na
suhom i tamnom mjestu i vie od dvanaest mjeseci. Sjemenke rogaa mogu se kupiti pakirane u
celofanskim vreicama i uvati do datuma oznaenog na pakiranju. Brano rogaa odnosno mljeveni roga
takoer se moe nai u prodaji, kao i sirup od rogaa, a uvaju se na suhom mjestu do isteka roka
valjanosti predoenog na deklaraciji pakiranja.
Priprema jela s rogaem
Sjemenke rogaa mogu se konzumirati kao grickalice, a zbog svoje slatkoe moe se na isti nain
konzumirati i cijela mahuna. Mljeveni roga moe se kao kakao u prahu mijeati u hladno i zagrijano
mlijeko za napitak.
U Njemakoj prene sjemenke slue kao zamjena za kavu, a u panjolskoj se prene sjemenke mijeaju s
kavom. Brano rogaa je bogato vlaknima pa se kroz razne proizvode preporuuje kod prvog dnevnog
obroka. U kombinaciji s peninim branom priprema se ukusan kruh, palainke i razna tijesta te nadjevi za
kolae. Djelomino koritenje brana od rogaa, za pojedina tijesta moe zamijeniti upotrebu jaja.
Rogaem moete raznim pudinzima i kolaima dati finu aromu okolade. Kod pripreme orehnjae dio
oraha moete zamijeniti rogaem, koji se jo dobro slae s bademima, ljenjacima, groicama, smokvama,
ljivama i jabukama.
Dem od smokava s rogaem pripremite tako da na jedan kilogram smokava dodate 350 g eera, 50 g
mljevenog rogaa, 300 g ljiva, 1 manji limun, 300 ml vode. Smokve i ljive operite i prepolovite pa spojite
s vodom i kuhajte uz dodatak limunova soka oko 30 minuta. Usitnite kuhane smokve i ljive pa spojite
eer i mljeveni roga i nastavite kuhati uz povremeno mijeanje oko 45 minuta, a po elji do 20 minuta
due, da dem bude jo vri.
"Puding" od rogaa i banana priprema se bez kuhanja, tako da uzmete dvije manje banane pa ih pasirate u
pire, potom dodate licu mljevenog rogaa, licu do dvije naranina soka po elji i licu nasjeckanih oraha.
Dobro promijeajte i posluite u ai na stalku ukraenu krikama narane ili mandarine.
Od rogaa se dobiva vaan prirodni komercijalni stabilizator i zgunjiva koji se koristi u pekarstvu,
pripremi sladoleda, pripravcima za salatne preljeve i umake, kod proizvodnje sira i salama, konzerviranih
mesnih i ribljih proizvoda, senfa elea, vonih punila.
Kod pripreme okolade koristi se kao zamjena umjesto kakao praha, u omjeru do
50 %, a ujedno slui kao zgunjiva, ali i kako bi sprijeio kristalizaciju eera. Roga u prahu ima niz
prednosti u odnosu na kakao prah pa je poznat i pod nazivom zdrava okolada.

La coltura del carrubo in Sicilia


Patrizio Damigella -Alessandra Gentile - Stefano La Malfa
Dipartimento di OrtoFloroArboricoltura e Tecnologie Agroalimentari
Sez. Arboricoltura Universit degli Studi di Catanial carrubo (Ceratonia siliqua L.) costituisce senza du
ecosistemi mediterranei;
il paesaggio della Sicilia e, specificatamente quello dellarea iblea, fortemente contraddistinto dalla
presenza di questa specie arborea la cui importanza non deve essere considerata solo dal punto di vista
produttivo, ma anche in funzione del fatto che il carrubo, in aree marginali anche del nostro paese, costiere,
con suoli poveri e con problemi di carenza dacqua, si propone come unica coltura praticabile anche se in
presenza di rese piuttosto ridotte, contribuendo alla salvaguardia del territorio sia sotto laspetto socioeconomico che sotto quello idrogeologico. Ha, pertanto, una doppia valenza, come albero da frutto e albero
ornamentale, svolgendo funzioni diverse (produttive e paesaggistiche) che, spesso, risultano abbinate. Il
carrubo, inoltre, possiede alcune caratteristiche di rusticit, arido-resistenza e limitata richiesta di cure

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colturali (idoneo per il part-time farming), nonostante si avvantaggi e risponda bene a cure colturali
anche minime e allirrigazione.
Nel corso degli anni sono stati diversi gli autori che hanno dato il loro contributo per lo studio, la
descrizione e la valutazione dellimportanza che questa specie riveste per la nostra regione. Solo per citare i
pi rilevanti vorremmo in questa sede ricordare il testo dellEdagricole Il carrubo del Prof. Paolo Spina
(1986), gli atti del convegno organizzato dalla Camera di Commercio di Ragusa dal titolo Il carrubo
salviamolo! (1982) e quelli del Convegno Il carrubo: aspetti colturali, economici ed ambientali
organizzato dalla sezione dellAssistenza Tecnica di Rosolini dellESA nel 1995. Da tutte queste fonti, oltre
che alcune ricognizioni sul territorio e dal confronto con alcuni operatori del settore, abbiamo attinto
cercando di focalizzare la nostra attenzione sugli aspetti tecnico-agronomici della coltura in Sicilia e,
soprattutto, sulle sue prospettive di sviluppo e quindi sugli interventi che possono contribuire a rivitalizzare
il settore.
Dopo un periodo di relativo disinteresse nei confronti del carrubo, negli ultimissimi anni si assistito ad
una rinnovata attenzione per questa coltura. Tralasciando gli aspetti prettamente economici che verranno da
altri relatori evidenziati, ci preme in questa sede ricordare e portare a conoscenza degli intervenuti due
importanti iniziative. La prima riguarda il progetto Ce-Genres 29 Minor fruit tree species conservation
che vede impegnate, per quanto riguarda il carrubo, istituzioni italiane, greche e spagnole per lo studio e la
conservazione rispettivamente di alcune accessioni (Caruso e Sottile, 2000). La seconda riguarda la recente
approvazione da parte del Ministero per le Politiche Agricole e Forestali di un Progetto di Ricerca Analisi
tecniche ed economiche sulla produzione e sul mercato delle carrube e dei derivati al quale partecipano
come Unit Operative alcuni Dipartimenti dellUniversit di Catania.
Tralasciamo in questa sede, per brevit, le iniziative che riguardano Istituzioni estere di Paesi, quali la
Spagna o altri Paesi del Bacino del Mediterraneo, che, anche per la coltura del carrubo, si trovano oggi
potremmo dire in competizione con lItalia. Diciamo Italia, ben sapendo, per, che intendiamo Sicilia in
quanto la nostra Regione contribuisce per oltre il 90% alla produzione italiana stimata, negli scorsi anni, in
circa 40.000 tonnellate (circa 1/6 della produzione mondiale).
Per quanto riguarda gli aspetti produttivi, a livello mondiale, come precedentemente accennato, si registra
un rinnovato interesse che scaturisce anche da nuove utilizzazioni del frutto ed, in particolare, del seme.
Infatti, se in passato si utilizzava la polpa per lalimentazione, sia animale che umana, oggi questa pu
considerarsi un sottoprodotto e viene utilizzata quasi esclusivamente per lindustria mangimistica. E il
seme del carrubo che ha, invece, assunto maggiore importanza relativa (anche se in passato stato sempre
considerato per le sue caratteristiche di uniformit del peso) e i suoi derivati trovano impiego nellindustria
alimentare, farmaceutica e cosmetica.
Da un punto di vista agronomico, tuttavia, la progressiva maggiore importanza che ha assunto il seme ha
determinato di conseguenza anche una modificazione nei parametri della resa cos come, ovviamente, nelle
caratteristiche di pregio da ricercare e valorizzare nel germoplasma di carrubo esistente e negli obiettivi da
perseguire nei programmi di miglioramento genetico.
Tassonomia e aree di origine
Appartiene allordine della Rosales, alla famiglia delle Leguminose (syn. Fabaceae) e al genere Ceratonia.
Alla famiglia delle leguminose vengono ascritti 650 generi e oltre 18.000 specie caratterizzate da esigenze
ecologiche e da una morfologia estremamente variabile. Da un punto di vista strettamente tassonomico, il
carrubo appartiene alla trib Cassiae della sottofamiglia Caesapinoideae anche se tale inquadramento
botanico non scevro da dubbi, soprattutto per il diverso numero di cromosomi (2n=24) del genere
Ceratonia rispetto a quello della maggior parte dei membri della stessa trib (2n=48). Secondo diversi
autori, infatti, il genere Ceratonia da considerare lunico superstite di una larga parte della famiglia delle
leguminose, oramai completamente estinta (Hillcoat et al., 1980; Tucker, 1992).

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Al genere Ceratonia fino ad alcuni decenni fa veniva scritta una sola specie, il carrubo. Nel 1980 stata
descritta una seconda specie, C. oreothauma, che presenta caratteri morfologici estremamente distinti dalla
specie C. siliqua e che viene considerata, sulla base di caratteristiche palinologiche, il progenitore selvatico
del carrubo coltivato. (Hillcoat et al., 1980).
Larea di origine del carrubo non chiara, a differenza di quella della sola specie ad essa correlata C.
oreothauma, che, con certezza, viene indicata nel corno dAfrica (Somalia) e in Arabia (sultanato di Oman).
Secondo De Condolse (1883) e Vasilov (1951) proverrebbe dalla Turchia e dalla Siria e, pi recentemente,
Zohary (1973) lo raggruppa insieme ai generi Olea, Laurus, Myrtus, Chamerops considerandolo, pertanto,
originario della penisola araba. Neanche la distribuzione geografica di tale specie chiara anche se certo
che la sua coltivazione risale a tempi assai remoti. In Italia essa stata introdotta dai Greci e
successivamente gli Arabi l hanno diffusa lungo le coste dellAfrica settentrionale fino alla Spagna da dove
ha, successivamente, raggiunto il sud del Portogallo e il sud-est della Francia.
Nei Paesi del Mediterraneo la distribuzione di specie sempreverdi appartenenti alle sclerofille quali il
carrubo risulta fortemente condizionata dalle minime termiche (Mitrakos, 1981) e tale sensibilit al freddo
risulta ancora pi elevata nella specie affine C. orethauma la cui presenza risulta pertanto ristretta
allArabia e alla Somalia.
Descrizione botanica della specie
Ceratonia siliqua un albero sempreverde che pu crescere come arbusto o pu raggiungere laltezza di
oltre 10 metri con una chioma ampia, semisferica, che contribuisce fortemente a farlo considerare un albero
dal portamento maestoso.
Ha un tronco spesso e una corteccia marrone piuttosto rugosa. Lapparato radicale presenta uno sviluppo
piuttosto notevole con grande capacit di seguire le asperit del terreno e, pertanto, di occupare i pochi
spazi liberi presenti nei terreni rocciosi.
Le foglie sono composte, alternate, pennate con o senza una fogliolina terminale lunghe da 10 a 20 cm. Le
foglioline sono lunghe 3-7 cm., di forma ovata o ellittica disposte normalmente in coppie opposte da 4 a 10,
coriacee, di colore verde scuro lucente nella pagina superiore e verde pi chiaro nella pagina inferiore,
percorse da numerose nervature con margini leggermente ondulati e minuscole stipole. Gli stomi sono
presenti solo nellepidermide inferiore e sono riuniti in gruppi (Mitrakos, 1998).
E una specie decidua con alcune forme ermafrodite; fiori maschili, femminili ed ermafroditi sono
generalmente presenti su alberi differenti. I fiori sono inizialmente bisessuali ma durante lo sviluppo uno
dei due sessi viene soppresso rimanendone funzionale solo uno. La dioicia non comune tra le leguminose
ed considerato un carattere ancestrale. I fiori sono piccoli e numerosi disposti a spirale lungo lasse
dellinfiorescenza (racemo) che si origina su speroni da rami vecchi e anche dal tronco secondo il
fenomeno noto come caulifloria. I fiori mostrano una struttura pentamera, sono privi di corolla con calice
rosso-verdastro. I fiori femminili hanno un pistillo lungo circa 1 cm di colore verde pallido; lo stimma
sessile e depresso circondato da cinque sepali e da stami rudimentali.
I fiori maschili invece presentano cinque stami portati da filamenti sottili con antere di colore rosso o
giallo; al centro del ricettacolo vi traccia del pistillo atrofizzato. I fiori ermafroditi presentano sia stami
che pistillo completamente sviluppati.
Il frutto una siliqua indeiscente, di colore verde durante lo sviluppo e marrone scuro a maturit, di forma
allungata, dritta o curvata, ispessita nella linea di sutura, lunga dai 10 ai 30 cm, larga 1,5-3,5 cm e spessa
circa 1 cm con un apice tronco o subacuto. I semi sono di colore marrone e di consistenza cuoiosa a
maturit. Il periodo dalla fioritura alla fruttificazione dura quasi 11 mesi, per cui alla raccolta, in genere ad
agosto-settembre, possibile trovare sulla stessa pianta frutti maturi e infiorescenze.
Biologia fiorale

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La biologia fiorale della specie , come noto, particolarmente complessa, al punto che Crescimanno nel
1995 defin il carrubo una pianta dalla sessualit abbastanza sofferta. Rimangono tuttora sconosciuti
alcuni aspetti della biologia
riproduttiva del carrubo, anche se numerosi autori hanno affrontato tale problematica. E certo che non si
pu esclusivamente fare riferimento a piante dioiche, poligame o ermafrodite solo sulla base della struttura
fiorale loro perch esistono ben cinque diversi tipi di infiorescenze racemose presenti su piante separate
(Meikle,1977):
Maschili con lunghi filamenti e pistilli abortiti;
Maschili con corti filamenti e pistilli abortiti;
Ermafroditi con completo sviluppo di stami e pistilli;
Femminili con staminoidi abortiti e pistilli perfettamente sviluppati;
Poligame, con fiori maschili, femminili e ermafroditi.
La specie, inoltre, presenta una elevata scalarit dellepoca di fioritura che coinvolge non soltanto le
infiorescenze della medesima pianta ma anche nellambito della stessa infiorescenza i fiori basali rispetto a
quelli apicali: tutto ci rende ancora pi complesso il quadro della biologia riproduttiva del carrubo.
Come evidenziato pi volte negli scorsi anni, e la situazione nella maggior parte dei casi non sicuramente
mutata, la produttivit annuale, oltre alle variabili classiche (clima, carico di infiorescenze femminili o
ermafrodite, alternanza) sicuramente legata alla carenza di polline.
Per assicurare una adeguata produzione indispensabile la presenza di piante inpollinatrici anche se questo
non sempre sufficiente; infatti, diversi fattori concorrono a determinare carenza di polline utile per i
processi fecondativi tra i quali, lerraticit dellepoca di fioritura in relazione a caratteristiche genetiche e
agli andamenti climatici, lesiguo numero di piante maschili presenti negli impianti e lalto livello di
frazionamento della propriet. Questultimo aspetto responsabile spesso delleliminazione delle piante
maschili laddove la funzione del carrubo non produttiva, contribuendo a ridurre la disponibilit
complessiva di polline.
Occorre, pertanto, opportunamente sensibilizzare gli operatori affinch gli esemplari maschili presenti in
coltivazione non vengano eliminati perch improduttivi; cos come negli impianti di nuova costituzione, nei
quali le piante vengono innestate in campo, necessario prevedere linnesto di piante maschili che
assicurino la fornitura di polline. Andrebbe poi indagata, analogamente a quanto verr sottolineato per le
cultivar femminili o ermafrodite, la presenza di accessioni diverse e la loro potenzialit fecondativa.
Convegno su Il carrubo. Situazione attuale e prospettive di sviluppo . Non possiamo proporre
semplicemente limpianto di cultivar ermafrodite in quanto riportato in letteratura che le piante femminili
sono migliori produttrici rispetto alle ermafrodite (Battle and Tous, 1997).
Patrimonio varietale
Il patrimonio varietale del carrubo presenta aspetti di poca chiarezza spesso dovuti a casi di sinonimia ed
eteronimia nelle aree diverse di coltivazione per labitudine di denominare le variet con appellativi del
dialetto locale (Spina, 1986). La carrubicoltura mondiale oggi annovera oltre 60 variet, delle quali solo
alcune di nuova costituzione ottenute da specifici programmi di miglioramento genetico condotti
principalmente negli USA e a Cipro. Tali programmi, sebbene di modesta entit, hanno subito nel tempo
profonde modificazioni negli obiettivi perseguiti. A motivo di tali cambiamenti vi certamente la diversa
destinazione del prodotto;
nel passato, infatti, erano le variet a favorevole rapporto polpa/seme ad essere ricercate, recentemente,
invece, vi stata una inversione di tendenza nella ricerca del tipo ideale per cui lattivit di valorizzazione
del germoplasma stata rivolta alle variet con un pi basso rapporto polpa/semi. Nella tabella 1 e nella
tabella 2 sono riportate rispettivamente le principali variet di carrubo diffuse nel mondo e quelle pi
importanti per la Sicilia.
La presenza delle ricordate sinonimie ed eteronomie nel patrimonio varietale rende difficile un reale
accertamento della variabilit esistente in seno alla specie; soprattutto con riferimento al mutato interesse
commerciale (dalla polpa al seme, le cui diverse parti rappresentano fonti di sostanze preziose)

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assolutamente necessario poter disporre di un prodotto varietale diversificato. Attualmente lindustria di
trasformazione riceve e lavora semi la cui provenienza non accertabile e in nessun caso il prodotto viene
lavorato separatamente per lotti provenienti da cultivar diverse. Se questa eterogeneit non ha costituto un
problema per lutilizzo della polpa, sarebbe invece interessante poter diversificare il prodotto in base
allorigine, in quanto del seme vengono utilizzati, con finalit diverse, i tegumenti, lendosperma ed il
germe. Tali componenti potrebbero avere incidenza percentuale diversa a seconda delle cultivar con risvolti
che lindustria giudica interessanti. Competenze specifiche tratteranno, a tal proposito, gli aspetti tecnici ed
applicativi delle diverse componenti del seme nellindustria agroalimentare e farmaceutica. Le possibilit di
intervento con riferimento al patrimonio varietale sono individuate come segue:
caratterizzazione delle entit presenti in coltivazione e accertamento delle sinonimie e delle
omonimie. Per tale fase occorrerebbe mettere a punto un inventario dei possibili descrittori
varietali sia su base morfologica (lavoro peraltro gi iniziato da Crescimanno et al., 1988 e da
Barbagallo et al., 1997), sia eventualmente su base genetica attraverso individuazione di marcatori
biomolecolari che permettano attraverso lanalisi del DNA di identificare con certezza le cultivar;
ci consentirebbe sia di poter chiarire le omonimie e le sinonimie sicuramente esistenti nel
patrimonio varietale, sia in prospettiva, attraverso lindividuazione di marcatori associati al
carattere sesso della pianta, di riconoscere precocemente le cultivar femminili, maschili o
ermafrodite e velocizzare i programmi di miglioramento genetico. Bisogna a tal proposito
ricordare che stata svolta unindagine con gli isoenzimi per la caratterizzazione di 25 genotipi.
Non vi sono per tra queste accessioni italiane ed il livello di polimorfismo ottenuto ha consentito
solo la separazione in gruppi (Tous et al., 1992);

introduzione e valutazione di cultivar straniere nonch valutazione di selezioni locali, soprattutto


di semenzali gi ottenuti e attualmente in collezione presso alcune istituzioni scientifiche.
Tabella 1. Principali variet di carrubo diffuse nel mondo.

Paese
Spagna
Italia
Portogallo
Grecia
Cipro
Creta
Algeria
Tunisia
Libia
Israele
California
Australia

Variet
Negra, Royal, Banya de Cabra, Durajo, Metalafera, Melera,
Delamel, Rubria, Ramillete, Mixt, Blanca, Fino, Castellano
Giubiliana, Racemosa, Saccarata, Amele di Bari, Latinissima,
Falcata, Bonifacio, Tantillo, Moresca, Calabrese
Galhosa, Canela, Costella de Vaca, Alfarroba de Burro, Mulata,
Bonita
Hemeria, Tylliria, Kritiqui, Sykeia
Tylliria, Koundorka
Banturia
Bouye, Altea
Sfax
Kyrmiotik, Sarakin, Templeotik
Tylliria, Habati, Sandalawi
Santa F, Excelsior, Horn, Victoria, White, Conejo, Anaheim,
Molino
Chook-house, Paxton, Maitland, Irlam, Marshall 1
Tabella 2. Principali variet di carrubo diffuse in Sicilia

Cultivar

Sinonimi
Giubiliana
Latinissima Cipriana,
Masculina

Caratteristiche
Pianta vigorosa; produttivit costante e abbondante; semi grossi

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Moresca
Dimensioni ridotte rispetto alla Latinissima
Carrubba spada
Frutti di dimensioni pi piccoli di forma arcuata
Sciabulara
Sciabulara Elevato contenuto zuccherino
Per alcuni sottovarietSi distingue dalla racemosa per la fruttificazione pi abbondante e
Morescona
della Racemosa
costante
Latina
Pianta maestosa, ramificazioni fitte e nodose da tempo abbandonata
0
perch meno produttiva
Saccarata
Fimminedda
0
Milara
Produzione a grappoli
Pianta di grande sviluppo
Falcata
Falcata, Francisa
Alternante, frutti di forma arcuata, poco polposi, poco zuccherini
Di medio sviluppo e a portamento espanso; frutto lungo a basso tenore
Ermafrodita
zuccherino;
Bonifacio
semi numerosi e di dimensioni medie
Ermafrodita
Portamento assurgente, internodi lunghi, produzione elevata e costante
Tantillo
Frutto di media lunghezza, con polpa soffice, debolmente astringente
Racemosa

Vi lesigenza di allargare lindagine quanto pi possibile a collezioni naturali di germoplasma, magari


reperibili in altri Paesi: Infatti, nonostante il grado di variabilit genetica esistente nelle sporadiche
collezioni, bisogna ricordare come le accessioni presenti siano state selezionate, pi o meno volutamente,
per lelevato contenuto di polpa e pertanto bisognerebbe anche valutare e utilizzare per il miglioramento
genetico accessioni selvatiche o spontanee che si caratterizzerebbero per un pi elevato rapporto
semi/polpa.
Per quanto riguarda le variet maschili, sebbene vi siano evidenze della presenza di tipi diversi, in Italia,
cos come in Portogallo e in Spagna, i due tipi principali vengono contraddistinti e denominati sulla base
del colore delle antere;
abbiamo cos il Maschio giallo e il Maschio rosso. Tale classificazione ovviamente indipendente da
tutte le altre caratteristiche del fiore e pertanto inadeguata per fornire indicazioni sulla loro reale capacit
impollinatrice. E comunque segnalato che la fioritura del Maschio rosso si prolunghi maggiormente
rispetto a quella del Maschio giallo.
Altro aspetto non secondario da segnalare riguarda lepoca di fioritura che per il carrubo cade,
analogamente a quanto avviene per molte specie tropicali nel nostro ambiente, in autunno (settembrenovembre) con parziale sovrapposizione, in funzione anche dellandamento climatico con quella del
nespolo del Giappone.
La prolungata antesi dei fiori di carrubo assicura anche in condizioni di clima instabile come quello del
periodo autunnale unadeguata impollinazione. Questa, nel carrubo, assicurata soprattutto da
entomofauna pronuba, anche
se il vento pu svolgere un ruolo di una certa efficacia.
Propagazione
Il carrubo pu essere propagato per innesto o per autoradicazione. Non esistono portinnesti selezionati ed i
semenzali, ottenuti da lotti di seme eterogenei, differiscono tra loro fortemente per il vigore, per lo sviluppo
e per la resistenza al freddo. In genere il carrubo si propaga per innesto perch la propagazione per
autoradicazione non ha ancora raggiunto livelli soddisfacenti di successo. Diversi autori (Lee et al., 1977;
Hartmann and Kester, 1983) hanno evidenziato che tre aspetti appaiono cruciali per la radicazione, quali
lepoca di prelievo del materiale, il tipo di espianto e il genotipo.
Attualmente in Sicilia i nuovi impianti carrubicoli sono sorti soprattutto grazie allintervento pubblico per
la forestazione produttiva
(Reg. CEE 2080/92), in aree quindi marginali.

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Ci troviamo conseguentemente in una situazione differente dalla Spagna dove nuovi impianti razionali,
talora irrigui, hanno valorizzato il carrubo scegliendolo tra le diverse opportunit colturali e non perch
unica alternativa praticabile.
I metodi di propagazione adottati non hanno subito modificazioni di rilievo negli ultimi anni, rispecchiando
la staticit del settore nel suo complesso. Attualmente la tecnica di impianto prevede la messa a dimora di
semenzali di due anni
di et, ottenuti da lotti di seme eterogeneo, i cui livelli di variabilit risultano molto elevati. Si procede
quindi allinnesto in campo, a gemma vegetante, nella primavera successiva allimpianto.
Tralasciando qui le problematiche connesse alla scelta della cultivar da innestare, altrove richiamate, ci
soffermiamo su alcuni aspetti:

a tipologia di innesto adottata, pur se appare sinora la pi valida, presenta alcune difficolt
determinate dalla breve durata del periodo utile per linnesto stesso, dalla difficolt di dover
operare direttamente in campo (trasporto del materiale vegetale, condizioni atmosferiche, etc.) e
dalle percentuali di successo ottenibili, elevate solo se in presenza di manodopera di lunga
esperienza;

le alternative alla tecnica attualmente adottata potrebbero essere rappresentate dallinnesto in


vivaio o dalla propagazione per autoradicazione. Entrambe tali alternative, a parte le remore di
ordine culturale, presentano alcune incognite che andrebbero chiarite. In particolare, sebbene per
il taleggio siano state ormai superate alcune difficolt tecniche per lottenimento della radicazione,
restano alcuni dubbi dettati soprattutto dalle differenze nelle caratteristiche delle radici. Con la
autoradicazione si ottiene infatti un apparato radicale diverso da quello fittonante dei semenzali
che gli antichi ci insegnavano a salvaguardare in quanto ad esso appare dovuta, almeno in parte,
la capacit di adattamento del carrubo e la sua aridoresistenza;

unaltra possibilit potrebbe essere offerta dalla micropropagazione. Sebbene ci siano stati alcuni
tentativi, utilizzando sia tessuti giovanili che adulti, non ci sono riferimenti bibliografici che
riportino la messa a dimora di piante ottenute mediante la coltura in vitro. Recentemente sono state
ottenute piantine in seguito ad un processo di embriogenesi somatica insorto in calli ottenuti dalla
coltura in vitro di ovuli (Carimi et al. 1977). Tuttavia la disponibilit di nuovi protocolli lascia
ipotizzare il superamento di alcune difficolt intrinseche alla specie e permettere la propagazione
in vitro delle cultivar ed eventualmente di genotipi da utilizzare come portinnesti, con gli evidenti
vantaggi in termini di uniformit e di riduzione del periodo improduttivo.
In definitiva appare chiaro che anche il settore della propagazione potrebbe avvalersi dei risultati di
specifiche attivit di ricerca, che se da un lato hanno bisogno di laboratori e attrezzature specifiche (vedi il
caso della propagazione in vitro), dallaltro non possono prescindere da un coinvolgimento dellesperienza
di campo di molti operatori del settore.
La sinergia sopra richiamata tra tutti gli operatori che a diverso titolo si occupano di carrubo rappresenta a
nostro avviso il requisito essenziale per lauspicato rilancio della coltura. La nostra nota, sicuramente non
esaustiva delle
problematiche, vuole per segnalare la disponibilit e limpegno per alcuni aspetti sopra citati. I primi passi
in tale direzione sono gi stati fatti, anche col mantenimento di un campo collezione e con alcune prove di
rigenerazione in vitro; altri sicuramente ne saranno fatti e auspichiamo che il prosieguo dei lavori possa
offrire la possibilit di individuare percorsi comuni.

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