Professional Documents
Culture Documents
Memorie di Lunigiana
di
ADRIANA G. HOLLETT
Monteregio
Pozzo Parana
il Cantamaggio e i Librai
Fotografie di A. G. Hollett
10
MONTEREGIO
11
Monteregio e'
un paese montano, a
nord di Mulazzo,
che nella storia della
Lunigiana feudale,
per breve tempo, dal
secolo XVI ed il
XVII,
costitui'
assieme a Pozzo un
feudo indipendente.
Il territorio di
questo
feudo
corrispondeva
all'estensione delle
due parrocchie di
Pozzo
e
Monteregio.
Fu il piu'
piccolo degli oltre
quaranta feudi dei
marchesi Malaspina
in cui fu divisa la
Lunigiana,
da
quando
Corrado
l'Antico, capostipite
della
linea
di
Mulazzo, detta poi
dello "spino secco",
e
Opizzone,
capostipite
della
linea di Filattiera o
" spino fiorito", nel 1221, vennero alla prima divisione dell' ager
dello
lunensis.
La famiglia dei Malaspina, perdute molte terre e castelli in Lombardia,
Piemonte e Liguria, si ridusse a reggere personalmente il territorio e lo
dominarono assai prima che Federico Barbarossa concedesse ai loro discendenti
l'investitura.
La legge longobardica di successione seguita dai Malaspina fu la ragione
dell'origine dei molti castelli feudali che sorsero un po' ovunque in Lunigiana, in
posizione d'importanza strategica politico militare e dove percio' esistevano gia'
luoghi forti, torri o castelletti con funzione anche di governo.
12
13
14
15
16
17
18
Monteregio
Atrio
castello.
del
Il
marchese
Giovan-Paolo nel 1534
sposando
Taddea,
figlia del marchese
Giovan-Vincenzo di
Mulazzo
ebbe
da
questa:
Costanza,
Leonardo,
GiulioCesare e Carlo.
Alla sua morte,
1584, lascio' superstiti i
figli Leonardo,
e
Giulio-Cesare.
Nessuno
di
loro
mantenne
la
discendenza che ando'
ai figli del defunto
Giovan-Vincenzo.
Nel 1581, con un
atto
chiamato
Convenzioni stabilirono la successione del feudo del loro padre per colui che per
primo avesse preso moglie e avesse avuto figli maschi e colui che fosse reputato il
primogenito dovesse succedere nel feudo e nei beni feudali dei marchesi
Francesco-Antonio e Galeazzo, loro zii paterni, il primo dei quali era signore della
meta' di Mulazzo e Parana, e il secondo, almeno per il titolo, di Pozzo.
Giovan-Vincenzo fu il primo e unico ad ammogliarsi. Sposo'
Margherita,figlia del marchese Jacopo Malaspina di Licciana ed ebbe da lei
Susanna, Matilde ed un maschio che nacque postumo.
Mori' lasciando la moglie incinta, la quale dopo poco dette alla luce un
figlio che, come il padre e il nonno venne chiamato Giovan-Vincenzo.
Gli furono tutori e reggenti la madre e gli zii paterni Galeazzo e
Francesco-Antonio.
19
20
21
22
23
Alla morte di
Giovan-Paolo
il
feudo di Monteregio
passo' ai suoi figli
superstiti: Leonardo,
(affettuoso verso i
suoi ma di carattere
incline alla collera
che non sempre
seppe mantenersi nel
limite dell'onesto) e
Giulio- Cesare.
I fratelli lo
governarono
in
proprio e come tutori
e reggenti del loro
pronipote GiovanVincenzo
assieme
alla di lui madre che
il Branchi definisce
"donna destra, intelligente e di viril senno dotata".
Ressero con Monteregio il feudo di Pozzo che spettava allo zio Galeazzo e,
ancora vivente lo zio, promulgarono e applicarono ordinamenti e leggi identiche
per Monteregio e Pozzo.
Quando Giovan-Vincenzo ebbe raggiunto la maggiore eta', sposo' (1605) a
Parma, Isabella sorella del conte Sanvitali e li' visse buona parte dell'anno, mentre
a Monteregio fu ammesso a governare assieme agli zii.
Alla morte di Giulio-Cesare, Leonardo si spoglio' di ogni potere per
riversarlo tutto sul diletto nipote.
Appare quindi, quasi inverosimile che, Leonardo, il primogenito di
Giovan-Paolo, vissuto in cosi' amorevole concordia col fratello e con il nipote,
potesse in seguito macchiarsi di un feroce omicidio.
24
Monteregio
La
seconda
torre
Accadde il
20 dicembre a
Pontremoli davanti
alla chiesa di San
Pietro quando, per
motivi controversi
di
pascoli
e
legnatico,
Leonardo trafisse
di spada il cugino,
marchese
Ottaviano
Malspina
di
Castagnetoli.
Il
delitto
rimase
impunito
perche' il marchese
Leonardo sfuggi'
alla giustizia del
governo spagnolo
di Milano che, a quel tempo, signoreggiava a Pontremoli, riparando velocemente
nelle proprie terre dove visse a lungo, sino al 1626. Venne sepolto nella chiesa di
Sant'Apollinare di Monteregio.
Giovan-Vincenzo gli era succeduto nel feudo fin dal 1605, cioe' da quando
era rientrato dalla corte di Parma dove aveva rischiato la morte essendo stato
coinvolto (non si sa se a ragione o torto) nella congiura dei Sanvitale di Parma
contro i Farnese. Carcerato nella rocca di quella citta', dove rimase a lungo, ebbe
salva la vita con il riscatto di ventimila scudi.
Giovan-Vincenzo da Isabella ebbe cinque figli: Margherita, Ottavio, Carlo,
Leonardo e Maria. Rimasto vedovo dell'adorata moglie, lasciando erede
universale il primogenito maschio Ottavio e il governo dei feudi alla madre
Margherita, si fece cappuccino nel monastero di S.Barnaba a Genova.
25
Il 22 marzo 1625, ai rogiti del notaro Tommaso Bojardo della Spezia, fece
testamento col quale defini' i tutori per figli minori, detto' alcuni legati, assegno' la
dote alla figlia Maria e stabili' con una scrittura il da farsi nel caso che il
primogenito Ottavio non sopravvivesse o mancasse di discendenza.
Anche il figlio Carlo segui' il padre in convento e con loro un servo. Il primo
prese il nome di Fra Felice, il secondo Fra Amadeo ed il servo Fra
Giovan-Vincenzo
Leonardo, il terzogenito maschio di Giovan-Vincenzo, come il padre e
l'altro fratello, fu religioso professo e sacerdote. Entrato nell'Ordine degli
Agostiniani visse spesso a Pozzo ( dove esisteva un convento dello stesso ordine )
e a Bagnone dove ricoprerse il grado di Baccelliere.
Appena il padre vesti' l'abito talare, Ottavio gli succedette sotto la reggenza
della madre e venne riconosciuto novello signore di Monteregio e Pozzo, tanto
piu' che il Cavalier Galeazzo nel 1627 era gia' morto e i diritti della primogenitura
si erano consolidati in Ottavio.
Non si sa se il suo governo incontrasse o no la soddisfazione dei suoi sudditi
ma se dobbiamo argomentare le poche leggi che si conoscono di lui, gli incarichi
che da altri signorotti della provincia e dal Governo di Milano gli furono dati,
deve credersi che fosse considersto uomo prudente e saggio.
Infatti perche' non venissero a corrompersi i semplici costumi dei suoi
montanari, con bandi replicati dal 1641 e 1642 non volle immischiati, come era
antico costume, fra i possessori delle sue terre gli estranei. Adopero' ogni cura,
come si scorge da un bando del 1645, perche' i suoi dipendenti rispettassero e non
ledessero le proprieta' e la incolumita' dei dei feudi vicini.
Nel 1631 vertendo un aspra lite tra i marchesi di Bastia e Ponte Bosio
intorno alla successione di quei feudi egli fu tra i mediatori; nel 1635 venne
nominato tutore dei figli minori del marchese Ippolito Malaspina e nel 1645 venne
chiamato dal Senato di Milano per accomodare le secolari vertenze tra Rossano e
Suvero a causa del bosco di Gambatacca.
A trent'anni, nel 1639, si ammoglio' con Matilde, figlia primogenita del
marchese Morello Malaspina di Mulazzo e con la quale dieci anni innanzi, forse
perche' ancora impubere, aveva stabilito le nozze e col padre di lei una dote di
1500 scudi.
Questo matrimonio fu sterile; declinando anche nella salute, il 26 febbraio
1644, Ottavio chiamo' il notaro Bernardino Zambeccari di Pontremoli e detto' il
suo testamento.
Chiamo' in esso eredi dei suoi feudi coloro ai quali per legge fra i suoi
agnati sarebbero spettati, pretermessi i fratelli Carlo e Leonardo che coi voti
monastici avevano implicitamente rinunciato alla successione feudale, istitui'
erede degli allodiali tutti la moglie, riconobbe legati alle sorelle ed al fratello
Padre Leonardo.
26
27
MonteregioCampanile
della
chiesa di Sant'Apollinare.
28
29
30
31
32
33
34
35
36
37
38
39
40
41
42
Montereggio - Il borgo.
43
44
45
46
47
48
49
50
51
52
53
54
55
56
57
58
59
60
61
Monteregio - Stazione del S. Rosario " La Presentazione al tempio."Questa e' una delle stazioni ordinate nel testamento del febbraio 1644 da
Ottavio Malaspina marchese di Monteregio e Pozzo.
E. Branchi nella sua Storia della Lunigiana feudale dice: "...ordino' la
edificazione delle nove stazioni da Monteregio a Santa Maria del Monte e da
Pozzo a detta chiesuola... edicole che ancora si veggono."
Molti si chiedono perche' il marchese ordinasse proprio nove stazioni e non
un numero diverso e la risposta venne da un benemerito parroco che molti anni
addietro resse la comunita' di Pozzo.
62
63
64
65
66
67
68
69
70
71
72
73
74
75
76
77
78
79
Monteregio - Il portale chiudeva l'ingresso del paese sulla strada per Pozzo.
80
81
82
83
84
85
86
Ecco il bellissimo portale, in tutto simile a quello del borgo di Filetto che
apriva l'accesso del paese al Lormezzo. Per un qualche motivo, nei secoli passati,
era stato smontato e i blocchi abbandonati ai margini del sentiero. Una notte, anni
orsono, i soliti ignoti si sono impossessati del portale trafugandolo. La memoria
popolare lo riconosce come quello montato ad un oratorio moderno in un paese
poco distante.
87
88
89
Monteregio - Nella casa dei Fogola, sul giardino interno, troviamo una
lapide commemorativa dedicata alla medaglia d'argento Ernesto Fogola.
I Fogola (famiglia di librai), partiti da Montereggio, approderanno ad
Ancona.Il primo fu Giuseppe (1868-1945) che aveva sposato la conterranea Giulia
Tarantola (1860-1946) di una analoga famiglia di librai. Da loro nasceranno tre
figli: Ernesto, Italo e Fernando.
Ernesto, partito per la prima guerra mondiale come sottotenente di fanteria,
ottiene una medaglia d'argento; poi, da tenente, passa in aviazione dove ottiene
un'altra medaglia e i gradi di capitano. Partecipa al volo su Vienna guidato da
D'Annunzio. Il 24 agosto 1917 il velivolo sul quale vola Ernesto Fogola viene
abbattuto. All'ufficiale di meno di ventisei anni viene intitolato il Reale Aero Club
di Ancona.
90
91
92
93
94
95
Monteregio - Queste gallerie, che corrono lungo il lato del paese, hanno
piccole aperture che guardano all'esterno e sono interrotte per tutta la lunghezza
da numerose porte.
96
97
98
CANTAR MAGGIO...
Sui crinali dei monti e per le valli, di borgo in borgo, per le antiche strade e
per sentieri, la gente di Lunigiana rinnova ogni anno una festa : il cantar maggio...
Antichissima espressione di felicita' e festosita' collettiva che le
popolazioni tributavano alla rinnovata primavera.
Dopo un lungo e freddo inverno passato in veglia attorno al fuoco, nasceva
una gioia nuova col risveglio della terra e fin dai tempi antichi i maggianti, riuniti
in festosi gruppi, passavano di borgo in borgo al suono dell'armonica a cantar
stornelli.
Quello del maggio e' un rito di fecondita' legato al risveglio della natura e
alla celebrazione di culti degli alberi, di corteggiamento per i giovani che usavano
offrire serenate,fronde e fiori alle loro amate.
A Montereggio il cantar maggio mantiene alcune caratteristiche e gli stessi
rituali:il capo-maggio riunisce i maggianti e con loro percorre il borgo del paese
sostando sulle porte e sulle piazze. I costumi indossati sono semplici e pittoreschi
e su una melodia accompagnata da una fisarmonica si improvvisano semplici
strofette e stornelli.
Monteregio - I maggianti.
99
100
Monteregio - Maggianti
101
102
103
POZZO
104
105
106
107
108
109
110
111
112
113
114
115
116
117
118
119
120
121
122
123
124
125
126
127
128
129
130
131
132
133
D. O. M.
OCTAVII MALASPINAE MARCHIONIS CAESAREI
OSSA HIC COLE
QUI SUARUM NOMEN VIRTUTUM
AD OMNES TERRAS PROPAGATUM RELIQUIT
PRUDENTIA UNUS ET PAUCIS SUI SAECULI
MUNIFICENTIA IN AUGUSTINAM FAMILIAM
SECUNDUS NULLI
MAGNAM ANIMAM
TERRARUM ANGUSTIAS ABHORRENTEM
IN COELOS TRANSMITTENS
VOLUIT HOC SAXUM MORTALITATIS METAM
IMMORTALITATIS LIMEN
MATHILDIS QUOQUE GENTILISSIMAE LECTISSIMAE
CONIUGIUM STABIT
NE COELESTIUM AMOR NUPTIARUM
TERRENIS DEVORTIUM INDIXISSET
DEVIXIT ANNO MDCXLVI DIE 27 IULII
134
135
136
137
138
Montereggio - Una delle stazioni del Rosario sul percorso che porta al
Santuario della Madonna del Monte, "L'Annunciazione".
139
PARANA
140
141
142
143
144
145
Parana - Vicolo.
146
147
148
149
150
I librai
Unico vero "caso" della storia della cultura italiana constatare che la gran
parte delle librerie italiane nate alla fine del secolo scorso e ai primi del novecento
siano state fondate da librai originari della Lunigiana ed in modo particolare
originari di queste terre.
Provengono infatti da queste localita' intere famiglie di librai che, da gestori
di bancarelle e di esercizi ambulanti, diedero vita ad attivita' stabili emigrando
nelle piu' diverse citta' italiane dopo l'Unita' d'Italia.
Provenivano da Pontremoli i Bertoni che, dopo aver svolto attivita'
ambulante in tutto il Piemonte, aprirono librerie a Napoli e a Verona.
Da Mulazzo venivano i Galleri che ai primi del novecento aprirono una
storica libreria a Bologna in via Indipendenza 16, la "Libreria Editrice Costantino
Galleri"; alla Spezia sino a pochi anni addietro, Giobatta Galleri (1892) possedeva
una rinomata bancarella in piazza del Bastione.
Da Fresoni nei pressi di Mulazzo, venivano i Ghelfi, uno dei quali,
Costantino, sposatosi con Luigia Fogola, appartenente ad altra famiglia di librai,
fonda nel 1903 la societa' editrice "La Pontremolese", dedicatasi a pubblicare
opere filosofiche, apre poi librerie a Cremona, Verona, Brescia, Padova,
Vicenza, Bologna ( dove le attivita' sono due), Ferrara, Rimini, Milano e Recoaro.
I Giovannacci aprirono librerie a Como, Milano e Varese,
I Maucci a Savona nel 1889, alla Spezia e anche a Buenos Ayres;
I Rinfreschi di Mulazzo, gia' soci di Costantino Ghelfi nella Pontremolese,
acquistarono successivamente da soli la casa editrice " Arte Bodoniana", che
pubblicava Carducci, Verga, Serao, Manzoni e De Amicis; aprirono le librerie a
Piacenza e a Pistoia per poi trasferirsi a Bolzano dopo il 1922.
I Tarantola, originari di Pontremoli, avviarono attivita' di commercio
librario a Monza, a Milano in corso Porta Ticinese, a Modena e a Belluno.
I Vannini operano a Brescia, dove viene costituita la casa editrice Vannini
specializzata nell'edizione dei dizionari e libri tecnici.
E ancora i Lorenzelli, che furono i primi librai di Bergamo.
I Tolozzi di Calice aprirono a Genova nel 1921.
Molti altri, tutti in genere di queste terre, furono tra i pionieri di questa
attivita' nelle diverse citta' d'adozione.
151
152
153
154
Biella - 1950
Vittorio Giovannacci
sulla porta della libreria che il
padre
Giulio,
nato
a
Montereggio
nel
1875,
emigrato giovanissimo per
dedicarsi
al
commercio
ambulante dei libri, apre nel
1903
155
156
Monteregio 1930
Sulla piazza del paese si brinda alla partenza degli emigranti.
Nella fotografia scattata da Valentino Lorenzelli di casa Gaggioli, si
riconoscono: Battista Tarantola ( con baffi e fiocco nero), RomeoTarantola ( con
baffi presso la finestra), Raffaele Bertoni, Romeo Giovannacci, librai a Monza,
Milano, Casale Monferrato e Umberto Tarantola ( con il bicchiere), Adamo e
Amedeo Maucci, commercianti ambulanti.
Tra il 1816 e il 1817, a causa di una grave crisi nell'agricoltura bresciana,
con grave danno per le famiglie che avevano fondato su questa attivita' stagionali
l'integrazione dei modesti guadagni della coltivazione della loro terra, molti di
loro, abituati ormai a stare lontano dal paese, si dedicarono al commercio
ambulante di pietre da mola per rasoi, lunari, almanacchi, calendari e stampe, poi
con libri, che divennero pian piano l'articolo piu' venduto.
Il lunario venduta da Fogola, pubblicato per la cura di G. Solari dalla
Regione Toscana, offriva probabilmente contenuti analoghi a tutti gli altri
fascicoli di questo genere stampati a migliaia: " Feste mobili, Computo
Ecclesiastico, tavola oraria, calendario, genealogia delle principali case regnanti,
sonetto enimmatico".
157
158
159
160
161
Francia Il battesimo di
Germaine
Giovannacci.
Nella fotagrafia
sono
ritratti
anche
Carlo
Lorenzelli
e
altri
commercianti
di
Pozzo,
Mulazzo
e
Parana. (1902)
162
Argentina Buenos
Ayres1910.
La sede della Casa
Editrice-libreria Maucci
fondata dai fratelli Luigi,
Giovan Battista, Giacomo
e Carlo, emigrati in
Argentina da Parana nel
1887.
163
Buenos Ayres fine 800 - sopra:Carlo, Luigi (in piedi), Giacomo e Battista
Maucci di Parana.
sotto : 1916 Giacomo Maucci.
164
165
166
167
168
169
170
Santuario della Madonna del Monte Sullo stipite del portale vi e' inciso S P Q R.
171
172
173
Bibliografia
E. Branchi - Storia della Lunigiana Feudale.
P. Ferrari - La Lunigiana e i suoi signori.
G. Benelli - Monteregio il paese dei librai.
L. Galanti - Un feudo e un santuario.
L.A. Antiga - Studi e ricerche sull'alta Lunigiana.
E Repetti - Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana.
G. Mangani - Editori e librai nell'Ancona del novecento.
Le notizie riguardanti le antiche famiglie di Monteregio sono state fornite
dal dott. Sergio Maucci di Monteregio.
Le notizie riguardanti le antiche famiglie di Pozzo sono state fornite dal sig.
Ferdinando Visconti di Pozzo.
Le fotografie dei maggianti sono tratte da " Amici del Cantamaggio" di
Monteregio del 2000.
Le foto dei librai sono state tratte da: " Per terre assai lontane." - Zappa
174
175
176