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UNIVERCITA DI GUAYAQUIL

IL 900 LITTERARIO
ITALIANO
Letteratura Italiana

STUDENTI: GABRIELA RESABALA HERNANDEZ,


MARIO COELLO.
PROFESSORESSA: INGRID MARTINETI

Studenti: Gabriela Resabala Hernandez; Mario Coello


Letteratura Italiana

Materia:

900 Letterario Italiano

I movimenti letterari, i fatti culturali, l'ideologia stessa del Novecento, sia sul
piano letterario che politico, possono essere colti e seguiti nel loro complesso
sviluppo attraverso l'articolarsi delle pi rappresentative Riviste del
Novecento le cui premesse si possono gi trovare nelle riviste di fine
Ottocento.
Dalla loro analisi scaturisce chiaramente, sia il profilo dei fenomeni sociali,
politici, religiosi, scientifici (non solo artistico-letterari), sia quello dei gruppi
intellettuali e redazionali che li hanno animati e gestiti e dei loro singoli
componenti.
Le riviste rappresentano un modo pi concreto, partecipe e militante di
lavorare e discutere sui temi e sui problemi che sono stati dibattuti dalla
cultura del secolo procedendo dal di dentro dei fenomeni, non solo artisticoletterari, ma politici, sociali, religiosi e scientifici.
All'inizio del secolo esplodono a livello europeo le cosiddette avanguardie,
movimenti artistici che intendono rompere definitivamente i ponti con le
forme pi tradizionali della letteratura. Tra i maggiori movimenti
d'avanguardia, sia in campo artistico che letterario, sono il dadaismo con Marcel
Duchamp; la pittura volutamente deformata di Picasso e in generale
Corso: 4 A3
Professoressa: Ingrid Martineti

Studenti: Gabriela Resabala Hernandez; Mario Coello


Letteratura Italiana

Materia:

del Cubismo; l'espressionismo, che tendeva a far interagire codici linguistici e


stilistici diversi tra loro; il futurismo, la prima e pi consapevole avanguardia
letteraria in Italia. Benedetto Croce giudic molto severamente quasi tutti gli
scrittori contemporanei, influenzando cos un largo numeri di critici
accademici. All'inizio del XX secolo si colloca, unica e folgorante, l'esperienza
artistica del poeta Dino Campana che nel 1914 pubblica i Canti Orfici.
Nel 1908 fu fondata, da Giuseppe Prezzolini e Giovanni Papini, La Voce, rivista di
cultura e politica. Continu le pubblicazioni fino al 1916. Fu una delle pi
importanti riviste culturali italiane del Novecento. Con l' interventismo emergono
autori come Scipio Slataper e Filippo Corridoni.
Il libro poetico pi rilevante della fase primonovecentesca senza
dubbio L'allegria di Giuseppe Ungaretti. Per quanto riguarda la narrativa, essa si
presenta in Italia dotata di una tradizione molto meno forte rispetto alla lirica,
e comunque dominata per lungo tempo dal modello de I Promessi
Sposi di Alessandro Manzoni. In questo primo novecento occupano la scena della
narrativa Gabriele D'Annunzio e Antonio Fogazzaro. Ma la critica tende oggi a
individuare i testi pi significativi fra quelli di Luigi Pirandello, che, pur partendo
da premesse tardoveriste, si propone nel 1904 come sperimentatore e
addirittura precorritore di alcune soluzioni metanarrative con Il fu Mattia
Pascal, in cui si colgono nel testo le componenti della poetica pirandelliana
pi tipica: l'antipositivismo e l'antirazionalismo, non ben apprezzate da Croce.
Altro romanziere fondamentale del primo novecento, divenuto oggetto di
grande attenzione critica solo molto tempo dopo la sua prematura
scomparsa, Federigo Tozzi, i cui romanzi superano le barriere ormai logore del
naturalismo anticipando la grande narrativa psicologica ed esistenzialista
europea.
Nel contempo, intorno agli anni venti, si veniva rafforzando una tendenza
antinovecentesca, cio ostile ai caratteri sperimentali tipici del primo
novecento, che trovava il suo punto di riferimento nel Canzoniere di Umberto
Saba.

Il Crepuscolarismo
Crepuscolarismo Orientamento di un gruppo poeti italiani dei primi del
Novecento che, pur riconoscendosi in un'idea comune di poesia, non
facevano capo a una vera e propria scuola e non avevano elaborato una
precisa poetica.
Il maggiore rappresentante del gruppo fu Guido Gozzano (La via del rifugio,
1907; I colloqui, 1911); altri esponenti furono Sergio Corazzini, Marino Moretti
e Fausto Maria Martini. Il termine, usato per la prima volta da Giuseppe
Antonio Borgese in una recensione, sottolineava il tono dimesso, pacato e un
po' triste della loro poesia. In effetti, sia i temi sia le scelte espressive
concorrono a un risultato di modesto realismo quotidiano. Il linguaggio
comune, le parole spesso appartengono al parlato, il verso tende alla prosa
perch il mondo rappresentato fatto di 'piccole cose di pessimo gusto', per
citare un verso di Gozzano, a cominciare dagli interni piccolo-borghesi
costellati di oggetti caratteristici. In questo mondo domestico si muovono
personaggi qualunque che vivono esistenze umili e banali, come la Signorina
Felicita, ragazza casalinga 'quasi brutta' protagonista di una celebre poesia di
Corso: 4 A3
Professoressa: Ingrid Martineti

Studenti: Gabriela Resabala Hernandez; Mario Coello


Letteratura Italiana

Materia:

Gozzano. Verso questo mondo provinciale l'atteggiamento del poeta di


malinconia e insieme di consapevole distacco ironico.
Tutto ci non significa affatto che la poesia crepuscolare sia ingenua e
semplice: la scelta letteraria di questi autori, al contrario, ben precisa e
consapevole. Se da un lato rifiuta e supera il modello nobile e magniloquente
di Gabriele D'Annunzio (pur rifacendosi in particolare a una sua raccolta di
poesie dai toni particolarmente pacati, il Poema paradisiaco), dall'altro
individua precisi modelli italiani e stranieri: in Italia la poesia 'prosastica'
scapigliata (ad esempio di Vittorio Betteloni) e il simbolismo di Giovanni
Pascoli, all'estero Paul Verlaine e alcuni poeti decadenti fiamminghi e francesi,
come Maurice Maeterlinck, Georges Rodenbach, Jules Laforgue.

Futurismo
Nei primi anni del Novecento, opposta a quella dei crepuscolari fu la voce dei
futuristi. Mentre i primi si ripiegavano su se stessi e con linguaggio prosastico
e dimesso invocavano un ritorno ai buoni sentimenti del passato, i secondi
reagivano alla caduta di ideali della loro epoca proponendo una fiducia
fermissima nel futuro.
Fondatore del movimento futurista Filippo Tommaso Marinetti che a Parigi,
nel febbraio del 1909, pubblica il primo Manifesto futurista.
In esso si proclama la fede nel futuro e nella civilt delle macchine, si
affermano gli ideali della forza, del movimento, della vitalit, del dinamismo e
dello slancio e si spronano i letterati a comporre opere nuove, ispirate
all'ottimismo e ad una gioia di vivere aggressiva e prepotente.
Si auspica inoltre la nascita di una letteratura rivoluzionaria, liberata da tutte
le regole, anche quelle della grammatica, dell'ortografia e della
punteggiatura.
I futuristi sperimentano nuove forme di scrittura per dar vita ad una poesia
tutta movimento e libert, negano la sintassi tradizionale, modificano le
parole, le dispongono sulla pagina in modo da suggerire l'immagine che
descrivono.
La loro necessit di liberarsi del passato e il loro desiderio di incendiare musei
e biblioteche che lo proteggono, vengono proclamate con enfasi e violenza:
dall'esaltazione del movimento si passa all'esaltazione euforica della guerra,
vista come espressione ammirabile di uomini forti e virili.
I futuristi sostengono la necessit dell'intervento nella prima guerra mondiale
e in seguito aderiscono all'impresa di Fiume e ai primi sviluppi del fascismo.

Corso: 4 A3
Professoressa: Ingrid Martineti

Studenti: Gabriela Resabala Hernandez; Mario Coello


Letteratura Italiana

Materia:

Fra i poeti che partecipano all'esperienza futurista, oltre che a Marinetti, si


ricordano Aldo Palazzeschi, Luciano Folgore, Ardengo Soffici e Corrado
Govoni.

Durante il regime fascista


La letteratura italiana nel Novecento fortemente influenzata, pi ancora che
in altri secoli, da fattori storico-politici e socioculturali in genere. Sul primo
versante, per esempio, non si pu sottovalutare che, durante il ventennio
fascista, (1922-1943), la libera circolazione delle idee stata impedita o
fortemente limitata, e che perci il dibattito letterario stato fortemente
condizionato, e tornato in primo piano poi alla fine della seconda guerra
mondiale, con una massiccia adesione degli scrittori alle ideologie di sinistra.
Sul versante socioculturale ebbe grande influenza il filosofo e critico
Benedetto Croce, tra i pochissimi intellettuali a rimanere indipendente dal
fascismo a differenza del suo collega Giovanni Gentile.
Tuttavia si deve sottolineare che anche sotto il regime fascista rimase vivace
l'interesse per il confronto letterario, grazie soprattutto alle riviste fiorentine,
come Solaria, alla quale collaboravano autori quali Eugenio Montale o Carlo
Emilio Gadda o le riviste letterarie di Mino Maccari e Leo Longanesi. Insieme
alla consacrazione di Luigi Pirandello, Premio Nobel per la letteratura nel
1934, emersero scrittori come Antonio Baldini, Curzio Malaparte, Massimo
Bontempelli.
Tra i caratteri fondamentali del panorama letterario italiano della prima met
del Novecento fondamentale l'interazione fra la lingua nazionale, impostasi
di fatto solo nell'ultimo scorcio dell'Ottocento e dopo l'unit (1861), e i
dialetti, ovvero le vivacissime lingue legate alle tante realt socioculturali
Corso: 4 A3
Professoressa: Ingrid Martineti

Studenti: Gabriela Resabala Hernandez; Mario Coello


Letteratura Italiana

Materia:

della nazione. Questa interazione port spesso all'uso di un bilinguismo, ben


evidente per esempio in molti poeti del primo novecento come il poeta
napoletano Salvatore Di Giacomo, che fu membro dell'Accademia d'Italia, o il
veneto Giacomo Noventa che, pur essendo un intellettuale colto ed eclettico,
scriveva versi soprattutto nel suo idioma materno, in implicita polemica con
l'odiatissimo regime fascista.

Il neorealismo

Neorealismo (letteratura) Tendenza affermatasi nella letteratura italiana del


secondo dopoguerra. Per la corrente omonima sviluppatasi nel cinema
italiano, vedi Neorealismo (cinema).
Gli autori neorealisti intendevano rappresentare la realt contemporanea
della guerra, della Resistenza e del dopoguerra, per dare una testimonianza
artistica di un'epoca che segn tragicamente la vita di tutto il popolo italiano.
Proprio il bisogno di rappresentare direttamente storie di vita vissuta in prima
persona, sia dagli scrittori sia dai lettori, comport la scelta della prosa a
scapito della poesia, l'adozione di un linguaggio tendenzialmente chiaro e
comunicativo, il rifiuto della tradizione letteraria della pagina ben scritta di
moda negli anni Venti e Trenta. Gli scrittori guardavano piuttosto
all'esperienza letteraria del verismo e in particolare all'opera di Giovanni
Verga, ma il termine 'neorealismo' rinvia sia alla grande narrativa realista
dell'Ottocento sia al contemporaneo movimento tedesco della Nuova
Oggettivit (Neue Sachlichkeit).

Lermetismo

Corso: 4 A3
Professoressa: Ingrid Martineti

Studenti: Gabriela Resabala Hernandez; Mario Coello


Letteratura Italiana

Materia:

Ermetismo Corrente poetica italiana sviluppatasi


negli anni Venti e in modo pi consistente negli
anni Trenta del XX secolo. Il gruppo degli ermetici si
raccolse soprattutto attorno a due riviste fiorentine,
'Il frontespizio' e 'Campo di Marte', ed ebbe come
interlocutori critici privilegiati il cattolico Carlo Bo e
Oreste Macr (1913-1998). Fortemente contrari
all'enfasi retorica dannunziana come pure agli
aspetti pi flebili e convenzionali della lirica di
Giovanni Pascoli, gli ermetici si rifacevano invece
alle esperienze del simbolismo, in particolare quello
di autori come Stphane Mallarm e Paul Valry,
cercando di riconsegnare alla parola poetica una
carica espressiva assoluta e rifiutando gli aspetti
comunicativi del linguaggio cos come l'effusione
sentimentale diretta. Cercarono invece di fare della parola poetica un
momento 'puro' e 'assoluto', in cui si risolvessero e culminassero le tensioni
esistenziali e conoscitive di ciascuno e, ancora di pi, il senso della vita, con
valenze religiose pi o meno accentuate.

900
900 Rivista letteraria trimestrale fondata nel 1926 a Roma da Curzio
Malaparte e Massimo Bontempelli. Pubblicata per i primi tre anni in francese
con il sottotitolo di 'Cahiers d'Italie et d'Europe' (Quaderni d'Italia e d'Europa),
aveva una redazione internazionale cui parteciparono, tra gli altri, James
Joyce e Il'ja Grigor'evi Erenburg. Nel 1927 Malaparte cess la sua
collaborazione alla rivista, che fiancheggiava il movimento di Stracitt, per
entrare in quello di Strapaese. Dal 1928 la rivista usc a scadenza mensile e
fu redatta in lingua italiana, senza pi collaborazioni internazionali. L'ultimo
numero usc nel 1929.

Massimo Bontempelli

Corso: 4 A3
Professoressa: Ingrid Martineti

Studenti: Gabriela Resabala Hernandez; Mario Coello


Letteratura Italiana

Materia:

Fondatore nel 1926, insieme a Curzio Malaparte, della rivista in lingua francese "900", che contribu a
rinnovare la cultura italiana di quegli anni, lo scrittore Massimo Bontempelli teorizz e pratic un
neoclassicismo letterario da lui definito "realismo magico": nelle sue opere la scrittura lucida e nitidissima
avvolge gli oggetti in un'atmosfera "metafisica" che ricorda la pittura di Giorgio de Chirico.
Effigie

Specifico intento di '900' era quello di sprovincializzare la cultura italiana


attraverso l'apertura alle nuove sollecitazioni europee, liquidando le eredit
ottocentesche come il naturalismo, lo psicologismo, il sentimentalismo. Tra i
collaboratori vi furono anche Max Jacob, Virginia Woolf, David Herbert
Lawrence, e autori italiani come Alberto Moravia, Emilio Cecchi, Bruno Barilli
(provenienti dall'esperienza della 'Ronda'), Corrado Alvaro e Cesare Zavattini.
Diffuse in Italia la conoscenza delle nuove poetiche del surrealismo, dell'arte
metafisica, del dadaismo e dell'espressionismo. Attenta alle conquiste della
tecnologia e al progresso scientifico, di cui l'arte si faceva trascrizione, fu
caratterizzata dall'interesse per nuovi fenomeni di cultura di massa come il
cinema, la musica jazz, il romanzo

Corso: 4 A3
Professoressa: Ingrid Martineti

Studenti: Gabriela Resabala Hernandez; Mario Coello


Letteratura Italiana

Corso: 4 A3
Professoressa: Ingrid Martineti

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