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Note
Pause
Nomenclatura rapporto
Maxima:
Longa:
Brevis:
Maximodus
Modus
Minima:
Tempus
Il rapporto tra maxima e longa era detto maximodus,
Prolatiocos come legame tra
longa e brevis era detto modus, quello tra brevis e semibrevis era denominato
Semibrevis:
Perfecto
Imperfecto
Maximodus
(Modus major)
Modus
Tempus
(Maggiore)
(Minore)
Prolatio
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valori pi larghi e pi brevi): il ritmo non si basa pi sulla longa come nei
modi ritmici ma limportanza passa alla brevis.
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Simbolo:
Modus major perfectum cum
modus perfectum
(il moderno 9/4)
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3- Un brano iniziava con lindicazione della chiave seguita dal simbolo che
indicava il rapporto tra maximodus e modus e di seguito il simbolo che
indicava il rapporto tra tempus e prolatio proprio come in uno spartito
attuale conviene specificare il tempo (se una voce usava solamente le note
del maximodus e modus o solo del tempus e prolatio veniva indicato
solamente il simbolo del rapporto usato), dopo di che si passava alla
stesura delle note, senza la divisione della musica in battute.
4- Veniva utilizzato linchiostro rosso per cambiare momentaneamente il
rapporto tra le note, quello nella notazione moderna viene denominato
cambiamento di tempo o gruppi irregolari (duine in tempi ternari o terzine
in tempi binari).
I frequenti contatti tra la cultura italiana e quella francese hanno contribuito
alla stesura, tra il 1318 e il 1326, del trattato Pomerium (Frutteto, un titolo
metaforico) da parte del teorico e compositore Marchetto da Padova in cui
veniva esposto un sistema notazionale mensurale diverso da quello francese
(pi elaborato, meno progredito e meno flessibile), nato pi da esigenze
pratiche che teoriche. Tale sistema rimarr in uso in Italia fino quasi alla fine
del 300.
Questo metodo consisteva nel considerare il rapporto di divisione della brevis
in minime secondo diverse divisionis prestabilite. Si avevano cos:
- divisio quaternaria (la brevis conteneva 4 minime)
- divisio senaria perfecta (6 minime raggruppate in 3 brevis di 2 minime
ciascuna) e senaria imperfecta (6 minime raggruppate in 2 brevis di 3
minime ciascuna)
- divisio novenaria (9 minime)
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color
Tipico nella composizione dei mottetti del 300 luso della isoritmia alla
voce del tenor.
FORME FIXES: Con questo termine si designano le strutture tipiche delle
musiche da ballo del 300; in tali forme musicali la sezione musicale e quella
testuale si univano rispettando precise regole fisse proprie di quella forma.
CANZONE DISCANTICA o CHANSON: Detto anche stile a cantilena o di
ballata, una pratica compositiva che si viene affermando nel 300 per cui la
voce superiore (cantus) porta la melodia mentre le altre fungono da
accompagnamento a valori pi larghi (queste voci possono essere sostituite da
strumenti). La composizione di chanson si basava su strutture musicali e
testuali prestabilite (forme fixe): RONDEAU, VIRELAI e BALLADE.
MUSICA FICTA: (cio falsa musica) Espressione latina adottata dai teorici
del 300 per designare la musica che fa uso di note alterate non catalogabili
dalla scala diatonica esacordale della solmisazione Guidoniana. Tali note,
impiegate sempre pi frequentemente, furono indicate mediante i segni di
alterazione di bemolle, bequadro e diesis; la musica ficta rappresent
lelemento disgregatore della tradizionale grammatica modale e lo sviluppo
della sensibilit tonale.
COMPOSITORI E COMPOSIZIONI DELLARS NOVA FRANCESE: I soli
componimenti rimasti di Philipe de Vitry sono dei MOTTETTI, sempre
politestuali (caratteristica francese), in latino o in francese, di
argomento soprattutto politico (quindi con funzioni celebrative: si riduce il
numero di mottetti liturgici). Vitry preferisce lasciare alle voci superiori
(motetus e triplum) valori di breve durata (usando tempus e prolatio) e
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A
a
1a
strofa
B
b
2a
strofa
C
refrain
A
a
refrain
A
a
3a
strofa
D
b
refrain
A
a
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Testo (versi)
Musica
Strofa
Ritornello
ABC
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STANZA (STROFA)
XX
I piede o
I
mutazione
AB
Musica
Ripresa
II piede o
II
mutazione
AB
b
Volta
Ripresa
BX
XX
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in cui la sesta risolve sullottava passando per il quinto grado: tale cadenza
viene detta proprio alla Landino.
I codici che ci sono rimasti sullArs nova francese e italiana sono:
- Manoscritto 115 della Biblioteca Capitolare di Ivrea (80 composizioni)
- Manoscritto 564 del Museo di SantIly (pi di 100 composizioni)
- Codici Squarcialupi (dal nome dellorganista di Firenze, presunto scrittore di
quel codice): importante codice dellArs nova italiana contenente circa 350
composizioni
La musica che ci giunta intanto stata notata un secolo dopo a quando
veniva effettivamente suonata; inoltre non era scritta per essere letta dai
musicisti ma era una specie di prestigio culturale lavere uno di questi
manoscritti, pertanto nel codice venivano trascritte solamente le musiche che
piacevano al notatore o al nobile che lo commissionava secondo i gusti
presenti un secolo dopo che queste musiche erano praticate.
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