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Corso di sociologia
CAPITOLO 1 - LE SOCIETA PREMODERNE
Cacciatori raccoglitori: Societ basate sulla raccolta (donne) e sulla caccia (uomini).
Prevalentemente nomadi, senza capo a parte che per difendere il territorio. Figura di valore: sciamano che
era capace di cacciare gli spiriti.
Coltivatori- orticoltori: Con loro si ebbe linnovazione della coltivazione. Non pi nomadi, ma stabiliti in
un territorio, fino a quando tale terreno aveva le risorse disponibili. Le aree si allargano sempre di pi quindi
nascono le guerre. A tal punto la coltivazione spettava alle donne, mentre gli uomini si dedicavano ad attivit
militari. Il capo di queste societ spesso un capo militare.
Pastori: Con queste societ nacque laddomesticamento degli animali, quindi luomo ebbe pi controllo dei
processi naturali. Poche erano le societ che vivevano di solo allevamento.
Molte praticano anche forme di coltivazione e altre praticano forme di baratto con societ di coltivatori.
Agricoltori: Con loro nasce una innovazione tecnologica importantissima, laratro.
Laratro va a sostituire le zeppe e i badili dei coltivatori, che scavavano la terra troppo superficialmente.
Laratro, oltre a essere molto pi veloce, soprattutto quando cominciarono a farlo trainare da animali,
permise che un terreno riuscisse a dare una quantit di prodotto fino a 40 volte superiore a prima.
Lagricoltura incomincia a produrre un surplus, ossia pi prodotti alimentari di quelli che si hanno bisogno.
Feudalesimo: Con la caduta dellimpero Romano, tutto cambia. Le citt si spopolano, la popolazione si
disperde nelle campagne, gli scambi via male non sono pi possibili perch infestato di pirati. In risposta a
tutti questi processi, nasce il feudalesimo.
Il feudo un pezzo di terreno sulla quale comanda un signore feudale, chiamato feudatario.
Questo feudatario spesso un cavaliere che ha il compito di proteggere il sovrano che a sua volta gli da il
terreno. Ogni feudatario, poi amministra e gestisce la sua terra e gli schiavi che ci vivono sopra a suo
piacimento.
Questa economia, chiamata economia curtense un economia chiusa perch riesce a mantenersi in moto
autosufficiente.

CAPITOLO 2 - LE ORIGINI DELLA SOCIETA MODERNA IN OCCIDENTE


La nascita del capitalismo: Il capitalismo va a sostituire il feudalesimo. Formato dai detentori del capitale
(fabbriche, macchinari), e dai lavoratori, che prestano la loro forza lavoro in cambio di un salario.
Karl Marx da una definizione di Capitalismo che si pu dividere in 4 elementi:
- Il capitalismo un economia di scambio, in particolare una economia monetaria
- Sul mercato non si scambiano soltanto merci, ma anche prestazioni lavorative tra i capitalisti e i
proletari
- Gli obbiettivi dei capitalisti sono quelli di accumulare profitto come fine in se, e nel suo
reinvestimento.
- Lorganizzazione della produzione deve essere fondata su criteri di razionalit economica.
Cos il capitalismo si espande in tutti i settori:
Agricoltura: Per effetto delle esigenze di equipaggiamento degli eserciti, la domanda di panni di lana
aumenta, quindi si ha bisogno di pi territori adibiti al pascolo, non avendoli si recintano quelli civici. Cos
facendo i contadini pi poveri, non potendo pi alimentare il loro bestiame, sono costretti o a vendere i
territori e a prestare lavoro, oppure a emigrare.
Cos la piccola nobilt terriera e i contadini benestanti, affittano o acquistano le terre abbandonate,
trasformandosi in capitalisti agrari. La differenza tra i feudatari e i capitalisti agrari, era che questultimi

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aveva interesse a introdurre innovazioni tecnologiche nella coltivazione per aumentarne la produzione.
Nasce cos lagricoltura moderna.
Attivit mercantili: Anche qui, nasce il capitalismo mercantile; mercanti e banchieri avevano accumulato
molto denaro e quindi potevano concedere prestiti a principi e re.
Inoltre nacque il lavoro a domicilio: I mercanti giravano per i villaggi con materie prime e qualche attrezzo,
e distribuivano il tutto nelle case, contadine, ripassando poi a prendere il lavoro finito in cambio di una
somma di denaro.
Artigianato: Alcuni artigiani riescono a espandere la loro bottega, prendendo altri lavoratori, e cos facendo
assicurano ai mercanti una produzione costante e abbondante. Alcuni artigiani si sono trasformati cos in
imprenditori industriali di stampo capitalistico.
Tutto questo nacque grazie allo spirito del capitalismo.
Un imprenditore che segue lo spirito del capitalismo un imprenditore razionale, che non orientato al
consumo, vizi e piaceri, ma orientato allaccumulazione del profitto, per il suo reinvestimento nellimpresa.
Per Weber lo spirito capitalistico si formato grazie alla religione, in particolare alle sette protestanti
influenzate da Calvino, e pi in particolare dal dogma della predestinazione. (ossia dio a stabilito chi si
salver e chi no). Quindi gli uomini, con la paura di questo dogma cercavano una vita terrena senza ozi vizi
e piaceri.
La nascita dello stato moderno: Nello stato feudale, dominava la dimensione locale.
Ogni feudatario, proprietario di un terreno, deteneva il potere sul suo territorio.
Le guerre per i feudatari erano allordine del giorno, perch si cercava di conquistare nuovi territori.
Si continu cos fino a quando, grazie alle guerra, al gioco diplomatico e ai matrimoni, non emerse un potere
in grado di sottomettere gli altri, si cre in pratica una unificazione dei territori.
Si venne a creare cos un monopolio della violenza legittima ( Max Weber), vale a dire il diritto esclusivo
di usare la forza da parte del sovrano.
Questo processo di unificazione/pacificazione fra i territori, permise di creare grandi eserciti di persone bene
addestrate. Le spese militari, per, a volte riuscivano a raggiungere anche il 70% del bilancio dello stato.
Cos si cre anche un monopolio fiscale. Le somme da spremere ai contribuenti vengono decise dallo stato,
i funzionari hanno ora uno stipendio fisso, che non dipende pi da quanto riescono a spremere dai
contribuenti, e vengono sottoposti a delle norme astratte.
Parallelamente nasce anche un monopolio monetario, nato dallesigenza di avere una moneta unica, per
facilitare gli scambi. Cos lo stato si prese il diritto del conio della moneta.
Infine nacque anche un monopolio della giustizia: farsi giustizia da soli non pi consentito, ma compito
dello stato decidere chi ha torto e chi ha ragione.
Individualismo: Con la nascita dello stato moderno nasce anche lindividualismo.
Lindividuo non viene pi solo apprezzato per le caratteristiche che lo rendono uguale ai membri dl suo
gruppo, ma viene apprezzato per le proprie caratteristiche.
Cos in campo religioso, la religiosit individuale prende il sopravvento su quella della chiesa, ora quello che
conta il rapporto diretto tra individuo e divinit.
In campo economico, si ha il pieno diritto di disporre di propriet individuali.
Razionalismo: Accanto allindividualismo, nasce anche il razionalismo, la ragione diventa uno dei valori
sociali dominanti.
Alla fede si sostituisce la ragione, alla quale gli esseri umani possono fare affidamento per decidere il
proprio destino. Questo permette di guardare la realt umana come una realt oggettiva, non dominata da
divinit, e da magie e quindi completamente manipolabile.
I sociologi utilizzano diversi modelli per descrivere le caratteristiche della nascita dello stato moderno:
Il modello evoluzionistico: secondo questo modello, (massimo esponente Spencer) le societ si evolvono
come gli animali.
Come un piccolo animale, anche lembrione di uno grosso formato da poche parti, ma pi cresce
lanimale, pi le parti si moltiplicano e differenziano. Cos avviene anche per le societ: quanto la societ
piccola, formata da poche parti con poche differenze, ma con laumento della popolazione, le divisioni e
suddivisioni diventano sempre pi marcate.

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I modelli dicotomici: Questi modelli, si preoccupano di pi di descrivere le dimensioni del cambiamento
pi che spiegarne le cause.
Il primo modello dicotomico stato sviluppato da Maine.
Secondo Maine le leggi che regolano i rapporti tra gli uomini si posso distinguere in due classi: lo status e il
contratto. Le prime traggono origine dalla famiglia, o tra padrone e schiavo, dove ci sono dei diritti e doveri
reciproci.
Alla seconda categoria appartengono le leggi che si istaurano liberamente tra individui, quando stipulano tra
loro un contratto. Per Maine questo tipo di leggi, nelle societ moderne va sempre di pi a sostituire quelle
di status, anche nella famiglia.
Il secondo modello quello di Durkheim. Lui si chiede perch lindividuo da un lato diventa sempre pi
autonomo, mentre dallaltro sempre pi dipendente.
Questo perch nelle societ premoderne (meccaniche) non cerano lindividualit e le differenze, quindi tutti
erano uguali. Al contrario nelle societ moderne, (societ organiche) grazie allavvento della divisione del
lavoro, ognuno si differenzia dagli altri, e quindi si tutti dipendenti dagli altri.
Lultimo modello dicotomico preso in considerazione quello di Tonnies che da un significato diverso a
meccanico e organico. Per lui organica la comunit, la famiglia. Secondo lui nella comunit gli individui
vivevano tranquilli e pacifici gli uni accanto agli altri. Con lavvento delle Societ moderne (meccaniche) gli
individui restano separati nonostante i fattori che li uniscono.
Il modello delle pattern variables: questo modello dicotomico viene elaborato da Parsons. Egli, per spiegare
come le societ moderne sono quello che sono attualmente ha elaborato uno schema concettuale formato da
cinque coppie di termini:
1: Affettivit- Neutralit Affettiva: La societ moderna distingue nettamente dove consentito e dove non
consentito esprimere affettivit.
2: Orientamento allinteresse privato- Orientamento allinteresse collettivo: la societ moderna opera una
netta distinzione tra situazioni in cui le persone agiscono secondo il loro interesse personale e altre in cui si
guarda linteresse personale.
3: Particolarismo- Universalismo: La societ moderna distingue nettamente situazioni in cui lindividuo
condivide caratteristiche con altri individui (universalismo) e situazioni nella quale si guardano solo quelle
personali ( particolarismo).
4: Specificit- diffusione: Nella societ moderna tendono a prevalere i rapporti dove gli individui sono
coinvolti solo per alcuni dei loro aspetti personali (specificit) e altre dove vengono coinvolti tutti
( diffusione).
5: Iscrizione - acquisizione: Nelle societ moderne tendono a prevalere le situazioni in cui non contano le
qualit attribuite alla nascita (sesso razza) ma quelle che vengono acquisite durante la vita

CAPITOLO 3 - FORME ELEMENTARI DI INTERAZIONE


Azione sociale: Per azione sociale si intende un agire che sia riferito al comportamento di altri individui.
Possiamo distinguere diversi tipi di azioni:
Azioni razionali rispetto allo scopo: Se chi agisce valuta razionalmente i mezzi necessari al fine preposto.
Azioni razionali rispetto al valore: Se chi agisce ritiene di fare cio che gli viene comandato dal dovere,
dalla dignit, senza preoccuparsi delle conseguenze.
Azioni determinate Effettivamente: Se si tratta di pure manifestazione di gioia gratitudine, affetto, odio.
Azioni Tradizionali: se riguardano semplici espressioni di abitudini, comportamenti che si ripetono nel
tempo.
Due o pi individui che orientano reciprocamente le loro azioni, formano una relazione sociale.
Se queste persone che hanno una relazione fra loro, agiscono reagendo alle azioni degli altri, formano una
interazione sociale.
A loro volta, un insieme di persone che hanno fra loro una interazione sociale, formano un gruppo sociale.
I caratteri di questi gruppi cambiano con la loro dimensione.

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Se si parla di una famiglia, quindi di un gruppo sociale relativamente piccolo, allora linterazione sociale
sar diretta (si parla faccia a faccia, con gesti e le informazioni sono scambiate con una alta velocit). Se si
parla invece di una azienda, quindi un gruppo grosso, allora linterazione si svolge sia in modo diretto (fra
colleghi) , che in modo indiretto ( ordini, scritti).
Sempre riguardo alla dimensione del gruppo, si possono notare anche altre caratteristiche fondamentali:
Un gruppo di due persone (diade)ha una caratteristica molto importante, se un membro decide di uscire
dalla relazione, il gruppo scompare.
Anche le triadi (gruppi di tre persone) hanno delle caratteristiche molto importanti: Se due membri del
gruppo hanno una controversia, il terzo membro spesso funziona da mediatore, permette di risolvere
queste controversie.
Unaltra caratteristica fondamentale dei piccoli gruppi e che nei gruppi pari, ci sono sempre pi controversie
che in quelli dispari.
Un carattere importante del gruppo il suo grado di completezza, ossia il rapporto fra i membri che fanno
effettivamente parte del gruppo, e quelli che avrebbero le caratteristiche per entrarvi (sindacato operaio di
100 persone in una citt di milioni di operai).
Allinterno del gruppo, ogni persona svolge dei ruoli, ossia linsieme dei comportamenti che in un gruppo ci
si aspetta da un membro del gruppo.
I ruoli possono essere classificati in due modi:
Ruolo specifico: un ruolo che riguarda un insieme di comportamenti limitati e definiti (operaio)
Ruolo diffuso: un ruolo che riguarda un insieme di comportamenti pi ampio e meno definito. (madre,
padre).
Con riferimento ai ruoli, i gruppi si possono distinguere in :
Gruppi primari: Piccole dimensioni a ruoli diffusi con contenuti affettivi (famiglia, amici)
Gruppi secondari: Grandi dimensioni, ruoli specifici con contenuti pi freddi ( aziende)
Inoltre i gruppi si possono dividere in gruppi formali se sono basati su uno statuto o regolamento esplicito,
gruppi informali, se il gruppo si formato in modo spontaneo e senza regole per il suo funzionamento.
POTERE E CONFLITTO
Il potere la possibilit di trovare obbedienza a un comando che abbia un determinato contenuto (Weber).
Un tipo di potere particolare lautorit o potere legittimo.
Lautorit riguarda relazioni nella quale si ha il diritto di dare ordine e lobbligo di eseguirli, considerati
legittimi da tutti e due gli attori.
Se per i soggeti cercano di cambiare i criteri della legittimazione si apre un conflitto.
Le propriet del conflitto sono:
-

Il conflitto contribuisce a stabilire e mantenere i confini del gruppo (la destra e la sinistra)
I gruppo che richiedono un impegno totale della personalit sono capaci di limitare i conflitti, ma se
questi esplodono si arriva anche alla distruzione della relazione (famiglia)
Il conflitto con altri gruppi normalmente aumenta la coesione interna (il nemico alle porte spesso fa
dimenticare disguidi allinterno del gruppo, e si tutti pi uniti)
Il conflitto pu generare nuovi tipi di interazione fra gli antagonisti ( due bambini che non si
conoscono e litigano per un gelato, pu succedere che poi ci giocano insieme).

IL COMPORTAMENTO COLLETTIVO
Si distingue dal comportamento di gruppo, il comportamento collettivo.
Il comportamento collettivo, si riferisce a un insieme di individui, sottoposti a uno stesso stimolo che
interagiscono fra loro (le mode nel vestire, frequentare certi locali piuttosto di altri.

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Ma in assoluto, i tre comportamenti collettivi pi importanti sono:
Panico: una reazione collettiva spontanea, che si manifesta in genere con una fuga. Questa
comportamento, conduce a una perdita di controllo che spesso finisce in azioni violente, spingere per
passare da una porta, calpestare gente caduta.
Folla: un insieme di persone in un luogo che reagiscono a uno stimolo sviluppando umori e atteggiamenti
comuni. La folla pu esprimere sia atteggiamenti violenti, sia pacifici.
In particolare ci sono due tipi di folla:
Folla espressiva: lo sfogo di tensioni sociali con comportamenti inconsueti (festival rock, raduni ecc.)
Folla attiva: attenzione e sentimenti degli individui rivolte su persone e cose, che diventano lobbiettivo di
azioni in genere violente ( azione dimostrativa contro un gruppo di immigrati neri).
Pubblico: un insieme di persone che si confrontano con uno stesso problema, hanno opinioni diverse su
come affrontarlo. La differenza fondamentale tra folla e pubblico dunque che la folla ha una sola opinione,
il pubblico pi di una.
INTERAZIONE E SOCIETA
Tornando Sullargomento delle azioni sociali, molto importante dire che spesso lazione che viene eseguita
dallattore, ha conseguenze inattese.
Tali conseguenze inattese vengono chiamate: effetti di composizione.
A seconda delle azioni e i loro effetti di composizione, si pu fare una distinzione fra sistemi di interazione,
dove le conseguenze inattese fanno parte di caratteri dellinterazione diretta (insiemi piccoli di persone), e i
sistemi di interdipendenza: dove le azioni di ciascun individuo si riflettono su tutti gli altri senza
linterazione diretta (grandi gruppi). N.B.: paradigma dellazione

CAPITOLO 4 - I GRUPPI ORGANIZZATI: ASSOCIAZIONI, ORGANIZZAZIONI


Associazioni e organizzazioni: Sono dei gruppi progettati per raggiungere un limitato scopo, basati su
regolamenti chiaramente stabiliti.
Le associazioni, per, a differenza delle organizzazioni sono gruppi di persone che si riuniscono tra loro,
perch hanno in comune degli interessi, e vogliono cercare di raggiungere o di difenderli, anche
volontariamente.
Nelle organizzazioni invece, partecipare un lavoro remunerato, spesso con il denaro.
Allinterno del gruppo, le decisioni che possono essere considerate del gruppo, vengono definite azioni
collettive.
Lo studio delle associazioni, viene ben fatto da Tocqueville, un nobile francese.
Egli, infatti individua uno spazio che le associazioni si sono create facendosi largo fra le istituzioni della
societ, tale spazio viene chiamato societ civile.
Lo studio delle Organizzazioni invece viene ben fatto da Weber.
Egli usa per definire la forma moderna di organizzazione il termine Burocrazia.
Per Weber, i principali caratteri della burocrazia e quindi dellorganizzazione sono:
-Una divisione stabile e specializzata dei Compiti
-Una precisa struttura gerarchica
-Competenza specialistica per ogni posizione
-Remunerazione in denaro per il lavoro svolto
Il problema che spesso la burocrazia risulta non efficace (capacit di unazione di raggiungere gli
obbiettivi posti) e non efficiente (dispendio di risorse utilizzate per raggiungere lobbiettivo).
Questo problema, fenomeno, viene studiato dai sociologi, costruendo dei modelli teorici.
Il primo modello teorico di Merton:
Secondo Merton la burocrazia richiede regole generali e chiaramente definite. Tutto nellorganizzazione
deve essere previsto perch i rapporti siano pi impersonali possibili.

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Atteggiamenti cos ostacolano la capacit di adattarsi alle continue situazioni particolari, infatti Merton dice
che proprio le condizioni che normalmente portano allefficienza, nelle situazioni particolari portano alla
inefficienza.
Il secondo modello teorico di Crozier. (giochi di potere)
Al centro della sua attenzione ci sono le relazioni di potere, ossia la possibilit di interferire sul
comportamento di altri. Per Crozier, ogni incertezza sulla regolamentazione di un ruolo, da potere a chi quel
ruolo svolge. (un ingegnere che produce una macchina, pu chiedere pi dipendenti nel suo reparto, anche
se non servono, perch nessuno sa se vero o no).
La burocrazia di Weber si basa su un principio fondamentale: la prevedibilit dei comportamenti ottenuta
con la loro standardizzazione. Infatti, ogni comportamento deve essere eseguito senza errori da una persona,
secondo uno schema organizzativo chiamato Organigramma.
Questo principio si scontra con due difficolt:
In primo luogo: luomo non una macchina e quindi non completamente prevedibile.
In secondo luogo: possibile progettare uno schema organizzativo, solo se i problemi che incontra
lorganizzazione nello svolgere i suoi compiti sono semplici.
Una soluzione a tale problema la <<Direzione pero Obbiettivi>> proposta da Drucker.
Secondo questo schema, pi che alle regole bisogna fare attenzione agli obbiettivi, fissati a grandi linee e
non nei dettagli. Inoltre questi obbiettivi, possono essere cambiati o modificati a ogni riunione. Secondo
Drucker, uno schema di questo genere, invoglia maggior mente le persone a impegnarsi, porta alla luce zone
di inefficienza e permette di ridurre i giochi di potere.
Anche questo schema per, si scontra con un problema: non facile da realizzare, e si sviluppa concorrenza
fra gli individui e quindi nascono nuove tensioni.
Allora una nuova soluzione viene proposta da Mintzberg, ossia la teoria delle 5 organizzazioni con
figurative.
Secondo Mintzberg, lo schema interpretativo, va costruito tenendo conto della dimensione
dellorganizzazione. Si difiniscono quindi, 5 tipo di configurazioni tipiche
1- Struttura semplice: il controllo esercitato dal vertice che si accentra tutte le funzioni di direzione.
2- Burocrazia meccanica: coordinata attraverso la standardizzazione dei compiti. in sostanza la
burocrazia di Weber che diventa efficace solo se lambiente stabile.
3- Burocrazia professionale: Coordina dipendenti con un lungo periodo di formazione esterno
allorganizzazione ( insegnanti di una scuola)
4- Struttura divisionale: si avvicina alla direzione per obbiettivi di Drucker, il coordinamento si
ottiene fissando gli obbiettivi da raggiungere, a settori con funzioni diverse (acquisti, vendite
produzione), in questo modo una grande organizzazione complessa si adatta meglio allambiente.
5- Abdocrazia: indica gruppi di lavoro formati da persone che si conoscono e che operano fidandosi
uno dellaltro (gruppo di scienziati che studiano un fenomeno ancora sconosciuto).
N.B. Coalizioni: gruppi di persone con interessi comuni che si alleano con altri gruppi di persone con interessi diversi
dai loro contrattando certe decisioni cruciali.

LA RAZIONALITA ORGANIZZATIVA E I SUOI LIMITI


Secondo Weber le organizzazioni sono razionali perch gli attori al loro interno compiono azioni razionali
secondo lo scopo.
Simon, premio nobel per leconomia, contraddice Weber, dicendo che impossibile prendere una decisione,
compiere una azione, calcolando ogni possibile conseguenza e avendo in testa ogni possibile alternativa, e
quindi parla di:
Razionalit limitata: la razionalit possibile e concretamente perseguibile in normali condizioni di
incertezza.
Per distinguere i due tipi di razionalit vengono usati i nomi Razionalit sinottica (quella di Weber) e
razionalit incrementale (quella di Simon).
Inoltre bisogna tenere conto anche della razionalit individuale (delle persone) e razionalit collettiva
(dellorganizzazione).
Simon dice, che una organizzazione non pu essere razionale, se non si comportano razionalmente le
persone che ci lavorano dentro.

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Infatti nelle organizzazioni le persone in genere orientano i loro comportamenti a quello che gli viene
richiesto, senza preoccuparsi di guardare alle conseguenze.
A questo punto ci serve la distinzione delle razionalit fatta da Mannhein.
Egli distingue la Razionalit Funzionale( quella di chi si adatta agli ordini ricevuti eseguendoli senza errori
e senza discuterli), Razionalit sostanziale (quella di chi cerca di comprendere come diversi aspetti di una
situazione siano collegati fra loro.

CAPITOLO 5 - VALORI, NORME, ISTITUZIONI


Valore: si usa il termine valore, sia per indicare qualcosa per non appartiene al mondo delle cose reali, ma
alla sfera degli ideali, dei desideri, sia per indicare qualcosa di reale di cui si teme la perdita. Nel primo caso
il valore orienta lazione in vista della sua realizzazione (realizzare un sogno). Nel secondo caso il valore
orienta lazione in vista della sua difesa.
I valori hanno delle definite caratteristiche:
-In primo luogo: i valori appaiono come orientamenti dai quali discendono i fini delle azioni umane.
-In secondo luogo: i valori se non riguardano cose reali che si ha paura di perdere, riguardano sempre
qualcosa di trascendentale rispetto allesistenza.
-In terzo luogo: i valori esistono come fatti sociali, in quanto vengono fatti propri da individui o gruppi, i
quali orientano in base ad esso il loro agire.
-In quarto luogo: i valori vengono fatti propri da individui e gruppi, mediante processi di scelta.
Una importante classe di valori, quella dei
Valori Universali: (valori di tutti), sono quelli nei quali una civilt si riconosce e chi non li accetta si mette
al di fuori di quella civilt.
Alcuni esempi importanti sono: Il valore della pace, della libert della uguaglianza ecc.
Al giorno doggi noi viviamo in una societ e in unepoca caratterizzata da un pluralismo dei valori.
Questi valori, a loro volta possono essere compatibili o incompatibili fra loro.
Le societ umane presentano gradi diversi di integrazione dei valori in sistemi di valori.
Parson dice che le societ stanno in piedi perch sono tenute insieme dai sistemi di valori.
Ma non sempre questo si verifica, infatti quando sistemi di valori o singoli valori sono incompatibili tra loro,
spesso nascono conflitti tra chi si appropriati di tali valori.
Anche il singolo individuo pu fare proprio dei valori incompatibili fra loro e trovarsi quindi di fronte a
situazioni di dilemma etico. (esempio della medicina per il figlio, non ho i soldi, la rubo o no?)
ORIZZONTE TEMPORALE E MUTAMENTO NELLA SFERA DEI VALORI
Col passare del tempo, e con lavvento delle societ avanzate e moderne, sono avvenuti alcuni cambiamenti
alla sfera dei valori:
Si allargato il grappolo dei valori universali, i sistemi di valori si sono frammentati e infine si assiste a un
processo di presentifazione dellorizzonte di realizzazione, ossia ogni individuo cerca di realizzare il suo
ideale di vita buona nellarco della sua esistenza staccandosi dai valori delloltre tomba, tutto questo prende
il nome di processo di secolarizzazione.
DAI VALORI ALLE NORME
Norma: un mezzo che prescrive e vieta dei comportamenti in vista di qualche fine/valore.
Se non si rispetta una norma, si incombe in una forma di sanzione. Le sanzioni possono assumere le forme
pi diverse che vanno dalla disapprovazione sociale che si esprime fino alla pena capitale.
Bisogna per distinguere due tipi di sanzioni:
Le sanzioni Esterne: ossia una sanzione che ci viene attribuita da altri, ad esempio una multa per essere
passati con il rosso.
Le sanzioni interne: Ossia il senso di colpa, di disagio che ci viene se violiamo una norma, ad esempio il
senso di colpa per essere passati con il rosso.

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Queste sanzioni interne, sono possibili solo grazie al tribunale interno che c dentro a ognuno di noi, ossia il
tribunale che giudica le nostre azioni e ci fa sentire in colpa quando deviamo una norma sociale. Tutto
questo a sua volta possibile grazie allinteriorizzazione delle norme, ossia al processo con le quali
lindividuo si fa proprio delle norme sociali.
Quindi pi una norma sociale viene interiorizzata dalla societ, meno ci sar bisogno delle sanzioni esterne
per quella norma.
TIPI DI NORME
Le norme possono essere classificate in:
Regole costitutive e regole regolative.
Le prime si riferiscono ad attivit che potrebbero esistere senza tali regole, non ammettono eccezioni e la
loro applicazione non richiede un apparato per la loro interpretazione (gli scacchi).
Le seconde, invece, indicano ci che possibile e ci che non possibile fare, nellambito di una attivit che
gi esiste, permettono eccezioni, e c bisogno di un apparato per la loro interpretazione
Norme Giuridiche: ossia le leggi. Le leggi sono emanate dalla autorit (potere legislativo) hanno bisogno di
un apparato per la loro applicazione (potere giudiziario) e un apparato per le sanzioni da esse previste
(istituzioni penali).
Un'altra distinzione importante quella fra norme implicite e norme esplicite
Le norme implicite sono quelle non scritte, che gli individui compiono senza accorgersene (non stare
attaccati a una persona mentre si parla)
Le norme esplicite sono quelle scritte.
Un ultima distinzione importante di norme riguarda i codici deontologici (di avvocati, medici) che si
applicano solo a determinati gruppi sociali
Allinterno di un sistema normativo, possono presentarsi 3 casi in cui lindividuo non pi capace di capire
cosa e cosa non pu fare, ossia quelle che le norme gli vietano o gli permettono:
1- vi un eccesso di norme ( dichiarazione dei redditi)
2- vi sono norme contraddittorie (scienziato che fa una scoperta)
3- vi una carenza di norme e quindi lazione non trova chiari punti di riferimento normativi.
(condizione di anomia) descritta da Durkheim, ossia situazione di crisi nella quale gli ordini normativi
non hanno pi potere sugli individui, in questo caso si scatenano comportamenti scorretti e sregolati.
IL CONCETTO DI ISTITUZIONE
Istituzione: Si intende un modello di comportamento preposto allo svolgimento di funzioni, che in una
determinata societ sono dotati di cogenza normativa, ossia sistemi di regole. (istruzione scolastica,
fidanzamento, linguaggio).
IL PROCESSO DI ISTITUZIONALIZZAZIONE
Quando nasce, unistituzione non si pu ancora chiamare un istituzione compiuta, perch molti
comportamenti restano ancora in uno stadio poco elevato di istituzionalizzazione.
Il grado di istituzionalizzazione di un sistema di regole dipenda da diversi fattori:
Dalle norme flessibili o rigidi, dal grado di conoscenza di tali norme cha hanno gli attori che ne fanno
parte, e dal grado di accettazione di tali regole da parte della societ.
Nelle moderne societ occidentali, ad esempio, hanno un basso grado di istituzionalizzazione le
istituzioni che prescrivono il digiuno, al contrario delle societ islamiche.
Al contrario un caso di elevato grado di istituzionalizzazione presente nelle istituzioni che controllano
permanentemente i comportamenti degli attori che ne fanno parte. Si parla quindi di istituzioni totali
(galera, campi di concentramento).

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TIPI DI ISTITUZIONI
Oltre al grado di istituzionalizzazione le istituzioni possono essere differenziate grazie alla loro forma
organizzativa.
Ci sono delle istituzioni che si trovano in tutte le societ, queste istituzioni vengono chiamate :
Universali culturali. (il gioco, lo scambio di doni).
Parson prevede che una societ per esistere debba avere 4 tipi di istituzioni che si differenziano per la
loro funzione:
Funzione Economica, Funzione politica, Funzione normativa, Funzione di riproduzione biologica e
culturale.

CAPITOLO 6 - SOCIALIZZAZIONE E IDENTITA


Socializzazione: Si indica il processo mediante il quale i nuovi nati diventano membri della societ.
Questo possibile grazie a pratiche ed istituzione che trasmettono ai nuovi venuti una parte almeno del
patrimonio culturale.
Patrimonio culturale: Con tale termine si indica linsieme di tutti quei valori, norme , conoscenze e
linguaggi che consentano alla societ di esistere e di adattarsi al suo ambiente.
Nelle societ moderne, essendo differenziate, non possibile tramandare il patrimonio culturale in blocco,
quindi viene diviso in due parti.
Una parte va a formare le competenze sociali di base che vengono trasmesse a tutti i membri della societ
(competenza comunicativa, cio la capacit di usare il linguaggio e la capacit di entrare in rapporto con gli
altri). Linsieme dei processi che permettono la formazione delle competenze sociali di base prende il nome
di socializzazione primaria.
Un'altra parte va a formare le competenze sociali specifiche che sono quelle che consentono agli individui
di svolgere ruoli particolari. Linsieme dei processi che permettono la formazione delle competenze sociali
specifiche prende il nome di socializzazione secondaria.
Il patrimonio che in millenni stato accumulato dallumanit si trasmette alle nuove generazioni in due
modi:
Attraverso le informazioni genetiche: il bambino nasce gi sapendo tali informazioni e le mette in atto
tramite listinto.
Attraverso il processo di socializzazione:Riguarda tutta la parte di patrimonio che il nuovo individuo
apprende durante la sua vita.
LE FASI DELLA SOCIALIZZAZIONE PRIMARIA
La socializzazione primaria avviene secondo tre fasi:
Attaccamento: appena nato il bambino vede il mondo impersonato essenzialmente dalla madre.
Questa suo bisogno di dipendenza dalla madre, lo spinge a un forte attaccamento nei suoi confronti:
Reciprocit del rapporto adulto-bambino: A sua volta la madre, interpreta i suoi messaggi e soddisfa
adeguatamente i suoi bisogni.
Determinazione di regole di comportamento: la madre, nel soddisfare i bisogni del bambino incomincia a
stabilire delle regole, sulla base della quale si formano delle aspettative
Di comportamento reciproche.
Altro generalizzato: Il bambino si trova ad agire in una cerchia di persone allargata e quindi, man mano che
cresce, opera una astrazione e generalizzazione dai ruoli delle figure parentali e a quelli in generale.
Identit personale: per identit personale si intende limmagine che lindividuo a di se stesso.
Questa immagine lindividuo lha costruita obbedendo alle norme autonomamente, e non pi per gratificare
il genitore, perch esse sono entrate a far parte della sua immagine.

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Elaborazione cognitiva del mondo sociale: Ad ogni stadio il soggetto assume ruoli nuovi che si
aggiungono e si diversificano dai precedenti, cos si differenzia e specifica anche lidentit.
Identit sociale: Linsieme dei ruoli svolti dallindividuo nelle varie sfere della vita alle quali appartiene.
Si possono distinguere due componenti nel processo di formazione dellidentit:
Identificazione: Il soggetto fa riferimento alle figure di cui si sente uguale, quindi conduce alla formazione
del senso di appartenenza.
Individuazione: Il soggetto fa riferimento alle caratteristiche che lo distinguono dagli altri, sia gli altri
gruppi, sia gli altri membri del gruppo di cui fa parte.
SOCIALIZZAZIONE SECONDARIA
Linsieme dei ruoli svolti da un individuo si disegna con il termine inglese Role Set.
I CONFLITTI DI SOCIALIZZAZIONE
Il processo di socializzazione appare nel complesso tuttaltro che lineare. (i genitori hanno fornito un
bagagli di valori, comportamenti, al figlio che sicuramente verranno cambiate dalle prime esperienze
scolastiche. Questo crea incoerenza fra i vari agenti di socializzazione (ad esempio i genitori che
manifestano ostilit contro la televisione). Per questo motivo lindividuo, fin da piccolo diventa un agente
attivo della propria socializzazione, spettando a lui il compito di gestire linevitabile conflitto.

CAPITOLO 7 - LINGUAGGIO E COMUNICAZIONE


Gli studiosi si sono posti la domanda, da dove arriva la lingua:
Ipotesi monogenetica: chi sostiene che le lingue attuali sono prodotte da una differenziazione di ununica
lingua
Ipotesi Poligenetica:chi sostiene che le lingue attuai sono prodotte da una differenziazione di pi lingue.
Linguaggio innato: Per linguaggio innato nella specie umana si intende una sorta di caratteristica del suo
patrimonio biologico che si formata gradualmente nel corso del processo di evoluzione.
Prospettiva di Chomsky: Prevede che il linguaggio sia il risultato di un processo di selezione naturale che
avrebbe fornito alla specie umana un decisivo vantaggio evolutivo rispetto alle altre specie.
Prospettiva dei biologi evoluzionisti: Si divide in due considerazioni:
Teorica: riguarda appunto il problema dei <<vantaggi evolutivi>>
Empirica: riguarda lo studio di alcuni disturbi del linguaggio , che si manifestano nellincapacit di usare
certe categorie grammaticali.
FUNZIONI DEL LINGUAGGIO
Il linguaggio svolge due tipi di funzioni che tra loro sono collegate:
Funzione cognitiva del linguaggio: Le operazioni fondamentali del pensiero trovano corrispondenza nelle
strutture del linguaggio (pensare qualcosa, vuol dire nominarla, sia verbalmente che mentalmente.)
Funzione comunicativa del linguaggio: Va posta accanto a quella cognitiva, ed appunto la funzione che ci
permette di nominare il pensiero.
N.B. Affinch un atto comunicativo abbia luogo devono essere presenti 5 elementi:
Un emittente, Un ricevente, Un canale, un codice e un messaggio.
Il concetto di condivisione del codice comunicativo indica due aspetti:
Primo: il linguaggio una convenzione sociale, un patto implicito stabilito allinterno della comunit.
Secondo: Ha carattere normativo, cio formato da un insieme di norme, che definiscono quali sono i modi
ammissibili per la costruzione del messaggio.

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LA VARIABILITA DEI LINGUAGGI UMANI NELLO SPAZIO E NEL TEMPO
Tutte le lingue presentano caratteristiche strutturali comuni. A tal proposito si sviluppata una scuola di
linguistica che stata chiamata strutturalistica. Gi appartenenti a questa scuola studiano la lingua come un
sistema strutturato di parti indipendenti . Essi sostengono la presenza di elementi stabili in ogni lingua
chiamati: Universali linguistici.
Diversa la pensano i linguisti della scuola romantica fiorita in Germania. Essi vedevano nella lingua
lespressione pi genuina dello spirito di un popolo, quindi erano portati a mettere evidenza quello che
differenzia una lingua. A tal proposito la semantica prende il sopravvento sulla sintassi.
Contaminazione linguistica: avviene per i movimenti migratori, conquiste e sottomissioni.
Nella lingua che avr il sopravvento resteranno comunque tracce di quella soppressa.
VARIABILITA SOCIALE DELLA LINGUA
Stratificazione sociale: Si riferisce alla collocazione nello spazio socioculturale dellindividuo, ossia a
seconda della classe sociale a cui lindividuo appartiene, presenta delle differenze nei modi di esprimersi.
Oltre alla classe sociale i linguaggi si differenziano anche per genere:
Linguaggi e generi: riferito alle diversit linguistiche tra maschi e femmine: certi espressioni possono essere
prescritte o vietate a seconda del sesso dellindividuo.
Troviamo differenze di linguaggio anche a livello di citt o campagna e infine anche differenze legati ai
gruppi professionali, in tal caso si tratta di linguaggi specialistici. (avvocati, medici, ecc)
TIPI DI LINGUAGGIO: PRIVATO, PUBBLICO, ORALE E SCRITTO
Il linguaggio varia a seconda della situazione sociale nella quale avviene la comunicazione:
Linguaggio privato: tra amici o famiglia, non si sta attenti alla correttezza delle forme grammaticali e
sintattiche.
Linguaggio pubblico: Molto pi formale e impersonale perch rivolto a un pubblico e non a una serie di
persone bene individuate.
Inoltre bisogna distinguere le differenze tra un linguaggio in forma scritta o in forma orale:
Nella comunicazione orale, si aggiungono una serie di elementi metacomunicativi che sono assenti nella
forma scritta, tipo il tono e lintensit della voce e tutta la gamma del linguaggio gestuale.
Linguaggio gestuale: postura del corpo, movimenti delle braccia e delle mani che forniscono una serie di
messaggi aggiuntivi.
LINGUAGGIO E INTERAZIONE SOCIALE
La comunicazione verbale, cambia a seconda del contesto nella quale avviene linterazione, in contesti
altamente formalizzati vigono regole molto precise su chi al il diritto di iniziare, interrompere e concludere
literazione, caratteristiche non presenti in un contesto pi informale.
Inoltre fa la differenza anche la posizione sociale degli interlocutori: il linguaggio utilizzato varia molto se si
ritiene che colui al quale sia indirizzato si collochi in una posizione superiore, inferiore o alla pari di esso.
Analisi conversazionale: lanalisi dellinterazione sociale allinterno di un gruppo, ed in grado di mettere
alla luce la struttura dei rapporti sociali tra i membri del gruppo (rapporti di potere, esistenza di regole pi o
meno implicite).
N.B. concetto di massa/audience: comunicazione rivolta da parte di un numero ristretto di emittenti ad un
numero molto vasto di riceventi che restano nella maggior parte dei casi anonimi.

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CAPITOLO 8 - DEVIANZA E CRIMINALITA


Devianza: Definiamo devianza ogni atto o comportamento di una persona o di un gruppo di persone che
viola le norme di una collettivit e di conseguenza va in contro a una sanzione.
Concezione relativistica della devianza: Un comportamento pu essere considerato deviante in una
situazione, ma non in unaltra del tutto diversa.
TEORIE DELLA CRIMINALITA
Spiegazioni biologiche: Secondo questa teoria, la criminalit legata ad alcune caratteristiche fisiche di una
persona. Uno dei primi studiosi di questa teoria , Lambroso, definisce il delinquente nato, con una serie
di attributi fisici (sopracciglia folte, testa piccola ecc.)
Teoria della Tensione: Secondo questa teoria, elaborata da Durkhein, le forme di devianza sono in parte
dovute allanomia, cio alla mancanza delle norme sociali che regolano e limitano i comportamenti
individuali. Merton ha ripreso questa teoria sostenendo che le situazioni di anomia nascono da un contrasto
fra la struttura culturale (obbiettivo da raggiungere) e la struttura sociale (mezzi consentiti).
Teoria del controllo sociale: Questa teoria non studia il perch le persone commettono reati, ma il perch la
maggior parte non li commette.
Ossia, tramite i controlli sociali, che impediscono loro di violare le norme. Questi controlli possono essere
di vario tipo: Esterni: le varie forme di sorveglianza esercitate dagli altri, Interni diretti: sentimenti di
imbarazzo, di colpa e di vergogna, e Interni indiretti: lattaccamento psicologico agli altri e il desiderio di
non perderli. Maggior esponente: Hirschi.
Teoria della subcultura: Secondo questa teoria, una persona commette un reato, perch si formato in una
subcultura criminale, che ha diversi valori e norme da quelli della societ generale.
Sutherland, riprende questa teoria prevedendo che il comportamento deviante non ne ereditario ne
inventato dallattore, ma appreso attraverso la comunicazione con altre persone.
Teoria delletichettamento: Secondo tale teoria, per capire la devianza necessario tenere conto non solo
della violazione, ma anche della creazione e dellapplicazione delle norme.
Una persona che viene accusata di essere deviante, viene bollata con una etichetta di deviante.
Di conseguenza lo si guarda in un modo diverso dagli altri, non viene pi accettato e continua a deviare. A
questo punto necessario distinguere la devianza primaria da quella secondaria.
La devianza primaria linsieme di quelle violazioni delle norme che presto vengono dimenticate.
La devianza secondaria quando la persona suscita una reazione di condanna da parte degli altri.
Teoria della scelta razionale: Secondo questa teoria i reati sono considerati come unazione intenzionale
adottata attivamente dagli individui. Gli esponenti di questa teoria, infatti, sostengono che una persona
capace di scegliere liberamente se violare o meno una norma.
DEVIANZA E SANZIONI
Sanzioni formali: Attribuita da gruppi organizzati o organi specializzati.
Sanzioni informali: spontanee, attribuite da famiglia, amici.
La severit delle sanzioni dipende dalla gravit dellinfrazione commessa.
Se una persona viola il diritto penale, commette un reato, se non rispetta le altre leggi commette un illecito.
Per il reato prevista una pena, sanzione che pu misurare la libert personale dellindividuo. Nel caso degli
illeciti la sanzione colpisce il patrimonio di chi lha commessa.

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CAPITOLO 10 - LA RELIGIONE
La religione un fenomeno universale nelle societ umane.
Pi in particolare, la religione una credenza, o un insieme di credenze, relativa allesistenza di una realt
ultrasensibile, ultraterrena, e sovrannaturale.
Per credenza si intende, un giudizio sulla realt che si fonda su un atto di fede.
Tali credenze religiose, postulano lesistenza di una sfera della realt trascendente rispetto alla sfera della
realt percepibile.
Questa sfera della realt trascendente, in molte religioni primitive formata da divinit che rappresentano
fenomeni, oppure da divinit delle anime dei defunti, quindi abbiamo due sfere distinte: la sfera del sacro e
la sfera del profano (tutto quello che non viene considerato sacro)
Si pu dire che le varie forme di religione si differenziano tra loro a seconda del modo i cui articolato il
legame tra le due sfere.
importante distinguere la magia dalla religione. La magia si differenzia dalla religione per il diverso
rapporto che si istaura tra sacro e profano: le pratiche rituali servono per influenzare gli spiriti e le forze
occulte, mentre nella religione il fine quello di consentire agli uomini di accedere alla sfera del sacro
attraverso pratiche mistiche.
LESPERIENZA RELIGIOSA
I tratti fondamentali dellesperienza religiosa, ossia il motivo per il quale gli esseri umani sviluppano la
credenza nellesistenza del sacro, sono essenzialmente due:
lesperienza del limite: riguarda la stessa vita umana. Gli esseri umani sanno di dover morire, essi vivono
nella certezza che la loro vita a un inizio una fine: un limite. Lidea stessa di limite possibile solo se c
anche lidea opposta di assenza di limite: se da un lato c il mondo delle cose mortali, dallaltro deve
esisterne uno delle cose immortali.
Lesperienza del caso: luomo ha bisogno di dare una spiegazione agli eventi naturali, sociali, e individuali
che interferiscono con la sua esistenza, tuttavia le nostre spiegazioni rimangono sempre parziali e
provvisorie, quindi ci rendiamo conto che il caso e il disordine dominano comunque una gran parte della
realt nella quale si svolge la nostra esistenza.
Vi inoltre un altro aspetto legato allesperienza religiosa: il problema dellordine morale. Sia nella vita di
tutti i giorni, sia in momenti cruciali della propria esistenza gli essere umani sono posti di fronte la necessit
di scegliere tra corsi alternativi di azione. In molti casi queste scelte non coinvolgono solo la dimensione
dellutile, ma anche quella del bene e del male. In questi casi, i criteri di scelta sono dei codici morali che
consentono di distinguere ci che bene da ci che male. Tali ordini morali hanno quasi sempre trovato
nella religione il loro fondamento.
TIPI DI RELIGIONE
Vi sono molti criteri in base ai quali possibile classificare i diversi tipi di religione da un punto di vista
sociologico.
Un primo criterio riguarda la natura delle credenze legate al mondo e allaldil. A tale proposito possiamo
distinguere la credenza del Mana delle isole della Melanesia, secondo il quale esistono delle forze
sovrannaturali che influenzano positivamente e negativamente le vicende umane.
Il toteismo, studiato da Durkheim, nel quale i credenti riconoscono in un oggetto, lantenato comune che ha
dato origine al clan. Troviamo poi, le religioni animistiche , che credono che dietro agli uomini, alle cose e
ai fenomeni vi siano degli spiriti che intervengono attivamente influenzandone il comportamento. Altre
ancora credono nella presenza delle anime dei morti. Tutte queste religioni riguardano in genere societ
semplici formate da pochi membri.
Molto diverse sono invece le grandi religioni <<Universali>> cio quelle religioni che uniscono grandi
masse di uomini. Tra queste si collocano le religioni che credono nellesistenza di una (monoteismo) o di pi
divinit ( politeismo). Tale divinit oggetto di adorazione da parte dei fedeli, i quali riconoscono in essa
tutti gli attributi di cui sono privati (perfezione, onnipotenza).

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Nelle religioni politeiste, il mondo degli dei differenziato: quasi sempre gerarchizzato, e soprattutto tra il
mondo divino e umano ci sono analogie e corrispondenze.
Nelle religioni, monoteistiche, invece (ebraismo, cristianesimo e islamismo), leterogeneit tra divino e
umano raggiunge il grado pi elevato: Dio unico, onnipotente e la sua potenza non pu essere messa in
discussione dalla concorrenza di altri.
Vi sono poi religioni, tipo il buddismo, che postulano lesistenza di una sfera dove regna quiete e armonia,
raggiungibile mediante pratiche di contemplazione, queste sono chiamate religioni cosmo centriche. Al loro
opposto troviamo,appunto,le religioni teocentriche, che postulano lesistenza di un aldil dominato
dallesistenza di una divinit.
Vi sono anche altri criteri in base al quale classificare i tipi di religione. Seguendo Weber, altri due criteri
risultano di massima importanza: Il tipo di Promessa di premio che viene riservato ai fedeli, e il metodo di
comportamento che garantisce la salvezza.
In base al primo criterio, troviamo religioni la cui promessa consiste nella possibilit di raggiungere uno
stato di beatitudine durante la vita terrena, o grazie a una reincarnazione, oppure religioni che promettono la
redenzione delle pene nellaldil, queste ultime religioni vengono chiamate religioni della redenzione.
Da punto di vista del metodo di comportamento, troviamo religioni che prescrivono di tenere un
comportamento di rifiuto del mondo, perch soltanto cos luomo pu ricevere la grazia. Oppure religioni
che prescrivono una condotta ascetica di vita, in cui luomo si fa strumento della volont divina.
MOVIMENTI E ISTITUZIONI RELIGIOSE
Le religioni non sono soltanto sistemi di idee, perch le idee per diventare socialmente operanti devono
essere sostenute da uomini che operano nellambito di gruppi organizzati e istituzionalizzati.
Anche nelle religioni delle societ pi semplici comprare una figura che si pone su un piano diverso da
quello di tutti gli altri credenti, alla quale affidato il compito di fare da intermediario tra gli uomini e le
potenze sovrannaturali. Questa una prima forma di divisione del lavoro, perch il ministro del culto
esentato dal provvedere direttamente ai suoi bisogni e vive per lo pi delle offerte dei fedeli. Si forma cos
un ceto sacerdotale ( il clero). Quindi si formano delle organizzazioni religiose che possono essere:
movimenti religiosi, chiese, gli ordini monastici, le sette e le denominazioni.
Il movimento religioso nasce quando in una societ maturano le condizioni per una rottura delle credenze
tradizionali. Allinizio di un movimento religiosi vi infatti una profezia e un profeta che rivela agli uomini
la parola e la volont di dio, il profeta quindi uno strumento mediante il quale dio fa sentire la sua voce
agli uomini.
Successivamente intorno al profeta, si raccoglie una comunit di fedeli che crede nelle virt del capo. A
questo punto tutto basato sul rapporto carismatico tra il capo e i suoi seguaci e sulla fratellanza che si
viene a creare tra i membri del gruppo.
Un movimento religioso nasce e si diffonde perch i suoi membri passano attraverso a una esperienza
fondamentale: lesperienza della conversione che rappresenta una svolta nella vita dellindividuo.
In epoca moderna il movimento religioso pi importante nellambito del cristianesimo stato la riforma
protestante. Per poter sopravvivere un movimento religioso deve saper affrontare una serie di problemi; la
successione del capo, la diffusione della fede e la definizione di regole.
Il problema della successione il pi difficile da affrontare. Non pi la persona capo che deve generare
fedelt, ma le sue idee e la sua dottrina. In breve il movimento deve trasformarsi in chiesa attraverso un
processo di istituzionalizzazione delle credenze e delle pratiche religiose. Le credenze devono poi essere
codificate in un testo scritto che valga come legge fondamentale e come strumento di trasmissione della
fede. Quando la religione assume la forma organizzativa della chiesa si forma una differenziazione interna
fra ceto sacerdotale e massa dei credenti.
Molto importante prendere in considerazione il rapporto fra chiesa e stato che pu svilupparsi in termini
di aperto conflitto o di sostegno reciproco attraverso una sorta di alleanza. Ad esempio nella chiesa cattolica
sono comparsi movimenti considerati eretici e quindi duramente repressi e altri, gli ordini monastici (tipo

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comunit religiosa, separata dalla massa dei fedeli di una chiesa, ad essa si appartiene per scelta attraverso
un atto di rifiuto del mondo) che invece sono stati accettati.
Lesito di un movimento, ereticale oppure no, per spesso la formazione di una setta. Una setta si
differenza da una chiesa perch mentre a una chiesa ci si appartiene per nascita a una setta ci si appartiene
per adesione individuale. La setta una comunit religiosa ristretta, tra cui i membri stabiliscono legami
molto forti di fratellanza.
Anche le sette passano attraverso un grado di istituzionalizzazione e si trasformano cos in denominazioni
alle quali di nuovo, come per la chiesa ci si appartiene pi per nascita. Tra chiese e denominazioni la
differenza fondamentale sta nel fatto che le chiese tendono ad essere organizzazioni religiose dominanti
nella societ.
Tra le diverse religioni, chiese sette e denominazioni la storia ci presenta un quadro di lotte invece che uno
di tolleranza. C da tenere conto per che la maggior parte delle volte una guerra non mai pienamente una
guerra di religione, ma interessi politici sono spesso nascosti dietro di essa.
RELIGIONE E STRUTTURA SOCIALE
Le religioni e le organizzazioni religiose, sono strettamente intrecciate alle strutture della societ entro la
quale si trovano ad operare, la religione parte della societ e ne riflette le caratteristiche.
Come stato detto, lesperienza religiosa nasce dal bisogno di dare un senso al mondo e alla propria
esistenza, chiaro che questo bisogno diverso a seconda della posizione che un individuo occupa nella
societ. I potenti, i ricchi, avvertiranno il bisogno di dare un senso al mondo e alla propria esistenza che
giustifichi anche la loro posizione di superiorit; non a caso i faraoni dellantico Egitto venivano considerati
delle divinit. innegabile poi, che queste persone acquistano poi pi potere se la loro posizione viene
sanzionata dallautorit religiosa.
Detto questo, facilmente deducibile che una religione come il cristianesimo, una religione che predica che
<<gli ultimi saranno i primi>> contiene un evidente messaggio sovversivo che difficilmente sar ben accolto
dai potenti della terra.
La chiesa cattolica infatti un buon esempio di organizzazione differenziata, dove vi spesso omogeneit
tra i rappresentanti del clero e i fedeli di una parrocchia.
IL PROCESSO DI SECOLARIZZAZIONE
Il posto della religione risulta nelle societ moderne ridotto rispetto alle societ del passato. Esse si
collocano infatti in uno stato avanzato di un processo che viene chiamato processo di secolarizzazione.
Alle origini di questo processo ci sono le stesse religioni che collocano il sacro e il divino su un piano
trascendente in una sfera nettamente alta confronto al mondo e alle cose terrene.
Un esempio molto importante delloperare del processo di secolarizzazione lo si ha nel significato del
lavoro. Nel passato la concezione del lavoro era vista come pena e fatica, punizione del peccato originale,
mentre ai giorni doggi come strumento di realizzazione della volont divina.
Inoltre anche la sfera delle attivit e delle istituzioni politiche si col tempo resa autonoma alla religione.
Infine nel processo di secolarizzazione anche lo sviluppo della scienza ha senza dubbio svolto un ruolo
decisivo. Scienza e religione si sono spesso trovate a combattere su fronti opposti, in quanto si pensava che
scienza e ragione avrebbero contrastato ogni tipo di credenza mistica, mentre oggi, la scienza continua a
produrre scoperte ma non vi pi una fiducia cos sicura nei suoi illimitati poteri.
In certe fasi storiche, sembra quasi che le religioni vengano sostituite da altre fedi di tipo secolare e politico ,
tipo il marxismo. Poi il declino di queste <<religioni secolari>> hanno portato alla formazione di nuove
religioni e di nove sette che sono state raggruppate sotto il nome di New Age.
LE INTERPRETAZIONI SOCIOLOGICHE DELLA RELIGIONE
Le principali interpretazioni sociologiche della religione sono 5:
1: Le interpretazioni in chiave evoluzionistica della sociologia positiva dellottocento: secondo questa
interpretazione, la religione occupa uno stadio primitivo nella evoluzione delle societ umane. Comte

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individua tre stati nello sviluppo delle societ umane: stadio teologico, seguito da uno metafisico, per
raggiungere in fine lo stadio positivo dellepoca moderna. Anche per Spenser la religione un fenomeno che
appare nelle societ pi antiche che egli chiama societ militari in quanto in esse vige un rigido principio
gerarchico.
2: La religione come ideologia delle classi dominanti: Secondo questa interpretazione la religione un
fenomeno che oscura le menti e impedisce di vedere la luce della ragione. Per Volteire, la religione da un
lato inganna i poveri facendo accettare loro la condizione di subordinazione, e dallaltro inganna i ricchi ai
quale la chiesa estorce elemosine in cambio della purificazione dai peccati. Marx chiama la religione
<<loppio dei popoli>> perch non permette lattivazione del processo mediante il quale gli oppressi
prendono coscienza di essere vittime dei rapporti dominanti.
3: Linterpretazione funzionalistica: per i funzionalisti la religione svolge un ruolo fondamentale in ogni
tipo di societ. Per loro le societ sono un insieme di varie parti tenute insieme da qualche credenza comune.
(durkheim)
4: La religione come fattore di mutamento: Questa interpretazione risale prevalentemente a Weber. A
differenza di Marx e Durkheim, Weber vede la religione come un fenomeno dotato di una sua autonomia
specifica.
5: La concezione fenomenologica: Lelemento universale della religione lesperienza del sacro, essa pone
quindi laccento sulla relazione tra il soggetto credente e loggetto di venerazione . Secondo questa
concezione i tratti dellesperienza religiosa sono il sentimenti di essere creatura, (inferiore allonnipotente) e
lesperienza del mistero (il sacro produce un emozione profonda).

CAPITOLO 11 - STRATIFICAZIONE E CLASSI SOCIALI


Per stratificazione sociale, si intende il sistema delle disuguaglianze strutturali di una societ, nei suoi due
principali aspetti: quello distributivo, riguardante lammontare delle ricompense materiali ricevute dagli
individui, e quello relazionale che ha invece a che fare con i rapporti di potere esistenti tra di essi. Si
definisce perci: strato un insieme di individui che godono delle stesse risorse occupano la stessa
posizione di potere.
Il sociologo americano Lenski ha tentato di individuare le condizioni che favoriscono le disuguaglianze
sociali. Mettendo a confronto societ di tipo diverso, egli arrivato alla conclusione che la disuguaglianza
nella distribuzione della ricchezza, che era molto bassa nelle societ di cacciatori-raccoglitori, cresciuta in
quelle orticole, e ha raggiunto il punto di massimo in quelle di agricoltori, per poi diminuire ancora (curva a
campana).
Secondo Lenski, la forma della curva a campana dipende da due fattori: le dimensioni del surplus
economico ( che appunto si hanno con lavvento delle societ di agricoltori), e la concentrazione del potere
politico (perch ad appropriarsi di questo surali quasi sempre chi ha pi potere).
TEORIE DELLA STRATIFICAZIONE
Le pi importanti teorie formulate dai sociologi sono:
La teoria funzionalista della stratificazione sociale: I funzionalisti hanno cercato di spiegare non le
variazioni nel tempo della stratificazione ma le sue caratteristiche universali. E la tesi di fondo che la
presenza universale della stratificazione spiegata dallesigenza sentita da ogni societ di collocare gli
individui nella struttura sociale, in quanto essa, svolge per loro delle funzioni vitali.
Tutto questo pu essere riassunto in 4 punti:
1: In ogni societ non tutte le posizioni hanno la stessa importanza funzionale, ma alcune sono pi rilevanti
di altre.
2: Il numero di quelle persone dotate delle caratteristiche necessarie allo svolgimento di quella posizione
limitato e scarso.

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3: Il periodo di tempo necessario allacquisizione delle competenze necessarie per quella posizione, genera
dei sacrifici che devono essere sostenuti da parte di coloro che si sottopongono.
4: per indurre queste persone bisogna ricompensarli materialmente e moralmente (reddito e prestigio
maggiore degli altri)
Teorie del conflitto : Del tutto diversa limpostazione della teoria del conflitto. I sostenitori di tale teoria
negano che la stratificazione sociale svolga una funzione vitale . Ritengono invece che le disuguaglianze
esistono perch i gruppi sociali che se ne avvantaggiano sono in grado di difenderle dagli attacchi degli altri.
Anche internamente, tra i teorici del conflitto ci sono impostazioni diverse, una di Marx, e laltra di Weber.
-Le classi sociali secondo Marx: In ogni societ le classi si formano per via dei rapporti di produzione e
delle relazioni di propriet: un piccolo numero di persone ha la propriet dei mezzi di produzione, e la
stragrande maggioranza non le ha.
La forma di produzione e quella delle propriet variano poi a seconda del tipo di societ: nellantica Roma
cera la propriet degli schiavi, nella societ antica invece la produzione si basava sulla propriet della terra
e degli strumenti di lavoro ( proprietari terrieri) e dai lavoratori della terra.
Infine nella societ borghese la propriet costituita dal capitale industriale e le due classi principali sono la
borghesia ( che lo controlla) e il proletariato (la forza lavoro).
Altre classi che Marx prende in considerazione sono la piccola borghesia (artigiani e commercianti).
Questa classe si pu collocare nel mezzo perch formata da persone che sono proprietarie di mezzi di
produzione, acquistano forza lavoro, ma nello stesso tempo svolgono anche un lavoro manuale.
Il sottoproletariato infine una massa nettamente distinta dal proletariato industriale e ne fanno parte ladri
e delinquenti di ogni genere.
Marx distingueva tra classi in s e classi per s. Con la prima espressione indicava un insieme di individui
che si trovano sulla stessa posizione rispetto alla propriet di mezzi terrieri. Usava la seconda quando questi
individui prendevano conoscenza di avere degli interessi comuni e di appartenere alla stessa classe. Il
passaggio da una classe allaltra favorito da tre fattori:
Fattori che facilitano la comunicazione fra gli appartenenti a una classe, fattori che riducono le stratificazioni
interne di una classe e infine fattori che rendono pi rigide le barriere di classe.
-Le classi sociali secondo Weber: a differenza di Marx, Weber era convinto che le disuguaglianze fra gli
individui andavano cercate in pi sfere: leconomia, la cultura e la politica. Nella prima gli individui si
uniscono sulla base di interessi materiali comuni formando classi sociali, nella seconda seguono comuni
interessi ideali dando origini a ceti, e nella terza si associano in partiti per il controllo dellapparato di
dominio.
Nella definizione di classe Weber non si allontana tanto da Marx. Per, mentre per Marx il criterio di
appartenenza a una classe era la propriet e i mezzi di produzione, per Weber era la situazione di mercato. I
mercati erano tre: del lavoro, del credito e delle merci. Nel primo si contrapponevano classe operaia e
imprenditori, nel secondo debitori e creditori e nel terzo consumatori e venditori.
Weber distingue fra <<classi possedenti privilegiate positivamente>>(chi possiede) e <<classi acquisitive
privilegiate negativamente>> (chi non ha niente).
I ceti invece, sono insiemi di persone con uno stesso stile di vita, e si distinguono luno dallaltro per il
diverso grado di prestigio (onore di ceto) di cui godono
Per migliorare la loro posizione, i ceti seguono la strategia della chiusura sociale, ossia restringendo gli
accessi ad un numero limitato di persone.
(pezzo a parte) Lo squilibrio di status secondo i sociologi americani: Lenski e altri soci
ologi americani, hanno proposto il concetto di squilibrio di status per spiegare alcune forme di
comportamento, che riguardano la stratificazione sociale di Weber. Essi sostengono che c una pluralit di
gerarchie: (di reddito, di potere, di istruzione ecc.) e ciascuno individuo occupa una posizione in ciascuna
gerarchia. Ora si parla di equilibrio di status quando le posizioni occupate dallindividuo in ciascuna

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gerarchia si trovano in ranghi equivalenti, al contrario si parla di squilibrio di status. In questo caso
lindividuo viene colpito da delle conseguenze che sono diverse a seconda del rapporto degli status ascritti
(posizioni acquisite alla nascita) e acquisiti. Se lo status ascritto alto e laltro basso, lindividuo dar la
colpa a se stesso, al contrario lindividuo dar la colpa alla societ.
SISTEMI DI STRATIFICAZIONE SOCIALE
I pi importanti sistemi di stratificazione sociale sono stati 4: schiavit, caste, ceti, classi.
-Schiavit: forma estrema di diseguaglianza, in cui delle persone ne possiedono altre, le fanno lavorare, le
puniscono e le possono vendere a proprio piacimento. La schiavit pu esistere soltanto in una economia
poco sviluppata che richieda grandi quantit di lavoro umano.
-Il sistema delle caste in India: Il sistema delle caste esiste in india da almeno 2500 anni.
Secondo i testi sacri, la societ indiana si divideva in 4 grandi gruppi di caste che avevano funzioni sociali
diverse ed erano poste in ordine gerarchico; al vertice vi era la casta dei sacerdoti, poi quella dei cavalieri,
poi i contadini e come ultima, la casta dei lavoratori e dei servitori domestici.
Sicuramente per lorganizzazione in caste dellindia formata da alcune migliaia di caste.
Indipendentemente dal numero, per le caratteristiche presenti in ogni casta sono:
1:In primo luogo, la casta un <<ceto chiuso>> ci si entra solo per nascita. In certi casi per ammesso il
matrimonio di una donna con un uomo di casta lievemente superiore.
2:In secondo luogo, caratteristica della casta la specializzazione ereditaria, ossia ogni casta legata allo
svolgimento di un mestiere.
3:In terzo luogo, le caste formano un ordine rigidamente gerarchico, basato su un criterio religioso: quello
della purezza, pi una casta pura, pi sar elevata gerarchicamente.
-Il sistema dei ceti nelle societ di antico regime: La societ articolata in ceti, aveva alcune caratteristiche
distintive: In primo luogo gli status ascritti avevano unenorme importanza.
In secondo luogo fra i ceti cerano differenze sociali non solo di fatto ma anche di diritto.
Ad esempio, le norme giuridiche stabilivano che la nobilt e il clero fossero esentate dal pagamento delle
tasse.
Il quadro pi preciso che abbiamo sulle dimensione dei diversi ceti quello preparato da King, riguardante
la societ Inglese del 1688, nella quale si possono distinguere sei grandi ceti, dove il ceto pi basso era
occupato dai vagabondi, il cedo medio era occupato dai piccoli proprietari terrieri e infine nel posto pi alto
cerano i tre ceti pi elevati (persone con cariche importanti, i cavalieri, e le famiglie con titolo di pari).
Sempre nello stesso periodo, riguardo alla povert si sa che nelle citt europee vi erano tre cerchi concentrici
di persone povere. Il cerchio interno era formato dai poveri strutturali (non pi in grado di guadagnarsi da
vivere), poi i poveri congiunturali (lavoratori occasionari con bassi salari) e infine i poveri non indigenti
(artigiani che quando si verifica una crisi economica devono per forza fare affidamento allassistenza
pubblica).
-Le classi nelle societ moderne: A differenza di quelle nellantico le regime, la societ moderna
caratterizzata dalleguaglianza di diritto di tutti i suoi membri: Tutti sono uguali davanti alla legge.
Ma pur essendo uguali di diritto, i cittadini non lo sono di fatto. Quindi si pu dire che nella societ moderna
le classi esistono ancora, ma sono classi di fatto e non di diritto.
Ai giorni doggi vengono usati, principalmente due schemi di classificazione.
DUE SCHEMI DI CLASSIFICAZIONE
Il primo dei due schemi stato proposto da Labini, ed basato principalmente sul tipo di reddito percepito
da un individuo. Vi sono 3 grandi categorie di reddito: la rendita, il profitto e il salario.
Sulla base di queste categorie di reddito, Labini ha distinto cinque grandi classi sociali:
-

Borghesia: formata dai grandi proprietari (rendita) e dagli imprenditori (profitti e redditi misti).

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Piccola borghesia relativamente autonoma: composta dai lavoratori autonomi, coltivatori diretti,
artigiani e commercianti (redditi misti).
Classe media impiegatizia: impiegati pubblici e da quelli privati.
Classe operaia: braccianti, operai dindustria e delledilizia (salari).
Sottoproletariato: composto da coloro che per lunghi periodi restano fuori dalla sfera di produzione,
perch disoccupati.

Il secondo schema di classificazione stato proposto da Goldthorpe e si basa su due criteri: la situazione di
lavoro e la situazione di mercato. Con la prima espressione si fa riferimento alla posizione nella gerarchia
organizzativa. La seconda espressione indica invece linsieme dei vantaggi e degli svantaggi che hanno i
titolari dei vari ruoli lavorativi (livello di reddito percepito, possibilit di carriera).
In base alle relazioni di lavoro, gli occupati possono essere divisi in tre categorie: gli imprenditori, i
lavoratori autonomi senza dipendenti e i lavoratori dipendenti.
Inoltre, tenendo conto della situazione del mercato e del settore di attivit economica si giunge al seguente
schema a sette classi:
Classe I: formata da grandi imprenditori di livello superiore.
Classe II: Imprenditori di livello inferiore.
Classe III: Impiegati di livello superiore e inferiore.
Classe IV: Comprende la piccola borghesia urbana.
Classe V: Tecnici di livello basso
Classe VI: Operai specializzati di tutti i settori economici
Classe VII: Operai non qualificati.
ALCUNI GRANDI CAMBIAMENTI
Trasformazioni di grande rilievo sono avvenute, negli ultimi due secoli, nella stratificazione sociale di tutti i
paesi che oggi chiamiamo occidentali sviluppati. Ad esempio, allinizio del secolo scorso, in Europa, la
maggioranza della popolazione faceva parte delle due principali classi agricole: quelle dei braccianti e quelle
dei coltivatori proprietari. Poi, il processo di industrializzazione ha determinato il declino di queste due
classi, facendone nascere unaltra: quella operaia di fabbrica, che diventata la pi ampia. Successivamente
cominciato il declino di questa classe e ha iniziato a svilupparsi il settore dei servizi, quindi dalla societ
industriale si passati alla cosiddetta postindustriale.
Diverso stato landamento della classe media impiegatizia: tale classe ha continuato a crescere fino a
diventare in alcuni paesi la classe pi numerosa.
Sono cambiati anche i rapporti e le relazioni fra classe operaia e classe media impiegatizia.
I primi colletti blu svolgono mansioni sporche, lavoro duro. I secondi colletti Bianchi operano negli
uffici, lavoro molto pi semplice. Oggi per anche il lavoro nelle fabbriche diventato meno gravoso e
faticoso.
Altri importanti mutamenti nella stratificazione sociale hanno a che fare con i processi di
proletarizzazione: Espressione che viene usata per indicare un individuo che passa dalla piccola borghesia
al proletariato (dal lavoro autonomo, al lavoro dipendente).
Ci sono stati anche processi di De-proletarizzazione (il contrario)
N.B (i Macjobs) (lavori nelle catene di fast-food)
LA SOTTOCLASSE
I due schemi che abbiamo preso in considerazione per analizzare il mutamento della stratificazione sociale,
presentano un grave problema: prendono in considerazione solo le persone occupate, mentre ci sono anche i
disoccupati.
Tuttavia alcuni sociologi hanno affermato che si sta sviluppando una nuova classe, la sottoclasse, che
composta da tutte le persone che si trovano in uno stato permanente di povert.
Le concezioni della sottoclasse sono prevalentemente 2:

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Culturalista; La sottoclasse costituita da tre gruppi: ragazze madri, persone espulse dalla forza lavoro,
delinquenti.
Strutturalisti: La sottoclasse la debolezza delleconomia. Il problema della povert formato dalla
mancanza di posti di lavoro.
LIMPORTANZA DELLE CLASSI SOCIALI
Secondo alcuni sociologi, ormai il concetto di classe non esiste pi, inutilizzabile. Ma questo non vero
perch al giorno doggi, ad esempio, le classi sociali si differenziano per distribuzione di reddito e durata
della vita.
Distribuzione di reddito: Bisogna tenere distinto il reddito ( reddito generato in qualsiasi modo da un
individuo) dal patrimonio (beni immobili e mobili posseduti dallindividuo). Per le ricerche viene utilizzato
il reddito. Uno dei metodi per misurare la disuguaglianza le classi con diverso reddito il coefficiente di
Gini, che viene espresso in una scala che va da 0 (uguaglianza) 1(disuguaglianza). La ricerca ha fruttato che
Giappone ha il reddito pi uguale, stati uniti quello pi disuguale.
La durata della vita: Alcune ricerche mostrano che vi era una relazione inversa fra classe sociale e tasso di
mortalit. Ossia quanto pi bassa era la classe sociale, tante pi persone di ogni data et, morivano. Questa
relazione, esiste anche oggi, anche se in forma molto ridotta, ad esempio gli operai hanno un tasso di
mortalit molto pi alto rispetto agli impiegati.

CAPITOLO 12 - LA MOBILITA SOCIALE


Definiamo mobilit sociale ogni passaggio di un individuo da uno strato, un ceto o una classe sociale a un
altro. I sociologi distinguono fra diversi tipi di mobilit:
Innanzitutto la mobilit sociale pu essere orizzontale (spostamenti da una posizione sociale a unaltra dello
stesso livello) oppure pu essere verticale (spostamenti da una posizione sociale a unaltra di livello
superiore o inferiore). In questo caso, se il livello superiore si parla di mobilit sociale ascendente, se
inferiore, mobilit sociale discendente. Se i due strati o classi, sono molto lontani tra loro allora si parla di
mobilit di lungo raggio, se invece sono congiunti fra loro mobilit di breve raggio.
I passaggi fra una classe e laltra possono essere analizzati mettendo a confronto la famiglia di origine di un
individuo con quella che egli ha raggiunto in un determinato momento della sua vita. Si parla in questo caso
di mobilit intergenerazionale. Il confronto pu essere fatto anche fra le varie posizione che una persona
ha occupato nel corso della sua esistenza. In questo caso si parla di mobilit sociale intragenerazionale o di
carriera.
La mobilit assoluta data dal numero complessivo di persone che si spostano da una classe allaltra,
mentre per mobilit relativa si intende il grado di eguaglianza delle possibilit di mobilit dei membri delle
varie classi. In una societ vi una completa eguaglianza di chance di mobilit quando la classe di origine
degli individui non influenza i loro destini sociali.
Tutti questi tipi di mobilit elencati finora si riferiscono alla mobilit individuale. Del tutto diversa la
mobilit collettiva: con questa espressione si intendono i movimenti verso laltro e verso il basso non di una
persona ma di un gruppo di persone.
DEU TRADIZIONI TEORICHE
Lo studio delle mobilit stato intrapreso da due diversi angoli visuali:
Il primo ha a che fare con il concetto di apertura di una societ o di fluidit sociale (cio le opportunit che
delle persone con origini sociali diverse hanno di raggiungere le varie posizioni del sistema di
stratificazione).
Il secondo ruota invece, attorno al problema della formazione e dellazione delle classi. Alcuni sociologi
hanno sostenuto che una classe diventa una formazione stabile quando coloro che ne fanno parte
condividono, gli stessi ideali, gli stessi stili di vita e hanno interessi comuni.

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LE RICERCHE SULLA MOBILITA SOCIALE
Il primo studio sistematico sulla mobilit sociale stato scritto da Sorokin. Egli analizzava la mobilit
sociale in molti paesi per un lunghissimo periodo di tempo, basandosi per su una documentazione costituita
da campioni rappresentativi non di tutta la popolazione ma solo di alcuni gruppi specifici. Dopo la seconda
guerra mondiale, poi i sociologi hanno cominciato ad usare campioni rappresentativi della popolazione del
paese. Lunico problema che tutte queste indagini (ad eccezione di quella svolta in Italia) tengono in
considerazione solo la popolazione maschile, per due motivi: il primo che lunit di base del sistema di
stratificazione la famiglia e non lindividuo in se, e secondo che la posizione della famiglia in questo
sistema viene determinato solamente dal capogruppo che necessariamente un uomo.
Ovviamente, molte studiose, hanno criticato questa concezione, sostenendo che essa rende impossibile
lanalisi di una delle pi importanti forme di disuguaglianza sociale, quella appunto basata sulle differenze
di genere.
LA MOBILITA NELLE SOCIETA NON CONTEMPORANEE
Lindia e le caste: La religione ind molto severe a riguardo della mobilit fra le diverse caste. Tuttavia
ammette una forma particolare si mobilit sociale: quella fra una vita e laltra.
I due principi fondamentali dellinduismo sono la credenza nella metempsicosi e la teoria della retribuzione.
(Ad ogni successiva morte in un corpo, lanima passa in un altro corpo, e la posizione che questo occupa
nelle caste dipende da come si comportato nella vita precedente).
Per quanto riguarda la mobilit sociale collettiva, invece cera una speranza movimento. Infatti le caste
intermedie e inferiori cercavano spesso di conquistare una posizione pi elevata nella scala sociale. Questo
processo viene chiamato di <<sancritizzazione>> (ossia il processo con cui gli individui di una casta
cambiano costumi ideali e rituali, imitando quelli di una casta superiore).
La Cina e il sistema degli esami: In Cina, il rango sociale dipendeva dagli esami che un individuo aveva
sostenuto. Questo perch quando limperatore, introdusse il sistema degli esami, stabil che solo coloro che
avessero passato tali esami potevano entrare a far parte del ceto al vertice della gerarchia, ossia i funzionari
governativi.
Questo sistema degli esami favor la mobilit sociale, in quanto anche proprietari terrieri, mercanti e
artigiani, potevano far parte di ceti molto pi alti.
La societ di antico regime: Le ricerche storiche mostrano ch nella societ di antico regime, era presente
una notevole mobilit assoluta, non solo collettiva ma anche individuale.
Molto forte era la mobilit intragestionale, che era dovuta in parte a quel fenomeno chiamata <<circolazione
dei giovani>> (i giovani venivano mandati per alcuni anni a servire in casa di altre famiglie spesso di
nobili).
In altre zone di Europa, flussi consistenti di giovani lasciavano i genitori per emigrare in un centro urbano
dove trovare unoccupazione, in attesa poi di tornare a casa e di sostituire il padre o il fratello nella attivit
familiare. Questo tipo di mobilit viene chiamata mobilit con ritorno alle origini.
Nella societ di antico regine poi, non mancava neanche la mobilit di tipo intergenerazionale: in linea di
principio laristocrazia era un ceto a cui si apparteneva per classe, alcuni riuscivano ad entrarci anche se
erano nati da un'altra famiglia non aristocratica.
Tanto vero che non si entra in una classe non si entrava solo per nascita, tanto vero che non si esce solo per
morte. Infatti alcuni nobili hanno provato la brutta esperienza del <<Declassamento>>della mobilit sociale
discendente. Coloro che si trovano in questa situazione venivano chiamati <<Poveri vergognosi>>.
INDUSTRIALIZZAZIONE E SVILUPPO ECONOMICO
Le spiegazioni fondamentali che riguardano i mutamenti nella mobilit sociale, della societ contemporanea
sono 5:
1: La prima la teoria liberale dellindustrialismo. Secondo questa teoria, il passaggio dalla societ
preindustriale a quella industriale stato accompagnato da un aumento della mobilit sociale sia assoluta

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(grazie ai continui mutamenti del mercato) sia relativa (grazie a un processo di razionalizzazione che rende
importanti i ruoli acquisiti e non pi gli ascritti).
2: La seconda in netto contrasto con la prima. I sostenitori di questa seconda tesi, prevedono che la forte
mobilit di alcuni paesi dovuta a fattori di ordine culturale o politico (tipi di istituzione, comportamento
del governo ecc.) Essi sostengono anche che landamento della mobilit sociale diverso da paese a paese.
3:La terza stata formulata da Sorokin. Egli ha affermato che in quei tempi la mobilit sociale era elevata,
ma non vi era nessuna costanza del suo aumento, ma solo delle fluttuazioni che dipendevano da fattori
esogeni e endogeni.
4: La quarta sostenuta da Lipset e zetterberg. Anche secondo loro tutti i paesi occidentali oggi hanno un
elevata mobilit sociale. Ma loro sostengono anche che landamento della mobilit sociale sia simile in tutti
i paesi, e che una forte mobilit sociale una caratteristica specifica dellindustrializzazione.
5: La quinta teoria di Jones e Hauser. Loro sostengono che per quanto riguarda la mobilit assoluta vi
siano significative differenze fra i paesi perch dovuta da fattori esogeni, al contrario la mobilit relativa
molto simile.
N.B Grazie a numerosi indagini su molti paesi, si pu arrivare alla conclusione che la teoria che trova
maggior conferma nei dati presenti quella di Sorokin.
LA MOBILITA SOCIALE ASSOLUTA IN ITALIA
Negli ultimi decenni, nel nostro paese vi stata una forte mobilit assoluta grazie alle trasformazioni nel
mercato del lavoro.
Per analizzare insieme i due aspetti della mobilit sociale (inter e intragenerazionale), possiamo prendere in
considerazione tre punti: la classe sociale della famiglia di origine, quella della prima occupazione
dellindividuo e quella attuale. Fra questi tre punti vi sono 5 possibili itinerari sociali. (Cobalti e
Schizzerotto).
1: Gli immobili: Coloro che restano nella classe del padre.
2: I mobili con ritorno alle origini: occupano una posizione diversa da quella del padre, ma poi si ritrovano
al punto di partenza.
3: I mobili allentrata nella vita attiva: Partono da un occupazione diversa da quella del padre e vi restano.
4: I mobili nel corso della vita attiva: Stessa posizione del padre, poi la lasciano per occuparne un'altra.
5: Super-mobili: partono diversi dal padre, in seguito la cambiano ma senza mai tornare al punto di
partenza. N.B Tasso di autoreclutamento: la % delle persone che fanno parte della classe del padre.
LE CONSEGUENZE DELLA MOBILITA SOCIALE
Che effetti ha sugli individui la mobilit sociale?
I sociologi per rispondere a questo interrogativo hanno costruito due diverse ipotesi:
1: La prima dello sradicamento sociale: Gi ai tempi Durkheim rilevava che i bruschi aumenti di mobilit
portavano a un aumento dei suicidi. Trentanni dopo poi Sorokin rilevava che la mobilit sociale favoriva la
supercialit e diminuiva lintimit. Infine Lipset ha sostenuto che produce frustrazione. I sostenitori di
questa ipotesi, prevedono che le risposte delle persone alla mobilit sociale sono di due tipi. Per quanto
riguarda le persone che fanno parte della mobilit ascendente, la risposta riguarda il superconformismo
(adeguarsi ai modi di pensare e di agire della nuova classe con molto impegno. Per quanto riguarda invece le
persone che fanno parte della mobilit discendente, la risposta di rifiuto della nuova classe.
2: La seconda detta ipotesi della risocializzazione: Per i suoi sostenitori se una persona passa da una
classe allaltra deve ridefinire la propria identit sociale, mutare sia il modo di pensare sia
quello di agire. Le ricerche condotte finora, hanno dimostrato che questa lipotesi che trova maggior
riscontro.

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CAPITOLO 13 - LE DIFFERENZE DI GENERE


Nelle scienze sociali si introdotta la distinzione fra sesso e genere. Per sesso si intendono gli attributi
delluomo e della donna che riguardano le caratteristiche biologiche, per genere le loro qualit distintive
definite culturalmente.
Dimorfismo sessuale: uomini e donne presentano caratteristiche diverse a livello di organi, peso altezza ecc.
ESSENZIALISMO E COSTRUTTIVISMO SOCIALE
Numerose teorie sono state elaborate e proposte per spiegare le differenze di comportamento e di
atteggiamento fra uomini e donne, ma le pi importanti sono due e sono opposte: essenzialismo e
costruttivismo sociale. Per la prima le differenze fra mascolinit e femminilit sono naturali e universali,
per la seconda sono una costruzione sociale. Dunque per la prima uomini e donne si nasce per la seconda si
diventa.
Secondo limpostazione essenzialistica: Gli ormoni influenzano il comportamento di uomini e donne, ma la
relazione fra queste due variabili debole e non basta. Per quanto riguarda il cervello invece, alcuni studiosi
riconducono le differenze fra uomini e donne alla lateralizzazione del cervello o alla asimmetria
emisferica (ossia nel cervello ci sono due emisferi uno sinistro che prevale nelle donne, e uno destro che
prevale negli uomini). Per quasi tutti gli studiosi, comunque tutte le differenze riguardano gli ovuli e gli
spermatozoi. Infatti la femmina p specializzata nella produzione di uova, il maschio n quella di
spermatozoi.
N.b: Investimento parentale : (linvestimento effettuato da un genitore per accrescere le possibilit di
sopravvivenza del figlio, a spese della possibilit di investire in un altro figlio).
Lessenzialismo femminista: uomini e donne hanno tratti completamente diversi. Gli uomini tendono al
dominio, le femmine allunione. Per alcune donne queste differenze dipendono da fattori biologici, per altre
allesperienza della maternit.
GENERE E CULTURA
Numerose prove a favore della tesi che il genere una costruzione sociale risultano da una ricerca condotta
dalla studiosa americana Mead su tre trib della nuova Guinea:
Gli Arapesch: Non solo le donne ma anche gli uomini erano miti, tranquilli, passivi e affettuosi.
I Mundugumur: Una trib di cannibali e cacciatori nella quale non solo gli uomini ma anche le donne,
erano sospettose, irascibili e aggressive.
I Tschambuli: Nella quale le donne erano pratiche e efficienti, gli uomini passivi, sensibili e delicati.
LA DIVISIONE SESSUALE DEL LAVORO NELLE SOCIETA PRE E INDUSTRIALI
Per spiegare la divisione sessuale del lavoro sono state formulate varie ipotesi. La prima considera cruciale
la maggiore forza fisica degli uomini. La seconda chiamata lipotesi della compatibilit con lallattamento
dei bambini, sostiene che le donne svolgano i compiti che riguardano la cura dei bambini. La terza lipotesi
della spendibilit e afferma che gli uomini svolgono i ruoli pi pericolosi perch dal punto di vista della
riproduzione sono pi facilmente sostituibili.
Lo status delle donne: Non mai esistita una societ nella quale il potere politico fosse nelle mani delle
donne (matriarcato). Sono invece esistite societ nelle quali le donne avevano un potere non trascurabile. Il
caso pi famoso quello degli indiani Irochesi. In questa popolazione, gli uomini si assentavano spesso per
andare a combattere contro altre trib, e quindi alle donne rimanevano dei compiti importanti.
Nelle societ di caccia e raccolta invece le disuguaglianze fra uomini e donne erano molto basse. Poi per
la situazione drasticamente cambiata con le societ orticole dove lo status della donna era molto basso, e
si abbassato ancora di pi nelle societ agricole.
Le variazioni nello spazio e nel tempo dello status delle donne sono riconducibili a tre fattori:
-Il sistema di parentela

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-La frequenza con cui una societ in guerra
-Il contributo economico fornito dalle donne.
Per quanto riguarda il primo, limportanza delle donne maggiore nelle societ con un sistema di parentela
ma trilaterale.
Per quanto riguarda il secondo, tanto pi una societ in guerra, tanto pi probabile che le relazioni tra
uomini e donne siano accentuate.
Quanto al terzo fattore: lo status sociale delle donne dipende anche dal contributo che esse danno alla
produzione e al controllo che esercitano sulle risorse economiche.
Un esempio di due societ nella quale lo status delle donne praticamente opposto sono LAfrica
occidentale e LIndia settentrionale. La diversit di status di queste due societ dipende da due tipi diversi
di agricoltura. Nella prima un sistema femminile di coltivazione. Nella seconda vi invece un sistema
maschile.
Definizioni:
Uso del tempo: come la popolazione impiega il tempo durante i giorni feriali e quelli festivi.
Tasso di attivit della popolazione femminile: percentuale della popolazione femminile che svolge un
lavoro retribuito.
Segregazione occupazionale: indica la concentrazione di uomini e donne in lavori diversi. Si calcola con
lindice di dissimilarit, i cui valori vanno da 0 a 100. Tale indice 100 quando in una occupazione vi sono
solo uomini o solo donne e 0 quando il rapporto fra i due sessi equilibrato.
Differenze retributive: Le donne presentano delle retribuzioni pi basse per vari motivi. In parte per la
segregazione occupazionale, in parte perch la popolazione femminile svolge occupazioni meno qualificate
di quelle maschili.
Vi sono varie spiegazioni del perch le donne abbiano tassi di attivit pi bassi:
La teoria del capitale umano: Poich le donne hanno un forte orientamento verso la famiglia, scelgono di
svolgere quei compiti che consentono una certa flessibilit e non quelli che permettono di fare carriera.
Teoria della socializzazione di genere: cerca di spiegare perch le donne siano orientate pi verso la
famiglia che verso la carriera. Questo si verifica perch fin dalla nascita, a famiglia, la scuola, e i mass
media insegnano ai due generi, il modo di vestirsi, di parlare, e quali sono le lori ispirazioni professionali pi
adatte.
Teoria della discriminazione statistica: secondo la quale gli imprenditori trattano gli individui sulla base
delle proprie credenze (ad esempio si rifiutano di assumere donne in t feconda perch hanno lidea che
esse si assenteranno spesso dal lavoro e quindi sono meno produttive degli uomini.
LA POLITICA
Nellultimo secolo, le disuguaglianze di genere sono diminuite anche in questo campo, ad esempio le donne
hanno ottenuto il diritto di voto in quasi tutti gli stati del mondo e aumentata la percentuale di donne
iscritte a un partito politico.
GENERE E SALUTE
Nel campo della salute le donne sembrano essere avvantaggiate: Infatti le donne in quasi tutti gli stati del
mondo hanno un indice di vita media pi alto di quello degli uomini. Questo, in parte dipende da fattori
biologici, ma in parte anche da fattori ambientali e sociali. Infatti gli uomini bevono pi alcol, fumano di
pi, fanno lavori pi pericolosi ecc.
Ci sono paesi per, ad esempio le regioni del terzo mondo, dove il tasso di mortalit femminile pi alto di
quello maschile. Questo perch le femmine ricevono meno cure dei maschi.
Le minor cure ricevute dipendono dal sottosviluppo economico.

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CAPITOLO 15 - RAZZE, ETNIE E NAZIONI
Ogni forma di sapere, parte da una operazione molto semplice, la classificazione.
La maggior parte delle classificazioni hanno una particolare struttura ad albero: ogni classe comprende
una pluralit di sottoclassi e sottosottoclassi. Per classificare qualsiasi tipo di oggetti, innanzitutto bisogna
sapere quali propriet prendere in considerazione. Poi la regola logica che si deve seguire dice che ad una
classe appartengono oggetti simili per certe propriet (genere prossimo) e oggetti che non sono simili
( differenza specifica).
Anche la specie umana pu essere classificata con questo metodo. Ad esempio gli esseri umani possono
essere classificati in base alle caratteristiche somatiche, in questo caso vengono classificati in razze. Si
definisce razza: un insieme di individui che condividono alcune caratteristiche somatiche.
Dal punto di vista sociologico, il concetto di razza, molto importante perch serve per spiegare moltissimi
fatti storici.
IL RAZZISMO: DOTTRINE, ATTEGGIAMENTI E COMPORTAMENTI
Verso linizio del 19 secolo cominciano a formarsi dottrine che attribuiscono alla razza tratti del
comportamento, oltre che alle differenze somatiche. Queste dottrine della razza si formano su un forte
determinismo biologico, in base al quale il comportamento di individui, o gruppi di individui, viene
determinato in base alla propria razza.
Il fatto che ci siano differenze fra razze diverse, non implica che sia legittimo negare ad una razza di
esercitare diritti, o posizioni sociali. Per, questo accaduto e accade molto spesso.
Possiamo chiamare dottrine razziste: quelle dottrine, quegli atteggiamenti che discriminano, sulla base
della razza, laccesso a diritti e posizioni sociali.
Parliamo invece di discriminazione razziale, quando in una societ, a tutti i membri di una popolazione,
viene negato laccesso a diritti e posizioni sociali.
Uno studioso ha evidenziato che bene sapere che il concetto di razzismo pu indicare due realt diverse
fra loro. Nella prima il termine di razza, viene applicata al proprio gruppo, e vengono ripudiati tutti quelli
che ne stanno fuori (auto-razzizazione). Nella seconda il termine razza viene attribuito a quelle popolazioni
ritenute inferiori (etero-razzizazione).
N.B. Deriva genetica: popolazioni che vivono geograficamente isolate e che si accoppiano fra loro.
Selezione sessuale: Societ divisa con barriere non geografiche ma sociali, ad esempio caste,
dove i membri si accoppiano fra loro.
QUATTRO CASI DI DISCRIMINAZIONE RAZZIALE
1: Lantisemitismo (auto-razzizazione)
Il termine Antisemitismo fu adottato in Germania verso la fine del 19 secolo dai circoli nazionalisti che si
opponevano di riconoscere agli ebrei uguali diritti di cittadinanza.
Nel tardo medioevo, gli ebrei vennero esclusi sia dalla propriet della terra, sia dallesercizio di mestieri.
Essi si specializzarono nellunico mestiere disponibile, il prestito ad interesse (usura).
Per legge, gli ebrei dovevano risiedere in delle aree a loro riservate, ai margini o al di fuori delle mura
cittadine. Poi la segregazione spaziale tocc il suo vertice con la creazione del ghetto: un quartiere
circondato da mura nella quale gli ebrei erano obbligati a risiedere e le cui porte venivano chiuse ogni sera.
Agli ebrei venivano attribuite le colpe delle ricorrenti situazioni di crisi, divennero il capo espiatorio alla
quale imputare tutti i mali.
Questo port al tentativo di sterminio messo in atto durante la seconda guerra mondiale dal regime nazista.
Infine la persecuzione subita rafforz il movimento sionista che era nato per dare al popolo ebraico un
territorio e uno stato. Si arriv cos alla fondazione in Palestina dello stato di Israele nella quale emigrarono
ondate di ebrei. Ci apri un nuovo fronte di guerra fra Israele e il mondo islamico che va avanti ancora oggi.
2: Il dilemma americano

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Negli Stati Uniti, i neri per parecchi hanno, sono restati lo strato pi povero della societ, in quanto subivano
forme di discriminazione sia dal punto di vista residenziale sia nellaccesso al mercato del lavoro. La loro
condizione cominci a cambiare, solo quando sotto la spinta del movimento non violento guidato da Martin
Luther King, il congresso pass delle leggi che ponevano fine alla discriminazione razziale.
Per contrastare la discriminazione per non bastano solo delle leggi, quindi furono adottate delle misure che
vanno sotto il nome di Azioni positive, che consistono nel riservare agli esponenti delle minoranze, una
quota di posti nellammissione alle scuole e nel mercato del lavoro.
La grande maggioranza della popolazione nera, resta per ancora nel fondo della societ, e questo significa
che il dilemma americano, resta ancora un problema aperto.
3: Il Sudafrica dalapartheid alla convivenza (etero-razzizazione)
Nel Sudafrica il regime dellApartheid si istaura dopo il 1948. La societ dellapartheid una societ
rigidamente gerarchizzata; al vertice si trova la minoranza bianche, seguono gli indiani, i malesi, e infine gli
altri neri. In regime di Apartheid i diritti politici, sono esclusivamente riservati ai bianchi e vige una rigida
discriminazione nellaccesso al lavoro, proprio come negli stati uniti.
Le cose cominciarono a cambiare, solo con a creazione e il rafforzamento di un grande movimento nero:
LAfrican National Congress. Nel 1990, il leader del movimento, Nelson Mandela fu eletto presidente e il
Sudafrica volto pagina; si passava da una forma di discriminazione assoluta, alla convivenza pacifica tra i
bianchi e i neri.
4: Limmigrazione verso i paesi europei e LItalia in particolare.
Dopo che lEuropa ha cessato di essere area di emigrazione diventata area di immigrazione.
Due fattori sono allorigine di questa corrente migratoria:
1: Lesplosione demografica che in molti paesi del terzo mondo ha spezzato lequilibrio tra popolazione e
risorse.
2: lo straordinario periodo di sviluppo dei paesi deEuropa.
In Italia la presenza di stranieri (solo quelli regolari) si aggira sul 2%. In altri paesi la percentuale pi del
doppio. I paesi dellEuropa occidentale stanno quindi diventando societ multietniche e multirazziali.
ovvio che queste correnti migratorie tendono a produrre tensioni e conflitti. Di fronte a queste tensioni, i
paesi dellUnione Europea hanno adottato negli ultimi anni politiche di contenimento tendenti a porre un
contenimento allimmigrazione.
Anche in questo caso, ovviamente gli immigrati incontrano atteggiamenti discriminatori nei loro confronti.
ETNIE E NAZIONI
A differenza del concetto di razza, il concetto di etnia rimanda a differenze di ordine culturale che si
trasmettono di generazione in generazione. Ci sono parecchie definizioni a riguardo del concetto di etnia, ma
tutte hanno in comune degli elementi:
In particolare, vi un etnia o un gruppo etnico, quando:
1:i membri di un gruppo designano se stessi, mediante un nome che li contraddistingue.
2: si prodotto il mito di una comune origine o discendenza
3: si creata una comunit che condivide certe memorie comuni
4: vi una cultura condivisa (linguaggio, credenze, costumi), diversa da quelle vicine.
5: vi un territorio (spesso solo simbolico) che i membri del gruppo considerano proprio.
6: si sviluppa un sentimento di solidariet tra i membri del gruppo.
Questi elementi che costituiscono un'etnia si modificano nel tempo per effetto di fattori endogeni e esogeni.
Nelle scienze sociali spesso si fa confusione fra concetti di etnia e i concetti di nazionalit e di nazione,
perch gli stessi termini vengono usati con due significati diversi: Nel primo caso il concetto di nazione
designa una collettivit (popolo) che ha discendenza comune. In questo caso la nazione si fonda sulletnia e
insieme formano lo stato nazione. Nel secondo caso il concetto di nazione designa una collettivit di
cittadini che hanno comuni diritti e doveri. In questo caso lo stato forma la nazione e la nazione pu essere
composta da differenti etnie. N.B.: Societ e stati multietnici e multinazionali pi importanti: India, Stati
Uniti, Svizzera, Spagna, Belgio, Canada.

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