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In che termini la musica scritta da Daniele Bertotto, tra gli anni 80 e i primi anni del
nostro millennio, in particolare la musica da camera, si pu leggere in relazione al
panorama musicale torinese e italiano (ma non solo italiano) del periodo?
Fu quello un periodo (probabilmente non ancora concluso, solo diversificatosi) cruciale
per i destini recenti del fare musica. Tutto sembr iniziare tra la fine degli anni 70 e
linizio del decennio seguente, ma le premesse cerano gi prima.
Dalla seconda met degli anni Settanta, l'artista non ha pi una fede cieca nel
razionalismo strutturale, n vuole perdere il proprio io annegandolo nel materismo delle
cose, si dirige invece verso spazi obliqui, con intenzioni volubili, riscoprendo un uso
calibrato e leggero dei tradizionali metodi compositivi, senza eccessi, senza quei
radicalismi che avevano caratterizzato le Avanguardie. E' certo per che lo
sperimentalismo stato, durante gli anni Cinquanta e Sessanta, un'esigenza storica, vera,
vissuta profondamente dalla gran parte dei musicisti, che si posero il problema dello
svecchiamento delle forme musicali e della conseguente ricerca di nuove soluzioni.
Altrettanto certo che la scommessa musicale delle Avanguardie permette oggi, ai
giovani compositori, di utilizzare una situazione tecnico-linguistica evoluta e aperta agli
esiti personali.
In Italia il dibattito inizi negli anni 1980-81, in questo periodo vennnero organizzate
diverse iniziative dedicate alla musica dei giovani compositori di allora: nellautunno del
1980 allIstituto Peri di Reggio Emilia, nella primavera dellanno successivo alla
Biennale di Venezia, e poi ancora in altri contesti nei mesi a venire. Un contributo
importante venne fornito dalla rivista Musica/Realt (stampata a Reggio Emilia in
quegli anni) che propose una serie di interviste a coloro che si auto-battezzarono neo-
romantici. Si pu citare, a titolo esemplificativo, ci che scrive Marco Tutino: Noi
romantici nutriamo unavversione atavica e giurata per il linguaggio preciso e
scientifico // O sentimenti! O passioni! // Lunica maniera di essere capiti e
strettamente legata allunica maniera di essere graditi. Come vedremo i sentimenti sono
ben lontani da quelli interiorizzati dei romantici e le passioni sono omologate da un
vissuto che punta alla gradevolezza. Fa da spalla a questa posizione Carlo Galante, il
quale vede nella piacevolezza il modo per ritrovare un rapporto positivo col pubblico,
mentre Giampaolo Testoni vuole riacquistare il senso e laspirazione alla bellezza,
problematica annosa affrontata in maniera banale.
Si entra allora nel postmoderno. Secondo Lyotard il temine post rimanda a unanalisi, a
un approfondimento del moderno; questa lettura preferisce il termine iper-moderno, col
quale la molteplicit perde il segno negativo della superficialit e ne acquista uno positivo
dindagine e verifica, secondo questa prospettiva la prassi della citazione viene nobilitata
a osservazione della storia (citare diventa quindi un viaggio esperiente). La seconda fase
del Postmoderno, quella che ha meno bisogno della contrapposizione ideologica al
moderno e che si afferma fra la fine del secolo scorso e il primo decennio del duemila,
perdendo la ludica vaporosit iniziale e acquistando peso e maggiore tensione, acquisisce
anche una naturalezza di pensiero e prassi che per chi in grado di affidarsi a una
tecnica sopraffina porta a uno spigliato operare e a unopera solidamente leggera.
La storia non dobbiamo immaginarcela come una serie infinita di fasi in continua
evoluzione, di cui la seguente migliore della precedente; la visione idealistica che vedeva
la storia come un costante divenire va sostituita con quella che conosce la storia come si
conosce la geografia, quindi non un formarsi di un incessante progresso, ma una tappa
che conserva e consuma, che ottimizza o peggiora, che ogni aspetto trasforma in senso
circolare, come se ogni elemento venisse inserito in una spirale che lo trasfigura,
svilendolo o impreziosendolo. La storia dunque una fetta di tempo che si raggomitola e
che nel suo svolgersi si srotola e subito si riavvolge, in un continuo andare e venire di
sollecitazioni.
Nostalgia? S, in senso affettivo, etimologico (dolore per lassenza), e non tnato nel
desiderio di ritorni o revivals (che poi sempre un desiderio legato ad atteggiamenti di
rinuncia e puramente consolatori). Nostalgia dEuropa. Ma cos poi questa Europa?
Qualcosa che va da Guido Cavalcanti a Haidegger, da Machault a Picasso, dal
Gregoriano a Cline, da Tommaso dAquino a Dallapiccola, dai maestri senesi a Esenin;
qualcosa che nostalgia come sentimento profondo impresso in una sorta di codice
genetico, in una memoria biologica del mio essere uomo di musica
C' un istinto, femmineo, il quale intuisce che la scrittura, per potersi svolgere,
non deve essere forzata da azioni esterne di nessun tipo, ma necessita di una
lunga meditazione che ne favorisca il lievitare e il relazionarsi alla memoria
collettiva. La cultura degli anni Ottanta ha in parte disatteso le esigenze dei
tempi lunghi della meditazione scrittura, privilegiando la velocit di scrittura e di
ricezione e gli aspetti pi superficiali "d'immagine".