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ICRO MAREMMANI
MATTEO PACINI
PIER PAOLO PANI

fondamenti di

TOSSICODIPENDENZA
DA OPPIACEI
Un compendio pratico per medici
In memory of Vincent P. Dole, friend and magister
1

ICRO MAREMMANI
MATTEO PACINI
PIER PAOLO PANI
per conto del
GRUPPO
INCONTRI PISANI DI FORMAZIONE

FONDAMENTI DI

TOSSICODIPENDENZA
DA OPPIACEI
UN COMPENDIO PRATICO PER MEDICI
2

World Federation for the


Treatment of
Opiod Dependence
Under the patronage of
World Federation for the Treatment of Opiod Dependence (WFTOD)
NGO in Special Consultative Status with the Economic and Social Council since 2011
E-mail: info@wftod.org - Web: www.wftod.org

The World Federation for the Treatment of Opioid Dependence officially started during
the EUROPAD conference Ljubljana, Slovenia during July 2007. At that time, members
of EUROPAD and AATOD agreed to the founding principles of the organizing charter of
the World Federation and signed the articles at the conclusion of the meeting in Slovenia.
EUROPAD and AATOD have worked together since the AATOD conferences of 1989 in
Newport, Rhode Island. EUROPAD conducted a major panel presentation from a number of
its member nations for the conference participants. EUROPAD and AATOD have exchanged
such collegial presentations at all of the AATOD and EUROPAD meetings since that date,
creating the foundation for the working relationship, which led to the development of the
World Federation for the Treatment of Opioid Dependence. EUROPAD and AATOD also
worked together in filing an application to the NGO branch of DESA during 2010 and we
were informed that our application was accepted on February 18, 2011 during the regular
session of the Committee on Non-Governmental Organizations to the U.N. Department
of Economic and Social Affairs (DESA). In the regular session held on July 25, 2011, the
Economic and Social Council of the United Nations granted Special Consultative Status to
the World Federation for the Treatment of Opioid Dependence (WFTOD).
Officers: President: Icro Maremmani (Pisa, Italy, EU); Vice-President: Mark. W. Parrino (New York,
NY, USA); Treasurer: Michael Rizzi (Cranston, RI, USA); Corporate Secretary: Marc Reisinger
(Brussels, Belgium, EU)
3

Autori

Icro Maremmani
Docente di Medicina delle Farmacotossicodipendenze, Universit di Pisa
Responsabile, Unit di Doppia Diagnosi Vincent P. Dole, Policlinico Santa
Chiara, Dipartimento di Psichiatria, Universit di Pisa
Co-direttore scientifico, Istituto di Scienze del Comportamento G. De Lisio,
Pisa
Presidente, Associazione per LUtilizzo delle Conoscenze Neuroscientifiche a
fini Sociali, AU CNS, Pietrasanta (Lucca)
Presidente, Societ Italiana Tossicodipendenze
Presidente, European Opiate Addiction Treatment Association, EUROPAD
Presidente, World Federation for the Treatment of Opioid Dependence, WF-
TOD, NGO in Special Consultative Status with the Economic and Social
Council since 2011
Editore, Heroin Addiction and Related Clinical Problems

Matteo Pacini
Specialista in Psichiatria
Ricercatore e didatta, Istituto di Scienze del Comportamento G. De Lisio, Pisa
Docente di Medicina delle Farmacotossicodipendenze, Universit di Pisa
Presidente, EUROPAD-Italia

Pier Paolo Pani, MD


Specialista in Psichiatria,
Direttore, Dipartimento di Salute Pubblica, Distretto Socio-Sanitario,
ASL8, Cagliari
Editore Associato, Heroin Addiction and Related Clinical Problems
Editore, Medicina delle Dipendenze - Italian Journal on Addictions
4

Gruppo Incontri Pisani di Formazione (IPdF)


Francesco Auriemma (Napoli)
Jacopo Bizzarri (Bolzano)
Pietro Casella (Roma)
Lucia DAmbrosio (Matera)
Giovanna De Cerce (Campobasso)
Stefano DellAera (Enna)
Fernando Fantini (Lanciano)
Paola Fasciani (Chieti)
Michele Ferdico (Agrigento)
Giuseppe Filippone (Palermo)
Piero Fundone (Melfi)
Riccardo Gionfriddo (Siracusa)
Guido Intaschi (Viareggio)
Claudio Leonardi (Roma)
Angelo Giovanni Icro Maremmani (Pisa)
Andrea Michelazzi (Trieste)
Carlo Minestrini (Citt di Castello)
Franco Montesano (Catanzaro)
Maria Chiara Pieri (Bologna)
Rosolino Vico Ricci (La Spezia)
Francesco Ruffa (Firenze)
Alberto Santa Maria (Bari)
Carmelo Siragusa (Caserta)
Lorenzo Somaini (Biella)
Luigi Stella (Napoli)
Enrico Teta (Torino)
Andrea Vendramin (Padova)

Gli autori e gli appartenenti al gruppo IPdF non hanno specifici conflitti di interesse
da dichiarare per quanto riguarda la partecipazione allelaborazione di questo
compendio.

Questa iniziativa, cos come la diffusione di questo volume, stata resa possibile da
un grant educazionale di Reckitt Benckiser Healthcare (Italia) SpA - Business Unit
Farmaceutica allEuropean Opiate Addiction Treatment Association (EUROPAD) e
allAssociazione per lUtilizzo delle Conoscenze Scientifiche a Fini Sociali (AU-CNS)

Questo compendio nasce da un pacchetto di diapositive sviluppato da Icro


Maremmani (Presidente di EUROPAD e AU-CNS), Matteo Pacini (Presidente
EUROPAD-ITALIA) e Pier Paolo Pani (Presidente della Societ Italiana
Tossicodipendenze- SITD) insieme al Basic on Addiction Group durante gli Incontri
Pisani di Formazione (2008-2010)

Assistenza editoriale stata prestata da Real Science Communications, London, UK.


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Indice

1. INTRODUZIONE 7
2. NEUROBIOLOGIA DELLA DIPENDENZA DA OPPIACEI 9
3. VALUTAZIONE DELLA DIPENDENZA DA OPPIACEI 21
4. FARMACOTERAPIA DELLA DIPENDENZA DA OPPIACEI 31
5. TRATTAMENTO CON METADONE 35
6. TRATTAMENTO CON BUPRENORFINA 39
7. TRATTAMENTO CON BUPRENORFINA-NALOXONE 45
8. CONCLUSIONI 49
9. BIBLIOGRAFIA 51
6
1

Introduzione

Questo compendio riassume le informa- cronica ad andamento recidivante che colpisce


zioni di base necessarie ad un corretto inqua- il sistema nervoso centrale e che produce gravi
dramento medico ed alla formulazione di un conseguenze mediche, sociali ed economiche.
idoneo trattamento farmacologico per pazien- Le persone dipendenti da oppiacei sono espo-
ti dipendenti da oppiacei. Il compendio segue ste a rischi gravi per la salute, quali loverdo-
una sequenza logica di apprendimento, dalla se, la trasmissione di malattie infettive per via
neurobiologia di base alla clinica e alla tera- sessuale o parenterale, le cattive condizioni dal
pia. Gran parte delle conoscenze sulla materia punto di vista somatico e mentale, le frequen-
sono, in realt, derivate da nozioni di neuro- ti ospedalizzazioni [43]. Per la societ, nel suo
biologia, dallosservazione del decorso della complesso, la dipendenza rappresenta un pro-
dipendenza da oppiacei e dalla verifica di ipo- blema economico sia in termini di costi sani-
tesi terapeutiche (la teoria del rinforzo com- tari diretti (p.e. dovuti allorganizzazione dei
portamentale, la teoria del blocco narcotico, la servizi di trattamento e di prevenzione), sia in
teoria della malattia metabolica). I risultati di termini di impatto su altre voci di spesa (p.e.
questi approcci hanno consentito di rileggere qualit di vita della comunit, criminalit).
le nozioni e i dati epidemiologici alla luce di Inoltre, la dipendenza da oppiacei riduce la
una nuova concezione medica e biologica del- produttivit lavorativa, crea disoccupazione,
la dipendenza da oppiacei, sempre pi lontana assenteismo e mortalit prematura dei lavora-
da modelli esplicativi puramente tossicologici tori [111]. NellEuropa Occidentale e Centrale
(tolleranza/astinenza) o sociologici, e sempre si stima che ci siano 1-1.400.000 dipendenti
pi incentrati su una semeiotica biologica ad da oppiacei, con un tasso di prevalenza cor-
espressione comportamentale, che richiama rispondente dello 0.4-0.5% della popolazione
anche nozioni di psicopatologia e psichiatria. generale.
La dipendenza da oppiacei una malattia Date le dimensioni del fenomeno, neces-

7
8 CAPITOLO 1

sario che i medici che vogliono occuparsi della so recidivante. La prima parte del compendio
gestione di persone con dipendenza da oppia- tratter, quindi, la neurobiologia della dipen-
cei abbiano a disposizione compendi basati denza da oppiacei scorrendo i capitoli degli
sullevidenza scientifica per una rapida ed ef- effetti degli oppiacei sullorganismo e sulla
ficace consultazione. Questo compendio inten- cellula ed i meccanismi di adattamento agli
de essere una risorsa utile per medici di ogni oppiacei (tolleranza, astinenza, craving e reci-
tipo che abbiano o vogliano avere a che fare divismo). La seconda parte descriver gli ap-
con la diagnosi e il trattamento di soggetti con procci diagnostici e la valutazione clinica del
uso problematico di oppiacei in particolare, paziente necessari allinstaurazione di un cor-
medici che prescrivono o intendono prescrive- retto intervento terapeutico, sottolineando che
re terapie con agonisti. Il compendio basato linquadramento deve essere completo e ripe-
sul materiale del corso Basics on Addiction tuto durante losservazione clinica per assicu-
sviluppato come iniziativa congiunta di un rare che gli strumenti terapeutici siano adatti
gruppo di esperti italiani nel trattamento delle alla situazione clinica del momento. Lultima
dipendenze, guidato dal Prof. Icro Maremma- parte discuter i principi generali, gli obiettivi
ni (presidente di EUROPAD) e dal Prof. Pier e le strategie alla base dei trattamenti medici
Paolo Pani (Presidente della Societ Italiana per la dipendenza da oppiacei, i profili pecu-
Tossicodipendenze). liari del metadone, della buprenorfina e della
Per trattare le persone dipendenti da op- combinazione buprenorfina-naloxone, e come
piacei , in primo luogo, necessario capire le ciascuno di questi trattamenti possa e debba
basi biologiche dei comportamenti tossicoma- essere impiegato secondo criteri di sicurezza
nici nellottica di una malattia cronica a decor- ed efficacia.
2

Neurobiologia della
dipendenza da oppiacei

Gli oppioidi e il loro meccanismo Effetti acuti degli oppiacei


dazione
La morfina un potente narcotico e analge-
sico, e rimane uno degli analgesici pi efficaci
per alleviare il dolore [23]. La morfina anche
Cos un oppioide ? in grado di produrre un senso di soddisfazio-
ne e di benessere, che parte importante della
sua azione analgesica. Riduce anche lansia e
Loppio stato utilizzato come sostanza lagitazione associate ad una malattia dolo-
medicinale (euforizzante, analgesica, indut- rosa o ad una ferita. Altri effetti oppiacei sul
trice del sonno, antidiarroica) e ricreazionale sistema nervoso centrale includono depressio-
per migliaia di anni [85]. Numerosi composti ne respiratoria, soppressione del riflesso della
farmacologicamente attivi sono derivati dal tosse, nausea, vomito e miosi [85]. La morfina
papavero delloppio papaver somniferum: agisce anche sullintestino, riducendone la se-
morfina, codeina, papaverina, tebaina e nosca- crezione e la motilit, e aumentandone i tempi
pina [23]. Oppiacei il termine utilizzato per di transito e svuotamento del materiale intesti-
indicare sostanze naturali o sintetiche che han- nale [20]. Gli effetti della morfina sono elencati
no determinate azioni farmacologiche simili a nella Tabella 1.
quelle della morfina [84], interagendo con al- Dopo la scoperta della struttura chimica
cuni o tutti i suoi recettori. della morfina agli inizi del ventesimo secolo
[95], sono stati sintetizzati numerosi composti
sintetici o semi-sintetici (tra cui il metadone, la
buprenorfina e la petidina) allo scopo di ripro-

9
10 CAPITOLO 2

Tabella 1. Effetti della morfina [78]

Depressione del sistema nervoso centrale


Depressione respiratoria (potenzialmente letale)
Sonnolenza
Analgesia
Euforia
Soppressione della tosse
Miosi
Nausea e vomito
Aumentate secrezioni del tratto respiratorio
Riduzione della motilit intestinale, costipazione
Sudorazione intensa
Prurito

durre le propriet cliniche desiderabili degli fetto complessivo sulla cellula inibitorio [85].
oppiacei e ridurne gli effetti collaterali (p.e. il Comunque, gli oppiacei aumentano anche lat-
potenziale dabuso, la nausea o il vomito) [23]. tivit di alcuni circuiti neuronali sopprimendo
lattivit di interneuroni inibitori [85].
I recettori per gli oppiacei sono presenti con
Recettori oppiacei alta densit in cinque aree del sistema nervoso
centrale: il cervelletto, il talamo mediale, il mi-
dollo spinale, lipotalamo e il sistema limbico.
Studi farmacologici realizzati negli anni Sono stati identificati recettori su fibre nervose
70 hanno suggerito lesistenza di tre tipi di periferiche e sui loro terminali in contatto con
recettori oppiacei classici, denominati (mu), il tessuto immunitario [35]. Ogni tipo recetto-
(delta) e k (kappa) [67], confermati, succes- riale associato con specifici effetti funzionali
sivamente, da studi di clonazione recettoriale. come mostrato in Tabella 2. Il recettore pi stu-
I recettori oppiacei appartengono allampia diato il mu (altrimenti noto come , MOP o
famiglia di recettori dotati di sette domini OP3), che si trova sia nel midollo spinale che
transmembrana di aminoacidi e sono accop- nelle strutture sopraspinali, che in periferia.
piati a proteine legate al nucleotide guanina, Gioca un ruolo importante su vari apparati:
note come proteine-G [16]. Queste riducono sensibilit dolorosa, respirazione, funzione
ladenosina monofosfato ciclico intracellulare cardiovascolare, transito intestinale, nutrizio-
(cAMP) inibendo ladenilato-ciclasi e hanno ne, apprendimento e memoria, movimento,
anche azione sui canali ionici tramite un ab- termoregolazione, secrezione ormonale, fun-
binamento delle proteine-G agli stessi canali zioni immunitarie [24]. I recettori kappa (altri-
[85]. Gli effetti principali degli oppiacei sulla menti noto come k, KOP o OP2) sono implicati
membrana sono lapertura dei canali al po- nella sensibilit dolorosa, diuresi, nutrizione
tassio e linibizione dellapertura dei canali al e secrezione ormonali. Inoltre, hanno un ruo-
calcio voltaggio-dipendenti [85]. Questi effetti lo nella regolazione dellumore, visto che gli
di membrana riducono leccitabilit neurona- agonisti kappa producono disforia [24]. Il bul-
le, poich laumentata conduttanza al potassio bo olfattivo, il caudato-putamen e il nucleus
induce iperpolarizzazione della membrana e accumbens contengono la pi alta densit di
riduce il rilascio di neurotrasmettitore per lin- recettori delta (, DOP o OP1), mentre densi-
terferenza con lingresso del calcio [85]. Lef- t minori si ritrovano nel talamo, ipotalamo e
NEUROBIOLOGIA DELLA DIPENDENZA DA OPPIACEI 11

cervelletto [24]. Un quarto recettore oppiacei come attivit intrinseca) dellagonista, cio la
stato scoperto pi recentemente, il NOP (altri- sua capacit di indurre, una volta legato al re-
menti indicato come recettore simil-oppiaceo cettore, una catena di cambiamenti che condu-
di tipo 1 [ORL1], LC132 o OP4). Farmacologi- cono agli effetti finali. Gli agonisti totali han-
camente non si tratta di un classico recettore no efficacia elevata e quindi producono effetti
oppiaceo, poich gli antagonisti oppiacei non massimali, mentre gli agonisti parziali hanno
selettivi (p.e. naloxone) non mostrano affinit efficacia intermedia e quindi producono effetti
significativa per questo recettore, e secondo la sub-massimali [87]. La relazione di una sostan-
classificazione recettoriale della International za con il suo recettore spesso paragonata a
Union of Basic and Clinical Pharmacology (IU- quella di una chiave con la sua serratura la
PHAR) il NOP considerato come un sotto- sostanza essendo la chiave e il recettore la ser-

Tabella 2. Effetti associati ai principali tipi di recettori oppioidi [85]

kappa, , KOP o
Effetto mu, , MOP o OP3 delta, , DOP o OP2
OP1
Analgesia
Sopraspinale +++ - -
Spinale ++ ++ +
Periferica ++ - ++
Depressione respira- +++ ++ -
toria
Miosi ++ - +
Ridotta motilit inte- ++ ++ +
stinale
Euforia +++ - -
Disforia - - +++
Sedazione ++ - ++
Tolleranza/Astinenza +++ - +
+: indica associazione -: indica attivit nulla o trascurabile

tipo non-oppiaceo della famiglia dei recettori ratura (Figura 1). Gli ormoni, i neurotrasmet-
oppiacei [26]. titori, le sostanze o i messaggeri intracellulare
possono tutti interagire in questo modo con il
recettore [13]. La classificazione degli oppia-
cei e dei peptidi endogeni in termini di azione
Agonisti e antagonisti agonista completa, agonista parziale o antago-
nista e di selettivit per i tre tipi principali di
recettori oppiacei riportata in Tabella 3.
Leffetto complessivo di un oppiaceo di-
pende dalla sua attivit sui vari tipi di recet-
tori; alcuni oppiacei agiscono come agonisti Oppioidi endogeni
su un tipo e antagonisti o agonisti parziali su
un altro. La potenza degli agonisti dipende da
due parametri: 1) laffinit dellagonista per il La ricerca di sostanze interne allorganismo
recettore, cio la sua tendenza a legarsi al re- (endogene) con le propriet della morfina ha
cettore; 2) lefficacia (comunemente indicata portato negli anni 70 alla scoperta di oppioidi
12 CAPITOLO 2

Depressione Analgesia Depressione


Analgesia Respiratoria Respiratoria
Euforia Euforia

Alta attivit intrinseca Pi lieve o pi selettiva


attivit intrinseca

Depressione
Analgesia Respiratoria
Euforia

Nessuna attivit
Figura 1: Azione degli oppiacei agonisti, antagonisti e agonisti parziali.
A= agonismo totale; B= agonismo parziale: C= antagonismo

endogeni [42]. Sono state descritte quattro clas- algogeni, e si ritiene che gli oppioidi endoge-
si di oppiodi: endorfine, encefaline, dinorfine e ni siano, quindi, i mediatori di una analgesia
endomorfine [55]. Gli oppioidi endogeni fun- spontanea dellorganismo. Le sostanze op-
zionano come neuro-modulatori che influen- piacee, in altre parole, producono i loro effetti
zano lazione di altri neurotrasmettitori come caratteristici mimando lazione degli oppioidi
la dopamina e il glutammato [94]. Il sistema endogeni sui recettori per gli oppioidi [13].
degli oppioidi endogeni sono importanti nella
modulazione del dolore, dellumore, nella re-
golazione della pressione arteriosa e delle fun- Uso cronico di oppiacei: tolleranza,
zioni cardiovascolari, nel controllo della respi- dipendenza (fisica) e addiction
razione, dellappetito, della sete, e dellattivit
sessuale [94]. Ci sono elevate concentrazioni
di recettori per endorfine e encefaline in mol-
te aree del sistema nervoso centrale, partico- Effetti dellesposizione cronica agli oppiacei
larmente nella sostanza grigia periduttale del
mesencefalo, nel sistema limbico e negli inter-
neuroni delle corna dorsali del midollo spina- Nonostante gli oppiacei posseggano anche
le. Queste aree sono coinvolte nella percezione propriet benefiche (come lanalgesia), lespo-
del dolore e nella trasmissione degli stimoli sizione ripetuta e continuata agli oppiacei pro-
NEUROBIOLOGIA DELLA DIPENDENZA DA OPPIACEI 13

voca, generalmente, assuefazione alla sostanza ad un antagonista, si sviluppano effetti fisici


e quindi suscettibilit alla sindrome dastinen- sgradevoli e dolorosi che sono indicati come
za. Gli oppiacei possono, inoltre, indurre, con sindrome dastinenza o da sospensione [80]. I
probabilit variabile a seconda delloppiaceo, sintomi dastinenza generalmente corrispon-
una condizione di tossicodipendenza. dono allopposto degli effetti indotti dallespo-
La tolleranza corrisponde alla necessit, sizione acuta agli oppiacei. Per esempio, la
dopo esposizione ripetuta a agonisti oppiacei, miosi e la stipsi si hanno nellintossicazione,
di aumentare progressivamente la dose della mentre nellastinenza si osservano midriasi e
sostanza per produrre leffetto originariamen- diarrea [53]. I sintomi pi comuni di intossi-
te ottenuto con dosi pi basse. Pu svilupparsi cazione e astinenza da oppiacei sono riportati
con diversa velocit per i diversi effetti di un nella Tabella 4. Gli individui che interrompo-

Tabella 3: Selettivit dei farmaci oppiacei e dei peptidi oppioidi per i tre principali tipi di
recettori [85]
mu, , MOP o delta, DOP o kappa, , KOP o
OP3 OP2 OP1
Peptidi endogeni
Beta-endorfina +++ +++ +++
Leu-encefalina + +++ -
Met-encefalina ++ +++ -
Dinorfina ++ + +++
Farmaci oppiacei
Agonisti puri
Morfina, codeina, ossimorfone,
destropropossifene +++ + +
Metadone +++ - -
Petidina ++ + +
Etorfina, bremazocina +++ +++ +++
Fentanil, sufentanil +++ +
Agonisti parziali/misti
Pentazocina, chetociclazocina x + ++
Nalbufina x + (++)
Nalorfina xx - (++)
Buprenorfina (+++) - xx
Antagonisti
Naloxone xxx x xx
Naltrexone, diprenorfina xxx x xxx

+: azione agonista; (): azione agonista parziale; x: azione antagonista; -: azione nulla o trascurabile

oppiaceo, nellarco di giorni, settimane o anni no bruscamente lassunzione di morfina sono


[90]. Si sviluppa tolleranza agli effetti analge- estremamente agitati e sofferenti, e hanno un
sici e euforizzanti degli oppiacei, e ad alcuni desiderio molto intenso per la sostanza. An-
effetti quali la depressione respiratoria, la nau- che se, di regola, non mortale, lastinenza da
sea e la sedazione, ma non se ne sviluppa per oppiacei si accompagna a sofferenza psichica
altri, quali la stipsi e la miosi [85]. intensa e disagio fisico di grado medio-elevato
Quando lassunzione della sostanza inter- [53]. Linizio dei sintomi dastinenza si colloca
rotta o la persona, ormai tollerante, esposta tipicamente 8-16 ore dopo lultima assunzione
14 CAPITOLO 2

di eroina o morfina, e i primi ad apparire sono gratificante, con un desiderio irresistibile di


i sintomi neurovegetativi. Entro 36 ore compa- ripetere lesperienza derivata dallassunzione
iono agitazione estrema, pelle doca, lacrima- della droga, o di eliminare lo sconforto di non
zione copiosa, crampi addominali e diarrea. I averla a disposizione per consumarla. Questa
sintomi raggiungono il loro picco nelle 48-72 spinta istintuale contraria alle intenzioni di-
ore e si risolvono in 7-10 giorni [53]. Comun- chiarate dalla persona stessa (il non voler assu-
que, uno stato emotivo-affettivo negativo ed mere la sostanza), e sottende il comportamen-
un forte desiderio per la sostanza possono per- to recidivante (ricaduta). E questo laspetto
sistere fino a due anni dopo la conclusione del- patognomonico, sufficiente e necessario, per
la fase acuta dellastinenza [36, 68]. I sintomi la diagnosi di una condizione di tossicodipen-
avvertiti dal paziente tollerante agli oppiacei denza. Da alcuni questa condizione indicato
dipendono dalla concentrazione degli oppia- come dipendenza psichica [86].
cei nellorganismo e dai livelli individuali di
tolleranza: il paziente tollerante avvertir una
sensazione di euforia solo quando la concen- Criteri per la dipendenza da oppiacei
trazione di oppiacei supera il suo livello di
tolleranza, e avvertir, invece, sintomi dasti-
nenza quando la concentrazione inferiore al A parte i possibili sintomi di tolleranza/
suo livello di dipendenza. Quando la concen- astinenza, le manifestazioni cliniche della di-
trazione di oppiacei si assesta fra i due livelli, pendenza da oppiacei fanno riferimento ad
il paziente tollerante apparir e si sentir nor- alcuni comportamenti caratterizzati da cam-
male (Figura 2) [78]. Il meccanismo di tolleran- biamenti nei comportamenti di ricerca della

Tabella 4: Caratteristiche cliniche dellintossicazione e dellastinenza da oppiacei [53]

Intossicazione Astinenza
Torpore, stupore, coma Ansia, agitazione
Pupille a spillo, reagenti, simmetriche Insonnia
Ipotermia Brividi, vampate di calore
Bradicardia Mialgie, artralgie
Ipotensione Nausea, anoressia
Ridotta peristalsi intestinale Crampi addominali
Traspirazione fredda (pelle umida e fredda) Vomito, diarrea
Ipoventilazione (bradipnea, respiro irregolare, Sbadiglio
apnea) Midriasi
Edema polmonare Tachicardia, ipertensione (lieve)
Convulsioni Ipertermia (lieve), sudorazione, lacrimazione,
Reversibilit con il naloxone rinorrea
Piloerezione o pelle doca
Eiaculazione spontanea

za/astinenza anche indicato con il termine di gratificazione, con la presenza di un irrefre-


dipendenza (fisica), anche se non costituisce nabile desiderio di assumere la sostanze o di
un aspetto costante in ogni fase della malattia evitare il discomfort di non averla. In breve,
o necessario per diagnosticare una condizione si parla di tossicodipendenza quando un in-
di tossicodipendenza. La tossicodipendenza si dividuo non ha pi controllo sul consumo di
manifesta con una modificazione persistente una sostanza, ossia non riesce a fare a meno di
nel comportamento di ricerca della sostanza assumerla nonostante lintenzione di cessarne
NEUROBIOLOGIA DELLA DIPENDENZA DA OPPIACEI 15

Effetto della sostanza


(Euforia)
Livello di tolleranza

Nessun effetto della sostanza


(Nessuna euforia)

Nessun sintomo dastinenza

Livello di dipendenza
Sintomi dastinenza

Figura 2: Sensazione del paziente assuefatto/tollerante gli oppiacei sulla base della concen-
trazione di oppiacei nellorganismo

luso (comportamento recidivante e dipen- prensione di come si sviluppa la dipendenza


denza psicologica) [86]. Un pronunciamento da oppiacei e di come specifici circuiti neu-
congiunto dellOMS, dellUfficio Statunitense ronali siano implicati nelleffetto rinforzante
per Droga e Crimini (UNODC) e del Program- degli oppiacei che alla base della perdita di
ma Nazionale Statunitense su HIV/AIDS de- controllo sui comportamenti di ricerca dellop-
finisce gli elementi cruciali della dipendenza piaceo e sulla sensazione soggettiva di deside-
da oppiacei come segue: un desiderio forte e rio che laccompagna o la precede (craving).
irrefrenabile di assumere oppiacei; difficolt
nel controllare il comportamento di consumo; Il circuito della gratificazione
uno stato di astinenza quando luso di oppia-
cei interrotto o ridotto; segni di assuefazione, Laumento dellattivit dopaminergica nel
come limpiego di dosi maggiori per ottenere sistema mesocorticolimbico (Figura 3) inti-
leffetto originariamente prodotto con dosi mi- mamente coinvolto nellevocazione e nel rin-
nori; distacco od omissione del rapporto con forzo delle risposte a stimoli naturali (p.e. cibo,
fonti di piacere altenative; persistenza delluso alcol, sesso) che sono di cruciale importanza
di oppiacei nonostante la consapevolezza di nellorientare comportamenti utili alla soprav-
evidenti conseguenze dannose [113]. vivenza e alla riproduzione [54]. Da un punto
di vista evoluzionistico, la capacit di ricercare
gratificazione come obiettivo del proprio com-
Neurobiologia della dipendenza portamento essenziale per la sopravvivenza
degli animali [34]. Le sostanze dabuso espli-
cano il loro rinforzo acuto aumentando latti-
La migliorata conoscenza dei processi neu- vit dopaminergica in un circuito neuronale,
robiologici, che si verificano durante luso che composto da proiezioni dopaminergiche
acuto e cronico di oppiacei, ha permesso, dal di corpi cellulari dellarea ventrale tegmentale
punto di vista scientifico, una maggiore com- verso aree della corteccia cerebrale [34]. E sta-
16 CAPITOLO 2

Corteccia prefrontale

Nucleus accumbens

Area ventrale tegmentale

Locus ceruleus

Figura 3. Il sistema mesolimbico della gratificazione e del rinforzo. Per gentile concessione
di Kosten and George, 2002 [57]

to ipotizzato che una rete di quattro circuiti nel (p.e. circuiti dellattenzione e dellemotivit)
sistema mesolimbico sia coinvolta nellabuso e sono probabilmente coinvolti a vario titolo
dipendenza da sostanze: il nucleus accumbens nella tossicodipendenza [101]. Nel caso della
e il pallido ventrale, che sono associati con la dipendenza da oppiacei linterazione degli
gratificazione; la corteccia orbitrofrontale e oppiacei con i recettori mesocorticolimbici
subcallosale, che sono associate con la spinta/ che prevalentemente media le propriet rin-
motivazione; lamigdala e lippocampo che forzanti delle sostanze oppiacee [34].
sono associati con la memoria e lapprendi-
mento; la corteccia prefrontale e il giro cingo- Uso non controllato e craving
lato anteriore, che sono associati con la capaci-
t di controllare i propri comportamenti [101]. Luso ripetuto di oppiacei pu provocare
Questi quattro circuiti ricevono afferenze di- tolleranza agli oppiacei stessi. Questa tolleran-
rette da neuroni dopaminergici che sono anche za pu essere tale da annullare completamente
interconnesse tra di loro con proiezioni dirette gli effetti euforizzanti un tempo ottenuti con
e indirette (per lo pi glutammatergiche), a luso di oppiacei. Questo fenomeno pu av-
conferma delle osservazioni di studi preclinici venire anche utilizzando dosi crescenti di op-
secondo cui le modificazioni nelle proiezioni piacei [30]. Le persone dipendenti da oppiacei
glutammatergiche mediano molti dei cambia- tipicamente continueranno, nonostante ci, a
menti indotti dalle sostanze che si osservano mostrare una forte spinta a ricercare la sostan-
nella tossicodipendenza [101]. Come ci si pu za e a consumarla. E stato quindi ipotizzato
aspettare da un sistema cos complesso, altre un meccanismo secondo cui la ripetuta esposi-
regioni cerebrali possono essere coinvolte in zione alla sostanza tossicomanigena squilibra
questi circuiti (p.e. talamo e insula), una re- le comunicazioni del circuito striato-talamo-
gione pu partecipare a pi di un circuito (p.e. orbitofrontale. Questa disfunzione consiste in
il giro cingolato sia nel circuito del controllo una risposta condizionata in cui 1) la persona
che in quello della spinta/motivazione), e al- tossicodipendente esposta alla sostanza e
tre regioni cerebrali (p.e. cervelletto) o circuiti eventualmente a stimoli ad essa associati, 2) la
NEUROBIOLOGIA DELLA DIPENDENZA DA OPPIACEI 17

sostanza e gli stimoli associati attivano il cir- periodi protratti di astensione volontaria, o
cuito con il risultato di 3) sviluppare un desi- indotta dalle terapie, sono: una dose anche
derio intenso di procurarsi ancora la sostanza, piccola della sostanza, che fa ripartire il
coscientemente percepito come smania (cra- programma della dipendenza; richiami as-
ving) e un comportamento irrefrenabile di ri- sociati, in passato, alluso della sostanza
cerca e consumo della sostanza (coscientemen- (p.e. persone, luoghi, oggetti, stati danimo);
te descritto come perdita di controllo). Questo eventi stressanti o sentimenti di rabbia, an-
modello di tossicodipendenza presume che sia o depressione [114]. La ricaduta, dopo
la percezione del piacere sia particolarmente una disintossicazione completata con suc-
importante nella fase iniziale del consumo di cesso, la regola nella tossicodipendenza,
droga, ma che con la somministrazione ripe- e, quindi, la disintossicazione di per s non
tuta il piacere da solo non giustifichi luso irre- rappresenta un intervento adeguato. Di fat-
frenabile. Piuttosto, la disfunzione del circuito to, la disintossicazione pu rappresentare il
striato-talamo-orbitofrontale, che notoriamen- primo passo per diverse forme di interven-
te implicato nella perseverazione comporta- to a breve o lungo termine che si basano sul
mentale, pu collegarsi ad un comportamento mantenimento del non-uso della sostanza,
irrefrenabile [100]. Durante il non uso di so- ma la disintossicazione di per s non preser-
stanza e senza la sua stimolazione il circuito va il paziente dalla ricaduta. In altri termini
striato-talamo-frontale diviene ipofunzionan- non un trattamento anti-recidiva. Gli indi-
te, con una spinta minore verso comportamen- vidui con dipendenza da oppiacei ricadono
ti motivati [100]. Per revisioni esaustive sulla invariabilmente dopo periodi di non-uso.
neurobiologia della tossicodipendenza, riferir- La terapia a lungo termine (di mantenimen-
si a Feltenstein e collaboratori e Volkow e col- to) , quindi, lopzione pi efficace per con-
laboratori [34, 101]. sentire a queste persone di riprendere una
vita normale e di raggiungere obiettivi ria-
bilitativi stabili o crescenti. Questi obbietti-
Ricaduta vi non possono essere raggiunti attraverso
la sola disintossicazione del paziente [78].
Ciononostante, la disintossicazione seguita
Un ulteriore elemento caratterizzante la da interventi orientati al mantenimento del
dipendenza la ricaduta nei comportamen- non-uso della sostanza, ed il trattamento a
ti tossicomanici di ricerca e di consumo della lungo termine (di mantenimento) con ago-
sostanza, dopo periodi di sospensione delluso nisti sono considerate, entrambe, terapie
di mesi o anche di anni [116]. proponibili per la dipendenza da oppiacei
E stato stimato che nelle dipendenze da so- [113]. Superare la dipendenza da oppiacei
stanze, in generale, come in altre malattie cro- nel senso di una guarigione completa non
niche, la ripresa dei sintomi si verifica gi per facile: a livello cellulare, i cambiamenti che
il 40-60% degli individui entro un anno dalla si verificano per lesposizione alle sostan-
eventuale remissione temporanea o indotta ze possono persistere anche dopo anni che
da trattamenti (p.e. disintossicazione) [72]. Il luso si interrotto [44, 50] e la probabilit di
decorso recidivante rende ragione della croni- ricaduta di fatto aumenta nel corso di un pe-
cit biologica della dipendenza da oppiacei e riodo di sospensione (secondo un processo
impone limpiego di trattamenti preventivi a definibile come incubazione) per il risul-
lungo termine. Un punto centrale della ricerca tato dei cambiamenti stabili alla base della
sulla dipendenza stato lidentificazione dei dipendenza [39, 93]. Le farmacoterapie do-
meccanismi comportamentali, di interazione vrebbero, idealmente, essere associate a te-
con lambiente e neuronali che accompagnano rapie motivazionali, a supporto sociale, e a
il fenomeno della ricaduta. I tre tipi di inne- strategie di coping atte a favorire il raggiun-
sco che sono stati identificati alla base della gimento della riabilitazione psicosociale del
ricomparsa del craving e della ricaduta dopo paziente [60].
18 CAPITOLO 2

Stadi della dipendenza che mediano il passaggio alla dipendenza pos-


sono poi indurre cambiamenti successivi che
corrispondono al passaggio da una tempora-
Lo sviluppo della dipendenza avviene at- nea predisposizione alla ricaduta ad una pre-
traverso tre stadi: (1) effetti acuti (immediati) disposizione permanente (dipendenza) [51].
della droga; (2) passaggio da uso ricreativo a
modalit indicative di abuso e dipendenza; e
(3) stadio finale della dipendenza, che carat- Fattori di rischio per la dipendenza da oppiacei
terizzato da un desiderio irrefrenabile della
sostanza, una ridotta o assente capacit di con-
trollare la spinta a procurarsela, e un piacere La dipendenza non uninevitabile conse-
ridotto o assente per gli effetti gratificanti della guenza delluso di oppiacei, come dimostrato
sostanza o di altre fonti di gratificazione [51]. dalluso comune di oppiacei nel trattamento
Questi stadi sono associati con cambiamenti del dolore cronico [79]. La dipendenza non
neurobiologici che includono un passaggio da inizia con luso della sostanze, ma fattori di
un comportamento guidato dalla dopamina a rischio e fattori protettivi dellindividuo au-
un comportamento guidato dal glutammato, mentano o diminuiscono la probabilit di svi-
corrispondenti a parti dominanti diverse del luppare una dipendenza, a partire da quando
circuito neuronale che gioca il ruolo chiave il soggetto si espone alla sostanza per la prima
nella dipendenza [51]. Nel primo stadio, quel- volta [12]. Un ampio numero di fattori di ri-
lo degli effetti acuti, si ha un rilascio di dopa- schio e protettivi sono stati identificati. Secon-
mina a livello sovraspinale nel circuito della do qualche studio questi fattori possono con-
motivazione, che ne modifica lattivit cellula- trollare dal 40% al 60% della vulnerabilit alla
re. Questo cambiamento induce modificazioni dipendenza. I fattori pi importanti sembrano
plastiche a breve termine, che persistono per essere quelli genetici [59]. Sono state rilevate
poche ore o giorni dopo lassunzione della so- associazioni tra luso di sostanze e i polimor-
stanza, e rappresentano linizio degli eventi fismi genetici per le sequenze che codificano
coinvolti nel processo della dipendenza. Il se- i recettori oppiacei (OPRM1 and OPRK1),
condo stadio, il passaggio dalluso ricreativo per la serotonina (5-hydroxytryptamine-1B
allabuso, si associa a cambiamenti nella fun- [HTR1B] e melanocortina (MC2R), gli oppia-
zione neuronale che si accumulano con ripe- cei endogeni (prodinorfina [PDYN]) e enzimi
tute esposizioni alla sostanza e si riducono con neurotrasmettitori (catecol-O-metiltransferasi
la sospensione nellarco di giorni o settimane. [COMT] e triptofano-idrossilasi [TPH]) [115].
Ci sono anche alterazioni nel contenuto e nella Altri fattori includono il temperamento, la
funzione di varie proteine coinvolte nella tra- psicopatologia, gli atteggiamenti e la perce-
smissione dopaminica (p.e. tiroisina-idrossila- zione dellambiente. La societ, la famiglia,
si, trasportatori della dopamina, RGS9-2 e au- il gruppi dei pari, la scuola e la comunit in
torecettori D2) che persistono per pochi giorni senso lato, hanno anchesse un ruolo di rilievo
dopo la sospensione della sostanza. Comun- nel facilitare o ostacolare lo svilupparsi di una
que, questi cambiamenti sembrano compensa- dipendenza [12]. Strategie preventive possono
tori alleccesso di esposizione e probabilmente ridurre lincidenza di dipendenza da oppiacei
non sono specifici del passaggio alla dipen- in gruppi a rischio [76].
denza. Lultimo stadio della dipendenza ca-
ratterizzato dalla predisposizione alla ricaduta
a causa di persistenti cambiamenti a livello cel- La dipendenza da oppiacei come malattia cro-
lulare. I cambiamenti strutturali di proteine o nica recidivante del cervello
della loro funzione spesso progrediscono con
il procedere del periodo di cessazione delluso
della sostanza, cosicch i cambiamenti tempo- Gli individui dipendenti da sostanze sono
ranei nellespressione delle strutture proteiche tradizionalmente ritenuti cattivi, deboli
NEUROBIOLOGIA DELLA DIPENDENZA DA OPPIACEI 19

ed incapaci di controllare i propri istinti. Per dipendenza da oppiacei e della ricaduta per-
questo non meritano attenzione medica. Nella mette di riconoscere che si tratta di una malat-
comunit scientifica, tuttavia, la miglior com- tia cronica che richiede un trattamento medico
prensione della neurobiologia della dipen- piuttosto che un problema morale o sociale,
denza, della farmacologia degli oppiacei e la che possa essere risolto con soluzioni ambien-
scoperta di individui particolarmente suscetti- tali o peggio solo carcerarie. Infine, la mag-
bili alla dipendenza hanno portano ad una pi giore comprensione della neurobiologia della
giusta considerazione di questa condizione dipendenza consente di ottimizzare lapproc-
comportamentale. Da un punto di vista scien- cio al trattamento dei singoli individui con le
tifico la tossicodipendenza viene, attualmente, opzioni attualmente a disposizione, e anche di
considerata una condizione cronica, a decorso orientare lo sviluppo di nuovi trattamenti.
recidivante, sottesa da una disfunzione cere-
brale acquisita. Le modificazioni sostanziali
della struttura e della funzione cerebrale, che Nozioni di base
sono state documentate nella dipendenza,
persistono oltre la sospensione delluso della
sostanza e continuano a realizzarsi durante * Gli oppiacei sono sostanze che condivi-
tale sospensione. La dipendenza finisce, cos, dono alcuni effetti farmacologici dellop-
per somigliare pi ad un processo patologico pio (morfina)
indipendente che non ad una scelta o situa- * I recettori oppiacei sono ampiamente di-
zione morale. La concezione della dipendenza stribuiti nel sistema nervoso centrale
come una malattia cronica simile al diabete o * Lattivazione dei recettori mu produce ef-
allipertensione pu cambiare il modo in cui fetti diretti, tra cui leuforia
si concepisce un trattamento. Nel caso del dia- * Gli oppiacei promuovono il rilascio di
bete, ad esempio, la guarigione completa non dopamina nel circuito della gratificazio-
un obiettivo realistico e la riduzione della ne (area ventrale tegmentale, nucleus ac-
glicemia invece un indice di un trattamen- cumbens, corteccia prefrontale)
to che funziona. Considerando nello stesso * Gli oppiacei sono classificati in agonisti
modo una dipendenza, il successo del tratta- (completi, parziali) o antagonisti a secon-
mento pu essere definito come una riduzione da dellattivit intrinseca sui diversi re-
nelluso della sostanza, con ricadute assenti o cettori oppiacei
isolate piuttosto che con una astensione com- * I neuroadattamenti che si verificano dopo
pleta, che inizia da subito, e che soprattutto esposizione ripetuta agli oppiacei com-
si mantiene in assenza di terapia. La gestione prendono:
ottimale della tossicodipendenza richiede, tut- * tolleranza: riduzione o neutralizzazio-
tavia, sempre un approccio multimodale per ne degli effetti della sostanza con ne-
rispondere alle caratteristiche neurobiologi- cessit di utilizzare dosi maggiori per
che, sociali, comportamenti e psicologiche di riprodurli
questa malattia [61]. * astinenza: sintomi transitori, opposti
allintossicazione, emergenti in caso
di sospensione brusca o riduzione
Riassumendo delluso della sostanza
* desiderio irrefrenabile e predisposizio-
ne automatica alla ricaduta
La comprensione dei meccanismi respon- * La dipendenza da oppiacei una malat-
sabili della dipendenza da oppiacei cruciale tia cerebrale acquisita a decorso cronico-
per limpostazione di un trattamento efficace recidivante
per quella che pu essere definita una malattia * La ricaduta un sintomo patognomonico della
cronica del cervello. Una migliore compren- malattia e non un parametro per valutare il falli-
sione dei processi cellulari responsabili della mento di un tentativo di distacco dalla sostanza
20 CAPITOLO 2
3

Valutazione della
dipendenza da oppiacei

Una gestione efficace della dipendenza da in aree collaterali alla tossicodipendenza [108].
oppiacei deve prevedere una valutazione, la Un piano integrato e a lungo termine dovreb-
pi completa possibile, del paziente. Gli obiet- be essere sviluppato, nel tempo, in base ad
tivi della valutazione clinica sono la definizio- una valutazione multifattoriale e nel rispetto
ne o conferma della diagnosi di dipendenza da dellevidenza scientifica, considerando solo gli
oppiacei, la scelta del trattamento pi appro- elementi clinicamente rilevati. Ogni decisione
priato, la verifica del decorso del trattamen- dovrebbe essere presa sulla base di principi
to (risposta, outcome), lidentificazione delle generali di etica medica (in primis la conside-
comorbidit somatiche e ambientali, che pos- razione dellefficacia del trattamento propo-
sono influenzare la fattibilit e la riuscita del sto) e quindi nel rispetto delle preferenze del
trattamento [108, 111]. paziente, a parit di efficacia dei trattamenti
Data la consistente variet di situazioni e proposti [111].
contesti in cui possibile eseguire una terapia
per la dipendenza da oppiacei, il trattamento
deve essere adeguato, il pi possibile, ai bi- Elementi essenziali nellinquadramento dei
sogni dei singoli casi [111]. Inoltre, leteroge- pazienti con abuso di oppiacei
neit dei pazienti dipendenti da oppiacei non
facilita la standardizzazione del trattamento
farmacologico in considerazione degli obiet- Un inquadramento dettagliato del paziente
tivi comportamentali che si intende raggiun- deve includere elementi somatici, psicologi-
gere. Di conseguenza, consentita unampia ci e sociali della condizione clinica presente
variabilit riguardo alle modalit di accesso, e passata, tenendo in speciale considerazione
alladesione al trattamento, alle esigenze ria- la storia delluso di sostanze. In questo modo
bilitative del paziente e ad interventi specifici sar possibile delineare la situazione clinica

21
22 CAPITOLO 3

del paziente e decidere a quale trattamento mostrato che I fattori psichici, inclusi quelli ri-
indirizzarlo (Tabella 5). La valutazione delle feribili a diagnosi di autentici disturbi mentali
condizioni psichiche dei pazienti un elemen- indipendenti dalluso di sostanze, cos come le
to di primaria importanza, poich stato di- condizioni cognitive del paziente, potrebbe-

Tabella 5. Elementi cruciali per la valutazione del paziente [108, 111]

Valutazione somatica Anamnesi Storia familiare e individuale


Storia medica generale
Storia psichiatrica
Uso di droghe attuale e passato
Trattamenti effettuati
Esame obiettivo Segni e sintomi di intossicazione o asti-
nenza
Segni di iniezione
Infezioni opportunistiche
Malattie attualmente concomitanti
Esami di laborato- Esami tossicologici plasmatici e uri-
rio nari per le sostanze dabuso, funzione
epatica, HIV, HBV, HCV, tubercolosi,
emocromo
Valutazione condizioni con- Gravidanza
comitanti Malattie infettive HIV, HIV, HCV, tubercolosi, malattie
sessualmente trasmesse
Abuso di altre Alcol, benzodiazepine, stimolanti, barbi-
sostanze turici, cocaina, marijuana, allucinogeni
Disturbi mentali Disturbo bipolare, psicosi, depressione,
ansia, disturbi di personalit, deficit
cognitivi
Aspetti psicosociali Condizioni di vita Rapporti con il mondo della droga, con-
dizione di senza-fissa-dimora
Aspetti legali Questioni legali passate e in corso, storia
carceraria
Condizione lavo- Impieghi passati e presenti, capacit
rativa lavorativa stimata
Fattori sociocultu- Lingue parlate, grado di istruzione,
rali religione
Rete di supporto Elementi di supporto per ladesione
al trattamento e il distacco dal mondo
della droga
Motivazione Obiettivi personali a breve e lungo ter-
mine, ragioni per la richiesta di tratta-
mento
VALUTAZIONE DELLA DIPENDENZA DA OPPIACEI 23

ro avere un effetto sfavorevole sulladesione lambiguit maggiore tra luso tossicomanico


al trattamento e sul mancato raggiungimento e il consumo terapeutico di sostanze legali e
degli obiettivi terapeutici, se i programmi non stupefacenti ottenute attraverso canali medici.
vengono adattati a queste particolari condizio- In questo compendio il termine dipendenza
ni dei pazienti [108]. assume il significato di tossicodipendenza/
tossicomania, specificando nel caso quando si
intende parlare di uso abituale ma non patolo-
Diagnosi di dipendenza da oppiacei gico. La distinzione tra uso di oppiacei, abuso
e dipendenza irrinunciabile per stabilire se
e quale trattamento sia indicato. Una diagnosi
Nel 1964, lOrganizzazione Mondiale della di disturbo da uso di oppiacei si mette a punto
Sanit ha raccomandato che il termine tossi- secondo i criteri generali per i disturbi da uso
comania da sostanze (addiction) fosse rim- di sostanze [108]. Il DSM-IV-TR [2] descrive
piazzato dal termine dipendenza (depen- due diverse categorie di disturbi da uso di so-
dence) [111] (www.who.int). A dire il vero, stanze: abuso e dipendenza (Tabelle 6a e 6b).
questo termine ha creato unambiguit signi- Un elemento cruciale per definire la dipen-
ficativa tra le situazioni di uso tossicomanico denza rispetto allabuso la discrepanza tra
e le situazioni di assuefazione e legame tera- luso che aumenta, o persiste o si ripete e i ten-
peutico con farmaci prescritti. In particolare, tativi di controllarlo o interromperlo. La tolle-

Tabella 6a. Definizione di abuso di sostanze [2, 109]

Abuso di sostanze (ICD: Uso dannoso)


DSM-IV-TR ICD-10
* Una modalit non compensata di uso di * Una modalit di uso di sostanze psicoattive
sostanze che induce compromissione fun- che produce danni alla salute psichica o
zionale significativa o sofferenza soggettiva, somatica; conseguenze negative sul piano
come indicato da uno o pi dei seguenti sociali sono comuni anchesse, ma non
criteri, evidenti in un qualsiasi momento sufficienti da sole a definire un uso proble-
entro lo stesso periodo di 12 mesi: matico in senso medico (dannoso).
* Uso di sostanze ricorrente che provoca
incapacit di rispettare i ruoli e le funzioni
principale sul lavoro, a scuola, in famiglia
* Uso di sostanze ricorrente in situazioni in
cui comporta rischio di integrit fisica o di
morte
* Problemi legali ricorrenti legati alluso di
sostanze
* Uso di sostanze che si ripete nonostante
problemi ricorrenti di ordine interpersonale
o sociale, causati o esacerbati dagli effetti
della sostanza
* La condizione del soggetto non rientra e
non mai rientrata nei criteri per la dipen-
denza dalla stessa categoria di sostanze
DSM-IV-TR, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, 4th Edition, Text Revision; ICD,
International Classification of Diseases
24 CAPITOLO 3

Tabella 6b. Definizione di dipendenza da sostanze [2, 109]

Dipendenza da sostanze
DSM-IV-TR ICD-10
* Una modalit scompensata di uso di so- * Un insieme di fenomeni somatici, compor-
stanze che conduce a una compromissione tamentali e cognitivi in cui luso di sostanze
o sofferenza clinicamente significativa. Tre o di una classe di sostanze avviene da parte
o pi dei seguenti criteri devono essere di un individuo con una priorit che preva-
soddisfatti in un qualsiasi momento entro le su quelle che prima invece avevano un
lo stesso periodo di 12 mesi: valore maggiore per la persona. Tre o pi
* Tolleranza dei seguenti criteri devono essere presenti
* Astinenza contemporaneamente in un qualsiasi mo-
* Assunzione della sostanza in quantit mento nellanno precedente:
maggiori di quelle intese o per periodi pi * Desiderio forte o irrefrenabile di usare la
lunghi di quelli intesi sostanza
* Desiderio persistente, o sforzi fallimentari * Difficolt nel controllare luso della so-
per ridurre o contenere luso della sostanza stanza (inizio, durata del consumo, dose o
* Dispendio di energie e risorse in iniziative e quantit consumata)
pratiche necessarie a ottenere, consumare la * Sindrome di astinenza quando luso della
sostanza o riprendersi dai suoi effetti sostanza sospeso o ridotto
* Rinuncia o ridimensionamento di impor- * Tolleranza (dosi maggiori utilizzare per ot-
tanti attivit sociali, lavorative o ricreative a tenere leffetto in origine prodotto con dosi
causa delluso di sostanze minori)
* Uso persistente nonostante la consapevo- * Disinteresse progressivo o rinuncia a fonti
lezza di avere disturbi somatici ricorrenti o di gratificazione diverse a causa del tempo
persistenti o problemi psicologici o psichici impiegato nel procurarsi, consumare la
che sono stati causati o aggravati dalluso sostanza o riprendersi dai suoi effetti
di sostanze * Prosecuzione delluso nonostante una chia-
ra evidenza di conseguenze pericolose
DSM-IV-TR, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, 4th Edition, Text Revision; ICD,
International Classification of Diseases

ranza e lastinenza sono inclusi tra i possibili per la diagnosi di dipendenza. Nel caso non
criteri per la dipendenza da sostanze sia nel vi sia n dipendenza, n abuso, i pazienti con-
DSM-IV-TR che nellICD-10, ma, da notare, in sumatori di sostanze ricadono nella categoria
nessuno dei casi sono criteri necessari n per delluso non patologico, che comprende luso
la diagnosi di abuso, n di dipendenza [2, 109]. irregolare o abituale, con possibili caratteristi-
La sola presenza di tolleranza e astinenza, in che di tolleranza e astinenza.
assenza di altri criteri, definisce semplicemen- Il DSM-IV TR richiede al medico di speci-
te una condizione non patologica, talvolta ficare se nella diagnosi di dipendenza pre-
una condizione terapeutica che corrisponde sente o meno la cosiddetta dipendenza fisica
allesposizione abituale e controllata a sostan- (sintomi e segni di tolleranza e astinenza) [2].
ze voluttuarie che inducono tolleranza (p.e. Tipicamente, la dipendenza da oppiacei lo
nicotina o alcol) o medicinali (p.e. metadone o stadio finale di un abuso che era a sua volta
buprenorfina). Una diagnosi di abuso subor- iniziato con un consumo occasionale, sociale o
dinata a quella di dipendenza: in altre parole, ricreativo, o come prescrizione medica, come
tutti i pazienti dipendenti sono anche abusato- nel caso del trattamento del dolore [1]. Labuso
ri, mentre gli abusatori possono essere definiti spesso uno stadio temporaneo, e pu anche
tali dopo aver escluso che vi siano gli estremi evolvere con il distacco dalluso, o persistere, o
VALUTAZIONE DELLA DIPENDENZA DA OPPIACEI 25

evolvere negativamente verso la dipendenza, Valutazione dello stato di intossicazione


cosa che pu avvenire rapidamente a partire e astinenza
dalluso o dallabuso in rapporto alle proprie-
t rinforzanti delloppiaceo e allo svilupparsi
della tolleranza [27, 108]. Ricercare segni e sintomi astinenziali
E da notare che nel DSM-IV TR la dipen- parte dellinquadramento e della diagnosi di
denza richiede che i criteri siano soddisfatti in dipendenza da oppiacei (Tabella 7). Il grado
riferimento allanno precedente, anche se non di intossicazione e astinenza dovrebbe essere
necessariamente tutti riscontrati nello stesso valutato rispetto allultima assunzione riferita.
periodo: in altre parole, una dipendenza recen- Il fatto che molti consumatori di oppiacei
te (p.e. da un mese) pu essere correttamente usino anche altre sostanze complica la loro

Tabella 7. Sintomi e segni di intossicazione e astinenza daoppiacei [108, 111]

Sintomi e segni di intossicazione da oppiacei Sintomi e segni di astinenza da oppiacei


Ptosi Sbadiglio
Miosi Ansia
Sedazione Dolori muscolari e crampi addominali
Bradipnea Cefalea
Ipotono dei muscoli del collo (testa cadente) Midriasi
Prurito e grattamento Insonnia
Secchezza delle fauci, gola e naso Vomito e diarrea
Piloerezione o pelle doca
Agitazione e incapacit di star fermo
Mioclono
Delirium
Convulsioni
Tachipnea, ipertensione arteriosa, tachicardia

riconosciuta, a patto che i criteri di uso cre- valutazione, poich possono esservi elementi
scente o abuso si siano manifestati nellanno riferibili ad intossicazione o astinenza da alcol,
precedente la diagnosi. Inoltre, anche se luso benzodiazepine, marijuana, cocaina, nicotina,
attuale pu non essere problematico, il ricor- o semplicemente effetti sinergici [1]. Pertanto
rere di determinati problemi nellanno prece- si raccomanda cautela nel non omettere la ve-
dente consente di porre diagnosi ugualmente. rifica di assunzione di altre sostanze quando si
Concettualmente, una diagnosi di dipendenza inquadra un caso di dipendenza da oppiacei.
da sostanze pu anche essere fatta in riferi- Inoltre, bene considerare che alcune condi-
mento ad un periodo passato, in presenza di zioni mediche come il disturbo di panico, la
un paziente che al momento della valutazio- gastroenterite, lulcera peptica e la pancreatite
ne non presenta sintomi attivi della malattia. possono essere confuse con lastinenza da op-
Pertanto, la prognosi di remissione a lungo piacei [108].
termine in presenza di criteri per la diagno- I siti di iniezione sono indici utili a valu-
si di dipendenza retrospettivamente definiti tare se luso recente o meno [111]. I siti pi
scarsamente probabile. comuni sono la fossa cubitale (parte flessoria
del gomito) e la piega inguinale, seguiti dalle
estremit degli arti e dal collo [27, 111]. I segni
di iniezione recente sono tipicamente piccoli e
arrossati, talvolta infiammati marcatamente o
circondati da lieve aree di abrasione o escoria-
26 CAPITOLO 3

zione. I siti meno recenti solitamente non sono te. La morfina, con o senza piccole quantit di
infiammati, ma discromici (sia depigmentati codeina, pu indicare esposizione a eroina o
che imbruniti), e la pelle pu essere ispessita morfina in un periodo di pochi giorni prece-
o atrofica, cos come i vasi sottostanti. La com- denti. Invece, piccole quantit di morfina in
binazione di siti vecchi e nuovi comune in presenza di elevate quantit di codeina sug-
un paziente attivo in eroina. I siti visibili do- geriscono lesposizione a dosi significative
vrebbero naturalmente trovare corrisponden- di codeina, che a sua volta metabolizzata a
za nella storia riferita dal paziente [111]. morfina [111]. Un test positivo per gli oppiacei
ha un significato limitato rispetto alla diagnosi
e alle condizioni cliniche del momento: anche
Inquadramento delle condizioni cliniche se solitamente si richiede che un paziente for-
concomitanti nisca un campione di urine positivo per la ri-
cerca dei metaboliti degli oppiacei per iniziare
un trattamento, la presenza di oppiacei indica
Lesame fisico e dei campioni biologici solamente uso recente, non necessariamente
del paziente non solo fornisce elementi uti- abuso o dipendenza, e soprattutto non impli-
li a confermare la dipendenza, ma fonte di ca che il paziente sia tollerante agli oppiacei
informazioni importanti sullo stato globale di al momento del prelievo [111]. Daltro canto,
salute e sulle funzioni dorgano del paziente. lassenza di oppiacei nelle urine non esclude
Pu, inoltre, influenzare favorevolmente la n labuso n la dipendenza, ma semplice-
volont del paziente a intraprendere un trat- mente indica lassenza duso nella settimana
tamento. Una relazione di fiducia tra medico precedente, con riferimento agli oppiacei che
e paziente essenziale perch le informazioni lesame riesce a identificare (ad esempio non
siano attendibili e spontanee sui problemi non compreso il metadone o la buprenorfina even-
direttamente inerenti i comportamenti di abu- tualmente assunti) [111]. La positivit che non
so. Un approccio non-morale e incoraggiante dipende dallassunzione di sostanze dabuso
pu aiutare il paziente ad allontanare il senso oppiacee possibile dopo ingestione di grandi
di vergogna o alleviare la bassa autostima, che quantit di semi di papavero [111] o in caso di
spesso spingono alla reticenza o allomissione esposizione terapeutica a oppiacei per ragioni
su elementi di primaria importanza, come i ri- non legate alla tossicodipendenza, ad esempio
schi infettivologici o i comportamenti sessuali la presenza di uno stato doloroso o di tosse.
[37, 111]. Gli esami urinari dovrebbero quindi essere
Luso di sostanze riferito dal paziente im- sempre letti nel contesto della conoscenza del
portante, ma non rappresenta sempre unin- caso e non utilizzati isolatamente come criteri
formazione affidabile [111]. Gli esami tossico- diagnostici per la dipendenza. Ulteriori esami
logici con tecniche immunologiche (le comuni ematici sono indicati per accertare la presenza
analisi urinarie per le sostanze dabuso), quin- di altre sostanze dabuso (p.e. alcol), o indaga-
di, sono indicati prima di procedere a decisioni re infezioni da HIV, HBV, HCV o altro. La pos-
terapeutiche. Gli esami cromatografici (GLC e sibilit di eseguire test infettivologici volontari
GC-MS) sono molto sensibili e specifici, ma dovrebbe essere offerta durante linquadra-
sono impegnativi e costosi [98, 108]. Gli esami mento del caso, e sia prima che dopo questo
urinari comuni sono poco costosi, ma hanno tipo di esami raccomandabile informare il
un limite di sensibilit. La loro interpretazio- paziente circa la sua interpretazione, gli ap-
ne richiede la conoscenza dei reagenti utiliz- profondimenti da fare e le cure eventualmente
zati e della farmacocinetica delle sostanze disponibili.
ricercate [98, 111]. Leroina metabolizzata a In particolare, il test HIV dovrebbe essere
monoacetil-morfina (6-MAM), questa a morfi- sollecitato per pazienti che hanno compor-
na e la morfina infine a codeina. La presenza tamenti a rischio multipli per questa infezio-
di 6-MAM specifica dellesposizione a eroina ne. La ricerca indica che i pazienti tossicodi-
rispetto ad altri oppiacei, indicando uso recen- pendenti HIV-positivi tendono a usufruire di
VALUTAZIONE DELLA DIPENDENZA DA OPPIACEI 27

meno di terapie e interventi sanitari di vario pressione maggiore come sequela della dipen-
tipo, e hanno maggior rischio di non effettuare denza da oppiacei per il suo carico stressante
regolarmente il trattamento [111]. La sierologia e di traumatismo psichico [27, 82]. I disturbi
e la vaccinazione per lepatite B raccoman- acuti dellumore (ansioso-depressivi) sono
data per tutti i pazienti, e pu essere iniziata anchessi comunemente osservabili durante la
anche prima di conoscere i risultati dei test sie- sindrome dastinenza da oppiacei non trattata
rologici. Sono disponibili anche schemi di vac- [45]. E dunque importante sapere individua-
cinazione accelerata, che in questi pazienti re, nellanamnesi del paziente, le eventuali
hanno il vantaggio di poter essere completati condizioni di stress e di disagio psicologico, i
e quindi diventare efficaci anche per pazien- sintomi psichici correlati alluso acuto e croni-
ti che abbandoneranno il trattamento. Que- co di oppiacei dabuso, ed alla loro interruzio-
sto consentir di evitare di dover rimandare ne, e il trauma da dipendenza, poich tutti
lintero procedimento a quando il paziente si questi tipi di sintomi possono essere equivo-
ripresenter per un eventuale nuovo tratta- cati per disturbi mentali indipendenti [82].
mento [111]. Si dovrebbero anche prendere in Allopposto, sintomi e segni meno comuni in
considerazione i test per la tubercolosi e per le rapporto con luso di oppiacei, come psicosi o
malattie sessualmente trasmesse [37, 111]. Un mania, dovrebbero invece orientare verso una
test di gravidanza dovrebbe essere proposto doppia diagnosi e motivare un trattamento
alle donne potenzialmente fertili, il prima pos- specifico associato. La presenza di condizioni
sibile nel corso del trattamento [108, 111]. psichiatriche importante nella scelta dei trat-
tamenti e nella gestione dei farmaci. Metadone
e buprenorfina hanno effetti benefici su alcuni
Comorbidit psichiatrica disturbi mentali, cos come sulla tossicodipen-
denza [82].

In aggiunta ai sintomi somatici, la diagno-


si di dipendenza da oppiacei prevede anche Strumenti di valutazione del paziente
parametri comportamentali, psicologici e di
funzionamento cognitivo. La valutazione psi-
chiatrica include, naturalmente, la diagnosi di Sono stati sviluppati diversi strumenti per
disturbi psichiatrici coesistenti, ma deve anche facilitare la valutazione dei pazienti (Tabella 8).
analizzare a fondo le alterazioni delle funzioni I questionari standardizzati e i reattivi psicolo-
cognitive o esecutive del paziente, i motivi che gici possono essere di ausilio per un corretto
lo hanno portato a richiedere un trattamento, inquadramento diagnostico [47]. Luso di in-
le aspettative che ha riguardo al trattamento terviste strutturate o semi-strutturate migliora
e lo stato delle sue motivazioni ad intrapren- laffidabilit delle diagnosi cliniche rispetto ai
derlo. casi di doppia diagnosi [82]. In ogni caso, i ri-
Molti studi su larga scala indicano che circa sultati dei test devono essere letti rispetto alle
il 50% dei pazienti con dipendenza da alcol o risultanze di un colloquio clinico esaustivo e
altre sostanze presentano quadri di sofferen- non hanno di per s valenza diagnostica sosti-
za psicopatologica [82]. Disturbi dellumore o tutiva di una diagnosi clinica.
dansia sono comuni tra gli eroinomani, oltre Gli strumenti per raccogliere informazioni
ai comportamenti sociopatici e ad altri distur- culturali e sociali non sono cos spesso utiliz-
bi di personalit, con ripercussioni variabili zati o cos numerosi. La registrazione delle
sui risultati ottenibili dai trattamenti intrapresi condizioni di vita, dei problemi legali, dello
[32]. Si stima che circa il 16% dei pazienti con status lavorativo e familiare dovrebbe comun-
dipendenza da oppiacei soffra di depressione que essere continuamente ripetuta nel corso
maggiore, che sicuramente pi frequente del trattamento, in maniera da ricavarne infor-
quando c poliabuso. La distimia (depres- mazioni utili alla cura pi di quanto non possa
sione minore cronica) pu sfociare in una de- fornirne una singola rilevazione [108].
28 CAPITOLO 3

Tabella 8. Esempi di questionari standardizzati per la valutazione del paziente [6, 47]

Questionario Parametro misurato


Severity of Opioid Dependence Questionnaire Sintomi e segni somatici della dipendenza da
(SODQ) oppiacei
Severity of Alcohol Dependence Questionnai- Sintomi e segni somatici della dipendenza da
re (SADQ-C) alcol
The Symptom Check List (SCL-90) and Gene- Salute mentale globale
ral Health Questionnaire (GHQ)
The Psychiatric Research Interview for Sub- Depressione associata alluso di sostanze
stance and Mental Disorders (PRISM)

Riassumendo Nozioni di base

La diagnosi di dipendenza da oppiacei * Un inquadramento approfondito del pa-


parte di un inquadramento pi esteso del pa- ziente importante nella diagnosi di di-
ziente, che deve considerare tutti gli ambiti pendenza da oppiacei
patologici e di rischio di queste persone. Lin- * Linquadramento clinico comprende:
formazione ricavata da un esame obiettivo e * Esame obiettivo e anamnestico, con
anamnestico completo contribuisce ad orien- particolare riferimento allo stato di sa-
tare la diagnosi differenziale tra uso non pa- lute globale del soggetto, alluso delle
tologico, abuso e dipendenza, e a scegliere il sostanze dabuso e alla storia naturale
tipo e le modalit di trattamento pi adeguate. della tossicodipendenza
Oltre a ricercare gli oppiacei e le altre sostanze * La diagnosi di malattie psichiatriche o
dabuso nei campioni biologici, il medico deve somatiche indipendenti
procedere ad esami strumentali per accertare * La valutazione dei fattori psicosociali
le altre condizioni biologiche che possono in- * Tolleranza e astinenza sono condizioni
fluenzare la scelta e la gestione del trattamen- fisiche comuni nelluso non patologico,
to. Le condizioni psicologiche del paziente nellabuso e nella dipendenza da oppia-
sono rilevanti, sia per lelevata incidenza di di- cei, e non necessarie per la diagnosi di
sturbi mentali tra i dipendenti da oppiacei, sia nessuna di queste condizioni
per le implicazioni per il trattamento. Esistono * La rilevazione di sintomi e segni di in-
alcuni strumenti standardizzati utili a racco- tossicazione o astinenza rilevante per la
gliere queste informazioni ed a migliorare la diagnosi. Questi dovrebbero essere sem-
sensibilit diagnostica. Come per le altre con- pre valutati in riferimento allultima as-
dizioni, il trattamento deve essere pianificato sunzione di sostanza
in maniera da fornire vantaggi a lungo termine * Lesame dei siti di iniezione vecchi e nuo-
per i pazienti. La valutazione della risposta al vi importante per risalire alluso di so-
trattamento dovrebbe essere effettuata perio- stanza al momento della valutazione
dicamente, cos da ottimizzare prima i para- * Lesame del sangue e delle urine indica-
metri standardizzabili e poi quelli individuali, to per rilevare oppiacei e altre comuni so-
per personalizzare al meglio il trattamento ri- stanze dabuso, oltre che per accertare lo
spetto alle esigenze del caso. status immunitario rispetto a una serie di
infezioni comuni in questa popolazione
* Un esame psichiatrico completo racco-
mandato per riconoscere sintomi psico-
patologici e identificare disturbi mentali
VALUTAZIONE DELLA DIPENDENZA DA OPPIACEI 29

autonomi, che sono riscontrabili in un


gruppo nutrito di pazienti con dipenden-
za da oppiacei
* Diversi strumenti e questionari standar-
dizzati sono disponibili per registrare e
quantificare le variabili relative alla di-
pendenza e alle condizioni di salute dei
pazienti
VALUTAZIONE DELLA DIPENDENZA DA OPPIACEI 30
4

Farmacoterapia a lungo
termine della dipendenza
da oppiacei. Principi di
trattamento e applicazioni
cliniche

Principi, scopi e strategie del trattamento collegata allabuso di oppiacei, alle infezioni
della dipendenza da oppiacei trasmesse con la pratica tossicomanica, o di-
rettamente prodotta dalleffetto delle sostan-
ze; c) migliorare la salute fisica e psichica del
paziente; d) ridurre i comportamenti crimi-
Generalit nali; e) facilitare la reintegrazione nel sistema
scolastico o lavorativo e migliorare la capaci-
t di funzionamento sociale [113]. Proprio per
La dipendenza da oppiacei una malattia questi obiettivi, lOMS ha incluso gli agonisti
cronica a decorso recidivante [61] con riper- oppiacei (metadone e buprenorfina) nella lista
cussioni sul paziente, immediate, sulla sfera dei presidi medici essenziali che dovrebbe-
individuale, che tendono a estendesi, poi, sul ro essere disponibili in ogni paese, in ragione
piano sociale. I danni sociali associati alla di- della solidit dellevidenza scientifica alla base
pendenza da oppiacei includono il coinvol- del loro impiego [112]. I presidi medici essen-
gimento in attivit, criminali e non, che com- ziali consentono, nella popolazione, di curare
portano rischi per la salute e la sopravvivenza i problemi sanitari prioritari che sono selezio-
stessa dellindividuo, la trasmissione di agenti nati in base allimportanza della malattia esa-
infettivi come lHIV e lHCV, e i costi associati minata nel contesto sociosanitario. I presidi
ai problemi correlati ai comportamenti tossico- medici essenziali sono selezionati in base al li-
manici sul piano psicosociale [111]. vello scientifico di evidenza della loro efficacia
Gli obiettivi del trattamento della dipen- e tollerabilit e in base alla preferibilit, in ter-
denza da oppiacei sono: a) contrastare la di- mini di rapporti costi/benefici, rispetto a pre-
pendenza a livello di tutte le sostanze uti- sidi sanitari equivalenti [112]. La disponibilit
lizzate, b) ridurre la mortalit e la morbilit e laccessibilit dei presidi medici essenziali

31
32 CAPITOLO 4

parte integrante del concetto di diritto umano Panoramica dei trattamenti disponibili
alla salute secondo la legislazione internazio-
nale [41].
Lapproccio farmacologico di prima scelta
per il trattamento della dipendenza da oppia-
Elementi per il trattamento della dipendenza cei un programma a lungo termine (mante-
da sostanze nimento) con agonisti altrimenti detto pro-
gramma di riabilitazione farmacologicamente
assistita, o, impropriamente, terapia sostitu-
Il trattamento della dipendenza da oppia- tiva. La terapia a lungo termine (di manteni-
cei deve produrre effetti sulle diverse aree di mento) con agonisti oppiacei (AOT) definita
criticit che il tossicodipendente presenta. I come la somministrazione di dosi di agonisti
trattamenti farmacologici rappresentano la oppiacei, prescritti da professionisti abilita-
componente irrinunciabile del processo tera- ti allesercizio della professione medica e nel
peutico, ma gli interventi comportamentali contesto di pratiche mediche scientificamente
(o il counselling) sono anchessi cruciali per supportate, a persone diagnosticate come di-
lindividuazione ed il trattamento di eventua- pendenti da oppiacei, al fine di ottenere scopi
li problemi psicopatologici aggiuntivi e per terapeutici [110]. Gli scopi primari dellAOT
gestire aree di disadattamento psicosociale sono la riduzione/abolizione del craving e
[77]. I programmi integrati, che comprendono delluso di oppiacei dabuso (non terapeutici),
laccesso ai servizi psicosociali (counselling, trattando, eventualmente, nella fase iniziale i
assistenza finanziaria, abitativa, di mediazio- sintomi astinenziali. Riducendo/abolendo la
ne familiare) possono contribuire a contrasta- spinta ai comportamenti di ricerca ed assun-
re in modo migliore lampia gamma di danni zione di oppiacei dabuso, lAOT pu creare le
prodotti dalla tossicodipendenza. La combi- condizioni ottimali per una serie di interventi
nazione del trattamento farmacologico con il riabilitativi o curativi (area psicosociale o me-
counselling, promuovendo ladesione al trat- dica), pu ridurre/abolire i rischi associati alla
tamento stesso e cambiamenti nello stile di dipendenza (p.e. overdose, malattie infettive
vita del paziente, pu incrementare limpatto come contagio e trasmissione), pu minimiz-
del trattamento sulla qualit di vita e sul re- zare i costi socioeconomici per la societ (p.e.
cupero psicosociale del paziente stesso [92]. criminalit, ridotta o assente produttivit, spe-
Il trattamento farmacologico a lungo termi- se di assistenza sanitaria). I farmaci pi spesso
ne (di mantenimento) consente ai pazienti di utilizzati per lAOT sono gli agonisti oppiacei
prendersi cura di altre malattie che possono metadone (tipicamente somministrato in for-
essere presenti, e di aderire alle cure indicate, ma di sciroppo) e buprenorfina (come tavolet-
consentendo cos anche ad altri servizi medici te sublinguali). La buprenorfina disponibile
di essere utilizzati in maniera efficace. Data la in due formulazioni, semplice e combinata con
complessit fenomenologica della dipendenza il naloxone in rapporto 4:1. Altri farmaci meno
da oppiacei, non c una modalit di eroga- frequentemente utilizzati sono la morfina ora-
zione del trattamento da poter proporre come le a lento rilascio e le preparazioni iniettabili
standard. Tuttavia il modo migliore adattare intramuscolari di metadone e diamorfina. Le
la modalit e il contesto di erogazione del trat- fasi del trattamento con agonisti oppiacei sono
tamento (aspetti di per s altamente standar- schematizzate nella Figura 4. Dopo linduzio-
dizzabili) alle caratteristiche del caso, senza ne e la stabilizzazione, i pazienti tipicamente
alterare i connotati essenziali di efficacia del sono avviati ad una fase di mantenimento per
trattamento. Infine, il programma di tratta- almeno 12 mesi al fine di verificare il raggiun-
mento deve essere periodicamente verificato gimento dei primi obiettivi riabilitativi e la
e modificato per assicurarsi che sia costante- minimizzazione o scomparsa dei sintomi tos-
mente adatto alle esigenze del paziente al mo- sicomanici [40]. Il mantenimento con agonisti
mento della valutazione [77]. oppiacei associato ad una significativa ridu-
farmacoterapia DELLA DIPENDENZA DA OPPIACEI 33

zione delluso di oppiacei ad azione rapida alfa-2-adrenergici, come la clonidina, possono


(p.e. eroina), degli atti criminali e del rischio anchessi essere impiegati nel trattamento del-
di morte per overdose [111]. Secondo lOMS, la sindrome dastinenza, per ridurre la gravit
lAOT una modalit di approccio alla dipen- dei sintomi. In pazienti non-tolleranti agli op-
denza da oppiacei efficace, sicura e convenien- piacei, lantagonista a lunga emivita naltrexone
te [113]. pu essere utilizzato per prevenire la ricaduta

Passaggio da eroina Ricerca della dose


di strada o altro appropriata di
oppiaceo ad un agonista oppiaceo
farmaco agonista da utilizzare nella
oppiaceo fase di mantenimento

Induzione Stabilizzazione

Disimpegno farmacologico
sotto controllo medico Mantenimento
Riduzione lenta e graduale del dosaggio fino Il paziente rimane a dosi stabili di agonista
alla condizione drug free e concomitante oppiaceo che gli consentano il miglior
appropriato supporto psicosociale adattamento psicosociale possibile

Figura 4: Fasi del trattamento della dipendenza da eroina

Anche se lAOT considerata la terapia ot- nelluso tossicomanico di oppiacei [111]. Sia il
timale, un approccio popolare al problema naltrexone che il suo metabolita attivo 6--nal-
quello di limitare lassistenza alle persone di- trexolo sono antagonisti competitivi sui recet-
pendenti da eroina al trattamento dei sintomi tori mu e kappa, e bloccano reversibilmente o
dastinenza, presumendo che in questo modo attenuano gli effetti degli oppioidi [91]. Come
il paziente possa interrompere luso della so- risultato, una persona trattata a lungo termine
stanza e distaccarsi definitivamente da essa con naltrexone non sentir gli effetti delleroi-
(questa pratica comunemente indicata come na eventualmente utilizzata. Il mantenimento
disintossicazione, Figura 4). Sia il metadone con naltrexone pu essere efficace per pazien-
che la buprenorfina possono essere utilizzate, ti con malattia di gravit minima e alto gra-
in un protocollo a dosi scalari, per far regredire do di motivazione allingresso in trattamento
la sindrome dastinenza da oppiacei e facilita- [90]. La disintossicazione, al contrario, non
re la sospensione brusca delluso di oppiacei un approccio ragionevole al trattamento del-
dabuso. Il meccanismo consiste nellaccom- la dipendenza da oppiacei, e pi che il primo
pagnare il processo di riadattamento neuro- passo per il passaggio a trattamenti a lungo
nale allassenza di oppiacei esogeni mediante termine di prevenzione delle ricadute, uno
dosi compensatorie degli stessi, gradualmen- dei modi per riprodurre il meccanismo della
te minori, fino alla sospensione. Gli agonisti porta girevole proprio della tossicodipen-
34 CAPITOLO 4

denza (uso-sospensione-ricaduta). Molti indi- farmaco utilizzato, il tipo di interventi ausilia-


vidui che intraprendono una disintossicazione ri. Secondo lOMS, i seguenti connotati sono
non la completano, ma soprattutto coloro che essenziali per un trattamento a lungo termine
la completano non tendono ad aderire ad al- (di mantenimento) nella dipendenza da oppia-
tri trattamenti a lungo termine [69]. Sono sta- cei [113]:
ti effettuati studi controllati sul trattamento a * Propriet oppiacee, per la riduzione del
lungo termine con la buprenorfina versus una craving e eventualmente per contrastare
disintossicazione rapida (6 giorni) con bupre- lastinenza
norfina seguita da placebo, in cui entrambi i * Affinit per i recettori oppioidi cerebra-
bracci ricevevano terapia cognitivo-compor- li, cos da ridurre o bloccare gli effetti
tamentale per la prevenzione della ricaduta delleroina o di altri oppiacei
pi counselling settimanale: i risultati dimo- * Durata dazione lunga rispetto a quella
strano che il mantenimento con buprenorfina degli oppiacei dabuso, cos da garanti-
nettamente superiore alla disintossicazione re una copertura anti-astinenziale stabile
(la ritenzione a 1 anno del 75% versus 0%, e e consentire una somministrazione non
le urine sono negative alle principali sostanze frequente
dabuso nel 75% dei pazienti ritenuti) [49]. * Somministrazione orale per ridurre il ri-
schio di infezioni associate alla via inietti-
va.
Trattamento a lungo termine (di Si pu aggiungere che la via di sommini-
mantenimento) per la dipendenza da strazione e la preparazione sono essenziali per
oppiacei garantire una farmacocinetica tonica degli
oppiacei usati in terapia, opposta a quella fa-
sica degli oppiacei dabuso, cos da non ripro-
Ci sono diversi fattori che influenzano lef- durre craving per il farmaco stesso. Si deve,
ficacia di una terapia a lungo termine (di man- inoltre, evitare la possibilit di adattare il pro-
tenimento) per la dipendenza da oppiacei, dotto ad altre vie di somministrazione che ne
quali le caratteristiche del paziente, il tipo di alterino la cinetica.
5

Trattamento con metadone

Farmacologia lunga emivita, fa s che, nella maggior parte


dei pazienti, lassunzione quotidiana di una
dose unica di metadone garantisca una sop-
Il metadone stato il primo farmaco ago- pressione duratura dei sintomi astinenziali e
nista disponibile per il trattamento di pazienti del craving. In aggiunta, per il fenomeno del-
con tossicodipendenza da oppiacei [28] e il suo la tolleranza crociata, il paziente refrattario
utilizzo in maniera corretta, a lungo termine, allazione di altri oppiacei. Questo significa
si diffuso nel tempo [106]. Il metadone un che leffetto degli altri oppiacei sar ridotto
agonista oppioide sintetico, liposolubile, che o assente, con relativa riduzione/abolizione
agisce sugli stessi recettori delleroina (mu), delluso di eroina durante il mantenimento
con una affinit simile [46]. Solitamente as- metadonico [57].
sunto per via orale, il metadone rapidamente
assorbito attraverso la mucosa gastrointesti-
nale, con una biodisponibilit variabile dal Trattamento - induzione
40 al 100% [74]. Linizio delleffetto avviene
entro 30 dopo lassunzione per via orale, con
un picco mediamente dopo 2,5 ore [40, 66]. Le Linduzione la fase iniziale del tratta-
concentrazioni plasmatiche aumentano nelle mento. Lobiettivo primario dellinduzione
prime 3-4 ore dopo assunzione orale e quindi di iniziare il trattamento secondo criteri di
si riducono gradualmente. Con la ripetizione sicurezza, garantendo la prosecuzione del
dellassunzione nei giorni, lemivita del meta- trattamento stesso verso la fase successiva. In
done aumenta a 13-47 ore, con una media di questa fase dovranno essere tenuti sotto con-
24 ore [40]. La combinazione dellazione sui trollo i segni ed i sintomi dastinenza da op-
recettori mu, dellalta biodisponibilit e della piacei, ma anche segni e sintomi di una ripresa

35
36 CAPITOLO 5

delluso. E importante illustrare ai pazienti, essere osservati giornalmente prima dellas-


in maniera precisa, i sintomi astinenziali e di sunzione della dose, per valutare segni e sin-
intossicazione, verificare frequentemente le tomi di intossicazione o astinenza. La morte,
condizioni cliniche e controllare che le dosi nelle prime due settimane, avviene con dosi
prescritte siano assunte correttamente. Una di metadone fra 25-100 mg/die, con un picco
volta che linduzione completata senza pro- di rischio nella fascia 40-60 mg/die. Mentre le
blemi, lobiettivo successivo raggiungere dosi terapeutiche sono tipicamente superiori
la dose ottimale per procedere al periodo di ai 60 mg/die, il rischio di tossicit durante lin-
mantenimento, che mira al controllo definitivo duzione massimo per dosi basse. Una dose
del craving e delluso tossicomanico. Prima di iniziale di metadone 20mg per un uomo di 70
iniziare il trattamento metadonico, si consiglia Kg presumibilmente sicura, anche in pazien-
di effettuare una ricerca completa della sostan- ti non tolleranti. Questa dose allevia i sintomi
ze utilizzate dal paziente, ed una valutazione astinenziali nella maggior parte dei pazienti.
dettagliata dei suoi problemi medici, psicoso- Si deve usare cautela quando si somministra-
ciali e ambientali e dei trattamenti ai quali si no 30 mg o pi, e in particolare oltre i 40 mg
sottoposto. Il tipo di diagnosi, la presenza iniziali [40, 105]. Incrementi successivi di 5-10
di sintomi e segni dastinenza, cos come gli mg dovrebbero essere decisi ogni 5-7 giorni,
estremi dei trattamenti eventualmente in cor- a seconda delle esigenze, e mai superare i 40
so al momento della fase di induzione, sono mg/die settimanali [40] fino al raggiungimen-
elementi importanti da accertare per decide- to di una dose ottimale. Per soggetti che inizia-
re come procedere allinduzione stessa. Una no il trattamento a partire da una condizione
storia di risposta a precedenti trattamenti pu di non-tolleranza, i dosaggi dovrebbero essere
guidare la decisione terapeutica e fornire la minimi (complessivamente, con aumenti di
base per il nuovo piano terapeutico. Gli stessi dose giornaliera al massimo di 10 mg e con un
elementi sono utili per verificare e valutare i solo aumento settimanale), almeno finch non
progressi del paziente durante il trattamento si raggiunta una fascia di blocco narcotico
[40, 66]. (superiore ai 60 mg).
Esempi di questa condizione sono: a) pa-
zienti che hanno interrotto il trattamento di
Trattamento di pazienti mai trattati in passato recente e che non sono ancora ricaduti nelluso
(naive) continuativo di eroina; b) pazienti che sono
tornati al loro ambiente naturale, dove posso-
no trovare facilmente disponibile la sostanza
I pazienti mai trattati in passato devono dabuso, senza che abbiano iniziato alcun trat-
essere indotti con metadone in maniera cauta tamento con agonisti in ambiente protetto; c)
per raggiungere lentamente una dose ottima- pazienti che non sono al momento tolleranti
le, con livelli plasmatici stabili (raggiungimen- agli oppiacei, ma che desiderano iniziare un
to dello steady-state). Questo approccio in- trattamento efficace, o che richiedono consi-
dicato per minimizzare i rischi di accumulo di glio su come prevenire le ricadute (in questul-
metadone con la ripetizione delle assunzioni timo caso importante che i criteri diagnostici
durante i primi giorni (data lemivita protrat- per dipendenza da oppiacei siano soddisfatti)
ta) e la conseguente tossicit (fino alla depres-
sione respiratoria e al coma). La prima dose
dovrebbe essere determinata caso per caso Trasferimento di pazienti da altri regimi
sulla base dellentit della tolleranza, e, se pos- terapeutici
sibile, i pazienti dovrebbero essere osservati
nelle 3-4 ore successive alla prima assunzione.
Le prime due settimane di trattamento sono Un programma metadonico pu essere
il periodo di maggiore rischio per loverdose: impostato anche per pazienti che non abbia-
durante questo periodo, i pazienti dovrebbero no tratto beneficio da altri regimi terapeutici.
trattamento con metadone 37

I pazienti trasferiti da un programma bupre- a ridursi dopo pi di 3 giorni di non assun-


norfinico dovrebbero essere stabilizzati su 16 zione di metadone (in assenza di uso di altri
mg/die o meno diversi giorni prima di ini- oppiacei), con il rischio di overdose nel caso il
ziare un trattamento metadonico. Il metadone metadone sia assunto di nuovo alla stessa dose
pu essere iniziato 24 ore dopo lultima dose utilizzata in precedenza. Se il paziente salta 3
di buprenorfina, e la dose iniziale di metadone o pi dosi consecutive, il metadone deve es-
non deve superare i 40 mg/die. I pazienti che sere reintrodotto ad una dose pari alla met
passano a metadone da un regime naltrexo- dellultima assunta, mentre se linterruzione
nico dovrebbero essere trattati come pazienti del trattamento supera i 5 giorni ci si dovrebbe
non-tolleranti agli oppiacei, poich la tolleran- comportare come nel caso di uninduzione a
za agli oppiacei zero gi dopo pochi giorni partire da una tolleranza zero [40, 105].
dallinizio di un trattamento naltrexonico, e
quindi la dose iniziale di metadone non do-
vrebbe essere superiore ai 20 mg/die [40, 105]. Disimpegno dal trattamento metadonico

Trattamento Mantenimento I pazienti dovrebbero essere consigliati di


rimanere in trattamento almeno 12 mesi per
poter valutare la possibilit di cambiamenti
Le dosi efficaci nel trattamento metadoni- stabili e significativi nei propri comportamenti
co sono mediamente di 80-120 mg/die. Dosi e nel proprio stile di vita, anche se alcuni pa-
maggiori sono richieste per ottenere risultati zienti richiedono per questi obiettivi tempi pi
ottimali in un sottogruppo nutrito di pazien- lunghi. Raggiunti questi obiettivi, non esiste
ti, come i rapidi metabolizzatori di metadone, un termine predeterminato per la durata di un
o i pazienti con doppia diagnosi psichiatrica; programma metadonico, ma si pu dire che il
mentre una minoranza di pazienti ottiene ri- mantenimento dei benefici acquisiti garanti-
sultati soddisfacenti a dosi di 60 mg o meno to dalla prosecuzione del trattamento, mentre
[14, 31, 40]. Sulla base di questi standard, la la sospensione del trattamento, indipenden-
dose di mantenimento deve essere poi deter- temente da come si realizza, corrisponde ad
minata caso per caso. Il paziente deve essere in- rischio di ricaduta nei comportamenti tossico-
formato e partecipare in questo senso alle deci- manici. Linterruzione di un trattamento meta-
sioni terapeutiche, ma non deve essere la fonte donico dovrebbe comunque essere realizzata
delle stesse decisioni, quanto piuttosto degli lentamente e senza esporre il paziente a sinto-
elementi clinici utili a prenderle. La comuni- mi dastinenza, e le riduzioni concordate con
cazione con il paziente in merito alle decisioni il paziente rispetto alla riferita sensibilit dello
terapeutiche favorisce lalleanza terapeutica. stesso alla comparsa di sintomi astinenziali.
La dose ottimale di mantenimento consente la Le riduzioni di dose dovrebbero essere di 10
risoluzione delluso tossicomanico di oppiacei mg alla settimana sulla dose quotidiana fino
senza sostituire un effetto narcotico a quello ai 40 mg/die, poi di 5 mg alla settimana sulla
degli oppiacei dabuso. La somministrazione dose quotidiana. I segni e i sintomi astinenziali
quotidiana di metadone necessaria per man- possono essere pi marcati sotto i 20 mg/die,
tenere livelli plasmatici adeguati a sostenere la e persistere anche giorni dopo la sospensio-
risposta terapeutica. Il monitoraggio delluso ne degli ultimi milligrammi. Gli interventi di
di sostanze condiziona le decisioni cliniche e supporto o sintomatici riducono le ricadute a
aiuta a stabilire landamento del programma breve termine e dovrebbero essere disponibi-
in termini di risposta al trattamento [40, 105]. li nei 6 mesi successivi alla sospensione di un
I pazienti che interrompono lassunzione della trattamento, insieme alla possibilit di ripren-
terapia anche per singoli giorni sono a rischio dere il trattamento interrotto [40, 105]. Il moni-
di usare altre sostanze e di interrompere il toraggio clinico dopo la sospensione del tratta-
trattamento. La tolleranza agli oppiacei tende mento raccomandabile anche in pazienti che
38 CAPITOLO 5

non usano sostanze da molto tempo. scono sintomi transitori di astinenza nelle ore
precedenti lassunzione della dose quotidiana
[33]. Linstabilit della copertura oppiacea
Effetti collaterali e rischi medici legata alla variabilit del metabolismo del
metadone da individuo a individuo, cosicch
la caduta delle concentrazioni plasmatiche di
Molti effetti collaterali del metadone sono metadone nellintervallo tra due somministra-
comuni ad altri agonisti oppioidi. In generale zioni pu essere significativo per alcuni [31].
vi la tendenza a sviluppare tolleranza a qual- I sintomi astinenziali possono anche indicare
cuno degli effetti, ma altri (p.e. stipsi, sudora- che la dose inadeguata, sia allinizio del trat-
zione) possono persistere e creare fastidio ai tamento che dopo, quando si sovrappongano
pazienti per tutta la durata del trattamento [3]. fattori che ne modificano lassorbimento o il
Il rischio principale di un trattamento metado- metabolismo.
nico loverdose durante la fase di induzio-
ne, oppure nellassociazione con altre sostan-
ze sedative o che ne riducano leliminazione. Interazioni con altri farmaci
Linizio ritardato dellazione e la lunga emivita
del metadone corrispondono ad una overdose
subdola, che pu verificarsi nellarco di molte Le interazioni farmacocinetiche e farmaco-
ore dopo lassunzione. La maggior parte delle dinamiche possono alterare lefficacia e la si-
morti da overdose di metadone si sono verifi- curezza del mantenimento metadonico. Il me-
cate nel terzo e quarto giorno dopo linizio del tadone metabolizzato nel fegato dal sistema
trattamento [40]. CYP450 IIIA4, IIB6 e IID6. Le sostanze che in-
La sicurezza cardiologica un elemento im- ducono lattivit del CYP450 riducono i livel-
portante del trattamento metadonico, data la li plasmatici di metadone e possono indurre
propriet documentata del metadone di allun- sintomi dastinenza; questi farmaci dovrebbe-
gare lintervallo QTc. E bene quindi informare ro essere evitati, se possibile. Gli inibitori del
i pazienti del rischio di aritmia, e raccogliere le CYP450 IIIA4 riducono la metabolizzazione
informazioni sui fattori di rischio cardiologico, del metadone, e quindi pongono un rischio di
eseguire lelettrocardiogramma allinizio del overdose [40, 71]. Alcuni farmaci psichiatri-
trattamento e durante lo stesso, specialmente ci possono aumentare lazione del metadone
durante la fase di incremento del dosaggio, e in maniera sinergica (p.e. benzodiazepine o
assicurarsi che i medici responsabili conosca- alcol, che aumentano gli effetti sulla respira-
no bene i fattori aritmogeni e le interazioni tra zione) [40]. Allo stesso modo, data la propriet
metadone e altri farmaci in grado di prolunga- del metadone di prolungare lintervallo QTc, si
re il QTc [58]. raccomanda cautela nellassociare altri farmaci
In aggiunta agli effetti collaterali diretta- che hanno la stessa propriet. Per completezza
mente indotti dal metadone, alcuni studi han- fare riferimento a Pacini e collaboratori [81].
no evidenziato che un terzo dei pazienti riferi-
6

Trattamento con
buprenorfina

Farmacologia 48, 103, 107]. Questo significa che spiazza gli


altri agonisti dal recettore, ma, a breve termi-
ne, non produce un effetto equivalente alla
La potenziale utilit della buprenorfina fascia di dosaggio pi elevata di altri agonisti
nella dipendenza da oppiacei stata origina- con maggiore attivit intrinseca, o non produ-
riamente ipotizzata dopo il suo studio come ce tale effetto in maniera altrettanto rapida.
analgesico (fin dagli anni 70) [48]. La formula- Questa discrepanza nel passaggio da un altro
zione ad alto dosaggio, in tavolette sublingua- agonista oppiaceo alla buprenorfina pu pro-
li, stata introdotta negli anni 90 e da allora durre sintomi astinenziali, quando vi sia una
si diffusa in tutto il mondo come terapia per iniziale situazione di tolleranza agli oppiacei
la dipendenza da oppiacei. La buprenorfina coperta o indotta dal primo agonista. La sin-
una sostanza ad alta lipofilia [19], con azione drome dastinenza pu essere opportunamen-
agonista parziale sui recettori oppioidi mu e te evitata utilizzando particolari procedure di
sui simil-recettori oppioidi ORL-1, e ha azione induzione [64]. La minore attivit intrinseca
non univoca ma prevalentemente antagonista della buprenorfina rende ragione di un minore
sui recettori oppioidi kappa e delta [99]. Ha livello di tolleranza massima che la sostanza
elevata affinit per i recettori mu [11] e si dis- in grado di indurre. La tolleranza, che compa-
socia da essi lentamente [38], producendo cos re ai primi multipli delle dosi efficaci, non au-
un effetto agonista mentre realizza un blocco menta oltre un certo limite (effetto soffitto),
nei confronti di altri oppiacei, in maniera dose- mentre la sua lunga durata dazione conduce a
dipendente [102]. una sindrome astinenziale pi dolce rispetto a
La buprenorfina ha affinit maggiore e at- quelle osservate con metadone, a parit di tol-
tivit intrinseca minore di agonisti completi leranza [48].
come il metadone, la morfina o leroina [10, A causa della sua azione agonista parziale,

39
40 CAPITOLO 6

leffetto soffitto limita anche la depressione varia anche in base al tempo dalla sommini-
respiratoria indotta dalla buprenorfina: dosi strazione. Studi di binding recettoriale condot-
elevate non aumentano ulteriormente la de- ti utilizzando la PET scanning dopo 4, 28, 56
pressione respiratoria [104], il che si traduce e 72 ore dalla somministrazione di 16 mg di
in un minor rischio di overdose fatale rispetto buprenorfina a eroinomani volontari, hanno
a quanto pu verificarsi nelloverdose da me- valutato la durata dazione a livello recettoria-
tadone (Figura 5). Comunque, nonostante lef- le: il 70% dei recettori mu erano occupati alla
fetto soffitto, anche a dosi non ulteriormente fine della 4 ora, il 46% alla 28esima, il 33% alla
attive in termini di agonismo, lefficacia della 52esima e il 18% alla 72 esima [38].
buprenorfina aumenta in termini di ritenzione La buprenorfina un farmaco a lunga du-
in trattamento e riduzione/abolizione delluso rata dazione con una emivita di eliminazione
di eroina [25, 52, 62] rispetto a dosi equipotenti di 24-36 ore. Linizio degli effetti apprezza-
di agonisti completi. La percentuale di recetto- bile in 30-60 dallassunzione e il picco degli
ri oppioidi occupati correlata alla concentra- effetti clinicamente osservabili compreso tra
zione plasmatica della buprenorfina e ai sinto- 1 e 4 ore. Gli effetti sono sperimentati fino a
mi astinenziali, con un 50-60% di occupazione 12 ore con dosi di 2 mg, e fino a 48-72 ore per
recettoriale sufficiente a coprire mediamente dosi maggiori (16-32 mg). La durata prolunga-
i sintomi astinenziali [38] e con un 80-90% di ta delleffetto ad alte dosi consente una som-
occupazione recettoriale sufficiente a ridurre ministrazione ogni due giorni o tre volte alla
significativamente gli effetti delleroina [18]. settimana [9, 83].
Comer e collaboratori, usando la combinazio-
ne buprenorfina-naloxone, hanno dimostra-
to che 2, 8 e 32 mg di buprenorfina riducono
in maniera dose-dipendente la disponibilit
di recettori mu-oppioidi del 74, 83 e 91 % ri-
spettivamente [18]. Il bloccaggio dei recettori
% delleffetto massimale

Buprenorfina

Naloxone, naltrexone

Figura 5: Rischio di depressone respiratoria con agonisti oppiodi, agonisti parziali e antago-
nisti. Adattata da Walsh et al., 1994 [104]
trattamento con buprenorfina 41

Trattamento - induzione rapidit dellinduzione migliora la ritenzione


in trattamento nella successiva fase di mante-
nimento con la stessa buprenorfina, e che dosi
maggiori riducono il craving [29] (Figura 6).
Pazienti che non stanno seguendo altro
trattamento con agonisti, o al primo
trattamento
Pazienti trasferiti da altri regimi di
trattamento
Il primo scopo dellinduzione con bupre-
norfina controllare possibili sintomi astinen-
ziali il pi rapidamente possibile, evitando al I pazienti possono iniziare lassunzione di
contempo lastinenza indotta. Linduzione ha buprenorfina sia mentre utilizzano eroina, sia
pi probabilmente successo se prima si sti- come trasferimento da un altro programma, ad
ma la tolleranza del paziente, i sintomi even- esempio metadonico. Il trasferimento da me-
tualmente presenti riferibili ad una astinenza tadone a buprenorfina pu essere appropriato
sfumata, la cronologia dellultimo uso di op- quando i pazienti non hanno ottenuto risultati
piacei, luso concomitante di sostanze non op- nonostante un trattamento a dose piena e po-
piacee, altre condizioni mediche eventualmen- tenzialmente efficace, o hanno sviluppato ef-
te presenti. Per prevenire lastinenza indotta, fetti collaterali non tollerabili o dose-limitanti,
la prima dose (2-4 mg/die) dovrebbe essere o in pazienti che vogliono cambiare trattamen-
somministrata quando sono presenti segni di to per ottenere altri tipi di vantaggio (ad esem-
astinenza, cio 6 ore dallultima dose di eroina pio formulazione in compresse, assunzione a
o 24 ore dallultima dose di metadone [88]. Al giorni alterni), ammesso che i due trattamenti
contrario di quanto prudente fare nellindu- siano ritenuti equivalenti in termini di efficacia
% di pazienti in trattamento a 4 settimane

Giorni per arrivare almeno ad 8 mg di buprenorfina

Figura 6: Associazione del tasso di ritenzione con lintensit (ripidit) dellinduzione in


buprenorfina. Adattata da Bacha, Reast e Pearlstone, 2010 [7]

zione con metadone, ovvero iniziare con dosi anticraving nel caso specifico. I pazienti che
basse e procedere lentamente con gli incre- assumono stabilmente basse dosi di metadone
menti, linduzione con buprenorfina dovrebbe (< 40 mg/die) generalmente tollerano bene il
procedere rapidamente per raggiungere dosi passaggio, con sintomi astinenziali eventual-
di 12-24 mg/die entro la fine della prima set- mente sfumati. I pazienti con dosi maggiori di
timana [15, 22, 64]. E stato dimostrato che la metadone possono invece sperimentare sinto-
42 CAPITOLO 6

mi transitori di astinenza. [15, 22, 64]. re adottata in pazienti gi stabilizzati su una


La prima dose di buprenorfina dovrebbe dose quotidiana [15, 22, 64]. La durata degli
essere somministrata almeno 24 ore dopo lul- effetti della buprenorfina dose-dipendente,
tima dose di metadone per ridurre lincidenza e consente una somministrazione a giorni al-
di sintomi astinenziali, idealmente attendendo terni o tre volte alla settimana [9, 83]. La dose
la comparsa di segni di astinenza. In questa somministrata a giorni alterni il doppio di
fase, la valutazione del paziente e lo scambio quella quotidiana, e la dose per un periodo di
di informazioni tra medico e paziente sono tre giorni (per una somministrazione su tre nel
molto importanti [64]. Il principio generale caso dello schema di tre somministrazioni alla
di sospendere il metadone e ritardare quanto settimana) pari al triplo di quella quotidiana,
pi possibile lassunzione di buprenorfina, fino per ad un massimo di 32 mg/die sommi-
finch non compaiano segni chiari di astinen- nistrabili per ogni volta [88].
za, senza attendere che divengano intensi, ge- I pazienti che hanno saltato meno di 5 dosi
neralmente 2-4 giorni dopo lultima dose di quotidiane devono essere rivalutati prima di
metadone [15, 22]. Farmaci sintomatici antia- assumere una nuova dose, onde evitare over-
stinenziali possono essere impiegati per lenire dose da ripresa della cura (per perdita della
lastinenza. tolleranza), mentre i pazienti che hanno salta-
to pi di cinque dosi quotidiane devono esse-
re trattati come se iniziassero il trattamento a
Trattamento - mantenimento partire da una tolleranza bassa o nulla, e co-
munque non dovrebbe essere utilizzato un do-
saggio maggiore degli 8 mg [64].
Gli scopi del trattamento a lungo termine
(di mantenimento) con buprenorfina sono gli
stessi del mantenimento con metadone, e in Disimpegno dal trattamento con
generale del trattamento della tossicodipen- buprenorfina
denza. La dose di mantenimento ottimale deve
essere stabilita in riferimento ai livelli standard
di efficacia e in ultima analisi a seconda della La decisione di sospendere un manteni-
risposta del paziente. Durante la fase di stabi- mento con buprenorfina non deve essere presa
lizzazione, la dose dovrebbe essere raggiunta con leggerezza: la ricaduta della tossicodipen-
a seconda dellefficacia clinica con incrementi denza e labbandono del contatto terapeutico
di 2-4 mg alla settimana, per raggiungere la nel breve e lungo termine dopo la sospensio-
dose finale raccomandata di 12-24 mg/die al ne di una terapia a lungo termine sono rischi
termine della prima settimana. Varie linee gui- concreti. I pazienti dovrebbero essere consa-
da raccomandano di raggiungere dosi di 12-16 pevoli che lo scopo principale del trattamento
mg in due o tre giorni a seconda della risposta mantenere la protezione contro la ricaduta
del paziente [15, 22]. Ad ogni cambiamento di nelluso di eroina, ottenendo, mantenendo e
dose, i pazienti dovrebbero essere valutati per consolidando altri obiettivi di vita (p.e. il lavo-
la presenza di segni o sintomi di intossicazio- ro o altre relazioni significative). Non esiste un
ne o astinenza, uso di altre sostanze, eventi av- limite alla durata del trattamento proprio per
versi, adesione allassunzione della dose pre- garantire lacquisizione ed il mantenimento di
scritta e grado di benessere soggettivo globale questi obiettivi [97].
[64]. Il trattamento efficace, che corrisponde Se si deciso che il paziente pu sospen-
alla riduzione/abolizione delluso di eroina e dere il trattamento, la sottrazione del farmaco
alla ritenzione in trattamento, corrisponde me- deve avvenire in maniera graduale, poich una
diamente a dosi di 8-24 mg/die, con un mas- riduzione graduale meglio sopportata [4, 63].
simo raccomandato per la dose quotidiana di I segni e sintomi di astinenza da buprenorfina
32 mg/die [88]. sono gli stessi degli altri oppiacei, ma tendono
Lassunzione a giorni alterni pu esse- a comparire con pi ritardo e ad essere meno
trattamento con buprenorfina 43

spiccati rispetto allastinenza da eroina, morfi- Effetti collaterali e interazioni


na o metadone [4]. Linizio dei sintomi pre-
visto intorno alle 24-72 ore dallultima sommi-
nistrazione e il picco tra i 3 e 5 giorni (5-14 La buprenorfina metabolizzata princi-
giorni dopo un trattamento di mantenimento). palmente dal CYP450 3A4. Anche se il meta-
Il frequente monitoraggio del paziente, bolismo pu essere influenzato da farmaci che
(anche con scale di valutazione standardizza- utilizzano lo stesso sistema enzimatico, sono
te), il counselling e lutilizzo di farmaci sinto- meno probabili, in generale, le interazioni o la
matici sono i capisaldi di questo periodo del riduzione del metabolismo a seguito di malat-
trattamento. I pazienti che si sentano a rischio tie epatiche rispetto al profilo del metadone. In
di ricadere devono essere invitati a riprende- particolare, rispetto a quanto stato riportato
re il trattamento di mantenimento in qualsia- per il metadone, ridotta lincidenza di effet-
si momento durante la fase del disimpegno ti da interazione con i trattamenti anti-HIV
farmacologico o alla fine dello stesso. La rein- contenenti efavirenz, che sono indicati come
troduzione del trattamento dovr in questi terapia antiretrovirale ad elevata attivit (HA-
casi essere particolarmente cauta a causa del- ART) [70]. La combinazione di buprenorfina e
la scarsa tolleranza acquisita dai pazienti. Il benzodiazepine, alcol o altri sedativi pu pro-
counselling psicosociale dovrebbe comunque vocare overdose, anche fatale, a causa degli
essere continuato sia durante che dopo la fine effetti sinergici di questi farmaci. Luso tera-
del disimpegno farmacologico [64]. Ovvia- peutico e appropriato di questi farmaci, anche
mente la sospensione della terapia pu essere in combinazione, e in una modalit accorta e
semplicemente attuata con tappe di riduzione non impulsiva da parte del paziente, invece
parziale della dose nel corso di un periodo di da considerarsi relativamente sicuro [64]. I pa-
mesi-anni, al fine di verificare la possibilit di zienti in mantenimento con buprenorfina sono
equilibrio clinico a dosi ridotte, e per evitare il resistenti allazione di altri oppiacei prescritti
rischio di ricadute in pazienti completamente ad esempio in funzione analgesica [75]. Que-
disimpegnati. Se il disimpegno viene portato sto problema pu essere risolto utilizzando
avanti in periodi molto lunghi i sintomi asti- analgesici non oppiacei, oppure incrementan-
nenziali saranno ovviamente autolimitanti- do temporaneamente la dose di buprenorfina
si e riguarderanno solo il distacco definitivo stessa o usando oppioidi ad altissima potenza
dallultimo dosaggio (ormai minimo) assunto come il fentanyl che circa 1000 volte pi po-
con successo. tente della morfina [64, 65]. Lappropriatezza
della terapia dipende dalla gravit, dalla mo-
dalit di insorgenza e dalla durata del dolore.
Alcuni pazienti con dolore devono essere trat-
tati in ambiente super specialistico [22, 64]
44 CAPITOLO 6
7

Trattamento con
buprenorfina-naloxone

Farmacologia dabuso e il mercato grigio della buprenorfina


orale [73]. La presenza del naloxone ostacola
labuso di buprenorfina: se la combinazione
Lassociazione buprenorfina-naloxone (Su- assunta per via sublinguale, il naloxone as-
boxone) commercializzata in forma farma- sorbito in misura trascurabile, e quindi non
ceutica di tavoletta ad assorbimento sublin- ha effetti significativi, mentre se il prodotto
guale, contenente buprenorfina cloridrato e utilizzato per via endovenosa o nasale, leffet-
naloxone idrocloride diidrato in rapporto 4:1 to antagonista del naloxone si realizza, e pu
(sono disponibili pezzature da 2 mg/0,5 mg produrre, nei soggetti tolleranti agli oppiacei,
e da 8mg/2 mg). La farmacologia della bu- una sindrome astinenziale acuta ma non pe-
prenorfina stata descritta precedentemente. ricolosa [73]. Quindi, la combinazione di bu-
Il naloxone un antagonista recettoriale mu, prenorfina e naloxone per via sublinguale non
che spiazza gli oppiacei legati ai recettori e si presta allabuso mediante via impropria di
produce una rapida neutralizzazione dei loro somministrazione da parte di soggetti tossi-
effetti. Luso pi diffuso del naloxone da solo comani, come pu accadere per la buprenor-
il trattamento della depressione respiratoria fina da sola. Naturalmente, la farmacocinetica
nel contesto di una overdose da oppiacei [85]. della buprenorfina rimane uguale in termini
Il naloxone ha una bassa biodisponibilit ora- di tempi dinizio delleffetto, tempo di picco
le ma rapidamente disponibile per il legame e durata dazione. Inoltre, la biodisponibilit
con i recettori mu se somministrato per via della buprenorfina maggiore nella formula-
endovenosa. E metabolizzato nel fegato, con zione combinata con il naloxone, con una ten-
una emivita breve, di circa unora [85]. denza allaumento durante il trattamento [73].
La combinazione buprenorfina-naloxone
stata sviluppata per ridurre il potenziale

45
46 CAPITOLO 7

Basso potenziale dabuso cebo ha dimostrato che la combinazione produ-


ceva effetti antagonisti oppiacei dose correlati
quando somministrata per via intramuscolare,
Numerosi studi controllati e osservazionali ma che le stesse dosi non producevano n ef-
hanno confermato il basso potenziale dabuso fetti agonisti n antagonisti significativi quan-
della combinazione buprenorfina-naloxone do somministrate per via sublinguale [96]. Un
rispetto alla buprenorfina. Uno studio su 12 altro studio su 12 tossicodipendenti da eroi-
eroinomani stabilizzati a 60 mg/die di morfi- na per via endovenosa in mantenimento con
na e riceventi o solo buprenorfina (2 mg e.v.) o tre diversi dosaggi di buprenorfina (2, 8 o 24
buprenorfina-naloxone in varie combinazioni mg/die) ha dimostrato che il grado di soddi-
(2:1, 4:1 e 8:1) ha dimostrato che la sola bupre- sfazione per leffetto percepito dopo la dose, e
norfina non provocava sindrome dastinenza del desiderio di assumere ancora una dose
ed aveva effetto morfino-agonista; la combina- erano significativamente minori nel caso della
zione buprenorfina-naloxone nel rapporto 2:1 combinazione buprenorfina-naloxone rispetto
e 4:1 provocava sindrome dastinenza da mo- alla sola buprenorfina o alleroina (Figura 7).
derata a grave, con effetti spiacevoli e malesse- Risultati simili sono stati ottenuti in termini
re, mentre nel rapporto 8:1 produceva solo lie- di danaro che i partecipanti erano disposti a
vi sintomi astinenziali [73]. Uno studio in cui spendere per ciascuna sostanza. La probabi-
eroinomani mantenuti ad una dose di 40 mg di lit che i soggetti si autosomministrassero le
idromorfone venivano sottoposti a combina- sostanze era, infine, maggiore per chi era in
zioni diverse di buprenorfina-naloxone intra- mantenimento alla dose pi bassa [17]. Dati
muscolari e sublinguali (1.0/0.25, 2.0/0.5, 4/1, retrospettivi, raccolti su eroinomani utilizza-
8/2 e 16/4mg); a idromorfone intramuscolare tori per via endovenosa dallIDRS (Australian
(10 mg) e naloxone (0.25 mg); a solo buprenor- Illicit Drug Reporting System), hanno mostra-
fina (8 mg) intramuscolare o sublinguale e pla- to che la combinazione buprenorfina-naloxone

Un bel p

Abbastanza

Un poco

Per niente
Placebo Naloxone Eroina BupNal BupNal Bup Bup
basse dosi alte dosi basse dosi alte dosi

Figura 7. Espressione media del sintomo desiderio di assumere ancora una dose nel con-
fronto tra diverse dosi di un mantenimento con buprenorfina o buprenorfina-naloxone (by
Comer et al., 2005 [18]). BupNal=buprenorfina-naloxone; Bup=buprenorfina
trattamento con buprenorfina-naloxone 47

ha meno probabilit di essere iniettata rispetto sere somministrata a giorni alterni o tre volte
al metadone e alla buprenorfina [21]. alla settimana [89]. In uno studio controllato
di 17 settimane su 268 pazienti, due regimi
di dosaggio giornaliero della combinazione
farmacologica (8mg/2mg e 16mg/4mg) sono
Trattamento - induzione stati comparati con due regimi farmacologici
di metadone (45mg e 90mg). I risultati urinari
non differivano nel tempo n per i diversi far-
Il razionale dellinduzione con la combina- maci n per il diverso dosaggio. La percentuali
zione buprenorfina-naloxone lo stesso della di pazienti che avevano urine pulite per un pe-
buprenorfina. Per evitare lastinenza da oppia- riodo 12 settimane non era diversa nei gruppi
cei, la prima dose della combinazione deve es- farmacologici, ma pi consistente nei pazienti
sere somministrata a distanza di 12-24 dallul- che assumevano un dosaggio maggiore. Il nu-
tima dose di oppiaceo dabuso, in presenza di mero dei pazienti che terminavano linduzio-
sintomi dastinenza. Linduzione con la com- ne, la compliance al trattamento, luso di altre
binazione risultata efficace e ben tollerata in sostanze dabuso, la ritenzione in trattamento
uno studio del NIDA su 234 tossicodipendenti ed i punteggi dellASI (Addiction Severity In-
da oppiacei. Lo studio ha concluso che il 90% dex) non mostravano differenze significative
dei soggetti ha completato i 3 giorni di indu- fra i vari gruppi [52].
zione, raggiungendo la dose target di 16 mg
di buprenorfina/4 mg di naloxone, e il 68% ha
completato la fase di graduale disimpegno di Buprenorfina-naloxone e affidamento
13 giorni [5]. domiciliare del farmaco

Trattamento - Mantenimento Grazie al suo basso potenziale dabuso, la


combinazione buprenorfina-naloxone parti-
colarmente vantaggiosa per quei pazienti per i
Le informazioni prescrittive diffuse quali si voglia sperimentare un regime di affi-
dallUnione Europea indicano che la dose del- damento domiciliare del farmaco. In uno stu-
la combinazione debba essere aumentata gra- dio randomizzato australiano di 2 mesi su 119
dualmente a seconda delleffetto clinicamen- soggetti con regime di affidamento settimana-
te rilevato, e che non si dovrebbe superare la le controllato o non controllato, la ritenzione
dose quotidiana di 24 mg/6 mg [89]. Aggiusta- in trattamento e luso di eroina erano simili tra
re il dosaggio alle esigenze dei singoli pazien- i gruppi. Il regime non controllato, ma con ve-
ti pu significare che per alcuni pazienti, per rifiche cliniche frequenti, era pi conveniente
ottenere una risposta ottimale, sia necessaria economicamente e quindi aveva un miglior
una dose maggiore o minore del dosaggio con- rapporto costo/beneficio [8]. La combinazione
sigliato. Per quanto concerne la buprenorfina, buprenorfina-naloxone potrebbe quindi ga-
i pazienti dovrebbero essere valutati almeno rantire una maggior sicurezza nei programmi
settimanalmente durante la fase di stabilizza- di affidamento, sollevando il personale sanita-
zione, per consentire rapidi aggiustamenti del rio dal carico per il monitoraggio di un possi-
dosaggio. Le informazioni prescrittive diffuse bile abuso del farmaco utilizzato.
dallUnione Europea indicano che, dopo aver
ottenuto una soddisfacente stabilizzazione, la
combinazione, in pazienti selezionati, pu es-
48 CAPITOLO 7
8

Conclusioni

La tossicodipendenza da oppiacei una criminali, il miglioramento del benessere com-


condizione a decorso cronico, con una mol- plessivo del paziente e laumento della sua ca-
teplicit di aspetti fenomenologici (biologici, pacit produttiva. Dal punto di vista sociale,
sociologici e individuali). Il trattamento mira un programma a lungo termine con agonisti
a migliorare il benessere, il funzionamento e oppiacei consente una buona riduzione dei
ladattamento sociale dei pazienti, riducendo- costi sanitari e giudiziari legati allabuso di so-
ne i rischi per lo stato generale di salute. Data stanze [113].
la complessit di questo fenomeno, i tratta- Il trattamento deve prevedere standard
menti, pur standardizzabili in maniera affida- qualitativi adattabili alle esigenze dei singo-
bile, devono essere erogati e resi disponibili li pazienti, le decisioni terapeutiche devono
in una molteplicit di contesti e di modalit essere basate su una solida conoscenza della
pratiche, cos da raggiungere i bisogni delle neurobiologia di base e della farmacologia
diverse tipologie di persone affette da questa applicata ai sistemi oppiacei. I trattamenti a
malattia [113]. Il trattamento a lungo termine lungo termine (di mantenimento) con meta-
(di mantenimento) con agonisti oppiacei il done, buprenorfina, e buprenorfina-naloxone,
trattamento di prima linea nella tossicodipen- pur nella loro efficacia comparata, posseggono
denza da oppiacei. Gli obiettivi che consente propriet farmacologiche e profili di sicurezza
di raggiungere comprendono la riduzione/ non sovrapponibili, che devono essere adattati
abolizione delluso di tutte le sostanze dabuso alle diverse fasi di malattia dei pazienti con di-
utilizzate dal paziente, la riduzione/scompar- pendenza da oppiacei.
sa del rischio di eventi letali associati alluso
di sostanze, la riduzione dei comportamenti

49
50 CAPITOLO 8

Nozioni di base * Per la maggioranza dei pazienti si preve-


de un trattamento della durata di qualche
anno
* La tossicodipendenza da oppiacei una * Il metadone, la buprenorfina e la com-
condizione medica caratterizzata da fat- binazione buprenorfina-naloxone sono
tori bio-psico-sociali sia a livello indivi- tutti farmaci efficaci nel ritenere i pazien-
duale che collettivo ti in trattamento e nel permettere loro di
* Un trattamento efficace quando ridurre/cessare luso tossicomanico di
* accessibile alla maggioranza delle oppiacei
persone che possono trarne beneficio * Il metadone ha specifici effetti collatera-
* Comprende una serie di misure far- li, quali il prolungamento dellintervallo
macologiche e psicosociali QTc e la depressione respiratoria dose-
* E pensato per risolvere luso tossico- dipendente
manico di oppiacei, prevenire i danni * La buprenorfina ha minore probabilit di
ad esso associati, migliorare la qualit interazione con i farmaci utilizzati nella
di vita del paziente ed essere beneficio politerapia dellinfezione da HIV
per lintera comunit * A dosi equipotenti, il metadone ha inte-
* Il trattamento a lungo termine (di man- razioni pi rilevanti rispetto alla bupre-
tenimento) con agonisti oppiacei il trat- norfina con alcol e benzodiazepine, con
tamento migliore in termini di rapporto maggior rischio di overdose in caso di
costi/benefici poliabuso estemporaneo
* Le opzioni farmacologiche di prima scel- * La combinazione buprenorfina-naloxone
ta sono il metadone, la buprenorfina e la pi sicura della buprenorfina in termini
combinazione farmacologica buprenorfi- di uso improprio, ed lopzione pi si-
na-naloxone cura in termini di rischio di cessione del
* Laggiunta di interventi psicosociali pu farmaco da parte del paziente al di fuori
incrementare lindice di efficacia riabilita- dal contesto terapeutico
tiva del programma terapeutico * Il monitoraggio continuo del paziente
* I benefici dei programma di trattamento permette al medico di adattare la terapia,
a lungo termine (di mantenimento) sono in tempo reale, alle necessit contingenti
tanto maggiori quanto pi a lungo un pa- del paziente
ziente rimane in trattamento
9

Bibliografia

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Pacini Editore Medicina,
Via A. Gherardesca, 56121 Ospedaletto, Pisa, Italy, EU
AU-CNS,
Via XX Settembre, 83 - 55045 Pietrasanta, Lucca, Italy, EU

AU CNS, Pietrasanta, Ottobre 2011


From Science to Public Policy

possibile grazie a:
Una iniziativa resa
Dep. AIFA 7/11/2011 da RB Pharmaceuticals Ltd - Stampato nel mese di Ottobre 2011 - Cod. PUBBLSBX00
Materiale distribuito con RCP in allegato

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