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Salvatore Sciarrino: indago il confine tra suono e silenzio

Il compositore lavora alla nuova opera Ti vedo, ti sento, mi perdo: La musica seduttiva come
nessunaltra arte
Salvatore Sciarrino durante una lezione allAccademia Chigiana dove insegna Composizione. Il
compositore nato a Palermo 69 anni fa

SANDRO CAPPELLETTO
CITT DI CASTELLO

Salvatore Sciarrino si vanta di essere nato libero e non in una scuola di musica. Cos le prime
righe del sito del compositore palermitano che a ottobre ricever alla Biennale Musica di
Venezia il Leone doro alla carriera. Lo scorso giugno al Teatro Comunale di Bologna andata
in scena una delle sue opere pi riuscite, Luci mie traditrici , ora la Scala e la Staatsoper di
Berlino gli hanno commissionato una nuova produzione: Ti vedo, ti sento, mi perdo . Sua la
musica, suo anche il libretto. Il debutto sar nel 2017, per la regia di Jrgen Flimm,
drammaturgo e uomo di teatro mai banale, mai gratuito.

Il sottotitolo recita: In attesa di Stradella. Ma non un omaggio al compositore barocco dalla


vita melodrammatica, pugnalato da due sicari a Genova dopo troppe storie damore, damanti,
di fughe e coltello. No, dice secco Sciarrino. Ho gi consegnato il testo, ma lo asciugher
ancora, per renderlo pi essenziale. Il tema dellopera il potere di seduzione della musica. La
musica seduttiva come nessunaltra arte. Lo era al tempo di Stradella, lo ancora. Molti,
ascoltando musica, non sanno trattenersi dal chiudere gli occhi: la dimensione visiva reale viene
a disturbare la dimensione visiva suscitata dalla musica. Le sue immagini interiori, compiute e
invisibili.

IMITAVO BURRI
Il maestro risiede da diversi anni nella quiete di Citt di Castello. Lentamente, ora che a un
passo dai settanta, sta cedendo alla modernit: per comunicare non usa pi il fax della cartoleria
sotto casa, ha un cellulare con tanto di WhatsApp. Limmagine scelta per il profilo quella di
Gaspare, il Re Mago: anziano, con barba e capelli bianchi, lunghi, arricciati: Particolare di
unadorazione vista a Berlino, cos ben caratterizzato che sembra un ritratto.

Larte visiva rimane una sua grande passione; quandera ragazzo dipingeva: La frequentazione
con il contemporaneo cominciata l, prima ancora che con la musica: imitavo la pittura di
Alberto Burri. Le passioni dellinfanzia poi si mitizzano, ma non potevo immaginare che gli
sarei diventato amico, qui a Citt di Castello dove lui era nato. Burri aveva una coscienza
difensiva della propria arte. Per anni ha fatto la fame, poi quando ha potuto ha ricomprato i suoi
stessi quadri, quelli che lo convincevano di meno, dagli amici a cui li aveva regalati.

Sciarrino ha passato il mese di luglio a Siena, insegnando composizione allAccademia


Chigiana: Per 21 giorni. Di meno non serio e a me non interessa. Il rapporto con i miei allievi
continua negli anni. Goffredo Petrassi diceva: Dai miei allievi ho imparato tantissimo. Lui
concorda: Insegnando ricevo stimoli enormi, mi trasformo. Si pu insegnare solo se si
generosi. Lui insegna a cercare s stessi e quella libert che ha sempre rivendicato, a partire
dalla Berceuse per orchestra del 1969, che stup fino allo scandalo. Ma come, questo ragazzino
si richiama a Chopin e al romanticismo, mentre in tutta Europa (solo in Europa, per) i
compositori seri studiano la tecnica dodecafonica? Ed erano pronte le scomuniche, per chi
sgarrava.
Sul tavolo dello studio, la nuova, recente traduzione italiana del Doctor Faustus. Comporre
difficile, scriveva Thomas Mann, alla met del secolo scorso. sempre stato difficile e lo
sar sempre, riflette Sciarrino. Se la musica un gioco, a me non interessa. Il compositore
appartiene alla categoria degli esploratori: superare s stessi, correre dei rischi, inventare,
proiettarsi in altre dimensioni.

IL GRADO ZERO DELLASCOLTO


Lui ha trovato la sua dimensione indagando il confine tra suono e silenzio, tra azione e staticit.
La musica di Sciarrino sta sulla soglia, possiede una propria ecologia, invita noi contemporanei,
sommersi da tempeste di suoni e rumori subiti spesso involontariamente, a recuperare un grado
zero dellascolto, da dove ripartire. Molti suoi lavori strumentali sfidano i suoni della natura:
come se la stessimo ascoltando immobili nel silenzio di una notte, con le orecchie tese, con
lanima pronta a stupirsi: Ho sempre voluto occuparmi della fisicit, della corporeit del
suono.

Poco succede, quasi niente nella sua musica, scritto nella laudatio con cui nel 2006 stato
insignito del prestigioso Salzburger Musikpreis. Ma dal nulla si pu schiudere linfinito. Anche
linfinito delle nostre ossessioni, come accade in Infinito nero, ispirato da tre lettere di Torquato
Tasso e attraversato da bisbigli, sussurri, fantasmi, visioni. Tasso impazzito, Borromini che si
uccide a fil di spada, Gesualdo da Venosa, il principe assassino della moglie e dellamante di
lei: spesso Sciarrino prende ispirazione da personaggi neri del periodo barocco, che ama
oltremisura - talvolta, in particolare nella vocalit, rischiando un certo barocco manierismo. Ma
questo il problema dei problemi della musica contemporanea: dopo il recitar cantando del
600, dopo il belcanto, dopo il verismo, dopo lespressionismo, dopo la sillabazione che
frantuma la parola di tanti contemporanei, come scrivere per la voce comunicando con il
pubblico ma senza apparire neo, post, ex? Come obbedendo alla strategica indicazione di
Giuseppe Verdi - Torniamo allantico, sar un progresso - spesso Sciarrino si rivolge al
passato, lo cita, lo trasforma. Lo ha fatto con Mozart, con Domenico Scarlatti, con Gesualdo,
con le antiche canzoni da battello veneziane.

LA LEZIONE DI VERDI
Tutto quello che diverso da me mi interessa. La tradizione identit, bagaglio. Non si
impara dal niente. Mi misuro sempre con i classici, che non perdono mai la contemporaneit.
Il moderno di per s non mi interessa, dopo due mesi gi vecchio. Da Verdi ha imparato
qualcosa? Amo molto il suo aspetto irrazionale ed emozionale, cos prorompente. Il grande
insegnamento la sua drammaturgia, in certi casi senzaltro pre-cinematografica: totale e
dettagli, esterno e interno, ricchezza di immagini. Non si pu dire di molti altri autori.

Da Verdi per Sciarrino, come la maggior parte degli artisti italiani contemporanei, non ha
preso laspetto che una volta si diceva dellimpegno, della partecipazione civile: cos.
Bisogna esserne coscienti e anche prendersi una parte di colpa. La nostra civilt europea ha
perso parte della sua forza, indubbio. E che cosa le rimane? E se la sua vera nuova forza
fosse la creativit, una rinnovata passione estetica da proporre al mondo contemporaneo? Oltre
il culto ossessivo della tecnologia. Internet non porta alla comunicazione, ma allisolamento:
finiamo tutti col fare sempre le stesse cose. una perdita del piacere vero della vita, in questo
senso confermando una tendenza antica della nostra societ, che rimuove il piacere non
superficiale, lo censura.

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