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Beroso Caldeo

Storia di Babilonia
introduzione, traduzione dal greco e note
di Mirko Rizzotto
Alla mia amatissima Giorgia,
dal suo pap
Beroso, lo storico-sacerdote e la sua opera

Beroso (o, secondo altre grafie, Berosso) fu senza ombra di dubbio il pi


grande storico babilonese di et ellenistica. Il suo nome, in lingua
babilonese, suonava come Bl-uur, ossia Bl, proteggi o Bl-uur-u,
vale a dire Bl, proteggilo1.
Quando Beroso nacque, Babilonia (la citt sacra del dio Bel/Marduk)
aveva smesso da molto tempo di essere la capitale di un grande impero e
viveva all'ombra e nel ricordo dell'antica grandezza.
Nel 539 a.C., infatti, Ciro il Grande, Gran Re di Persia, aveva invaso ed
occupato la citt, mettendo la parola fine alla sua indipendenza, durata
migliaia di anni. I Babilonesi mal sopportarono di essere entrati a far parte
dell'Impero Persiano, ma tutte le loro rivolte fallirono, cos, alla fine, si
rassegnarono al dominio straniero.
Nel 331 a.C, per, il giovane Alessandro Magno, re dei Macedoni, entr
trionfalmente a Babilonia, dopo aver sconfitto pi volte in battaglia gli
eserciti di Dario III, l'ultimo re persiano. I Babilonesi accolsero Alessandro
come un eroe ed un liberatore, e da allora Babilonia entr per molti secoli
a far parte dell'impero greco-macedone (e poi in quello dei Seleucidi di
Siria), recuperando parecchio del suo antico splendore.
Tra la folla che accolse festosamente Alessandro al suo arrivo a Babilonia,
vi era anche un giovane di circa vent'anni, che sarebbe poi diventato
sacerdote del dio Marduk, astronomo e astrologo di gran fama. Si trattava
del nostro Beroso.
Beroso era nato intorno al 350 a.C., a Babilonia. Studi e impar
meravigliosamente bene la lingua greca, che era divenuta oramai, grazie
alle conquiste di Alessandro, la lingua internazionale dell'epoca, idioma
obbligato per chi volesse esprimere opere di ampio respiro culturale.
Grazie a questa sua doppia conoscenza (della storia e della cultura
babilonese da una parte e della lingua greca dall'altra), Beroso entr ben
presto in contatto con il nuovo mondo creato dalle conquiste del giovane
Alessandro, tanto da fondare, secondo lo scrittore romano Vitruvio, una
scuola di astronomia nell'isola di Cos, nel mare Egeo.
I Babilonesi (che i Greci chiamavano anche Caldei) erano da sempre
ammirati e invidiati per la loro grande conoscenza del mondo delle stelle,
del moto dei pianeti e degli astri, ed anche per essere in grado di prevedere
1 G. FURLANI, Enciclopedia Italiana, s.v. Beroso, Treccani, Roma 1930.
il futuro e di formulare degli oroscopi assai precisi. Beroso sfrutt questa
sua conoscenza per essere bene accolto nel mondo dei Greci, insegnando
loro gli antichi segreti astronomici dei popoli della Mesopotamia. Ancora
giovane, sbarc al Pireo, porto di Atene, stabilendosi in citt e tenendovi
molte lezioni su questo argomento.
Secondo lo scrittore romano Plinio il Vecchio (morto durante l'eruzione del
Vesuvio che distrusse Pompei nel 79 d.C.), gli Ateniesi, grati per i suoi
insegnamenti astrologici, gli avrebbero eretto nella loro palestra pubblica
(il ginnasio) una statua con la lingua in oro massiccio.
Beroso diede importanti contributi scientifici, affermando, per esempio, tra
i primi al mondo, che la luna avesse un lato oscuro ed uno luminoso, cosa
che stata confermata dalle recenti missioni spaziali Apollo del XX
secolo. Costru inoltre una speciale meridiana per suddividere le ore del
giorno.
Per noi moderni, per, Beroso celebre per un altro motivo, cio per aver
scritto un'importantissima opera storiografica conosciuta come Storia di
Babilonia (). Beroso scrisse la sua Storia in greco,
traducendo le antiche tavolette incise in caratteri cuneiformi, proprio per
presentare al mondo degli stranieri la gloriosa e lunghissima storia della
sua citt natale, che altrimenti essi non avrebbero potuto conoscere.
Dedic il suo libro al re Antioco I (324-261 a.C.), che era succeduto ad
Alessandro Magno nel governo dell'Oriente, fondando la dinastia dei
Seleucidi.
La Storia di Babilonia era divisa originariamente in tre ampi libri e trattava
delle origini del mondo, della mitologia babilonese, del Diluvio universale
e delle vicende dei re di Babilonia fino alla conquista persiana e
all'avvento di Alessandro.
Se fosse giunta completa fino a noi, l'opera di Beroso sarebbe stata una
preziosissima fonte di informazioni ma, sfortunatamente, essa andata in
gran parte perduta.
Ce ne sono arrivati per molti frammenti, grazie soprattutto ad uno
scrittore vissuto un oltre un secolo e mezzo dopo Beroso, in et romana,
ovvero Alessandro Polistore (I secolo a.C.); Polistore ebbe modo di
leggere l'opera di Beroso prima che questa andasse perduta, citandola e
tramandandocene cos diversi stralci.
Per colmo della sfortuna, anche l'opera di Polistore andata a sua volta
perduta, ma grazie allo storico bizantino Giorgio Sincello (vissuto nell'VIII
secolo d.C.), che la lesse e la cit, possiamo farcene un'idea abbastanza
chiara.
Altri frammenti, che un tempo facevano parte dell'opera di Beroso, sono
rinvenibilili negli scritti di altri autori antichi, come Abideno (che scrisse
una Storia degli Assiri, anch'essa in larga misura perduta), il giudeo
Giuseppe Flavio, l'armeno Mos di Corene ed il palestinese Eusebio di
Cesarea.
Le scoperte fate dagli archeologi all'inizio del Novecento, in Mesopotamia,
hanno dimostrato senz'ombra di dubbio come Beroso, nella sua Storia di
Babilonia, avesse detto la verit, basando il proprio racconto, quasi parola
per parola, sulle tavolette d'argilla dell'epoca dei Sumeri, e salvando cos
dal dimenticatoio le leggende pi antiche dell'Oriente, che senza di lui
sarebbero andate senz'altro perdute o dimenticate.
Grande curiosit suscita il frammento che parla degli uomini-pesce, in
particolare del famoso Oannes2, che alcuni moderni lettori dell'opera
berosiana sono giunti addirittura ad affermare (in modo indubbiamente
suggestivo ma tutt'altro che pacifico) che egli sarebbe appartenuto ad un
popolo di misteriosi visitatori dallo spazio, portatori di civilt, gli
Annunaki. Nella Lista reale di Ur, tradotta a suo tempo da Thorkild
Jacobsen3 ( 1993), che elenca una serie di sovrani della citt sumera
realmente esistiti, troviamo un personaggio molto particolare: Oannes.
Oannes, secondo l'opera di Beroso, e come confermer la Lista reale di Ur,
sarebbe stato il primo dei re antediluviani, che regnarono ciascuno per
periodi lunghissimi di tempo (l'unit di misura adoperata per computare la
durata dei regni di questi sovrani difatti il sar, o grande anno, che
corrisponde a 3600 anni).
Nella sua trattazione Beroso racconta come la discesa dai cieli di questo
strano essere non fosse stata lunica della storia mesopotamica dato che gli
esseri divini che discesero sulla Terra per aiutare luomo a percorrere il
cammino dell'incivilimento sarebbero stati ben dieci.
Beroso ci ha inoltre trasmesso la storia di Sisutro, il No babilonese, ed un
racconto del Diluvio per molti aspetti assai simile a quello contenuto nella
Bibbia. Un confronto fra le due storie sar di grande interesse.
Tornato nella sua citt natale, Babilonia, Beroso vi mor intorno al 270
a.C., lasciando a noi posteri l'eredit immortale ed emozionante della sua
opera storica.
L'opera di Beroso ebbe una larghissima influenza sugli storici successivi,
2 F. HROZNY, Oannes, Dagan un Dagur, MVAeG, 5, 1903, pp. 94-106.
3 T. JACOBSEN (a cura di), Sumerian King List, University of Chicago Press, Chicago 1939, p. 93.
sia ellenistici che romani: ai suoi scritti si rifecero esplicitamente
Alessandro Polistore, Apollodoro, Abideno ed il romanizzatissimo re
numida Giuba II, il quale lo sconsult a piene mani per la sua opera Sugli
Assiri.
Per quanto concerne la ripartizione della Storia di Babilonia possiamo,
sulla base dei frammenti e delle testimonianze superstiti, abbozzare la
seguente ripartizione: nel primo libro Beroso trattava della storia
babilonese dalle origini del mondo al Diluvio ed enumerava dieci re per
questo primo periodo; il secondo libro, contenente ampie liste di sovrani,
andava dal diluvio a Nabonassar, per un totale di 86 re. Il terzo ed ultimo
libro abbracciava la storia babilonese da Nabonassar ad Alessandro
Magno.
L'orientalista istriano Giuseppe Furlani ( 1962) ha cos ben sintetizzato il
contenuto dei primi libri della Storia di Beroso: Le parti dell'opera
concernenti la cosmologia, la lista dei re prediluviani e la storia del
Diluvio hanno trovato piena conferma nei documenti babilonesi in
caratteri cuneiformi. Beroso racconta che in origine dal Mar Rosso (Golfo
Persico) sorse un mostro di nome Oannes, in forma di pesce con testa
d'uomo sotto la testa di pesce e con piedi parimente di uomo sporgenti
dalla coda.
Questo mostro ebbe commercio con gli uomini, avendo voce umana, e
insegn loro le arti e i mestieri, le lettere e le matematiche, i riti religiosi e
la politica, come pure l'agricoltura. Le notti Oannes passava nel mare. Egli
scrisse sulla politica e sulle origini e consegn questi scritti agli uomini.
In origine l'universo era di tenebra e di acqua, dove erano mostri combinati
di pi forme, sopra i quali regnava una donna dal nome '
(Timat). Venne allora il dio Belo, spacc la donna in due, fece delle due
parti il cielo e la terra, uccise tutti i mostri. Poi Belo ordin il mondo, fece
gli astri, infine si tagli la testa: col sangue che ne lasciava gli altri dei
impastarono della terra e formarono gli uomini. Perci gli uomini sono
intelligenti e partecipi della mente divina. Prima del Diluvio regnarono
sulla terra dieci re. Questi sono Aloro, Alaparo, Amelon, Ammemon,
Megaloro, Daono, Euedoracho, Ammempsino, Otiarte e Sisutro
(), il quale ultimo il No babilonese.
Ai tempi di Sisutro avvenne il Diluvio. Il dio Crono gli predisse in sogno il
cataclisma e gl'ingiunse di deporre tutti i libri nella citt di Sippar, di
costruire una nave e di salirvi con tutta la sua famiglia e i suoi famigliari
assieme ai quadrupedi, ai volatili e alle suppellettili. Cos fece Sisutro.
Quando il diluvio decrebbe egli mand fuori dell'arca alcuni uccelli, i quali
per, non trovando cibo n dove posarsi, ritornarono alla nave. Dopo
alcuni giorni ne furono mandati altri: questi ritornarono colle zampe
imbrattate di fango. Gli uccelli mandati per la terza volta non ritornarono.
Allora Sisutro cap che la terra era vicina, usc dalla nave assieme ai suoi
famigliari e fece un sacrificio agli dei: da allora in poi scomparve con i
suoi. I compagni rimasti nella nave lo cercarono vanamente, ma udirono
soltanto una voce dal cielo che comandava loro di adorare gli dei: Sisutro
stesso assieme ai suoi famigliari abitava ora presso gli dei. I suoi compagni
andarono allora a Sippar, recuperarono i libri ivi depositati da Sisutro,
ritornarono a Babele, fondarono molte citt ed edificarono templi.
Interessanti, infine, anche i frammenti del III libro di Beroso, che narrava
le vicende di Babilonia sotto il governo degli Assiri (in particolare di
Sennacherib, VII sec. a.C.) e le imprese dei sovrani babilonesi,
specialmente Nabonassar e Nabucodonosor II (VI sec. a.C.). A questi
frustoli abbiamo ritenuto opportuno aggiungere un brano tratto da Curzio
Rufo, Storia di Alessandro Magno, V, 1, dato che lo scrittore latino trasse,
com' noto, le sue informazioni da Clitarco, storico di Alessandro il
Macedone, il quale forn a sua volta spunti a Beroso, com' gi stato
dimostrato4. In questo contesto la descrizione dell'ingresso del Macedone a
Babilonia, fra due ali di folla festante, rispecchia con fedelt un evento a
cui lo stesso Beroso assistette personalmente, e che doveva ricevere un
adeguato spazio alla fine della sua opera.
Si voluto infine tradurre alcuni brani in prima persona (com'era
nell'originale berosiano) al fine di dare al lettore un'idea di come dovesse
apparire l'opera uscita dalla penna del suo Autore, oltre 22 secoli fa. Sono
stati esclusi dalla presente edizione le pur numerose testimonianze antiche
e, naturalmente, i brani falsamente attribuiti a Beroso da Annio da Viterbo
nella sua Antiquitatum variarum, edita in latino nel 1498 e in traduzione
italiana nel 1583, a Venezia: per quanto di estremo interesse (specie nelle
parti dedicate al Diluvio) sono solo frutto, ahinoi, della fantasia del loro
colto autore.

4 P. SCHNABEL, Berossos und Kleitarchos, Teubner, Leipzig 1912, p. 33.


Tavola di provenienza dei frammenti

Libro I

fr. 1, 2, 3, 4 = GIORGIO SINCELLO, Chronographia ad Adamo usque ad Diocletianum, ed. A. Mai, p.


28, B
fr. 5 = ATENEO, I Deipnosofisti o filosofi a banchetto, XIV, 44, 639c

Libro II

fr. 1 = GIORGIO SINCELLO, Chronographia ad Adamo usque ad Diocletianum, ed. A. Mai, p. 39, B
fr. 2 = SINCELLO, op. cit., p. 30, A
fr. 3 = GIUSEPPE FLAVIO, Antichit Giudaiche, I, 7, 2
fr. 4 = MOS DI CORENE, Storia dell'Armenia, I, c. 5
fr. 5 = SINCELLO, op. cit., p. 44, C

Libro III

fr. 1 = GIUSEPPE FLAVIO, Antichit Giudaiche, X, 1, 4


fr. 2 = GIORGIO SINCELLO, Chronographia ad Adamo usque ad Diocletianum, ed. A. Mai, p. 207, B
fr. 3 = GIUSEPPE FLAVIO, Antichit Giudaiche, X, 11
fr. 4 = GIUSEPPE FLAVIO, Contro Apione, I, 20
fr. 5 = ATENEO, I Deipnosofisti o filosofi a banchetto, XIV, 44, 639c
fr. 6 = GIUSEPPE FLAVIO, Antichit Giudaiche, X, 11
fr. 7 = EUSEBIO DI CESAREA, Preparazione evangelica, IX, 41
fr. 8 = CURZIO RUFO, Storia di Alessandro Magno, V, 1
Ritratto ideale di Beroso (illustrazione di Licia Nale)
Primo libro
1. Prefazione: Beroso dichiara le sue fonti sui tempi antichi

Io, Beroso, fui contemporaneo di Alessandro [il Grande], figlio di Filippo,


re dei Macedoni. Ho scritto questa mia Storia soltanto dopo aver
consultato numerosissimi libri: a Babilonia esistono infatti dei resoconti
scritti conservati con grande cura, che coprono epoche storiche di enorme
durata (15 miriadi di anni, cio: 15 x 10.000, che equivalgono a ben
150.000 anni!).
Questi vecchissimi libri contengono una lunga storia dei cieli e del mare, e
narrano la nascita delluomo, nonch la storia di coloro che salirono sul
trono regale, e le azioni da essi compiute.
2. La geografia di Babilonia

Innanzitutto va detto che la regione in cui vivono i Babilonesi si trova


presso il fiume Deglathius5, non lontano, comunque, dal punto in cui il
fiume chiamato Arazanes6 confluisce in esso.
Qui crescevano il grano selvatico, l'orzo, le lenticchie, l'ervo 7 ed il sesamo.
In quei tempi lontani, lungo le rive paludose dei due fiumi, spuntava un
vegetale (una specie di ravanello) da cui, con molta fatica, era possibile
ricavare qualcosa di simile al pane. In questo luogo si trovavano inoltre
palme, mele e molti altri generi di frutti, oltre a pesci, uccelli selvatici e di
palude. La regione che si trovava al di l di Babilonia, invece, si chiamava
Arabia, ed era del tutto arida e priva di frutti; Babilonia abbondava invece
di vegetazione e di alberi da frutto.

5 il fiume Eufrate, che scorre in Mesopotamia (oggi Iraq); l'antica denominazione di Deglathius deriva da Tiglath-
Pileser I, che fu re degli Assiri dal 1114 al 1076 a.C., acerrimo avversario dei Babilonesi e degli Ittiti.
6 Il fiume Tigri.
7 Un legume della regione.
3. L'apparizione di Oannes, l'uomo-pesce

Vi era una gran moltitudine di gente a Babilonia, chiamati Caldei, ed essi


vivevano senza leggi come animali selvaggi. Nel primo anno emerse dal
Mar Rosso quella che come fu definita dagli stessi Babilonesi una
creatura gigantesca il cui nome era Oannes, di cui parla anche Apollodoro
nella sua Storia: il suo corpo era in tutto e per tutto simile a quello di un
pesce, anche se sotto la testa di pesce ne aveva opposta un'altra e sotto la
coda possedeva dei piedi simili a quelli degli uomini e una voce umana. La
sua immagine venne fino ad oggi ritratta come quella degli di.
Questa creatura, dunque, era solita sedere fra gli uomini e conversare con
essi, anche se non prendeva mai alcun cibo: insegn agli esseri umani a
leggere e a scrivere e le varie arti, come si progettavano le citt, come si
costruivano i templi, come stendere le leggi e infine l'arte di stabilire i
confini; insegn poi loro come si doveva seminare e come raccogliere i
frutti, nonch tutte quelle cose la cui conoscenza porta alla civilt. Da quel
tempo, cos, nessun essere umano invent pi nulla di nuovo riguardo a
queste cose8.
Ogni volta che il sole tramontava, questa creatura di nome Oannes era
solita immergersi nuovamente nelle acque del Mar Rosso e passava le notti
nellabisso, poich essa era anfibia. In seguito apparvero anche altre bestie.
Ma discuter di queste cose nella parte del libro in cui narrer le vicende
dei re.

8 L'imperatore romano pagano Giuliano l'Apostata (361-363 d.C.), aveva avuto modo di leggere Beroso e, nella sua
opera Contro i Galilei, scrisse: Dio, comunque, non si preoccupato solo degli Ebrei ma, amando tutte le nazioni,
ha concesso loro una normale attenzione, mentre ha privilegiato noi pagani di doni molto superiori, come si pu
vedere da ci che segue. Gli Egizi, per esempio, appartengono ad una razza che conta non pochi saggi e possono
vantare molti sapienti che hanno perpetuato linsegnamento di Ermete (ovvero il dio egizio della sapienza Thot,
NdT). Voglio dire lErmete Trismegisto che risiedeva spesso in Egitto. I Caldei possono dirsi discepoli di Oannes e
di Belo, e decine di migliaia di Greci sono venuti in possesso della Sapienza del centauro Chirone. Anche Fozio,
vescovo di Costantinopoli (820-893 d.C.), parlando dello storico greco Elladio scrisse: Elladio racconta la storia di
un uomo chiamato Oe che emerse dal mar Rosso: aveva corpo di pesce ma testa, piedi e braccia umani; egli insegn
agli uomini le lettere e lastronomia. Secondo un'altra leggenda, egli usc da un grande uovo (cosi si spiega il suo
nome) ed era un vero uomo, anche se pareva un pesce perch aveva la pelle di una creatura marina.
4. Il racconto di Oannes sulle origini dell'universo

Oannes parl anche di come era nata lumanit, spiegando i diversi stili di
vita dei vari popoli, inclusi i loro modi di governarsi; ecco ci che disse,
dando agli uomini il seguente racconto:
C stato un tempo in cui ogni cosa era oscurit e acqua e che in
questacqua strani esseri dalle forme bizzarre si generarono, alcuni
spontaneamente, assumendo tuttavia forme strane, differenti da coloro che
sarebbero nati in seguito, essendo sorti prima di tutti gli altri esseri viventi.
C'erano anche degli esseri umani, alcuni dei quali avevano un aspetto
doppio, mentre altri addirittura uno quadruplo! Infatti una parte di essi
aveva due corpi (uno femminile e l'altro maschile) ed un'unica testa,
presentando, in un unico essere, le caratteristiche proprie dei maschi e
delle femmine. Vi erano poi uomini dalle zampe di capra e con la testa
dotata di corna, altri ancora con le zampe e la parte inferiore del corpo
simile a quella dei cavalli e con quella superiore identica a quella umana,
proprio come i centauri. Esistevano anche tori nati con la testa umana, e
cani con un quadruplo corpo e code di pesce, oltre che un'infinita serie di
altre creature dall'aspetto simile a draghi. C'erano inoltre pesci simili alle
sirene, e rettili, e serpenti ed una fantastica variet di altre creature
differenti fra loro, le cui immagini, dipinte con grande cura, si trovano
conservate nel tempio di Bel (o Marduk) 9. Su tutti questi esseri dominava
una certa donna di nome Margaia, che nella lingua babilonese era chiamata
Tiamat, che in greco significa mare.
(5). E cos, mentre in antico esistevano tutte queste creature miste, il dio
Marduk, una volta arrivato, tagli a met Tiamat, e con una met di essa
cre la terra, e con l'altra il cielo.
Oannes disse inoltre che questo mito era un'allegoria per spiegare l'origine
di tutte le cose. Infatti lintero universo composto di materia umida
(l'acqua), in cui vengono continuamente generati degli animali.
Certamente, in quei lontani tempi, tutto ci che esisteva era immerso nel
liquido e nell'acqua, e non vi esisteva nulla tranne le belve selvatiche,
ragion per cui Marduk, dopo essersi provocato una ferita alla testa, fece
gocciolare il proprio sangue, mischiandolo con la terra e col sangue di altri

9 Nella mitologia babilonese Marduk era figlio del dio Ea (Enki per i Sumeri). Nell'Enuma Elish, il poema nazionale
degli antichi Sumeri, Marduk colui che guida gli di nella durissima guerra contro la dea Tiamat, che simboleggia
le oscure acque primordiali, da cui ebbe origine il mondo.
di e cos furono creati gli uomini: per tale ragione essi sono dotati di
intelligenza e condividono la mente divina.
(6). Poi si racconta che Marduk, che i Greci chiamano con il nome di Zeus
(gli abitanti dell'Armenia lo soprannominano invece Aramasde), dopo aver
separato le tenebre dalla luce, divise la terra dal cielo, ordin il mondo in
modo meraviglioso; tuttavia le antichissime belve, non riuscendo a
sopportare la luce del sole, morirono una dopo l'altra. Allora Marduk,
avendo osservato quella regione (la Mesopotamia) oramai disabitata ma
molto fertile, ordin agli altri di suoi sottoposti di ferirsi la testa e di far
gocciolare il sangue a terra, dove, impastatolo, plasmarono gli esseri
umani, assieme alle altre creature selvatiche e agli animali che potessero
vivere in quel clima. In seguito a ci, Marduk cre le stelle, il sole la luna
e i cinque pianeti erranti del sistema solare.

Dagon/Oannes da un bassorilievo mesopotamico conservato al Louvre


5. La festa di Sacea

Durante lundicesimo mese, chiamato Loos10, i Babilonesi celebravano per


cinque giorni fa festa di Sacea. In tale periodo, era usanza che i padroni
obbedissero ai loro servitori. Uno di essi poteva circolare attorno alla casa
e indossare degli abiti degni di un re, detti Zoganes11.

10 settembre, secondo il calendario greco-macedone.


11 La zogana era una specie di lunga stola colorata, di fattura preziosa, anche se alcuni studiosi sono in dubbio sul
preciso significato di questa parola (cfr. K. RADNER, E. ROBSON (a cura di), The Oxford Handbook of Cuneiform
Culture, Oxford University Press, Oxford 2011p. 642).
Secondo libro
1. I re della Terra vissuti prima del Diluvio

Prima del Diluvio regnarono sulla terra dieci re. La durata complessiva dei
loro lunghi regni fu di 120 saros, cio di 432.000 anni.
Si dice che il primo re del paese fu Aloro, il quale fece circolare la voce
secondo cui era stato designato da Dio ad essere Pastore del popolo; egli
regn per 10 saros; si calcola che un saros duri 3.600 anni; un neros
600 anni ed un sosso 60 anni.
Dopo di lui regn per tre saros Alaparo, a cui succedette Amillaro di
Pantibiblon, che rest al potere per 13 saros; fu allora che emerse per la
seconda volta dal Mar Rosso un semi-demone detto Annedoto, molto
simile a Oannes.
In seguito regn per 12 saros Ammenone, anche lui proveniente dalla citt
di Pantibiblon. Dopo di lui sal al trono Megalaro, della stessa citt, che
rimase al potere per 18 saros; poi venne Daos, detto il Pastore, di
Pantibiblon, che govern per 10 saros; durante il suo regno emersero dal
mare quattro personaggi dalla forma duplice, i cui nomi erano Eudoco,
Eneugamo, Eneubolo e Anemento, e poi Anodafo, durante il regno di
Eudoresco.
In seguito, ci furono altri re, lultimo dei quali fu Sisutro, per cui in totale
regnarono 10 sovrani, per un periodo totale che assomma a 120 saros.
2. Sisutro e il Diluvio universale

Dopo Eudoresco, regnarono altri monarchi, fra cui Sisutro, ai tempi del
quale si verific il famoso Diluvio.
Dopo che Otiarte mor, suo figlio Sisutro 12 divenne re e govern Babilonia
per 18 anni. Mentre Sisutro era re, si abbatt sulla Terra il Diluvio.
Una notte, mentre Sisutro dormiva, gli apparve in una visione il dio Crono,
rivelandogli che il quindicesimo giorno del mese di Daisios 13 (circa il 1
giugno) si sarebbe scatenato il cataclisma.
Gli ordin allora di scrivere una storia, dallinizio di tutte le cose, fino al
loro termine ed ai tempi attuali, consigliandogli di nasconderla
accuratamente nella terra dove il sole tramontava, ovvero nella citt di
Sippar.
Fatto ci, doveva poi costruire una nave e salirvi assieme ai suoi parenti e
a tutta la sua famiglia e con loro avrebbero dovuto portare in salvo degli
esemplari di bestie selvatiche, di animali quadrupedi e di volatili,
ammassando nell'arca provviste, bevande e tutte le proprie suppellettili.
Una volta che avesse terminato questi preparativi, doveva tenersi pronto a
navigare.
Il Dio lo rassicur su quello che gli avrebbe riservato il futuro. Allora egli
chiese al Dio in che direzione dovesse veleggiare e questi rispose: Vai
verso gli di, e gli insegn una preghiera per il bene dell umanit.
Ad ogni modo Sisutro non si rifiut affatto di costruire l'arca, che alla fine
risult lunga cinque stadi e larga due; egli ebbe cura di realizzare con
molta cura tutto quello che gli era stato comandato da Crono. Terminato
che ebbe la costruzione, vi caric ogni cosa che aveva preparato; per
ultimi, fece salire a bordo della nave i figli, la moglie e i suoi familiari.
Infine, come predetto, sopraggiunse il Diluvio. In seguito, quando l'acqua
(che aveva sommerso la Terra) cominci a defluire, Sisutro mand fuori
dell'arca alcuni uccelli, i quali per, non trovando n alcun cibo, n un
luogo dove posarsi, ritornarono alla nave.
Dopo alcuni giorni ne furono mandati altri: questi ritornarono con le
zampe imbrattate di fango. Gli uccelli mandati per la terza volta non
ritornarono. Allora Sisutro cap che la terra era vicina. Quindi, dopo aver

12 In lingua sumerica Ziusudra, vale a dire colui che prolunga l'umanit oltre il Diluvio, l'equivalente
mesopotamico del No della Genesi e assimilabile all'Utnapishtim babilonese del Poema di Gilgamesh.
13 un mese del calendario macedone antico.
aperto un varco nel vascello ed aver guardato fuori, vide che l'arca stava
dirigendosi contro il fianco di una montagna, cosicch ordin a sua
moglie, a sua figlia ed al timoniere di fuggire con lui.
Sisutro usc dalla nave assieme ai suoi famigliari e, dopo aver costruito un
altare, fece un sacrificio in onore degli di: da allora in poi scomparve
assieme ai suoi.
I compagni rimasti nella nave uscirono e lo cercarono inutilmente,
chiamando il suo nome a gran voce, ma udirono soltanto una voce dal
cielo che comandava loro di adorare gli di: Sisutro stesso, assieme ai suoi
familiari, abitava ora presso gli di immortali, e fu ordinato ai
sopravvissuti di onorare religiosamente le divinit. Inoltre, la voce disse
loro che Sisutro era stato assunto in cielo come ricompensa per la sua
devozione, e che sua moglie e sua figlia, oltre al timoniere, avevano avuto
lo stesso onore. Essa aggiunse che li avrebbe guidati lungo la via migliore
per Babilonia.
I suoi compagni allora, volendo fare ritorno a Babilonia, si recarono prima
a Sippar e, per ordine degli di, recuperarono i libri qui depositati da
Sisutro e li consegnarono all'intero genere umano. Si dice inoltre che la
regione in cui l'arca si ferm fosse l'Armenia. Compiuto tutto ci, i
superstiti si incamminarono a piedi verso Babilonia, iniziando una lunga
marcia.
Si dice inoltre che in Armenia, sul monte Corduano, sia rimasto ancora
oggi un frammento dell'arca, e molti raccontano che dal suo legname si
ricavi del bitume che usato dagli abitanti del posto per i lori riti religiosi
di purificazione, e da esso ricavano amuleti e rimedi contro la malasorte e
le verruche.
I sopravvissuti, dopo aver dunque recuperato i libri sepolti a Sippar ed aver
fatto ritorno in Mesopotamia, eressero molte fortezze, innalzarono alcuni
templi in onore degli di e a quanto si racconta riedificarono la citt di
Babilonia.
3. Abramo

Trascorse dieci generazioni dal Diluvio, visse tra i Caldei un certo uomo
giusto e celebre, davvero esperto di tutto ci che aveva a che fare con
l'astronomia, [di nome Abramo]14.

L'arca di No in un'incisione di Gustave Dor

14 Lo storico ebraico GIUSEPPE FLAVIO (I secolo d.C.), che cita questo brano di Beroso in Antichit Giudaiche, I, 7, 2,
specifica per che il nome di Abramo non veniva fatto, anche se era chiaro che ci si stava riferendo a lui.
4. Zeruano e i suoi fratelli

Prima della costruzione della torre di Babele e prima ancora che gli uomini
passassero da un'unica lingua a una variet di linguaggi, dopo che la
navigazione di Sisutro come abbiamo gi raccontato terminasse in
Armenia, Zeruano15, Titano e Giapeto governarono come sovrani la Terra.
Costoro, come si racconta, si divisero fra loro il dominio dell'intero mondo
abitato; uno di essi, per, era profondamente invidioso del potere che
detenevano gli altri due, ed ardeva dal desiderio di imporre loro la sua
supremazia. Costui era Zeruano, che il mago Zoroastro, re del popolo dei
Battriani e principe dei Medi, raccont fosse il padre degli di.
Su Zeruano si raccontano molte favole, che ora non ci interessa trattare.
Comunque sia, alla crudele tirannia di Zeruano si opposero Titano e
Giapeto, che erano ben decisi ad opporgli resistenza, e che si mossero
contro di lui in assetto di guerra, assieme ai loro eserciti. Infatti Zeruano
pensava gi a mettere sul trono dei suoi nemici, dopo averli sconfitti, i
propri figli, nominandoli tutti quanti re.
Ma Astarte16, loro sorella, si frappose fra i contendenti, costringendoli a
fare la pace.
Titano e Giapeto accettarono il fatto che Zeruano avrebbe regnato su di
loro, ma strinsero fra essi, con un giuramento, un patto, ossia di
ammazzare ogni figlio maschio che sarebbe nato da Zeruano, affinch la
sua stirpe non regnasse per sempre sui loro discendenti.
Ordinarono perci ad alcuni robusti Titani di sorvegliare i parti delle mogli
di Zeruano; essi, rispettando gli ordini ricevuti, avevano gi eliminato due
figlioletti maschi di Zeruano, ma Astarte (sorella, come abbiamo gi detto,
di Zeruano, Titano e Giapeto), assieme alle mogli di Zeruano, riusc a
convincere alcuni Titani a lasciare in vita i prossimi figli maschi di
Zeruano, facendoli poi portare lontano, ad occidente, sul monte chiamato a
quell'epoca Tizenghetz, ed in seguito Olimpo.

15 Zeruano, meglio noto come Zoroastro (Zarathutra, o anche Zarathutra Spitma), il noto mistico iranico,
fondatore della religione zoroastrista, vissuto forse nel IX sec. a.C. (ma la datazione tutt'altro che certa); sulla sua
figura si veda M. ELIADE, Zarathustra e la religione iranica, in Storia delle credenze e delle idee religiose, vol. I,
Rizzoli, Milano 2006.
16 Si tratta di Ishtar, la dea babilonese della fertilit e della guerra.
5. La Torre di Babele

All'epoca in cui tutti gli uomini della Terra parlavano un'unica lingua, si
inizi a costruire una torre altissima, quasi che attraverso di essa fosse
possibile salire al cielo.
Allora gli di scatenarono contro gli esseri umani una terribile tempesta, ed
ogni uomo si ritrov a parlare una propria lingua, incomprensibile agli
altri. Ed ecco perch Babilonia ricevette il proprio nome, che significa
confusione17.

Confusione delle lingue, incisione di Gustave Dor

17 L'analogo riferimento di EUSEBIO, Chronicon, riporta relativamente a questo passo di Beroso: Dicono che i primi
abitanti della Terra, che si gloriavano della propria forza e della loro statura e che disprezzavano gli di, stabilirono
di innalzare una torre la cui cima avrebbe dovuto toccare il cielo, nel luogo in cui ora si trova Babilonia, ma quando
essa cominci ad avvicinarsi al cielo i venti vennero in aiuto degli di e rovesciarono l'opera sui suoi progettisti, e si
dice che le sue rovine si trovino a Babilonia; gli di, inoltre, introdussero una diversit di lingue tra gli uomini, che
fino a quel tempo avevano tutti parlato il medesimo linguaggio; una guerra divamp poi fra Crono e Titano, ma il
luogo in cui essi costruirono la torre oggi chiamato Babilonia, a causa della confusione delle lingue, perch gli
Ebrei chiamano la confusione Babel.
Terzo libro
1. Sennacherib re d'Assiria; sue spedizioni e morte

Sennacherib18 [re degli Assiri] si mise alla testa di una spedizione contro
l'intera Asia e l'Egitto 19.
Ritornato poi dalla sua [inconcludente] guerra con l'Egitto e fermatosi
presso Gerusalemme, trov che i reparti del suo esercito affidati a[l
generale] Rapsace erano in grave pericolo, avendoli Dio afflitti con una
grave pestilenza, e nel corso della prima notte dell'assedio erano morti
185.000 uomini con i loro comandanti e ufficiali.
Questa calamit gett Sennacherib in uno stato d'allarme e di terribile
ansiet; temendo che il suo intero esercito patisse un analogo destino,
fugg con ci che rimaneva della sua armata nella metropoli del suo regno
chiamata Ninive20.
Tuttavia, stabilitosi laggi per breve tempo, vi venne assassinato a
tradimento dai suoi figli maggiori, Andromaco e Seleucaro, e in tal modo
ebbe termine la sua esistenza. Fu sepolto in un tempio da lui stesso
edificato, detto Araske. I suoi due figli, successivamente, vennero mandati
in esilio come punizione per l'omicidio del padre, e si rifugiarono in
Armenia.
Gli succedette sul trono Esarhaddon21, che non si cur dei diritti dei figli
maggiori di Sennacherib. In tal modo si concluse la spedizione assira
contro Gerusalemme.

18 Sennacherib (in lingua accadica n-ahhe-eriba cio il Dio della luna ha preso il posto di mio fratello), figlio
di Sargon II, fu sovrano d'Assiria dal 705 al 681 a.C. Condusse due spedizioni contro l'Egitto e il regno di Giuda, ma
entrambe si conclusero con un nulla di fatto, come narra Beroso. Sulla sua spedizione contro Gerusalemme si veda
R.W. GALLAGHER, Sennacherab's campaign to Juda: New Studies, Brill Press, Boston 1999.
19 Nel testo di Giuseppe Flavio, da cui riportato questo passo di Beroso, vi a questo punto una lacuna nel testo; nel
brano perduto era narrata la campagna assira contro l'Egitto.
20 Nei pressi dell'odierna Mossul, in Iraq.
21 Esarhaddon fu re d'Assiria dal 681 al 669 a.C.
2. Re Nabonassar di Babilonia

I Caldei (da cui copiano i matematici greci) conoscono bene i movimenti


delle stelle solo a partire dal periodo del regno di Nabonassar 22, il quale
raccolse tutti i documenti dei re che lo precedettero e li distrusse, di modo
che lordine di successione dei sovrani caldei cominciasse da lui.

Sennacherib, re d'Assiria, incisione ottocentesca

22 Nabonssar (in lingua babilonese Nab-nir cio il dio Nabu il protettore), fu sovrano di Babilonia dal 747 al
735 a. C. Dalla sua salita al trono i Babilonesi fissarono un punto di partenza per il loro calendario.
3. La distruzione del Tempio di Gerusalemme

Nabopolassar mise suo figlio Nabucodonosor23 a capo di un grande


esercito affinch soffocasse le rivolte in Egitto e in Giudea; fu cosi che
quei popoli vennero di nuovo soggiogati e che fu incendiato il tempio di
Gerusalemme24. Inoltre, tutto il popolo ebraico fu costretto ad emigrare a
Babilonia, e la loro citt rimase deserta per 70 anni. Fino ai giorni di Ciro
di Persia. Il re babilonese Nabopolassar conquisto anche lEgitto, la Siria,
la Fenicia e lArabia, e super in successi tutti quelli che, in Caldea e a
Babilonia, lo avevano preceduto come sovrano.

23 Nabucodonosor II , il notissimo re di Babilonia, costruttore dei celebri giardini pensili e distruttore di Gerusalemme,
che regn dal 604 al 562 a.C. Sulla sua figura si veda D. ARNAUD, Nabucodonosor II. Re di Babilonia, Salerno
Editore, Roma 2005
24 Nel 586 a.C. Durante la distruzione del Tempio scomparve anche l'Arca dell'Alleanza, costruita ai tempi di Mos per
ospitare le Tavole dei Dieci Comandamenti.
4. Nabucodonosor re di Babilonia

Quando Nabopolassar25, il padre di Nabucodonosor26, seppe che si era


ribellato l'uomo che egli stesso aveva nominato governatore dell'Egitto,
Fenicia e Celesiria27, non riuscendo pi a sopportare le sue trasgressioni,
mise suo figlio, ancora piuttosto giovane, a capo di parte del suo esercito e
gli ordin di sconfiggere il ribelle. Nabucodonosor obbed e riport
lordine in tutto limpero. Poco dopo per Nabopolassar si ammal e mor
a Babilonia: il suo regno era durato 29 anni.
Venuto a sapere della morte del padre, Nabucodonosor sistem le cose in
Egitto e negli altri paesi, consegn i prigionieri ebraici, fenici, siriani ed
egiziani ad alcuni amici, a cui affid anche i bagagli dell'esercito e parte
delle forze con pesanti armature, mentre lui si affrettava a tornare a
Babilonia, accompagnato da una piccola scorta.
Una volta arrivato, vide che i Caldei avevano svolto le necessarie
operazioni e che il loro dignitario pi importante aveva gestito
temporaneamente il governo in attesa di restituirgli il potere e tutti i
domini che erano stati di suo padre.
Dopo di ci, Nabucodonosor ordin che i prigionieri fossero distribuiti
nelle varie colonie babilonesi; fece abbellire il tempio di Belo/Marduk e
gli altri templi, arricchendoli religiosamente con il bottino di guerra. Fece
ricostruire la citt vecchia e ne allarg la periferia di modo che nessuno in
futuro avrebbe potuto assediarla, n deviare il corso del fiume per entrarvi
pi facilmente (per realizzare tutto ci, fece innalzare tre fila di mura
attorno alla cittadella e tre fila attorno alla periferia). Alcune di esse erano
composte di bitume e mattoni, altre solo di mattoni. Dopo aver fortificato
la citt, ne fece adornare magnificamente le porte e costru un nuovo
palazzo reale, che si aggiunse a quelli in cui soggiornarono i suoi
predecessori: il suo era ancora pi alto e lussuoso. Per descriverlo ci
vorrebbero molte parole, eppure fu finito in soli 15 giorni, malgrado la sua
grandezza e il suo splendore. Cerano elevati camminamenti sostenuti da
pilastri in pietra; abbondavano i giardini pensili, ossia posizionati sui tetti,
un vero e proprio paradiso, ricchi di ogni tipo di piante e alberi, sicch
sembrava di essere in un paese di montagna. Ma questo lo fece anche per
25 Fu re di Babilonia dal 658 al 605 a.C., fautore della rivolta che rovesci il giogo assiro dopo la morte di
Assurbanipal.
26 Si tratta del famoso re di Babilonia Nabucodonosor II, che regn per 43 anni, dal 605 al 562 a.C.
27 Antica regione del Libano.
compiacere la sua regina che, essendo cresciuta in Media, amava il
paesaggio di montagna.

Il sogno di Nabucodonosor, incisione di Gustave Dor


5. I successori di Nabucodonosor e la fine dell'Impero Babilonese

Dopo aver iniziato a far costruire le mura, Nabucodonosor si ammal e in


breve tempo mor; il suo regno era durato 43 anni. Allora, sal al trono suo
figlio, Evilmerodaco28, il quale per condusse gli affari pubblici in modo
ingiusto ed illegale, cosicch non aveva neppure regnato per due anni che
fu ucciso in seguito ad un complotto ordito da Neriglissar, il marito di sua
sorella.
Il cospiratore Neriglissar29 si impadron della corona e la tenne per 4 anni;
poi eredit il regno suo figlio Laborosoarcodo 30, un fanciullo dedito a
pratiche malvagie contro cui gli amici si ribellarono, fino a torturarlo e
ucciderlo. Il suo regno dur soltanto 9 mesi. Alla sua morte, i cospiratori
decisero tutti insieme di offrire la corona a Nabonedo 31, un Babilonese,
uno dei capi della congiura. Durante il suo regno, egli fece stranamente
restaurare le mura con del bitume e con l'uso dei mattoni cotti.
Nabonedo regnava da 17 anni quando Ciro, re di Persia, dopo aver
conquistato il testo dellAsia, gli dichiar guerra e mosse contro Babilonia.
Nabonedo riun lesercito babilonese e cerc di difendersi, ma venne
sconfitto; assieme ai pochi seguaci che gli erano rimasti, si rifugi nella
citt di Borsippa32. Ciro entr a Babilonia e ordin che fossero abbattute le
mura periferiche perch i cittadini lo avevano accolto malvolentieri. Dopo
di ci, marci contro Borsippa e assedi Nabonedo con la sua scorta;
questi per decise di non opporre resistenza e consegn la citt a Ciro, che
decise perci di non castigarlo ulteriormente, esiliandolo in Carmania 33 e
vietandogli solamente di rientrare a Babilonia. Nabonedo pass cos il
resto della sua vita in Carmania, dove mor.

28 Il nome corretto Amil-Marduk, conosciuto nella Bibbia come Evil-Merodac, regn dal 562 al 561 a.C.
29 Conosciuto anche con il nome di Nergal Sharezer, regn su Babilonia dal 561 al 556 a.C.
30 Il nome esatto era Labashi-Marduk, regn per pochi mesi nel 556 a.C.
31 Ultimo re di Babilonia, regn dal 555 al 539 a.C.
32 Citt babilonese situata a 18 km a sud-ovest di Babilonia, conosciuta anche con il nome di Birs-Nimrud.
33 Regione dell'antica Persia (oggi Kerman, in Iran).
6. La profezia di Nabucodonosor

Nella sua Storia degli Assiri, Abideno (che aveva letto queste righe
nell'opera di Beroso) tramanda un frammento dello storico Megastene, il
quale dice che Nabucodonosor era divenuto pi potente di Ercole e volle
invadere la Libia e l'Iberia34; dopo aver sottomesso tali regioni ed imposto
loro un tributo, egli estese i suoi domini sugli abitanti delle rive a destra
del mare. Inoltre, i Caldei raccontano che, mentre rientrava nel suo
palazzo, Nabucodonosor venne posseduto da un dio e si mise a gridare: O
Babilonesi, io, Nabucodonosor, profetizzo per voi una imminente
disgrazia, che n il mio antenato Belo35 n la sua regina Belti possono
evitare, convincendo il Destino a prendere unaltra direzione. Allora, verr
un mulo persiano36 che, con laiuto dei vostri stessi di, vi imporr il giogo
della schiavit: lautore di ci sar un Medo37, il pazzo orgoglio degli
Assiri. Prima che i miei sudditi vengano cosi traditi, che il mare lo accolga
in un vortice e che il suo ricordo sia per sempre cancellato, oppure che sia
costretto a vagare nel deserto, deve non vi traccia di citt n di uomini, e
che rimanga cosi in esilio solitario fra rocce e caverne, dove conoscer
solo bestie e uccelli. Quanto a me, mi sar concessa una fine pi gloriosa
prima che egli abbia concepito tali disgrazie.
Dopo aver profetizzato ci, Nabucodonosor mor; gli succedette suo figlio,
Evilmaloroco, che fu ucciso da un suo congiunto, Neriglissar, il quale
lasci poi il posto a suo figlio, Labassoarasco. Anche questi mor di morte
violenta, sicch si decise di nominare sovrano Nabonedo, che non aveva
rapporti di parentela con la famiglia reale, Durante il suo regno, Ciro prese
Babilonia e releg il re babilonese in Carmania.

34 l'attuale Georgia, nel Caucaso (ex Unione Sovietica).


35 Vale a dire Marduk.
36 Si riferisce a Ciro il Grande, re di Persia che conquister Babilonia.
37 Parla forse di Astiage, re del popolo dei Medi, che avevano abbattuto gli Assiri; Astiage fu anche nonno materno di
Ciro il Grande, re dei Persiani.
7. Le costruzioni di Nabucodonosor

Ecco cosa si racconta a proposito della ricostruzione di Babilonia voluta da


Nabucodonosor: allinizio tutto era acqua, o mare (Tiamat), e Belo/Marduk
decise che tale stato di cose dovesse cessare, che ogni casa doveva avere
un suo posto. Allora, Babilonia fu circondata da cinta murarie, ma col
passare delle epoche le mura crollarono. Fu Nabucodonosor a farle
ricostruire, ed esse rimasero integre, con alcune parti in ottone, fino al
tempo della conquista macedone.
Si dice poi che il re Nabucodonosor fece erigere attorno a Babilonia tre
cinte di mura in soli 15 giorni, deviando il corso dei fiumi Armacale (un
affluente dellEufrate) e Acracano; al di sopra della citt di Sippar fece
scavare un fosso per le acque il cui perimetro era di 40 parasanghe e la cui
profondit era di 20 cubiti.
Allentrata dellincavo, colloc una diga (detta Echetognomone, cio la
chiusa) che, quando veniva aperta, irrigava le pianure adiacenti. Altri
argini furono eretti per frenare l'irruenza del mare Eritreo 38 e sempre a
Nabucodonosor si deve la fondazione della citt di Teredon che doveva
porre un freno alle incursioni arabe.
La citt di Babilonia fu riccamente adornata di piante e alberi e dei
cosiddetti giardini pensili.

38 S'intende il Golfo Persico, che bagnava la Mesopotamia del sud.


8. L'ingresso di Alessandro Magno a Babilonia

Alessandro marciava dunque verso Babilonia quando Mazeo 39, che dal
campo di battaglia40 si era rifugiato in questa citt, gli si fece incontro, in
atteggiamento supplichevole, con i figli gi adulti, per consegnare se stesso
e la citt. Il suo arrivo fu gradito ad Alessandro, giacch l'assedio di una
citt cos fortificata gli sarebbe costato grandissima fatica. Inoltre
sembrava che quell'uomo, illustre e valoroso, la cui fama era aumentata
nella recente battaglia, avrebbe spinto con il proprio esempio anche gli
altri ad arrendersi. Alessandro lo accolse dunque benevolmente assieme ai
suoi figli, tuttavia schier in ordine di battaglia la colonna da lui
comandata e impart ai suoi [Macedoni] l'ordine di entrare in citt.
Molti Babilonesi si erano accalcati sulle mura, desiderosi di conoscere il
nuovo re, ma pi numerosi ancora furono quelli che gli uscirono incontro.
Fra costoro si trovava Bagofane41, comandante [persiano] della rocca e
custode del tesoro reale; egli, per non sembrare meno zelante di Mazeo,
aveva fatto cospargere l'intera strada di fiori e di ghirlande. Da ambedue i
lati erano disposti altari d'argento, su cui aveva fatto collocare non
solamente dell'incenso, bens ogni variet di profumi.
Dietro di lui venivano condotti, come dono, greggi di pecore e di cavalli,
preceduti da leoni e da leopardi trasportati all'interno di gabbie. Venivano
poi i Magi, intenti a salmodiare i loro inni tradizionali, quindi i Caldei e,
oltre agli indovini babilonesi, anche i musici di Babilonia con la lira del
loro paese. I primi avevano il compito di cantare le lodi del re, mentre i
Caldei avevano quello di rivelare i movimenti degli astri ed il regolare
avvicendarsi delle stagioni. Venivano per ultimi i cavalieri babilonesi con
ornamenti che indicavano pi una raffinata sontuosit che una vera e
propria grandezza.
Il re, circondato dai suoi soldati, ordin alla folla degli abitanti di marciare
dietro alle ultime file della sua fanteria. Egli, salito su un carro, entr in
Babilonia e quindi nel palazzo reale. Il giorno successivo ispezion le
suppellettili e l'intero tesoro di Dario.
Ma ecco che la bellezza stessa della citt e la sua antichit attirarono, non
senza ragione, non soltanto gli sguardi di Alessandro, ma pure quelli

39 Alto ufficiale dell'esercito persiano.


40 La battaglia di Gaugamela (1 ottobre del 331 a.C.), dove i Macedoni annientarono l'esercito persiano.
41 il satrapo persiano posto al governo di Babilonia.
dell'intero esercito (...). Le sue mura, costruite con mattoni cotti e
cementati con il bitume, sono larghe 32 piedi, per cui si dice che le
quadrighe vi si possono incrociare in cima senza pericolo. Sono alte 50
cubiti42 e le torri le superano di 10 piedi. Secondo la tradizione se ne era
costruito uno stadio al giorno. Gli edifici non sono addossati alle mura, ma
ne distano all'incirca uno iugero43. Del resto le case non occupano l'intera
superficie della citt (solo 80 stadi sono abitati), e non sono fra esse
contigue perch parso pi sicuro tenerle separate. Il resto della citt
seminato e coltivato, cosicch, in caso di un attacco esterno, gli assediati
traggono i viveri dal suolo della stessa citt.
Babilonia attraversata dall'Eufrate, che scorre tra due sponde di grandi
dimensioni. Tuttavia queste enormi costruzioni sono circondati da immensi
bacini scavati in profondit per ricevere le acque del fiume; esse, difatti,
allorch straripano, se non fossero accolte da canali e da bacini sotterranei,
distruggerebbero le case. Tali bacini sono costruiti in mattoni cotti, uniti
fra loro con del bitume.
Un ponte di pietra gettato sul fiume congiunge le due rive: anch'esso
annoverato tra le meraviglie dell'Oriente; difatti l'Eufrate trascina una
grande massa di detriti e quando questi vengono tolti in profondit per
gettare delle fondamenta, si fatica a trovare un suolo sufficientemente
solido per una costruzione. Le sabbie si accumulano senza posa e,
addossandosi ai pilastri del ponte, fanno da ostacolo alla corrente che,
trattenuta, si precipita con maggior violenza che se fosse lasciata libera.
La rocca di Babilonia ha un perimetro di 20 stadi: le torri hanno le
fondamenta profonde 30 piedi e raggiungono l'altezza di 80 piedi. Sopra la
rocca si trovano i giardini pensili, la meraviglia del mondo tanto celebrata
dalle leggende dei Greci: essi sono allo stesso livello della sommit delle
mura e devono il loro incanto all'ombra e all'altezza di numerosi alberi. I
pilastri che sorreggono l'intero edificio sono in pietra; sopra essi poggia un
tavolato di pietre quadrate che sostiene a sua vlta uno spesso strato di terra,
con l'acqua che vi si versa per annaffiarla. Su tali costruzioni crescono
alberi talmente grossi che i loro fusti raggiungono gli 8 cubiti di diametro;
si innalzano a 50 piedi di altezza e producono frutti come se si nutrissero
della loro terra nativa.
Sebbene il tempo corroda e distrugga a poco a poco non solo le opere
dell'uomo, anche quelle della natura, tuttavia questa grande costruzione,
42 All'incirca 22 metri, essendo un cubito corrispondente a 44 cm.
43 Circa 65 chilometri.
premuta dalle radici di tanti alberi e gravata dal peso di una cos vasta
foresta, continua a restare intatta: infatti sorretta da mura larghe 20 piedi
e distranti tra loro 11 piedi, cosicch, da lontano, si ha l'impressione di
vedere una selva naturale che si eleva sui suoi stessi monti.

Ingresso trionfale di Alessandro a Babilonia, incisione di Gerard Audran, 1675


Bibliografia

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Learned, literally translated by C.D. Yonge, Henry G. Bohn, London 1854 [traduzione inglese]
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Historicher, 680, Berlin-Leiden 1923-1998 [testo greco]
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[testo latino e traduzione italiana]
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italiana]
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translated and edited by J. W. McCrindle, Thacker, Spink, Calcutta and Bombay 1877, pp. 30-174
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Venezia 1841 [traduzione italiana completa]
(GIORGIO) SINCELLO, Chronographia ad Adamo usque ad Diocletianum (2 voll.), a cura di B.G.
Niebuhr, Corpus Scriptorum Historiae Byzantinae, Weber, Bonnae 1829 [testo greco e traduzione
latina]

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Doubleday, New York 1992
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