You are on page 1of 2

Filosofo,

storico e teorico dellarte Hubert Damisch, nato nel 1928, ha insegnato


dal 1958 nella IVme section dellEcole Pratique des Hautes Etudes ; nel 1967
nominato matre assistant allEcole Normale Suprieure, dove ha animato un
seminario di Storia e teoria dellarte che si rivelato seminale per tutta una
generazione di storici, teorici e artisti. Assistente di Pierre Francastel, cui era
stato indirizzato da Maurice Merleau-Ponty, ha avuto rapporti intellettuali e
damicizia con i maggiori storici e teorici dellarte di quel periodo, in particolare
con Meyer Schapiro negli Stati Uniti. Nel 1975 eletto directeur dtudes
allEcole des Hautes Etudes en Sciences Sociales, dove ha fondato il Cercle
dHistoire/Thorie de lart, divenuto nel 1985 CEHTA Centre dHistoire et
Thorie des Arts. Ha insegnato allEhess sino al suo pensionamento nel 1996
dirigendo numerose tesi e divenendo interlocutore decisivo per storici e teorici
dellarte che hanno rinnovato profondamente la disciplina : Yve-Alain Blois e
Rosalind Krauss negli stati Uniti e, allEhess, Louis Marin, Jean-Claude Bonne,
Daniel Arasse e George Didi-Huberman.
Sin dal suo primo libro, Thorie du nuage (1972), Damisch ha saputo mostrare il
profondo e fecondo apporto di un approccio strutturalista per la storia dellarte.
Nel suo lavoro i decisivi contributi della semiotica e della teoria del linguaggio,
accanto a quello della psicoanalisi, si traducono nella presa in carico del
pensiero dellopera stessa, oggetto teorico che impone di situare al cuore
delle forme artistiche questioni di ordine filosofico, antropologico, storico,
semiotico. Autore di unopera la cui influenza stata decisiva negli Stati Uniti e in
Europa, il suo contributo ha avuto come oggetti privilegiati anche la teoria del
cinema e dellarchitettura. Il pensiero e la scrittura di Damisch, sempre formulati
nei termini di una interrogazione, riguardano operazioni e dispositivi suscettibili
di nutrire e orientare ricerche future ; ne risulta unopera di straordinaria
apertura e attualit a partire dalla quale lavorano numerosi studiosi, come ha
mostrato il convegno organizzato in suo onore dallInstitut National dHistoire de
lArt di Parigi nel 2013 e che portava il titolo emblematico : Hubert Damisch.
Lart au travail . I suoi rapporti con la semiotica delle arti e con la semiotica
italiana sono stati intensi e decisivi, sin dalla relazione di apertura tenuta al
primo convegno dellAssociazione italiana di Studi Semiotici a Milano nel giugno
1974: Huit thses pour (ou contre ?) une smiologie de la peinture , un
articolo divenuto poi fondamentale per il dibattito sulla teoria e semiotica delle
arti, tradotto in numerose lingue. Nel 1989 tra i partecipanti al convegno
LIconologia e oltre, organizzato da Omar Calabrese presso la Scuola
internazionale di scienze umane di Palermo, incontro seminale per la riflessione
sui rapporti tra iconologia e semiotica delle arti. Lamicizia e il dialogo
intellettuale con studiosi come Omar Calabrese e Paolo Fabbri e con diverse
generazioni di semiotici dellarte italiani si sono sviluppati nel corso dei decenni
nei seminari estivi del Centro Internazionale di Linguistica e Semiotica di Urbino
con i due incontri dedicati, negli anni Ottanta, a Loggetto teorico arte (1981) e
a Arte: oggetti teorici (1986, diretto assieme a Louis Marin e Paolo Fabbri); e,
ancora, nel 2006 con il seminario co-diretto con Omar Calabrese Loggetto
teorico arte, ventanni dopo, sino al workshop Lobjet thorique en
perspective (in sua assenza, ma dedicato al suo lavoro) organizzato la scorsa
estate da Giovanni Careri e Jean-Claude Bonne. Sin dalla sua fondazione, nel
2005, ha inoltre partecipato al collegio scientifico e ai seminari del Dottorato in
Studi sulla rappresentazione visiva del SUM-Istituto superiore di Scienze umane,
presso la Scuola superiore di studi umanistici dellUniversit di Siena.

You might also like