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Urbino

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Urbino (Urbìn in dialetto gallo-piceno[3], Urvinum Mataurense in latino) è un
Urbino
comune italiano di 14 786 abitanti[1], capoluogo con Pesaro della provincia di
comune
Pesaro e Urbino nelle Marche.

Fu uno dei centri più importanti del Rinascimento italiano, di cui conserva
appieno l'eredità architettonica. Dal 1998 il suo centro storico è patrimonio
dell'umanità UNESCO.

Indice
Geografia fisica
Territorio
Clima
Origini del nome
Storia
Origini e medioevo
Il periodo di Federico di Montefeltro
Cesare Borgia e gli anni del ducato Della Rovere
Annessione allo Stato Pontificio
Gli Albani e l'occupazione francese Localizzazione
Il rinnovamento urbanistico del XIX secolo Stato Italia
L'annessione al Regno d'Italia Regione Marche
La prima metà del XX secolo
Urbino e De Carlo Provincia Pesaro e Urbino
Stemma
Amministrazione
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose Sindaco Maurizio Gambini (Lista
Chiese urbane civica di centro-destra Liberi
Gli oratori per cambiare ) dall'8-6-2014
Le chiese extra muros
Architetture civili Territorio
Palazzi Coordinate 43°43′30.86″N
Teatri storici 12°38′13.92″E
Le ville
Altitudine 485 m s.l.m.
Architetture militari
Mura e porte Superficie 226,5 km²
Bastioni
Abitanti 14 786[1] (30-04-2017)
Altro
Piazze Densità 65,28 ab./km²
Vie e viali Frazioni vedi elenco
Decoro urbano
Comuni Acqualagna, Auditore,
Architetture di De Carlo
confinanti Fermignano,
Aree naturali
Fossombrone, Isola del
Società
Evoluzione demografica Piano, Lunano,
La comunità ebraica di Urbino Mondaino (RN),
Cultura Montecalvo in Foglia,
Istruzione Monteciccardo,
Università
Montefelcino,
Scuole Secondarie di Secondo Grado
Scuole Secondarie di Primo Grado
Montelabbate, Peglio,
Archivi e biblioteche
Petriano, Piandimeleto,
Musei Sant'Angelo in Vado,
Istituzioni Culturali Sassocorvaro, Tavoleto,
Accademia Raffaello Urbania, Vallefoglia
Candidatura a "Capitale Europea della Cultura 2019"
Altre informazioni
Media
Televisione Cod. 61029
Stampa postale
Musica Prefisso 0722
Cappella Musicale del Santissimo Sacramento
Fuso UTC+1
Cinema
orario
Cucina
Eventi
Codice 041067
ISTAT
Persone legate ad Urbino
Cod. L500
Geografia antropica
Suddivisioni storiche
catastale
Frazioni Targa PU
Schieti e Ca'Mazzasette Cl. sismica zona 2 (sismicità media)
Canavaccio
Località Cl. zona E, 2 545 GG[2]
San Marino climatica
Economia Nome urbinati
Agricoltura abitanti
Industria Patrono San Crescentino Co-
Artigianato Patroni: Beato Mainardo
Terziario
(vescovo urbinate), Vergine
Settore sanitario
Assunta in Cielo e San
Infrastrutture e trasporti
Strade Pietro Celestino V Papa
Strade Giorno 1º giugno
Ferrovie festivo
Aviosuperfici
Cartografia
Amministrazione
Gemellaggi
Cittadinanze onorarie
Sport
Calcio
Ciclismo
Pallavolo
Impianti sportivi
Curiosità
Note Urbino
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni

Geografia fisica

Territorio
(FR) (IT)
« Urbin.....sur le haut d'une « Urbino.....in cima a un
montaigne de moïene monte di media altezza, ma
hautur, mais se couchant de adagiantesi da ciascun lato
toutes parts selon les pantes secondo ogni piega del
du lieu, de façon qu'elle n'a pendio, di modo che non ha
rien d'esgal, e partout il y a à nulla su un medesimo piano
monter e à descendre. » e dovunque si deve salire e
scendere »

(Michel de Montaigne , Journal de V oyage en Italie / Giornale


di Viaggio in Italia , 1581 )

Il territorio si estende in area collinare, sulle ultime propaggini dell'


Appennino
settentrionale, Appennino tosco-romagnolo, nella zona meridionale del
Montefeltro, in un'area classificata a rischio sismico medio-alto. Nel database
dei terremoti elaborato dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia,
sono segnalati ben 65 eventi sismici che hanno interessato il comune di
Urbino tra il 26 marzo 1511 e il 26 marzo 1998. Tra essi, le scosse più forti
sono state quella dell'VIII grado della Scala Mercalli del 24 aprile 1741 che
ebbe l'epicentro nel Fabrianese (dove raggiunse i 6.08 della Scala Richter e il Posizione del comune di Urbino nella
IX grado della Mercalli), quella del VII grado della Scala Mercalli del 23 provincia di Pesaro e Urbino
giugno 1781 che ebbe l'epicentro nel Cagliese (dove raggiunse i 6.23 della Sito istituzionale
Scala Richter ed il IX-X grado della Mercalli), quella del VII grado della
Scala Mercalli del 21 settembre 1897 che ebbe l'epicentro in mare
nell'Adriatico centrale e quella del VI-VII grado della Scala Mercalli del 12 marzo 1873 che ebbe l'epicentro nelle Marche
meridionali (dove raggiunse i 5,88 della Scala Richter e l'VIII grado della Mercalli); sono state inoltre registrate nello stesso periodo
Scala Mercalli.[4]
analizzato ben nove diverse scosse telluriche che ad Urbino hanno raggiunto il VI grado della

Classificazione sismica: zona 2 (sismicità medio-alta), Ordinanza PCM 3274 del 20/03/2003
Il territorio comunale include anche un'exclave, identificabile nella Via Fosso del Razzo, compresa tra i comuni di Colbordolo,
Monteciccardo, Montefelcino, Petriano e l'exclave di Montelabbate.

Clima
Mesi Stagioni
URBINO
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Inv Pri
T. max. media
6,6 7,4 10,9 14,6 19,6 24,2 27,1 26,2 22,1 16,2 11,3 7,8 7,3 15,0
(°C)
T. min. media
0,4 1,1 3,6 6,4 10,2 14,4 16,9 16,5 13,5 9,0 4,8 1,6 1,0 6,7
(°C)
Precipitazioni
54 59 69 67 70 58 46 69 69 88 99 66 179 206
(mm)
Giorni di
8 8 9 9 9 7 4 6 6 9 9 9 25 27
pioggia
Eliofania
assoluta (ore 3,2 3,7 4,4 5,9 7,2 8,4 10,5 9,0 7,2 4,6 2,9 2,8 3,2 5,8
al giorno)
Vento SW NE SW SW SW SW SW NE SW NE SW SW
4,8 4,5
(direzione-m/s) 4,9 4,5 4,8 4,5 4,2 4,0 4,0 3,6 3,7 3,9 4,7 5,1

Origini del nome


Secondo la tradizione latinail nome Urbino deriva daUrvinum Mataurense. Urvinum (o Urbinum) deriverebbe dal sostantivo Urvum
(o Urbum), che designava il manico dell'aratro, alla cui forma assomigliava la collina del Poggio (sulla quale vi era il primitivo
nucleo della città)[5]. Ma, fantasie e leggende a parte, la semplice derivazione dal lt.urbs-urbis ('città') appare indiscutibile.

Mentre il termine Mataurense (Metaurense) deriva dalla vicinanza geografica al fiume Mataurus (Metaurus), l'attuale
Metauro.

Storia

Origini e medioevo
La città romana di Urvinum Metaurense[6] divenne un centro importante durante le
Guerre gotiche nel VI secolo. Venne poi presa nel 538 dal bizantino Belisario,
togliendola ai Goti, e venne frequentemente nominata dallo storico bizantino
Procopio. Passò quindi nel dominio dei Longobardi e poi dei Franchi. Il re dei
Franchi Pipino offrì Urbino allo Stato della Chiesa. Comunque, le tradizioni
indipendenti e autonome si espressero nella forma di governo del Comune finché,
intorno al 1200, cadde sotto il dominio dei nobili che combattevano tra loro nel
vicino Montefeltro. Questi nobili non avevano diretta autorità sul comune, ma
esercitavano pressioni per la loro elezione a podestà, titolo che Bonconte da Resti della Porta Belisario di epoca
Montefeltro riuscì a ottenere nel 1213, con il risultato che gli urbinati si ribellarono, medievale
formarono un'alleanza con il comune indipendente di Rimini (1228) e nel 1234 si
rimpossessarono del controllo della loro città. Successivamente, però, i Montefeltro
riuscirono a riprendere le redini della città che controllarono poi fino al 1508. Durante questo periodo, Urbino prese l'aspetto che in
parte ancora oggi ha, con le sue cinta murarie. Nelle battaglie tra guelfi e ghibellini, i signori di Urbino del XIII e del XVI secolo
erano capi dei ghibellini delle Marche e della Romagna, e si associavano con famiglie o città ghibelline. Il 24 dicembre 1375 il conte
Antonio da Montefeltro, con le armi della lega fiorentino-viscontea rientrava in Urbino e n'era "gridato" signore. Ma, scrive Gino
Franceschini (Documenti e Regesti, Urbino, 1982, pp. IV-V), "non bastava essere 'gridato' signore, bisognava avere la capacità di
divenirlo [...]. Nell'alleanza del febbraio 1376 le città di Urbino e di Cagli partecipavano al patto col Signore su piede di uguaglianza
come compartecipi agli impegni ed agli oneri stipulati da lui, mentr'egli agiva a nome delle terre che gli ubbidivano quale 'dominus' e
capo delle milizie". Era nato lo Stato di Urbino che registra una rilevante svolta politica a seguito del considerevole accrescimento
territoriale generato dall'acquisizione diGubbio del 1384.[7]
Il periodo di Federico di Montefeltro
L'esponente più famoso dei Montefeltro fu Federico, signore di Urbino dal 1444 al
1482, condottiero di successo, diplomatico abilissimo e patrono entusiasta di arti e
letteratura. Nel 1444 prese il potere come figlio naturale di Guidantonio, dopo la
congiura e l'assassinio del legittimo Oddantonio, inviso per la "smodata lussuria" e
l'eccessivo fiscalismo esercitato durante i suoi diciassette mesi di governo.

Federico mise mano ai problemi politici impellenti ed iniziò una riorganizzazione


dello Stato, che prevedeva anche una ristrutturazione della città secondo un'impronta
moderna, confortevole, razionale e bella. Tutti i suoi sforzi, nei quasi quarant'anni di
Antica pianta di Urbino
governo, furono tesi a questo scopo che, grazie alle sue straordinarie doti unite a una
(Tommaso Luci, 1689)
notevole fortuna, arrivò a un soffio dalla piena realizzazione.

Alla sua corte, Piero della Francesca scrisse sulla scienza della prospettiva,
Francesco di Giorgio Martini scrisse il suo Trattato di architettura (concludendo i lavori di ristrutturazione delPalazzo Ducale avviati
da Luciano Laurana), e il padre di Raffaello, Giovanni Santi, scrisse il suo resoconto poetico dei principali artisti del periodo. La
corte brillante di Federico, attraverso le descrizioni di Baldassarre Castiglione ne Il Cortegiano, introdusse i caratteri del cosiddetto
[8]
"gentiluomo" in Europa, che rimasero pienamente in voga fino al XX secolo.

Cesare Borgia e gli anni del ducato Della Rovere


Cesare Borgia spodestò Guidobaldo da Montefeltro, duca di Urbino, ed Elisabetta Gonzaga nel 1502, con la complicità del padre
Papa Alessandro VI. Dopo il tentativo di Papa Medici, Leone X, di nominare un giovane Medici come duca, Urbino rimase parte
dello Stato Pontificio, sotto la dinastia dei duchi Della Rovere (1508 - 1631). Costoro trasferirono nel 1523 la corte nella città di
XVII secolo.[7]
Pesaro e Urbino iniziò un lento declino che si sarebbe protratto fino agli ultimi decenni del

Annessione allo Stato Pontificio


A seguito dell'estinzione della dinastia dei Della Rovere (1631), Papa Urbano VIII incorporò il Ducato di Urbino nei territori papali,
seguendo le volontà dell'ultimo duca, Francesco Maria II, che, rimasto senza eredi, aveva designato la Santa Sede a succedergli fin
dal 1625 (la successione divenne però esecutiva solo alla morte del duca, sei anni più tardi). Lo Stato fu governato, da allora, da un
legato pontificio, generalmente appartenente all'alta gerarchia ecclesiastica. In seguito alla devoluzione del Ducato allo Stato
Pontificio, il ricco patrimonio artistico (compresi i mobili) del Palazzo Ducale andò a costituire, in massima parte, la dote dell'ultima
discendente diretta dei Della Rovere,Vittoria, andata in sposa a Ferdinando II de' Medici; successivamente queste opere costituiranno
il nucleo della futura Galleria degli Uffizi. Tra le opere andate a Firenze c'è il dittico dei duchi d'Urbino di Piero della Francesca.
Altre opere del Palazzo Ducale verranno portate a Roma, come le Tavole Ex Barberini di Fra Carnevale o la celebre biblioteca,
assorbita interamente dallaBiblioteca Vaticana nel 1657.

Gli Albani e l'occupazione francese


Il XVIII secolo si aprì con l'elezione al soglio pontificio 1( 701) del cardinale urbinate Giovanfrancesco Albani, col nome di Clemente
XI. Per la città si aprì l'ultima grande stagione di splendore, soprattutto sotto il profilo artistico-culturale; grazie al finanziamento, da
parte di Papa Albani e dei suoi familiari, di importanti lavori di ristrutturazione di vari palazzi, chiese e monasteri della città; come:
Palazzo Albani, parte della facciata del Palazzo Comunale, il Palazzo dell'Arcivescovado, la Cappella Albani (all'interno del
convento di San Francesco), l'Oratorio di San Giuseppe, la ristrutturazione interna delle chiese di San Francesco, San Domenico e
Sant'Agostino. Mentre furono costruiti nuovi edifici (Palazzo del Collegio Raffaello) e fu promossa la nascita di una rinomata
manifattura artigiana (Fabbrica delle Spille). Inoltre il mecenatismo del Papa e della sua famiglia, si rifletté in ricche donazioni alla
Cattedrale (come il nuovo altare) e agli altri enti religiosi della città. Questa nuova età di splendore per la città, terminò con la morte
di Clemente XI (1721), riavviando la città ad un lungo declino che si è esteso fino ai nostri giorni. Dopo la morte del Papa, la
famiglia Albani rimarrà la principale committente delle opere più significative, fino alla prima metà del XIX secolo, soprattutto nelle
persone del cardinale Annibale Albani e del nobile Orazio Albani, quest'ultimo affiderà all'architetto Pietro Ghinelli la realizzazione
del Palazzo Nuovo (sull'attuale piazza della Repubblica).

Nel 1789, a seguito del forte terremoto che aveva colpito Urbino, si verificò il crollo della cupola della Cattedrale, evento che portò al
totale rifacimento della chiesa.

Invece tra il 1797 e il 1800 la città venne occupata dalle truppe francesi, come gran parte dell'Italia centro-settentrionale. Durante
l'occupazione francese Urbino e il suo territorio subirono le requisizioni di importanti opere d'arte, con il loro spostamento verso
Parigi o Milano, nelle nascenti gallerie delLouvre o di Brera. Questo evento fu un'ulteriore causa che impoverì il patrimonio artistico
[9]
locale, già provato dalla perdita delle opere a seguito della devoluzione del Ducato nel XVII secolo.

Il rinnovamento urbanistico del XIX secolo


Il secolo si aprì con la consacrazione nel 1809 della nuova Cattedrale, secondo il
progetto dell'architetto Giuseppe Valadier; che nella città feltresca restaurò
importanti palazzi, come l'antico Seminario, adiacente alla chiesa di San Sergio,
parzialmente occupato dal Hotel Raffaello. Un importante ruolo, in questa prima
metà del secolo, lo avrà il nobile urbinate Fulvio Corboli, definito successivamente
Padre della Patria, nell'ideare un primo progetto di rinnovamento urbanistico e ad
intuire la necessità di risolvere l'isolamento della città rispetto alla zona costiera.

In seguito alla costruzione del Palazzo Nuovo degli Albani (1831), progettato
dall'architetto Pietro Ghinelli, che diede origine all'attuale piazza della Repubblica,
si andò a costituire il primo tratto del futuro Corso Garibaldi; da questo momento
avranno inizio una serie di interventi urbanistici destinati a cambiare il volto della
città. Partendo dalla costruzione del Teatro Sanzio (1845 - 1853); alla realizzazione
di Corso Garibaldi, porticato sul lato a valle, per garantire ai frequentatori del teatro
un passaggio coperto e diretto dall'attuale piazza della Repubblica, costruzione che
si protrasse fino ai primi anni del XX secolo. Inoltre un'altra importante innovazione Veduta di Corso Garibaldi verso
piazza della Repubblica
urbanistica fu l'abbattimento, nel 1868, di un tratto delle mura per realizzare una
barriera daziaria, denominata Porta Nuova o Barriera Margherita (in onore della
principessa Margherita di Savoia), da cui si sviluppava una nuova strada che correva lungo un tratto delle mura e si congiungeva a
Corso Garibaldi; conseguente a questa nuova disposizione urbanistica si ebbe la sistemazione dell'ampio terreno sottostante il Palazzo
Ducale (sul lato a valle verso la Data), che verrà denominato Pincio.

Queste ultime trasformazioni urbanistiche determinarono un cambiamento nell'accesso alla città, perché se prima si doveva passare
per strette e tortuose stradine, tramite le porte della cinta muraria, ora si attraversava la più agevole Porta Nuova e la comoda strada
delle mura per giungere nell'attuale piazza della Repubblica o al Palazzo Ducale (il centro della città).

Questo rinnovamento urbanistico rispecchiava molte delle idee di Fulvio Corboli ma la sua progettazione fu curata in gran parte
dall'architetto Vincenzo Ghinelli.[7]

L'annessione al Regno d'Italia


Il giorno 8 settembre 1860 le truppe piemontesi entrarono in Urbino da Porta Santa Lucia, costringendo alla resa le ultime resistenze
dell'esercito pontificio sotto il porticato del Collegio Raffaello. Ma si dovrà attendere il 29 settembre, con la presa di Ancona, per la
totale conquista della regioneMarche, ad opera dell'esercitopiemontese.

Tra il 4 e il 5 novembre si tenne il plebiscito per l'annessione delle Marche al Regno di Sardegna, conclusosi con 133.783 voti
favorevoli, 1.212 voti contrari e 260 voti nulli; in particolare nella provincia di Urbino (escludendo il territorio di Pesaro) i si furono
21.111 contro 365 No e con 29 voti nulli. Successivamente, il 10 novembre, fu esteso anche alle Marche lo Statuto Albertino, per poi,
il 17 dicembre, rendere ufficiale l'annessione della regione al Regno di Sardegna con
l'emanazione di un regio decreto[10].

Il nuovo governo attuò la confisca di vari beni ecclesiastici, tra cui buon parte del
convento di San Francesco (dove in una parte venne realizzato un orto botanico, su
progetto di Vincenzo Ghinelli), il monastero di santa Chiara, quello di san Girolamo
e tanti altri.

La prima metà del XX secolo Lapide commemorativa dell'ingresso


Il secolo iniziò come si era svolto quello precedente, e perdurò così per quasi tutta la dei piemontesi, nei pressi della Porta
prima metà, senza particolari eventi significativi. In questo periodo è da segnalarsi la di Santa Lucia
piena fioritura dell'attività artistica della Scuola del Libro (Istituto per la
Decorazione e l'Illustrazione del Libro) che espresse notevoli talenti in ambito
nazionale e internazionale. Oltre al grande sviluppo conosciuto dalla Scuola del Libro, in questo periodo si assiste alla crescita
dell'ateneo cittadino, con l'elevazione a facoltà universitaria della ottocentesca Scuola di Farmacia e alla nascita della Facoltà di
Magistero (1934 ca); conseguente all'evoluzione dell'Università si ha un incremento della popolazione studentesca, evidenziando lo
stato di totale impreparazione della città (scarsità di alloggi), tant'è che per i primi tempi molti studenti furono ospitati nelle case di
privati cittadini. Il problema fu in parte risolto con l'istituzione del Convitto maschile "Raffaello", agli inizi del secolo, e del Convitto
femminile "Laura Battiferri", nel 1926 circa

Questo periodo fu dominato dai grandi eventi della storia nazionale e internazionale, che inevitabilmente coinvolsero Urbino; ma tra
questi il periodo della dittatura fascista ha lasciato il segno maggiore in città, soprattutto dal punto di vista architettonico, con: la
Scuola Elementare "Giovanni Pascoli" (1932), eretta sull'antico Giardino di Santa Lucia, il restauro di palazzo Mauruzi-Gherardi,
allora sede del tribunale, la Casa dello Studente, per sopperire alla scarsità di alloggi a seguito della grande crescita della popolazione
universitaria, le case popolari per i mutilati e gli invalidi civili e la modernizzazione della rete idrica comunale.

Nel 1938, la città venne designata come sede per la neonata Soprintendenza alle Gallerie e alle Opere d'Arte delle Marche.

Con lo scoppio della seconda guerra mondialela città non subì alcun bombardamento, grazie ad un segnale convenzionale dipinto sul
tetto del Palazzo Ducale e al tacito accordo tra tedeschi e alleati; solo durante la ritirata, l'esercito tedesco isolò la città con la
distruzione dei collegamenti ferroviari e stradali. Durante il conflitto mondiale è, da sottolineare l'importante operazione messa in
atto, dall'allora Soprintendente alle Gallerie e alle Opere d'Arte delle Marche a Urbino Pasquale Rotondi[11], che mise in salvo circa
10.000 opere (tra cui quelle di Giorgione, Piero della Francesca, Paolo Uccello, Tiziano, Mantegna, Raffaello e tanti altri, da tutti i
più grandi musei d'Italia) dalle requisizioni naziste e dalle distruzioni della guerra. Queste opere furono inizialmente nascoste
all'interno del Palazzo dei Principi diCarpegna per poi essere spostate nellaRocca di Sassocorvaro.

Urbino sarà liberata dall'occupazione nazista il 28 agosto 1944, per merito del V Corpo d'armata inglese, delle truppe polacche e
grazie all'azione dei gruppi partigiani della zona.

Urbino e De Carlo
La seconda metà del XX secolo si caratterizzò in Urbino per la collaborazione dei principali enti cittadini (Università e Comune) con
l'architetto Giancarlo De Carlo. Questo rapporto iniziò nel 1956 quando Carlo Bo, l'allora rettore dell'Università, commissionò a De
Carlo il progetto di ristrutturazione interna di Palazzo Montefeltro - Bonaventura, sede centrale dell'Ateneo. Subito dopo l'architetto
genovese fu incaricato dal Comune di redigere il Piano Regolatore Generale (1958 - 1964) mirato al recupero del centro storico, che
versava ormai da tempo in pessime condizioni e rischiava di perdere diversi quartieri tra cui lo stesso Palazzo Ducale per il
cedimento del terreno sottostante, composto da pietra tufacea e da alte concentrazioni d'acqua; tale problema fu risolto grazie ai
finanziamenti statali derivati da due leggi speciali varate per la città (nel1968 e nel 1982).
Successivamente De Carlo realizzò vari progetti per l'ateneo cittadino tra cui i
Collegi, nei pressi della chiesa dei Cappuccini fuori dal centro, un interessante
esempio di come un'architettura si possa fondere col paesaggio circostante; mentre i
progetti: di costruzione della Facoltà di Magistero (1968 - 1976), di ristrutturazione
della Facoltà di Legge (1966 - 1968) e di palazzo Battiferri (1986 - 1999), sede della
Facoltà di Economia, sono tre considerevoli esempi riguardanti l'inserimento di una
architettura contemporanea in un tessuto antico.

Gli anni settanta furono contrassegnati dalla collaborazione col Comune per la
realizzazione del progetto denominato Operazione Mercatale (1969 - 1972), che Ingresso principale della Facoltà di
comprendeva la realizzazione di un parcheggio sotterraneo multipiano nel piazzale Legge (Giurisprudenza)
del Mercatale (sotto i celebri Torricini del Palazzo Ducale) e il restauro della Rampa
Elicoidale di Francesco di Giorgio Martini (1971 - 1975); sempre dalla
collaborazione col Comune si sviluppò il progetto di ristrutturazione del Teatro Sanzio (1977 - 1982) e il progetto di recupero, molto
discusso, delle antiche Stalle Ducali (i cui lavori sono ancora in corso). Inoltre, grazie allo stretto rapporto con De Carlo, la città ha
ospitato per due volte (1976 - 1981, 1992 - 1993) i laboratori ILAUD, fondati e diretti dallo stesso architetto genovese.

Uno degli ultimi interventi decarliani è stata la redazione, tra il1989 e il 1994, del Nuovo Piano Regolatore Generale.[12]

Stemma

Monumenti e luoghi d'interesse


Si riportano qui i motivi che giustificano l'inserimento del Centro storico di
Bene protetto
Urbino tra i Patrimoni dell'Umanità[13]:
dall'UNESCO
« Criterio II: Durante la sua breve preminenza culturale, Patrimonio dell'umanità
Urbino ha attratto alcuni dei più insigni umanisti e artisti del Centro storico di Urbino
Rinascimento, che crearono un eccezionale complesso (EN) Historic Centre of Urbino
urbano di notevole omogeneità, la cui influenza in Europa
arrivò lontano.
Criterio IV: Urbino rappresenta un vertice dell'arte e
dell'architettura rinascimentali, è armoniosamente adattata al
paesaggio e si fonde in maniera eccezionale con le
preesistenze medievali. »

(Motivazioni per l'iscrizione del centro storico di Urbino nei


beni patrimonio dell'Umanità dell' UNESCO )

Architetture religiose Tipo Culturale


Criterio (ii) (iv)
Chiese urbane Pericolo non in pericolo

Il Duomo. Realizzato in stileneoclassico (architetto Giuseppe


Riconosciuto dal 1998
Valadier) a cavallo tra il XVIII e ilXIX secolo, contiene alcune tele Scheda UNESCO (EN) Scheda
di Federico Barocci.
(FR) Scheda
L'ex Monastero di Santa Chiara. Si tratta di uno dei monumenti più
importanti della città. Eretto, nella forma attuale, verso la fine del
XV secolo, su progetto dell'architetto seneseFrancesco di Giorgio Martini. La chiesa conventuale divenne Mausoleo
ducale, dalla prima metà delXVI secolo, con la sepoltura di vari membri della dinastiaroveresca. Dagli anni settanta
[14].
del XX secolo questo edificio è sede dell'Istituto Superiore per le Industrie Artistiche (ISIA)
La chiesa e il convento di San Francesco. Si tratta della chiesa e del convento dei Frati Minori Conventuali;
quest'ultimo è stato fortemente ridimensionato, dalle confische subite a seguito dell'annessione al Regno d'Italia. La
chiesa risale al XIII secolo ma fu sistemata nella forma attuale nel1742 dall'architetto Luigi Vanvitelli.[15][16]

La chiesa di San Domenico. Risalente al XIV secolo ma rifatta internamente nel1729. Ha mantenuto sull'esterno i
resti della chiesa gotica e un notevole portale rinascimentale con la lunetta opera di Luca della Robbia, realizzata nel
1450. In origine, alla chiesa era annesso anche il convento deiPadri Domenicani, entrambe le strutture avevano il
proprio ingresso principale sull'attuale piazza Rinascimento (davanti al lato orientale del Palazzo Ducale). Nella
seconda metà del XIX secolo il convento venne demolito per costrurvi il Seminario diocesano; sono però
sopravvissute alcune parti dell'antico edificio, sul lato posteriore, verso via Santa Chiara e la piazza Pompeo
Gherardi.

La chiesa di San Sergio. Situata in via Raffaello a circa metà della salita del Monte. Fu la prima cattedrale cittadina.

L'Ex convento dei Carmelitani Scalzie la chiesa della Santissima Annunziataintra muros. Si trova in cima alla
collina del Monte. L'edificio risale al XIV secolo ma fu ricostruito nel XVII secolo; ospita la sede principale
dell'Accademia di belle arti.

L'Ex convento di San Girolamo. Si trova nella via omonima, in contrada di San Polo, sul versante sud-orientale del
Poggio; confina a nord con l'ex monastero di Santa Chiara. È una struttura di notevoli dimensioni, la cui forma
attuale risale alla prima metà delXVIII secolo. La chiesa è ad aula unica con tre altari (il maggiore e due laterali, uno
per lato), inframezzati da paraste che sorreggono un cornicione su cui poggia la volta a botte. Il presbiterio è chiuso
da un'abside circolare. L'esterno della chiesa e del convento è in laterizio. Durante XX
il secolo è stato usato come
carcere, poi dopo un lungo periodo di abbandono, ora sono in corso i lavori di restauro, per sistemarvi le biblioteche
del Polo umanistico dell'Università.

L'Ex convento di Sant'Agostino. È situato sul versante sud-occidentale del colle del Poggio, tra le vie Saf
fi e
Matteotti. Risale al XIII secolo, ma fu radicalmente ristrutturato nella prima metà delXVIII secolo.

Il monastero di Santa Caterina d'Alessandria. Si tratta dell'unico monastero di clausura attualmente presente nel
centro storico urbinate. Si trova sulla cima del colle del Poggio (uno dei due colli su cui sorge il centro storico di
Urbino), in una delle parti più antiche della città, nella contrada di San Polo.

La chiesa di Santa Maria della Torre. Venne costruita nella prima metà delXIV secolo assieme all'adiacente
convento, per ospitare lemonache agostiniane; sopra ad un torrione, appartenente probabilmente all'antica cinta
muraria medievale, da cui prese parte del nome. Fu consacrata nel1518, l'epoca in cui forse fu realizzato il bel
[17]. La
portale in pietra del Furlo, riportante gli stemmi della famiglia Guidalotti, che allora abitava in una casa vicina
chiesa sarà ristrutturata internamente nel XVIII secolo. L'interno è ad aula unica rettangolare, coperta da una volta a
botte. Nel convento si conservava una piccola vetrata istoriata raf figurante un'Annunciazione di Timoteo Viti, oggi
conservata nella Galleria Nazionale delle Marche.[18] Il convento era abbastanza esteso; sarà requisito dallo Stato,
assieme alla chiesa, in seguito all'Unità italiana, come altri beni ecclesiastici. L'edificio conventuale verrà demolito
nella prima metà del XX secolo. È aperta al pubblico.
La chiesa di Sant'Andrea Apostolo. Fu eretta nella prima metà delXVII secolo, risulta alquanto anonima dal punto di
vista architettonico. Si può segnalare nell'interno la grande pala dell'altare maggiore, Cristo e Sant'Andrea, opera di
[19], entrambi
incerta attribuzione tra i pittori urbinati Gian Ortensio Bertuzzi e Giovan Battista Urbinelli
profondamente influenzati dallo stile delBarocci, a cominciare dal soggetto del quadro, ripreso parzialmente da un
originale baroccesco, dipinto, nel1583, per la omonima confraternita diPesaro.[20] Attualmente è chiusa al pubblico
e inutilizzata.
La chiesa di Santo Spirito.
La chiesa di Santa Maria degli Angeli.
La chiesa di San Bartolo o Bartolomeo.
L'ex chiesa di Santa Margherita (trasformata in un'abitazione privata).
Il portale della chiesa di La chiesa di Sant'Andrea Interno della chiesa di La chiesa di Santa Maria
Santa Caterina apostolo S.Maria della Torre degli angeli
d'Alessandria

Gli oratori

l'Oratorio di San Giovanni. Fu sede dell'omonima confraternita, a cui fu unita, agli inizi del XX secolo, anche quella di
Sant'Antonio Abate per l'abbattimento dell'Oratorio della medesima confraternita situato presso borgo Mercatale.
All'interno è possibile ammirare un imponente ciclo d'af freschi rappresentante laCrocifissione di Cristo, nella parete
dietro l'altare maggiore, e la Storia della Vita di San Giovanni Battista, lungo le pareti laterali, considerato uno dei più
importanti esempi dello stile gotico internazionale. Gli affreschi sono stati realizzati dai fratelliLorenzo e Jacopo
Salimbeni da san Severino Marche tra il 1415 e il 1416.[21][22]

l'oratorio di San Giuseppe. È uno degli oratori più importanti della città, soprattutto dal punto di vista storico -
artistico; in quanto fu arricchito di pregevoli decorazioni ed opere d'arte nella prima metà del XVIII secolo, grazie alle
committenze e alle donazioni di vari membri della famigliaAlbani, esponenti dell'omonima confraternita. In questo
Oratorio è conservato il complesso scultoreo raf figurante la Natività di Cristo, opera diFederico Brandani.

l'oratorio del Santissimo Crocifisso della Grotta. Si trova sotto labasilica cattedrale, risalente al XVI secolo,
composto da quattro cappelle, un tempo sede dell'omonima Confraternita; da segnalarsi la mirabile "Pietà" opera di
Giovanni Bandini detto dell'Opera

l'oratorio del Corpus Domini o chiesa di San Francesco di Paola


l'oratorio della Morte
l'oratorio delle Cinque Piaghe
l'oratorio della Visitazione
l'oratorio di Sant'Andrea Avellino e San Sebastiano
l'oratorio di Santa Croce
l'oratorio di San Gregorio
l'ex oratorio di San Luigi
L'oratorio di San Affresco all'interno La facciata dell'oratorio di Il portale dell'oratorio
Giuseppe (a destra) e dell'oratorio di San San Giovanni della Morte
quello di San Giovanni (a Giovanni
sinistra)

Il portale dell'oratorio Il portale dell'oratorio La facciata dell'oratorio di


delle Cinque Piaghe della Visitazione San Gregorio (prima del
restauro)

Le chiese extra muros

Il Mausoleo dei Duchi. Questa chiesa è anche detta di San Bernardino e fa parte di un complesso conventuale a cui
è annesso il cimitero cittadino. Situata poco fuori della cinta muraria della città, venne realizzata, probabilmente, da
Francesco di Giorgio Martininella seconda metà delXV secolo per volere del duca Federico III da Montefeltro, per
ospitare la propria tomba e quelle dei suoi successori; ovveroGuidobaldo I Da Montefeltro ultimo duca della
dinastia. In origine vi era conservata, sull'altare maggiore, la celebre pala d'altare di
Piero della Francesca,
raffigurante la Madonna, Federico III e alcunisanti, ora alla Pinacoteca di Brera a Milano (essendo stata trafugata
dalle truppe napoleoniche nel1797).[23][24]

Il nuovo monastero di Santa Chiara. Ospita lemonache clarisse e si tratta di uno dei due monasteri femminili di
clausura della città. Fu realizzato agli inizi delXX secolo, sul podere di Ca'Grillotto, donato dal conte Filippo Viviani
[25]. Si trova di fronte a Porta Nuova / Barriera Margherita, sul lato meridionale della strada statale 73 bis.

La chiesa della Santissima Annunziata. È l'unica chiesa parrocchiale della periferia, situata a 800 metri dal centro
storico, in via Ottaviano Nelli. Si tratta di una chiesa ad aula unica, con il solo altare maggiore. Nonostante la chiesa
attuale sia stata costruita nel1957, in questo sito si trovava già una chiesa molto più antica, risalente al1389, che
sostituiva una precedente cappella all'aperto. Risale a quest'epoca, anche l'af fresco raffigurante l'Annunciazione,
realizzata tra il XIV e il XV secolo, la cui attribuzione è incerta traOttaviano Nelli e Antonio Alberti da Ferrara; tale
affresco è importante, non solo per il valore storico-artistico, ma soprattutto perché è stato oggetto di una grande
devozione popolare. L'unico resto sopravvissuto della precedente chiesa è una piccola cappella, situata al di sotto di
quella attuale, utilizzata dall'adiacente Casa del Clero, di costruzione risalente agli anni novanta del XX secolo. Tale
chiesa fu ceduta nel 1456 alla Fraternita di Santa Maria in Piandimercato, la quale nel1514, fino al 1571, la
concesse in uso alla compagnia dei Serviti, guidati da Antonio Cotignola. Costui fondò in questa chiesa nel 1577 la
Compagnia della Morte, che si trasferì, successivamente, all'interno della città, nell'omonimo Oratorio. Fu questa
Compagnia a commissionare la decorazione ancora esistente, nel1581. Nel 1796 si trasferì in questa chiesa la
parrocchia che faceva capo alla scomparsa chiesa di Santa Maria in cella di pietra.
La chiesa della Madonna dell'Homo. È una piccola chiesa situata nella periferia della città, in via Luca Pacioli, a
2 km circa, a nord-ovest, dal centro storico. È ad aula unica con un solo altare; esternamente le superficie murarie
non sono intonacate ma lasciano in evidenza i laterizi. Originariamente era una cappella all'aperto, poi è stata
trasformata in chiesa nel1557. Conserva un notevole ciclo pittorico del1417, di Ottaviano Nelli o Antonio Alberti da
Ferrara. È stata restaurata nel2003 ma non è visitabile.
La chiesa della Madonna di Loreto. Si trova sulla cima di un colle a 1 km circa, a nord-ovest, dal centro storico, in via
Federico Comandino. È ad aula unica con un unico altare e presenta un pronao sulla facciata, aperto ai lati; sia
internamente che esternamente non è intonacata, lasciando in vista laterizio.
il Fu eretta nel 1720 per volontà di
Fulvio Corboli-Aquilini e della sua famiglia, nelle stesse dimensioni della Santa Casa di Loreto. Dopo un lungo
periodo di abbandono, venne donata nel1934 alla Città, perché fosse restaurata e dedicata alla memoria dei caduti
della Prima Guerra Mondiale, assieme al versante orientale del colle, ribattezzatoParco della Rimembranza. È
visitabile solo in rare occasioni, mentre il vicino Parco è aperto tutti i giorni, secondo un preciso orario.
La chiesa e l'ex convento dei frati Cappuccini. Situati sulla cima di un colle a sud-ovest del centro storico, sulla
strada che da Urbino va verso Urbania e la T oscana. Nelle immediate vicinanze dell'ex convento, sorge il vasto
complesso architettonico dei Collegi universitari di Giancarlo De Carlo. Chiesa e convento risalgono 1588, al mentre
l'attuale chiesa fu consacrata nel1690. Il convento ospitò i padri cappuccini fino al 1869, quando fu ceduto al
Comune, che adibì l'edificio a casa di riposo per anziani; tale destinazione fu mantenuta fino al 1996. L'ex convento
è utilizzato dall'Università, mentre la chiesa non è agibile dopo il crollo della copertura, inseguito all'eccezionale
nevicata del febbraio 2012.
Il santuario del Sacro Cuore di Gesù (in costruzione),
La chiesa di Santa Maria de Cruce M ( azzaferro),
La chiesa del Cristo Re (Trasanni),
La pieve di San Cassiano (Castelcavallino),
La chiesa di San Cipriano
La chiesa di San Donato
La chiesa di San Giovanni Battista P ( ieve di Cagna),
La chiesa di Santa Apollinare in Girfalco Pieve
( di Cagna),
La chiesa di San Giovanni in Pozzuolo
La chiesa di San Giovanni Battista S ( chieti),
La chiesa di San Tommaso (Torre),
La chiesa di Santa Maria Assunta C ( anavaccio),
La chiesa di Santo Stefano di Gaifa
La chiesa di Santa Maria Assunta G ( adana),
La chiesa di Santa Maria delle Selve T ( orre),
La chiesa di San Giovanni Battista di Crocicchia,
La chiesa di Sant'Eufemia
La chiesa di San Marino
La chiesa di San Paterniano (Ca' Mazzasette),
La chiesa di Santa Barbara in Campitelli
La chiesa di San Martino (Pallino),

Il mausoleo dei Duchi Il nuovo monastero di La chiesa della Madonna La chiesa della Madonna
Santa Chiara dell'Homo di Loreto

Edifici dedicati al culto di altre religioni:

la Sinagoga

Architetture civili

Palazzi
Il Palazzo Ducale. Molto conosciuto e visitato, è uno dei più interessanti esempi architettonici ed artistici dell'intero
Rinascimento italiano. Il palazzo è sede dellaGalleria nazionale delle Marche, ed è caratteristico per itorricini che
ne delimitano la parte posteriore.

La Data e la Rampa elicoidale. LeStalle ducali (o Data) potevano contenere fino a 300 cavalli e assieme al vicino
torrione della Rampa elicoidale sono opera dell'architettoFrancesco di Giorgio Martini; volute entrambe dal duca
Federico III da Montefeltronella seconda metà delXV secolo, come parti collegate al complesso del nascente
Palazzo Ducale. Il torrione della Rampa elicoidale è un'imponente struttura architettonica che si erge sul lato nord
della Data, sull'angolo tra quest'ultima e le mura diPorta Valbona. La sua funzione era quella di garantire il
passaggio, al Duca e alla sua corte, dal Palazzo alle Stalle Ducali e viceversa. Nella seconda metà del XIX secolo fu
eretto, sulla parte superiore della Rampa, ilTeatro Sanzio, su progetto dell'architetto Vincenzo Ghinelli. Dalla
seconda metà del XVI secolo, a causa dell'abbandono seguito al declino della città, si verificò il crollo della copertura
delle ex Stalle ducali. Da quel momento furono adibite a orto, di proprietà della famiglia Albani, e le vicine strutture,
nella parte superiore della Rampa, a granai cittadini, infatti vennero denominate Magazzino dell'abbondanza, queste
ultime furono demolite nella seconda metà delXIX secolo, durante la costruzione delteatro. Per estensione anche la
Data acquisì il nome diOrto dell'Abbondanza. Solamente nella seconda metà delXX secolo la Rampa e la Data
furono soggette (in tempi diversi) ad un progetto di recupero curato dall'architetto Giancarlo De Carlo. Questo
progetto portò al completo restauro della Rampa Elicoidale nel1977, nell'intervento urbanistico di recupero
dell'intera zona del Mercatale, e all'avvio negli anni novanta dei lavori di restauro, molto discussi, delle ex Stalle
Ducali.[26]
La casa di Raffaello.Si trova nell'omonima via, al civico 57. Qui si può ammirare un affresco di un giovane Raffaello,
oltre che dipinti del padreGiovanni Santi, gli ambienti e gli arredi della casa dove visse il celebre pittore.

Palazzo del Collegio Raffaello. Il collegio Raffaello fu istituito per volere dipapa Clemente XI agli inizi del XVIII
secolo; era retto dai padri Scolopi e aveva la sua sede in Piazza della Repubblica, nel palazzo progettato
appositamente dall'architettoAlessandro Specchi. In questo collegio vi studiò ed alloggiò, fino all'età di 12 anni,
Giovanni Pascoli. Questo palazzo ospita la sala del consiglio comunale e alcuni uf fici della Prefettura; inoltre negli
ambienti al pianterreno, affacciati sul cortile, vi sono varie attività commerciali. Mentre in alcune sale al secondo
piano sono stati allestiti: il museo del Gabinetto di Fisica dell'Università e il museo dell'Incisione Urbinate.[27]

Palazzo Nuovo Albani


Palazzo Corboli-Aquilini
Palazzo Comunale
Palazzo Arcivescovile
Palazzo Albani
Palazzo Montefeltro-Bonaventura
Palazzo Odasi
Casa Barocci
Palazzo Passionei-Paciotti
Palazzo Veterani
Palazzo Peroli
Palazzo Battiferri
Palazzo Galli-Palma
Palazzo Giovannini-Luminati
Ex palazzo di Giustizia (già palazzo Mauruzi della Stacciola-Gherardi)
Palazzo Riviera-Ubaldini
Palazzo Biancalana-Leoni-Luminati
La Rampa elicoidale (a Palazzo Corboli-Aquilini Palazzo arcivescovile Il palazzo dell'ex collegio
sinistra) e la Data Raffaello

Palazzo Nuovo Albani

Teatri storici

Il Teatro Sanzio. Si tratta del principale T


eatro della città; sorto verso la metà delXIX secolo, sul bastione della
Rampa elicoidale. Il teatro ha subito una radicale ristrutturazione tra gli anni settanta e ottanta del
XX secolo, ad
opera dell'architetto De Carlo.

Le ville

Villa Paciotti (anche detta Ca' il Paciotto o Cal Paciotto)


Ca'Condi
Villa Quattroventi
il Padiglione (demolita nel2015[28])
Villa Maria
Villa Tortorina
Villa dell'Orologio
Cal Duca
il Montale
Palazzo del Collegio
Villa Giunchi
Portale di Villa Maria Portale della Villa Il Il Padiglione (lato sud) Il Padiglione (lato est)
Padiglione

Il Padiglione (lati nord e


ovest)

Architetture militari

Mura e porte
Le mura di Urbino sono l'antica cerchia difensiva della città. Create con la città stessa, si sono contati quattro tracciati diversi,
l'ultimo dei quali risale alla prima metà delXVI secolo.

Porta Valbona. Si tratta della principale portad'accesso alla città. Eretta nella forma attuale nel1621 in occasione
delle nozze del futuro ducaFederico Ubaldo Della Roverecon Claudia de' Medici.[29]

Porta Santa Lucia


Porta Lavagine
Porta del Monte (demolita)
Porta San Bartolo
Porta Nuova o Barriera Margherita
Porta Santa Maria
Porta San Polo

Bastioni

Bastione di Santa Lucia


Bastione del Monte (semi-distrutto)
Bastione di San Bartolo
Bastione di Santa Chiara
Bastione di Belisario
Bastione di San Polo
Bastione di Sant'Agostino
Bastione di Santa Caterina
Bastione della Santissima Trinità
Bastione dei Frati
Fortezza Albornoz. Venne eretta dal cardinale Anglico de Grimoard, tra il 1367 e il 1371, sul sito in cui sorgeva una
delle residenze dei Montefeltro. La costruzione della fortezza era dovuta alla necessità di controllare meglio la città,
dopo che in essa si erano verificati alcuni tumulti. Fu raf
forzata nello stesso secolo dal cardinale spagnoloEgidio
Albornoz. Infine venne ristrutturata, in forme attuali, nella seconda metà delXVI secolo. Nel 2010 l'edificio è divenuto
sede di un museo sulle armi e armature delXV secolo, denominato Armeria Ducale - Bella Gerit. Dalla parte
[30]
superiore dell'edificio si può godere di un bel panorama sulla città e sulle colline circostanti.

Porta Valbona Porta Lavagine Porta Santa Lucia verso Porta Santa Lucia verso
la città l'esterno

Porta San Bartolo Porta Santa Maria La Fortezza Albornoz La Fortezza Albornoz

Altro

Piazze

Piazza Duca Federico(già piazza Maggiore),


Si tratta di una piccola piazza, di forma quadrilatera, situata sulla sommità del colle del Poggio. Tramite tale piazza si accede
all'ingresso principale del Palazzo Ducale, la cui mole domina il lato meridionale e occidentale. Mentre il lato settentrionale è
dominato dalla cattedrale, il cui lato lungo, che si affaccia sulla piazza, è adornato dalla Loggia del Grano, che garantisce l'accesso
all'Oratorio della Grotta. Infine sul lato orientale la piazza confina con l'adiacente via Puccinotti. Questa piazza si può considerare il
"cuore" di Urbino, in quanto essa ha rappresentato il fulcro attorno al quale è nata e si è sviluppata la città; rappresentandone, per
secoli, il centro politico, amministrativo e religioso. Dal1897 al 1947, questa piazza ospitò il monumento aRaffaello Sanzio, di Luigi
Belli, ora collocato in cima a via Raffaello.

Piazza della Repubblica(già piazza 8 settembre, già Pian di Mercato),


L'attuale piazza, di forma trapezoidale, è nata nel XIX secolo, con l'ampliamento sul lato meridionale, dovuto alla realizzazione del
Palazzo Nuovo degli Albani e poi all'apertura di Corso Garibaldi. Sulla piazza confluiscono cinque vie (via Raffaello, via Battisti, via
Veneto, via Mazzini e Corso Garibaldi) ed il suo centro è dominato da una fontana, progettata da Diomede Catalucci nel 1908,
eliminata nel 1927, e reintrodotta negli anni novanta. L'attuale denominazione risale al 1946, mentre la precedente commemorava
l'ingresso in città dei primi soldati del Regno di Sardegna, nel 1860. La piazza, prima dell'ampliamento ottocentesco, era più stretta
(una sorta di lieve ampliamento della confinante via Raffaello) ed era denominata Pian di Mercato, in quanto tale toponimo
rispecchiava il ruolo che la piazza aveva come sede del mercato cittadino, che conserverà fino al XVIII secolo. Manterrà il ruolo
sociale, ovvero quello di punto d'incontro per la popolazione urbinate, essendo favorita, in questo, dalla posizione; in quanto la piazza
si trova sul punto più agevole, un piccolo pianoro, per spostarsi su uno dei due colli (il Poggio e il Monte) su cui poggia la città.
Inoltre sulla piazza convergono quasi tutte le principali vie provenienti dalle maggiori Porte urbiche, contribuendo così, a renderla il
vero Centro della città.

Piazza Rinascimento (già piazza Vittorio Emanuele, già del Poggioo del gioca pallone),
Questa piazza nacque nel 1563, per volontà del duca Guidobaldo II della Rovere. La piazza si presenta come un lungo rettangolo in
pendenza; il cui lato occidentale (lato lungo) è occupato per l'intera sua lunghezza dal prospetto del Palazzo Ducale. Mentre il lato
opposto è occupato dalla chiesa di San Domenico, dall'edificio dell'ex seminario e da palazzo Petrangolini. Invece il lato meridionale
è chiuso da via Saffi, affiancata dai palazzi Vecchiotti-Antaldi e Montefeltro-Bonaventura; mentre, dalla parte opposta, quello
meridionale confina con via Puccinotti. La piazza corrisponde parzialmente al tracciato del Cardo Massimo, dell'antico Municipio
romano. Dal XVI secolo questa piazza ospitava "il gioco del pallone" (da cui la piazza prese il suo nome originario), che era
inizialmente identificabile col calcio fiorentino e col gioco dell'Aita; poi tra XVIII e XIX secolo, passò ad identificarsi col gioco del
Pallone col bracciale. Le partite di palla col bracciale vennero praticate, nella suddetta piazza, fino al 18 agosto 1813; quando furono,
inizialmente, proibite dal viceprefetto del dipartimento del Metauro; anche se la pratica del gioco proseguì fino all'ordinanza della
polizia municipale, del 15 luglio 1875. Dopo tale ordinanza il gioco fu spostato nel piazzale del Mercatale. Tra XIX e parte del XX
secolo, si svolse in questa piazza il consueto mercato cittadino. Nella piazza è presente, verso il lato settentrionale, un
obelisco egizio,
dono di Papa Clemente XI.

Piazzale del Mercatale,


Il piazzale, dalla forma quadrilatera, fu costruito a fine Quattrocento da Francesco di Giorgio Martini. Tale piazza ricopre la funzione
di principale punto d'accesso alla città, insieme a Porta Valbona. Venne chiamata così perché in origine vi si teneva il mercato del
bestiame, ma veniva utilizzata anche per altri usi.Verso la fine del Novecento, la piazza fu riprogettata daGiancarlo De Carlo.

Vie e viali

Via Vittorio Veneto (già Francesco Puccinotti),


È una delle principali vie del centro storico e riveste un importante ruolo nella città, in quanto mette in comunicazione i due centri,
quello politico-religioso-amministrativo(piazza Duca Federico) e quello socio-commerciale (piazza della Repubblica). Inoltre questa
via corrisponde approssimativamente e parzialmente ad un estremo del Cardo massimo; come testimonia, su un lato della via,
addossato al muro di una casa, un piccolo masso di pietra, ultimo resto di Porta Maia (molto probabilmente derivante dal latino
Mayor), uno dei quattro accessi all'antico municipio romano. Questa via, dalla seconda metà del XIX secolo fino al 1922, era
intitolata al medico urbinate Francesco Puccinotti; poi dal 1922 tale denominazione si è mantenuta solo per il tratto compreso tra
piazza Rinascimento ed il Municipio, in quanto il tratto restante è stato intitolato alla città di Vittorio Veneto, per commemorare la
decisiva battaglia della Prima Guerra Mondiale. Poco prima della congiunzione di tale strada con via Puccinotti, si apre una piccola
piazzetta in decisa pendenza, chiamata in origine Piazza Farina e ribattezzata, nel 2009, Largo San Crescentino; per il piccolo
monumento al Santo Patrono presente nel sito, composto da un'ara e una colonna in pietra che sostengono una piccola statua
settecentesca del Santo. Sempre su largo San Crescentino si erge la facciata settecentesca del Palazzo Comunale.

Via Francesco Puccinotti(già piazza del Duomo),


Questa via sembra quasi una sorta di prolungamento di piazza Duca Federico, in quanto su di essa si affacciano con i rispettivi
ingressi: il palazzo Comunale, la cattedrale e, tramite piazza Giovanni Pascoli, il palazzo Arcivescovile. Anch'essa coincide,
all'incirca, con un segmento dell'antico Cardo massimo.

Via Giuseppe Mazzini (già Valbona),


Popolarmente chiamata Valbona, dato che si tratta della strada principale dell'omonima contrada. Mentre a settentrione la via
confluisce in piazza della Repubblica. La strada è segnata da una decisa pendenza. Ha assunto l'attuale denominazione agli inizi del
XX secolo. Questa via rappresentava, assieme alla Porta, l'ingresso d'onore della città, non a caso tutte le facciate degli edifici, che vi
si affacciano, sono tra le più belle di Urbino. Secondo la tradizione tutti i nuovi arcivescovi urbinati entrano in città mediante questa
via. Anticamente questa strada era la via d'accesso in città, per chi proveniva da occidente, in particolare dalla strada della Toscana.
Lungo questa strada si trova l'Oratorio del Corpus Domini (o chiesa di San Francesco di Paola), i palazzi Lucciarini-Luminati (la cui
architettura ha evidenti richiami allo stile di Francesco di Gior
gio Martini) e Galli-Palma.

Via Raffaello (già il Monte),


La via si caratterizza in Urbino come una delle più ripide, forse anche per questo è popolarmente denominata il Monte. Si sviluppa
sul versante meridionale della collina omonima. La strada era chiusa in cima dal bastione e dalla Porta urbica omonimi, demoliti nel
XIX secolo; ora vi è, in posizione più avanzata rispetto alle mura, un parco al cui centro si staglia il monumento a Raffaello. Mentre
in fondo, la via termina in piazza della Repubblica. Su tale strada si trovano la casa natale di Raffaello, il palazzo di Giustizia, le
chiese di San Francesco e di San Sergio (la prima cattedrale); inoltre da essa si raggiunge il parco della Fortezza Albornoz. Il nome
del Monte si è poi esteso ad indicare l'intera contrada.

Via Cesare Battisti (già Lavagine),


Popolarmente chiamata Lavagine, anch'essa è segnata da una decisa pendenza, chiusa a oriente dalla porta omonima, mentre a
meridione confluisce in piazza della Repubblica. Si tratta della via principale della contrada di Lavagine. Il nome più antico e
popolare deriverebbe dall'antica presenza di un lavatoio, immediatamente fuori dall'omonima porta urbica. In origine tale via era
l'accesso diretto in città, per chi proveniva da Pesaro. Nel 1919 circa, è stata intitolata all'irredentista Cesare Battisti. Su questa via si
trovano: la sede principale dell'Accademia Raffaello, all'interno di palazzo Viviani (a poco distanza dalla Porta urbica), e l'antica
fonte del Leone, a metà della strada sulla biforcazione con via Sant'Andrea; si tratta di una fonte di notevoli dimensioni ricavata a
ridosso di un tratto del muro di contenimento dell'orto botanico. Inoltre, addossata sulla parte interna della Porta urbica, si trova la
piccola chiesa di Santa Maria degli Angeli. La via, alla sua confluenza in piazza della Repubblica, è fiancheggiata da un lato, dalla
chiesa di San Francesco e dall'altro dal palazzo dell'ex collegio Raf
faello.

Via Donato Bramante (già Santa Lucia),


Il tratto in lieve pendenza di questa via, è chiamato popolarmente Santa Lucia, come la Porta urbica che ne delimita l'estremità
settentrionale; l'altra estremità segna la confluenza in via Raffaello. Anticamente questa strada, garantiva l'accesso diretto in città, per
coloro che provenivano da settentrione. Infatti, nel1860, le prime truppe piemontesi entrarono in città, proprio attraverso la Porta e la
via omonime. Il nome Santa Lucia, deriva dall'antico monastero dedicato all'omonima Santa, che si trovava sul lato a monte del largo
Clemente XI; la chiesa e il monastero non sono più esistenti. Su tale via si trovano: la chiesa di Santo Spirito, che ha il proprio
ingresso su Largo Clemente XI nel quale si trova la statua di papa Celestino V (compatrono della città) e un piccolo monumento,
formato da una colonna di origine romana, dono del cardinale Annibale Albani nel 1739; da questo Largo si forma una biforcazione,
a sinistra la via sale fino alla Porta urbica mentre a destra si arriva davanti alla scuola elementare "Giovanni Pascoli", che sorge sul
luogo dove, fino al 1932, vi era il giardino delle Delizie dei Duchi o giardino di Santa Lucia. Poco distante da Largo Clemente XI si
trovano: Palazzo Albani, l'Orto Botanico e la sede distaccata delLiceo Artistico Scuola del Libro.

Via Aurelio Saffi (già San Polo),


Popolarmente chiamata San Polo, dalla ex chiesa di San Paolo, che si trova nella parte alta della via, di proprietà dell'Università che
l'ha trasformata in laboratorio di restauro. L'attuale denominazione risale agli inizi del XX secolo. Rappresenta la principale strada
della contrada di San Polo. La via si caratterizza in città come una delle più ripide, assieme al Monte; si sviluppa lungo il versante
meridionale del colle del Poggio, scendendo da nord verso sud. La strada è chiusa a meridione dal Bastione omonimo, mentre a
settentrione confluisce in piazza Rinascimento. La parte più alta, situata sulla sommità del Poggio, rappresenta una delle più antiche
zone del centro storico; in essa si trovano: palazzo Montefeltro-Bonaventura, la chiesa e il monastero di Santa Caterina e l'ex chiesa
di San Pietro Celestino V; mentre all'inizio della discesa, si trovano l'ex convento di San Benedetto - palazzo Battiferri (ora Facoltà di
Economia) e la sopraccitata ex chiesa di San Paolo. La via corrisponde, approssimativamente, all'estremità meridionale dell'antico
Cardo massimo della città romana. A metà della via, all'altezza della confluenza con via San Girolamo, si possono vedere i resti della
Porta di Belisario, antico accesso meridionale della cinta muraria medievale della città. Altri monumenti di questa via sono: l'edificio
decarliano dell'ex Facoltà di Magistero (ora Facoltà di Sociologia), nato dall'abbattimento del convento di Santa Maria della Bella, la
cui chiesa sconsacrata è stata incorporata nel nuovo edificio; altro monumento è la chiesa di Sant'Agostino, che presenta all'esterno
una facciata gotica mentre l'interno è frutto del rinnovamento settecentesco voluto da papa Albani, per le principali chiese cittadine;
legato a tale chiesa vi è anche l'ex convento (ora Facoltà di Giurisprudenza), che ha il proprio ingresso sul retro, verso le mura. Alla
fine della via, in fondo alla discesa, vi è la casa dove abitò lo scrittore e poeta Paolo Volponi; proprio sul luogo dove sorge tale casa,
vi era il passaggio che collegava San Polo all'omonima Porta urbica, non più fruibile ma ancora esistente. Questo passaggio venne
chiuso nel XIX secolo, l'epoca in cui fu eretta casa Volponi, a seguito dell'apertura della Barriera Margherita e della nuova strada
lungo le mura.

Via Federico Barocci (già San Giovanni),


La via si sviluppa trasversalmente, sul versante sud-occidentale della collina del Monte, in posizione intermedia tra l'area soprastante
della fortezza Albornoz e la sottostante via Mazzini (Valbona). Per la sua posizione, ha un andamento pianeggiante, caratterizzato
solo da lievi pendenze. Il nome attuale risale agli inizi del XX secolo. Questa via riveste un'importanza prettamente storico-artistica
in città. In quanto, lungo tale strada sono nati e vissuti molti uomini illustri, tra cui lo stesso Federico Barocci e i suoi fratelli, celebri
costruttori di orologi (Simone, Giovanni Battista e Giovanni Maria); ma non solo: Giovan Battista Comandino (architetto militare) e
suo figlio Federico (matematico), Lorenzo Vagnarelli (costruttore di strumenti matematici) e il fratello Pietro (architetto militare),
Pompilio Bruni (costruttore di strumenti matematici), Marco Montano (letterato) e Pier Girolamo Vernaccia (storico). Inoltre su
questa via si trova l'oratorio di San Giovanni, quello di San Giuseppe e quello delle Cinque Piaghe. Da questa strada si può godere di
una bellissima veduta del Palazzo Ducale, con i suoi celebriTorricini, e della cattedrale.

Piazza Rinascimento Piazza della Repubblica Via Bramante verso Via Raffaello
porta s.Lucia

Via Mazzini verso porta Via Vittorio Veneto


Valbona

Decoro urbano

Obelisco egizio. Uno dei dodici obelischi egizi originali in Italia, si trova in piazza Rinascimento, di fronte al lato
orientale del Palazzo Ducale e davanti alla chiesa di San Domenico. Formato da quattro blocchi sovrapposti e con
una croce in bronzo sulla sommità, risale all'epoca di Hofra o Apries. Arrivò a Urbino nel 1737, portato da Annibale
Albani, cardinale parente di Clemente XI.
Il Monumento a Raffaello. Realizzato dallo scultore Luigi Belli tra il 1883 e il 1894. Fu inaugurato il 22 agosto1897 in
piazza Duca Federico, davanti all'ingresso principale delPalazzo Ducale. Nel 1947 venne trasferito in cima a via
Raffaello, dove si trova tuttora.[31][32]
Statua di San Pietro Celestino V Papa. Il monumento si trova in Largo Clemente XI, vicino alla chiesa di Santo
Spirito. La statua, opera dell'artista romano Bartolomeo Bincillotti, fu eretta nel 1737. In origine doveva
rappresentare il pontefice Alessandro VIII, come omaggio del cardinaleAnnibale Albani, per ringraziarlo delle opere
benemerite compiute in favore della città. Però, durante l'occupazione francese1797-1801),
( l'allora arcivescovo
Berioli per paura che la statua fosse distrutta, dato che rappresentava un pontefice, decise di farla modificare e di
dedicarla al compatrono cittadinoSan Pietro Celestino V.
Fontana di Papa Benedetto XIII. Si trova in via Bramante, davanti all'ingresso principale di palazzo Albani. Fu
realizzata nel 1729, da parte della comunità cittadina, come ringraziamento al Pontefice per le opere benemerite
compiute in favore della città.
Monumento a San Crescentino. Situato nell'antica piazza Farina (ora Largo San Crescentino), davanti alla facciata
settecentesca del palazzo comunale. Fu eretto nel1737 e si compone di un'ara e di una colonna in pietra, di origine
romana, provenienti dallachiesa dei Santi Apostoli di Roma, dono del cardinale Annibale Albani. Sulla sommità del
monumento, fu collocata una piccola statua bronzea del Santo. ale T scultura fu poi rimossa e, per proteggerla
meglio dagli agenti atmosferici, spostata all'interno dellaGalleria Nazionale delle Marche. Dal 2009, una copia della
statua è stata ricollocata sulla sommità del monumento, che dal2010 è stato restaurato; nel medesimo anno il luogo
nel quale si trova, è stato intitolato all'omonimoSanto.
Fontana di piazza della Repubblica. È situata al centro di piazza della Repubblica.enne V realizzata nel 1908, su
progetto di Diomede Catalucci. Fu rimossa nel 1927 e reintrodotta nella seconda metà degli anni novanta.
Fonte del Leone o Barberina.

Monumento a Raffaello Statua di San Pietro Fontana di Papa Monumento a San


Celestino V Papa Benedetto XIII Crescentino

Fonte del Leone o


Barberina

Architetture di De Carlo
Il nuovo Magistero (Facoltà di Sociologia) e Palazzo Battiferri (Facoltà di Economia)
Sono esempi di interventi architettonici moderni equilibrati in un tessuto urbano antico, senza creare anacronismi o falsi storici. Il cui
progettò fu curato dall'architettoGiancarlo De Carlo.[33][34]

Collegi universitari
Situati sul colle dei Cappuccini, sono a livello mondiale considerati capolavori dell'architettura degli anni settanta, per la densità di
significati che contengono (architettoGiancarlo De Carlo).[35]
Il nuovo Magistero Particolare di Palazzo I Collegi universitari
Battiferri

Aree naturali
Parco della Resistenza
Parco della Rimembranza
Parco naturale delle Cesane

Società

Evoluzione demografica
Abitanti censiti[36]

La comunità ebraica di Urbino


Urbino è sede di una delle più antiche comunità ebraiche d'Italia, che prosperò grazie alla protezione accordatale da Federico da
Montefeltro. Il ghetto fu stabilito solo agli inizi del XVII secolo quando Urbino passò sotto lo Stato Pontificio. A testimonianza della
[37]
storia e della vitalità della comunità rimangono le due sinagoghe (di cui una ancora integra) e l'antico cimitero a Gadana.
Cultura

Istruzione

Università

Università degli Studi "Carlo Bo". Sede di una delle più antiche (fondata nel1506) ed importanti università d'Europa.
La città di Urbino conta più iscritti alla sua università che abitanti, infatti gli iscritti erano 17.731 nel 2006. Nel 2006 si
sono celebrati i festeggiamenti per il suo cinquecentenario, con l'emissione anche di un francobollo commemorativo
speciale.[38]

Accademia di Belle Arti di Urbino. Urbino è anche sede di una prestigiosa Accademia di Belle Arti, fondata nel 1967,
in cui la carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione è stata ricoperta dal 2003 al 2013 daVittorio Sgarbi.
ex convento dei Carmelitani Scalzi, in cima a via Raffaello.[39]
L'Accademia ha la sua sede principale all'interno dell'

ISIA. Acronimo di Istituto superiore per le industrie artistiche. È nato negli anni sessanta delXX secolo dal Corso
Superiore di Arte Grafica (CSAG), dellaScuola del Libro, un corso triennale da frequentare dopo il diploma di
Maestro d'Arte, e molto rinomato inItalia nel campo della grafica. Il diploma che si consegue alla fine ha lo stesso
valore della laurea. L'istituto ha sede nel prestigiosoex Monastero di Santa Chiara, opera di Francesco di Giorgio
Martini.

Scuole Secondarie di Secondo Grado

Istituto d'Istruzione SuperioreRaffaello. L'Istituto d'istruzione superiore


Raffaello, ora liceo classico, turistico e linguistico, è una delle istituzioni
scolastiche più antiche della città. Le sue origini più lontane risalgono a quel
"Collegio dei Nobili" fondato in Urbino nel 1699 per volontà dell'urbinate
Gianfrancesco Albani diventato poiPapa Clemente XI e che, nel 1884, fu
trasformato nel Regio Liceo-Ginnasio “Raffaello”, da cui discende direttamente
la scuola. Per secoli la scuola è stata punto di riferimento per la gioventù di
tutto un territorio al di qua e al di là dell'Appennino, annoverando tra i propri
alunni persone che hanno lasciato un segno tangibile nella storia d'Italia. Il
poeta Giovanni Pascoli (1855 – 1912) ne è l'esempio più illustre.[40]
Liceo Artistico Scuola del Libro. Nata nel 1861 come Istituto di Belle Arti delle
Marche, dal 1923 ha assunto la denominazione diIstituto per la Decorazione e
l'Illustrazione del Libro per poi diventare Istituto d'Arte Scuola del Libroe infine
la trasformazione in Liceo Artistico. La scuola è stata molto rinomata nel campo
dell'illustrazione e decorazione del libro, verso la prima metà delXX secolo.
Dalla seconda metà delsecolo si è imposta nel campo delle arti grafiche,
soprattutto nell'incisione. L'ITIS Mattei

Istituto Tecnico Industriale StataleEnrico Mattei. L'edificio, in cui ha sede la


scuola, è stato progettato daEdoardo Detti e realizzato tra il 1961 e il 1981; si
[41]
tratta del maggior complesso architettonico contemporaneo della città, dopo i Collegi universitari di De Carlo.
Liceo Scientifico Luciano Laurana[42]
Liceo delle Scienze UmaneBernardino Baldi

Scuole Secondarie di Primo Grado

Istituto Comprensivo "Paolo Volponi"[43]


Istituto Comprensivo "Giovanni Pascoli"[44]

Archivi e biblioteche
Sezione distaccata dell'Archivio di Stato di Pesaro. Situato nel piano seminterrato del palazzo della scuola primaria
Giovanni Pascoli, dal 2007. Conserva, oltre ai documenti d'archivio, anche una biblioteca.
Archivio del Comune. È diviso tra due sedi, i documenti antecedenti ai primi anni del XIX secolo sono custoditi
assieme all'archivio principale dell'Università cittadina, mentre i documenti successivi a quel periodo sono conservati
in alcuni ambienti dell'Istituto ComprensivoPaolo Volponi, nella periferia della città, e fanno parte, assieme
all'archivio sanitario, della sottosezione dell'archivio di stato; nell'ottica di costituire un unico polo archivistico
territoriale[45]. L'archivio storico del Comune possiede anche gli archivi di alcune importanti famiglie nobili urbinati,
ad eccezione delle più importanti, ovvero quelle deiMontefeltro - Della Rovere (confluito in quello mediceo ed ora
parte dell'Archivio di Stato di Firenze) e degliAlbani (trasferito fuori Urbino nella prima metà del XX secolo).
Archivio della Curia e del Capitolo diocesano. Si trova al primo piano del palazzo arcivescovile.
Archivio della Cappella Musicale del Santissimo Sacramento.
Archivi e Biblioteche dell'Università. L'archivio principale si trova nella sede centrale dipalazzo Bonaventura,
assieme alla biblioteca di area umanistica. Mentre tra le biblioteche bisogna segnalare quella della Fondazione Carlo
e Marise Bo, che conserva e gestisce il lascito testamentario di libri e oggetti del critico letterario, situata all'interno di
palazzo Passionei Paciotti.
Biblioteca dell'Accademia Raffaello. Situata al piano terra di palazzo Viviani, sede dell'accademia.

Musei
Galleria nazionale delle Marche. È il principale museo cittadino e uno dei più noti a livello nazionale. Istituito il 7
marzo 1912, negli ambienti del Palazzo Ducale. Conserva un'importante patrimonio storico artistico, composto dalle
opere d'arte medievale fino quelle barocche, ma la collezione più consistente è quella rinascimentale.

Casa di Raffaello.

Museo archeologico Lapidario. È ospitato all'interno di alcuni ambienti nel pianterreno del Palazzo Ducale. Conserva
diversi reperti lapidei di epoca romana, provenienti da Urbino, e il lascito di epigrafi dell'archeologo urbinate Raffaele
Fabretti.[46]
Museo diocesano Albani. È ospitato all'interno di alcuni ambienti al pianterreno dell'Episcopio, tra questi vi sono le
antiche sacrestie della cattedrale, una risalente alXVI e l'altra al XVIII secolo. Il museo fu istituito nel1964, per
conservare meglio il tesoro della cattedrale urbinate e raccogliere le opere d'arte della diocesi, soprattutto quelle
presenti nelle chiese di campagna più sperdute. Inoltre contiene opere pregevoli (paramenti sacri, arredi liturgici,
codici miniati, ecc.) del tesoro della cattedrale cittadina, costituito in gran parte dalle cospicue donazioni papa
di
Clemente XI, nella prima metà del XVIII secolo, e di altri membri di CasaAlbani. Negli ultimi anni è stato soggetto ad
una radicale ristrutturazione, terminata con la riapertura del museo il 20 marzo 2010.

Museo della Città. È stato un museo di recente istituzione, realizzato all'interno delle sale nel piano seminterrato di
palazzo Odasi. Il percorso museale era mirato ad illustrare la storia e le peculiarità della città attraverso un
allestimento moderno e coinvolgente.[47] Dal 2015 è stato sostituito dallaCasa della Poesia, inaugurata ufficialmente
il 27 marzo.[48][49][50]

Orto Botanico "Pierina Scaramella" Ha il suo ingresso principale in via


Bramante. L'edificio che contrassegna l'entrata principale è formato da un
unico piano ed è di piccole dimensioni, progettato nel1846 dall'architetto
Vincenzo Ghinelli. L'Orto si sviluppa, per la maggior parte, su un grande
terrapieno, che in origine era proprietà dell'adiacenteconvento di San
Francesco. Nel 1798, durante l'occupazione francese, il Comune confiscò il
terzo orto del convento, per istituirvi, nel1809, un Orto Botanico; finalizzato agli
scopi didattici, legati agli insegnamenti diBotanica e Agraria, del Liceo Convitto
(sostituto della soppressa Università). A tal fine la sistemazione e L'Orto Botanico
l'organizzazione dell'Orto fu curata daGiovanni de' Brignoli di Brünnhoff,
docente di Botanica e Agraria. Nel1813 l'Orto fu arricchito da una Serra per le
piante esotiche. Con la restaurazione del governo pontificio e la rinascita
dell'Università il De Brignoli lasciò Urbino e la gestione dell'Orto tornò aiPadri Francescani, ai quali fu imposto da
Papa Pio VII di mantenere la coltura botanica. Però, nel1844, per gli eccessivi costi di mantenimento i Padri
dovettero cedere, in enfiteusi perpetua, l'Orto all'Università.
Museo dell'Incisione urbinate. Si tratta di un museo d'arte contemporanea, in quanto conserva le incisioni dei più
grandi maestri urbinati che fecero grande il nome dell'Istituto per l'Illustrazione e la Decorazione del Libro Scuola
( del
Libro) nel XX secolo. È ospitato al secondo piano del palazzo dell'ex Collegio Raf faello.[51]
Museo dei Gessi (Gipsoteca). È una testimonianza dell'antico Istituto per l'Illustrazione e la Decorazione del Libro,
perché conserva una collezione di calchi in gesso di sculture antiche, utilizzati per gli scopi didattici della Scuola. È
[52]
allestito all'interno dell'Istituto di Archeologia in alcuni ambienti di palazzo Albani.
Museo del Gabinetto di Fisica dell'Università. Si tratta di un museo che conserva gli antichi strumenti scientifici
dell'Università. È situato all'interno di alcuni ambienti al secondo piano del palazzo dell'ex Collegio Raf faello.[53]
Aula didattica Bella Gerit. È stata aperta nel 2010 all'interno della fortezza Albornoz. In essa sono esposti vari tipi di
armi e armature del XV secolo.[54]

Istituzioni Culturali
faello; eccole elencate in ordine cronologico[55]:
In città sono nate diverse accademie, ma l'unica esistente è l'Accademia Raf

Accademia degli Assorditi

Nata sotto il ducato di Guidobaldo I da Montefeltro, aveva come emblema la nave di Ulisse con le sirene, col motto "Canite surdis".
Quest'accademia vanta di avere nei suoi registri i nomi di importanti letterati italiani, come Torquato Tasso, Ludovico Ariosto, Pietro
Bembo, Pietro Aretino, i sommi pontefici Clemente XI e Benedetto XIV e tanti altri.

Accademia dei Pascolini

Nata nel 1659 per volontà del cardinal legato Scipione Delci; il suo stemma raffigurava un prato, sovrastato dal motto "Vernant
Pasqua" collocato in un cartiglio volante. Lo statuto di tale accademia fu approvato nel 1688. L'Accademia sceglieva le compagnie
comiche e di musica per i pubblici festeggiamenti del Carnevale. Inoltre possedeva un proprio teatro all'interno del Palazzo Ducale,
che fu anche l'unico della città fino all'inaugurazione dell'ottocentesco Teatro Sanzio. All'interno del teatro, l'accademia metteva in
scena commedie e tragedie realizzate da autori urbinati.

Accademia dei Nascenti

Nata nel 1699, tra i suoi fondatori si annoverano Giuseppe e Raffaele Fabretti. Il suo stemma rappresentava un anonimo ed ospitale
giardino adornato da fiori e fontane, con il motto"Favente dilucula".

Accademia o Colonia Metaurica

Fu fondata nel 1701 dal conte Carlo Silvestro Palma.

Accademia Raffaello
Nacque nel 1869 per iniziativa del conte Pompeo Gherardi. Si tratta di un'istituzione senza scopo di lucro, impegnata nella ricerca e
nella divulgazione dell'opera di Raffaello Sanzio e di altri uomini illustri e benemeriti della città; oltre ad effettuare e promuovere
ricerche sulla storia cittadina.

Candidatura a "Capitale Europea della Cultura 2019"


La città si è candidata a Capitale europea della cultura per il 2019. Oltre alla città, il progetto avrebbe coinvolto l'intero territorio
regionale, infatti il principale ente promotore era la Regione Marche. Il comitato promotore di tale candidatura era presieduto da Jack
Lang, ex ministro della cultura francese.[56] Il 12 giugno 2013 venne presentata ufficialmente, a Roma nella sede del Pio Sodalizio
dei Piceni, la candidatura della città. In questa occasione fu siglato anche un protocollo d'intesa tra la città di Urbino e quella di Sofia,
anch'essa candidata, per la Bulgaria, a capitale europea della cultura 2019.[57] Il 15 novembre 2013 la città è stata esclusa dalla
competizione in seguito alla decisione della giuria europea che doveva operare una selezione tra le varie città che avevano presentato
la candidatura. Oltre a Urbino, tra le tante, vengono escluse Aosta, Caserta, Palermo, Pisa, Reggio Calabria, Siracusa, Taranto e
Venezia.[58][59][60]

Media

Televisione
Nel territorio comunale ha sede l'emittente privata TELE 2000; che trasmette, fin dal 1981, su tutto il territorio della provincia di
Pesaro e Urbino, diffondendo le notizie relative aquest'area.[61]

Stampa

Università.[62]
Il Ducato, giornale a cura dell'Istituto per la formazione al Giornalismo, della locale
Redazione locale de Il Nuovo Amico, settimanale interdiocesano di Pesaro, Urbino e Fano e relativo territorio
diocesano[63].

Musica
Urbino è sede da più di 40 anni del Festival internazionale di musica antica, che raccoglie ogni anno d'estate appassionati da tutto il
mondo. Attiva città anche per ciò che concerne la musica contemporanea e la nuova scena musicale internazionale, da anni ospita
infatti il Festival internazionale di musica indipendenteFrequenze Disturbate.

Il 30 gennaio 2014 è stato girato presso ilteatro cittadino, il video della canzoneTrattengo il fiato di Emma.[64][65]

Cappella Musicale del Santissimo Sacramento


La Cappella nacque nel 1507 ed è sede di scuole di musica, dove è possibile frequentare corsi di canto e di vari strumenti musicali.
Inoltre organizza stagioni concertistiche in autunno e in primavera. Ha la sua sede in via Lorenzo Valerio 7, all'interno dell'antico
palazzo Cerioni, in cui vi risiede fin dal1867; ma lo ha acquistato dal Comune solo nel1936.[66][67].

Cinema
Film girati in Urbino

Due selvaggi a corte (1958) con Leonora Ruffo


La mandragola, nel 1965 vennero girate all'interno di un convento alcune scene del film, in clandestinità e molto
velocemente, in quanto l'arcivescovo di Urbino, appena saputo delle riprese del film, aveva intimato alla produzione
di stare alla larga dal convento e di limitare il loro campo di azione alla città ed alla campagna.
Una vergine per il principe
Un amore americano
Rossini! Rossini!, una scena nel parco della Fortezza Albornoz.
Film TV girati in Urbino

Qualcuno da amare[68]. (2000), miniserie Rai con Veronica Pivetti.


Datteri Dolci (süße Datteln), film tedesco del2010 prodotto da TVfilm60 per il canale pubblicoARD.
Il giallo di Urbino (Der Urbino krimi), miniserie tedesca di due puntate, girata in città nell'estate del
2015 e trasmessa
per la prima volta il 17 marzo2016 (prima puntata) sul canaleDas Erste[69].

Cucina
Prodotto gastronomico tipico della zona è la casciotta d'Urbino, antica varietà di formaggio che vanta l'inserimento del prodotto
nell'Atlante dei prodotti tipici e la denominazione di origine, nonché il riconoscimento della DOP (Denominazione di origine
protetta) da parte della Comunità Europea. Un'altra specialità tipica è la crescia sfogliata di Urbino, specie di piadina dalla quale però
si differenzia perché arricchita con strutto. Altra specialità, propria delle festività pasquali, è la crescia di Pasqua, prodotto da forno
che ricorda per la forma il panettone, ma è salata, con la presenza di formaggio e un po' di pepe; esiste anche nella versione dolce,
con canditi ed uvetta sultanina.

Eventi
1º giugno: Festa del patronoSan Crescentino, festa del santo patrono con la processione per le vie del centro.
Luglio: Festival Internazionale di Musica Antica, dal1969.
Agosto: Conversazioni d'Agosto a Palazzo Petrangolini, ciclo di conferenze e seminari, dal 1985.
Terzo weekend di agosto: Festa del Duca, rievocazione storica rinascimentale, dal1982.
Primo weekend di settembre:Festa dell'aquilone, storica gara tra le contrade di Urbino, dal1955.
Fine settembre: UrVinum, weekend di incontri, degustazioni e iniziative su enologia e prodotti del territorio.
Primo weekend di ottobre: Biosalus -Festival Nazionale del Biologico e del Benessere Olistico , organizzato
dall'Istituto di Medicina Naturale in collaborazione con il Comune di Urbino - (sito ficiale:
uf
http://www.biosalusfestival.it), dal 2007.
Primo weekend di ottobre: Terra di Biodiversità - Voglie d'Autunno, fiera dei prodotti di stagione, nel mese di ottobre -
dal 2007 si svolge in concomitanza con Biosalus Festival.
Fine novembre - primi dicembre: Urbinoir , tre giorni dedicati al noir sotto vari aspetti, curato dall'omonima
associazione, dal 2008.
Da dicembre a gennaio: Le Vie dei Presepi, dai primi di dicembre all'Epifania, che porta in varie parti della città
presepi provenienti da tutto il mondo e degli artisti locali, dal2001.
Inverno: Carnevale a Urbino, con sfilata di gruppi mascherati a cura delle contrade cittadine.
28 marzo - 6 aprile: Settimana Raffaellesca, incontri, conferenze, mostre per celebrare il concittadino Raf faello a
cura dell'omonima Accademia.
Aprile - maggio: Festival dellaCasciotta d'Urbino, dedicato al formaggio DOP prodotto nell'area di Urbino, dal2011.
Urbino fu anche sede della finale dell'edizione1982 di Giochi senza frontiere.

Persone legate ad Urbino


Urbino ha dato i natali a:

Battista Malatesta, letterata, filosofa e poeta (1384 – 1447/1448 circa)


Polidoro Virgili, umanista e storico (1470-1555)
Raffaello Sanzio, pittore (1483-1520)
Fra Carnevale, al secolo Bartolomeo di Giovanni Corradini, pittore
(1420/1425 circa – 1484)
Timoteo Viti, pittore (1469–1523)
Girolamo Genga, architetto e pittore (1476–1551)
Ippolito de' Medici, cardinale figlio illegittimo di Giuliano con l'urbinate
Pacifica Brandani (1511 - 1535)
Federico Brandani, scultore (1520 - 1575)
Francesco Paciotti, architetto (1521–1591)
Laura Battiferri, poetessa (1523-1589)
Giulio Della Rovere, cardinale (1533-1578)
Federico Barocci, pittore (1535-1612)
Bernardino Baldi, poeta e letterato (1553–1617)
Benedetto da Urbino, beato cappuccino (1560-1625) Raffaello Sanzio, autoritratto (1506
Guidobaldo Bonarelli, conte, letterato (1563-1608) circa), Galleria degli Uffizi, Firenze
Giacomo Micalori (1570 – 1645) teologo, filosofo e astronomo
Girolamo Cialdieri, pittore (1593 – 1680)
Raffaele Fabretti, archeologo (1618–1700)
papa Clemente XI, nato Giovanni Francesco Albani 1 ( 649-1721)
Domenico Riviera, cardinale (1671-1752)
Annibale Albani, cardinale (1682-1751)
Anna Guidarini, cantante lirica (1771-1827) e Lucia Romagnoli, madre e nonna materna del musicistaGioachino
Rossini
Francesco Puccinotti, medico (1794-1872)
Clorinda Corradi, contralto (1804-1877)
Nestore Corradi, artista, miniaturista (1811-1891)
Luigi Alippi (Urbino, 1817 - ?), deputato del Regno d'Italia
Raffaello Carboni, patriota che contribuì all'indipendenza dell'Australia1817-1875)
(
Coriolano Biacchi, musicista e direttore d'Orchestra della Cappella Musicale di Urbino1834-1914)
(
Francesco Budassi, politico (1852–1912)
Umberto Franci, incisore (1909-2012)
Pietro Sanchini, incisore (1915-2002)
Leonardo Tarantini, patriota e letterato (1920–2009)
Dino Tiberi, politico e scrittore (1923-2013)
Renato Bruscaglia, incisore (1921-1999)
Paolo Volponi, poeta e scrittore (1924-1994)
Italo Mancini, presbitero e filosofo (1925-1993)
Mario Gambedotti, incisore (1936 - 2013)
Francesca Benedetti, attrice (1935)
Umberto Piersanti, poeta e scrittore (1941)
Marica Branchesi, astrofisica (1977)
Valentino Rossi, motociclista (1979)
Raphael Gualazzi, cantautore (1981)

Geografia antropica

Suddivisioni storiche
A cominciare dall'età medievale, la città fu suddivisa, seguendo le delimitazioni topografiche del municipio romano, in quattro settori
denominati Quadre:

Quadra del Vescovado, delimitata ad est dall'estremità settentrionale del Cardo massimo, a sud dal tratto
occidentale del Decumano massimo e sui lati ovest e nord dalla cinta muraria. La denominazione risaliva alla
presenza in tale quartiere dell'episcopio.
Quadra di Porta Nuova, confinante a nord con l'estremità occidentale del Decumano massimo, a est con l'estremità
meridionale del Cardo massimo mentre sui lati occidentale e meridionale con le mura cittadine. La quadra era così
denominata per la presenza di uno degli accessi nella cinta muraria, Porta Nuova; in età romana e tardoromana
corrispondeva alla Porta decumana occidentale, posta probabilmente tra le odierne moli del Palazzo Ducale e della
Cattedrale. In età medievale la Porta urbica fu spostata più a sud, posta approssimativamente all'imbocco
dell'odierna Via Ferdinando Salvalai da Piazza Rinascimento.
Quadra di Posterula, delimitata tra l'estremità settentrionale del Cardo massimo, il tratto orientale del Decumano
massimo e la cerchia muraria.
Quadra di Santa Croce, situata tra il tratto meridionale del Cardo massimo, l'estremità orientale del Decumano
massimo e le mura urbiche. Deriva il proprio nome dall'Oratorio di Santa Croce, ovviamente posto in questo
quartiere, ancora oggi esistente e posto in Via Santa Chiara.
La divisione in Quadre si è mantenuta per quasi tutta l'età moderna, ma con la progressiva affermazione della divisione in contrade
della città, maggiormente rispondente all'espansione urbana, anche durante il XX secolo, con la costruzione dei nuovi quartieri extra
moenia. Le contrade della città antica corrispondono alle vie principali ed ai vicoli vicini, risalenti in buona parte ai borghi sorti nel
medioevo fuori dalla cinta muraria romano-medievale, soprattutto a ridosso dei quattri accessi alla città presenti sulla cinta muraria.
Le contrade del centro storico sono le seguenti:

Duomo, circoscrive l'area dell'antica città romano-medievale, attualmente definibile anche come area monumentale,
dal momento che in essa si trovano i principali edifici cittadini (il Palazzo Ducale, la Cattedrale, la chiesa di San
Domenico, il monastero di Santa Chiara), oltre alle sedi dei principali enti civici (Comune, Università, Arcivescovado,
Polo Museale).
Valbona, situata sul lato sud-occidentale dellacittà, in un terreno discendente dal pianoro di Piazza della
Repubblica, stretto tra i colli del Poggio e del Monte. L'assetto definitivo della contrada risale alXVI secolo, con la
realizzazione del terrapieno delMercatale, con il quale la contrada confina a sud ed a cui è collegata tramite una
porta urbica.
Il Monte, si tratta della contrada che comprende granparte dell'abitato situato sul colle omonimo, a nord-ovest del
centro storico. Questa contrada si sviluppò a partire dal età medievale, ma già in epoca romana vi erano delle
strutture, come una cisterna sotterranea per la raccolta delle acque e alcuni canali ipogei dell'acquedotto; inoltre
proprio in tale contrada sorse laprima cattedrale cittadina.
Santa Lucia, si tratta di una contrada situata sul versante sud-orientale del colle del Monte. Caratterizzata da una via
principale (Via Bramante), dalle vie adiacentiad essa e dalla porta urbica omonima che delimita l'estremità
settentrionale della via principale.
Lavagine, è situata sul versante orientale, discendente dal pianoro di Piazza della Repubblica, sulle pendici dei colli
del Poggio e del Monte. La contrada è definita dalla via principale (V ia Cesare Battisti), dalle vie ad essa adiacenti e
dalla porta urbica che delimita l'estremità orientale di via Battisti.
San Paolo o Polo, si trova sul versante meridionale e sulla cima del colle del Poggio, su quest'ultima parte
comprende una porzione dell'antica città romano-medievale. Anch'essa si caratterizza per la presenza di una strada
principale (Via Aurelio Saffi), delle vie adiacenti e dalla cinta muraria, che tramite il bastion
e omonimo ne delimita il
confine meridionale. La contrada prende nome dall'ex chiesa di San Paolo, oggi laboratorio di restauro
dell'Università.
San Bartolo, è una piccola contrada, originata dal borgo medievale sorto fuori dalle mura di allora, ma lungo la
strada che discendeva dall'antica porta decumana orientale. Sorge su di una piccola parte delle pendici orientali del
colle del Poggio. Viene identificata dalla via omonima, da alcuni vicoli confluenti e nella parte bassa dalla chiesa e
dal bastione omonimi.
Borgo Mercatale, si tratta di una contrada fuori ma vicina alle mura di Portaalbona.
V È costituita da un piccolo
nucleo di case nate a ridosso della base del colle delle V
igne, davanti al grande piazzale omonimo, da cui la
contrada prende nome, e ad un tratto della Strada Nazionale 73bis.

Frazioni
Urbino, Canavaccio, Ca' Mazzasette, Cavallino, Pieve di Cagna, La Torre, Trasanni, Schieti, Forcuini, La Marcella, Pozzuolo,
Paganico, Coldelce, Repuglie, Scotaneto[70].

Schieti e Ca'Mazzasette
Sono due frazioni, tra loro molto vicine (4,2 km), che si trovano in una pianura nella media valle del Foglia. Tra le due, Schieti è la
più popolosa.

Canavaccio
Situata in una pianura circondata dalle colline tipiche dei dipinti di Raffaello, confina a Sud con il Furlo, a ovest con Fermignano, e a
nord con Urbino. È la più grande frazione del comune di Urbino e si trova lungo la valle del Metauro. Sede archeologica di valore,
con tracce di insediamenti piceni. Inoltre in questa frazione, precisamente in località Pian di Lodovico, si trovano i resti di una villa
(cappella, portale e viale alberato), demolita nel 1926, appartenuta alla nobile famiglia urbinate dei Mauruzi della Stacciola.
Canavaccio è ricca di aziende produttive, ma anche ristorantini tipici, locande, bed and breakfast. Numerosissimi i sentieri che si
inerpicano dal paese per le colline circostanti fino a raggiungere Urbino. È sede ogni anno di una gara nazionale di mountain bike che
richiama centinaia di atleti da tutta Italia. Sulle colline soprastanti questa frazione, si trova un'antica torre di guardia, denominata
"Brombolona"; tale toponimo deriva dai ghiaccioli (bromboli nel dialetto locale) che si formavano, nei mesi invernali, sulla campana
posta un tempo sulla cima della torre. Da molti anni versa in condizioni di totale abbandono.

Località
Tutte le altre frazioni sono anche località secondo il Sistema Informativo Territoriale di Urbino (SIT)[70], ad eccezione di Paganico,
Coldelce, La Marcella, Repuglie e Scotaneto. Ogni frazione infatti è suddivisa in più località e tra esse vi è la località che attribuisce
il nome alla frazione. Per una migliore comprensione si riportano di seguito le frazioni e tra parentesi le relative località:

Urbino (Capoluogo, Gadana, Sasso, SS. Annunziata, Maciolla, Tufo, Montesoffio, Ghiaiolo, San Marino, Crocicchia, San Donato);
Ca' Mazzasette (Ca' Mazzasette, Fornace); Canavaccio (Canavaccio, Monte Polo, Cavaticci, Villa Croce); Cavallino (Cavallino,
Montecalende); Pieve di Cagna (Pieve di Cagna, Cerqueto bono, Girfalco, Miniera, Rancitella); La Torre (Torre, Viapiana, Palazzo
del Piano, Santa Maria delle Selve); Trasanni (Trasanni, Castelboccione, Colonna); Schieti (Schieti, Pallino); Forcuini (Forcuini,
Pantiere); Pozzuolo (Pozzuolo, Monte Avorio, Monte Olivo)[70];

San Marino
È una piccolissima località situata a sud-est di Urbino. Si sviluppa totalmente sulla Strada statale 73 Bis (E78), a metà strada tra
Fermignano e Canavaccio, ai piedi di una serie di colline e ai margini di un'area pianeggiante, attraversata dal fiume Metauro. In
posizione più elevata, rispetto all'abitato, e più internamente tra le colline, si trova la chiesa omonima. La località dista 7 km da
Urbino.

Economia

Agricoltura
Questo settore è stato quello prevalente fino agl'anni cinquanta del XX secolo, poi con lo spopolamento delle campagne si è
determinata una crisi in questo settore. Ultimamente le campagne sono tornate a ripopolarsi grazie alla nascita di aziende e
cooperative di agricoltura biologica.

Industria
Tra XIX secolo e prima metà del XX, nel capoluogo comunale furono presenti piccole attività,
come la filanda, le varie attività connesse al Consorzio Agrario (come la lavorazione dei bachi da
seta) e una fornace (proprietà della famiglia dello scrittore Paolo Volponi). Mentre nelle frazioni
di Pieve di Cagna e Schieti-Ca'Mazzasette vi erano impiantate attività estrattive (miniere) dello
zolfo. La fabbrica della Benelli
Armi
Si tratta di un settore non particolarmente diffuso nel capoluogo del comune, eccetto per la
presenza della Benelli Armi (metalmeccanica di precisione). Mentre le frazioni con un'alta
concentrazione industriale sono quelle di Canavaccio e Schieti - Ca'Mazzasette. Invece Urbino è circondata da molti comuni a
vocazione artigianale e industriale, e in particolare Fermignano, che, insieme alla frazione di Canavaccio, costituisce la "zona
industriale" della città feltresca e che - pur separata sul piano amministrativo - è piuttosto integrata su quello economico, al punto che
la Banca d'Italia identifica un'unica "piazza" quella formata dalle agenzie bancarie dei due comuni limitrofi.
Particolarmente rilevanti, fra le aziende di questo sistema economico, la Imab Group (legno-arredamento) e la TVS (pentole) a
Fermignano.

Ma è significativo che siano sorte proprio in un luogo così periferico, quasi a segnare un timido tentativo di "nuovo Rinascimento",
due realtà ad alta tecnologia: prima, a partire dagli anni settanta la Sogesta (SOcietà GEStioneecnologie
T Avanzate, del gruppo ENI),
si occupava di alta formazione manageriale e tecnologica e software di intelligenza artificiale, liquidata alla fine degli anni ottanta, ha
"lasciato in eredità" la propria moderna sede immersa nel verde alle facoltà scientifiche dell'Università di Urbino; e in seguito, dopo il
2000, si è manifestato il fenomeno it Consult, l'azienda leader in Italia nel software aziendale per il Knowledge Management
(gestione della conoscenza organizzativa) e il Business Process Management(gestione e automazione dei processi) che proprio qui ha
la sua sede e il laboratorio di sviluppo.

Artigianato
Questo è stato un settore abbastanza fiorente, nel capoluogo comunale, fino alla prima metà del XX secolo; grazie a piccole attività
con una solida tradizione. Dal XV secolo, fino al XVII secolo, in città prosperarono importanti botteghe dedite alla lavorazione della
ceramica; facendo di Urbino, assieme a Casteldurante e a Pesaro, uno dei principali centri di produzione della maiolica dell'antico
ducato, ed uno dei più noti a livello nazionale. Nel XVIII secolo, grazie alla munificenza di Papa Albani, nacque in Urbino la
fabbrica delle Spille, le cui produzioni furono di notevole qualità. Infine, con la nascita della Scuola del Libro (1861) e della Scuola
di Arte e Mestieri (anni venti del XX secolo), si ebbe un miglioramento e un rafforzamento di alcune attività artigiane, portandole ad
avere un'ultima grande stagione di splendore e di rinomanza internazionale. Queste attività, connesse con l'attività delle due scuole,
sono: la legatoria, la lavorazione dei metalli, la ceramica, la lavorazione del legno, l'illustrazione e la decorazione dei libri. Molto
importante infine la Stella Ducale di Urbino, un oggetto divenuto vero e proprio simbolo della città, realizzata artigianalmente su
disegno di Leonardo unicamente nella Bottega d'Arte della città.

Permangono alcune di queste ultime attività, con l'aggiunta del restauro di opere d'arte (quadri, libri, ecc.); ma il settore è in forte
declino per la mancanza di un ricambio generazionale.

Inoltre, sono ancora diffuse e attive le antiche arti del ricamo e della tessitura, finalizzate alla realizzazione di tappeti e di coperte di
[71]
lana, che sono impreziositi da temi e da motivi richiamanti il mondo pastorale.

Terziario
Questo è divenuto, soprattutto nella seconda metà del XX secolo, il principale settore della città, con la crescita quantitativa
dell'Università e del turismo di massa. Urbino è fortemente caratterizzata dalle pubbliche amministrazioni, e non solo:

Università degli studi "Carlo Bo" ed ERSU (Ente Regionale agli Studi Universitari)
Comune
Provincia (sede distaccata)
Prefettura (sede distaccata)
Tribunale
Comandi delle Forze dell'Ordine (Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Corpo Forestale,igili
V del fuoco, Polizia
locale)
Agenzia delle Entrate
Agenzia del Territorio
Polo museale delle Marche
Arcidiocesi
Archivio di Stato (sezione distaccata di quello di Pesaro)
Istituti scolastici
Istituzioni museali
Attività ricettive
Attività commerciali

Settore sanitario
In città ha sede l'ASUR (Azienda Sanitaria Unica Regionale) area vasta 2, una delle tre della
provincia.[72]

Strutture sanitarie:
L'ospedale
Ospedale "Santa Maria della Misericordia"
Residenza per anziani "Montefeltro"

Infrastrutture e trasporti
Le infrastrutture e i trasporti sono sempre state questioni molto problematiche e complesse per Urbino. Le cause sono determinate
dalle asperità del territorio e dalla mancanza di arterie stradali e ferroviarie che rendano il collegamento con la città più comodo e
veloce.

Strade
Anticamente la strada più agevole per raggiungere Urbino era la via Flaminia, che passa a poca distanza dalla città, costruita dai
Romani per collegare Roma con l'antica Ariminum (l'attuale Rimini) il cui tracciato è perdurato nei secoli, con necessarie modifiche,
fino ai giorni nostri. Le strade migliori per raggiungere la città sono: la SS 423 da Pesaro o la Superstrada E78 da Fano. Altrimenti si
può arrivare ad Urbino da sud (Roma) seguendo la SS n.3 Flaminia (E78) e da ovest (Firenze) passando per la E45 fino all'uscita di
San Giustino per continuare sulla SS 73 bis attraversando ilpasso appenninico di Bocca Trabaria.

Strade
I caselli autostradali più vicini a Urbino sono:

Autostrada A 14, casello di Pesaro-Urbino, km 37

Ferrovie
La città è stata raggiunta da una linea ferroviaria diretta nel 1898, mediante il prolungamento del
tratto Fabriano - Pergola; successivamente, il tratto ferroviario sarebbe dovuto proseguire fino a
Santarcangelo di Romagna, ma i lavori rimasero incompiuti. Nel 1915 venne realizzato il
collegamento con Fano. Nel 1944 fu chiuso il collegamento con Pergola. La tratta ferroviaria
Urbino - Fano rimase in funzione fino al1987.

L'ex stazione ferroviaria


Aviosuperfici
È possibile raggiungere la città ducale con aerei da turismo utilizzando il Campo di Volo Urbino-
Ca' Virginia, struttura che comprende una pista erbosa di 450 x 20 metri, hangar, Country-House con ristorante e Centro benessere.
Dal Campo di Volo la città è facilmente raggiungibile in dieci minuti di taxi.

Amministrazione
Fa parte dell'Unione montana Alta valle del Metauro.

Gemellaggi
Urbino è gemellata con:

Blois, protocollo d'amicizia, dal 1999[73]

Cittadinanze onorarie
Lorenzo Valerio, regio commissario straordinario per le Marche
Morris Moore (1873), collezionista d'arte e benefattore dell'Accademia Raffaello.
Luigi Belli (1894), scultore La residenza municipale
Antonio Vanni (1922), rettore dell'Università cittadina, dal 1895 al 1922.
Carlo Bo (1959), critico letterario e rettore dell'Università cittadina
Anacleto Cazzaniga (1977), arcivescovo di Urbino, dal 1953 al 1977.
Pasquale Rotondi (1986), storico dell'arte
Giancarlo De Carlo (1989), architetto
Franco Pacini (2002), astrofisico
Rita Levi-Montalcini (2002), scienziata
Antonio Paolucci (2008), storico dell'arte
Giovanni Nistri (2011), generale dei Carabinieri[74]
Francesco Marinelli (2011), arcivescovo emerito di Urbino, Urbania e Sant'Angelo in a
Vdo
[75]
Maurizio Fallace (2014), già dirigente del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
Maria Rosaria Valazzi (2015), Soprintendente ai beni storico artistici ed etnoantropologici delle Marche, dal
2012 al
2015.

Sport

Calcio
Già nel XVI secolo si praticava il calcio fiorentino nell'attuale piazza Rinascimento. Per quanto riguarda il calcio moderno, la
principale squadra di calcio della città è l'A.S.D. Urbino Pieve, nata nel 1921, che milita in Prima Categoria. Le altre squadre di
calcio sono: lo Schieti Calcio che milita in Seconda Categoria, la New Football Team che milita in seconda categoria la Torre Calcio
ed il Vis Canavaccio che militano inTerza Categoria.
Nel calcio a 5 è presente il Futsal Urbino, fondato nel 2001 che milita nel
campionato di serie C1 nazionale. L'altra squadra della cittadina è lo Sparta Urbino
C5 che gioca invece nella Serie D del campionato di calcio a 5.

Ciclismo
Urbino è stata per sei volte sede di una tappa delGiro d'Italia di ciclismo:

Tappe del Giro d'Italia con arrivo ad Urbino:


Lo Stadio Montefeltro
1982 14ª tappa Pescara > Urbino, vinta da Guido Bontempi;
1988 1ª tappa Urbino (cron. individuale), vinta daJean-François
Bernard
2008 10ª tappa Pesaro > Urbino (cron. individuale), vinta daMarzio
Bruseghin
Tappe del Giro d'Italia con partenza da Urbino:

1982 15ª tappa Urbino > Comacchio, vinta da Silvestro Milani;


1988 2ª tappa Urbino > Ascoli Piceno, vinta da Guido Bontempi;
2012 6ª tappa Urbino > Porto Sant'Elpidio, vinta da Miguel Ángel
Rubiano.

La Piscina Mondolce
Pallavolo
Aveva sede nel Comune la Robur Tiboni Urbino Volley, era una società
pallavolistica femminile che militava nel campionato di Serie A1. Fra i maggiori
risultati ottenuti si cita laCoppa CEV.

Nella stagione 2014-15, a seguito dell'ultimo posto in classifica, retrocede in Serie


A2; in seguito la società cessa di esistere.

Impianti sportivi
Stadio comunale Montefeltro Il PalaMondolce
Piscina comunale Fratelli Cervi con annesso un campo coperto da
pallavolo.
Piscina Mondolce (di proprietà dell'Università)
Palazzetto dello Sport Mondolce
Campi da tennis in località Varea
Campi da tennis in località Mondolce
Bocciodromo comunale Raffaele Zampolini
Campo da tiro a volo, in località Mondolce
Nelle frazioni:

Campo sportivo di Canavaccio


Campo sportivo di Trasanni
Campo sportivo di Schieti
Campo sportivo di Torre San Tommaso
Palestra PalaGadana di Gadana
Campo sportivo di Castel Cavallino[76]

Curiosità
La città è ricordata al Vittoriano, nella serie di sculture dedicate alle quattordici città nobili dell'Italia unita, collocate
nel basamento della statua diVittorio Emanuele II.
La città di Urbino è stata la prima in Italia ad aver istituito la figura del Consigliere Comunale Aggiunto per gli
studenti.
Urbino è il 2º comune più esteso della Regione Marche (il 96º in Italia), dopo Fabriano (54°).

Note
1. ^ a b Dato Istat (http://demo.istat.it/bilmens2017gen/index.html)- Popolazione residente al 30 aprile 2017.
2. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia(PDF), in Legge 26 agosto 1993, n.
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ede=&filtra-provincia-sede=&filtra-comune-sede=&filtra-cittadinanza=&filtra-tipo-nazionalita=&filtra-regione-res=&filtr
a-provincia-res=&filtra-tipo-diploma=&filtra-fascia-voto-diploma=&filtra-anno-diploma=&filtra-fascia-eta=&filtra-sesso=
&filtra-anno-corso=&filtra-parola-chiave=&module=Anagrafe&action=Risultati&gruppo%5B%5D=anno-accademico&g
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39. ^ [1] (http://www.accademiadiurbino.it/aabb/)
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71. ^ Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 2, Roma, A.C.I., 1985,p. 10.
72. ^ AUSL n.2 URBINO (http://www.asurzona2.marche.it/home.asp)
73. ^ Relazioni internazionali - Blois, la città(http://it.blois.fr/405-relazioni-internazionali.htm)
74. ^ Per l'alto valore dimostrato nel suo operato da comandante della Compagnia di Urbino (anni ottanta del XX secolo)
poi dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale
75. ^ Agli inizi del XXI secolo la sezione distaccata dell'Archivio di Stato di Pesaro in Urbino rischiò la chiusura, ma
l'allora Direttore Generale per gli ArchiviMaurizio Fallace s'impegnò affinché il patrimonio archivistico urbinate
rimanesse in città.
76. ^ Comune di Urbino | www.comune.urbino.ps.it (http://www.comune.urbino.ps.it/id/593/2264.aspx)

Bibliografia
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Giuseppe Cucco, Urbino - percorso iconografico dal XV al XIX secolo , Accademia Raffaello, 1994.
Giuseppe Cucco, Papa Albani e le arti a Urbino e a Roma (1700-1721) , Marsilio Editore, Venezia 2001, ISBN 88-
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Leonardo Benevolo Paolo Boninsegna,Le città nella storia d'Italia - Urbino, Editori Laterza 1986.
Giancarlo De Carlo, Urbino - la storia di una città e il piano della sua evoluzione urbanistica , Marsilio Editore.
Franco Negroni, Appunti su alcuni palazzi e case di Urbino, Accademia Raffaello, Urbino, 2005, ISBN 88-87573-22-
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Una guida settecentesca d'Urbino, a cura di Fert Sangiorgi, Accademia Raffaello, Urbino 1992.
Bramante Ligi, Le chiese monumentali di Urbino, Urbania, 1968.
Bramante Ligi, Uomini illustri e benemeriti di Urbino - attraverso le iscrizioni della città. Frammenti di Storia urbinate
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Urbania, 1968.

Voci correlate
Ducato di Urbino
Da Montefeltro
Delegazione apostolica di Urbino e Pesaro
Galleria Nazionale delle Marche
Rinascimento urbinate
Università degli studi di Urbino "Carlo Bo"
Accademia Raffaello
Accademia di belle arti di Urbino
Scuola del Libro
Istituto superiore per le industrie artistiche
Ferrovia Fano-Urbino
Unione montana Alta valle del Metauro
Arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant'Angelo in V ado
Robur Tiboni Urbino Volley
Urbino Calcio

Altri progetti
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Collegamenti esterni
Sito ufficiale dell'Arcidiocesi di Urbino
Sito di Urbino Multimedia, su urbinomultimedia.it.
Sito ufficiale di Urbino candidata Città europea della cultura 2019
Sito istituzionale della Galleria Nazionale delle Marche
(EN ) papa Clemente XI e Urbino, su romeartlover.tripod.com.
La città ideale nella pittura rinascimentale, sul portale RAI Arte
, su arte.rai.it.
Controllo di autoritàVIAF: (EN ) 122906755 · GND: (DE ) 4119316-7

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