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MELODRAMMA IN UN ATTO
DI
E G. MENASCI
Id. TARG~ONI-TSZZETTS
MUSICA DI
PIETRO h4ASCAGNI
MILANO
CASA MUSICALE SONZOGNB
(Società Anonima)
12 - Via Parquirolo - 12
SANTUZZA . . . . . . . . . . Soprano
Per il noleggio dei materiali e la rappresentazione dell'opera
rivolgersi alla LOLA . . . . . . . . . . . . Mezzo Soprano
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Milano 1 9 2 8 - Tipografia della Casa Musicale Sonzoyno.
La mena rappresenta una piazma i n un paese della
Sicilia. - Nel fondo, a destra, Chiesa con poTta prati-
cabile. - A sinistra l'osteria e la casa di Mamma Eu-
cia. - È il giorno ,di Pasqua.
( A sipario cadato).
TUBIDDU
SCENA E
SCENA Il.
SANTUZZA
Beato voi, compar Alfio, clie siete inneggdamo, i1 Signor non è morto,
sempre allegro così! Ei fulgente ha dischiuso I'avel,
inneggiamo al Signore risorto !
ALFIO oggi asceso alla gloria del Ciel!
Mamma Lucia, CORO INTERNO (dalla Chiesa)
n'avete ancora di quel vecchio vino?
Ora pro nobis Deum - Alleluja ?
LUCIA Gaiade et Izetare, Virgo Maria - Allleluja!
Non so; Turiddu è andato a prowedeine. Qui, azrrexit Dominus vere - huelnja.!
SANTUZZA (rapidamente)
Tacete.
(dalla chicaa odesi intonare I'alleluja!.
TURIDDU
LWrn
Tii. qui, Santtizza?
Per&& rn'hai fatti, segno di tltoerer"
Io son dannata
,
Debbo parlarti...
Andate, o mamma, ad implorare Iddio,
s pregate per me. - Verrà Turiddu,
vo' supplicarlo un'altsa volta ancora!
LUCIA (awicinandosi alla chiesa) SANTUZZA
Ajutaiielii voi, Santa Maria! Dove sei staio?
(esce).
TURIDDU SANTUZZA
T u l'ami dunque?
TURIDDU
Porse è rimasto
dal maniscalco, ma non puil tardare.
(ironica)
I Santuzza m i narrava...
SANTUZZA (tetra)
Gli d'acevo
che oggi è Pa~quae 21 Sigixor vede ogai cosa!
- 20 -
LOLA (ironica)
Noil venite alla messa? SCENA VII.
SANTUZZA (tetra)
Io no, ci deve
andar chi sa Si non aver peccaio. TURIDDU (irato)
ALF'IO
Alla bella!
LOLA
Alla f ortiana vostra ! Al piii scaltro!
(beve)
TUTTI
TURIDDU Viva il vino spumeggiante ... ecc. ecc.
Beviam!
CORO
- P
ALFIO
SCENA X. I o nulla!
TURIDDU
Allora
ALFIO sono agli ordini vostri.
A voi tutti salute! ALFIO
CORO Or ora!
Con~parAlfio, salute. I TURTDDU
TURIDDU
Or ora!
tAl!io e Turicidi? si abbracciano. - Tirridr!~ inorde l'orecchio de
Benvenuto! con noi dovete bere: stro di AIfio).
(empie un bicchi~re). ALFIO
ecco, pieno è il bicchiere. Cornpar Turiddu, avete morso a buono ...
ALFIO (reqingendolo) (con intenzione)
Grazie. Ma il vostro vino io non I'accctto, c'intenderemo bene, a quel che pare!
diverrebbe veleno m t r o il mio petto.
TURIDDU
TURIDDU (getta il vino)
Compar Alfio, lo so che il torto è mio;
A piacer vostro! e ve lo giuro nel nome di Dio
LOU che al par d'un cane mi farei sgozzar,
l Ahimè! clie mai sarà? ma... s'io non vivo, resia abbandonata ...
povera Santa! ... lei clie mi s'è data ...
ALCUNE DONNE (a Lola) vi saprò In core il ferro mio piantar!
1 Comare Lola, andiamo via di qua. ALFIO (freddamente)
(tutte le doniie escono condairendo Lo!@.
Compare, fate come più vi piace;
-i o v 9aspetto qui fuori, dietro l'orto.
j Avete altro da dirmi?
TURIDDU
[esce).
I
SCENA 33. SCENA XII.
LUCIA,S ~ T U Z ZeADETTI,