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Le quattro maschere del narcisista: come riconoscerle ed affrontarle efficacemente

I narcisisti sono persone estremamente fragili ed insicure che cercano in ogni modo di nascondere le loro
insicurezze in modo tale che nessuno possa mai deluderli ed umiliarli. Nelle relazioni di coppia vivono una
costante assenza di intimita’ emotiva che mira a sottolineare di non aver bisogno di nessuno, pur non
essendo consapevoli dei meccanismi che muovono le loro scelte. Ricorrono all’uso di “maschere” che gli
consentono di trasformare condizioni potenzialmente minacciose in una esperienza piacevole, indossare
una maschera significa vestire un abito grazie al quale trasformarsi in un altro genere di persona, per
tollerare il disagio e i sentimenti da cui si sentono minacciati. La psicologa W.T. Behary ha identificato le
seguenti quattro maschere del narcisista.

1. Il Vanitoso: e’ una persona bisognosa di adorazione e di essere invidiata da chi lo circonda, puo’
manifestare questo desiderio in modo aperto o puo’ anche dissimulare tale necessita’ con apparente
modestia. Si sente profondamente inutile e non desiderabile pur non essendone consapevole. Ha sviluppato
la consapevolezza che se riesce ad impressionare il proprio interlocutore puo’ sia alimentare la propria fama
sia placare la vergogna che prova. E’ interessato solo agli elogi e ai riconoscimenti di chi lo circonda. Per
difendersi da questa tipologia di narcisista bisogna ignorare le sue pressioni e aspettative, offrendo solo un
riscontro sulla base della semplice buona educazione, rispondendogli come si potrebbe rispondere ed
interagire educatamente con qualunque altra persona. E’ meglio concentrarsi sulla gentilezza ragionata ed
essenziale piuttosto che sulle gesta straordinarie che il narcisista mette in atto per ricevere ammirazione.
Queste accortezze permettono di non incappare nella trappola di richiesta di ammirazione e quindi di non
sentirsi usati e costretti a corrispondere alle sue richieste ma allo stesso tempo il modo educato ma asciutto
puo’ raggiungere quella parte piu’ profonda del narcisista che desidera essere accettata senza provare il
terrore del rifiuto.

2. Il Prepotente: questa tipologia ha un radicato terrore che gli altri possano controllarlo, si
prenderanno gioco di lui o si approfitteranno di lui, poiche’ ha una profonda mancanza di fiducia nelle
persone e nelle loro intenzioni. Crede che nessuno possa prendersi cura di lui/lei, dati i suoi vuoti
emozionali e il suo profondo senso di vergogna ed inadeguatezza. Si protegge ricorrendo ad un
atteggiamento critico e dominante nei confronti degli altri per ottenere quell’importanza tanto agognata
che mai riesce a provare, anche al costo di far sentire debole ed incapace il suo interlocutore. Per affrontare
questa tipologia di narcisista e’ utile comunicare in modo chiaro e diretto come le sue parole ti fanno
sentire, evitando in questo modo di cedere, scusarsi, contrattaccare o fuggire. Per difendersi da un/a
narcisista e’ fondamentale contattare il dolore e la svalutazione che questa interazione genera e comunicare
con chiarezza il proprio stato d’animo, non colludendo con le provocazioni e non aspettandosi che l’altro
comprenda il proprio punto di vista. L’obiettivo e’ quello di non cadere nella trappola relazionale e
mantenere la propria integrita’ emotive, riconoscendo i limiti del proprio interlocutore.

3. Il Pretenzioso: e’ una tipologia di persona che pretende di stabilire le proprie regole e che pensa di
dover ottenere tutto cio’ che vuole nelle modalita’ che desidera. Si comporta come se fosse collocata su un
piano superiore rispetto alle altre persone e sentisse di meritare un trattamento di riguardo. Non e’ dotata
di particolari doti empatiche e gli scambi reciproci dei sentimenti non le appartengono, non accetta un “no”
e non prova rimorso per le sue azioni invadenti e per nulla rispettose degli altri. La relazione piu’ consona,
quando si incontra questo genere di persone, e’ di comunicare con chiarezza sia il proprio stato d’animo, le
emozioni che si provano quando ci si scontra con la loro mancanza di rispetto sia di adottare un
comportamento protettivo verso se stessi sottraendosi all’interazione e al contatto del momento e
rimandando il confront a condizioni migliori. E’ fondamentale non nascondersi, non giustificarsi e non
cedere, evitando di sopraffare l’altro, tenendo il proprio punto e offrendosi allo stesso tempo disponibili ad
un confronto qualora si presentino condizioni favorevoli. Questo approccio consente di sottrarsi a conflitti e
ad abdicare alle proprie posizioni, mantenendo fermo il proprio comportamento e le proprie intenzioni.

4. L’autoconsolatore dipendendente: e’ il/la tipico narcisista che vive uno stato di evitamento e di
delusione inconsapevole, presenta un atteggiamento di chiusura e di autocommiserazione, prova un
intollerabile disagio associato ad un profondo ma inconsapevole senso di solitudine, vergogna e stato di
estraneita’ quando non e’ piu’ sul palcoscenico della vita dove immagina di essere ammirato. In questa
categoria si possono rintracciare persone dipendenti dal lavoro, che abusano di alcool o sostanze
psicotrope, shopping o web addicted. Spesso comunicano facendo dei veri e propri comizi su argomenti che
immagino di conoscere solo loro non solo per cercare attenzione ma soprattutto per evitare quella
sensazione insinuante di inferiorita’ e solitudine. Questa tipologia ha paura di mostrare le sue fragilita’ ed
emozioni per cui preferisce nascondersi o isolarsi. Quando si incontra questo genere di narcisista e’
preferibile assecondare i suoi distacchi emozionali e non domandargli cosa ha o richiedere la sua presenza
anche se i suoi comportamenti fanno soffrire chi gli sta vicino. I suoi allontanamenti non dipendono da chi
gli sta vicino ma sono il risultato del suo malessere e della sua fragilita’. In questi casi e’ meglio far presente
al narcisista come ci si sente e cosa si prova quando si viene esclusi dalle sue scelte o dal suo sentire,
esprimendogli il desiderio di avere un contatto con lui/lei. Qualora questo non riscuotesse successo e’
preferibile mettersi da parte ed attendere che sia disponibile al dialogo. E’ consigliabile mantenere un
atteggiamento fermo e moderato per avvicinarlo ed entrare nel suo mondo qualora lui/lei lo consenta,
altrimenti e’ necessario attendere e non voler entrare a tutti costi nel suo mondo se al momento non e’
pronto.

E’ bene ricordare che quando ci si relaziona con un/una narcisista e’ indispensabile essere consapevoli delle
proprie risorse emotive e dei confini che si devono pore, soprattutto quando il narcisista e’ una persona
abusante o violenta o minaccia la propria sicurezza. Nel caso in cui il narcisista con cui si entra in contatto
non rientra in questa casistica, quindi non e’ pericolosa per la propria integrita’ psicofisica ed e’ una persona
importante nella propria vita, si puo’ tentare di provare a far funzionare il rapporto o sincerarsi di aver fatto
tutto il possibile prima di interromperlo. Questo e’ possibile, a gran fatica, mettendosi nei panni del
narcisista, sintonizzandosi sul suo mondo interiore adottando una serie di tecniche mutuate dall’approccio
della Schema Therapy di J. Young. Una tra queste e’ quella di sovrapporre il volto del bambino solo e non
amato sul volto dell’adulto che in quel momento si sta comportando in modo brusco. Visualizzando il viso di
quel bambino e’ possibile immaginare il suo dolore, il senso di inadeguatezza e di vergogna, la sua
solitudine, le condizioni che viveva per ottenere un po’ di attenzione e amore tra cui si confondeva anche il
messaggio che era il bambino migliore del mondo quando i genitori volevano farsi belli di fronte ad altri.
Sintonizzarsi col bambino che il narcisista era quando si arrabbia o ferisce, e’ un’atto molto difficile e di
comprensione profonda che puo’ essere attuato solo quando si e’ sicuri che la persona in questione non
mette in pericolo la propria persona poiche’ in questo caso invece e’ fondamentale allontanarsi. Provare
empatia e cercare di accogliere il narcisista ferito e’ una azione che richiama il processo di
rigenitorializzazione, rigenitorializzare il narcisista e’ una azione lunga e dispendiosa di energie, l’accento
viene posto sull’accudimento del bambino deprivato e solitario che non emerge alla consapevolezza,
prendendosi cura di lui/lei e facendogli da guida. La rigenitorializzazione limitata vuol dire essere empatici
ma anche imporre limiti, esperienza che il narcisista non ha mai sperimentato da bambino, proponendogli
una modalita’ che potrebbe imitare e fare propria per prendersi cura di se’. In questo modo e’ possibile
comprendere che le esplosioni di ira sono causate dal bisogno di stare lontano dai sentimenti associati al
bambino che era e che tutt’ora considera inadeguato, triste ma anche strumentalmente viziato. L’adulto
narcisista prende spunto dal bambino interiore che era e che ha sperimentato esperienze precoci dolorose,
le quali condizionano i suoi rapporti attuali. In ogni caso quando si sceglie di aiutare un narcisista, come
sottolineato in precedenza, e’ indispensabile accertarsi che non costituisca un pericolo per la propria
integrita’ psico fisica e non dimenticare che anche chi aiuta ha una parte vulnerabile di cui prendersi cura e
da tutelare, per cui ogni gesto di aiuto e di empatia va sempre contestualizzato e circoscritto nel tempo.

Bibliografia:

W.T. Behary, Disarmare il narcisista, Istituto scienze cognitive editore 2012

J.E. Young, J. Klosko, Reinventing your life: the breakthrough program to end negative behaviour… and feel
great again, Plume New York 1994

Goleman, Social intelligence: the new science of human relationships, Bantam, New York 2006

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