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PREFAZIONE
Chi può giustamente essere chiamato un Maestro? Certo nessun uomo comune è degno di
tale titolo. Ma ogni tanto appare sulla terra uno della comunità dei santi, ai qua
li il Maestro di Galilea si riferiva dicendo: " Chi crede in me " (cioè nella Cosc
ienza Cristica) " farà anch'egli le opere che faccio io '.*
Gli uomini diventano Maestri mediante la disciplina del piccolo io, o ego; con l
'eliminazione di tutti i desideri salvo uno: la brama di Dio; attraverso L'incro
llabile devozione a Lui, e la profonda meditazione, ossia la comunione dell'anim
a con lo Spirito Universale. L'uomo la cui coscienza è fermamente ancorata nel Sig
nore, unica Realtà, può giustamente chiamarsi un Maestro.
Paramahansa Yogananda, il Maestro le cui parole sono amorevolmente riportate in
questo libro, fu un Maestro venuto a insegnare al mondo. Dimostrando l'unità essen
ziale esistente fra tutte le grandi sacre Scritture, egli si sforzò di unire Orien
te e Occidente con i legami durevoli della comprensione spirituale. Con la sua v
ita e con i suoi scritti, egli accese in innumerevoli cuori la divina scintilla
dell'amore di Dio.
Visse intimorato secondo i più alti precetti religiosi, e proclamò che tutti i devot
i del Padre Celeste, qualunque fosse il loro credo, erano a lui ugualmente cari.
Lo studio universitario e molti anni di addestramento spirituale cui si sottopo
se nel suo Paese natio, l'India sotto la disciplina spartana del suo Maestro spi
rituale o Guru, lo Swami Sri Yukteswar, prepararono Yogananda alla sua missione
in Occidente. Egli venne a Boston nel 1920 quale delegato indiano al Congresso d
ei Liberali Religiosi, e rimase in America per più di trent'anni (con la sola inte
rruzione di un viaggio intorno al mondo negli anni 1935-36). I suoi sforzi per i
spirare agli uomini il desiderio di porsi in armonia con Dio, ebbero uno straord
inario successo. In centinaia di città egli insegnò lo yoga alle più numerose assemble
e del mondo, e iniziò personalmente allo yoga centomila studenti.
Per i devoti desiderosi di darsi alla vita monastica, il Maestro fondò diverse col
onie SRF {cioè della Self-Realization Fellowship) nella California meridionale. In
queste colonie molti ricercatori della verità studiano, lavorano e praticano la m
editazione che calma la mente e risveglia la consapevolezza dell'anima. II segue
nte episodio tratto dalla vita del Maestro in America, illustra l'amorevole acco
gllenza che gli fu tributata da uomini dotati di percezione spirituale: Durante
una tournée in varie parti degli Stati Uniti, Yogananda sostò un giorno per visitare
un convento cristiano. I frati lo ricevettero con qualche apprensione, osservan
do la sua pelle scura, i lunghi capelli neri e la veste ocra, che è L'abbigliament
o tradizionale degli appartenenti all'Ordine degli Swami. * Credendolo un pagano
, essi stavano per rifiutargli un'udienza col padre abate, quando quell'uomo buo
no entrò nella stanza. Col volto raggiante e a braccia aperte, egli si avvicinò e ab
bracciò Paramahansaji, esclamando: "Uomo di Dio! Sono felice che siate venuto ! ".
Prefazione II
Questo libro non si occupa, quasi, dei fatti storici nella vita di Paramahansaji
, ma rivela piuttosto qualche barlume della sua natura dagli ínnumerevoli aspetti.
Da ogni pagina risplendono la sua pietosa comprensione degli uomini, e il suo s
confinato amore di Dio.
La Self-Realization Fellowship (Fratellanza d'Autorealizzazione) è lieta di poter
presentare al pubblico questa collezione di detti di Paramahansa Yogananda. Per
i nomi e i termini sanscriti vedi il glossario, che del resto consigliamo di leg
gere prima del libro (n. r. d. r.).
IL MAESTRO DISSE
"Signore, che cosa dovrei fare per trovare Iddio?", chiese un allievo al Maestro
. Questi disse: "In ogni momento libero, immergi la tua mente nell'infinito pens
iero di Lui. ParlaGli intimamente. Egli è più vicino, il più caro di tutti i tuoi cari
. Amalo come un avaro ama il denaro, come uno che annega ama il respiro. Se anel
erai a Dio con questo fervore, Egli verrà a te".
Uno studente si lamentava perchè non riusciva a trovar lavoro. Il Guru gli disse:
"Non soffermarti su questo pensiero negativo. Quale parte integrante dell'univer
so, tu occupi un posto essenziale in esso. Se necessario, scuoti il mondo intero
per trovare il tuo lavoro. Non arrenderti, e vi riuscirai".
"Maestro, vorrei avere fede", disse un uomo a Paramahansaji. Egli rispose: "La f
ede deve essere coltivata, o piuttosto riscoperta dentro di noi. C'è, ma deve esse
re tratta alla luce. Se osservi la tua vita vedrai in quante, innumerevoli manie
re Iddio opera per mezzo tuo; la tua fede ne sarà rafforzata. Poche persone cercan
o di scoprire la Sua mano nascosta. I più considerano il corso degli eventi come n
aturale e inevitabile. Essi non sanno quali radicali mutamenti è possibile ottener
e attraverso la preghiera!".
Una certa discepola si sentiva ferita per ogni menzione dei suoi difetti. Un gio
rno Paramahansaji disse. "Perchè non vuoi essere corretta ? Non sono forse qui per
questo? Il mio Guru mi riprendeva spesso davanti agli altri. Io non me ne risen
tivo, perchè sapevo che Sri Yukteswarji cercava di bandire la mia ignoranza. Adess
o non sono suscettibile a nessuna critica; nessun punto vulnerabile è rimasto in m
e, che potrebbe dolere se qualcuno lo toccasse. "Ecco perchè ti rinfaccio apertame
nte i tuoi difetti. Se non cerchi di guarire i punti piagati nella tua mente, tr
asalirai dolorosamente ogni volta che qualcuno li toccherà".
" 'Distruggere ogni desiderio; liberarsi dell'ego ': tutto questo mi sembra molt
o negativo, Maestro", osservò un allievo. "Abbandonando tante cose, che cosa mi ri
marrà?". "Tutto, in realtà, perchè sarai ricco dello Spirito, la Sostanza Universale",
rispose il Maestro "Non più un mendicante confuso, che si accontenta di una crost
a di pane e qualche comodità per il corpo; avrai riguadagnato il tuo sublime posto
quale figlio dell'infinito Padre. Questo non è uno stato negativo!".
Egli aggiunse: "La conquista dell'ego permette al vero Sè di rivelare il suo splen
dore. La divina realizzazione è uno stato impossibile da descrivere, perchè nessun'a
ltra cosa può essere comparata ad esso".
Spiegando la Trinità a un gruppo di discepoli, il Maestro usava questa similitudin
e: "Possiamo dire:Dio Padre, esistente nel vuoto senza vibrazioni al di là dei fen
omeni, è il Capitale che 'sostiene' la creazione. Il Figlio, cioè l'intelligenza Cos
cienza Critica che permea l'universo, è l'Amministrazione; e lo Spirito Santo, la
divina Forza Vibratoria invisibile che produce tutte le forme nel cosmo, è il Lavo
ro".
"Maestro, voi ci avete insegnato a non pregare per avere delle cose, ma a deside
rare soltanto che Dio Si riveli a noi. Non dovremmo dunque mai chiederGli di sod
disfare una nostra particolare necessità?", chiese un discepolo.
"Non è sbagliato dire al Signore che abbiamo bisogno di qualche cosa", replicò P., "
ma dimostriamo una più grande fede se diciamo semplicemente: - Padre Celeste, io s
o che Tu supplisci ad ogni mia necessità. Sostienimi secondo la Tua volontà.
"Se un uomo desidera ardentemente di possedere, ad esempio, una macchina, e preg
a con sufficiente intensità per averla, egli la otterrà. Ma il possesso di un'automo
bile potrebbe non essere la cosa migliore per lui. Talvolta il Signore non esaud
isce le nostre piccole preghiere perchè intende donarci qualcosa di meglio". Ed eg
li aggiunse: "Confida di più in Dio. Credi che Colui che ti ha creato, provvederà a
te".
Un discepolo, conscio di aver fallito una difficile prova spirituale, si accusav
a pieno d'avvilimento. Il Maestro disse:
"Non pensare a te come un iipeccatore. Far ciò significa sconsacrare la Divina Imm
agine in te. Perchè identificarti con le tue debolezze? Afferma invece la verità: 'I
o sono un figlio di Dio'. Pregalo:'Buono o cattivo, o Padre Celeste, io sono Tuo
. Risveglia la mia memoria di Te, o Padre!'".
"Io penso spesso che Dio dimentica l'uomo", osservò un visitatore all'eremitaggio
di Encinitas. "E' certo che il Signore mantiene le Sue distanze". "E' l'uomo che
mantiene le sue distanze", replicò il Maestro. "Chi cerca Dio? I templi mentali d
ella maggior parte della gente sono riempiti degli idoli di pensieri irrequieti
e dei desideri; il Signore viene ignorato. Ciò nonostante Egli manda i suoi figli
illuminati per ricordare all'uomo la sua eredità divina. "Dio non ci abbandona mai
. In silenzio Egli opera in tutti i modi per aiutare i Suoi amati figli e per ac
celerare il loro progresso spirituale".
A un giovane devoto che venne a chiedergli consiglio, il Maestro disse: "Il mond
o crea in noi le cattive abitudini, ma esso non si riterrà responsabile degli erro
ri che ne risulteranno. E allora perchè dare tutto il vostro tempo a un falso amic
o, cioè al mondo? Riservare un'ora al giorno all'esplorazione scientifica dell'ani
ma. Forse che il Signore, il Donatore della vostra vita, famiglia, denaro e di t
utto il resto, non merita che già dedichiate una ventiquattresima parte della vost
ra giornata?".
"Signore, perchè certa gente mette in ridicolo i santi?", chiese un discepolo. Il
Maestro rispose: "I malfattori odiano la verità, e la gente mondana si accontenta
degli alti e bassi della vita. Nessuno dei due vuol cambiare; perciò il pensiero d
i un santo li mette a disagio. Queste persone si possono comparare a un uomo che
sia vissuto per molti anni in una stanza buia. Qualcuno viene e accende la luce
. All'uomo semi-cieco l'improvviso bagliore sembra una cosa innaturale".
Parlando un giorno dei pregiudizi razziali, il Maestro disse: "A Dio non piace e
ssere insultato quando porta i Suoi vestiti scuri".
"Non dobbiamo nè lasciarci spaventare dagli incubi della sofferenza, nè entusiasmarc
i troppo dei sogni delle esperienze piacevoli", disse il Maestro "Soffermandoci
su questa inevitabile dualità o poli opposti di maya, noi perdiamo di vista il pen
siero di Dio, la Dimora Immutabile della Beatitudine. Quando ci risvegliamo in L
ui, realizziamo che la vita mortale non è che un'immagine fatta di luci ed ombre,
proiettata sullo schermo cosmico".
"Anche se cerco di calmare la mente, mi manca l'abilità di bandire i pensieri irre
quieti e di penetrare nel mondo interiore", osservò un visitatore. "Certamente mi
manca la devozione"."Star seduto nel silenzio cercando di sentire la devozione,
spesso potrà non portarvi in nessun luogo" disse il Maestro. "Ecco perchè io insegno
le tecniche scientifiche di meditazione. Praticatele, e sarete capace di stacca
re la mente dalle distrazioni sensorie e dal corso dei pensieri altrimenti inter
rotti". E aggiunse: "Col Kriya Yoga la coscienza opera su un piano superiore; la
devozione per l'Infinito Spirito scaturisce allora spontanea nel cuore umano".
"Che cos'è Dio?", chiese un allievo. "Dio è Beatitudine Eterna", rispose il Maestro.
"Il Suo Essere è Amore, Saggezza e Gioia. Egli è impersonale e personale, e Si mani
festa in qualsiasi modo Gli piaccia farlo. Appare ai suoi santi nella forma che
ciascuno di essi tiene cara: un cristiano vedrà il Cristo, un indù Krishna o la madr
e Divina, e così via. Quei fedeli la cui devozione è impersonale, prendono coscienza
del Signore quale luce infinita, o il sacro suono Om, la Parola primordiale, lo
Spirito Santo. La più alta esperienza che l'uomo possa avere, è quella di conoscere
la Beatitudine in cui ogni altro aspetto della Divinità: amore, saggezza, immorta
lità, è contenuto appieno. "Ma come posso spiegarvi a parole la natura di Dio? Egli è
ineffabile, indescrivibile. Solo nella profonda meditazione voi conoscerete la S
ua unica Essenza".
Dopo aver conversato con un visitatore egoista, il Maestro disse:" Le piogge del
la misericordia di Dio non possono raccogliersi sulle cime rocciose dell'orgogli
o, ma scorrono facilmente nelle valli dell'umiltà".
Ogni volta che il Maestro vedeva un certo discepolo, che era decisamente un tipo
intellettuale, il Guru diceva: "Cerca la devozione! Rammenta le parole di Gesù: P
adre, Tu hai nascosto queste cose ai sapienti e prudenti, e le hai rivelate ai f
anciulli . Quel discepolo visitò il Maestro nel suo ritiro nel deserto poco prima de
l Natale 1951. Su una tavola c'erano dei giocattoli destinati ad essere donati p
er Natale. Con spirito infantile P. giocò con essi per un certo tempo, poi chiese
al giovane: "Ti piacciono?" Il discepolo stava ancora cercando di digerire la su
a sorpresa, però disse ridendo: "Sono bellissimi, signore". Il Maestro sorrise e c
itò: "Lasciate che i bimbi vengano a me, perchè il regno di Dio è proprio di costoro".
Uno studente era dubbioso circa la propria capacità di perseveranza. Per incoraggi
arlo, P. disse: "Il Signore non è distante, ma vicinissimo. Io Lo vedo ovunque". "
Ma signore, voi siete un Maestro!", protestò l'uomo. "Tutte le anime sono eguali",
replicò il Guru."L'unica differenza fra voi e me è che io ho fatto lo sforzo. Ho di
mostrato a Dio che Lo amo, ed Egli è venuto a me . L'amore è la calamita alla quale
Dio non può resistere".
"Voi chiamate il vostro tempio di Hollywood 'Chiesa di tutte le Religioni'; perc
hè dunque date tanta importanza al Cristianesimo?", s'informò un visitatore. "Questa
è la volontà Babaji", disse il Maestro "Egli mi ha chiesto di interpretare la Bibbi
a cristiana e la Bibbia indù (la Bhagavad-Gita) e di mettere in evidenza la fondam
entale unità fra le scritture cristiane e vediche. Mi ha mandato in occidente per
svolgere questa missione".
"Un peccato", disse il Maestro, "è qualsiasi cosa che tenga l'uomo nella dimentica
nza di Dio".
"Maestro, come potè Gesù mutare l'acqua in vino?", domandò un discepolo. Y. rispose: "
L'universo è il risultato di un gioco di luce: vibrazioni di energia vitale. I fil
m della creazione, come scene su uno schermo cinematografico, vengono proiettati
e resi visibili mediante raggi di luce. Il Cristo percepiva l'essenza cosmica c
ome luce; ai suoi occhi non c'era una differenza essenziale tra i raggi di luce
che compongono l'acqua e quelli che compongono il vino. Come Dio agli inizi dell
a creazione, Gesù era in grado di comandare alle vibrazioni di energia vitale di a
ssumere forme diverse. "Tutti gli uomini che superano i reami illusori della rel
atività e dualità, entrano nel vero mondo dell'unità; essi divengono, uno con l'Onnipo
tenza, come disse il Cristo: 'Chi crede in me, farà anch'egli le opere che faccio
io, anzi ne farà anche maggiori, perchè io vado al Padre' (cioè perchè io ritornerò presto
all'Altissimo, all'Assoluto senza vibrazioni al di là del creato, aldilà dei fenome
ni)".
"Maestro non credete nel matrimonio?", si informò uno studente. "Spesso parlate co
me se foste contrario". P. rispose: "Il matrimonio è superfluo e controproducente
per coloro che, avendo fatto la rinuncia interiore, cercano intensamente Iddio,
l'Amante Eterno. Ma nei casi ordinari non sono contrario al matrimonio vero: due
persone che uniscono la loro vita per aiutarsi l'un l'altra a raggiungere la di
vina realizzazione, fondando il loro matrimonio sulla giusta base: l'amicizia in
condizionata. La donna è mossa principalmente dal sentimento, l'uomo della ragione
. Il matrimonio ha lo scopo di equilibrare queste due qualità. "Oggi non ci sono m
olte unioni d'anime, perchè i giovani ricevono ben pochi insegnamenti spirituali.
Emotivamente immaturi e instabili, sono di solito influenzati da un fuggevole at
trazione sessuale o da considerazioni mondane che ignorano il nobile scopo del m
atrimonio". E aggiunse: "Spesso io dico loro: 'Prima affermatevi irrevocabilment
e sul divino sentiero; poi, se vi sposate, non commetterete un errore!".
"Il Signore non profonde forse la Sua grazia più abbondantemente su alcuni uomini
che non su altri?", chiese un allievo. P. rispose: "Dio sceglie quelli che Lo sc
elgono".
Due signore usavano lasciare la loro automobile aperta quando la parcheggiavano.
Il Maestro disse loro: "Prendete le giuste precauzioni. Chiudete la vostra macc
hina". "Dov'è la vostra fede in Dio?" esse esclamarono. "Io ho fede", rispose P.,
"ma ciò non significa trascuratezza". Esse però continuarono a non chiudere l'automo
bile. Un giorno esse lasciarono molti oggetti di valore sul sedile posteriore, e
i ladri li rubarono. "Perchè aspettarsi che Dio vi protegga se voi non vi curate
delle sue leggi della ragione e della precauzione?", disse il Maestro "Abbiate f
ede, ma siate pratiche e non tentate gli altri".
Alcuni discepoli, afferrati dal turbine dell'attività, trascuravano la meditazione
. Il Maestro li ammonì: "Non dite: Domani mediterò più a lungo. Improvvisamente vi acc
orgerete che è passato un anno senza che abbiate messo in pratica le vostre buone
intenzioni. Dite invece: ' Tutto può aspettare, ma la mia ricerca di Dio non può asp
ettare'".
"Signore", chiese un discepolo, "com'è che alcuni maestri sembrano sapere più di alt
ri maestri?" "Tutti coloro che sono pienamente liberati sono eguali in saggezza"
, rispose P.
Essi comprendono tutte le cose, ma raramente rivelano la loro sapienza. Per piac
ere a Dio essi svolgono la parte ch'Egli ha loro assegnata. Se sembrano commette
re uno sbaglio, è perchè tale comportamento fa parte del ruolo umano. Interiormente
non sono toccati dai contrasti e dalle relatività dei maya".
Uno studente confidò al Maestro: "Trovo difficile conservare le amicizie che facci
o". "Scegli con cura le tue compagnie", disse P. "Sii cordiale e sincero, ma man
tieni sempre una piccola distanza di rispetto. Non dare mai troppa familiarità all
a gente. E' facile farsi degli amici, ma per conservarli devi seguire questa reg
ola".
"Maestro " disse un allievo, "può un'anima essere perduta per sempre?". Y. rispose
: "Questo è impossibile. Ogni anima è parte di Dio ed è perciò imperitura".
Un certo allievo tendeva a esaminarsi continuamente per scoprire dei segni di p
rogresso spirituale diviene naturale e inosservata come il suo respiro", disse i
l Maestro "Quando un uomo ha donato il proprio cuore a Dio, diviene così completam
ente assorbito in lui da realizzare appena di avere già risolto tutti i problemi d
ella vita. Gli altri cominciano a chiamarlo Guru. Meravigliato, egli pensa : 'Co
sa? Questo peccatore è diventato un santo? Signore, possa la Tua immagine risplend
ere così chiaramente sul mio volto che nessuno veda me, ma soltanto Te!".
"Che strana persona è mai G.!" Parecchi discepoli stavano discutendo le particolar
ità di varie persone. Il Maestro disse: "Perchè meravigliarsi? Questo mondo non è che
lo zoo di Dio"
"Non sono pericolose le vostre dottrine sul controllo delle emozioni?", domandò un
o studente. "Molti psicologi affermano che la repressione conduce a disadattamen
ti pschici e perfino a malattie fisiche". Il Maestro rispose: "La repressione è da
nnosa quando ci si aggrappa al pensiero di volere una cosa, ma non si fa nulla p
er ottenerla. E' benefico invece l'autocontrollo quando si sostituiscono ai catt
ivi pensieri pensieri giusti e si convertono gli atti reprensibili in azioni uti
li".
"Coloro che si soffermano sul male, si fanno male. Gli uomini che colmano la lor
o mente di saggezza e la loro vita di attività costruttive, si risparmiano molta i
gnobile sofferenza". "Dio ci mette alla prova in molte maniere", disse il Maestr
o "Egli rivela le nostre debolezze perchè possiamo rendercene conto e tramutarle i
n forze. Egli può mandarci delle disgrazie che sembrano insopportabili; talvolta s
embrerà perfino respingerci da Sè. Ma il devoto intelligente dirà:"'No, Signore, io vo
glio Te. Nessuna cosa potrà ostacolare la mia ricerca. La preghiera del mio cuore è
questa: non impormi mai la prova dell'oblio della Tua presenza'".
"Signore datemi la grazia della devozione", supplicò un discepolo. "In effetti tu
stai dicendo: 'Datemi del denaro perchè io possa comprare quello che voglio'", rep
licò il Maestro "Ma io dico: 'No prima devi guadagnarti il denaro. Dopo, potrai le
gittimamente godere di quello che comprerai'".
Per aiutare un allievo a far decollare l'aeroplano del suo pensiero, il Maestro
narrò questa sua esperienza: "Un giorno vidi un gran mucchio di sabbia sul quale s
i arrampicava una piccola formica. Mi dissi:' Questa formica deve pensare che st
a calando l'Himalaya. Il mucchio poteva sembrare gigantesco alla formichina, ma
non a me. Similmente, un milione dei nostri anni solari possono essere meno di u
n minuto nella mente di Dio. Noi dobbiamo allenarci a pensare in termini grandio
si: Eternità! Infinito!".
Y. e un gruppo di discepoli facevano la loro passeggiata serale sul prato dell'E
remitaggio di Encinitas. Uno dei giovani chiese informazioni su un certo santo i
l cui nome gli sfuggiva. "Signore", disse "è quel Maestro che vi apparve qui alcun
i mesi fa".
"Non ricordo", replicò P. "Era nel giardino in fondo, signore". "Molti vengono a t
rovarmi qui; io vedo alcuni che sono andati oltre, e altri che sono ancora sulla
terra". "Com'è meraviglioso, signore!". "Dovunque è un devoto di Dio, là vengono i su
oi ". Il Guru tacque per qualche minuto eseguiva alcuni esercizi. Poi disse: "Ie
ri, mentre meditavo in camera mia, desiderai conoscere certi particolari sulla v
ita di un grande Maestro dei tempi antichi. Egli si materializzò dinanzi a me. Rim
anemmo per lungo tempo seduti sul mio letto, fianco a fianco, tenendoci per mano
". "Signore, vi raccontò la sua vita?". "Bè", rispose Y. "nello scambio di vibrazion
i mi si rivelò tutto il quadro".
Per mettere in guardia i rinuncianti dell'Ordine SRF contro l'autocompiacimento
spirituale, il Maestro disse loro: "Dopo aver raggiunto il nirbikalpa samadhi no
n si ricade mai più nell'illusione. Ma prima di raggiungere tale stato non si è mai
al sicuro. "Un discepolo di un grande maestro indù era un'anima così grande, che il
suo Guru usava porlo ad esempio a tutti. Un giorno, il discepolo raccontò che stav
a aiutando un donna devota, e meditava con lei. "Il Guru disse quietamente: 'Sad
hu, sta' in guardia!". "Alcune settimane dopo, alcuni semi di cattivo karma germ
ogliarono nella vita del discepolo; egli fuggì con la donna. Presto però ritornò dal s
uo Guru piangendo: 'Mi dispiace!'. Non permise a un errore di diventare il centr
o della sua vita, ma si pose alle spalle tutti gli errori e raddoppiò i suoi sforz
i per raggiungere l'autorealizzazione completa."Da questo racconto potete vedere
che è possibile perfino a un grande devoto ricadere temporaneamente nell'illusion
e. Non allentate mai la vigilanza su voi stessi, finchè non sarete stabiliti peren
nemente nella Beatitudine Ultima".
"La scienza materiale è più teorica della vera religione", disse il Maestro "La scie
nza è capace d'investigare ad esempio la natura esteriore e il comportamento degli
atomi. Ma la pratica della meditazione conferisce l'onnipresenza; uno yoghi può d
iventare uno con l'atomo".
Un certo esigente discepolo arrivava inaspettatamente al Centro di Mount Washing
ton e faceva frequenti telefonate interurbane al Maestro. "E' una persona strana
", osservò una volta al P., "ma il suo cuore è col Signore. Malgrado i suoi difetti
egli raggiungerà la sua mèta, perchè non lascerà in pace Iddio finchè non ci sarà arrivato"
Quando il Maestro venne per la prima volta in America, portava vesti indiane e i
capelli lunghi intorno alle spalle. Qualcuno, affascinato da quella vista che g
li appariva strana, s'informò: "Siete uno che predice la fortuna?". Y. rispose: "N
o io dico alle persone come migliorare la loro fortuna".
Un giorno, il Maestro narrò ai suoi discepoli di un santo che decadde dal più alto s
entiero per avere esibito in pubblico i suoi poteri miracolosi. "Ma presto si re
se conto del proprio errore ", continuò P., "e ritornò ai suoi discepoli. Al termine
della sua vita era un'anima completamente liberata". "Signore, come potè risollev
arsi così presto?" chiese un devoto. "La punizione karmica non è forse più severa per
uomo che cade da un alto stato di evoluzione, che per una persona comune che sba
glia per pura ignoranza? Sembra strano che quel santo indiano non abbia dovuto a
spettare per lungo tempo la liberazione finale". Sorridendo, il Maestro scosse i
l capo. "Dio non è un tiranno", egli disse. "Se un uomo fosse abituato a una dieta
di ambrosia, sarebbe infelice di dover mangiare formaggio raffermo. Se piangess
e disperatamente per avere ancora l'ambrosia, Iddio non gliela ricuserebbe".
Un amico riteneva poco dignitoso per la SRF di fare della pubblicità. Il Maestro d
isse: "Wrigley usa la pubblicità per indurre la gente a masticare gomma. Perchè non
dovrei usarla per indurla a 'masticare' delle buone idee?".
Parlando della rapidità con la quale la grazia di Dio può liberarci dalle illusioni
di maya, il Maestro disse: "In questo mondo noi abbiamo l'impressione di essere
immersi in un mare di guai. Allora la divina Madre viene e ci scuote, risveglian
doci da questo terribile sogno. Ogni uomo, prima o poi, avrà questa esperienza lib
eratrice".
Uno studente era indeciso a scegliere il sentiero della rinuncia, oppure una car
riera lungamente desiderata. Il Maestro teneramente gli disse:"Ogni esaudimento
che cerchi, e molto di più, ti sta aspettando in Dio".
A un allievo che sembrava essere inestricabilmente irretito dalle cattive abitud
ini, il Maestro suggerì: "Se ti manca la forza di volere, cerca di sviluppare quel
la di "non volere".
"Quale responsabilità si assume colui che cerca di migliorare gli uomini!", eslamò i
l Maestro "La rosa nel vaso appare bellissima; ma si dimentica tutto il lavoro d
i giardinaggio che ci è voluto per renderla così bella. E se ci si deve affaticare p
er ottenere una bella rosa, qual maggiore sforzo è necessario per produrre un esse
re umano perfetto!".
"Non frequentate altra gente troppo spesso", disse il Maestro Le amicizie non c
i soddisfano, a meno che non siano radicate nel comune amore per il Signore. Il
nostro desiderio umano d'esser compresi dagli altri con amore, è in realtà il deside
rio dell'anima per Dio. Più cerchiamo l'esaudimento fuori di noi, meno probabile s
arà trovare il Divino Compagno".
"Ci sono tre tipi di devoti", diceva il Maestro "I credenti che frequentano la c
hiesa e si accontentano di questo; i credenti che vivono una vita retta, ma non
fanno alcuno sforzo per raggiungere l'unità con Dio; e i credenti che sono decisi
a scoprire la loro vera identità".
"Dio ci ricorda, anche se noi non Lo ricordiamo", disse il Maestro "Se egli dime
nticasse per un secondo la creazione, tutto sparirebbe senza lasciar traccia. Ch
i, se non Lui, trattiene nel cielo questa palla di fango che è la terra? Chi se no
n Lui spinge gli alberi e i fiori a crescere? E' Dio solo che sostiene il battit
o del nostro cuore, digerisce il nostro cibo e rinnova giornalmente le cellule d
el nostro corpo. Eppure, quanti tra i Suoi figli Gli rivolgono un pensiero?".
"La mente", disse P. "E' come un miracoloso elastico che si può tendere all'Infini
to senza che si strappi":
"Come può un santo prendere su di sè il karma cattivo altrui?", chiese un allievo. I
l Maestro rispose:"Se vedeste un uomo che sta per colpire un altro, potreste met
tervi davanti a questi e lasciarvi colpire al suo posto. Questo è ciò che fa un gran
de Maestro Egli vede nelle vite dei suoi devoti, quando effetti deleteri del lor
o cattivo karma del passato stanno per abbattersi su di loro. Se lo ritiene sagg
io, egli adopera un certo metodo metafisico col quale trasferisce su di sè le cons
eguenze degli errori dei propri discepoli. La legge di causa-effetto opera mecca
nicamente e matematicamente; gli yoghi sanno come sviare le sue correnti.
"Poiché i santi sono consci di Dio di quale Essere eterno e inesauribile Energia V
itale, essi possono sopravvivere a colpi che ucciderebbero un uomo normale. La l
oro mente non viene minimamente influenzata da una malattia fisica o dalle disgr
azie di questo mondo".
Il Maestro stava discutendo con dei discepoli i piani per l'espansione dell'oper
a della Fratellanza. Egli disse: "Ricordate che la Chiesa è l'arnia, ma il Signore
è il Miele. Non accontentatevi di parlare alla gente delle verità spirituali; mostr
ate loro come essi stessi possono raggiungere la coscienza di Dio."
P. era distaccato, ma amorevole e sempre fedele. Un giorno egli disse: "Quando n
on vedo i miei amici, essi non mi mancano; ma quando li vedo, non mi stanco mai
di loro".
"Io vedo il Signore nel Suo universo", diceva il Maestro"Vedendo un bell'albero,
il mio cuore si commuove e sussurra: 'Egli è qui!'. M'inchino a Lui per adorarLo.
Non permea Egli forse ogni atomo della terra? Potrebbe il nostro pianeta esiste
re se non in virtù della forza di coesione di Dio? Un vero devoto Lo vede in tutte
le persone, in tutte le cose; ogni sasso diviene un altare.
"Quando il Signore comandò: 'Non avrai altro Dio all'infuori di Me. Non ti farai s
cultura nè immagine alcuna', Egli intendeva dire che non dobbiamo esaltare gli ogg
etti della creazione ponendoli al disopra del Creatore. Il nostro amore per la n
atura, la famiglia, gli amici, i doveri e i possessi non deve occupare il trono
supremo nel nostro cuore. Quello è il posto di Dio".
Dopo aver fatto rilevare a un discepolo il suo errore, il Maestro disse: "Non de
vi sentirti ferito quando io ti correggo. E' perchè stai vincendo la battaglia con
tro le abitudini sollecitate dall'ego che io continuo a mostrarti la via dell'au
todisciplina. Io ti benedico incessantemente per un glorioso avvenire nel bene.
Questa sera ti ho ammonito affinchè tu non ti abitui a svolgere meccanicamente i t
uoi doveri spirituali, dimenticando di fare quotidianamente uno sforzo profondo
e ardente per trovare Iddio".
Un ministro di una certa chiesa venne una sera a far visita a P. Il visitatore d
isse, avvilito: "Sono così confuso nel mio pensiero spirituale!". "Allora, perchè pr
edicate?". "Mi piace predicare". "Non ci disse il Cristo che un cieco non può guid
are un altro cieco?", disse il Maestro "I vostri dubbi svaniranno se imparerete
e praticherete il metodo della meditazione su Dio, la sola Certezza. Senza l'isp
irazione proveniente da Lui, come potreste infondere la realizzazione negli altr
i?".
"Ho sempre desiderato cercare Iddio, Maestro", disse uno studente, "ma voglio sp
osarmi. Non credete che io possa ugualmente giungere alla Divina Meta?". "Un gio
vane che preferisce avere una famiglia e pensa che dopo cercherà Dio, potrebbe com
mettere un grave errore", rispose il Maestro "Nell'India antica, i bambini ricev
evano la loro istruzione nell'autodisciplina in un eremitaggio. Oggi, in tutto i
l mondo, manca questo tipo di educazione. L'uomo moderno ha scarso controllo sui
propri sensi, impulsi, desideri, umori. Si lascia facilmente influenzare dal pr
oprio ambiente. Nel corso naturale degli eventi, egli entra nello stato di capof
amiglia e diviene oberato dai doveri impostigli dal mondo. Di solito egli diment
ica allora di rivolgere anche solo una piccola preghiera a Dio".
"Perchè la sofferenza è tanto diffusa sulla terra?", chiese un allievo. Il Maestro r
ispose: "Ci sono molte ragioni per la sofferenza. Una ragione è d'impedire all'uom
o di apprendere troppe cose sugli altri e troppo poche su se stesso. Il dolore f
inisce per costringere l'uomo a domandarsi: 'C'è forse un principio di causa e eff
etto operante nella mia vita? I miei guai sono forse dovuti al mio modo errato d
i pensare?'".
Rendendosi conto del peso che si accolla un santo per aiutare gli altri, un alli
evo disse un giorno a P.: "Signore, quando il tempo sarà venuto, sarete indubbiame
nte contento di lasciare questa terra per non farvi più ritorno". "Fintanto che in
questo mondo ci sarà gente che chiede aiuto, io volgerò la mia barca e ritornerò per
offrir loro di portarli alle divine rive", replicò il Guru. "Potrei io gloriarmi n
ella mia libertà mentre altri soffrono? Sapendo che sono infelici, come io stesso
sarei se Iddio non mi avesse concesso la Sua grazia, non potrei godere appieno n
emmeno la Sua ineffabile beatitudine".
Evitate di assumere un atteggiamento negativo di fronte alla vita", disse il Mae
stro a un gruppo di discepoli. "Perchè guardare nelle fogne mentre c'è tanta bellezz
a intorno a noi? Si può trovare qualche difetto anche nelle più grandi opere d'arte,
di musica o letteratura. Ma non è forse meglio godere del loro fascino e della lo
ro bellezza? "La vita ha un lato chiaro e un lato oscuro, perchè il mondo della re
latività si compone di luci e di ombre. Se lasciate che i vostri pensieri si soffe
rmino sul male, voi stessi diventerete brutti. Guardate soltanto il bene in tutt
e le cose, allora assorbirete le qualità della bellezza".
"Maestro io ho conoscenza solo della vita presente. Perchè non ricordo nulla delle
precedenti incarnazioni e non ho nessuna premonizione di una esistenza futura?"
, chiese un discepolo. P. rispose:" La vita è come una lunga catena immersa nell'o
ceano di Dio. Quando una parte della catena viene tirata fuori dall'acqua, voi v
edete solo quella piccola parte. Il principio e la fine rimangono nascosti. In q
uesta incarnazione tu vedi soltanto un anello della catena della vita. Il passat
o e il futuro, benchè invisibili, rimangono nelle profondità di Dio. Egli rivela i l
oro segreti a quei devoti che sono in sintonia con Lui".
"Credete nella divinità del Cristo?", domandò un visitatore. Il Maestro disse: "Sì. Mi
piace parlare di lui, perchè fu un uomo dall'autorealizzazione perfetta. Tuttavia
, egli non fu l'unico figlio di Dio, nè pretese d'esserlo. Insegnò invece chiarament
e che coloro che fanno la volontà del Padre divengono, come lui stesso, Uno con Lu
i. Non fu forse la missione di Gesù sulla terra quella di ricordare a tutti gli uo
mini che il Signore è il loro Padre Celeste, e dimostrar loro qual'è la via per rito
rnare a Lui?".
"Non sembra giusto che il Padre Celeste permetta che sia tanta infelicità sulla te
rra", osservò un allievo. P. rispose: "Nel piano di Dio non c'è crudeltà, perchè ai Suoi
occhi non esistono nè bene nè male, ma solo immagini di luci e ombre. Il Signore vo
leva che noi osservassimo le dualistiche scene della vita come fa Egli stesso, i
l sempre gioioso Testimone di uno stupendo dramma cosmico. "L'uomo ha commesso l
'errore di identificarsi con la pseudo-anima o ego. Quando trasferisce il propri
o senso d'identità al suo vero essere, l'anima immortale, egli scopre che tutto il
dolore è irreale. Allora non può più nemmeno immaginare lo stato di sofferenza". Il G
uru aggiunse: "I grandi Maestri che vengono sulla terra per aiutare i loro frate
lli sbandati e confusi, hanno ricevuto da Dio il permesso di condividere, a un c
erto livello della loro mente, i dolori dell'umanità; ma questa pietosa partecipaz
ione ai sentimenti umani non disturba i piani più profondi della coscienza, dove i
santi non sperimentano altro che immutabile beatitudine".
Spesso il Maestro diceva ai devoti: "Un canto voi dovete incessantemente cantare
in segreto, non uditi da alcuno: 'Signore, sarò Tuo per sempre'".
Un discepolo aveva deciso di lasciare l'eremitaggio. Egli disse a P.: "Dovunque
io sia, mediterò sempre e seguirò la vostra dottrina". "No, non sarai capace di farl
o", rispose il Maestro. "Il tuo posto è qui. Se ritorni alla tua vita di prima, di
menticherai questo sentiero". Lo studente partì. Non praticò più la meditazione e si i
mmerse nella vita del mondo. Il Guru si afflisse per la sua 'pecorella smarrita'
. Ai discepoli disse:"Il Male ha un suo potere. Se vi mettete dalla sua parte, e
sso vi afferrerà. Se avete commesso un passo falso, ritornate immediatamente sulla
giusta via!".
"Se un uomo vi dicesse: 'Io sono Dio', non pensereste ch'egli dice la verità" diss
e il Maestro a un gruppo di discepoli. "Però possiamo tutti giustamente dire: 'Dio
è diventato me'. Di quale altra sostanza potremmo mai essere fatti? Egli è l'unica
materia prima della creazione. Prima ch'Egli portasse a manifestazione i mondi d
ei fenomeni, nulla esisteva eccetto Egli stesso quale Spirito. Dal Suo Essere Eg
li creò tutto l'universo e le anime degli uomini".
Un discepolo chiese: "Dovrei leggere dei libri?". "Lo studio delle Scritture ti
ispirerà un maggiore zelo per Dio, se leggerai i versetti lentamente, cercando di
assimilarne il significato profondo", rispose il Maestro "Leggere la letteratura
sacra senza seguirne i precetti genera vanità, falso compiacimento e ciò che io chi
amo 'indigestione intellettuale'. Molte persone sono costrette a leggere libri s
ecolari per guadagnarsi la vita; ma i rinuncianti come te non dovrebbero leggere
scritti non devozionali, quelli tra le cui pagine non si trova Dio".
"La creazione sottostà realmente a un processo di evoluzione?, chiese un discepolo
. "L'evoluzione è un suggerimento di Dio nella mente umana, ed è vera soltanto nel m
ondo della relatività", rispose il Maestro "In realtà tutto accade nel presente. Nel
lo Spirito non c'è evoluzione, come non c'è mutamento nel fascio di luce per il cui
mezzo si manifestano tutte le scene per cui si sviluppa un film. Il Signore può sv
olgere la pellicola della creazione in avanti o indietro, ma ogni cosa sta realm
ente accadendo nell'eterno ora".
"Lavorare per Dio e non per se stessi significa forse che è sbagliato essere ambiz
iosi?", domandò un discepolo.
"No, voi dovete avere l'ambizione di compiere il lavoro di Dio", disse il Maestr
o "Se la vostra volontà è debole e la vostra ambizione è morta, avete già perso questa v
ita. Ma non permettete all'ambizione di formare degli attaccamenti terreni. "Cer
care le cose soltanto per voi stessi è un atteggiamento distruttivo; cercarle per
gli altri è un modo per espandersi; ma cercare di piacere a Dio è l'atteggiamento mi
gliore, che vi porterà direttamente alla Divina Presenza".
"Mi sento attratto dalla vita nell'eremitaggio", disse un uomo a P., "ma sono re
stio a rinunciare alla mia libertà".
"Senza divina realizzazione voi avete poca libertà", replicò il Maestro "La vostra v
ita è governata dagli impulsi, dai capricci, umori, abitudini e ambiente. Seguendo
il consiglio di un Guru e accettando la sua disciplina, voi emergerete gradualm
ente dalla schiavitù dei sensi. Libertà è la facoltà di agire seguendo la guida dell'ani
ma, e non sotto la costrizione dei desideri e delle abitudini. Obbedire all'ego
conduce alla schiavitù; obbedire all'anima porta alla liberazione".
"Signore, esiste un metodo scientifico, oltre il Kriya, che può portare un devoto
a Dio?", s'informò uno studente. "Sì", disse il Maestro. "Una via rapida e sicura ch
e porta all'infinito è quella di tenere la propria attenzione fissa nel centro del
la Coscienza Cristica fra le sopracciglia".
"E' male dubitare?", chiese uno studente. "Non mi piace credere ciecamente". Il
Maestro rispose: "Ci sono due specie di dubbi: distruttivi e costruttivi. Il dub
bio distruttivo è lo scetticismo abituale. Gli uomini che coltivano questo atteggi
amento negano ciecamente tutto; essi non danno la pena d'investigare imparzialme
nte. Lo scetticismo è un'interferenza che disturba la ricezione nella radio mental
e, e fa perdere all'uomo l'ascolto del programma della verità. "Il dubbio costrutt
ivo è quello che porta a porre domande intelligenti e a esaminare le cose con spir
ito di giustizia. Coloro che coltivano questo atteggiamento non hanno pregiudizi
e non accettano come valide le opinioni altrui. Nel camm
ino spirituale, coloro che dubitano costruttivamente fondano le loro conclusioni
sulle prove e sull'esperienza personale. Questo è il modo giusto di affrontare la
verità".
"Perchè Dio dovrebbe arrendersi facilmente a voi?", disse il Maestro durante una c
onferenza. "Voi che lavorate tanto per il denaro e così poco per la divina realizz
azione! I santi indù ci dicono che se dedicassimo un tempo così breve come 24 ore a
una preghiera continua e ininterrotta, il Signore apparirebbe dinanzi a noi o si
farebbe conoscere da noi in qualche altra maniera. Se dedichiamo anche una sola
ora giornaliera alla profonda meditazione su di Lui, a suo tempo Egli verrà a noi
".
P. aveva consigliato un certo discepolo dall'inclinazione intellettuale, di cerc
ar di sviluppare la devozione. Accorgendosi che il giovane stava facendo buoni p
rogressi, un giorno il Maestro gli disse con affetto: "Mantieniti saldo sul sent
iero spirituale. Come era arida la tua vita quando ti affidavi solo all'intellet
to!".
"I desideri sono i più perseveranti nemici dell'uomo; egli non riesce a placarli",
disse il Maestro. "Abbiate un solo desiderio: quello di conoscere Iddio. L'acco
ntentare i desideri dei sensi non può soddisfarvi, perchè voi non siete i sensi. Que
sti sono soltanto i vostri servi, non il vostro Sè."
Mentre P. e i discepoli sedevano vicino al caminetto nel soggiorno dell'eremitag
gio parlando di argomenti spirituali, il Maestro disse: "Immaginate due uomini.
Alla loro destra c'è la valle della vita, e alla loro sinistra la valle della mort
e.
Entrambi sono uomini ragionanti, eppure uno di essi va a destra e l'altro a sini
stra. Perchè? Perchè uno ha usato bene la sua facoltà di discernimento, mentre l'altro
ha usato male questo potere perdendosi nei falsi ragionamenti".
"Maestro, il dottor Lewis fu il vostro primo discepolo in questo Paese, è vero?".
P. rispose: "Questo è ciò che si dice".
Vedendo che chi aveva posto la domanda rimaneva interdetto, il Maestro aggiunse:
"Io non dico mai che gli uomini sono miei discepoli. Dio è il Guru; essi sono dis
cepoli Suoi."
Uno studente deplorava il fatto che le notizie del male nel mondo predominavano
di solito nei giornali. "Il male si diffonde col vento", disse il Maestro". La v
erità è capace di viaggiare controvento".
Molte persone erano curiose di conoscere l'età del Maestro. Egli soleva ridere e d
ire: "Io non ho età. Esistevo prima degli atomi, prima dell'alba della creazione".
Ai discepoli consigliava: "Dite a voi stessi questa verità: 'Io sono l'Oceano inf
inito, divenuto molti nelle onde. Sono eterno e immortale. Io sono Spirito'".
Un devoto lottava senza molto successo per superare le proprie debolezze. A lui
il Maestro disse: "Al presente io non ti chiedo di vincere maya. Tutto ciò che ti
chiedo è di resisterle".
A un nuovo allievo impaziente di sfuggire alle prove della vita, il Maestro diss
e:"Il Medico Divino ti tiene nell'ospedale dell'illusione terrena finchè la tua ma
lattia del desiderio per le cose materiali non sarà guarita. Allora ti lascerà andar
e a Casa".
Un preminente uomo d'affari visitò l'eremitaggio. Subito dopo essere stato present
ato al Maestro disse: "Sono disgustosamente sano e disgustosamente ricco". "Ma n
on siete disgustosamente felice, è vero?, s'informò P. L'uomo ne convenne, e si fece
allievo del Maestro.
Riferendosi al passo biblico: 'Ecco, io sto all'uscio e picchio; se uno ascolta
la mia voce e apre l'uscio, entrerò da lui e desinerò con lui e lui con me', il Maes
tro disse: "Il Cristo cerca di entrare dalla porta del vostro cuore, ma voi l'av
ete sprangata con l'indifferenza".
"E' una fortuna, signore, che voi predichiate in America in questi tempi. Dopo d
ue guerre mondiali, la gente si è resa più ricettiva per il vostro messaggio spiritu
ale", osservò un uomo che aveva recentemente letto l'Autobiografia di uno Yoghi. "
Sì", disse il Maestro, "cinquant'anni fa sarebbero rimasti indifferenti". E citò: 'O
gni cosa ha il suo tempo, e c'è un momento adatto per ogni cosa sotto il cielo'.
Col rapido sviluppo della Fratellanza d'Autorealizzazione SRF, l'organizzazione
da lui fondata, il Maestro osservò che alcuni discepoli venivano troppo assorbiti
dal lavoro. Egli li ammonì: "Non siate mai troppo occupati per poter cantare segre
tamente al Signore: 'Tu sei mio; io sono Tuo'".
Avendo osservato che un discepolo era di umore triste, il Maestro gli disse dolc
emente: "Quando la spina dell'infelicità ti trafigge il cuore, estraila con la spi
na della meditazione".
"Questo non è un sentiero per i pigri", disse il Maestro durante un piccolo discor
so di benvenuto rivolto a un nuovo residente al Centro di Mount Washington. "Gli
indolenti non possono trovare Iddio, il Prodigioso Lavoratore della creazione!
Egli non aiuta coloro che pensano che debba esser Lui a fare tutto il lavoro, ma
sostiene segretamente quelli che compiono i loro doveri allegramente e intellig
entemente, e che dicono: 'Signore, sei Tu che fai uso del mio cervello e delle m
ie mani".
A uno studente che si lamentava d'esser troppo occupato per meditare, il Maestro
osservò succintamente."E se Dio fosse troppo occupato per curarsi di te?".
Il corpo umano è un'idea divina nella mente di Dio", disse il Maestro: "Egli ci fe
ce dai raggi di luce immortale e ci rinchiuse in una lampadina di carne. Noi abb
iamo fissato la nostra attenzione sulle fragilità di questa lampadina anzichè sulla
eterna energia di vita racchiusa in essa".
"Iddio sembra così vago e distante!" commentò un allievo.
"Il Signore sembra distante solo perchè la tua attenzione è diretta verso l'esterno,
alla Sua crazione e non all'interno dov'Egli si trova", disse il Maestro "Ogni
volta che la tua mente si aggira nel labirinto delle miriadi di pensieri mondani
, riconducila pazientemente alla rimembranza del Signore che abita in te. Col te
mpo lo troverai sempre presente e vicino a te, un Dio che ti parla nel tuo stess
o linguaggio, un Dio la Cui faccia ti guarda da ogni fiore o arbusto o filo d'er
ba che incontri. "Allora dirai: 'Sono libero! Sono rivestito dei fili d'argento
dello Spirito. Volo dalla terra al cielo su ali di lyce'. E quale gioia consumerà
il tuo essere!".
"Potete capire solo guardando una persona quanto sia avanzata spiritualmente?",
chiese un discepolo a P. "Immediatamente", rispose calmo il Guru. "Io vedo la pa
rte segreta della gente, perchè questo è il mio compito nella vita. Ma non parlo di
ciò che trovo. Colui che egoisticamente dice di sapere, non sa. Colui che verament
e sa, perchè conosce Iddio, rimane muto".
A una discepola che chiedeva ripetutamente al Maestro di darle la coscienza di D
io, ma non faceva nulla per prepararsi a un tale stato, il Maestro disse: "Un ve
ro amante di Dio può ispirare ai suoi fratelli e sorelle fuggiti dalla Casa del Pa
dre il desiderio di ritornare alla loro Dimora in Lui; ma sono essi stessi che,
passo per passo, devono compiere il viaggio".
Ogni anno, la vigilia di Natale, i discepoli si riunivano intorno al Maestro per
la meditazione al Centro di Mount Washington. Il sacro convegno durava di solit
o tutto il giorno e fin nelle ore serali. Durante la meditazione di Natale del 1
948 la Madre Divina apparve al Maestro, e i discepoli, riverenti e muti, lo udir
ono parlare ad Essa. Molte volte egli esclamò, con un profondo sospiro: "Oh, quant
o sei bella!". P. riferì a molti devoti presenti la volontà della Madre riguardo all
e loro vite. Improvvisamente egli gridò: "Non andare! Dici che gli inconsci deside
ri materiali di queste persone ti scacciano? Oh ritorna! Ritorna!".
"Non sono mai stato capace di credere nel paradiso, Maestro", disse un nuovo all
ievo. "Esiste davvero un tale luogo?".
"Sì", rispose P. "Coloro che amano Dio e pongono la loro fiducia in Lui vanno là qua
ndo muoiono. Su quel piano astrale le anime hanno il potere di materializzare im
mediatamente qualsiasi cosa col solo pensiero. Il corpo è fatto di luce fiocamente
splendente. In quelle regioni esistono suoni e colori sconosciuti sulla terra.
E' un mondo bello e godibile, ma anche l'esperienza del Cielo non è lo stato più ele
vato. L'uomo raggiunge la beatitudine finale quando ha oltrepassato le sfere fen
omeniche e realizza Iddio, e se stesso, quale Spirito Assoluto".
"Il diamante e il carbone giacenti l'uno vicino all'altro ricevono ugualmente i
raggi del sole; ma finchè il carbone non è diventato diamante, bianco e trasparente
non può riflettere la luce solare", disse il Maestro "Similmente la persona comune
, spiritualmente oscura, non può essere comparata per bellezza al devoto purificat
o capace di riflettere la luce di Dio".
"Evitate il pettegolezzo e di spargere delle voci", disse il Maestro a un gruppo
di discepoli. "Date a una bugia un vantaggio di ventiquattr'ore, e talvolta sem
brerà diventare immortale."Un uomo dice che una volta viveva nell'eremitaggio dice
va spesso sugli altri delle cose non vere. Un giorno egli diede l'avvio a una vo
ce infondata riguardante un ragazzo. Quando la voce raggiunse il mio orecchio, i
o sussurrai ad alcune persone una storia innocua, ma falsa, su quell'uomo. "Ques
ti venne da me e disse, indignato: 'Sentirete che cosa tutti qui dicono di me!'.
Io lo ascoltai educatamente. Quando ebbe finito, osservai: "Questo non ti piace
, è vero?". "Certamente no!". "Ora sai come si sentì quel ragazzo quando gli altri r
ipetevano la bugia che avevi diffusa su di lui". L'uomo rimase confuso, e io con
tinuai: "Fui io a mettere in circolazione questa storia su di te. L'ho fatto per
insegnarti una lezione di considerazione per gli altri, una lezione che non eri
capace d'imparare in nessun altro modo".
"In meditazione dovete andare nel profondo", disse il Maestro a un gruppo di dis
cepoli. "Non appena permettete a voi stessi di diventare irrequieti, ricomincian
o gli antichi guai, i desideri del sesso, del vino, del denaro."
"L'uomo sembra avere ben poco libero arbitrio" osservò uno studente. "La mia vita è
'determinata' in tante maniere".
"Rivolgiti a Dio, e ti troverai capace di scuoterti di dosso le catene delle abi
tudini e dell'ambiente", replicò il Maestro. "Anche se il dramma della vita è dirett
o da un piano cosmico, l'uomo può cambiare la sua parte cambiando il proprio centr
o di coscienza. Il Sè che identifica con l'ego è legato; il Sè identificato con l'anim
a è libero".
Un visitatore al Centro di Mount Washington disse a P.: "Io credo in Dio; ma Egl
i non m'aiuta". "Credere in Dio e avere fede in Dio sono cose diverse", rispose
il Maestro. "Una credenza non ha valore se non la mettete alla prova e non la vi
vete. La credenza convertita in esperienza diviene fede. Ecco perchè il profeta Ma
lachia ci disse: 'Con ciò mettetemi alla prova, dice il Signore, se non aprirò per v
oi le cataratte del cielo e verserò su di voi la benedizione fino all'abbondanza'"
.
Un'allieva aveva commesso un grave errore e si lamentava: "Ho sempre coltivato b
uone abitudini. Sembra incredibile che questa disgrazia sia dovuta capitare a me
". Il Maestro disse: "Il tuo errore è stato di fidarti con troppa sicurezza delle
tue buone abitudini, trascurando il costante esercizio del retto giudizio. Le bu
one abitudini aiutano nelle situazioni ordinarie e familiari, ma possono non ess
er sufficienti per fronteggiare problemi nuovi. Allora si rende necessaria la di
scriminazione. Mediante meditazioni più profonde, imparerai a scegliere il giusto
corso in ogni evenienza, anche quando ti troverai di fronte a circostanze insoli
te". E aggiunse: "L'uomo non è automa, e perciò non può sempre vivere saggiamente solo
seguendo le regole e i rigidi precetti morali. Nella grande varietà dei problemi
e degli eventi quotidiani noi troviamo il campo adatto per sviluppare il nostro
buon giudizio".
Un giorno P. rimproverò un monaco per essersi comportato male. Il discepolo chiese
: "Però mi perdonerete, non è vero, signore?". Il Maestro disse: "B, che altro posso
fare?":
Un numeroso gruppo di discepole, stava facendo un picnic col Maestro nei terreni
della colonia SRF di Encinitas sull'Oceano Pacifico. P. disse: "Quanto è meglio q
uesto dei divertimenti della gente irrequieta del mondo, che fanno perdere tanto
tempo! Ciascuna di voi sta accumulando ricchezze di pace e di felicità. Dio vuole
che i Suoi figli vivano semplicemente e si accontentino dei piaceri semplici e
innocenti".
"Non occupatevi dei difetti altrui", disse il Maestro "Usate il detersivo della
saggezza per mantenere pulite e immacolate le stanze della vostra propria mente
. Mediante il vostro esempio, altre persone saranno ispirate a fare la pulizia d
ella propria casa".
Due discepoli, ingiustamente irati contro un loro fratello, portarono le loro la
gnanze davanti al Maestro, Egli li ascoltò in silenzio, e quando ebbero finito dis
se: "Riformate voi stessi".
"Educate la volontà dei vostri bambini nel senso giusto, allontanandola dall'egois
mo e dalla conseguente infelicità", il Maestro disse a una madre. "Non frustate la
loro libertà e non reprimeteli senza necessità. Date loro i vostri suggerimenti con
amore e comprensione dell'importanza che hanno per loro i loro piccoli desideri
. Se li punite invece di ragionare con loro, perderete la loro fiducia. Se un ba
mbino è cocciuto, spiegategli il vostro punto di vista una volta, e poi non dite p
iù nulla. Lasciategli subire i suoi piccoli urti penosi; essi gli insegneranno il
giusto discernimento più rapidamente delle parole e dei consigli".
(Nell'educare la sua famiglia spirituale di discepoli, P. seguiva il proprio con
siglio. Aiutava i 'bambini' d'ogni età a sviluppare la loro volontà nel giusto modo.
I suoi suggerimenti venivano dati con piena comprensione delle necessità e della
natura particolare d'ogni discepolo. Raramente ammoniva una persona due volte;
indicava, una volta sola, qualche debolezza in un discepolo, e poi non ne parla
va più).
"E' difficile stare vicino a una rosa fragrante o a un puzzolente moffetta senza
esserne affetti", disse il Maestro "Perciò è meglio frequentare solo le rose umane"
.
"Mi piace la vostra dottrina; ma siete voi cristiano?", chiese un uomo dopo aver
parlato con P. per la prima volta. "Non ci disse forse il Cristo: 'Non chiunque
mi dice: Signore! Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Pa
dre mio che è nei cieli?'", replicò il Maestro. "Nella Bibbia, il termine 'pagano' s
ignifica idolatra, cioè uno la cui attenzione non è fissata nel Signore ma sulle att
razioni del mondo. Un materialista potrebbe andare in chiesa la domenica, eppure
essere un pagano. Colui che tiene sempre accesa la fiaccola della memoria del P
adre Celeste e che obbedisce ai precetti di Gesù, è un cristiano". Egli aggiunse: "D
ecidete voi quale dei due credete ch'io sia".
"Vedete com'è bello lavorare per il Signore", disse il Maestro a un discepolo vole
nteroso e coscienzioso. "Il senso dell'egoismo in noi è una prova. Lavoreremo noi
saggiamente per il Padre Celeste, o stoltamente per noi stessi? "Compiendo delle
azioni nel giusto spirito, noi giungiamo a comprendere che il Signore è l'unico F
attore; cioè, ogni forza o potere è divino e proviene dall'Unico Essere, DIO".
"La vita è un grande sogno di Dio", disse il Maestro "Se è soltanto un sogno, perchè i
l dolore è così reale?", chiese un allievo.
"Una testa di sogno che sbatte contro un muro di sogno", rispose P. "Chi sogna n
on è conscio della natura allucinatoria del suo sogno, finchè non si risveglia. Così l
'uomo non comprende la natura illusoria del sogno cosmico della creazione finchè n
on si risveglia in Dio".
Il Maestro dava molta importanza alla necessità di una vita ben bilanciata fra att
ività e meditazione. "Quando lavorate per Dio e non per voi stessi", egli diceva,
"è come se fosse meditazione. Allora il lavoro aiuta la vostra meditazione e la me
ditazione aiuta il vostro lavoro. Voi avete bisogno dell'equilibrio. Con la sola
meditazione, diventate pigri, e con la sola attività la mente diviene mondana e v
oi dimenticate Iddio".
"E' bello pensare che il Signore ci ama tutti in modo uguale", disse un visitato
re, "ma sembra ingiusto che voglia bene a un peccatore quanto a un santo". "Un d
iamante è forse meno prezioso quand'è ricoperto di fango?", domandò il Maestro "Dio ve
de l'immutabile bellezza delle nostre anime. Egli sa che non siamo i nostri erro
ri".
Molte persone sembrano sfidare il progresso e preferire i solchi profondamente s
cavati del pensiero e delle attività. "Io chiamo questi uomini 'antichità psicologic
he'", disse il Maestro ai discepoli. "Non siate di questi, affinchè, quando morire
te, gli angeli non dicano: 'Oh, ecco un'antichità psicologica, rimandiamola sulla
terra!'".
/
"Qual'è la differenza tra una persona mondana e una persona cattiva?", chiese un u
omo. Il Maestro disse: "La maggior parte degli uomini è mondana, ma pochi sono ver
amente cattivi. Esser 'mondano' vuol dire esser sciocco, dare importanza a cose
che non ne hanno e tenersi lontano da Dio per ignoranza. Ma 'esser cattivo' sign
ifica volger le spalle al Signore; non molti lo farebbero".
Un nuovo allievo riteneva possibile assimilare la dottrina del Maestro solo attr
averso un profondo studio, senza praticare la meditazione. P. gli disse: "La per
cezione della verità deve essere una crescita interiore. Non può essere un innesto".
Non lamentatevi se nella meditazione non vedete luci o immagini. Entrate profond
amente nell'esperienza della Beatitudine; là troverete la reale presenza di Dio. N
on cercate una parte, ma il Tutto".
Un certo allievo che il Maestro aveva iniziato al Kriya Yoga disse a un altro st
udente: "Io non pratico il Kriya tutti i giorni. Cerco di trattenere nella memor
ia la gioia che è venuta a me la prima volta che ho usato questa tecnica". Quando
P. apprese la storia, rise e disse: "Egli è come un uomo affamato che rifiuta il c
ibo dicendo: 'No grazie! Io cerco di trattenere nella memoria la soddisfazione c
he provai durante un pasto fatto la settimana scorsa'".
"Maestro io amo tutti", disse una discepola. "Dovresti amare Dio solo", rispose
P. La discepola incontrò il Guru alcune settimane dopo. Questi le chiese: "Ami tu
gli altri?". "Io conservo il mio amore per Dio solo", rispose la devota. "Dovres
ti amare tutti di questo stesso amore". Confusa, la discepola chiese: "Signore c
he cosa intendete dire? Prima dite che amare tutti è sbagliato, poi dite che è sba
gliato escludere alcuno dal nostro amore".
"Tu sei attratta dalla personalità della gente, che porta a contrarre attaccamenti
limitanti", spiegò il Maestro "Quando amerai veramente Iddio, Lo vedrai in ogni v
olto umano, e saprai che cosa significa amare tutti. Non sono le forme e gli ego
che dobbiamo adorare, ma il Signore dimorante in ogni essere umano. Egli solo d
ota le Sue creature di vita, fascino, individualità".
Un discepolo espresse il desiderio di far piacere al Maestro. P. rispose: "La mi
a felicità sta nel sapere che voi siete felici in Dio. Ancoratevi in Lui".
"Il mio desiderio di Dio è molto intenso", disse un discepolo. Il Maestro rispose:
"Questa è la benedizione più grande, sentire la Sua trazione sul tuo cuore. E' il S
uo modo di dirti: - Troppo a lungo hai giocato coi balocchi della mia creazione.
Ora ti voglio con Me. Ritorna a Casa!".
Alcuni tra i monaci e le suore dell'Ordine della Self-Realization Fellowshipi ch
iesero a P. il permesso di scartare l'abito mondano e portare vesti monacali. Il
Maestro disse: "Ciò che importa non sono i vostri vestiti, ma il vostro atteggiam
ento interiore. Fate del vostro cuore un eremitaggio, e la vostra veste sia l'am
ore di Dio". Nel discutere la follia dell'associarsi a cattive compagnie, il Mae
stro disse: "Se si pela dell'aglio o si tocca un uovo marcio, rimangono sulle ma
ni degli sgradevoli odori, e ci vuole un grande e ripetuto lavaggio per toglierl
i".
"Fintanto che siamo immersi nella coscienza del corpo, siamo come stranieri in u
n paese non nostro", disse il Maestro "La nostra patria è la Onnipresenza".
Un gruppo di discepoli camminava col Maestro sul prato dietro l'eremitaggio di E
ncinita spaziante sull'oceano. Il tempo era scuro e nebbioso. Qualcuno osservò: "C
om'è freddo e buio!".
"E' qualcosa di simile all'atmosfera che avvolge una persona materialista al tem
po della morte", disse il Maestro "Scivola da questo mondo per entrare in ciò che
le appare come una fitta nebbia. Niente le appare chiaro, e per un certo tempo s
i sente intimorita e perduta. Poi, secondo il karma, procede verso un chiaro mon
do astrale per imparare delle lezioni spirituali, oppure cade in un sonno profon
do finchè non arriva il giusto momento karmico per rinascere sulla terra. "La cosc
ienza di un devoto che ama Dio non è disturbata dalla transizione da questo mondo
all'altro. Senza sforzo egli entra nel regno della luce, dell'amore e della gioi
a."
"Molte persone sono assorbite dalle cose materiali", disse il Maestro "Se qualc
he volta pensano a Dio, è solo per chiedergli denaro o salute. Raramente esse preg
ano per il dono supremo: la vista della Sua faccia, il tocco trasformante della
Sua mano. "Il Signore conosce il corso dei nostri pensieri. Egli non si rivela a
noi finchè ciascuno di noi non Gli dice: 'Padre, guidami e possiedimi!".
"Non aspettatevi che un fiore spirituale sbocci ogni giorno nel giardino della v
ostra vita", disse il Maestro a un gruppo di discepoli. "Abbiate fede nel Signor
e cui avete offerto voi stessi; Egli vi porterà il divino esaudimento al tempo giu
sto. "Voi avete piantato il seme della divina aspirazione; annaffiatelo con la p
reghiera e le giuste azioni. Strappate le erbacce del dubbio, dell'indecisione e
della pigrizia. Quando vedrete apparire i germogli delle divine percezioni, cus
toditeli con cura devozionale. Un bel mattino vedrete spuntare il fiore dell'aut
orealizzazione".
P. teneva un discorso davanti a un gruppo di discepoli. Un certo devoto, che sem
brava intento ad ascoltare le parole del Guru, lasciava divagare il proprio pens
iero. Quando venne il momento di darsi la buonanotte, P. si rivolse a lui dicend
o: "La mente è come un cavallo; è bene legarla, altrimenti scappa".
Molti uomini e donne che non comprendono le verità spirituali, resistono all'aiuto
che un saggio desidera dare loro. Essi rifiutano il suo consiglio con sospetto.
Un giorno P. disse, con un sospiro: "La gente è così abile nella sua ignoranza!".
Un buon allievo ben intenzionato che si attendeva risultati miracolosi da un gio
rno all'altro, fu deluso nel trovare che, dopo essersi sforzato per una settiman
a, non riusciva a constatare in meditazione alcun segno della presenza interiore
di dio. "Se non riesci a scoprire la perla con uno o due tuffi, non gettare la
colpa sull'oceano; dà la colpa a te stesso", disse il Maestro "Non ti sei ancora t
uffato abbastanza profondamente".
"Una cattiva abitudine può essere presto cambiata", disse il Maestro a un discepol
o che cercava il suo aiuto. "Un'abitudine è il risultato della concentrazione dell
a mente. Tu ti sei abituato a pensare in un certo modo. Per formare una nuova ab
itudine buona, basta che ti concentri in senso contrario".
"Quando avete imparato ad essere felici nel presente, avete trovato la giusta vi
a che conduce a Dio", disse il Maestro a un gruppo di discepoli. "Allora ben poc
he persone vivono nel presente", osservò un devoto. "Vero", rispose P. "I più vivono
nel pensiero del passato o del futuro".
Un allievo che aveva subìto molte delusioni, cominciava a perdere la sua fede in D
io. A lui il Maestro disse: "Quando la Divina Madre ti colpisce più duramente, que
sto è il momento di aggrapparti più fortemente alle sue sottane"
Parlando del male che provocano i pettegolezzi, il Maestro raccontò a un gruppo di
discepoli: "Il mio Guru Sri Yukteswar usava dire: 'Se non è qualcosa che posso di
re a tutti, non la voglio sentire'".
"Il Signore portò in esistenza tanto l'uomo che maya", disse il Maestro "Gli ingan
ni dell'illusione: l'ira, l'avidità, l'egoismo e così via, sono invenzioni Sue, non
nostre. Egli è responsabile per aver progettato le prove nella corsa ad ostacoli d
ella vita. "Un grande santo in India soleva pregare: 'Padre Celeste, io non Ti h
o chiesto d'esser creato; ma poiché mi ha hai creato, Ti prego, liberami nel Tuo S
pirito'. Se parlerete con amore a Dio in questo modo, Egli sarà costretto a portar
vi a Casa".
"Non lasciatevi impressionare dalle lodi di conoscenti che non vi conoscono real
mente", disse il Maestro "Aspirate piuttosto alla buona opinione dei veri amici,
cioè di coloro che vi aiutano a migliorarvi e che non vi adulano mai o giustifica
no i vostri difetti. E' Dio che vi guida attraverso la sincerità dei veri amici".
Due allievi vennero insieme aMount Washington per ricevere l'insegnamento spirit
uale. Gli altri devoti avevano un'alta opinione di loro. Dopo breve tempo, però, i
due allievi se ne andarono. Il Maestro disse ai residenti all'eremitaggio:
"Voi eravate impressionati dai loro atti, ma io osservavo i loro pensieri. Inte
riormente essi erano dei ribelli, anche se esteriormente osservavano tutte le re
gole. Una buona condotta non durerà mai a lungo se non si adottano i mezzi opportu
ni per purificare la mente".
Un uomo si sentiva fortemente attratto da P., ma non voleva seguire i suoi consi
gli. Il Maestro disse: "Non posso dispiacermi di lui; perchè pur commettendo error
i su errori, il suo cuore anela a Dio. Se mi lasciasse fare, io lo condurrei rap
idamente alla Divina Dimora. Tuttavia a tempo debito vi giungerà. Egli è una Cadilla
c impantanata nel fango".
A un allievo malcontento il Maestro disse: "Non dubitare, altrimenti Dio ti togl
ierà dall'eremitaggio. Quanti vengono qui cercando dei miracoli! Ma i Maestri non
esibiscono i poteri dati loro da Dio, se non quando Egli comanda loro di farlo.
La maggior parte degli uomini non capisce che il più grande di tutti i miracoli sa
rebbe la trasformazione della loro vita mediante l'umile obbedienza al Suo voler
e".
"Dio vi ha mandati qui per un determinato scopo", disse il Maestro "Agite voi in
armonia con questo scopo? Realizzate quanto ciò è importante! Non permettete all'eg
o ristretto di precludervi il raggiungimento del Traguardo Infinito".
Un discepolo giustificava il suo mancato progresso spirituale con la scusa che g
li riusciva difficile superare i suoi difetti. Poiché percepiva intuitivamente l'e
sistenza di una casa più profonda, P. disse: "Al Signore non importano i tuoi dife
tti. Ciò che gli dispiace è la tua indifferenza".
Quando il Maestro lasciò Boston nel 1923 per iniziare un viaggio transcontinentale
di diffusione degli insegnamenti SRF, uno dei suoi allievi osservò: "Signore, mi
sentirò inetto senza la vostra guida spirituale". Il Maestro rispose: "Non appoggi
arti a me. Affidati a Dio".
A certi discepoli dell'eremitaggio che spesso visitavano degli amici nei weekend
, il Maestro disse: Voi state diventando irrequieti e buttate via il vostro temp
o. Siete venuti qui per conseguire la realizzazione di Dio, e adesso imbrogliate
voi stessi dimenticando il vostro scopo. Perchè cercare distrazioni esteriori? Tr
ovate il Signore, e vedrete che cosa vi mancava!"
Babaji:
Guru di Lahiri Mahasaya ( Guru dello Swami Sri Yukteswar che a sua volta fu il G
uru di Parahamansa Yogananda). Babaji è un avatar immortale che vive segretamente
nelle montagne dell'Himalaya. Il suo appellativo è Mahavatar, ossia ' Divina Incar
nazione'. Accenni alla sua Cristica vita si trovano in 'Autobiografia di uno Yog
i'di Yogananda.
Bhagavad-Gita ( Canto del Signore):
La Bibbia Indù. I sacri detti del Signore Krisna, compilati millenni addietro dal
saggio Vyasa. Vedi Krisna.
Coscienza Cristica:
Consapevolezza dello Spirito trascendente la creazione finita.
Egoismo:
Il principio dell'ego, 'ahankara' ( lett. ' io faccio'), è la radice del dualismo,
ossia dell'apparente separazione tra l'uomo e il suo Creatore. 'Ahakara' pone g
li esseri umani sotto il dominio di 'maya'(v.q.), in cui il soggetto appare fals
amente come oggetto: la creatura si immagina creatore.
Eliminando la coscienza dell'ego, l'uomo si risveglia alla sua identità divina, al
la sua unità con l'unica Vita, Dio.
Guru:
Il precettore spirituale che porta il discepolo a Dio. Il termine ' guru' si dif
ferenzia da 'maestro' o 'insegnante, poiché una persona può avere molti maestri, ma
soltanto un guru.
Illusione:
vedi Maya
Ji:
Suffisso di rispetto che in India viene spesso aggiunto ai nomi. Paramahansa Yog
ananda è perciò spesso nominato in questo libro come Paharamansaji o Yoganandaji.
Kali:
Mitologica Dea Indù, rappresentata come una donna con quattro braccia.Una delle su
e mani simboleggia le forze creative della Natura; la seconda mano è un emblema de
lle forze conservatrici; la terza mano rapresenta le forze purificatrici della d
issoluzione . La quarta mano di Kali è tesa in gesto di benedizione e salvamento.
Con questi mezzi Ella richiama tutta la creazione alla sua divina Origine. La De
a Kali è un simbolo o aspetto della Madre Divina. (v.q.)
Karma:
La legge equilibratrice del karma, com'è spiegata nelle scritture indù, è quella di az
ione e reazione, causa e effetto, semina e raccolto. Nel corso della naturale gi
ustizia ogni essere umano diviene, con i suoi pensieri ed atti, plasmatore del p
roprio destino. Tutte le energie che egli stesso, saggiamente o stoltamente, ha
messo in azione, dovranno ritornare a lui quale loro punto di partenza, come un
circolo che inesorabilmente completa se stesso. 'Il mondo sembra un'equazione ma
tematica che, si giri come si vuole, sempre equilibra se stessa. Ogni segreto è ri
velato, ogni delitto è punito, ogni virtù ricompensata, ogni torto raddrizzato, in s
ilenzio e con certezza' ( Emerson, in Compensation). La comprensione del karma q
uale legge di giustizia serve a liberare la mente umana dal risentimento verso D
io e verso gli uomini. ( V. Reincarnazione).
Krishna (m.3102 a. C.):
Un avatar dell'India, il cui divino consiglio nella Bhagavad-Gita (v.q.) è seguito
con reverenza da tutti i ricercatori di Dio. Giovinetto, Krisna fu vaccaro che
incantava i suoi compagni con la musica del suo flauto. In allegoria, Krisnha ra
ppresenta l'anima che suona il flauto nella meditazione per ricondurre tutti i p
ensieri smarriti all'ovile dell'onniscenza.
Kiya-Yoga:
Un'antica scienza che fu sviluppata in India ad uso dei cercatori di Dio.La sua
tecnica è nominata e lodata da Krishna nella Bhagavad-Gita e da Patanjali negli Yo
ga sutra. La scienza liberatrice, che porta chi la pratica al conseguimento dell
a coscienza cosmica, viene insegnata ai membri del SRF.
Lahiri Mahasaya (1829-1895):
Guru di Sri Yukteswar ( v.q.) e discepolo di Babaji (v.q.). Lahiri Mahasaya ripo
rtò in vita l'antica e quasi perduta scienza dello yoga, dando alle tecniche prati
che il nome di Krya Yoga. Fu un Maestro simile al Cristo, dotato di miracolosi p
oteri. Fu anche un capofamiglia con responsabilità di lavoro: La sua missione fu d
i render noto un tipo di yoga adatto all'uomo moderno, in cui la meditazione è bil
anciata con l'adempimento dei doveri terreni. Lahiri Mahasaya fu uno Yogavatar,
o 'Incarnazione dello Yoga'.
Lezioni SRF:
Dispense degli insegnamenti di Paramahansa Yogananda, che la Self-Realization Fe
llowship invia settimanalmente ai membri e studenti SRF.
Madre Divina:
'Quell'aspetto dell'Infinito Increato, che è attivo nella creazione' scrisse Yogan
anda, ' è menzionato nelle scritture indù sotto il nome di Madre Divina'. 'E' quest'
aspetto personificato dell'Assoluto cui può essere attribuito il 'desiderio' della
giusta condotta dei Suoi figli, e che risponde alle loro preghiere. Gli uomini
che immaginano che l'Impersonale non possa manifestarsi in una forma personale,
negano in effetti la Sua onnipotenza e la possibilità dell'uomo di comunicare col
suo Fattore. Il Signore sotto forma della Madre Cosmica appare in tangibilità vive
nte dinanzi ai suoi veri bhakta ( devoti di un Dio personale). Il Signore manife
sta ai Suoi santi in qualsiasi forma che ciascuno di essi tiene cara. Un devoto
cristiano vede Gesù; un indù percepisce Krsna, o la Dea Kali, oppure una Luce dilaga
nte, se la sua adorazione prende un carattere impersonale'.
Maya:
Illusione Cosmica; letteralmente: 'il misuratore'. Maya è il potere magico nella c
reazione per cui le limitazioni e divisioni sono apparentemente presenti nell'Im
menso Inseparabile.
Mondi Astrali:
I regni meravigliosi di luce e di gioia ai quali le persone dotate di una certa
misura di comprensione spirituale accedono dopo la morte, per subirvi un'ulterio
re evoluzione.
Mount Washington. Centro di:
Quartier Generale internazionale della Self-Realization Fellowship o Fratellanza
d'Autorealizzazione, fondata da Paramahanasa Yogananda a Los Angeles nel 1925.
Il sito copre circa 14,5 acri di territorio cittadino. L'edificio prrincipale, o
ashram, con sessanta stanze, è l'abitazione delle suore dell'Ordine SRF. Esso con
tiene al piano terreno la sala di ricevimento, la biblioteca, gli uffici, ilrefe
ttorio e la cappella. Altri edifici sulla proprietà includono un asharam di 40 sta
nze per le monache, un centro di addestramento per postulanti, un ashram di 38 s
tanze per i monaci e una grande tipografia dove si stampano il Self-Realization
Magazine ( fondato nel 1925), i libri e le altre pubblicazioni SRF.
Nirbikalpa Samadhi:
Lo stato più elevato di Samadhi, l'irrevocabile uninone con il Divino. Il primo st
adio, o stadio preliminare ( caratterizzato da trance e immobilità del corpo) è chia
mato sabikalpa samadhi.
Occhio Spirituale:
L'occhio singolo' della saggezza, la pranica porta stellare dalla quale l'uomo d
eve passare per raggiungere la coscienza cosmica. Il metodo per entrare dalla sa
cra porta viene insegnato ai membri della Self-Realization Fellowship.
'Io sono la porta . Chi entrerà per me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascoli' (
Giov. 10,9).
'La lucerna del corpo è l'occhio. Se il tuo occhio è singolo, tutto il tuo corpo sarà
illuminato...Bada dunque che la luce che è in te, non sia tenebre'. (Luca 11,34-35
).
Om:
La base di tutti i suoni; la parola universale simbolo di Dio. L'AUM o OM dei Ve
da (v.q.) divenne sacra parola HUM dei Tibetani, l'AMIN dei Mussulmani, e l'AMEN
degli Egizi, Greci,Romani, Ebrei e Cristiani. Amen in ebraico significa sicuro,
fedele. Om è il suono che tutto pervade emanante dallo Spirito Santo ( l'invisibi
le Vibrazione Cosmica, Dio nel suo aspetto di Creatore), La 'Parola' o il 'Verbo
' della Bibbia; la voce della creazione, testimone della Divina Presenza in ogni
atomo. L'Om può essere udito con la pratica dei metodi di meditazione SRF.
'Queste cose disse l'Amen, il testimone fedele e verace, il principio della crea
zione di Dio....Tutto per mezzo di lui ( il Verbo o la Parola Aum) è stato fatto e
senza di lui non è stato fatto nulla di ciò che è stato fatto' ( Giov. 1,1-3).
Ordine Monastico SRF:
L'Ordine Monastico della Self- Realization Fellowship fondato da Parahamansa Yog
ananda. Dopo dieci anni di addetramento nell'eremitaggio, i devoti qualificati p
ossono diventare monaci e suore dell'Ordine SRF. Essi prendono voti di semplicità
( non-attaccamento ai possessi), castità e obbedienza (volontà di seguire le regole
di vita tracciate dal fondatore Paramahansa Yoganada). Sotto molti spetti gli O
rdini monastici cattolici assomigliano ai più antichi ordini indù.
Parahamansa:
Titolo religioso indicante uno che è Maestro o padrone di se stesso. Esso viene co
nferito a un discepolo dal suo guru. Letteralmente Parahamansa significa 'cigno
supremo'. Nelle scritture indù il cigno è simbolo della discriminazione spirituale.
Reincarnazione:
La dottrina esposta nelle Scritture indù, che asserisce che l'uomo rinasce ripetut
amente sulla terra. Il ciclo delle reincarnazioni s'interrompe quando l'uomo rit
orna consciamente al suo stato originale di figlio di Dio. 'Chi rinasce lo farò c
olonna nel tempio del mio Dio e non nè uscirà più fuori'. ( Apoc. 3,12). Molti passi
biblici rivelano implicita la comprensione della legge del Karma..
La Chiesa Cristiana primitiva accettava la dottrina della reincarnazione, che fu
esposta dagli Gnostici e da parecchi Padri della Chiesa, fra cui Clemente d'Ale
ssandria, il famoso Origene, e san Gerolamo. La teoria fu dichiarata eresia per
la prima volta nell'anno 553 dal Secondo Concilio di Costantinopoli. A quei temp
i molti Cristiani pensavano che la dottrina della reincarnazione desse all'uomo
troppo tempo e spazio perchè fosse incoraggiato a lottare per la salvezza immediat
a. Oggi molti pensatori occidentali accettano le teorie del Karma e della metemp
sicosi, vedendo in esse la legge di giustizia che si cela sotto le apparenti dis
uguaglianze della vita. V. Karma.
Respiro:
' Il respiro incatena l'uomo al creato' scrisse Yoganandaji. ' L' immissione nel
l'uomo di innumerevoli correnti cosmiche attraverso il respiro porta irrequietez
za alla mente. Per sfuggire all'incessante flusso e riflusso dei mondi fenomenic
i ed entrare nell'Infinità dello Spirito, lo Yogi impara a calmare il respiro medi
ante la meditazione scientifica'.
Sadhu:
Uno che segue un sadhana o sentiero di disciplina spirituale; un asceta.
Samadhi:
Supercoscienza. Il 'samadhi' si raggiunge seguendo l'ottuoplo sentiero dello Yog
a, in cui il samadhi è l'ottevo passo, o traguardo finale. La meditazione scientif
ica, cioè l'uso corretto delle tecniche yoga sviluppate dai saggi dell'India, port
a il devoto al Samadhi, ossia alla realizzazione di Dio.Come l'onda si fonde con
l'oceano, così l'anima umana realizza se stessa quale Spirito onnipresente.
SAT-TAT-OM:
Padre, Figlio, e Spirito Santo; ossia Dio trascendente o 'nirguna', 'privo di qu
alità', Coscienza Cosmica nel vuoto beato dei mondi fenomenici; Dio quale Coscienz
a Cristica, immanente nella creazione; e dio quale OM (Aum), la Divina Vibrazion
e Creatrice o Spirito Santo.
Spirito Santo:
Vedi Om.
Sri Yukteswar (18555- 1936):
Il grande Guru di Parahamansa Yogananda, che diede al suo Maestro l'appellativo
di Jnanavatar, o 'Incarnazione di Saggezza'.
Swami:
Membro dell'Odine Monastico più antico dell'India, riorganizzato nell'ottavo secol
o dallo Swami Shankaracharya. Uno swami prende dei voti formali di celibato e di
rinuncia alle ambizioni terrene, e si dedica allla meditazione e al servizio de
ll'umanità. Ci sono dieci titoli classificatori dei vari rami dell'Orsine, quale '
Giri', 'Puri', 'Bharati', Tirtha', 'Saraswati', e altri. Lo swami Sri Yuketswar
e Parahamansa Yogananda appartennero al ramo dei 'Giri' ( montagna).
Veda:
I quattro testi delle scritture Indù: 'Rig veda', Sama Veda', 'Yajur Veda' e 'Atha
rva Veda'. Essi consistono essenzialmente di canti e di recitazione. Fra gli inn
umerevoli testi della lettratura dell'India, i 'Veda' ( dalla radice sanscrita '
vid', sapere ) sono gli unici scritti ai quali non viene attribuito nessun autor
e. Il 'Rig Veda' assegna agli inni di origine celeste, e asserisce ch'essi furon
o tramandati da ' tempi antichi', rivestiti d'un linguaggio nuovo. Rivelati divi
namente d'epoca in epoca si 'rishi' ( veggenti), si dice dei 'Veda' ch'essi poss
eggono 'nityatva', o ' finalità senza tempo'.
Yoga:
Letteralmente 'unione', cioè l'unione dell'uomo con il suo Fattore attraverso la p
ratica di tecniche scientifiche per l'autorealizzazione. I tre principali sentie
ri sono: ìJnana Yoga'( saggezza), Bhakti Yoga ( devozione) e 'Raja Yoga', la scien
tifica 'via regale' che include le tecniche del Krya Yoga. Il più antico testo esi
stente sulla sacra scienza sono gli 'Yoga Sutra' di Patanjali. l'epoca in cui vi
sse Patanjali è sconosciuta, benchè alcuni studiosi la pongano nel secondo secolo a.
C.
Yogi:
Uno che pratica lo Yoga. Non è necessariamente un uomo di rinuncia formale; uno yo
gi pratica solo fedelmente, giornalmente le tecniche scientifiche per la realizz
azione di Dio. ( A questo punto è opportuno dire che in questo libro, come nell'Au
tobiografia di uno Yogi' di Yogananda abbiamo adottato la trascrizione 'yogi' pe
r indicare la pronuncia corretta e togliere dall'incertezza i lettori N.d.E.).
Yogananda:
Il nome monastico di Yogananda è una combinazione di due parole: yoga, l'unione co
n lo spirito, e ananda, beatitudine. Il nome significa perciò divina beatitudine r
aggiunta attraverso l'unione yoga con lo Spirito.
UNO YOGI NELLA VITA E NELLA MORTE
Parahamansa Yogananda entrò nel ' masamadhi' ( la cosciente uscita finale di uno Y
ogi dal suo corpo) a Los Angeles, California, il 7 marzo 1952, alla conclusione
del suo discorso tenuto ad un banchetto in onore di S. E. Binay R. Sen. Ambascia
tore dell'India.
Il grande Maestro mandato a insegnare al mondo dimostrò il valore dello Yoga ( tec
niche scientifiche per realizzare Dio) non soltanto nella vita, ma anche nella m
orte. Settimane dopo la sua dipartita, il suo volto immutato risplendeva della d
ivina luce dell'incorruttibilità.
Il signor Harry T. Rowe, direttore del parco-cimitero di Forest Lawn, inviò alla S
RF una lettera legalizzata dalla quale togliamo i passi seguenti:
' L'assenza di ogni segno visibile di decomposizione nella salma di Parahamansa
Yogananda ci offre il caso più straordinario di tutta la nostra esperienza.... Nes
suna disintegrazione fisica era visibile nel suo corpo, nemmeno venti giorni dop
o la sua morte...Nessuna indicazione di deterioramento era visibile sulla sua pe
lle, nè alcun essiccamento visibile si verificò nei tessuti del suo corpo. Questo st
ato di conservazione perfetta di un cadavere è, da quanto ci risulta dagli annual
i mortuari, un caso mai verificatosi prima... Quando ricevemmo il corpo di Yogan
anda, il personale del cimitero si aspettava di poter osservare, attraverso il c
operchio di vetro del sarcofago, i soliti segni progressivi di decomposizione. L
a nostra meraviglia si accrebbe di giorno in giorno, quando, passando il tempo,
nessun cambiamento si verificava nella salma sotto osservazione.
Il corpo di Yogananda appariva in un fenomenale stato di immutabilità... Nessun od
ore di decomposizione emanò mai dal suo corpo.... L'aspetto fisico di Yogananda er
a, il 27 marzo 1952, al momento in cui il coperchio di bronzo fu calato sulla ba
ra, il medesimo di quello che era stato il 7 marzo.'