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IL CONTESTO:
CUR DEUS HOMO?
perché, essendo immune dal peccato, era anche immune dalla morte.
Sottoponendovisi liberamente, merita dal Padre un contraccambio. E "a
morte se non a coloro per la salute dei quali [il Figlio] si è fatto
inoltre come alla sufficienza redentiva del sacrificio del Dio-uomo egli
Ma nelle riflessioni del Cur Deus homo c'è molto che corrisponde
alla cultura del tempo e che alla sensibilità odierna riesce difficile
rapporto tra Dio e l'uomo, sul modello piuttosto del rapporto tra
feudatario e vassallo, secondo uno schema che non soltanto disciplina le
impostazione[12].
egli afferma:
Gen 2, 23, che è secondo san Paolo allegorico del rapporto tra Cristo e
enfatizzare più del dovuto il problema, che a suo dire "non est magnae
non può certo essere affidata ad un peso per così dire quantitativo
che è stata edificata senza alcuna relazione con lui. Il mondo creato,
quale solo a motivo del peccato diventa con l'incarnazione il centro del
perché per certi versi al peccato di Adamo e non alla volontà divina di
non essendo un teologo in senso professionale, aveva una sua visione del
sant'Alberto Magno[21].
scritta, che verrà denominata Opus oxoniense. Nel 1303 tiene il corso
Nel III libro del Commento alle Sentenze dell'Oxoniense[23] la terza
Essa anzi precede la conoscenza previa divina così dei peccati come
anche delle buone opere. Dio infatti vuole ordinatamente e vuole prima
il fine (la gloria) anziché il mezzo (la redenzione dalla colpa).
Pertanto,
chiave ipotetica, come aveva fatto Tommaso d'Aquino e come faranno gli
volens, prius vult finem quam media"[25]. È anteriore nel disegno divino
ad ogni realtà creata e non può dipendere in alcun modo da una creatura
fatto uomo.
Rom 8, 29.
complessiva.
redento.
Infine, l'incarnazione viene considerata in una prospettiva
-in quanto egli interviene solo per restaurarla dai danni cagionati dal
sul loro terreno logorato e sovente angusto. Non giova domandarsi: "ci
divino. Ora, tale unico modo è l'evento Cristo nella sua concretezza.
a) verso Dio, nel senso che l'incarnazione non è un evento neutrale
incarnato.
in-modo-umano.
Tale risposta alla domanda sul senso del Cristo nel piano divino
riferimenti a testi cari agli scotisti, ed altri brani ancora del Nuovo
Testamento. Ad esempio, Gv 3, 16-17, nel contesto di una pagina
eccezionalmente concentrata, presenta -sullo sfondo probabilmente del
sacrificio di Isacco da parte di Abramo- l'amore del Padre che per
Pertinente è anche il richiamo al legame che san Paolo instaura tra
incarnato e glorificato.
'somiglianza', secondo un'idea di salvezza molto più ampia del senso che
spazio sia dal punto di vista del tempo? Come si può rivendicare un
geografiche?[34]
Nel variare delle culture nei secoli e nei luoghi, la questione sul
senso del Cristo nel piano divino rimane un capitolo essenziale ed anzi
[1]Per un profilo biografico di S.Anselmo, cf. EADMER DI CANTERBURY, Vita di Sant'Anselmo, Milano
1987, redatta da un monaco a lui contemporaneo. V. anche T. GREGORY, Anselmo d'Aosta, in: Dizionario
biografico degli italiani, III, Roma 1961, 387-399, con bibliografia di F.S. SCHMITT.
[2]
Cf. l'edizione critica curata da F. S. SCHMITT, S. Anselmi Cantuarensis Archiepiscopi opera omnia,
Edimbourgh 1946-1961.
[3]ANSELMO D'AOSTA, Cur Deus homo, I, 1 (67). Citiamo dalla traduzione italiana curata da D.CUMER,
Alba 1966, ponendo tra parentesi il numero della pagina.
[4] Sul pensiero di Sant'Anselmo cf. H.U. VON BALTHASAR, Gloria. Una estetica teologica, II, Stili
ecclesiastici: Ireneo, Agostino, Dionigi, Anselmo, Bonaventura, Milano 1978, 191-234; K. BARTH, Fides quaerens
intellectum. Anselms Beweis der Existenzs Gottes im Zusammenhang seines theologischen Programms, Zürich
1981; M. PARODI, Il conflitto dei pensieri. Studi su Sant'Anselmo d'Aosta, Bergamo 1988; G. GÄDE, Eine andere
Barmherzigkeit, Würzburg 1989.
[5] H. U. VON BALTHASAR, op. cit., 193.
[6] ANSELMO D'AOSTA, Cur Deus homo, I, 25 ( 157).
[7] ANSELMO D'AOSTA, op. cit., I, 1 (67).
[8] ANSELMO D'AOSTA, op. cit., I, 7 (83s).
[9] ANSELMO D'AOSTA, op. cit., I, 15 (114s).
[10] Cf. ANSELMO D'AOSTA, op. cit., II, 7 (174).
[11] ANSELMO D'AOSTA, op. cit., II, 19 (227).
[12] V. per queste e ulteriori valutazioni, T. GREGORY, op. cit., spec, p. 390 e s.
[13]Numerose riviste sono dedicate al pensiero del maestro domenicano. Tra le molte, in Italia: Divus
Thomas, pubblicata dal Collegio Alberoni di Piacenza, a partire dal 1924; Doctor Communis, a partire dal 1948
per cura dell' "Angelicum" di Roma. Dedicato alla bibliografia su san Tommaso il Bulletin Thomiste (1924-
1965), che dal 1969 è proseguito dalla Rassegna di Letteratura Tomistica. Tra le monografie, rinviamo solo a
due tra i titoli più recenti: J. A. WEISHEIPL, Tommaso d'Aquino. Vita, pensiero, opere. Milano 1987; A.
PATFOORT, Tommaso d'Aquino. Introduzione ad una teologia, Genova 1988.
[14]
TOMMASO D'AQUINO, Summa theologiae, III, q. 1, a. 3. Citiamo dalla edizione leonina inserita nella
versione bilingue dei Domenicani italiani, vol. XXIII, Firenze 1969, 46-51.
[15] AGOSTINO D'IPPONA, Sermo CLXXIV, II: "si homo non perisset, Filius hominis non venisset".
[16] TOMMASO D'AQUINO, op. loc. cit.
[17] TOMMASO D'AQUINO, Super Sententias magistri Petri, III, d. 1, q. 1, a. 3.
[18] TOMMASO D'AQUINO, Super Epistulam primam ad Timoteum, c. 1, l. 4.
[19]W. GOETHE, Anni di peregrinazione di Wilhelm Meister, II, 1 (cit. in J. MOLTMANN, Il Dio crocifisso,
Brescia 1973, 45).
[20] AGOSTINO D'IPPONA, De Trinitate, XII, 17.
[21]
V. il repertorio di posizioni in J. F. BONNEFOY, Il primato di Cristo nella teologia contemporanea, in:
AA. VV., Problemi e orientamenti di teologia dommatica, II, Milano 1957, 207s. Sulle posizioni tomiste,
BONAVENTURA DA BAGNOREGIO; sulle posizioni scotiste, già prima di Scoto, RUPERTO DI DEUTZ,
ALESSANDRO DI HALES e ONORIO D'AUTUN.
[22] Tra i contributi più recenti, v. BERNARDINO DE ARMELLADA, El pensamiento de Juan Duns Scoto, in
"Estudios Franciscanos" 89 (1970), 209-227; C. BERUBÉ, De l'homme à Dieu selon Duns Scot, Henri Gand et Olivi,
Roma 1983; A. B. WOLTER, The Philosophical Theology of John Duns Scotus, London 1990. Di grande utilità è
altresì la collana Bibliotheca Scholastico-scotistica, edita dall'Ateneo "Antonianum" di Roma, in cui vengono tra
l'altro pubblicati gli atti dei convegni della Società Internazionale Scotistica, con bibliografia aggiornata. Le più
recenti pronunce magisteriali su Scoto, figura dalla storia per certi versi tormentata, sono raccolte in G.
LAURIOLA, Giovanni Duns Scoto. Recenti documenti, Roma-Monopoli (Ba) 1992.
[23] Citeremo dall'Opera omnia pubblicata a Parigi tra il 1891 e il 1895 dai Frati Minori, sulla base
dell'edizione di L. WADDINGS. A partire è in corso - in verità con ritmi piuttosto lenti - un'edizione critica
curata dalla Commissione Scotista sotto la guida di C. BALIC sino al 1977, continuata poi da L. MODRIC.
[24] GIOVANNI DUNS SCOTO, Super Sententias, III, d. 7, q. 3 (Opus oxoniense).
[25] Così nell'Oxoniense. Ancora più chiara l'esposizione dei Reportata, III, d. 7, q. 4: "omnis ordinate
volens, prima vult finem, deinde immediatius illa quae sunt fini immediatioria. Sed Deus est ordinatissime
volens(...) Primo ergo vult se; et post se immediate quantum ad extrinseca est anima Christi; igitur ante
quodcumque meritum et ante quodcumque demeritum, praevidit Christum sibi uniendum in unitate suppositi".
[26]
Per una valutazione della tesi scotista su questo punto, v. soprattutto A. CAGGIANO, De mente Joannis
Duns Scoti circa rationem incarnationis, in "Antonianum" 32 (1957), pp. 309-334; P. ROSSINI, Il cristocentrismo
di Giovanni Duns Scoto e la dottrina del Vaticano II, Roma 1967; A. B. WOLTER, John Duns Scotus on the Primacy
and Personality of Christ, in: D. MCELRATH (ed.), Franciscan Christology, New York 1980, pp.139-182; J. B.
CAROL, The absolute Primacy and Predestination of Jesus and His Virgin Mother, Chicago 1981.
[27] La bibliografia è interminabile. Citiamo solo alcuni tra i contributi più recenti e significativi:
A.SANNA, La regalità di Cristo secondo la Scuola francescana, Oristano 1951; J.-F. BONNEFOY, Il primato di
Cristo nella teologia contemporanea, in: AA. VV., Problemi e orientamenti di Teologia dommatica, cit.; G.
MARTELET, Sur le problème du motif de l'Incarnation, in: H. BOUËSSÉ - J. J. LATOUR (edd.), Problèmes actuels de
christologie, Paris 1965, 35-80; J. B. CAROL, Why Jesus Christ?, Manassas 1986 (con un ricchissimo corredo
bibliografico).
[28] V. ad esempio P. ROSSINI, Il cristocentrismo di Giovanni Duns Scoto e la dottrina del Vaticano II, cit.
[29] J. DUPUIS, Gesù Cristo incontro alle religioni, Assisi 1989, 135.
[30] V. E. SCHILLEBEECKX, Cristo sacramento dell'incontro con Dio, Roma 1981, 27: "la seconda persona
della santissima Trinità è personalmente uomo; e quest'uomo è personalmente Dio. Il Cristo è Dio in maniera
umana".
[31] Seguiamo nel testo J. DUPUIS, op. cit., 136.
[32] IRENEO DI LIONE, Adversus haereses, III, 22, 3, trad. di E. BELLINI, Milano 1981, 289. Il corsivo è
nostro.
[33]V. su questi temi A.ORBE, Antropologia de San Ireneo, Madrid 1969; ID., La definición del hombre en la
teologia del siglo II, in "Gregorianum" 48 (1967), 522-576; ID., Introduccion a la teologia de los siglos II e III,
Roma 1987; ID., Espiridualidad de san Ireneo, Roma 1989.
[34]Su di esse v. esaurientemente J. DUPUIS, Gesù Cristo incontro alle religioni, cit., in modo speciale 267-
291; ID., Dialogo interreligioso nella missione evangelizzatrice della Chiesa, in: R. LATOURELLE, Vaticano Ii:
bilancio e prospettive, II, Assisi 1987, 1234-1256.