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e traduttrice lo ha premiato con il “Premio Lunezia“. Si tratta di una delle più belle canzoni di non amore della musica
italiana: la storia parla infatti della disillusione di un uomo nei confronti della donna che ama, incapace di
accontentarsi della semplice bellezza della vita e che sente sempre il bisogno di complicare le cose semplici. La
reazione di lui a questo comportamento è quella di dirle: fai pure quello che vuoi, prendi pure le cose leggere, belle,
allegre come le bolle di sapone o un aquilone e cerca pure di distruggerle, facendole a pezzi, ma lasciami stare,
lasciami sognare in pace.
Troppo cerebrale per capire che si può star bene senza calpestare il cuore
ci si passa sopra almeno due o tre volte i piedi come sulle aiuole
Leviamo via il tappeto e poi mettiamoci dei pattini
per scivolare meglio sopra l'odio
Torre di controllo, aiuto, sto finendo l'aria dentro al serbatoio