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i suoni del Conservatorio

IV EDIZIONE 2018 / 2019

In occasione della Giornata internazionale


della donna 2019

IL FILO
D’ARIANNA
A cura di Rosalba Montrucchio

VENERDÌ 8 MARZO
FOYER BASSO DI SALA VERDI ORE 18.30

CHE DOLCE UDIRE


Madrigali, cantate e arie di Barbara Strozzi
nel 400° dalla nascita

SABATO 9 MARZO
SALA PUCCINI ORE 18.00

PENTAGRAMMI
E COMPASSI
Francesca Nava d’Adda tra musica
e architettura

INGRESSO LIBERO
IL FILO D’ARIANNA

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Venerdì 8 marzo | Foyer basso di Sala Verdi ore 18.30

CHE DOLCE UDIRE


MADRIGALI, CANTATE E ARIE DI BARBARA STROZZI NEL 400° DALLA NASCITA
Ensemble vocale e strumentale “Andromeda” del Conservatorio
Ideazione e preparazione vocale Anna Aurigi
Concertazione e direzione Francesca Torelli
Barbara Strozzi
Consiglio amoroso
L’amante segreto
Al battitor di bronzo
Godere e tacere
Vecchio amante che rende la piazza
Non ti doler cor mio
Lamento lagrime mie
Amor dormiglione
Silenzio nocivo
Amor è bandito
Mercè di voi
L’Eraclito amoroso
Mentre al devoto collo, aria dalla cantata Sul Rodano severo
Io so ch’alle faville, aria dalla cantata Sino alla morte
L’amante modesto
Ensemble “Andromeda” del Conservatorio:
Soprani: Elsa Biscari, Desirée Corapi, Camilla Costa, Beatrice Fasano,
Maria Giuditta Guglielmi, Sayaka Hashimoto, Giorgia McKenzie, Micol Pisanu, Viola Tausani
Mezzosoprani: Velia Moretti De Angelis, Angela Alessandra Notarnicola, Massimo Rizzo
Tenori: Ze Hu, Liu Yingda, Zhiqia Zhang
Bassi: Lucas Moreira Cardoso, Filippo Quarti
Violini: Lorela Miha, Micol Pisanu
Viole da gamba: Giovanna Scarlato, Alessia Travaglini
Violone: Fabio Longo
Fagotto barocco: Yoan Otano
Arciliuti: Carlo Cresci, Riccardo Zoia
Tiorba: Carlo D’Ariano
Clavicembalo: Riccardo Casamichiela
Francesca Torelli arciliuto, chitarra barocca e direzione
Registrazione ed elaborazione testi a cura di
Iacopo Sinigaglia e Carmen Canale del Centro SAV del Conservatorio
Voci recitanti: allievi del Laboratorio “Che dolce udire”
con la partecipazione straordinaria di Sonia Grandis
e il commento musicale di Yalda Abbasi
Si ringraziano per la collaborazione:
le classi di canto, canto barocco, musica vocale da camera, violino, violino barocco,
viola da gamba, fagotto barocco, liuto, clavicembalo e Sonia Grandis
per aver generosamente prestato la sua voce nella registrazione dei testi

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IL FILO D’ARIANNA

«A
udire Cantus Mulierum, periculo- più grandi compositrici della storia della mu-
sum est, et ad lasciviam incitati- sica. Da Ildegarda von Bingen alla vivente So-
ium, et ideo cavendum»: «È cosa fija Gubajdulina, la Strozzi è infatti a tutt’oggi
pericolosa l’udire il canto delle donne et pro- una delle compositrici più presenti nelle sale
voca alla disonestà» così il gesuita Ottonelli da concerto o nelle scelte della produzione
ammonisce il mondo, più o meno negli anni in discografica.
cui Barbara Strozzi dà alle stampe il suo primo Attenta alla scuola di Monteverdi, allieva del
lavoro. suo allievo Cavalli, Barbara si dimostra donna
Ottanelli - moralista meticoloso - raccomanda e compositrice appassionata, tanto da spin-
fortemente di non conversare con le cantanti gersi spesso oltre i confini sia della morale
(“cantatrici”) e le intellettuali (“virtuose comune sia delle convenzioni compositive.
accademiche”). Il potere seduttivo del canto o Nel Seicento tutto deve in un certo senso an-
della cultura di una donna è visto come letale cora accadere e il linguaggio musicale vive un
e ben peggiore di quello di una qualsiasi momento di cambiamenti tali, da offrire alla
procacità fisica. Figurarsi se poi canto e cultura Strozzi quei margini di libertà necessari alla
dovessero concentrarsi in una donna sola sua personalità e al suo straordinario talen-
come è nel caso di Barbara Strozzi. to per descrivere più intensamente possibile
Ma i poeti - altri e più autorevoli testimoni del quelli che sono i tre temi centrali della sua
tempo - sentono proprio in questa straordina- musica: la passione d’amore, l’ironia, la bel-
ria forza incantatrice, che il Seicento attribui- lezza della voce di soprano, così come suona
sce alla musica e al canto, una valenza assolu- quando indulge nei suoi melismi malinconici
tamente positiva. La musica e in particolare il e sensuali. 
canto portano sì ad un’estasi sensuale fonte Il concerto che noi presentiamo è frutto del
di piacere e consolazione dagli affanni della laboratorio “Che dolce udire” realizzato in oc-
vita, ma questo non è che un passaggio inter- casione del quattrocentenario dalla nascita di
medio verso un momento di vera e propria Barbara Strozzi.
estasi spirituale. Nel 1639 il poeta inglese Affianco alle sue cantate a voce sola, per le
John Milton, ascoltato in una chiesa il canto quali è più famosa, saranno eseguiti brani di
sublime di una nota virtuosa del tempo, scrive più rara esecuzione a cinque, tre e due voci,
con iconica semplicità: «Nella tua voce risuo- così da disegnare quasi il riassunto paradig-
na la presenza di Dio». matico di quel delicatissimo e cruciale pas-
Tra questi due opposti punti di vista si svolge saggio dalla polifonia al canto a voce sola,
ed esprime il lavoro delle virtuose cantatrici tra che si realizza tra fine Cinquecento e metà
fine Cinquecento e primi del Seicento e talen- Seicento.
ti quali la Strozzi trovano le maglie attraverso Pur nell’originale versione di Barbara, il con-
cui far arrivare la loro voce, che in questo caso certo propone quindi un viaggio ideale nelle
coincide con la musica, al mondo e a noi. Tut- forme che portano alla nascita della cantata
to questo è possibile anche perché durante il barocca e dell’opera in musica.
Rinascimento il miglioramento economico e Le cantate di Barbara Strozzi sono general-
culturale generale, che aveva coinvolto anche mente eseguite per la loro languida bellezza
le classi medie, diede alle donne una nuova e e non con il mero intento di eseguire musica
più grande possibilità di accedere alla cultura. al femminile.
L’avvento della stampa musicale poi costitui- Il concerto del nostro laboratorio è realizzato
sce un trampolino straordinario, che permet- il giorno della Festa delle Donne per dare un
te anche alle donne che scrivono musica di contributo alla sensibilizzazione su una que-
uscire dall’anonimato e arrivare fino a noi. stione molto più grande e attuale che è l’im-
Barbara Strozzi ne è un esempio lampante: la portanza dell’istruzione femminile.
facilità con cui ha avuto accesso alla stampa Il caso di Barbara Strozzi è particolarmente
ha favorito la conoscenza e la diffusione del significativo: figlia adottiva di un intellettuale
suo genio e ha contribuito a farne una delle libertino Giulio Strozzi, librettista di Monte-

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verdi, nasce e cresce a Venezia in un ambien- istituito un ospedale per le meretrici anziane
te straordinariamente colto e liberale dove affinché dopo aver servito alla collettività non
ha potuto ricevere un’istruzione solitamente morissero di fame. Sempre a Venezia quelle
preclusa (al tempo, ma non solo) alle donne. orfane che col loro canto avevano fatto gua-
La cultura musicale di Barbara, approfondi- dagnare l’istituto che le aveva accolte e cre-
ta anche nel campo compositivo, e una vita sciute, raggiunta la maggiore età, nel caso in
professionale relativamente libera da una cui invece che prendere i voti desiderassero
committenza vincolante sono due privilegi sposarsi, ricevevano dallo stesso istituto una
che hanno essenzialmente due cause: la pre- dote, affinché potessero realizzare un matri-
senza di una figura paterna colta e liberale e monio dignitoso.
la città di nascita, Venezia. Due ragioni tra loro L’esempio che ci viene dal passato è straordi-
legate. Venezia infatti è una città straordina- nariamente saggio e lungimirante e la musica
riamente illuminata nei confronti delle don- ne è testimone vivo e prezioso.
ne, basti pensare che la Serenissima aveva Anna Aurigi

N
ella brulicante Venezia seicentesca Il ritratto musicale di una delle più importanti
Barbara Strozzi deve essere apparsa compositrici dell’epoca barocca viene deline-
come una donna piena di virtù: com- ato accostando arie e cantate a voce sola con
positrice, cantante, probabilmente violista, basso continuo a madrigali da due a cinque
sicuramente poetessa e faro di salotti intel- voci e strumenti.
lettuali. Artista poliedrica e musa ispiratrice al I madrigali polifonici verranno da noi proposti
tempo stesso. a volte a parti reali; altre volte, dove la musi-
Per noi, oggi, è anche un’artista dalla fortis- ca mi sembra suggerirlo, verranno eseguiti in
sima personalità e anticipatrice dei tempi in versione corale, o alternando soli a tutti, an-
vari aspetti compositivi. che se le partiture non lo specificano.
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IL FILO D’ARIANNA

Le composizioni di Barbara Strozzi presenta- dei testi senza attribuzione d’autore sia la
no caratteri molto vari: si passa da arie come stessa delle musiche.
Non ti doler, piuttosto canoniche per il pie- Come sono i testi della Strozzi? Anticonven-
no Seicento, ad altre come Amor dormiglio- zionali, ironici, allusivi, ma anche sofferti, a
ne o Amor è bandito, argute e provocatorie volte desolati, altre combattivi.
nel testo. Altre ancora, come Lagrime mie, Un cenno va fatto anche al testo dell’aria
L’Eraclito amoroso e L’amante segreto, sono Mentre al devoto collo, tratta dalla cantata Sul
lunghi lamenti tristi ma raffinatissimi che con- Rodano severo. L’arditezza dell’argomento,
tengono varie forme (recitativi, ariosi, arie) e per l’epoca, è data dal fatto che narra dell’a-
spesso includono sezioni di basso ostinato di more omosessuale tra il re di Francia Luigi
passacaglia, tipicamente impiegato all’epo- XIII e un suo scudiero, il marchese Henry
ca per inquadrare il genere del lamento. È da d’Effiat, ma soprattutto del successivo omi-
notare la prima sezione di Lagrime mie, in cui cidio di quest’ultimo, voluto dal re. Sebbene
il pianto è dipinto con dissonanze inaspettate lo stesso re fosse già morto nell’anno in cui la
e un inizio di ispirazione quasi arabeggiante. Strozzi pubblicò la cantata, narrare pubblica-
Nei volumi di Barbara Strozzi alcuni brani mente in musica tali vicende legate alla po-
riportano il nome dell’autore del testo, ma litica e alla “privacy” reale deve essere stato
nella maggior parte non lo indicano. Se per scabroso per l’autrice, se non pericoloso.
il primo volume di madrigali, composto in La musica di quest’aria è intrisa di commozio-
giovane età, sappiamo che ci fu un apporto ne e dolore e coglie nel segno, non diversa-
testuale del padre e poeta Giulio Strozzi, per mente da molte altre sue composizioni.
i volumi successivi sono convinta che l’autrice In generale nei recitativi la musica di Barbara
dei testi non attribuiti sia la stessa Barbara. Strozzi è spesso enfatica e contrastata.
Lo credo per vari motivi: sia perché i testi si Le arie presentano una cantabilità maggiore
modellano alla perfezione sulla musica, tan- rispetto a quelle di altri compositori coevi.
to da escludere due autori diversi, sia perché Nell’insieme, la produzione musicale di Barba-
più di una volta contengono insistentemente ra Strozzi è sorprendente per la varietà di af-
l’autocitazione “Barbara”, sia perché a volte fetti espressi, per alcune arditezze armoniche
sono narrati al femminile e infine semplice- e, nelle cantate, per l’immediatezza di resa con
mente perché sarebbe assurdo riportare i cui si alternano i sentimenti contrastanti e i di-
nomi di alcuni autori e non di altri. Questo versi andamenti della musica.
fatto sottintende chiaramente che l’autrice Francesca Torelli

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Sabato 9 marzo | Sala Puccini ore 18.00

PENTAGRAMMI E COMPASSI
FRANCESCA NAVA D’ADDA TRA MUSICA E ARCHITETTURA

Francesca Nava d’Adda

Duetto per pianoforte e violoncello


Allegro agitato
Andante cantabile
Minuetto-Trio
Finale. Allegro con Brio
Pianoforte Yuhang Zhou
Violoncello Antonio di Carlo

Duetto per arpa e pianoforte


Allegro maestoso
Andante cantabile
Allegro pastorale
Arpa Francesca Marini
Pianoforte Kong Si Yue

Trio op. 18 per pianoforte, violino e violoncello


Preludio. Allegro vivace
Andante cantabile
Scherzo Minuetto-Trio
Finale. Allegro Moderato
Pianoforte Aniello Iaccarino
Violino Sara Bellettini
Violoncello Mattia Pacilli

Voce Narrante Eleonora de Prez


Testo tratto da Romanzo di Inverigo di Eleonora Heger Vita

Messa in scena a cura di Sonia Grandis


Centro SAV del Conservatorio “G. Verdi” di Milano

Classi di musica da camera: Emanuela Piemonti, Ida Varricchio, Massimo Cottica


Si ringrazia Simonetta Heger per la collaborazione e la concessione
del testo e delle immagini

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IL FILO D’ARIANNA

F
rancesca Nava d’Adda (Milano, 14 no- mia di Santa Cecilia la nomina socia onoraria,
vembre 1794 - 23 settembre 1877) fu una riconoscimento assai ambito per i musicisti.
delle protagoniste della vita musicale Filo-asburgica, promotrice delle attività musi-
lombarda dell’Ottocento. Marchesa di origini cali - che organizzava lei stessa - era una don-
e contessa per matrimonio, musa ispiratrice e na che viveva nel proprio tempo, ma era an-
moglie dell’architetto Luigi Cagnola prima e corata al sentire classico, nelle forme e nella
dell’architetto e pittore Ambrogio Nava poi, poetica. Ci ha lasciato 19 composizioni, di cui
fu musicista dilettante per ruolo sociale e la una manoscritta e senza numero di catalogo.
sua bravura era nota. Le altre 18 sono tutte pubblicate e nell’archi-
Ma cosa significa essere “dilettanti per ruolo vio storico della famiglia d’Adda sono presenti
sociale”? abbozzi e manoscritti che testimoniano la sua
Le donne non potevano ambire alla carriera attività. Scrisse prevalentemente musica da
musicale. In particolare, lo studio accademico camera: 2 sonate per pianoforte solo, 9 duetti
della composizione era loro precluso. Poteva- per diversi organici e 6 trii, tutti per pianofor-
no suonare entro le mura domestiche, esibirsi te, violino e violoncello. Il catalogo redatto
in privato o in pubblico, partecipare alla vita da Angela Buompastore (in Fonti musicali ita-
culturale delle accademie, ma non poteva- liane, 22/2017) conta due soli lavori vocali: il
no esercitare la professione di musicista, in Salmo 99 “Iubilate Deo omnisterra” e il Salmo
particolare di creatrice di musica. Nel caso 112 “Laudate pueri Dominum”, che prevedo-
ambissero alla pubblicazione delle proprie no anche l’accompagnamento dell’organo o
opere avevano una strada per farsi conosce- del pianoforte. Il pianoforte, strumento predi-
re: editare a proprie spese. La dedica ad altre letto, domina la produzione ed è interessante
musiciste donne ampliava la diffusione delle notare come, nonostante l’Ottocento sia il se-
proprie composizioni nei salotti. Per le don- colo del teatro d’opera, nel suo catalogo non
ne, dunque, l’attività musicale doveva essere compaia nemmeno una parafrasi. Il periodo
diletto e nulla più. di pubblicazione va dal 1836, a due anni di
Francesca Nava d’Adda però è un personag- distanza dall’inizio del secondo matrimonio,
gio che rompe le convenzioni. Suona e com- al 1874 e tutte le musiche che riportano una
pone, pubblica e si fa conoscere. L’Accade- dedica sono omaggi a donne.

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Duetto per violoncello e pianoforte op. 21 L’Andante cantabile in 3/4 è invece in si bemolle

È
maggiore. Ma c’è un espediente compositivo
l’ultima composizione in catalogo; risa- ingannevole: le terzine di ottavi reiterate in
le al 1874, quando la contessa aveva ot- tempo ternario semplice fanno percepire quasi
tant’anni. Il brano è articolato in quattro un 9/8.
movimenti, di cui il primo, Allegro agitato, è in Il terzo movimento, Allegro vivace, è in forma
forma sonata. La tonalità di fa minore è affer- tripartita: si alternano Minuetto-Trio-Minuetto,
mata con forza dall’introduzione pianistica e il ciascuno a propria volta bipartito. Il Minuetto
movimento in quartine di sedicesimi del pia- è in re maggiore mentre il Trio in si minore. Il
noforte accompagna incessantemente il vio- pianoforte mantiene la continuità ritmica tra le
loncello per poi placarsi, trasformando i sedi- sezioni, mentre il violoncello vede dimezzare i
cesimi in ottavi, all’ingresso del secondo tema. valori nel passaggio dal Minuetto al Trio. L’Al-
Anche in questa composizione l’esposizione legro vivace del Minuetto diventa Allegro con
si ripete. Lo sviluppo si apre poi in re bemolle brio nel Finale, dove la tonalità che si afferma è
maggiore e il pianoforte continua a sostenere fa maggiore, andando quindi al parallelo mag-
il violoncello in ogni passaggio con figurazioni giore rispetto alla tonalità iniziale. Ogni attimo
di sedicesimi e ottavi. Dopo un peregrinare tra di silenzio lasciato da uno dei due strumenti su-
tonalità lontane, torna fa minore nella ripresa, bito è riempito dall’altro, in un continuo scam-
che qui è chiaramente individuabile grazie alla bio che diventa improvvisamente meno den-
riproposizione del materiale usato dal piano- so nella coda, ma che contemporaneamente
forte nell’esposizione. vede un crescendo dal piano al fortissimo.

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IL FILO D’ARIANNA

Duetto per arpa e pianoforte fluido, al punto che quasi non ci si accorge del

I
passaggio.
l brano, risalente al febbraio del 1836 e Il secondo movimento è un Andante cantabi-
dedicato alle sorelle Giuseppina e Caroli- le in sol maggiore e in tempo ternario. Anche
na Rovelli, è la seconda opera pubblicata esso ha una suddivisione interna: in questo
della contessa ed èarticolato in tre movimenti. caso è tripartita secondo uno schema ABA’.
Il primo, Allegro maestoso, in 4/4, è nella to- Le A sono nella tonalità di impianto e sono
nalità di si bemolle maggiore ed è costruito caratterizzate dalla stabilità armonica. La se-
in forma sonata: troviamo l’esposizione, nella zione B invece, dopo un’improvvisa afferma-
quale il primo tema viene enunciato nella to- zione della tonalità di mi bemolle maggiore,
nalità d’impianto, un ponte modulante che si avventura in una serie di modulazioni che la
porta al secondo tema, in contrasto con il ricondurranno a sol maggiore.
primo e nella tonalità della dominante, uno L’Allegro pastorale in 6/8, terzo e ultimo mo-
sviluppo e una ripresa. Nava d’Adda ripete l’e- vimento, richiama strutturalmente l’Andante
sposizione e possiamo così riascoltare come cantabile: anche qui troviamo una triparti-
il secondo tema, che parte dalla tonalità di fa zione in cui le A sono in tonalità di si bemolle
maggiore, abbia in realtà un carattere modu- maggiore e sono stabili, mentre la B è modu-
lante. Nello sviluppo, la compositrice lavora lante. Interessante è notare come gli strumen-
sul primo tema e cita più volte l’incedere rit- ti siano trattati in modo paritetico, al punto
mico che lo caratterizza. Il secondo tema si ri- che la composizione potrebbe essere esegui-
presenta più ornato, ma nella ripresa ritrovia- ta da due pianoforti, possibilità prevista dalla
mo solo il primo, seppur citato parzialmente. compositrice che la specifica nel frontespizio
Il collegamento tra sviluppo e ripresa è molto del Duo.

Trio op. 18 per pianoforte, violino Lo Scherzo Minuetto del terzo movimento si
e violoncello alterna col Trio in forma ABA; le tonalità sono

P
rispettivamente do minore nel primo, caratte-
ubblicato nel 1870 dall’editore Giovan- rizzato da un Allegro giusto ritmico, e do mag-
ni Canti, il trio è articolato in 4 movi- giore nel secondo, meno mosso. Entrambi
menti introdotti da un breve preludio: sono bipartiti. L’ultimo movimento Allegro mo-
il primo è un Allegro vivace in 4/4, in tonalità derato torna nella tonalità di mi bemolle mag-
di mi bemolle maggiore ed è, analogamente giore. Qui è forte il richiamo al Classicismo
agli altri brani proposti durante questo con- viennese e ancora prima allo Stile galante
certo in forma sonata. La struttura è la mede- per la limpidezza delle linee melodiche,
sima dei brani precedenti, ma la presenza di l’accompagnamento in figurazioni spezzate e
tre strumenti favorisce il gioco imitativo tra le le piccole fioriture. Il tema principale passa da
voci, espediente che si ritrova in tutto il trio. strumento a strumento e ricompare inframez-
Nel secondo movimento, Andante cantabile zato da sezioni contrastanti secondo alternan-
in la bemolle maggiore, il violino e il violon- ze tipiche del rondò. La coda conclusiva è in-
cello si alternano nella guida e nel contro- calzante, concitata e avvince l’ascoltatore fino
canto, il pianoforte li sostiene e collega i loro all’ultima nota.
momenti lirici con passaggi espressivi ed an- Giorgia Luoni
ticipazioni melodiche. In alcuni casi raddop- Allieva del biennio di Discipline storiche,
pia il violoncello. critiche e analitiche della musica

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Conservatorio di Musica G. Verdi di Milano


Via Conservatorio, 12
20122 Milano
www.consmilano.it
tel. 02.762110

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