Professional Documents
Culture Documents
Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at .
http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp
.
JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of
content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms
of scholarship. For more information about JSTOR, please contact support@jstor.org.
Fondazione Istituto Gramsci is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Studi
Storici.
http://www.jstor.org
11Cosi si esprime Gramsci nel suo rapporto al C.C. del P.C.I. del maggio I925,
La Situazione internadel Partito e i compiti del prossimo congresso,Archivio del P.C.I.,
I925, 296/67-80.
chiaro in questo periodo che egli non ripone alcuna fiducia ne nella
coalizione antifascista ne nella C.G.L. come strumenti capaci di
abbattere il regime fascista. I comitati operai e contadini, 1'< Anti
parlamento ?, 1'"
Assemblea repubblicana? sono concepiti come
l'unica altemativa reale a un complesso di forze reazionarie, fa
sciste e <filofasciste , 13 che ha le sue propaggini fino, appunto, nel
P.S.I. e nella C.G.L. di D'Aragona e Baldesi.
Proprio a proposito dei discorsi oggi ricorrenti in sede storica
(e politica) sul socialfascismo,che in genere si rapportano al periodo
successivo al 1928, varr"ala pena di notare che una certa propensione
ad accettare le formulazioni del Comintern secondo le quali la
socialdemocrazia e un'ala del fascismo - formulazioni che datano
sin dal 192414 - viene ai comunisti italiani dal giudizio che la
frazione comunista nel suo insieme maturo sul socialismo italiano
nel primo dopoguerra. InGramsci la formula parte sempre da quel
la individuazione sociologica cui gia abbiamo fatto cenno: il
P.S.I. come partito che non ha una natura operaia bensi prevalente
mente contadina-piccolo borghese, come partito di funzionari
espressidallapartepiiuarretratadelmovimento operaio e corrotti
dalla scuola di governo giolittiana. Di qui prende luce anche la
direttiva generale del P.C.I., nel 1924-26, di una lotta su due fronti
contro il fascismoe contro gli aventiniani.
I1discorso si segue non meno nettamente nei confronti del pro
blema sindacale. Quando le condizioni delle organizzazioni sinda
cali libere si fanno pressoche insostenibili, nel I925-26, Gramsci
pensa a un tipo di resistenza e di rinascita del sindacato che avvenga
abbarbicandosi alle fabbriche, creando anche qui attraverso istituti
nuovi (le conferenzed'oflicina,iComitati di difesasindacale,iCo
mitati d'agitazione,sorretti da un'organizzazionedi partito per
cellula di fabbrica) non solo strumenti efficaci di resistenza, ma
l'embrione di un nuovo potere, forme diverse da quelle tradizio
15Gramsci, nel suo rapporto al C.C. del P.C.I. del 9-Ii novembre I925, delinea
come prospettiva storica il compito che <<ilmovimento sindacale risorga control
lato da noi >,e cosl aggiunge per il presente: # Ii Partito comunista ha quindi il com
pito di stimolare la creazione di organismi che costituiscano mezzi di espressione
delle masse; la situazione stessa congiura a rendere necessaria e possibile la creazione
di Comitati operai che dalle forme pisu embrionali giungano ad assumere le forme
piiu complete, che, partendo dalla fabbrica, si estendano nelle masse, diventino or
gani rappresentativi della massa )>.A.P.C., I925, 296/8I-I03.
ma per una lezione storica concreta. 1iprincipio che non si dia azione
rivoluzionaria senza teoria rivoluzionara e tanto piui unaniimemente
accettato nel movimento in quanto la rivoluzione russa e apparsa
vittoriosa proprio per questa sua fedeltia e corrispondenza di ri
gore ideologicoe di prassi.
L'idea di un modello viene, insomma, dal fatto stesso - una ri
velazione per la mente e un enorme motivo d'attrazione psicolo
gica e sentimentale - che con quel modello, con i principi di
strategia e di tattica enucleati da Lenin e dallo stato maggiore bol
scevico, si e realizzatala prima rivoluzionesocialistavittoriosa
della storia.Non erano, del resto, l'eterogeneitia
d'ispirazione,la
mancanzadi tensioneteoricadella ii Internazionale, l'empirismoe
l'oggettivismodeterministicoche la dominavano,una causafonda
mentale del suo crack?
t solo in questo quadro che si possono comprendere l'asprezza,
la passione, l'impegno di ogni dibattito acceso su una singola for
mula, su una #<legge di sviluppo?# del movimento, ii ricondurre
ogni discorso a un modello. Piuttosto, se Lenin non mancava di
mettere in guardia da ogni assunzione dogmatica dei principi
regola d'azione, Gramsci fa suo l'ammonimento con un processo
dialettico che ci pare possa essere definito leniniano: cioe, non
disarmando o liberandosi di un bagaglio teorico, ma aumentando,
infittendol'investigazionedella realtasociale,economica,culturale,
volgendo l'attenzionea una molteplicita straordinaria di fattori
(tradizionistoriche,psicologiadellemasse, centridi direzionedelle
classi dirigenti, formazione dei varl strati che compongono un par
tito, differenziazioni regionali, rapporti tra le varne centrali finan
ziarie, radici culturali e modi di vita della piccola borghesia, carat
teridel personaledirigentedello Stato, componenti,manifestazioni
e contraddizionidel fascismo,ecc., ecc.).
E giia un grande intellettuale il Gramsci politico, e del I919-20
e del I92I-26, un uomo che perlustra ogni piega del reale, che ha
semprepresentela dimensionedella politicacome invenzione, pos
siede il gusto della previsione,rispecchialo scatto dell'impennata
morale. Se la grande contraddizione dei primi anni di vita del
P.C.I. e quella di una formazione che deve farsi le ossa, superare
la sua malattia infantile, rassodare la propria organizzazione, con
quistare la fiducia delle masse, in un momento di rapido riflusso
generale mentre egli stesso accumula gli elementi critici per supe
rarla in seguito. Cio che di questa contraddizione si specchia par
ticolarmente in lui ci pare sia contenuto in due tra quei motivi
che s'intreccianocontinuamente:la prospettivapersistentedi una
della situazionee quindi l'insistenzasui compiti
radicalizzazione
autonomi, rivoluzionari,del partito, sul soviettismodegli organi
di massa; e l'accento sul momento della preparazione, sul lavoro
di lunga lena, sull'"aggressionemolecolare >. I1 secondomotivo
sara quello che col 1926, nelle meditazioni dal carcere, vedra un
maggior sviluppo. Certo si e che l'intersecarsi dell'uno e dell'al
tro crea un nodo inestricabile ad un'analisi che ricerchi invece un
processo lineare di pensiero. In verita, la fisionomia del Gramsci
dirigentepolitico e poliedrica,sfuggespessissimo,
nel biennio I925
26, ad una rigida definizione che parta e si arresti nell'ambito di
una critica tendente a sceverare storicamente <posizioni giuste> da
?errori >, regole d'azione convalidate nella realta dal mito ideolo
A misurarel'influenzadel Gramsci
gico che ne viene contraddetto.
politico del periodo non si riesce se non tenendo conto dei due
piani su cui egli opera costantemente; vale a dire dei semi che getta
nelmovimento nonmeno che della tatticache preconizza,delme
todoche instaurae che sarafertileanchedopo il suo incarceramento,
dell'indicazione data a caldo e non potuta utilizzare allora ma che
diventa prospettiva storica nell'ereditadi un ripensamentocol
lettivo, della stessacomplessitadi motivi che animanoogni suo
scrittogiornalistico.
toria socialista nel loro paese, mentre negli altri paesi la rivolu
zione e fallita,ma perch' gli appaionocome gli unici che posseg
gono una capacita di vedere le cose su scala mondiale <perche la
concezione politica dei comunisti russi si e formata su un terreno
internazionale e non su quello nazionale ,,23.
Se non si tiene presente tale dato di partenza non si comprende
neppure la sua famosa, drammatica lettera dell'ottobre I926 al
C.C. del partito russo la quale e retta dalla stessa ispirazione: ri
vendicarel'importanzadecisivadell'unitadel gruppo e ammonire
tanto lamaggioranza (sullacui sceltapolitica si dice d'accordo)
quanto le minoranze del pericolo estremo che rappresenterebbe
la perditadel punto di vista internazionalistaaffrontandole que
stioni decisive dello stessopartito russo24*Che, in Gramscinon
e traccia di una concezione che si configuri come un mandato fi
duciario da parte delle altre sezioni dell'Internazionale nei con
fronti di quella russa:egli parla di un contributomolteplice, di
una disciplina <deale e convinta?> tanto piu possibile a raggiun
gersi quanto pitu ogni sezione nazionale conquister"a, nel proprio
paese, la maggioranza dei lavoratori e cosi esprimer'a un peso e
un'incidenza reali 25. I1 che e anche l'unico modo di porre la pre
28Dalla lettera di Gramsci a Togliatti, Terracini e C., op. cit., pp. I96-97.
27 Ibidem.
as Ibidem.
34Luciano Gruppi, II Concetto di egemonia, in Prassi rivoluzionaria e storicismo
in Gramsci, Quaderno n. 3 di <Critica marxista)), I967, p. 79.
95Cfr. Internazionalismo e politica nazionale inMachiavelli, cit., pp. II4-I5.
' Ibidem.
Paolo Spriano