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PROGRAMMA DI SALA

L’Aria detta la Frescobalda* del ferrarese Gerolamo Frescobaldi, originariamente per organo o
clavicembalo, fa parte del secondo libro di Toccate e partite d'intavolatura (1627), raccolta
risalente al periodo romano del compositore. Ci troviamo di fronte ad un’aria con variazioni che
trova in sé coniugati pienamente gli stilemi barocchi della “seconda pratica” monteverdiana,
risentendo di una vocalità di chiaro gusto italiano.

Collocabile in un barocco più tardo è la Suite n. 2 in re minore per violoncello solo BWV 1008* di
Johann Sebastian Bach. Composta dal maestro di Eisenach insieme alle altre 5 suites durante la
sua permanenza a Köthen (1717 -1723), essa vede il succedersi di numerose danze di caratteri
differenti. In aggiunta ai quattro tempi di rito (Allemanda, Corrente, Sarabanda e Giga) troviamo
un Preludio iniziale ed una coppia di Minuetti (I e II) prima della Giga conclusiva.

Coevo di Bach, il compositore napoletano Domenico Scarlatti è conosciuto soprattutto per le sue
555 sonate per tastiera, nate dopo il suo trasferimento in Spagna (1729). Alle Sonate K 14* (Sol
maggiore, Presto), K 15* (Mi minore, Allegro) e K 492* (Re maggiore, Presto) – bipartite e dal
carattere vivace – si contrappone la Sonata K 213* (Re minore, Andante) - dal tono scuro e basata
su una progressiva evoluzione del materiale tematico – che testimonia come Scarlatti abbia giocato
un fondamentale ruolo nello sviluppo della forma della sonata.

Il programma prosegue stavolta con due brani originali per le seicorde del chitarrista e compositore
paraguaiano Agustìn Barrios Mangorè (1885 – 1944): il Vals op.8 n. 3 e Un sueño en la Floresta.
Entrambi, in modo diverso, proiettano la tradizione musicale europea in un piano emozionale di
matrice sudamericana: il Vals n.3 guarda senza dubbio a Chopin e ai suoi valzer, caratterizzati da
un continuo accostamento di umori differenti; Un Sueño en la Floresta prende a modello il
chitarrismo spagnolo di Francisco Tàrrega e della sua composizione Sueño, basata sulla tecnica del
tremolo.

Pianista e compositore di provenienza catalana, Isaac Albèniz è considerato fra i maggiori


esponenti della scuola nazionale spagnola e molta della sua musica ha ottenuto considerevole
successo anche grazie alle numerose trascrizioni per chitarra (prime tra tutti quelle di Andrès
Segovia). Sevilla* (1886), uno dei movimenti della Suite española op. 47, è un esempio tangibile di
musica intrisa di elementi popolari spagnoli elaborati in un discorso carico di virtuosismi di eredità
lisztiana.

*Trascrizioni ad opera del chitarrista Eliot Fisk

Marco Surace

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