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C.D.M.

Centro di Documentazione sulla Mondialità

MOSTRA INTERCULTURALE 2011


“TI RACCONTO UNA STORIA. C’ERA UN VOLTO…”.

I punti cardine attorno a cui la mostra dovrà trovare la sua unità e il suo sviluppo sono naturalmente
i VOLTI e le STORIE. Fin dall’introduzione fatta nell’accoglienza e poi attraverso ogni tappa il
visitatore si troverà di fronte agli occhi volti e sentirà storie. Non sarà inutile, quindi, cercare di
spiegare la portata e l’importanza di questi due veri e propri punti cardinali. Ho fatto alcune ricerche
e mi sono documentato un po’ sull’argomento, forse il mio discorso potrà apparire un po’astratto,
ma cerco di spiegarmi nel modo più chiaro possibile. Per la formazione delle guide cercherò poi di
tradurre tutto in modo più comunicabile.

Perché il volto?
Lo sguardo rivolto al volto è l’atto costitutivo dell’incontro con l’altro. Il volto nella sua nudità,
nella sua essenzialità, nel significare niente altro che se stesso, implica una relazione che, come dice
il filosofo Lévinas, è “immediatamente etica”. Lo sguardo verso il volto dell’altro è la mia presa di
responsabilità verso l’altro che mi guarda, è il mio sentirmi interpellato eticamente dal suo volto.
Scrive sempre il filosofo: “Il fatto che tutti gli uomini siano fratelli non è spiegato dalla loro
somiglianza. Il fatto originario della fraternità è costituito dalla mia responsabilità di fronte a un
volto che mi guarda come assolutamente estraneo”. E’ per questo che il volto che mi guarda non
deve determinare sempre e solo paura e fuga, ma al contrario rispetto, responsabilità, attenzione.
E’ questo dunque il primo messaggio che il visitatore della mostra deve fare proprio.

Perché la storia?
Il volto è per sua intima natura enigmatico e mai compiutamente definibile. Afferma il semiologo
U.Volli: “Resta sempre l’impossibilità di chiusura, l’ambiguità, l’inafferrabilità di ogni volto: il
mistero di una vita individuale, delle sue motivazioni, del suo senso. In questo sta la verità del
volto: nella sua apertura, nella sua dis-identità, nella sua ambiguità. Nella mia impossibilità di farlo
mio, di comprenderlo davvero, di concettualizzarlo”.
In quanto tale, un volto non è portatore di una, ma di cento o mille storie e mai sarà esaurito da esse.
Fermo restando questo, la storia è ciò che ci permette di passare dall’originaria relazione etica fatta
di responsabilità, rispetto, e attenzione, ad una relazione conoscitiva dell’altro che nell’ascolto del
suo vissuto possa calare chi ci è di fronte nella concretezza della storia e della vita. La infinita
ricchezza dell’altro, come del volto dell’altro, non si esaurisce certo in una storia, in un contesto, in
una situazione definita, ma la storia ci permette di collocare l’altro nell’insieme complesso del
mondo, nella concretezza di un certo giorno, di un certo luogo, di una certa società, e così via.

Volti e storie nell’incontro con l’altro


Il nostro incontro con l’altro quindi dovrà essere orientato sia dalla responsabilità etica originaria
(lo sguardo verso il volto), che ci fa tutti fratelli (che ci fa famiglia e qui ricordiamo l’ideale
saveriano), sia dalla conoscenza concreta e storica dell’altro in una determinata situazione,
contesto, cultura, società (l’ascolto della storia), che ci fa tutti cittadini (e in primo luogo cittadini
del mondo visto che la nostra mostra è interculturale e la mondialità uno dei nostri obiettivi). L’uno
dei due aspetti non esclude l’altro, ma il primo precede e determina il secondo.

Il percorso e le tappe
Chiarite queste premesse teoriche veniamo a quella che è la strutturazione del percorso. Rimane
naturalmente la divisione nelle quattro tappe principali localizzate in quattro ambienti della casa. Le
tappe-età però non costituiscono il messaggio principale della mostra, ma soltanto un modo per
organizzare efficacemente il nostro materiale (volti, storie, valori). Per ogni tappa il percorso
guiderà lo spettatore a:
A) vedere volti
B) ascoltare storie
C) condividere valori
D) partecipare a dinamiche e giochi

tappe VOLTI VALORI STORIE DINAMICHE/GIOCHI OGGETTI/


AMBIENTI
1 BAMBINI - Meraviglia/semplicità ? ? ?
2 GIOVANI - Speranza/amicizia ? ? ?
3 ADULTI - Responsabilità/maturità ? ? ?
4 ANZIANI - Saggezza/prudenza ? ? ?

Le foto
Dovendo costruire una mostra dedicata i volti è evidente che le foto siano il nostro materiale
principale. Si è pensato di utilizzare sia foto di grande formato che rappresentano volti in primo
piano. Queste foto sono foto di volti e quindi non devono necessariamente essere diverse per
nazionalità o cultura, all’interno di ciascuna tappa sarà dunque presente un certo numero di foto
grandi. Ad una di queste foto sarà associata la storia che verrà proposta ai visitatori (la storia
principale; possiamo anche individuare più storie principali ma il tempo a disposizione ci consente
di utilizzarne una soltanto, non è utile perciò moltiplicare le storie considerando la difficoltà della
guida di gestire un percorso già complesso). Alle foto grandi in ciascuna sala saranno alternate foto
di piccolo formato che rappresentano specifiche situazioni e che raccontano visivamente (al
massimo si potrà utilizzare una breve didascalia) altre storie secondarie (rispetto a quella principale
con cui opereremo con gli alunni), utili soprattutto per i visitatori adulti che vedranno la mostra
senza una guida.

Il racconto delle storie


Come si è detto alle foto sono legate le storie per ogni tappa. Queste storie devono essere o reali o
almeno verosimili (sono quindi da evitare non le favole in sé, ma favole troppo fantasiose e
inverosimili). La storia collocando il volto in un dove e in un quando, sarà relativa ad uno specifico
continente, secondo lo schema:
a) BAMBINI: storia ambientata o relativa all’OCEANIA
b) GIOVANI: storia ambientata o relativa all’AMERICA
c) ADULTI: storia ambientata o relativa all’ASIA
d) ANZIANI: storia ambientata o relativa all’AFRICA.
La storia naturalmente come si è detto deve contenere elementi che rimandano al valore scelto per
la specifica tappa e che sarà l’altro messaggio importante da trasmettere per ogni tappa accanto a
quello dell’incontro visto all’inizio.
La “Storia delle cinque storie” di p.Oliviero sarà narrata nell’accoglienza e sarà utilizzata per
assegnare ad ogni gruppo la prima tappa; per questo diventerà la “Storia delle quattro storie” (le
tappe sono quattro e purtroppo bisogna ”eliminare” il cane…; i personaggi saranno quindi i
genitori, il nonno o la nonna, il fratello giovane e la sorella bambina o viceversa). Al termine della
storia a ciascun gruppo verrà data la pietra con l’indicazione dell’età: bambini (fratello o sorella),
giovani (fratello o sorella), adulti (genitori), anziani (nonni).

Gli oggetti da esporre


Gli oggetti da esporre (anche in questo caso non sono da moltiplicare eccessivamente per non
disperdere l’attenzione) saranno scelti in riferimento: 1) alla storia principale; 2) alle storie
secondarie; 3) all’età specifica della tappa. Si tratterà di oggetti “simbolici” quindi non
necessariamente preziosi e difficili da reperire.

Le dinamiche
Intendendo i volti e le storie nel senso sopra indicato, cioè in riferimento all’incontro con l’altro, si
aprono una serie di prospettive diverse tutte proposte nella riunione scorsa:
A) la scoperta dell’altro (dinamiche di scoperta: volti che si scoprono a poco a poco; scoperta
di una intera immagine a partire dal solo volto o da tratti del volto; ricomposizione dei
tasselli che compongono un volto)
B) il mettersi nei panni dell’altro (dinamiche di ruolo: giochi di ruolo di vario tipo)
C) il raccontare l’altro (dinamiche di narrazione: racconto a più voci di una storia o altro)
All’interno di queste tipologie di dinamica potranno individuarsi le dinamiche specifiche ed
appropriate alla singola tappa. La dinamica può contenere anche riferimenti al valore proprio della
tappa.
La dinamica della “Ruota dei volti” sarà svolta nell’accoglienza e farà da introduzione all’intera
mostra. La ruota conterrà volti e storie, magari anche volti che i visitatori ritroveranno nelle singole
tappe. La dinamica finale è ancora da definire, si pensava ancora ad una uota della fortuna con
domande a quiz o a domande a quiz legate alla storia.

Il video
Il video sarà associato alla tappa GIOVANI e andrà a sostituire in quella tappa la dinamica.

La testimonianza
La testimonianza sarà incentrata sui volti incontrati (nelle esperienze missionarie) e sulle storie
ascoltate. Quindi dal volto dell’uomo al volto di Cristo.

Struttura generale della Mostra


Lo schema generale della mostra sarà dunque il seguente. Naturalmente lo schema è generale, ogni
gruppo potrà poi variarlo per rendere il tutto meno monotono.

ACCOGLIENZA Tutti insieme Ruota dei volti Introduzione alla mostra


Storia delle quattro Assegnazione tappe
storie
VISITA PERCORSO gruppo 1 (max. Tappa: BAMBINI Volti-Storia
20 alunni) dall’Oceania-Valore-
Dinamica/gioco
gruppo 2(max. 20 Tappa: GIOVANI Volti-Storia
alunni) dall’America-Valore-
Video
gruppo 3(max. 20 Tappa: ADULTI Volti-Storia dall’Asia-
alunni) Valore-Dinamica/gioco
gruppo 4(max. 20 Tappa: ANZIANI Volti-Storia dall’Africa-
alunni) Valore-Dinamica/gioco
TESTIMONIANZA ciascun gruppo Tra le varie tappe Volti e storie della
missione
CONCLUSIONE Tutti insieme Dinamica conclusiva quiz?

La mostra itinerante
Secondo quanto si è deciso negli ultimi incontri la mostra “Ti racconto una storia…” dovrà essere
pensata e strutturata con un occhio ad un suo eventuale utilizzo come mostra itinerante per l’anno
2012 (non per l’anno in corso quindi).

I compiti dei gruppi


Il lavoro dei singoli gruppi potrà continuare sulla falsariga delle indicazioni date nei campi già
indicati che comunque ripeto:
1) ricerca immagini (di buona definizione e in primo luogo tra le immagini già in nostro possesso)
2) ricerca della storia
3) ricerca degli oggetti necessari all’ambientazione e idee per l’ambientazione
4) ideazione di una dinamica o gioco
5) suggerimenti per la dinamica finale.

Massimiliano

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